Tumgik
#Algoritmi
ideeperscrittori · 11 months
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FOMENTARE ODIO GRATUITO E OTTENERE UN SACCO DI VISUALIZZAZIONI
Partiamo da un trucchetto per fare sondaggi di opinione che cercano aizzare la folla contro artisti.
Vi faccio un esempio a proposito dei Måneskin.
(Premessa: i Måneskin non li ascolto, non sono proprio il mio genere. Ma non è questo il punto. Il punto è che ho notato questo tipo di manipolazioni diverse volte e in molti casi c'erano di mezzo i Måneskin. Non li ascolto, ma neppure li odio.)
Ecco un bel sondaggio concepito per ottenere commenti di odio nei loro confronti.
SONDAGGIO: cosa pensi dei Måneskin?
Band scarsa.
Band sopravvalutata.
Migliore band della storia,.
Molto meglio di quei ciarlatani dei Pink Floyd.
Ovviamente ho esagerato solo per rendere l'idea. I sondaggi manipolatori sono più sottili (quasi sempre). Volevo solo far capire con chiarezza il meccanismo.
In apparenza abbiamo due opzioni che denigrano i Måneskin e due opzioni che li lodano. Tutto regolare? Sondaggio equo? Ovviamente no, perché le due opzioni "a favore" sono talmente grottesche e iperboliche che nessuno le sceglierà. Servono solo a scatenare le reazioni di gente assetata di sangue. Persone indignate accorreranno a frotte per riempire i Måneskin di insulti.
Un meccanismo simile può essere messo in moto giocando con i titoli.
Ci ho ripensato qualche giorno fa, quando ho visto su Fanpage un articolo con questo titolo: «“Victoria dei Måneskin è la migliore bassista al mondo”, parola di Duran Duran».
Ovviamente il titolo è un parziale clickbait: nell'articolo si legge che John Taylor dei Duran Duran ha detto «bassista più importante al mondo» e questo è un concetto un po' diverso, perché può essere basato su qualità extra-musicali come la semplice fama, l'impatto al livello di immagine, eccetera. Bisogna dire che queste sottigliezze spesso non vengono colte e penso che sarebbe bastato scrivere nel titolo «Victoria dei Maneskin è la bassista più importante al mondo» per scatenare la folla. Ma la redazione ha voluto strafare.
(Aperta parentesi: per me il miglior bassista al mondo è Victor Wooten. Chiusa parentesi.)
Perché accade ciò? Penso che lo abbiate intuito. Purtroppo, a causa degli algoritmi di visibilità, questo tipo di polarizzazione consente a post e video di fare il botto. I commenti negativi sono interazioni di peso che fanno esplodere il contatore delle visualizzazioni.
Voglio solo aggiungere: non cascateci sempre. Questi trucchetti non meritano di essere premiati.
FINE
[L'Ideota]
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finanzaemotiva · 1 month
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Il Lupo di Wall Street che Pochi Conoscono: Come la Matematica ha Rivoluzionato il Mondo della Finanza
Il Lupo di Wall Street che Pochi Conoscono: Come la Matematica ha Rivoluzionato il Mondo della Finanza
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vorticimagazine · 3 months
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Una legge per controllare "gli algoritmi aggressivi”
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Ancora una volta noi di Vortici.it vi proponiamo un  approfondimento AIDR riguardante vari temi connessi ai rischi delle nuove tecnologie: "algoritmi aggressivi", intelligenza Artificiale (IA), social network, poichè è divenuta prepotentemente la nuova frontiera del nostro tempo a cui adeguarsi(in fondo lo stiamo già facendo in maniera inconsapevole). "Proteggere i bambini dai contenuti dannosi": i pericoli legati agli algoritmi aggressivi, all'intelligenza artificiale e azioni genitoriali di controllo di Monica Constantin giornalista e Fulvio Oscar Benussi giornalista e socio Fondazione AIDR La diffusione in Rete di contenuti diseducativi e perciò inaccettabili ci interroga sulle azioni da svolgere per proteggere i bambini dai contenuti dannosi. In questo articolo presenteremo un'interessante iniziativa legislativa tesa a mettere sotto controllo gli algoritmi aggressivi. Parallelamente parleremo delle azioni genitoriali che possono favorire/ridurre il rafforzamento delle autodifese dei bambini nei confronti degli "agguati" che possono aver luogo nei contesti digitali. Infine prenderemo in considerazione la presenza sempre più estesa dell’intelligenza artificiale in Rete e i connessi rischi di inquinamento cognitivo che essa può rappresentare nello sviluppo dei bambini. Quindi valuteremo i possibili rimedi tecnologici utili alla difesa dei minori dalle insidie della Rete Online Safety Act, una legge per "mettere sotto controllo gli algoritmi aggressivi" Per tutelare i minori dalle insidie delle Rete il 26 ottobre 2023 in Inghilterra è stato approvato l'Online Safety Act. La norma prevede che OFCOM, l'Autorità di Regolamentazione dei Servizi di Comunicazione, abbia il potere di individuare e di far rimuovere un'ampia gamma di post e media ritenuti "dannosi" per i bambini. L'Online Safety Act consente ad OFCOM di stabilire nuove e rigide regole per i servizi presenti in Internet relativamente al modo in cui interagiscono con i bambini. Essa crea un dovere di diligenza per le piattaforme online, imponendo loro di prevenire la diffusione di contenuti illegali oppure legali ma "dannosi" per gli utenti più giovani. Questo perché i contenuti e i messaggi veicolati, se fuori controllo, possono danneggiare questo segmento di utenza. Alle