#traumi
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come quando ero bambina e nessuno rispondeva a quello che dicevo ma diceva quello che voleva dire a basta.
come quando ero bambina, che tutte le mie emozioni erano sempre esagerate.
come quando ero bambina, che non avevo la forza di spiegarmi perché le loro urla erano più forti ed io avevo paura.
come quando ero bambina.
zoe, 16/08/24
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" «Tu, vieni con me!», intimò una guardia di sicurezza in borghese a mia madre. «Perché?». «Lo sai benissimo perché!». La trascinò per il braccio facendola sfilare lungo la coda infinita delle casse, i pantaloni di tre taglie più grandi, su cui inciampava a ripetizione per tenere il passo dell'uomo. Ci spintonò dentro a quello che sembrava più uno sgabuzzino che un ufficio. Il capo della sicurezza era già lì a darci il benvenuto, le sue lenti da vista appoggiate pigramente sulla testa grassa e pelata. «Mia mamma non ha fatto nulla. Perché ci avete portato qui?». La guardia che ci aveva trascinato nel cubicolo strappò la borsa dalle mani di mia madre. Lei oppose resistenza, ma lui la lanciò immediatamente al capo. Senza mai toglierci lo sguardo di dosso, il ciccione ne estrasse un tubetto di fondotinta già parzialmente rimosso dalla confezione di plastica. Ce lo sventolò sotto gli occhi con fare derisorio e schioccò la lingua per esprimere disapprovazione. La donna che mi aveva predicato l’onestà fino a vomitare, a quanto pare era una ladra. Peggio, aveva scelto di rubare il fondotinta più economico del negozio, neanche lontanamente vicino al suo colore, perché in Italia cosmetici per neri non esistevano. Ma i veri ladri erano loro.
Il nuovo centro commerciale aveva già risucchiato la vita delle maggiori attività indipendenti della valle. Ci erano riusciti esibendo la crème de la crème della cucina italiana: risotti scotti e patate troppo unte, verdure bagnate di sale e spruzzate di pesticidi insieme a banane più verdi delle lattughe. La rete di consegna del pane caldo fatto a mano collassò quasi subito. Per risparmiare pochi spiccioli, papà fu uno dei primi traditori a surgelare lotti di pane dal centro commerciale, per poi scongelarli giorno per giorno. Prima ci avventuravamo fino a Celadina per comprare la carne direttamente dal macellaio di fiducia, col grembiule sempre macchiato di sangue. Adesso caricavamo nel carrello polpette ibride e bistecche impanate precotte. Fu poi il turno della pizza. Quella calda e filante sfornata dal forno a legna del nostro pizzaiolo fu sostituita da quella congelata e smunta di una nota marca. E quel poco che avevamo risparmiato nell'affare del diabolico centro commerciale, lo perdevamo ogni volta che c’impilavamo mozzarella e prosciutto, nel tentativo di imbellire la pizza precotta e di renderla mangiabile. Il colosso aziendale aveva fatto piazza pulita, distruggendo quei piccoli riti quotidiani che tessevano la rete di un’intera comunità. Famiglie che facevano giornalmente avanti e indietro dalla lattaia, dal panettiere, in merceria, dal sarto, dal ciabattino. Scambiando due chiacchiere con Giulio, mentre suo figlio ci metteva una vita a tagliarti una fetta di salame. O facendo gossip con Marino, il sarto che non osava sollevare un ago prima di metterti un bel bricco di caffè sul fornello. Adesso se n’erano andati tutti, un’intera generazione di disoccupati. Le strade del centro divennero un deserto. Al loro posto, estranei monitoravano il nuovo centro commerciale attraverso telecamere di sicurezza. "
Marilena Umuhoza Delli, Negretta. Baci razzisti, Red Star Press (collana Tutte le strade), 2020. [ Libro elettronico ]
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La mia psicologa mi ha spiegato che: nelle persone che soffrono d'ansia, quando questa si manifesta come un dolore al petto o sensazione di soffocamento, solitamente è dovuta a dei traumi legati all'implorare di essere amati e al non sentirsi ascoltati. II tuo corpo registra il dolore emotivo come dolore fisico intrappolato dentro di te.
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Valutate bene le colpe che vi date.
Che spesso la colpa è dei nostri genitori .
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Traumi
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“Chi combatte contro i mostri deve guardarsi dal non diventare egli stesso un mostro. E quando guardi a lungo in un abisso, anche l'abisso ti guarda dentro.”
~Friedrich Nietzsche
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Mio nonno una sera mi disse una frase molto incoraggiante (titolo del blog, sopra la bio) in siciliano, perché gli avevo riparato l'orologio che non funzionava, poco tempo dopo se n'è andato per sempre e ancora non ho accettato la sua morte, nonostante siano passati più di 10 anni
Mio zio, suo fratello, un giorno mi disse una frase incoraggiante (pulsante delle domande) in siciliano, al momento di congedarci, poco tempo dopo se n'è andato anche lui per sempre
Tutto ciò mi emoziona e mi traumatizza ogni volta che ci penso...
#Zibaldone di pensieri#Nonno#Frasi#incoraggiamento#Incoraggiare#Incoraggiante#Sicilia#Siciliano#Trauma#Traumi#Emozioni#emozionante#Emozione
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Questo post è dedicato a tutti quelli che per un motivo o un altro hanno attacchi d'ansia di qualsiasi tipo. Quelli che hanno bisogno di sentirsi dire che andrà tutto bene, che lo sperano con tutti sé stessi.
