#mal di vita
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decemberinparis · 10 months ago
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Della morte? Io ho più paura della vita se va avanti così.
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sinestetica-mente · 20 days ago
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Spiragli di colore,reparto di neuropsichiatria infantile.
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frammenti--di--cuore · 3 months ago
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è ritornato quel periodo in cui non riesco a dormire e nemmeno a svegliarmi. sarebbe bello non esistere per un po', solo per un po'.
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formeriflesse · 1 year ago
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Perché desidero che mi succeda qualcosa di spiacevole? Qualcosa che renda inequivocabile e innegabile la mia sofferenza. Qualcosa di tangibile e visibile.
Ho davvero bisogno dell’approvazione altrui per stare male?
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deathshallbenomore · 2 years ago
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medicomunicare · 3 months ago
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Farmaci per l'emicrania: fermano davvero l'attacco se assunti ai primi sintomi?
Emicrania: una panoramica breve L’emicrania è un disturbo neurologico complesso caratterizzato da attacchi ricorrenti di cefalea intensa e debilitante, spesso unilaterale. Gli attacchi di emicrania possono durare da poche ore a diversi giorni e sono spesso accompagnati da sintomi quali nausea, vomito e ipersensibilità a luce, suoni e odori. L’emicrania è una delle forme più comuni e debilitanti…
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apropositodime · 2 months ago
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Sono qui ad aspettare la dottoressa.
Figuriamoci se arriva in orario. In teoria sono la prima, a meno che quello che è arrivato dopo non abbia l'appuntamento.
Ma poco importa, pensavo peggio.
Ho avuto:
Febbre
Mal di gola
Mal di teata
Nausea
Mal di stomaco
Questi fastidi intestinali però, sono la cosa che mi preoccupa di più.
Va be, mi farò dare qualcosa e poi farò gli esami del sangue, che è mezza vita che non faccio.
Sono sicuramente stressata, di brutto anche.
Il lavoro mi prosciuga.
Ma non è nemmeno quello, è quello che gira intorno che mi sta ammazzando.
Quindi la diagnosi giusta sarebbe:
"prima di diagnosticarti qualsiasi malattia, assicurati di non essere circondata da stronzi"
Una cit. diceva poi o meno così.
Ecco, adesso mi dia la cura.
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fuoridalcloro · 3 months ago
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"Era una credenza comune che la solitudine portasse al bisogno di compagnia. Lupo al contrario era convinto che la solitudine richiamasse altra solitudine. Chi sin da bambino è abituato a mangiare da solo, non si troverà mai a suo agio condividendo una tavola con altri; chi ha conosciuto per lungo tempo una casa vuota mal si adatterà alla convivenza; chi guida per conto proprio sarà scontento nel trasportare un passeggero. Non c’era amore che reggesse. Non si trattava di sognare la venuta di una persona speciale in grado di far apprezzare, perfino anelare la condivisione della propria vita; la solitudine, semplicemente, era più forte dell’amore."
Rebecca Panei - Il colore della neve
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occhietti · 5 months ago
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Un bambino risponde grazie perché ha sentito che è il tuo modo di replicare a una gentilezza, non perché gli insegni a dirlo.
Un bambino si muove sicuro nello spazio quando è consapevole che tu non lo trattieni, ma che sei lì nel caso in cui lui abbia bisogno di te.
Un bambino quando si fa male piange molto di più se percepisce la tua paura.
Un bambino è un essere pensante, pieno di dignità, di orgoglio, di desiderio di autonomia. Non sostituirti a lui. Ricorda che la sua implicita richiesta è: aiutami a fare da solo.
Quando un bambino cade correndo e tu gli avevi appena detto di muoversi piano su quel terreno scivoloso, ha comunque bisogno di essere abbracciato e rassicurato; punirlo è un gesto crudele. Purtroppo sono molte le madri che infieriscono in quei momenti. Avrai modo, più tardi, di spiegargli l’importanza del darti ascolto, soprattutto in situazioni che possono diventare pericolose. Lui capirà.