piattaforme e ai social network che non rispetteranno questo dovere potranno essere comminate multe fino a 18 milioni di sterline (21.240.000 euro) o corrispondenti al 10% del loro fatturato annuo. Nel caso le società presenti in Internet non seguissero le rigide regole indicate ne conseguirà l'intervento di OFCOM che potrà anche bloccare l'accesso ai siti e servizi Web inadempienti. La norma prevede obblighi anche a tutela di altre categorie di utenti: in particolare le piattaforme tecnologiche sono tenute a introdurre sistemi che consentano a tali utenti di filtrare, eliminandoli dalla possibile visione, quei contenuti da loro ritenuti inappropriati e che perciò non vogliono incontrare nelle loro navigazione in Rete. Strategie a tutela dei bambini I gestori di piattaforme online: • dovranno rafforzare le Linee guida dei contenuti accettabili all’interno del servizio offerto stabilendo regole chiare su quali contenuti siano indesiderabili; • dovranno garantire un monitoraggio continuo impiegando team di revisione umani affiancati da strumenti automatici per monitorare e rimuovere i contenuti inappropriati; • saranno tenuti ad aggiornare costantemente gli algoritmi di controllo per riconoscere ed eliminare nuove minacce. • saranno tenuti a implementare filtri di contenuto che rendano non raggiungibili dai minorenni i contenuti inappropriati per la loro età; • dovranno essere resi disponibili per i genitori strumenti che permettano il controllo parentale di ciò che i loro bambini possono, oppure non devono, vedere; • dovranno prevedere una accurata verifica dell’età per limitare l'accesso a determinati contenuti ai minori. • per trasparenza dovranno essere periodicamente pubblicati report che descrivono come vengono gestiti i contenuti inopportuni per gli utenti minorenni; • andranno previste anche restrizioni, gestite dalla tecnologia, che blocchino l'accesso a chi non deve poter vedere i post dei minori. Per incrementare la resilienza degli utenti, soprattutto se minori, si dovranno realizzare campagne per educarli sui rischi associati alla navigazione in Internet e alla visione e consultazione di contenuti dannosi. Andranno anche fornite risorse educative ai genitori e agli educatori sulle strategie da seguire per proteggere online i lori bambini. Azioni genitoriali che favoriscono/riducono le autodifese dei bambini nei confronti degli agguati digitali In un mondo sempre più digitalizzato ed interconnesso risulta molto difficile negare l’accesso e l’utilizzo dei social media ai minori. E cedere alle richieste in tal senso è quasi inevitabile a patto di riuscire a mantenere sotto controllo la situazione, ufficialmente per tutelarli dai pericoli della rete, verosimilmente per assicurarsi la vigilanza costante sui movimenti dei nostri figli, che da tempo immemorabile tendiamo ad iperproteggere, con tutto quello che ne può conseguire. E se fino a qualche decennio fa l’esercizio del controllo consisteva nella “repressione” di alcune libertà, oggi è diventato tutto più complicato. Proteggere i nostri figli dai contenuti dannosi della rete esercitando un eccessivo controllo implica alcune problematiche da non sottovalutare. Innanzitutto, ciò può limitare la loro creatività e lo sviluppo di un pensiero critico ed indipendente, con la conseguente incapacità di pensare al di fuori degli schemi. Se sperimentare e commettere errori sono tappe fondamentali per un sano e naturale processo di crescita, limitare o incanalare la loro conoscenza impedirà loro di sviluppare un proprio pensiero autonomo. Prendere una decisione, manifestare una libera opinione, argomentare con logica, difendere una posizione ingenereranno ansia, senso di incapacità ed inadeguatezza, financo frustrazione, bassa autostima, incapacità di affrontare le sfide che la vita presenta. Indagare la vita multimediale dei propri figli, geolocalizzarne la posizione, sorvegliare il videogame a cui giocano, le chat in cui scrivono pretendendo di farne parte, conoscere il chi, il come, il quando di ogni secondo della loro vita rischia di generare futuri adulti insicuri, incapaci di confrontarsi e di scontrarsi, di trovare una propria collocazione in un mondo sempre più interdipendente. Le azioni genitoriali che possono ridurre la curiosità dei bambini includono una vigilanza ossessiva e un controllo soffocante. Quando ogni passo e ogni azione vengono monitorati e regolamentati, si priva il bambino della possibilità di esplorare autonomamente il mondo che lo circonda. Tale sorveglianza asfissiante riduce il desiderio di scoprire e sperimentare, poiché ogni tentativo di avventurarsi fuori dai confini imposti viene rapidamente soffocato. Un esempio lampante di controllo eccessivo è rappresentato dall'uso del registro elettronico nelle scuole. Questo strumento, pur utile per monitorare l'andamento scolastico, limita totalmente la possibilità di marinare la scuola, privando i ragazzi della possibilità di disubbidire e quindi di provare l'ebrezza della trasgressione. Sebbene ciò possa sembrare positivo, la disubbidienza e le conseguenti sgridate e punizioni da parte dei genitori giocano un ruolo fondamentale nel processo di crescita. Attraverso l’esperienza della trasgressione e dei suoi esiti i ragazzi imparano a comprendere le conseguenze delle proprie azioni e a sviluppare un senso di autonomia e responsabilità. È essenziale trovare un equilibrio tra protezione e libertà, consentendo