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Presentazione della Rivista di Storia, Arte e Archeologia per le Province di Alessandria e Asti: Un Viaggio nel Tempo tra Ricerca e Cultura
La nuova edizione 2024 sarà svelata il 22 ottobre presso la Biblioteca Civica di Alessandria, con approfondimenti su storia locale e ricerche archeologiche.
La nuova edizione 2024 sarà svelata il 22 ottobre presso la Biblioteca Civica di Alessandria, con approfondimenti su storia locale e ricerche archeologiche. Martedì 22 ottobre 2024, alle ore 17.30, la Biblioteca Civica “Francesca Calvo” di Alessandria ospiterà la presentazione della nuova edizione della Rivista di Storia, Arte e Archeologia per le Province di Alessandria e Asti. Fondata nel…
#Alberto Ballerino#Alessandria#Archeologia#Arciconfraternita#Arte#Asti#Biblioteca Civica#Cultura Locale#ebrei casalesi#epoca moderna#Eventi culturali#Fausto Miotti#Francesco Cacciabue#Giacomo Cellerino#Giancarlo Libert#Gonzaga#Lucilla Rapetti#Maria Beatrice Ferrarotti#Medioevo#Monferrato#Novecento#patrimonio culturale#presentazione editoriale#ricerca accademica.#ricerche storiche#Rivista di Storia#San Marziano#Società di Storia Arte e Archeologia#storia del Piemonte#storia locale
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明治の出版
- “Why?” [the merchant] asked. “I’ve got it [the yesterday newspaper] - what more do I want?” - “Yes, you have one day’s issue, and it comes out every day.” - “So I understand,” he replied, “but having it already, why should I take it everyday?” And all the clerks laughed, thinking it an excellent stroke of wit, no doubt.
La nascita dell’editoria moderna in Giappone 1853–1890
L’evoluzione dell'editoria moderna e stampa giornalistica in Giappone tra il 1853 e il 1890 attraverso un'indagine approfondita degli sviluppi tecnologici, sociali e politici dell'epoca.
di Simon Pilati 19,20€ - 154 pagg. a colori ISBN 9781446129609 © Giugno 2024, Italia
INFO E ANTEPRIMA
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Le conchiglie
Hugh e Marguerite Stix e R.Tucker Abbott
Fotografie di H.Landshoff
Garzanti, Milano 1969, 197 pagine, 29,5x27,5
euro 25,00
email if you want to buy [email protected]
Afrodite, dea dell’amore e della bellezza, nasce dal mare e da una conchiglia. È un mito che in versioni diverse compare in varie civiltà e testimonia il fascino che queste mirabili creature marine hanno sempre esercitato sull’uomo. Nelle tombe preistoriche troviamo conchiglie a profusione, talora riprodotte in metallo, in legno, in pietra. Nelle culture arcaiche le conchiglie furono usate come utensili, ornamenti, monete, persino come strumenti a fiato. Al loro potente simbolismo si riallacciarono non solo i riti magici primitivi ma anche le religioni di grandi civiltà storiche. Rilevante fu l’influenza sulle attività artistiche delle infinite forme delle conchiglie, imitate e riprodotte in ogni epoca e in ogni parte del mondo in opere architettoniche, sculture, dipinti, gioielli. In questo libro, che è il risultato delle ricerche di due appassionati collezionisti, Marguerite e Hugh Stix, e della collaborazione di un illustre malacologo, il professor R. Tucker Abbott, le conchiglie sono presentate nella loro gamma infinita di strutture, linee, lucentezze, trasparenze, luminescenze, lasciando che parlino da sé attraverso le stupende immagini di un fotografo artista: H. Landshoff. Il capitolo introduttivo illustra il significato che le conchiglie hanno assunto nei miti, nelle religioni, nelle arti, nella storia delle varie civiltà, e narra la storia affascinante del collezionismo lungo i secoli. I commenti alle singole tavole descrivono con rigore scientifico le caratteristiche d’ogni esemplare riprodotto. Un libro di grande interesse per lo specialista, per l’appassionato, per il semplice curioso.
