#Crisi esistenziale
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illsadboy · 7 months ago
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Spesso mi capita di pensare a quanto siamo piccoli, così complessi e pieni di pensieri ma in confronto all’universo siamo dei microscopici granelli di sabbia, e un giorno ritorneremo alla terra.
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Caro Dio, so di non essere il fedele perfetto, colui che va sempre a messa. È da tempo che cerco di trovarti nella quotidianità nei giorni senza riuscirci.
Spesso mi domando perché se ci hai fatto a tua immagine e somiglianza c'è tanta cattiveria in questo mondo? Vuol dire che forse anche tu non sei sempre buono e giusto?
Giulia e il suo bambino meritavano veramente una fine tanto atroce? Lo stesso vale per tutti gli omicidi e delitti che si commettono giorno dopo giorno, ora dopo ora, secondo dopo secondo?
Anche tu Dio sei così con i tuoi figli? Gli uccidi per gelosia, vendetta o un momento di pura follia? Anche tu Dio hai un lato malvagio e uno buono come noi tutti?
Come faccio a ritrovarmi in te se in questo mondo chi si comporta bene non serve a nulla, anzi viene preso di mira dalle altre persone. Dio perché ci fai soffrire così tanto in questo mondo? Forse anche nella prossima vita sarà lo stesso?
Chissà se un giorno ti ritroverò nuovamente e magari in un bar ci facciamo quattro chiacchiere come vecchi amici. In fondo Liga ha ragione. Tu ci sei ma non hai un attimo per me e nemmeno per salvare una giovane ragazza che presto sarebbe diventata madre.
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"Che una realtà si nasconda dietro le apparenze è, tutto sommato, possibile; che il linguaggio possa esprimerla, sarebbe ridicolo sperarlo.
Perchè allora farsi carico di un'opinione piuttosto che di un'altra, perchè indietreggiare davanti al banale o all'inconcepibile, davanti al dovere di dire e di scrivere tutto e il contrario di tutto?
Un minimo di saggezza ci obbligherebbe a sostenere tutte le tesi contemporaneamente, in un eclettismo del sorriso e della distruzione."
-E.M. Cioran
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pier-carlo-universe · 21 days ago
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Il libro dell'inquietudine di Fernando Pessoa: Un viaggio introspettivo nell’anima umana. Recensione di Alessandria today
La ricerca dell'identità e l’esplorazione dell’angoscia esistenziale nelle pagine di un capolavoro letterario
La ricerca dell’identità e l’esplorazione dell’angoscia esistenziale nelle pagine di un capolavoro letterario Recensione Il libro dell’inquietudine di Fernando Pessoa è un’opera unica nel panorama letterario, in cui l’autore portoghese, attraverso il suo eteronimo Bernardo Soares, esplora le profondità dell’animo umano, del dubbio e della solitudine esistenziale. Composto da una serie di…
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decemberinparis · 10 months ago
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Della morte? Io ho più paura della vita se va avanti così.
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evadingreallife · 2 years ago
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Does anyone want to join my impromptu 2am crisi esistenziale? No? Strano. Eppure è così avvincente
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deathshallbenomore · 2 years ago
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animapunkocchidipeterpan · 4 days ago
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se è vero che la “Lotteria delle Stelle” (quindi il fato) ha dato a Rich un biglietto strappato a metà con scritto “GHA” [fonte: l'anteprima del libro di Rich sul sito della MONDADORI] che alla fine si è scoperto essere il nome di Ghali, significa che era destino che lui e Ghali si incontrassero e diventassero amici, giusto? Che erano destinati l'uno all'altro, che il loro incontro era scritto nelle stelle... e forse quando è nato Ghali contemporaneamente sul suo pianeta è nato Rich... forse sono nati insieme ed erano già predestinati ad incontrarsi ma nessuno dei due lo sapeva, anzi neanche lo immaginava... Ho sempre pensato che è incredibile che fra tanta gente Rich abbia scelto Ghali, e mi sono chiesta come sia stato possibile che abbia letto la mente di ciascuno di noi, perché siamo tantissimi su questo pianeta, e quanto tempo ci avrà messo. e mi sono anche chiesta cosa l'abbia spinto a scegliere proprio Ghali fra tanti. ci sarà al mondo un bambino come Elliott o una Madre Teresa di Calcutta 2.0, ma Rich ha scelto lui, ha scelto Ghali. ma ora ho capito: non avrebbe potuto scegliere nessun altro all'infuori di lui perché era il suo destino, il suo nome era scritto sul suo biglietto, doveva per forza essere lui.