ai bambini e ai ragazzi di esplorare, soddisfare la loro curiosità, imparare e crescere attraverso le proprie esperienze e i propri sbagli. Solo attraverso un sano equilibrio tra guida e autonomia i giovani possono sviluppare le competenze necessarie per muoversi in un mondo sempre più complesso e interconnesso, diventando adulti consapevoli, sicuri di sé e capaci di affrontare le sfide della vita con coraggio e determinazione. Inquinamento cognitivo: e se in Rete si nascondesse anche un Genio maligno? Anche l'avvento dell'intelligenza artificiale oltre ai benefici comporta dei rischi. L'inquinamento cognitivo è un fenomeno sempre più preoccupante operato dagli algoritmi di apprendimento automatico e dai bot dei social media che diffondono informazioni fuorvianti e intrappolano gli individui in bolle ideologiche. La costante esposizione a contenuti di bassa qualità e a notizie false mina la capacità di concentrazione e di elaborazione delle informazioni. L'attenzione, risorsa fondamentale per l'apprendimento e il ragionamento, viene continuamente ostacolata. Questo porta a una diminuzione delle capacità cognitive, influenzando negativamente la memoria e la capacità di risolvere problemi complessi. Una delle sfide sociologiche più pressanti è capire perché le persone affidano sempre più decisioni personali all'intelligenza artificiale. Gli algoritmi predittivi e i sistemi di raccomandazione promettono una vita facile e veloce, ma c'è il rischio che gli individui perdano il contatto con il proprio processo decisionale. Nella nostra cultura, in costante confronto coi dati, molte persone si sentono sopraffatte. Gli algoritmi predittivi intelligenti dettano incessantemente ciò che presumono essere i nostri desideri veri, creando una sorta di profezia che si autoavvera. Le previsioni elaborate dagli algoritmi diventano surrogati dell'autonomia personale limitando l'apprendimento di competenze utili a sviluppare la capacità di agire in modo autonomo. Questo processo, definito "esternalizzazione decisionale" (decision outsourcing), comporta quindi rischi significativi per lo sviluppo dell'autonomia personale. La sovrabbondanza di informazioni digitali rende difficile discernere tra dati rilevanti e irrilevanti, aumentando il rischio di prendere decisioni basate su bias cognitivi e percezioni distorte della realtà. Gli studi di Kahneman e Tversky mostrano come le persone, in condizioni di incertezza e rischio, tendano a fare affidamento su scorciatoie mentali, o euristiche, che spesso enfatizzano i pregiudizi nelle scelte. I bambini, in particolare, sono vulnerabili agli effetti dell'inquinamento cognitivo. La loro capacità di concentrazione e il loro sviluppo cognitivo possono essere seriamente compromessi dalla sovraesposizione a schermi e informazioni digitali non filtrate. L'uso eccessivo di dispositivi digitali può interferire con lo sviluppo delle capacità di lettura, scrittura e calcolo, oltre a limitare le interazioni sociali necessarie per un sano sviluppo emotivo e comportamentale Nel giugno 2024, Papa Francesco parteciperà al vertice del G7. Egli, nei suoi discorsi, ha espresso sia dubbi che ottimismo riguardo alle tecnologie emergenti. Pur incoraggiando a evitare visioni pessimistiche, ha costantemente evidenziato i rischi drammatici associati all'intelligenza artificiale(nel seguito A.I.), mettendo in guardia contro l'inquinamento cognitivo. Un esempio significativo di come gli algoritmi influenzino la nostra vita quotidiana risale al 2004, quando Google ha iniziato a personalizzare i risultati delle ricerche in base alle preferenze degli utenti con la funzione "Search History". Un altro momento cruciale è stato il lancio di ChatGPT il 30 novembre 2022 e delle altre A.I. (Gemini, Dall E3, Claude, Meta Lama, Astra, ecc.). Tra le applicazioni di A.I. segnaliamo:• motori di ricerca e assistenti virtuali: essi forniscono informazioni e risposte rapide, ma possono anche creare bolle informative che evitano l'accesso a punti di vista diversi; • algoritmi di raccomandazione: utilizzati da piattaforme di social media, streaming e e-commerce per suggerire contenuti e prodotti, che influenzano le nostre scelte e abitudini; • analisi dei dati e pubblicità mirata: raccolgono e analizzano grandi quantità di dati per creare profili dettagliati degli utenti, spesso senza la loro piena consapevolezza. Queste tecnologie, sebbene utili, possono contribuire all'inquinamento cognitivo in quanto favoriscono la diffusione di informazioni manipolate e l'amplificazione di pregiudizi cognitivi. È allora fondamentale promuovere una maggiore consapevolezza ed alfabetizzazione digitale, soprattutto tra i più giovani, per poter sfruttare al meglio le potenzialità dell'A.I. e contenerne gli effetti negativi. Modalità che permettono di ridurre l’eventualità di ritrovarsi “rinchiusi” in bolle ideologiche Gli algoritmi utilizzano i cookie per profilare gli utenti, presumere i loro desideri e assecondarli creando una sorta di “profezia ideologica che si autoconferma”. Ecco i link dove poter agire per rimuovere i cookie collegati ai seguenti servizi Internet (operazione che consigliamo di svolgere periodicamente): • Browser: https://www.aranzulla.it/come-eliminare-i-cookie-78137.html • Meta: https://it-it.facebook.com/help/336858938174917 • Instagram (per farlo bisogna cancellare la cache di Instagram): https://www.aranzulla.it/come-pulire-la-cache-di-instagram-1390883.html#:~:text=Innanzituttoavvial'appImpostazioni,Facilevero • TikTok: https://www.tiktok.com/legal/page/eea/privacy-policy/it   L'intelligenza artificiale, come si comprende è un argomento vastissimo e noi di Vortici.it, di seguito vi ricordiamo alcuni dei nostri contenuti: - Valutazioni su Chat IA e cyber sicurezza - L’intelligenza artificiale - Fiabe e IA: un confronto - Codice dell’innovazione tecnologica Immagine di Copertina: AIDR Read the full article
