#letteratura americana contemporanea
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" Qualcuno uscí da una tavola calda e cercò di porgergli una bottiglia d’acqua. Era una donna che indossava una mascherina antipolvere e un cappellino con la visiera, e ritrasse la bottiglia e svitò il tappo e quindi gliela tese di nuovo. Lui posò la valigetta per prenderla, a malapena conscio che non stava usando il braccio sinistro, che aveva dovuto posare la valigetta prima di poter prendere la bottiglia. Tre furgoni della polizia svoltarono e si precipitarono verso downtown, a sirene spiegate. Chiuse gli occhi e bevve, e sentí l’acqua scorrergli nel corpo trascinando giú con sé polvere e fuliggine. La donna lo stava fissando. Gli disse qualcosa che lui non sentí, quindi le restituí la bottiglia e raccolse la valigetta. Il lungo sorso d’acqua gli lasciò un retrogusto di sangue. Riprese a camminare. Un carrello del supermercato giaceva immobile e vuoto. Dietro c’era una donna, girata verso di lui, con del nastro della polizia avvolto intorno alla testa e al viso, di quel nastro giallo con la scritta caution che delimita la scena di un delitto. I suoi occhi erano piccole increspature bianche nella mascherina sgargiante, e lei stringeva la maniglia del carrello e se ne stava lí, a guardare dentro il fumo.
Fece in tempo a udire il suono del secondo crollo. Attraversò Canal Street e cominciò a vedere le cose, per qualche motivo, in modo diverso. Non parevano pregnanti come al solito, le strade lastricate, i fabbricati in ghisa. C’era una qualche mancanza cruciale nelle cose intorno a lui. Erano incompiute, per cosí dire. Erano inosservate, per cosí dire. Forse era quello l’aspetto che avevano le cose quando non c’era nessuno che le vedesse. Udí il suono del secondo crollo, o lo avvertí nel tremore dell'aria, la torre nord che cadeva, uno sconcerto sommesso di voci in lontananza. La torre nord che crollava era lui. Il cielo era piú leggero, lí, e riusciva a respirare piú facilmente. C’erano altri dietro di lui, migliaia, che andavano riempiendo la media distanza, una massa prossima a formarsi, gente che fuoriusciva dal fumo. Proseguí finché non dovette fermarsi. Lo investí rapida, la consapevolezza di non poter andare oltre. Provò a dirsi che era vivo, ma era un’idea troppo oscura per riuscire a prendere corpo. Non c’erano taxi e il traffico in genere scarseggiava e allora apparve un vecchio furgoncino, una ditta elettrica di Long Island City, e gli si accostò e il conducente si sporse verso il finestrino dal lato del passeggero a esaminare ciò che stava vedendo, un uomo incrostato di cenere, di materia polverizzata, e gli chiese dove voleva andare. Fu solo una volta salito a bordo e chiusa la portiera che capí dov’era diretto fin dall'inizio. "
Don Delillo, L'uomo che cade, traduzione di Matteo Colombo, Einaudi, 2008. [Libro elettronico]
[Edizione originale: Falling Man, Charles Scribner's Sonspublisher, New York City, 2007]
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Sandra Cisneros - La casa di Mango Street
Esperanza vive a Mango Street, in un barrio di chicanos, a Chicago. Ma non è questa la casa che ha sempre sognato, né la vita che desidera per sé. È attraverso la sua voce e il suo sguardo, ora ingenuo e giocoso, ora maturo e sensibile che ci viene raccontata la sua storia.
In questo libro considerato ormai un classico, Sandra Cisneros ci regala pagine che coniugano l’intensità della poesia con…
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-Il dottor Zivago, Boris Pasternak.
-Contengo moltitudini, Walt Whitman.