Un bambino non apre un libro perché riceve un’imposizione (quello è il modo più efficace per fargli detestare la letteratura), ma perché è spinto dalla curiosità di capire cosa ci sia di tanto meraviglioso nell’oggetto che voi tenete sempre in mano con quell’aria soddisfatta.
Un bambino crede nelle fate se ci credi anche tu.
Un bambino ha fiducia nell’amore quando cresce in un esempio di amore, anche se la coppia con cui vive non è quella dei suoi genitori. L’ipocrisia dello stare insieme per i figli alleva esseri umani terrorizzati dai sentimenti.
Non sono nervosa, sei tu che mi rendi così, è una frase da non dire…
Un bambino sempre attivo è nella maggior parte dei casi un bambino pieno di energia che deve trovare uno sfogo, non è un paziente da curare con dei farmaci. Provate a portarlo il più possibile nella natura.
Un bambino troppo pulito non è un bambino felice. La terra, il fango, la sabbia, le pozzanghere, gli animali, la neve sono tutti elementi con cui lui vuole e deve entrare in contatto.
Un bambino che si veste da solo abbinando il rosso, l’azzurro e il giallo non è mal vestito, ma è un bambino che sceglie secondo i propri gusti.
Un bambino pone sempre tante domande. Ricorda che le tue parole sono davvero importanti. Meglio un questo non lo so se davvero non sai rispondere; quando ti arrampichi lui lo capisce e ti trova anche un po’ ridicola.
Inutile indossare un sorriso sul volto per celare la malinconia, il bambino percepisce il dolore. Lo legge attraverso la sua lente sensibile, nella luce velata dei tuoi occhi. Quando gli arrivano segnali contrastanti, resta confuso, spaventato. Spiegagli perché sei triste. Lui è dalla tua parte.
Un bambino merita sempre la verità, anche quando è difficile. Vale la pena trovare il modo giusto per raccontare con delicatezza quello che accade utilizzando un linguaggio che lui possa comprendere.
Quando la vita è complicata il bambino lo percepisce, e ha un gran bisogno di sentirsi dire che non è colpa sua.
Il bambino adora la confidenza, ma vuole una madre, non un’amica.
Un bambino è il più potente miracolo che possiamo ricevere in dono.
Onoriamolo con cura.
- Giorgio Gaber
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ross-nekochan · 4 months ago
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Ieri sono andata di nuovo dalla mia amica giapponese.
Sono arrivata da lei nel pomeriggio di sabato e siamo andate insieme al 銭湯 (sentō), ossia i bagni pubblici giapponesi. Questa volta mi ha fatto meno effetto ma è sempre in qualche modo liberatorio essere letteralmente nuda assieme a tanta altra gente nella tua condizione. Ci si guarda però non c'è troppo giudizio, perché ci sono così tanti corpi diversi che il giudizio sembra perdere di senso.
Dopo essere stata a rilassarmi nella vasca super calda con le turbe idromassaggio (che relax madonna), la mia amica mi ha proposto di immergermi nella vasca fredda:"Vedrai che bella sensazione!". Io inizialmente le dicevo che avrei voluto evitare perché non mi sembrava troppo sensato far fare uno sbalzo di temperatura così forte al corpo; in più conosco la mia polla (ossia me stessa). Alla fine però mi sono lasciata convincere e l'ho fatto: Mix perfetto per un cazzo di capogiro che così forte penso di non averlo mai avuto nella mia vita. Fortuna che è passato dopo qualche minuto e quindi vabbè tutto a posto.