Spero davvero per ognuno di noi che sarà così. Che andrà meglio di come speriamo!
Vi sono vicina, non siete soli. 🫂
Clicca il cuore per un abbraccio ❤️
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Non puoi sapere i traumi degli altri, quindi, sii gentile.
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Trattami come una persona che ha paura sempre, di tutto. Perché è costantemente così.
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Andiamo avanti portandoci dietro i nostri traumi
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“ La Cia odiava i Kennedy e manovrava per affrancarsi definitivamente dall’amministrazione, ma l’idea che abbia ammazzato Kennedy è stupida. E se Kennedy intendeva smantellare la Cia pezzo per pezzo come aveva promesso di fare avrebbe dovuto iniziare almeno due amministrazioni prima. Adesso era di gran lunga troppo tardi. La Cia odiava anche Hoover e a sua volta Hoover odiava i Kennedy e la gente dava per scontato che Hoover se la facesse con la mafia, ma la verità è che la mafia aveva infiniti dossier su Hoover in versione travestito – agghindato con biancheria intima femminile – e questo ha determinato un’impasse che ha bloccato la situazione per anni. Naturalmente c’è dell’altro. Ma se tu dicessi che è colpa di Bobby se hanno ammazzato suo fratello – che lui adorava – dovrei dirti che non hai tutti i torti. La Cia ha deportato Carlos nella giungla guatemalteca ed è volata via facendogli ciao con la mano. Difficile immaginare cosa avessero in mente. L’hanno lasciato lí – dove aveva un passaporto falso – e per finire il suo avvocato si è fatto vivo e insieme sono stati trasportati di peso nella giungla di El Salvador e abbandonati lí a forgiarsi una nuova vita. In mezzo alla calura, al fango e alle zanzare. In abiti di lana. Se la son fatta a piedi per una trentina di chilometri finché si sono imbattuti in un villaggio. E, Dio sia lodato, un telefono. Di ritorno a New Orleans, Carlos ha convocato una riunione alla Churchill Farms – la sua residenza agreste – e schiumava di rabbia a proposito di Bobby Kennedy. Ha guardato le persone nella stanza – mi pare che fossero in otto – e ha detto: Lo sistemo io, il bastardino. È seguito un silenzio. Tutti sapevano che la riunione era seria. Da bere sul tavolo non c’era niente fuorché acqua. Alla fine qualcuno ha detto: Perché non sistemiamo il bastardone? E questo è quanto. Non sono sicuro di capire. Se ammazzavi Bobby poi avresti dovuto vedertela con un incazzatissimo JFK. Ma se ammazzavi JFK allora suo fratello sarebbe rapidamente passato da procuratore generale degli Stati Uniti ad avvocato disoccupato. Come fai a sapere tutto questo? Giusto. Il punto è che i Kennedy non erano assolutamente in grado di afferrare l’implacabile etica di guerra dei siciliani. I Kennedy erano irlandesi e credevano che si vincesse parlando. Non si erano veramente resi conto che esisteva quest’altra cosa. Ricorrevano ad astrazioni per fare discorsi politici. La gente. La povertà. Non chiedete cosa il vostro paese bla bla bla. Non capivano che in giro c’era ancora gente che credeva davvero in cose come l’onore. Non avevano mai sentito Joe Bonanno esprimersi sull’argomento. È questo che rende il libro di Kennedy cosí improbabile. Benché in tutta onestà c’è da chiedersi se l’abbia mai anche solo letto. Io prendo il pollo grande. “
Cormac McCarthy, Il passeggero, traduzione di Maurizia Balmelli, Einaudi (Collana Supercoralli), 2023; pp. 336-337.
[Edizione originale: The Passenger, Alfred A. Knopf Inc., 2022]
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io li conosco i crateri che ho sul cuore, conosco a memoria ogni cicatrice: ognuna ha un nome e un volto inciso sopra. Conosco i momenti che hanno sancito la morte di un pezzo della mia anima; non ricordo esattamente ogni cosa di quegli attimi, ma riesco ancora a sentire addosso la sensazione di quando un pezzo di te viene accartocciato e buttato via lontano, per sempre.
Z.o.3
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zitto e bagnati...
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Mi dispiace se ti infastidisco o sono troppo ossessionato e appiccicoso, ma la verità è che sono così perché sei la prima persona che mi ha fatto sentire qualcosa dopo tanto tempo, dopo aver attraversato tutti i traumi della mia vita, ho trovato così tanta pace e conforto in te, sei l'ultimo pezzo di speranza a cui mi aggrappo, sei la mia pace.
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Dev'essere bello poter contare sulla famiglia. A me invece è toccata una famiglia disgraziata, zero amici, ed ex fidanzati con turbe psichiche, giusto per rimarcare che piove sempre sul bagnato. Così a volte mi fermo a pensare quanto dev'essere facile (nonostante tutte le difficoltà della vita) andare avanti quando si ha già un background (si insomma il pacchetto base) invece io come faccio ad andare avanti se non ho nemmeno le fondamenta apposto? Ed è per questo che non vado avanti, sono ferma da una vita nel solito punto a stare male e non ho mai combinato niente, non solo di buono ma niente di niente.
-laragazzadagliocchitristi
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