#soggettivo
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Siamo tutti vittime e carnefici, dipende dal punto di vista di chi guarda. Siamo tutti estremamente sinceri per certe cose, e così falsi per altre. Così vulnerabili e forti, andiamo avanti con le nostre ferite, chiedendo solo che non vengano toccate. È tutto così controverso e mutabile che mi incasina la testa, i pensieri; ma riesce anche a farmi credere che se la vita è così, forse ogni scelta ha un peso più leggero. Forse alla fine è davvero l'animo con cui si fanno certe cose a determinare che tipo di persone siamo.
#controverso#umano#mutare#instabile#oggettivo#soggettivo#punti di vista#indecisione#trabballante#opinione#pensisri#pensieri#responsabilita#scelte#futuro#cattivo#buono#gentile#stronzo#amore#lui#dolore#lei#paura#vita#morte#piangere#assenza#ferite#forte
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Della morte? Io ho più paura della vita se va avanti così.
#citazione#mia#pensiero#soggettivo#frase#depression3#morte#vita#psicologia#salute mentale#ispirazione#comprensione#ansia#mal di vita#crisi esistenziale#saggezza#depersonalizzazione#derealizzazione#ansia sociale#italiano
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annoying thing about your post getting out of the mutual&adjacents bubble is that ppl will start adding caveats to statements you've made and at that point they could have made their own goddamn post couldn't them cowboys?
#.text#ma diocane ame se dico che l'accuratezza storica non deve essere un parametro per valutare la qualità cosa mi state ad aggiungere che#actually il parametro è il LORO gusto soggettivo cioè ame fatevi il vostro minchia di post a sto punto aooooo#okay im fine again
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No davvero, io capisco che Lucia sia bellissima, ma dire che è la più bella del mondo è assurdo secondo me, è banalissima ahahahah
Vabbè ma vai a trovarla una naturale, mai passata da un chirurgo con una faccia e un corpo come quello che ha, sopratutto se guardi il mondo del calcio. La gente può anche pensarlo, non solo su Twitter ma sotto tutti i video su tiktok che mette il brand la considerano perfetta, perché solo lei e non le altre modelle? Poi la più bella del mondo è esagerato, esiste margot robbie e in realtà non esiste una più bella del mondo 😂
No scusate lei è la più bella del mondo
#posta#comunque è tutto soggettivo#oggettivamente siamo tutti belli ma soggettivamente le cose cambiano
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"L'erotismo è soggettivo... c'è chi lo preferisce esplicito... e chi invece lo preferisce nascosto nei piccoli gesti."
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Riguardo al pretty privilege sono d'accordo con te. Mi sono sempre chiesto anche io se le interazioni con le altre persone fossero influenzate dalla mia bellezza (o non-bellezza) e parlo di colloqui di lavoro, esami orali all'università, la gentilezza della tipa alle poste e infinite altre situazioni. Non mi trovo d'accordo però con chi dice che chi cerca un contatto qui lo fa solo con secondi fini, o meglio, chi è malizioso qui con te lo è con chiunque condivida contenuti sessuali o provocatori. Se (per citare) condividi la foto di mezza mutandina, riceverai le attenzioni dei "predatori" indipendentemente dal fatto che tu sia convenzionalmente attraente o meno. Non conta quanto tu sia bella, meno bella, magra, meno magra, giovane, meno giovane. Nel tuo caso - e parlo per me - il fatto di essere bella e di dimostrare di riuscire a sostenere (ed elevare) una conversazione intelligente, suscita un interesse che va oltre alla malizia. Per me e per molti è eccitante parlare con una ragazza intelligente, bella e educata. Anche se non si parla del colore delle tue mutandine, della tua ultima fantasia erotica o della tua collezione di sex toys. Fine.