Poi mi chiede del lavoro e del perché ho cambiato: le spiego che ho il doppio delle ferie di prima e mi fa:"Vabbe ma 20 giorni di ferie sono normali no?". È la seconda volta che me lo ha detto e io ogni volta le dico, no, la normalità in Giappone è 10 e mi stupisce sempre che lei, giapponese, anche se anziana, viva così fuori dal mondo e mi rendo conto che chi lavora nella scuola pubblica è privilegiato non solo in Italia, ma pure qui.
A cena abbiamo mangiato 冷やし中華 (hiyashi chūka - foto 1) ovvero noodles freddi cinesi con verdure e carne e una salsa fatta di salsa di soia, aceto, zenzero e sesamo. Poi aveva preso anche dei salamini francesi: buoni, ma peccato fossero letteralmente dolci - poco sale e pochissimo pepe rispetto ai nostri. Da bere una lattina di birra e del vino bianco (scarso).
La notte un inferno: mi sono svegliata forse alle 4/5 con una nausea e un mal di testa fortissimo. Ho temporeggiato girandomi da un lato all'altro per ore e ore, svegliandomi e riaddormentandomi di continuo, finché non ho sentito la mia amica sveglia. Mi sono alzata e le ho detto:"Yuki che guaio, mi viene da vomitare...", mentre lei mi suggeriva di tornare a dormire, ho preso un sorso di acqua... tempo 2 sec e sono corsa al bagno a vomitare. La causa penso sia stata il fatto che sono stata troppo indulgente col vino, che secondo me era pure di scarsa qualità.
Sono tornata a dormire finché non era ora di pranzo, intorno alle 12.
Questa volta però non siamo andate a pranzo dai suoi genitori, ma la mia amica ha organizzato un pranzo a casa sua in cui ha invitato: la sua insegnante di italiano (che è di Salerno e io, quando l'ho saputo, le ho chiesto di presentarmela), suo marito giapponese, un suo compagno di classe (che frequenta la stessa insegnante), la moglie e una sua collega molto giovane che insegna inglese nella stessa scuola media dove insegna anche lei.
L'insegnante di italiano è simpatica, però è la tipica signora italiana con un carattere forte che sta sempre in mezzo a fare le cose al posto degli altri, un po' ignorante e banale (che cazzo mi vieni a dire a fare: che palle D'Annunzio, che palle Manzoni, che palle tutti - dì che non ti piace la letteratura senza fare sceneggiate, no?), insomma, tipica signora italiana. Però ha preparato la parmigiana di melanzane quindi un po' la perdono ahahah.
Il marito invece super tranquillo e straeuridito: prima della pensione era un professore di storia romana e ha vissuto in Italia per svariati anni. Conosce un sacco di aneddoti italiani che manco io sapevo (tipo sul palio di Siena, su Matera etc) ed è il tipo che una volta che parte non lo fermi più. Non ricordo come se n'è uscito con questo argomento, ma dopo aver detto che c'era stato un momento in cui era senza lavoro e senza soldi e che non poteva nemmeno tornare in Giappone, ha detto anche che mentre stava facendo un lavoro prendeva uno stipendio sia in Italia che dal Giappone, nello stesso momento. Io sempre più convinta che chi ha vissuto in quegli anni ha avuto un culo della Madonna perché i soldi si buttavano come non è mai più successo (esempio plateale: mio nonno baby pensionato che ha vissuto metà della sua vita in pensione... METÀ).
Detto questo, fortunatamente sono riuscita a godermi il pranzo nonostante la vomitata.