ora mi chiedo, alla luce di tutto questo, il destino degli altri qual è? e il mio qual è? a cosa sono destinata io? e a chi? qual è il mio Makkè? (appunto, makkekkosè?🤌) il mio scopo? il mio destino? sto sprecando la mia vita? sto andando bene o male? sono nata per vivere anch'io un'avventura? mi aspetta qualcosa di bello? c'è già stata? me la sono presa? c'è ora ma non la vedo o non me ne rendo conto? il solo star qui ad accarezzare il dorso della mano di mia sorella con il pollice ascoltando cozy christmas jazz vale tutte le bellezze di questo mondo e se potessi fermare il tempo lo fermerei.
quando sono nata, da qualche parte su un altro pianeta è nato un Rich anche per me? ci incontreremo mai? me lo merito? sì? no?
ma il mio destino qual è?
credo che starò sveglia tutta la notte a farmi domande
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illsadboy · 2 years ago
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Chi sono? È difficile tenere insieme tutte queste personalità… c’è quella del lavoro dove devo sembrare una persona responsabile e affidabile, quella della famiglia che devo sembrare una persona “normale”, quella del fidanzato dove devo cercare di esprimere le mie emozioni ed essere empatico e fare “l’uomo”… poi c’è quella dove sono da solo e sono un tossico distrutto a pezzi e in depressione. Chi sono io(?)
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dominousworld · 9 months ago
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LA CRISI ESISTENZIALE DELLO STATO DI ISRAELE
LA CRISI ESISTENZIALE DELLO STATO DI ISRAELE
a cura dell’associazione internazionale SOL COSMICUS Nonostante la prospettiva sionista e la relativa retorica e propaganda che lo accompagna, questo articolo di Thomas Friedman, noto editorialista del “New York Times”, mette in luce alcuni aspetti molto importanti della grave crisi esistenziale che sta attraversando Israele. Non sono mai stato in questo Israele prima Thomas Friedman – New…
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glitteronadumpsterfire · 1 year ago
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Some love for you, stronzo <3
MA 🥹🥹🥹🥹
Thank u ale, ily 😭😭😭🩷🩷🩷
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pier-carlo-universe · 1 month ago
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Il male che non c'è di Giulia Caminito: Tra infanzia e ansia, una lotta per ritrovare sé stessi. Recensione di Alessandria today
Un romanzo che esplora le ombre della mente e il potere dell'immaginazione per affrontare il male invisibile.
Un romanzo che esplora le ombre della mente e il potere dell’immaginazione per affrontare il male invisibile. “Il male che non c’è” di Giulia Caminito è una storia che si muove tra il passato e il presente di Loris, il protagonista trentenne che, nonostante una vita apparentemente normale, lotta contro un male invisibile che lo tormenta. Il ricordo dell’infanzia passata nell’orto con il nonno…
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gnaga37 · 1 year ago
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FERMI TUTTI FERMATE IL GIOCO. FIRST NIGHTCORE SONG I'VE EVER HEARD WAS VIVI NELL'ARIA????? AND I DIDN'T EVEN KNOW???
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scogito · 3 months ago
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Cosa accade quando stai nella tribù sbagliata? Ossia quando frequenti o instauri legami con persone non allineate a te? (per allineamento intendo persone che hanno una tua simile Gioia esistenziale).
Accade che ti spegni. Punto. Anzi di solito prima ti ammali e poi ti spegni.
Non importa come, non importa in quali tempi e se combatti, non importa se la tua vitalità riesce a soddisfare tutto l'ambiente, perché tanto sarà sempre troppo risucchiata e bruciata. Non importa se credi che sia tuo dovere, se pensi di cambiare le cose, se vuoi l’onore del sacrificio e se ti convinci che è solo l'ultima volta.
Lascia perdere queste cazzate, che sono tipiche della mente e tipicamente mentono. L'unica cosa che devi fare è scollare il culo da lì; e se c'è "l'amore della tua vita" che magari è amore solo nella tua testa, vale lo stesso.
Qualsiasi condizione relazionale se ti fa reprimere, sopprimere e deprimere, è una condizione che in qualche modo il tuo corpo e la tua psiche stanno rigettando.
Bisogna comprendere che tipo di valore ha il dolore che vivi.
Mi auguro che il buonsenso sappia distinguere tra la crisi di un momento e uno stile di vita. Tra responsabilità e bisogno. Prima di non porre limiti quando si dovrebbe e arrivare al capolinea sostenendo che gli altri non si sono mai accorti te.
Il dovere di ognuno è in ogni caso mettere in pratica l'amor proprio.
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astra-zioni · 6 months ago
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Prendo una pausa dallo studio per incazzarmi fugacemente; questa roba che nel 2024 considerate gli psicofarmaci come parte di un grande piano malvagio degli psichiatri brutti e cattivi che vi vogliono sedare per rendervi “servi” del sistema è una stronzata così colossale e approssimativa che può generarla solo chi ha avuto il privilegio di non dover ricorrere ad ausili di questo tipo.