concordo che un atteggiamento provocatorio, appunto, prima o poi provocherà qualcuno, indipendentemente dalla forma di chi provoca. perché la forma è oggettiva ma la sua percezione è soggettiva, e le ragioni di attrazione sono tante e diverse per ogni individuo. quindi qualsiasi elemento ti componga, oggettivamente bello, meno bello, alto, basso, magro, non magro, se provochi, qualcuno sarà attratto dalla tua formula. come ho detto, la chimica, per essere tale, ha bisogno di più elementi. uno di questi elementi può essere anche la capacità argomentativa, onestamente indebolisce anche me come te. e può essere più o meno rilevante. per me, la sfera intellettuale è un elemento di attrazione molto forte, bada bene non parlo di intelligenti o meno (che tra l'altro per me l'intelligenza è un concetto talmente vasto che esclude e allo stesso tempo tocca chiunque su infiniti fronti), parlo di un certo spessore in base alla percezione del mio tatto, della mia sensibilità. però trovo molto vero, che tanti, si concedano occasione di scoprire la sfera intellettuale soltanto nei confronti di chi la custodisca in una bella confezione. infatti, anche nella tua composizione chimica, includi la bellezza trovando eccitante confrontarti con "una ragazza intelligente, bella e educata". è soggettivo, c'è chi nella propria composizione include altri elementi, chi esclude questi, chi ne salva soltanto una parte, chi ne ha totalmente di diversi. fortunatamente, così, c'è trippa per ogni gatto :)
ti ringrazio per i complimenti un po' indiretti<3
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Mi dicono anche che ero bella da ragazza ma io non me ne sono mai accorta. Ecco, forse sono stata felice ma non me ne sono accorta. Forse è stato un godimento oggettivo, quello della mia bella giovinezza, ma non soggettivo. Non c'ero e dunque non ho vissuto. A volte si vivono intere vite senza esserci.
Patrizia Cavalli
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Iniziate cercando di cogliere la bellezza interiormente e la vedrete anche all’esterno, perché il mondo esteriore, oggettivo, altro non è che un riflesso del vostro mondo interiore, del vostro mondo soggettivo. Che si tratti della bellezza, dell’amore o della saggezza, è quasi inutile cercarli all’esterno se non avete cominciato a scoprirli in voi. Omraam Michaël Aïvanhov art by_pathfinder40 ********************** Start by trying to see beauty within and you will see it outside, because the external, objective world is nothing but a reflection of your internal world, your subjective world. Whether it is beauty, love or wisdom, it is almost useless to look for them outside if you have not begun to discover them within yourself. Omraam Michaël Aïvanhov art by_pathfinder40
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L'INCOMPRENSIONE RECIPROCA
G. I. Gurdjieff diceva: "Prima di discutere con qualcuno occorre realizzare fino a che punto quella persona può capire le nostre parole. Il parlare nonostante l'impossibilità di essere compresi dall'altro è sempre una perdita di tempo e di energia. Chi è consapevole, parla solo quando è certo che chi ascolta è in grado di comprendere."
La malcomprensione è la regola tra gli esseri umani. Dalla più piccola lite alla guerra in larga scala. Perché? perché ogni parola assume per ognuno di noi un significato diverso a seconda del proprio vissuto e sopratutto dal livello di coscienza soggettivo. Ecco perché non comprendersi, tra le persone, e' la norma.
Se credete che ogni essere umano debba comprendere le vostre parole o quelle dei Maestri, come arrivano a voi, vi illudete. L'illusione è un fenomeno mentale che ci allontana dalla realtà e dalla sua complessità. La vita segue una sua "logica" che va oltre il nostro concetto di "giusto" e "sbagliato". La vita non è morale e nemmeno immorale ma amorale.
Le nostre credenze sulla realtà non sono la realta' "oggettiva" ma una sua rappresentazione interna delle nostre credenze. Una credenza è un costrutto mentale inserito nella nostra mente dall'esterno. Noi entriamo in conflitto per le credenze che sono spesso più idee che esperienze.
Una persona che, per esempio, non ha mai vissuto l'esperienza dell'amore incondizionato o del perdono potrà parlarne sul piano analitico ma non può sapere di cosa parla se non è passato per quella esperienza. Lo stesso vale per la sessualità, la malattia e il lutto. Come può un prete parlare di sesso senza averlo provato? Come può un terapeuta curare un depresso senza aver mai esperito una depressione?
Esperire vuol dire morire a se stessi… passare attraverso l'esperienza… per andare oltre la logica razionale. Per crescere bisogna morire alle proprie credenze.
Non credete a nessuno, neanche alle parole dei cosiddetti "Maestri" o a quelle che, secondo voi, sono le autorità o si proclamano tali. Non credere neanche a te stesso ma credi solo all'esperienza… nessuno può dirti cosa è giusto o sbagliato e tu non puoi dire a nessuno cosa è giusto o sbagliato.
Decidi cosa è "giusto" o "sbagliato" per te attraverso l'esperienza e prenditi la responsabilità della tua vita ma ricorda che nessuno potrà comprenderti veramente perché siamo sempre soli nella nostra esperienza.
Le parole sono il mezzo con cui comunichiamo anche se ci scontriamo perché utilizziamo termini diversi, secondo noi oggettivi, per dire a volte la stessa cosa. Quello umano è un mondo intersoggettivo e la relazione si basa proprio sulla negoziazione del significato delle parole. E' nella relazione che si costruiscono i significati. Ma la relazione non è fatta solo di parole, anzi le parole spesso ci allontanano.