11/08/24
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Il Lorem Ipsum ci salverà
Ora, se mi chiedi chi siano la viscontessina Vacca di Vacconia (lo senti, il femminismo intersezionale che vola dalla finestra?) e la marchesina Sticazzi di Sticazzonia, potrei certamente inventarmi qualcosa dal nulla e ne verrebbe fuori roba magari anche divertente.
Ma la verità è che sono, ovviamente, dei segnaposto. Dei lorem ipsum più fantasiosi di un semplice lorem ipsum, ma che hanno la stessa funzione: mettere in un angolo i dettagli e permettere a chi scrive di andare avanti senza incastrarsi in piccolezze.
Forse non ti starò dicendo nulla di sconvolgente e stiamo magari parlando di acqua calda, ma io questo trucchetto non l'avevo mai usato prima - da brava tonta. L'ho messo in atto solo durante la primissima stesura del mio romanzo.
Mi ero accorta che il mio problema numero uno durante la scrittura era ultra focalizzarmi sui dettagli. Nomi. Diciture giuste di materiali e oggetti di altre epoche. Precisazioni storiche e geografiche. Ancora, dettagli, tutta roba che non sposta di una virgola il peso della narrazione ma che ha il potere di inchiodarti e di farti passare ore e ore ad annegare tra decine di schede aperte su Google.
E cosa succede quanto ti inchiodi? Che la voglia di scrivere salta dalla finestra (insieme al femminismo di prima). Almeno, funziona così per me.
Quindi, meno dettagli, più lorem ipsum da compilare in un secondo momento, più marchesine Sticazzi di Sticazzonia e più flussi di scrittura indisturbati e divertenti. C'è sempre tempo per pipparti un intero pomeriggio di ricerche per rendere verosimile e accurato ciò che scrivi: per adesso, scrivi.
#consigli di scrittura#scrittura#scrivere#scrittrice#libro#book#writing#writer#writing tips#writing life#writers on tumblr
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Uccellini
Questi tre stupendi disegni sono tratti da un libro che è uno dei pilastri dell'ornitologia moderna: Birds Of America, pubblicato tra il 1827 e il 1838 da John James Audubon. Figlio di un ufficiale della marina francese, nacque a Saint Domingue, la colonia francese caraibica che diventerà Haiti, nel 1785. Quando ritornò in Francia, studiò presso la bottega del grande pittore David. Quando ci furono le primo costrizioni napoleoniche, nel 1803, tramite il padre ufficiale ebbe un passaporto e si trasferì negli Stati Uniti. Qui si sposò, ebbe dei figli e vivendo in una casa in campagna iniziò a ritrarre la fauna ornitologica del Massachusetts, ma piano piano ampliò le ricerche finendo per completare, in vari anni, la sua opera, che comprende 435 stampe di specie di uccelli del Nord America, 35 delle quali sono le uniche testimonianze di specie ormai estinte. Il libro è considerato uno dei capolavori del settore, nonché il primo Atlante Naturalistico in senso proprio. Tra l'altro molte specie di uccelli sono a lui dedicate in quanto fu il primo a descriverne le caratteristiche e a ritrarne i lineamenti.
Tra queste, una delle più famose è la berta di Audubon, che è questa:
Nome scientifico Puffinus lherminieri, e deve il suo nome al fatto che René Primevère Lesson, celebre naturalista francese, ne classificò la natura di specie unica dai disegni di Audubon.
Orbene, la Società Statunitense di ornitologia (American Ornithologists' Union) ha al proprio interno un Comitato per la nomenclatura delle specie ornitologiche (American Classification Committee) che ha preso questa decisione, dopo una lunga discussione interna: eliminare nella classificazione delle specie ornitologiche tutti i riferimenti a persone o figure storiche del passato: oltre alla berta di Audobon, rischiano la ghiandaia di Steller, dal nome del botanico, zoologo, medico ed esploratore tedesco attivo in Russia, considerato un pioniere della storia naturale dell'Alaska, il colibrì di Anna, chiamato in onore di Anna Massena, Duchessa di Rivoli, vari tipi di orioli e decine e decine di altre specie. Questo, secondo le parole della presidentessa della Società Coleen Handel perchè "C'è potere in un nome, e alcuni nomi di uccelli inglesi hanno legami con il passato che continuano ad essere non inclusivi e offensivi oggi (...) Abbiamo bisogno di un processo scientifico molto più inclusivo e coinvolgente che concentri l’attenzione sulle caratteristiche uniche e sulla bellezza degli uccelli stessi. Tutti coloro che amano e che si prendono cura degli uccelli dovrebbero poter goderne e studiarli liberamente, e gli uccelli hanno bisogno del nostro aiuto ora più che mai". Aggiunge poi che le tassonomie ottocentesche erano misogine e razziste e che "Come scienziati, lavoriamo per eliminare i pregiudizi nella scienza".