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frammenti--di--cuore · 2 years ago
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Ripetiamo tutti insieme:
"La salute mentale viene prima di ogni fottuta cosa in questo mondo‼️‼️‼️"
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turangalila · 1 month ago
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Sigismondo D'India (1582-1629) [Le musiche: da cantarsi nel chitarrone, clauicembalo, arpa doppia, & altri stromenti da corpo : con alcune arie, con l'alfabetto per la chitarra alla spagnola : nouamente composta, & data in luce : Libro quinto (Venetia: A. Vincenti, 1623)]
— Torna il sereno Zefiro
Torna il sereno Zeffiro, / E gli augellini garruli. / De’ boschi dolci musici, / Cantando insieme, temprano / Al suon del rio che mormora, / Concordi, note armoniche. / Io sol, involto / Il tristo core. / Anzi sepolto / In trist’orrore, / Al suon del pianto intuono in tristi lai: / "Primavera per me non sara mai. //
Le nubi, d’acque gravide / Che sgorgano i diluvii, / Or tutte si ristagnano; / E i venti, che fremeano / Orgogliosi con furia, / Taciti e cheti or dormono. / Io, sospirando / Senza riposo, / E ancor versando, / Tristo e doglioso, / Nembo di pioggia, intuono in tristi lai: / "Primavera per me non sara mai." //
Ringiovenito ogni arbore / Di verde manto vestesi; / Ridenti campi e pratora / Di verde spoglia ammantansi; / E infin le grotte adornansi / Di fior vermigli e candidi. / Io sol, smarrito / Fuor di ogni usanza, / Seco e sfiorito / Di mia speranza / Il più bel verde, intuono in tristi lai: / "Primavera per me non sara mai."
— Lamento di Didone
Infelice Didone, / com’hai tu spirto e core / se’l cor da te si parte / mentre parte di te / la miglior parte? / Ahi, che sento mancarmi, / ahi, che sento gelarmi / l’anima in questo seno, / e a poco a poco, ohimè, / venirne meno. //
Enea, mia vita, / Enea, dove ten vai, / dove ten vai, crudele? / Perché sola mi lasci? / Perché da me ten fuggi? / Che ti feci, cor mio? / Perché negarmi, ohimè, / l’ultimo addio? / Non m’odi tu, mio sole? / Deh, portassero i venti / come portan le vele, / i miei lamenti! / Ahi, ch’a le mie querele / e gravi pene / rispondon per pietà / l’aure e l’arene!//
Enea, ben mio, tu sol, / tu sol, lassa, / t’induri ai prieghi, ohimè! / di chi per te si more? / Idolo mio crudel, / idol d’amore! / T’accolsi pur, ingrato! / T’accettai pur errante, / ti sovvenni disperso / e nel mio regno / ti diedi pur il cor, / l’anima in pegno. / E tu, infedel, / senza l’usata aita, / in abbandono mi lasci / e senza vita. / Deh no! volgiti, infido, / volgiti indietro, / volgi, gira ver me la prora! / e gira i lumi pria ch’il dolor / m’ancida e mi consumi. //
Enea, cor del mio seno, / ahi, tu non vedi? / Non vedi come incenerisce e langue / la misera Didone, / che versa dalle luci / un mar di sangue? / Ma, lassa, a chi parl’io? / A chi non mi risponde. / Così n’andrò tradita, / vilipesa e schernita? / No, no! Gite sotterra / mie neglette bellezze! / Cada, cada lo scettro / e la corona! / Cadan le sparte chiome, / cada il purpureo manto! / E del suo, fosco e nero, / morte pietosa, / mi ricopra e vesta, / per far scena di me / tragica e mesta. //
Ahi dolore, / ahi dolore! / Come ucciso non hai / già questo core? / E tu, cor mio, / se privo de la tua vita sei, / come sei vivo? / O de l’anima mia / spento desìo! / O mio spento consorte! / Quest’è l’onor? / Quest’è la fè? / Son queste le promesse, / o mio foco, ch’a le ceneri tue / serbar dovea? //
Errai: or vivo e moro, / e morendo e vivendo / anco t’adoro. / Ahi, che per te son io / mal accorta sorella! / Per te son giunta al fine, / per te già varco il passo, / il passo estremo / (ahi, dura sorte e ria!) / che parte l’alma / de la vita mia. //
Sù, sù, spirti d’Averno! / Venite, o furie ultrici, / a mille a mille, / venite meco a vendicar l’oltraggio! / Ma qual mi sento al petto / correr gelido, ohimè, / sudor di morte? / Ah, che mi sento / il cor dal cor diviso. / Ah, che l’ha già’l dolor / morto ed anciso! / Ahi, che finir mi sento! / Mi s’oscura la vista, / il pié vacilla. / Chi mi mantiene in vita? / Ahi, che martire! / io moro. / Ahi, chi m’aita / ne l’ultima partita? / Non più respira il fianco, / io m’abbandono, ohimè, / già cado e manco.