1) Non c’è alcun piano malvagio dietro perché se sono depressa in culo non riesco a cambiare o sovvertire nel mio piccolo il sistema e non mi tange neanche un conflitto mondiale che si consuma davanti ai miei occhi; viceversa, con un antidepressivo in corpo, riesco a essere più lucida, determinata e costante nei miei obiettivi e sicuramente più proattiva; ne consegue che non sono gli psicofarmaci ad inebetirmi, ma la patologia.
2) “Eh ma chi può dire cosa sia patologia o cosa no, magari tu non hai niente che non vada ma è questa società che te lo fa credere!” Sì Gianfranco sono pure d’accordo però t’assicuro che questa argomentazione sull’interrogarsi se sia nato prima l’uovo o la gallina in relazione a questioni così complesse porta a un vicolo cieco senza risoluzione da cui comunque esco depresso e comunque t’assicuro che società o meno le mie psicopatologie me le porto dietro dagli 0 anni di età, quindi facciamo che, come per tutto, la smettiamo di interrogarci in maniera inutile sulla questione e adottiamo la filosofia del “basta che funzioni”, cioè la filosofia che nella vita dovrebbe portarti a viverla, tipo, nel migliore dei modi possibili, cercando di essere un umano decente; e che se mi aiutano 10 gocce di xanax ben venga se in loro assenza e preda delle pippe mentali di cui sopra trucido dieci persone.
3) Il fatto che esistano psichiatri di merda che rifilano farmaci con dosaggi sbagliati o non imbroccano proprio la cura non rende lo psicofarmaco di per sé un problema (spoiler: ogni sostanza che ingeriamo, ogni farmaco che assumiamo, agisce sul cervello e su specifiche aree di quest’ultimo).
4) Per quanto l’introspezione e l’analisi critica della società sia fondamentale - anche - per guarire, fino a quando non mi trovate una soluzione alla depressione maggiore, al disturbo bipolare, alle varie disfunzioni chimiche cerebrali, all’insonnia e via dicendo che non siano discorsi alla Basaglia usciti però un po’ peggio continueremo a prenderci gli psicofarmaci che ci impediscono di buttarci sotto un treno davanti i vostri occhi.
5) Nelle tribù, per dirne una, dalla notte dei tempi si utilizzano sostanze psicotrope perché l’essere umano evidentemente ne sente l’esigenza pure quando vive in mezzo alla giungla e si gratta il sedere dalla mattina alla sera senza che ci siano questioni capitalistiche di mezzo, quindi figurati se io che vivo una vita di merda tra lo smog, la freneticità, le crisi mondiali, i conflitti, le disparità sociali e la precarietà esistenziale non devo assumere il Valium, ma va là.
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abr · 6 months ago
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 (I)n Italia (...) il fenomeno Fleximan sta mettendo in crisi le casse dei Sindaci del nord Italia. I giornalisti ci dicono che saranno dispiegate centinaia di pattuglie e che saranno usate tutte le risorse a disposizione della macchina statale: videosorveglianza, analisi dei dati del targa system e task-force di investigatori.
Purtroppo per loro, non basteranno tutte le pattuglie e risorse del mondo. Ormai dovrebbero aver capito che Fleximan non esiste. O meglio: esistono diverse persone che agiscono spinte dall’idea che i giornalisti chiamano Fleximan.
L’autovelox è l'oggetto prescelto su cui sfogare, in modo violento e istintivo, una frustrazione che scaturisce da una necessità esistenziale che inizia a farsi spazio tra le persone, e non solo in Italia. Le stesse frustrazioni sono condivise dai Blade Runner londinesi; il braccio armato (di flessibile) e anonimo di un vero e proprio movimento che si chiama Action Against ULEZ (Ultra Low Emission Zones).
Il canovaccio è lo stesso di Fleximan, anche se l’oggetto-simbolo è leggermente diverso: in Italia l’autovelox; a Londra la telecamera ZTL. Soggiogate da centinaia di telecamere, oggi più di 60.000 persone sono costrette a pagare £12.50 al giorno per il privilegio transitare nella loro stessa città. Sembra però che il movimento Anti-ULEZ conti ormai un seguito di più di 35.000 persone, cioè quasi la metà di tutti coloro che ogni giorno subiscono le angherie di questa nuova forma di tecnocrazia.(...)
Fleximan, i Blade Runner e perfino i Texani vogliono la stessa cosa, anche se ancora non lo sanno. Tutti loro vogliono riappropriarsi dei territori e al tempo stesso negare l’autorità di politici e governi nazionali e sovranazionali che rispondono a tiranniche logiche globaliste sempre più distanti dalle vite delle persone.
via https://www.privacychronicles.it/p/da-fleximan-al-ritorno-delle-citta
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