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nicolae · 4 months
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Tendințe în evoluția inteligenței artificiale – Agenți inteligenți
Sfetcu, Nicolae (2024), Tendințe în evoluția inteligenței artificiale – Agenți inteligenți, IT & C, 3:2, 22-31, DOI:   Trends in the Evolution of Artificial Intelligence – Intelligent Agents Abstract Advances in technology have made it easier to integrate AI into everyday life, with applications ranging from virtual assistants to autonomous vehicles. Machine learning algorithms, powered by large…
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librinudi · 6 months
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Filippo Lubrano ANTROPOLOGIA PER INTELLIGENZE ARTIFICIALI D Editore, 2023
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maurobroccalifecoach · 6 months
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Mauro Brocca Life Mental Coach https://maurobroccalifecoach.wixsite.com/maurobrocca/blog
#AgireOra
#TrasformareSogniInRealta
#OpportunitàCreata
#SuccessoAttraversoAzione
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giuseppecocco · 9 months
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L'intelligenza artificiale non avrà mai il pensiero laterale
L’intelligenza artificiale come gli algoritmi, non nascono per vita propria, sono creati da mente umana, e soprattutto da menti pragmatiche, matematiche, che lo costruiranno e alleneranno per andare in maniera lineare e rettilinea; e qui sta il tallone d’Achille: non avrà mai il pensiero laterale, necessario per fare filosofia, astrarsi, meditare, vedere l’altra faccia della luna, andare oltre il…
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u-more · 1 year
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Calcio, Milan: Paolo Maldini sostituito da un algoritmo
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scienza-magia · 2 years
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Irragionevole efficacia della matematica nel descrivere il mondo
A che serve la matematica e perché è così irragionevolmente efficace. Il nostro linguaggio ordinario è insufficiente per descrivere la varietà di relazioni esistenti nel mondo che ci circonda. Mentre le espressioni ottenibili attraverso la matematizzazione non introducono ambiguità e consentono di compattare e rendere molto più efficiente la descrizione di ciò che abbiamo appreso. A che serve la matematica? Sin da quando i pitagorici e Platone posero alla base della realtà l’esistenza stessa della geometria, postulando che essa sia la vera essenza delle cose, e Galileo dichiarò che il gran libro della natura è scritto usando numeri, molti pensatori si sono interrogati sul perché la sua più potente descrizione sia quella matematica, e sul perché, alla fine, la realtà, una volta che si ammetta la sua indipendenza dall’osservatore, sia matematizzabile. Nel 1921, questo punto di vista portò Einstein a chiedersi: "Come può essere che la matematica, che è dopotutto un prodotto del pensiero umano indipendente dall'esperienza, sia così mirabilmente appropriata a descrivere oggetti della realtà?" Successivamente, nel 1959, Wigner parlò di “irragionevole efficacia della matematica", proprio per sottolineare questa inattesa proprietà di ciò che possiamo cogliere dell’universo intorno a noi. Senza rispondere a questo tipo di domande, è forse difficile giustificare perché per descrivere al meglio il mondo fisico serva la matematica e non qualche sistema diverso e completamente indipendente – una pretesa, quest’ultima, condivisa da molti sostenitori di ogni sorta di pseudoscienza vitalistica. Io vorrei qui ricapitolare alcuni punti che, un secolo dopo la domanda formulata da Einstein, sono fra quelli che trovo più convincenti. Innanzitutto, invece di chiederci se e perché la struttura dell’universo sia matematica, cioè se in fin dei conti non avesse ragione Platone, possiamo chiederci se per un osservatore l’utilizzo di una descrizione matematica della realtà fisica non presenti qualche speciale vantaggio, rispetto per esempio all’utilizzo della poesia o di altri mezzi puramente intuitivi e qualitativi. Immaginiamo quindi un poeta che voglia descrivere al mondo il colore della rosa che intende regalare alla sua amata, e ci parli del rosso intenso che simboleggia il suo amore. Molti lettori saranno trascinati dalle parole e dall’immagine, ma fra questi potrebbe esservi una lettrice daltonica; con grande orrore del poeta, potrebbe essere pure la sua amata, anche se è un caso raro che le donne siano in tale condizione. Come potrebbe spiegarsi il poeta, dopo aver dichiarato il proprio amore in modo più accorto, se la sua amata fosse davvero curiosa di capire cosa intendeva? Potrebbe mostrarle che la luce riflessa dalla rosa che le ha regalato ha una lunghezza d’onda compresa fra 620 e 760 nanometri, come il sangue che le dona vita.