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La famiglia è la culla della disinformazione mondiale. Nella vita di famiglia dev'esserci qualcosa che genera gli errori di fatto. L'eccesso di vicinanza, il rumore e il calore dell'essere. Forse anche qualcosa di piú profondo, come il bisogno di sopravvivere. Murray sostiene che siamo creature fragili, circondate da un mondo di fatti ostili. I fatti minacciano la nostra felicità e sicurezza. Più a fondo investighiamo nella natura delle cose, più incerta può sembrar diventare la nostra struttura. Il processo famigliare tende a escludere il mondo. Piccoli errori diventano capitali, le finzioni proliferano. Io gli replico che ignoranza e confusione non possono essere le forze motrici che stanno dietro la solidarietà famigliare. Che idea, che sovversione! Lui mi chiede perché mai, allora, le unità famigliari piú forti si trovano nelle società meno sviluppate. Il non sapere è lo strumento della sopravvivenza, sostiene. Magia e superstizione si ossificano a diventare la poderosa ortodossia di clan. La famiglia è più forte là dove è più probabile che la realtà oggettiva venga malintesa. Che teoria spietata, dico. Ma lui insiste che è vera.
Rumore bianco, D. DeLillo, 1985
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La Luna non era che un Mento Dorato. Emily Dickinson e l’elogio poetico della Luna: un viaggio tra bellezza, simbolismo e mistero
Un titolo che risplende: "La Luna non era che un Mento Dorato"
Un titolo che risplende: “La Luna non era che un Mento Dorato” Emily Dickinson, una delle voci poetiche più straordinarie della letteratura americana, torna a incantare con questa composizione senza tempo dedicata alla Luna. Con le sue immagini dense di metafore e la sua visione unica della natura, Dickinson regala al lettore un’intensa esperienza sensoriale ed emozionale. Questa poesia celebra…
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Abbazia di Montecassino - 530
Fondata da San Benedetto da Norcia che qui ha introdotto la sua Regola, l’abbazia ne conserva la tomba ed eterna il fondatore di un ordine che, dal tardo impero, ha attraversato la storia della Cristianità fino ad oggi.
Carlo Magno promosse la diffusione della Regola presso i Franchi e sono Benedettini la Congregazione dei Cluniancensi (909) e l’Ordine dei Cistercensi (1098) che hanno salvato la tradizione dalla decadenza che stava vivendo: fra i primi è noto Pietro il Venerabile, fra gli ultimi si annovera Bernardo di Chiaravalle che predicò la Seconda Crociata. Sorti richiamandosi al monachesimo delle origini, crebbero in potere e ricchezza fino a essere superati, secoli più tardi, dal movimento francescano.
Distrutta dai Longobardi, dai Saraceni e da un terremoto, l’abbazia fu ricostruita in stile barocco napoletano e bombardata nel 1944 per liberare la linea Gustav con cui i tedeschi tentarono di fermare l’avanzata alleata in Italia.
Le guerre coloniali prima e mondiali poi segnarono una svolta anche sul piano culturale: le avanguardie letterarie anti-borghesi, anti-imperialiste e anti-positiviste sorte come reazione alla Belle Epoque lasciarono il campo a nuove istanze. Correnti letterarie del primo periodo sono:
- il naturalismo francese, la scapigliatura e il verismo (padron ‘Ntoni dei Malavoglia)
- il simbolismo dei poets maudits con il loro spleen e le loro correspondances
- il crepuscolarismo
Le guerre mondiali segnano poi il superamento delle tendenze nichiliste e vitaliste insite nelle seguenti correnti:
- il decadentismo dandy di D’Annunzio (Andrea Sperelli nel Piacere), Huysmans e Oscar Wilde
- il superomismo di Nietzsche
- il futurismo
ed aprono la strada ad una cultura improntata al realismo sia di origine marxista che improntato alla letteratura americana (Faulkner, Hemingway). I movimenti più rilevanti sono:
- l’imagismo di Ezra Pound
- il monologo interiore post-ottocentesco, basato sugli studi di Schopenauer e Freud e sul tramonto dell’Impero Asburgico, di autori come Italo Svevo e James Joyce e dei loro antieroi, inetti senza qualità (Zeno Cosini, Leopold Bloom);
- l’umorismo di Luigi Pirandello con il suo sentimento del contrario (La patente, L’uomo dal fiore in bocca) e il caos che fa prendere coscienza dell’alienazione contemporanea (Vitangelo Moscarda protagonista di Uno, nessuno, centomila, Mattia Pascal)
- l’ermetismo di Ungaretti, Quasimodo (Ognuno sta solo sul cuore della terra) e Montale (Non chiederci la parola)
- la memorialistica di Remarque, Primo Levi e Carlo Levi,
- l’esistenzialismo di Sartre e Camus
- lo spaesamento di Kafka.