Le parole dette senza coscienza feriscono, uccidono.
Funzioniamo così: "io ho ragione, secondo i miei schemi mentali, mentre l'altro ha torto perché ha schemi mentali diversi dai miei". Questo fenomeno è amplificato sui social dove ci si irrita, si giudica, si offende l'altro per imporre la propria visione del mondo.
L'Arte, per esempio, nasce all'anima perché usa il linguaggio simbolico che è universale e arriva direttamente al cuore… quella che viene definito "Centro Emotivo Superiore" da Gurdjieff. Senza una comunicazione da cuore a cuore gli esseri umani sono impossibilitati a comunicare.
Dovremmo imparare il valore del silenzio, non per presunzione, ma perché è necessario capire se quello che voglio dire l'altro possa capirlo veramente oppure no.
Ho speso tanto tempo e fiato con persone che pensavo potessero e dovessero capirmi e ho compreso che a sbagliare ero io. Non puoi parlare a chi è sordo e non puoi mostrare il tuo mondo interiore a chi è cieco. Non puoi pretendere che l'altro ti capisca… perché l'altro non è te. L'altro è diverso da te. L'altro non è dentro di te.
Le donne vorrebbero che gli uomini le capissero… gli uomini che le donne li capissero… gli islamici che i cristiani li capissero… i cristiani che gli islamici li capissero… i buddhisti che gli islamici li capissero… è sempre stato così ma niente è mai cambiato.
Chi ha deciso di "svegliarsi" e compiere un lavoro su di sé è pronto per cogliere la verità a seconda dell'impegno che mette nel conoscersi. La Verità non si ottiene volendo avere ragione a tutti i costi e urlandola agi altri ma ascoltando più i silenzi che le parole. Nel silenzio in cui Dio stesso si esprime.
Tiziano Cerulli
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"Il gusto è soggettivo...
La qualità no...
Mai."
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Questo video vale per quattro.
- Il principio spiega l'importanza delle scelte individuali.
- Una parte mostra gli effetti delle azioni giuste.
- Un'altra suggerisce che se non si vedono gli effetti difficilmente si creano azioni giuste progressive e continuative, (e magari invece di chiedersi come correggersi, si smette anche di tentare).
- La quarta indica che chi compie azioni giuste solo per ottenere qualcosa in cambio, sta ragionando in termini di premialità, e chi vive dentro queste dinamiche non ragiona affatto.
C'è tuttavia un bonus di causa-effetto per il quale chi non ragiona imita la maggioranza, dunque se la maggioranza ragiona si attiva un circolo virtuoso.
La fregatura è che la maggioranza non lo fa mai. Da qui si capisce che a fare la differenza sono le scelte individuali, svolte nel discernimento quotidiano delle giuste azioni e per l'espansione del benessere soggettivo e collettivo.
Solo da qui si genera un'altra massa capace di depotenziare la preesistente.
#zombie#società#società malata#svegliatevi#aprite gli occhi#sistema#manipolazioni#verità#maggioranza#schiavi#responsabilità#discernimento#giustizia#natura#bellezza#premialità#video#virtù#vizi#esempi
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Buoni Propositi
Il far progetti e il formar propositi porta con sé molti buoni sentimenti; chi avesse la forza di essere per tutta la sua vita nient’altro che un fabbricatore di progetti, sarebbe un uomo molto felice.
Friedrich Nietzsche
Auguro il rispetto delle proprie opinioni (che ricordo è l'interpretazione di un fatto o la formulazione di un giudizio in corrispondenza di un criterio soggettivo e personale) sapendo che devono essere punto di confronto e non di dileggio; auguro che si perda un po' questo cinismo macabro su ogni cosa; auguro meno autodiagnosi e che le liste d'attesa per averne di una qualificata diminuiscano; auguro più passeggiate, più risate, più cibi buoni; auguro letture che spingano a cercare tutti gli altri libri che la compongono; auguro la visione di quadri che si sognava di vedere, di mare che si sognava di nuotare, di cieli che si sognavano di fantasticare; auguro progetti, sogni, prospettive; auguro di bere bene, mai troppo, e meglio; auguro meno sarcasmo e più ironia (anche autoironia); più = che >>> o <<<; auguro più buone notizie; auguro più foto di fiori che di bimbi bombardati; auguro conferenze di pace; auguro laicità e che si capisca davvero che voglia dire; auguro di trovare un palloncino rosso legato ad un braccio tatuato; auguro di scrivere una commedia che faccia riflettere; auguro di ritornare a casa dal lavoro sempre, e mai del tutto esauriti; auguro carezze e poesie e non più le domande con le X; auguro che sempre meno si sentano a disagio tornando a casa da sole; auguro che un concerto leggendario non costi più come una settimana di vacanza al mare; auguro che ci si ricordi che promettere è importante e non solo robe da campagne elettorali; auguro più maturità e meno vittimismo; auguro di stare bene che per stare male c'è sempre tempo dopo.