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Rispetto all’uso della parola “rosso”, è evidente il vantaggio nell’usare una misura per descrivere una proprietà particolare degli oggetti fisici: non vi è ambiguità fra due osservatori distinti circa gli oggetti che mostrano quella proprietà. Se quindi è necessario creare una visione del mondo condivisa, il modo migliore che abbiamo a disposizione per eliminare le ambiguità nella descrizione che creiamo è quello di partire dalla misurazione accurata di ciò che ci interessa. Poiché siamo una specie sociale, noi viviamo continuamente comunicando qualcosa del mondo fisico agli altri; la riduzione dell’ambiguità in questa comunicazione è dunque essenziale, ma perché dobbiamo arrivare fino al punto di utilizzare numeri, invece che parole più ambigue, ma più comode? Possiamo per esempio benissimo avvisare un bambino che toccare una fiamma è pericoloso, perché scotta; non abbiamo bisogno di comunicargli la sua temperatura, per fargli intendere il pericolo, ed è invece sufficiente una descrizione del mondo in cui le fiamme scottano, perché quel bambino ne sappia abbastanza da essere relativamente al sicuro quando è vicino ad un fornello a gas. Certo, vi sono casi in cui ci serve contare, ed in quei casi è ovvio il vantaggio di effettuare una misura; ma perché mai conviene descrivere l’intero universo attraverso la matematica, invece che affidarsi ad un sistema alternativo? Qui arriviamo ad un punto davvero importante: "matematizzare" un problema non significa misurare e calcolare, ma rivelare uno scheletro nascosto di relazioni concettuali che collega le proprietà osservabili dell’universo. La matematizzazione consiste appunto nel formulare l'idea sottostante al collegamento fra proprietà fisiche apparentemente diverse in un linguaggio matematico astratto. Anche queste relazioni, per essere afferrabili da tutti e poter divenire patrimonio condiviso, devono essere espresse in modo non ambiguo; ma ciò che soprattutto conta è che il sistema assiomatico-deduttivo della matematica è il più potente di cui disponiamo, quando vogliamo descrivere e investigare le relazioni esistenti tra proprietà misurabili della realtà, cioè esprimibili mediante numeri. Il nostro linguaggio ordinario è assolutamente insufficiente al compito di descrivere anche semplicemente la varietà di relazioni esistenti fra le proprietà fisiche del mondo che ci circonda, mentre le espressioni ottenibili attraverso la matematizzazione hanno l’espressività che serve, non introducono ambiguità e, in molti casi, consentono di compattare e rendere molto, molto più efficiente la descrizione di ciò che abbiamo appreso. La nostra variegatissima esperienza del mondo fisico può così essere ricondotta alla scoperta e allo studio delle relazioni fra variabili misurabili, che descrivono bene le proprietà di ciascun oggetto fisico che possiamo incontrare; queste relazioni ci consentono non solo di descrivere ciò che percepiamo, ma anche di fare previsioni circa lo stato di ciò che ci interessa nel passato, nel futuro o in luoghi distantissimi da noi, perché qualche variabile che riusciamo a misurare può essere in relazione matematica con lo stato del sistema fisico che noi intendiamo studiare pur se lontanissimo nello spazio e nel tempo. Il processo di matematizzazione di ciò che sperimentiamo funziona così bene, che la nostra intera conoscenza scientifica del mondo oggi riposa sul valore determinato di poche decine di costanti fondamentali, dalle quali, tramite le relazioni che abbiamo scoperto, siamo in grado di derivare tutta la descrizione di qualunque fenomeno sia stato sin qui spiegato dalla scienza. Questa descrizione non è completa, e non è detto che lo sia mai, per ragioni che potrebbero essere intrinseche addirittura allo stesso processo che usiamo per costruirla; almeno per adesso, però, non siamo dotati di nulla di meglio per esplorare il nostro universo, rispetto ad un cervello in grado di matematizzarlo e alla mente collettiva che abbiamo creato con la nostra società globale. E qui arriviamo a poter, finalmente, rispondere alla domanda iniziale, sul perché questo strumento sia così irragionevolmente efficace. Forse, dopotutto, è semplicemente sbagliato giudicare della sua ragionevolezza a partire dall’ampiezza del suo successo, allo stesso modo in cui è sbagliato stupirsi della perfezione dell’occhio e quindi invocare un intervento divino per la sua esistenza: dato qualche legame fra le proprietà delle parti che compongono il mondo fisico, a partire dalla quantificazione di tali proprietà mediante computazione (un processo che avviene anche a livello di singole cellule) si è evoluto un modo di esprimere quei legami come relazioni quantitative fra le misure effettuate. Questo processo è alla base dei processi logico-matematici che abbiamo successivamente formalizzato e condensato in ciò che chiamiamo matematica. Non è l’universo ad essere irragionevolmente matematico, ma la nostra ragione ad essere matematica, e dunque universale, per il vantaggio evolutivo che ciò comporta in una specie sociale, ove meglio consente la condivisione e l’esplorazione collettiva di una descrizione del cosmo. E chi fa matematica, scopre relazioni che potrebbero sempre trovare applicazione per descrivere e farci comprendere qualche nuovo pezzo della realtà, che oggi ci sfugge; è la descrizione matematica di quelle relazioni che ci permetterà nuove e più fruttuose prove collettive di comprensione dell’universo, ed è per questo che l’esercizio dell’esplorazione mentale nei verdi pascoli matematici è fra le più importanti attività del nostro intelletto. Read the full article
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fard-rock-blog · 2 years
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Fabrizio Tavernelli | Algoritmi
Fabrizio Tavernelli | Algoritmi
Etichetta: Consorzio ZdB / Lo ScafandroTracce: 12 – Durata: 65:11Genere: Pop RockSito: Facebook Voto: 8/10 Se gli Algoritmi hanno in qualche modo influenzato il nostro modo di vivere, secondo la presunta probabilità che sia la nostra vita on-line a governare le nostre scelte e non viceversa, è bello sapere che una penna brillante della nostra canzone come Fabrizio Tavernelli, ha scelto di…
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eksentrismi · 2 months
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mitä jos sana "brainrot" olis suomeksi aivohome?
aivohome...