Particolarmente significativa di questo cambiamento la seguente poesia di Quasimodo:
E come potevamo noi cantare
con il piede straniero sopra il cuore,
fra i morti abbandonati nelle piazze
sull’erba dura di ghiaccio, al lamento
d’agnello dei fanciulli, all’urlo nero
della madre che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo?
Alle fronde dei salici, per voto,
anche le nostre cetre erano appese,
oscillavano lievi al triste vento.
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L'America nella cultura italiana, all'Iic il libro di Guido Bonsaver
Di Pietro Nigro Guido Bonsaver presenta il 29 febbraio alle 18 all'Istituto Italiano di Cultura di Londra il suo libro America in Italian Culture. L'America nella cultura italiana, all'Iic il libro di Guido Bonsaver Si intitola America in Italian Culture: La Nascita di un Nuovo Modello di Modernità (1866-1943) il libro che Guido Bonsaver, docente di Storia della Cultura italiana all'Università di Oxford, presenterà il 29 febbraio 2024 alle ore 18 all'Istituto Italiano di Cultura di Londra. L'evento, vedrà la presentazione del libro seguita da una stimolante conversazione tra l'autore, Guido Bonsaver, e il professor David Ellwood, Senior Adjunct Professor alla SAIS Europe, esperto di storia contemporanea internazionale e autore del fondamentale testo "The Shock of the Century" sulla cultura americana. Il libro di Bonsaver esplora il periodo che va dal 1866 al 1943, un'epoca in cui l'America emerge come potenza mondiale mentre l'Italia è ancora una nazione giovane e appena unificata. L'avvento di innovazioni tecnologiche come l'elettricità e il motore a scoppio accelera la diffusione di notizie, idee e artefatti in tutto il mondo. La classe operaia italiana, grazie all'alfabetizzazione e alle riforme sociali, mostra una crescente disponibilità di denaro, tempo e istruzione. Il paradosso di questo periodo è rappresentato dalla dittatura totalitaria fascista in Italia, che cercava di proteggere il paese dall'influenza straniera. Tuttavia, milioni di italiani, con un livello di istruzione più basso, iniziano a sognare l'America, attratti dai film di Hollywood e dalle riviste illustrate che dipingono uno skyline futuristico di Manhattan e raccontano lo stile di vita americano. Il libro analizza gli effetti delle politiche nazionalistiche del regime fascista e pone domande cruciali: perché il jazz, la letteratura americana e i fumetti erano così popolari, nonostante gli Stati Uniti fossero considerati nemici politici dell'Italia? La narrativa di Bonsaver offre uno sguardo accattivante su questo periodo di cambiamento culturale italiano. "America in Italian Culture" è un'opera che fornisce una prospettiva accademica e coinvolgente su un periodo cruciale nella storia culturale italiana. L'evento promette di essere un'occasione unica per esplorare le dinamiche di questa relazione tra due nazioni in un'epoca di profondi cambiamenti sociali e culturali. Per partecipare gratuitamente, è possibile prenotare QUI E' anche possibile leggere l’introduzione al libro QUI Inoltre, i membri di istituzioni affiliate all'Iic (ad esempio le Università di Londra), possono accedere gratutitamente all’ebook, seguendo questo link https://academic.oup.com/book/51692 L'autore, Guido Bonsaver, portatore di una vasta esperienza accademica e riconoscimenti, offre una narrazione avvincente della storia culturale italiana post-unificazione, con particolare attenzione alla letteratura e al cinema. La sua conversazione con il Professor David Ellwood promette di essere un momento di riflessione profonda su come la cultura italiana ha abbracciato e reagito alla modernità americana in un periodo così tumultuoso. Non perdere l'opportunità di partecipare a questo evento che getta luce su una fase affascinante e complessa nella storia delle due nazioni. Guido Bonsaver e Davi Ellwood Guido Bonsaver è Professore di Storia della Cultura italiana all’Università di Oxford e Membro del Pembroke College. Ha studiato presso le Università di Bologna e Verona e ha completato il dottorato