Questo è l'apice di un processo ideologico, comunemente definito cancel culture, che da alcuni anni ha preso piede in maniera devastante nel mondo culturale, e anche accademico, anglosassone. Caso emblematico fu la decisione della casa editrice di Amanda Gorman, la giovane poetessa che declamò i suoi versi alla cerimonia di insediamento del presidente Biden. Il suo libro, The Hill We Climb, su precise direttive della casa editrice americana, non fu tradotto in Spagna da Victor Obiols, ritenuto inadatto dall’editore americano in quanto uomo, non nero, non attivista. Ma casi analoghi sono avvenuti in altri paesi sulle generalità dei traduttori e traduttrici.
È l'apoteosi di un assunto, che ormai impera nella nostra società contemporanea (direi per colpa dell'assuefazione al loro pensiero dominante): non importa mai cosa e come dici le cose, le sostieni o le fai, ma solo chi le dice, chi le sostiene e chi le fa. Oggi Chiara Valerio ha scritto: "Non discutiamo più, rispondiamo a sondaggi e a incitamenti di una curva, il cui principio e la fine è la riduzione a macchietta dell'altro e della sua posizione che si suppone parimenti basata su sondaggio e tifo (...) Indossare una casacca è, mi pare, la fine della cultura intesa come esercizio dell'altro che abbiamo sempre praticato" (la Repubblica, Zerocalcare, Lucca e il ruba bandiera, pag. 37 del giornale del 3/11/2023).
L'esempio di Audubon è calzante poichè la decisione di cancellare il suo nome per la berta si deve al fatto che, come molti uomini del suo tempo, aveva degli schiavi, e aveva posizioni che oggi definiremmo "contraddittorie" sullo schiavismo. Tipico del sistema della Cancel Culture è di fare il più classico degli errori: prendere solo il pezzo di Storia che ci interessa, relazionarlo al nostro modo attuale di pensare, e condannare l'altro che, nella maggior parte dei casi, non può manco difendersi essendo morto da centinaia di anni. Tra l'altro in nome di Audubon fu fondata nel 1905 la National Audubon Society che è ancora oggi negli USA una delle più grandi e battagliere associazioni per la salvaguardia della Natura.
Quello che mi chiedo è che effetto avrà sulla berta, sul suo habitat, sulle politiche in favore della sua conservazione, studio e ricerca, il fatto di non chiamarsi più di Audubon. E se qualcuno ha mai avuto difficoltà a studiarla, a proteggerla perchè il suo nome era dedicato ad un uomo unanimemente considerato come uno dei padri della ornitologia mondiale (cosa che non viene smentita nel comunicato della Società di ornitologia americana).
Victor Obiols disse dopo che gli fu impedito di tradurre la Gorman:"Se non posso tradurre una poetessa perché donna, giovane e afroamericana nel mio medesimo secolo, non posso neanche tradurre Omero giacché non sono un greco dell’ottavo secolo a.C. E nemmeno Shakespeare non essendo un inglese del 16esimo secolo".
Gli proporrei di tradurre un libro di ornitologia. Possibilmente non scritto negli Stati Uniti.
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Partire da un mondo inviolato e dalla mente bambina delle prime generazioni storiche di uomini che lo percorsero e battezzarono con le loro sensazioni corporee e il loro stupore esistenziale, è ciò che fa Pavese nei Dialoghi con Leucò. In essi è il frutto delle sue ricerche e riflessioni antropologiche, psicologiche, religiose.
La terra, il sangue, il fuoco, la grotta, il mare, la selva, sono elementi primigeni, enti concreti diventati simboli condivisi che non perdono del tutto la materialità, come ad esempio la spiga e la vite, Cerere e Bacco, pane e vino, tornati terra (corpo) e sangue nel sacrificio di Cristo (non a caso, egli annota che la spiritualità estrema coincide con il materialismo).