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https://www.kansalaisaloite.fi/fi/aloite/13689
allekirjoittakaa kansalaisaloite palkkavarkauden kriminalisoinnista. tämä on työntekijän eduksi menevä lakipykälä ja on naurettavaa ettei sääntö-suomessakaan ole laitonta maksaa liian vähän palkkaa vaan näitä tapauksia pitää vääntää joko itse raastuvassa jos siihen on varaa tai liittojen lakimiehet mukana mikäli sellainen on mahdollista. tämä laittaa työntekijät erittäin epätasa-arvoisiin tilanteisiin joissa matalapalkka-aloilla työskentelevät varsinkin suomea puhumattomat tai huonosti puhuvat työntekijät ovat erityisen alttiita hyväksikäytölle. vuokratyöfirmat jotka tekee tätä paskaa yötäpäivää saavat näistä tapauksista usein vain yksittäisen näpäyksen sormille joten puhtaalla matikalla niiden kannattaa aina jatkaa. ehkä tämä tasottaisi pelipöytää.
jos munkaltainen oikeusmurhavaltiota vastustava lopeensa vaalipolitiikkaan ja aloitteisiin ja asteittaiseen muutokseen uupunut anarkomarko voi uhrata pari minaa ja klikkausta tän allekirjoittamiseen ja jakamiseen, niin niin voit sinäkin. tässä on vain 12k allekirjotusta ja 50k tarvitaan ja kohta puolet 6kk ajasta on jo ohi. jos oikeistohallitus norjassa voi hyväksyä tällaisen lain niin niin voi meidän ek-mafiahallituskin. herätys!
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omenoidenunohtelia · 4 months
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en tiiä kuka älykääpiö siellä facebookilla on töissä ku joka ikinen kerta ku nään threads-mainoksia instassa me on jotain tosi negatiivista et esim. ku seuraam paljo tatuoijia nii ne threads-mainokset on sii ku siellä on kokonaisia anti-tatuointi communityja?? ja sit se mainostaa mulle myös terffejä?? ok eli siis sun platta on siis täynnä vihapuhetta ja negatiivista sisältöä, tosi hyvä mainos 🤣
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vorticimagazine · 3 months
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Una legge per controllare "gli algoritmi aggressivi”
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Ancora una volta noi di Vortici.it vi proponiamo un  approfondimento AIDR riguardante vari temi connessi ai rischi delle nuove tecnologie: "algoritmi aggressivi", intelligenza Artificiale (IA), social network, poichè è divenuta prepotentemente la nuova frontiera del nostro tempo a cui adeguarsi(in fondo lo stiamo già facendo in maniera inconsapevole).
"Proteggere i bambini dai contenuti dannosi": i pericoli legati agli algoritmi aggressivi, all'intelligenza artificiale e azioni genitoriali di controllo
di Monica Constantin giornalista e Fulvio Oscar Benussi giornalista e socio Fondazione AIDRLa diffusione in Rete di contenuti diseducativi e perciò inaccettabili ci interroga sulle azioni da svolgere per proteggere i bambini dai contenuti dannosi. In questo articolo presenteremo un'interessante iniziativa legislativa tesa a mettere sotto controllo gli algoritmi aggressivi. Parallelamente parleremo delle azioni genitoriali che possono favorire/ridurre il rafforzamento delle autodifese dei bambini nei confronti degli "agguati" che possono aver luogo nei contesti digitali. Infine prenderemo in considerazione la presenza sempre più estesa dell’intelligenza artificiale in Rete e i connessi rischi di inquinamento cognitivo che essa può rappresentare nello sviluppo dei bambini. Quindi valuteremo i possibili rimedi tecnologici utili alla difesa dei minori dalle insidie della Rete Online Safety Act, una legge per "mettere sotto controllo gli algoritmi aggressivi" Per tutelare i minori dalle insidie delle Rete il 26 ottobre 2023 in Inghilterra è stato approvato l'Online Safety Act. La norma prevede che OFCOM, l'Autorità di Regolamentazione dei Servizi di Comunicazione, abbia il potere di individuare e di far rimuovere un'ampia gamma di post e media ritenuti "dannosi" per i bambini. L'Online Safety Act consente ad OFCOM di stabilire nuove e rigide regole per i servizi presenti in Internet relativamente al modo in cui interagiscono con i bambini. Essa crea un dovere di diligenza per le piattaforme online, imponendo loro di prevenire la diffusione di contenuti illegali oppure legali ma "dannosi" per gli utenti più giovani. Questo perché i contenuti e i messaggi veicolati, se fuori controllo, possono danneggiare questo segmento di utenza. Alle piattaforme e ai social network che non rispetteranno questo dovere potranno essere comminate multe fino a 18 milioni di sterline (21.240.000 euro) o corrispondenti al 10% del loro fatturato annuo. Nel caso le società presenti in Internet non seguissero le rigide regole indicate ne conseguirà l'intervento di OFCOM che potrà anche bloccare l'accesso ai siti e servizi Web inadempienti. La norma prevede obblighi anche a tutela di altre categorie di utenti: in particolare le piattaforme tecnologiche sono tenute a introdurre sistemi che consentano a tali utenti di filtrare, eliminandoli dalla possibile visione, quei contenuti da loro ritenuti inappropriati e che perciò non vogliono incontrare nelle loro navigazione in Rete. Strategie a tutela dei bambini I gestori di piattaforme online: • dovranno rafforzare le Linee guida dei contenuti accettabili all’interno del servizio offerto stabilendo regole chiare su quali contenuti siano indesiderabili; • dovranno garantire un monitoraggio continuo impiegando team di revisione umani affiancati da strumenti automatici per monitorare e rimuovere i contenuti inappropriati; • saranno tenuti ad aggiornare