durante l’insegnamento presso la Reading University. Prima di arrivare ad Oxford nel 2003, ha insegnato presso le università del Sussex, Kent e Royal Holloway London. Nel 2012 è stato nominato Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica dal Presidente della Repubblica come riconoscimento per il suo contributo alla cultura italiana. Il suo lavoro di ricerca si concentra sulla storia della cultura italiana post unificazione, con un particolare interesse per la letteratura e il cinema. Ha collaborato con una serie di organi di informazione quali i canali radiotelevisivi della BBC e RAI e diversi giornali specializzati e generalisti. E’ autore di una serie di pubblicazioni, tra le quali le monografie: Elio Vittorini (2000), Censorship and Literature in Fascist Italy (2007), Vita e omicidio di Gaetano Pilati (2010), Mussolini censore (2013) e i seguenti libri in collaborazione: con R. Gordon, Culture, Censorship and the State in Twentieth-Century Italy (2005); con E. Bond e F. Faloppa, Destination Italy: Representing Migration in Contemporary Media and Narrative (2015); con A. Carlucci e M. Reza, Italy and the USA: Cultural Change Through Language and Narrative (2019). David Ellwood è Senior Adjunct Professor alla SAIS Europe. Dal 2020, il Professor Ellwood è Membro della Fondazione Einaudi di Torino. Precedentemente è stato professore associato di storia contemporanea internazionale presso l’Università di Bologna (fino al novembre 2012). ... Continua a leggere su
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La Vita Immaginaria, primo Salone del libro di Annalena Benini
Vita immaginaria è il tema della XXXVI edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino, il primo diretto da Annalena Benini, al Lingotto Fiere da giovedì 9 a lunedì 13 maggio. La Liguria è la Regione ospite, non ci sarà un Paese ospite, ma una lingua, quella tedesca. A inaugurarlo sarà Elizabeth Strout, una delle maggiori autrici della letteratura contemporanea americana, Premio Pulitzer…
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Lasciare andare le persone amate di Joan Didion
Joan Didion (Sacramento, 5 dicembre 1934 – New York, 23 dicembre 2021) è stata giornalista, scrittrice e saggista. Icona della letteratura americana contemporanea, Joan Didion è un esempio di raffinatezza e crudeltà. “Scrivo sempre ostile a me stessa”. Il tempo è la scuola dove impariamo,/Il tempo è il fuoco nel quale bruciamo Delmore Schwartz So perché ci sforziamo di impedire ai morti di…
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La Spezia, "le nostre anime di notte" al Teatro Carcano
La Spezia, "le nostre anime di notte" al Teatro Carcano La Spezia, 04 dicembre 2023 – Secondo appuntamento con la Stagione di Prosa 2023-24 al Teatro Civico della Spezia. Mercoledì 6 dicembre alle 20.45 andrà in scena “Le nostre anime di notte”, una produzione firmata Teatro Carcano che vede protagonisti Lella Costa e Elia Schilton con la regia di Serena Sinigaglia. Il Teatro Civico comunica inoltre che, per impossibilità della Compagnia, non avrà luogo l’incontro con gli attori in programma sempre mercoledì 6 alle ore 18 nell’ambito della rassegna FOYER al PIN. Il testo, adattato e tradotto da Emanuele Aldrovandi, è tratto dall’omonimo romanzo di Kent Haruf (1943-2014), uno dei maggiori esponenti della letteratura americana contemporanea. Addie e Louis, entrambi vedovi ultrasettantenni, che vivono da soli a pochi metri di distanza, si conoscono da anni, perché Addie era buona amica di Diane, la moglie scomparsa di Louis, ma in realtà non si frequentano, almeno fino al giorno in cui Addie fa al vicino una proposta piuttosto spiazzante. Dal momento che, dopo la scomparsa del marito, ha delle difficoltà ad addormentarsi da sola, invita Louis a recarsi da lei per dormire insieme. Non si tratta di una proposta erotica, ma del desiderio di condividere ancora con qualcuno quell’intimità notturna fatta soprattutto di chiacchierate nel buio prima di cedere al sonno. Ma la società non è pronta a concedere a chi entra nel