_ Sigismondo D'India – Madrigali E Canzonette Maria Cristina Kiehr, Concerto Soave, Jean-Marc Aymes (2003, Harmonia Mundi – HMC 901774)
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angelap3 · 7 months ago
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Nun me trattà male
Ije;
si nu juorno vecchia e stanca,
m'avvessa spurcà quanno magno,
pecchè me tremmene 'e mmane,
tu nun me guardà stuorto,
pienze quanti vvote te spurcave tu,
pe te mparà a magnà piccerillo mbraccia me.
Si 'a vicchiaja;
me fà dicere sempe e stessi ccose,
tu suppuorteme nu me trattà male,
pienze quanti ssere,
t'aggio cantato a stessa ninnanna,
pe te fà addurmmì.
Si 'e coscie me tremmano,
e nun c'a faccio a stà vicino a te a cammenà,
aspiettemi e nu sbuffà,
tu nun te scurdà,
ca ije t'aggio nmparato a cammenà,
senza maje sbuffà manco na vota.
Si mo parlo e sbaglio 'e pparole,
tu nun ridere e me nun me fa sentere na scema,
ije pe te aggio accumminciato lettera pe lettera,
pe te mparà a parlà.
Si mo aggio bisogno e te pe m'appuià nu poco,
ncoppo a spalla pe m'arrupusà,
pienze quanti vvote t'aggio purtato mbbraccio.
E mo aiuteme sulo arrivà a fine e chesta vita,
arricurdete figliu mjo,
che tu si tutto 'a vita mja,
e nun te scurddà maje e me,
pecchè ije,
aggio campato sulo pe te.
(Pupella Maggio)
Non trattarmi male
Io;
se un giorno vecchia e stanca,
mi dovessi sporcare quando mangio,
perché mi tremano le mani,
tu non mi guardare in mal modo,
pensa quante volte ti sporcavi tu,
per insegnarti a mangiare da piccolo nelle mie braccia.
Se la vecchiaia
Mi fa dire sempre le stesse cose,
tu sopportami non trattarmi male,
pensa quante sere,
ti ho cantato la stessa ninna nanna,
per farti addormentare.
Se le gambe mi tremano,
e non ce la faccio a stare vicino a te a camminare,
aspettami e non sbuffare,
tu non ti dimenticare,
che io ti ho insegnato a camminare,
senza mai sbuffare una sola volta.
Se adesso parlo e sbaglio le parole,
ti non ridere di me non farmi sentire una scema,
io per te ho iniziato lettera per lettera,
per insegnarti a parlare.
Se adesso ho bisogno di te per appoggiarmi un po’,
sulla tua spalla per riposarmi,
pensa quante volte ti ho portato in braccio.
E adesso aiutami solo ad arrivare alla fine di questa vita,
ricordati figlio mio,
che tu sei tutta la mia vita,
e non dimenticarti mai di me,
perché io,
ho vissuto solo per te.
Oggi, in memoria di Pupella Maggio, icona del teatro napoletano nata il 24 aprile 1910.
Ph. A. De Luca
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kon-igi · 1 year ago
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SENTITE DI DOVERMI QUALCOSA E VOLETE SDEBITARVI?
Esiste un posto tra Milano e Brescia
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un posto mal distinguibile se non si fa uno zoom decente con Google Maps
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no... forse un po' di più
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ecco così va meglio.