costantemente gli algoritmi di controllo per riconoscere ed eliminare nuove minacce. • saranno tenuti a implementare filtri di contenuto che rendano non raggiungibili dai minorenni i contenuti inappropriati per la loro età; • dovranno essere resi disponibili per i genitori strumenti che permettano il controllo parentale di ciò che i loro bambini possono, oppure non devono, vedere; • dovranno prevedere una accurata verifica dell’età per limitare l'accesso a determinati contenuti ai minori. • per trasparenza dovranno essere periodicamente pubblicati report che descrivono come vengono gestiti i contenuti inopportuni per gli utenti minorenni; • andranno previste anche restrizioni, gestite dalla tecnologia, che blocchino l'accesso a chi non deve poter vedere i post dei minori. Per incrementare la resilienza degli utenti, soprattutto se minori, si dovranno realizzare campagne per educarli sui rischi associati alla navigazione in Internet e alla visione e consultazione di contenuti dannosi. Andranno anche fornite risorse educative ai genitori e agli educatori sulle strategie da seguire per proteggere online i lori bambini. Azioni genitoriali che favoriscono/riducono le autodifese dei bambini nei confronti degli agguati digitali In un mondo sempre più digitalizzato ed interconnesso risulta molto difficile negare l’accesso e l’utilizzo dei social media ai minori. E cedere alle richieste in tal senso è quasi inevitabile a patto di riuscire a mantenere sotto controllo la situazione, ufficialmente per tutelarli dai pericoli della rete, verosimilmente per assicurarsi la vigilanza costante sui movimenti dei nostri figli, che da tempo immemorabile tendiamo ad iperproteggere, con tutto quello che ne può conseguire. E se fino a qualche decennio fa l’esercizio del controllo consisteva nella “repressione” di alcune libertà, oggi è diventato tutto più complicato. Proteggere i nostri figli dai contenuti dannosi della rete esercitando un eccessivo controllo implica alcune problematiche da non sottovalutare. Innanzitutto, ciò può limitare la loro creatività e lo sviluppo di un pensiero critico ed indipendente, con la conseguente incapacità di pensare al di fuori degli schemi. Se sperimentare e commettere errori sono tappe fondamentali per un sano e naturale processo di crescita, limitare o incanalare la loro conoscenza impedirà loro di sviluppare un proprio pensiero autonomo. Prendere una decisione, manifestare una libera opinione, argomentare con logica, difendere una posizione ingenereranno ansia, senso di incapacità ed inadeguatezza, financo frustrazione, bassa autostima, incapacità di affrontare le sfide che la vita presenta. Indagare la vita multimediale dei propri figli, geolocalizzarne la posizione, sorvegliare il videogame a cui giocano, le chat in cui scrivono pretendendo di farne parte, conoscere il chi, il come, il quando di ogni secondo della loro vita rischia di generare futuri adulti insicuri, incapaci di confrontarsi e di scontrarsi, di trovare una propria collocazione in un mondo sempre più interdipendente. Le azioni genitoriali che possono ridurre la curiosità dei bambini includono una vigilanza ossessiva e un controllo soffocante. Quando ogni passo e ogni azione vengono monitorati e regolamentati, si priva il bambino della possibilità di esplorare autonomamente il mondo che lo circonda. Tale sorveglianza asfissiante riduce il desiderio di scoprire e sperimentare, poiché ogni tentativo di avventurarsi fuori dai confini imposti viene rapidamente soffocato. Un esempio lampante di controllo eccessivo è rappresentato dall'uso del registro elettronico nelle scuole. Questo strumento, pur utile per monitorare l'andamento scolastico, limita totalmente la possibilità di marinare la scuola, privando i ragazzi della possibilità di disubbidire e quindi di provare l'ebrezza della trasgressione. Sebbene ciò possa sembrare positivo, la disubbidienza e le conseguenti sgridate e punizioni da parte dei genitori giocano un ruolo fondamentale nel processo di crescita. Attraverso l’esperienza della trasgressione e dei suoi esiti i ragazzi imparano a comprendere le conseguenze delle proprie azioni e a sviluppare un senso di autonomia e responsabilità. È essenziale trovare un equilibrio tra protezione e libertà, consentendo ai bambini e ai ragazzi di esplorare, soddisfare la loro curiosità, imparare e crescere attraverso le proprie esperienze e i propri sbagli. Solo attraverso un sano equilibrio tra guida e autonomia i giovani possono sviluppare le competenze necessarie per muoversi in un mondo sempre più complesso e interconnesso, diventando adulti consapevoli, sicuri di sé e capaci di affrontare le sfide della vita con coraggio e determinazione. Inquinamento cognitivo: e se in Rete si nascondesse anche un Genio maligno? Anche l'avvento dell'intelligenza artificiale oltre ai benefici comporta dei rischi. L'inquinamento cognitivo è un fenomeno sempre più preoccupante operato dagli algoritmi di apprendimento automatico e dai bot dei social media che diffondono informazioni fuorvianti e intrappolano gli individui in bolle ideologiche. La costante esposizione a contenuti di bassa qualità e a notizie false mina la capacità di concentrazione e di elaborazione delle informazioni. L'attenzione, risorsa fondamentale per l'apprendimento e il ragionamento, viene continuamente ostacolata. Questo porta a una diminuzione delle capacità cognitive, influenzando negativamente la memoria e la capacità di risolvere problemi complessi. Una