terzo tempo della vita un sogno romantico. "Un romanzo straordinario, di quelli che si incidono nell’anima e le regalano sollievo e fiducia. Una storia lieve, sussurrata nella notte. Niente urla, niente violenza, niente arroganza. Non si sgomita qui per affermare il proprio diritto ad esistere, tutto qui è in punta di piedi, delicato, mite. Un vero balsamo per chi si sente stritolato da questo mondo strillone e brutale. Lella Costa è Addie, Elia Schilton Louis. Due attori magnifici che possono incarnare la dolcezza, la poesia di questa storia con la luce e il garbo che richiede. Noi spettatori saremo con loro, ascolteremo le loro conversazioni, avremo il privilegio di vedere compiersi di fronte ai nostri occhi l’ unione delle loro anime”. (Dalle note di regia di Serena Sinigaglia) - Info e biglietti: Botteghino Teatro Civico La Spezia – ingresso da via Carpenino - Orari di apertura: dal lunedì al sabato ore 8.30/12, il mercoledì anche dalle 16 alle 19 - Tel. 0187-727521 – [email protected] - Vendita on line: Vivaticket.it... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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“ La Cia odiava i Kennedy e manovrava per affrancarsi definitivamente dall’amministrazione, ma l’idea che abbia ammazzato Kennedy è stupida. E se Kennedy intendeva smantellare la Cia pezzo per pezzo come aveva promesso di fare avrebbe dovuto iniziare almeno due amministrazioni prima. Adesso era di gran lunga troppo tardi. La Cia odiava anche Hoover e a sua volta Hoover odiava i Kennedy e la gente dava per scontato che Hoover se la facesse con la mafia, ma la verità è che la mafia aveva infiniti dossier su Hoover in versione travestito – agghindato con biancheria intima femminile – e questo ha determinato un’impasse che ha bloccato la situazione per anni. Naturalmente c’è dell’altro. Ma se tu dicessi che è colpa di Bobby se hanno ammazzato suo fratello – che lui adorava – dovrei dirti che non hai tutti i torti. La Cia ha deportato Carlos nella giungla guatemalteca ed è volata via facendogli ciao con la mano. Difficile immaginare cosa avessero in mente. L’hanno lasciato lí – dove aveva un passaporto falso – e per finire il suo avvocato si è fatto vivo e insieme sono stati trasportati di peso nella giungla di El Salvador e abbandonati lí a forgiarsi una nuova vita. In mezzo alla calura, al fango e alle zanzare. In abiti di lana. Se la son fatta a piedi per una trentina di chilometri finché si sono imbattuti in un villaggio. E, Dio sia lodato, un telefono. Di ritorno a New Orleans, Carlos ha convocato una riunione alla Churchill Farms – la sua residenza agreste – e schiumava di rabbia a proposito di Bobby Kennedy. Ha guardato le persone nella stanza – mi pare che fossero in otto – e ha detto: Lo sistemo io, il bastardino. È seguito un silenzio. Tutti sapevano che la riunione era seria. Da bere sul tavolo non c’era niente fuorché acqua. Alla fine qualcuno ha detto: Perché non sistemiamo il bastardone? E questo è quanto. Non sono sicuro di capire. Se ammazzavi Bobby poi avresti dovuto vedertela con un incazzatissimo JFK. Ma se ammazzavi JFK allora suo fratello sarebbe rapidamente passato da procuratore generale degli Stati Uniti ad avvocato disoccupato. Come fai a sapere tutto questo? Giusto. Il punto è che i Kennedy non erano assolutamente in grado di afferrare l’implacabile etica di guerra dei siciliani. I Kennedy erano irlandesi e credevano che si vincesse parlando. Non si erano veramente resi conto che esisteva quest’altra cosa. Ricorrevano ad astrazioni per fare discorsi politici. La gente. La povertà. Non chiedete cosa il vostro paese bla bla bla. Non capivano che in giro c’era ancora gente che credeva davvero in cose come l’onore. Non avevano mai sentito Joe Bonanno esprimersi sull’argomento. È questo che rende il libro di Kennedy cosí improbabile. Benché in tutta onestà c’è da chiedersi se l’abbia mai anche solo letto. Io prendo il pollo grande. “
Cormac McCarthy, Il passeggero, traduzione di Maurizia Balmelli, Einaudi (Collana Supercoralli), 2023; pp. 336-337.