Mi auguro che questo rimanga quello strano posto dove si ride, si discute, si scambiano idee, si è in imbarazzo ad aprirlo in pubblico quando non si è soli. Un posto dove continuo a stare bene, dove ho imparato a voler bene a tante persone, dove mi piace stare.
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schegge da un pomeriggio d'ordinaria follia
Romeo caracolla verso il banco, in tenuta da calcetto. Controllo il diario: compito di italiano: leggere pagina 6, trasformare il testo descrittivo soggettivo in oggettivo, per poi illustrarlo con un disegno. Guardo il testo: L’elefante. “L’elefante è uno degli esseri viventi più grandi al mondo. Possiede due zanne di 3 metri e una proboscide con cui attacca, se minacciato, e si procura cibo e acqua. Vive prevalentemente in Africa e Asia...” Il testo è già oggettivo. Cosa accidenti devo fare? Scrivo alla madre. Romeo mi guarda, sperso: “Intanto lascia una pagina e fai il disegno” dico “Sai disegnare un elefante?” “Sì, ma alle 4 e mezza me ne devo andare”.
Nel frattempo corro a segnare i compiti di Paolo, gentilmente offerti dal registro elettronico inviatogli da sua madre: compito di aritmetica: pag. 172, es. 160-163-165. Apriamo il libro a pag. 172: il nulla. Paolo gioisce entusiasta, “Forse è giusto così, non bisogna fare niente, mi sa”, cerco di tenermi calmo, la prof ha sbagliato chiaramente pagina. Scrivo alla madre. Indico il problema, chiedo ragguagli. Invito Paolo a svolgere la materia successiva. Jacopo mi chiama a gran voce: “Giuseppe, il bagno è allagato, qualcuno ha fatto pipì per terra!” Non ho tempo d'andare a controllare, perciò lo invito momentaneamente a scansarla. Si mette a ridere e continua: “Sai che somigli a Daniele? Siete fratelli!” Daniele per tutta risposta lo guarda e fa: “Magari Giuseppe fosse mio fratello!” poi fissa mio padre e aggiunge: “E Andrea è mio nonno”. Mio padre gongola felice e in un certo senso lo sono anch’io, se il mio lavoro ha il potere di compensarlo dei nipoti che non ha. “Qui siamo tutti fratelli” conclude Jacopo “e Giuseppe è nostro padre”. Prossimo alla commozione, li invito piuttosto a sbrigarsi. Controllo il telefono, la mamma di Romeo ha risposto: “Dicono che il testo è soggettivo e devono trasformarlo in oggettivo”, “Ma non è vero!” m’incazzo, “Faglielo fare come credi. Non so che dirti”. Getto via il telefono. Sono seriamente tentato di bruciare il libro. Che faccio? Romeo sta disegnando ancora l’elefante. È un elefante bello grosso, quindi ho ancora un po’ di tempo. Ma devo pensare a una soluzione, e in fretta. Nel frattempo entra Melissa, secondo superiore: “Domani ho il compito di letteratura sui Promessi Sposi” vorrei uccidermi “E tu ti ricordi il giorno prima? Sono due settimane che ti ripeto di cominciare a prepararti per il compito. Sai che dobbiamo studiare oltre 30 pagine, vero? Come pretendi di poter fare tutto in un giorno?” Mi guarda sconsolata “Comincia a fare le mappe, mo vengo e vediamo insieme”. Una voce fuori campo grida: “Giuseppe alle 5 meno un quarto me ne devo andare!”. Fingo di non sentire e corro da Paolo. La madre ha finalmente risposto: “È giusto così”. Ma come può essere giusto così? La chiamo. Ribadisco il problema, non capisce, “Ok, non farglielo fare”. Paolo gioisce al settimo cielo. Su tutte le furie, lo minaccio di dargli dei compiti extra se non la smette. Volo da Romeo, ha finito l’elefante, devo farmi venire un accidenti d’idea. Trasformarlo da oggettivo in soggettivo è impossibile, dovrebbe aggiungere delle considerazioni personali, farlo proprio, non voglio spingerlo a sbagliare, data la consegna, in più non c’è più tempo, così gli dico: “Ok, lo vuole oggettivo? Lo facciamo oggettivissimo”. Ricopiamo il testo, estromettendo avverbi e aggettivi, rendendolo così ancor più neutro e scientifico. “Giuseppe tra mezz’ora me ne devo andare!” Mi precipito da Melissa. La professoressa ha stabilito uno schema base per indicare i punti che vorrebbe veder analizzati nel commento del primo e del secondo capitolo dei Promessi Sposi il giorno dopo: biografia dell’autore, cenni storici, analisi del periodo, influenze e ispirazioni, commento al primo capitolo, commento al secondo capitolo. Melissa mi mostra le mappe: “Vanno bene così?” ha appena iniziato la biografia di Manzoni, sarà un lunghissimo pomeriggio. Giankarol intanto langue addormentato, “Giankarol studia scienze” “No” risponde “Non ho il libro”, “Usa quello della compagna”, “NO, non mi va” e si rimette a dormire, “Giankarol, guarda che chiamo tua madre! Studia scienze e non farmi arrabbiare!” “No” sussurra riaddormentandosi, mentre m’allontano. “Giuseppe tra dieci minuti me ne devo andare!”