delle sfide sociologiche più pressanti è capire perché le persone affidano sempre più decisioni personali all'intelligenza artificiale. Gli algoritmi predittivi e i sistemi di raccomandazione promettono una vita facile e veloce, ma c'è il rischio che gli individui perdano il contatto con il proprio processo decisionale. Nella nostra cultura, in costante confronto coi dati, molte persone si sentono sopraffatte. Gli algoritmi predittivi intelligenti dettano incessantemente ciò che presumono essere i nostri desideri veri, creando una sorta di profezia che si autoavvera. Le previsioni elaborate dagli algoritmi diventano surrogati dell'autonomia personale limitando l'apprendimento di competenze utili a sviluppare la capacità di agire in modo autonomo. Questo processo, definito "esternalizzazione decisionale" (decision outsourcing), comporta quindi rischi significativi per lo sviluppo dell'autonomia personale. La sovrabbondanza di informazioni digitali rende difficile discernere tra dati rilevanti e irrilevanti, aumentando il rischio di prendere decisioni basate su bias cognitivi e percezioni distorte della realtà. Gli studi di Kahneman e Tversky mostrano come le persone, in condizioni di incertezza e rischio, tendano a fare affidamento su scorciatoie mentali, o euristiche, che spesso enfatizzano i pregiudizi nelle scelte. I bambini, in particolare, sono vulnerabili agli effetti dell'inquinamento cognitivo. La loro capacità di concentrazione e il loro sviluppo cognitivo possono essere seriamente compromessi dalla sovraesposizione a schermi e informazioni digitali non filtrate. L'uso eccessivo di dispositivi digitali può interferire con lo sviluppo delle capacità di lettura, scrittura e calcolo, oltre a limitare le interazioni sociali necessarie per un sano sviluppo emotivo e comportamentale Nel giugno 2024, Papa Francesco parteciperà al vertice del G7. Egli, nei suoi discorsi, ha espresso sia dubbi che ottimismo riguardo alle tecnologie emergenti. Pur incoraggiando a evitare visioni pessimistiche, ha costantemente evidenziato i rischi drammatici associati all'intelligenza artificiale(nel seguito A.I.), mettendo in guardia contro l'inquinamento cognitivo. Un esempio significativo di come gli algoritmi influenzino la nostra vita quotidiana risale al 2004, quando Google ha iniziato a personalizzare i risultati delle ricerche in base alle preferenze degli utenti con la funzione "Search History". Un altro momento cruciale è stato il lancio di ChatGPT il 30 novembre 2022 e delle altre A.I. (Gemini, Dall E3, Claude, Meta Lama, Astra, ecc.). Tra le applicazioni di A.I. segnaliamo:• motori di ricerca e assistenti virtuali: essi forniscono informazioni e risposte rapide, ma possono anche creare bolle informative che evitano l'accesso a punti di vista diversi; • algoritmi di raccomandazione: utilizzati da piattaforme di social media, streaming e e-commerce per suggerire contenuti e prodotti, che influenzano le nostre scelte e abitudini; • analisi dei dati e pubblicità mirata: raccolgono e analizzano grandi quantità di dati per creare profili dettagliati degli utenti, spesso senza la loro piena consapevolezza. Queste tecnologie, sebbene utili, possono contribuire all'inquinamento cognitivo in quanto favoriscono la diffusione di informazioni manipolate e l'amplificazione di pregiudizi cognitivi. È allora fondamentale promuovere una maggiore consapevolezza ed alfabetizzazione digitale, soprattutto tra i più giovani, per poter sfruttare al meglio le potenzialità dell'A.I. e contenerne gli effetti negativi. Modalità che permettono di ridurre l’eventualità di ritrovarsi “rinchiusi” in bolle ideologiche Gli algoritmi utilizzano i cookie per profilare gli utenti, presumere i loro desideri e assecondarli creando una sorta di “profezia ideologica che si autoconferma”. Ecco i link dove poter agire per rimuovere i cookie collegati ai seguenti servizi Internet (operazione che consigliamo di svolgere periodicamente): • Browser: https://www.aranzulla.it/come-eliminare-i-cookie-78137.html • Meta: https://it-it.facebook.com/help/336858938174917 • Instagram (per farlo bisogna cancellare la cache di Instagram): https://www.aranzulla.it/come-pulire-la-cache-di-instagram-1390883.html#:~:text=Innanzituttoavvial'appImpostazioni,Facilevero • TikTok: https://www.tiktok.com/legal/page/eea/privacy-policy/it L'intelligenza artificiale, come si comprende è un argomento vastissimo e noi di Vortici.it, di seguito vi ricordiamo alcuni dei nostri contenuti: - Valutazioni su Chat IA e cyber sicurezza - L’intelligenza artificiale - Fiabe e IA: un confronto - Codice dell’innovazione tecnologica Immagine di Copertina: AIDR Read the full article
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nicolae · 9 months
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Algoritmi IA utilizați în securitatea națională
AI Algorithms Used in National Security Abstract Artificial intelligence is a fast -growing technological field, which captures the attention in the field of defense, political decision makers and international competitors. Artificial intelligence is increasingly playing a significant role in the analysis of intelligence, which is the process of collecting, evaluating and interpreting information…
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adriaticpulse · 2 days
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Zabrinjavajući TikTok trend: AI prevodi Hitlerove govore
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