[Edizione originale: The Passenger, Alfred A. Knopf Inc., 2022]
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Manuel Munoz - Le conseguenze
Quando sfogli il libro di Manuel Munoz, una raccolta di racconti elegantemente presentati dalla casa editrice Black Coffee, ti chiedi quale sia lo stile e quali siano i temi della letteratura americana contemporanea. Domande complesse e senza risposte univoche, eppure il quesito galleggia sui pensieri. Munoz presenta la sua versione attraverso racconti “neorealisti” (si potrà dire così?), storie…
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Santi Moix Brooklin Studio
a cura di Luca Beatrice
Art direction Wonderingsolo, Coordinamento editoriale Silvia Berselli, Fotografie Ben Russell, Joshia Nefsky
M7 Gallery, Milano 2014, 130 pagine
euro 40,00
email if you want to buy : [email protected]
pubblicato in occasione della mostra M77 Gallery, Milano 2014 in collaborazione con Paul Kasmin Gallery, New York
La prima personale italiana dell’artista catalano, ma newyorkese d’adozione, presenterà 40 opere inedite, tra oli e acquerelli, oltre a un’installazione site specific, studiata per l’occasione.
Dopo l’evento inaugurale dedicato alle opere su carta di Luca Pignatelli, M77 Gallery (via Mecenate 77), il nuovo spazio espositivo milanese per l’arte contemporanea italiana e internazionale, presenta un evento dedicato a Santi Moix, una delle personalità più interessanti dell’ambiente artistico newyorkese. L’esposizione, realizzata in collaborazione con Paul Kasmin Gallery, dal titolo Brooklyn Studio, curata da Luca Beatrice, propone 40 lavori inediti, tra dipinti e acquerelli, e una grande installazione site specific, pensata appositamente per gli spazi della galleria. Catalano di nascita (Barcellona, 1960), Santi Moix ha attinto dai frequenti viaggi e dai soggiorni di studio (Francia, Italia, Giappone, Africa) la linfa vitale per nutrire la sua creatività, fino a trovare nella metropoli americana un sicuro approdo dove sviluppare la sua arte. Influenzato da maestri quali Delacroix, Velàzquez, El Greco, Picasso, Mirò, Pollock, Moix ha avuto e continua ad avere, dal mondo della letteratura una altrettanto importante fonte d’ispirazione. L’immaginario letterario costituisce davvero un considerevole bagaglio di informazioni per la sua pittura. Non è un caso che la sua più recente personale in terra catalana ruotava attorno alle avventure di Huckleberry Finn, l’immortale personaggio di Mark Twain, con un’installazione di disegni e un grande wall drawing.
#Santi Moix#art exhibition gallery#M77 Gallery Milano 2014#rare books#Luca Beatrice#fashionbookmilano
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L'aria è pervasa da un senso di aspettativa, che tuttavia non è il brusio ansioso di una folla in maniche corte, da mezza estate, un gioco da spiazzo libero, con precedenti logici, una storia di esiti certi. Questa attesa è introversa, irregolare, quasi riluttante e timida, tendente al silenzio. Che cos'altro proviamo? Vi è certamente timore reverenziale, è tutto timore reverenziale, trascende le primitive forme di timore, ma non è dato sapere se, mentre guardiamo, siamo pieni di meraviglia oppure di terrore, non sappiamo che cosa stiamo guardando né che cosa significhi, non sappiamo se sia un fatto permanente, un livello di esperienza al quale a poco a poco ci adatteremo, in cui la nostra incertezza finirà con il venire assorbita, oppure soltanto una bizzarria atmosferica, che passerà presto.
Rumore bianco, D. DeLillo, 1985
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"La Mano dell'Orologiaio": Il Nuovo Capitolo Avvincente di Jeffery Deaver con Lincoln Rhyme. Recensione di Alessandria today
Un thriller mozzafiato che riporta in scena l'astuto Orologiaio, minacciando Manhattan con una serie di sabotaggi mortali.
Un thriller mozzafiato che riporta in scena l’astuto Orologiaio, minacciando Manhattan con una serie di sabotaggi mortali. Jeffery Deaver torna a conquistare i lettori con “La Mano dell’Orologiaio”, un thriller che segna il ritorno del celebre criminologo Lincoln Rhyme e della sua compagna Amelia Sachs. Questa volta, la coppia si trova a fronteggiare una minaccia senza precedenti: un gruppo…
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