Sebbene il sacro (o almeno la sua percezione) abbia origine umana, sorto dai bisogni fisici e psicologici dell'uomo, esso non è spodestato dalla sua funzione di conferire senso, attraverso la narrazione, all'esistenza. Questo libro è infatti l'autobiografia allegorica del narratore, attraverso la storia delle origini della narrazione: così come il narratore singolo rielabora il sacro del proprio passato, dovuto alla conoscenza del mondo nell'infanzia, così l'umanità rielabora la propria infanzia storica dando origine ai miti religiosi.
Le note estetiche più piacevoli di questo libro sono le tinte sanguigne e ferine degli slanci vitali (mortali) e la poesia attonita e quasi indicibile della seduzione divina e immortale: la quiete, la stabilità imperturbabile, il silenzio di fondo dal quale sorgono e al quale vanno tutte le cose.
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Un Grazie di cuore all'amico blogger e YouTuber Mario Lorenzini per questa bellissima intervista sui miei due romanzi ANELLI MANCANTI - Capire chi siamo attraverso la vita di chi ci ha preceduti (Autobiografico-storico-genealogico) e OCEANO di SENSI (Fiction-storico-erotico), quest'ultimo ambientato parte in Italia e parte nella Libia pre-Gheddafi.
Un Grazie di cuore anche all'amico Dr. Edmondo Marra per avermi consentito la ricostruzione di una parte del ramo paterno grazie alle sue accurate ricerche storiche e genealogiche.
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#mario lorenzini#maria teresa de donato#anelli mancanti#oceano di sensi#edmondo marra#romanzi#storia#intervista#Youtube
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Israele uguale nazismo? Cosa succede quando l’uso politico della storia si incontra con l’ignoranza della storia? L’uso politico della storia non è certo una novità. È sempre stato praticato. Si ricorre strumentalmente all’uno o all’altro esempio storico scegliendo l’interpretazione che si ritiene più conveniente al fine di dare sostegno, di fornire legittimità, alla posizione politica che si sta difendendo. A chi ne fa un uso politico, della storia in sé, di che cosa sia realmente accaduto in passato, non importa un bel nulla: si usa la storia come una clava, è solo un mezzo utile per fare propaganda, per conquistare proseliti, per sconfiggere le posizioni avversarie. Ma se la novità non sta certo nell’uso politico della storia, è nuovo il contesto in cui vi si fa ricorso. (...)
Le ricerche condotte dagli specialisti della comunicazione danno al riguardo indicazioni chiare: una grande quantità di persone che vive immersa nel presente ha perduto la capacità di capire che il presente è influenzato dal passato. A queste persone sfugge la profondità storica di qualunque evento di cui sia testimone. E poiché il passato non conta nulla, non è considerato un mezzo per comprendere il presente, non ha nemmeno senso dotarsi di un minimo di conoscenze storiche. Un tempo l’uso politico della storia, la storia usata come clava, incontrava un limite, ovvero esistevano degli anticorpi. Una parte almeno dei ceti istruiti era dotata di sufficienti nozioni storiche,e disponeva di sufficiente senso storico, da non farsi imbrogliare. Adesso non è più così, gli anticorpi sono svaniti o si sono assai indeboliti. A qualcuno è stato detto che un tempo (il quando, nonché il contesto, ovviamente, sono irrilevanti) è esistita una cosa denominata nazismo e di cui null’altro importa sapere se non che si trattava del male assoluto. Inoltre, quel qualcuno ha sviluppato nel tempo un odio viscerale nei confronti di Israele, Stato percepito come più potente dei suoi vicini e colpevole di essere appoggiato dall’Occidente. L’accostamento diventa automatico: Israele uguale nazismo. Non c’è alcun bisogno di sapere qualcosa né della storia del nazismo né di quella di Israele per stabilire l’associazione. E poiché ignoranza della storia significa anche ignoranza di cosa sia e di quanto abbia storicamente pesato l’antisemitismo, non sorprende che una quantità così elevata di studenti universitari, da Harvard alle università europee, non abbia problemi a fare un simile accostamento. (...)