Si tratta di un piccolo paese che dal 2004 si fregia del titolo di città ed è SONCINO, un comune italiano di 7.486 abitanti della provincia di Cremona, in Lombardia.
Soncino, oltre che conosciuta per aver condiviso la sua rocca con quella del Castello di Torrechiara per alcune scene del film fantasy Ladyhawke, è famigerata per un prodotto che è il motivo di questo post e che andrò subito a illustrarvi
LE RADICI DI SONCINO
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che sono una roba assolutamente disgustosa e immangiabile per la loro amarezza, peraltro simile a molte altre radici consumate masochisticamente in parecchie regioni italiane
SENONCHÉ
un giorno a casa di @surfer-osa abbiamo mangiato una conserva in agrodolce di tali radici sfilettate à la julienne e aromatizzate all'anice, acquistata in qualche sagra e ora la missione di vita della nostra famiglia è averle per il pranzo di Natale.
Consequenzialmente, la mia missione di vita è diventata la vostra e quindi dovete assolutamente procurarmi uno o più vasetti di tale conserva affinché io sia felice e spargere nel mondo tale felicità.
Hint: era una produzione locale di cui non ricordiamo nulla e quindi introvabile sull'internet... tranne che per persone esperte e motivate come voi.
Grazie dell'eventuale gentile reblog e dei numerosi invii multipli a DOTT. KON-IGI MURASAKI c/o TABACCHERIA ROSATI DI ROSATI MARIA Via Di Case Trombi, 5 CAP 43037, Lesignano de' Bagni, Parma.
<3
P.S. Se non trovate le Radici di Soncino e mi volete spedire altri prodotti tipici delle vostre terre mica ci sputo sopra, ecco.
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chi-va-piano-arriva-dopo · 1 year ago
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“Ti diranno che dietro ogni grande uomo c'è una grande donna.
Spesso è vero.
Quel che non ti diranno è che quest'immagine contiene già l'idea di cui cercheranno di convincerti per il resto della vita: che il tuo compito di uomo sia quello di stare sempre davanti.
Non ti diranno che esistono anche uomini, grandi o piccoli che siano, che coltivano la vocazione dello stare accanto, o quella di scomparire, o altri che di donne non ne hanno mai avute e, forse, mai ne avranno. Non ti diranno che, pure dietro un grande uomo, non c'è che una vita con il suo repertorio di inadeguatezze, di dolori, di inciampi e cadute. Di solitudini e incomprensioni, di giudizi taglienti, di immaginari disattesi e aspettative mal riposte. Figuriamoci dietro un uomo piccolo e ordinario. Figuriamoci dietro uno come me. A volte dietro un uomo non c'è che un'ombra, tutto ciò che avrebbe voluto o potuto essere, e invece. Ci sono scie di rimpianti, una manciata di rimorsi, la sensazione di avere compromesso ogni cosa, di avere mancato il tempismo, di essere stato l'uomo giusto nel momento sbagliato o quello peggiore nel momento perfetto. Di avere deluso una donna o un uomo, un figlio o un genitore oppure sé stesso, continuando a ignorare quale fra queste sia la cosa davvero imperdonabile.
Quello che soprattutto non ti diranno è che a volte vinci proprio quando perdi.
Non ti diranno che ci addestrano alle vette, mentre ci sono vallate meravigliose. Ti sentirai forzato alla retorica della sfida, al culto dell'efficienza, al continuo e inappagato desiderio di un altrove, come se la vita stesse sempre da un'altra parte e mai qui, accanto a te. A vincere il mondo anzichè imparare a camminarci dentro. A sognare il cielo piuttosto che perderti in un filo d'erba.”
— Matteo Bussola, "Un buon posto in cui fermarsi".
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messaggioinbottiglia · 6 months ago
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Approdo finalmente alla vita adulta svegliandomi con un mal di schiena devastante ed emettendo suoni onomatopeici nella discesa dal letto.
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