Squilla il telefono, è la mamma di Paolo. “Giuseppe, avevi ragione, la professoressa ha sbagliato, era pagina 138, grazie”, Paolo smette di ridere e comincia a piangere disperato, dimenandosi matto sulla sedia. Chiedo ad una delle mie dipendenti di metter fine alle sue pene, mentre Giankarol persiste a dormire. “Giankarol, fai scienze”, “No”. Loris mi saluta zaino in spalle: “Giuseppe, ho finito, me ne devo andare” “Ma non ti ho ancora corretto!” “Mio padre mi sta aspettando, è già fuori!”. Bestemmiando, lo costringo a togliersi lo zaino e a farmi vedere i compiti. Lo spedisco fuori a calci e corro da Melissa, in lacrime: “È troppo… ho mal di testa, non ce la faccio”, mi siedo accanto a lei e sottolineo le informazioni essenziali al posto suo, la sprono a continuare. Ha finito la biografia, siamo alle influenze. Il romanzo storico, Walter Scott. So già come andrà a finire, ma non voglio dirlo. Bisogna fare le maledettissime mappe, dopodiché studiarle ed elaborarle infine in un discorso organico (cosa che in secondo superiore non è ancora in grado di fare), creando una bozza di commento, una simulazione di prova. La vedo nera. “Giuseppe alle 5 e mezza me ne devo andare!” Giankarol intanto sogna. All’ennesimo rifiuto, chiamo la madre. Sta arrivando, dice. Il doposcuola si svuota, m'accorgo che Melissa è allo stremo, sono già le sei, non ce la farà. M’avvicino a lei, ha smesso già da un po' di lavorare e, preso esempio da Giankarol, s’è lasciata andare sul banco, atrocemente afflitta. “Chiama mamma” le dico “le devo parlare”. Intanto arriva la mamma di Giankarol. Lo grida un po’, lo redarguisce, fanno teatro, lei lo prega, lui le sibila parole d’odio alle spalle, soddisfatta se ne va. Mentre assisto al bieco spettacolo, la mamma di Melissa chiede spiegazioni al telefono: “Allora domani non la mando a scuola…” Non so che dirle. Per me è un enorme fallimento. Mi siedo accanto a Melissa e le faccio un veemente discorso sul reagire e tramutare la rabbia e le emozioni negative in determinazione e voglia di rivalsa. Se ne va, guardandomi sconsolata. Il compito dovrà comunque farlo, se non quel giorno, un altro ancora. L’appuntamento con Manzoni è solo rimandato, ma almeno avremo tempo per prepararlo con più calma. Giankarol dorme ancora. Mi siedo con lui e lo prego di studiare. Cerco di convincerlo in ogni modo, ma non m’ascolta. Odia la prof di scienze e tutto ciò che ad essa è collegato. “Io non voglio fare lo scienziato” dice “non me ne frega niente”. Non so che fare. Lo supplico, come se ne andasse della mia stessa vita e mi domando se forse non dovrei essere io stesso a instillargli quella voglia che gli manca, inventarmi qualcosa, la differenza fra un bravo maestro ed uno mediocre. Finisce con lui sonnecchiante ed io a ripetergli asmr le varie tipologie di tessuto: epiteliale, connettivo, muscolare e nervoso, sperando entrino in lui per via inconscia. Buonanotte Giankarol, e fai bei sogni.
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Ho ripreso a leggere dopo un periodo di aridità psichica abbastanza prolungato, e dire che sento di nuovo di avere un senso della vita, anche se tutto mio e soggettivo, è riduttivo rispetto a ciò che sto provando
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