Per aiutare a comprendere quanto sta accadendo in Medio Oriente occorrerebbe spiegare che si tratta di una vicenda complessa che inizia nel 1948 con la nascita dello Stato di Israele e il conseguente «rifiuto arabo». Nessuna comprensione di quanto è accaduto e accade è possibile se non si parte da lì. Gli stessi errori di Israele (le colonie in Cisgiordania, l’illusione di potere difendere all’infinito lo status quo, ossia i precarissimi rapporti fra due popoli reciprocamente ostili) non si spiegano se non ricostruendo quel quadro generale. Ma, appunto, ciò presuppone che l’interlocutore sia disposto a riconoscere il peso e l’importanza della storia per comprendere il presente. Il che però è impedito o quanto meno reso assai difficoltoso dal clima e dalle tendenze dominanti. La sopra citata ricerca del Cattaneo lascia aperto uno spiraglio. Risulta che gli atteggiamenti negativi verso gli ebrei sono più accentuati fra gli studenti con alle spalle un basso rendimento scolastico. In altri termini, anche nell’epoca dei social, la scuola può fare, almeno in parte, la differenza. Se essa tornasse al rigore di un tempo forse si potrebbero ricostituire gli anticorpi necessari per contenere la diffusione delle credenze più aberranti. L’incontro fra uso politico della storia e ignoranza della storia genera mostri. Ciò, di sicuro, non fa bene alla democrazia.
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Quel manipolo di "rossi" che soffoca Wikipedia
Chi propone voci storiche contrarie alla vulgata di sinistra è sbattuto fuori senza troppe cerimonie: alla faccia della conclamata neutralità
Catalogare il mondo e metterlo a disposizione dell'umanità, ecco il sogno che Diderot e gli Illuministi volevano realizzare con l'Encyclopédie, un progetto che avrebbe messo in seria discussione il sapere e le autorità tradizionali
Quasi tre secoli dopo, sono le Enciclopedie a capitolare di fronte ad una nuova sfida, altrettanto ambiziosa e ancora più rivoluzionaria, che affida la catalogazione e la diffusione della conoscenza non più a una ristretta élite di dotti intellettuali, ma a una vasta massa di volonterosi dilettanti. Stiamo ovviamente parlando di Wikipedia, l'enciclopedia virtuale in cui si è imbattuto chiunque abbia un minimo di familiarità con Internet. Più simile alla Biblioteca di Babele immaginata da Borges che alla Enciclopedia Treccani elaborata da Gentile, Wikipedia è una delle poche realtà efficienti e gratuite che da oltre un decennio sono un saldo punto di riferimento nel caotico mare magnum della Rete, che ha inghiottito corazzate che sembravano inaffondabili come Second Life o Myspace e progetti simili come l'enciclopedia multimediale della Microsoft Encarta o quella lanciata da Google chiamata Knol e totalmente dimenticata.
Concepita nel 2001 da Jimmy Wales, un utopista smanettone appassionato di Ayn Rand, e da uno scettico dottorando in filosofia all'Università dell'Ohio, Larry Sanger, Wikipedia prende il nome da un termine hawaiano, wiki, che significa veloce; sin dall'inizio si offre come piattaforma di contenuti prodotti e curati da chiunque ne avesse accettato le regole fondamentali, conosciute come i Cinque Pilastri: niente ricerche originali, punto di vista neutrale, verificabilità delle fonti, e due comandamenti che riecheggiano quelli di Steve Jobs: be bold, ovvero «sii audace», e «ignora tutte le regole». In questo caso, la differenza sta nel fine, che non è, come per Apple, il profitto mascherato da raffinatezza, ma la catalogazione e la diffusione di tutto lo scibile umano senza scopo di lucro.
Il successo è immediato, e supera ogni rosea previsione: aperta a tutti e con la neutralità dell'informazione come requisito fondante, Wikipedia si diffonde a macchia d'olio, diventando la prima enciclopedia al mondo per mole di informazioni e lettori, mentre progetti di ben altre ambizioni e solidità innalzano bandiera bianca, come l'Encyclopedia Britannica, che nel 2012 ha rinunciato alla versione cartacea, o la nostra Treccani, che ha addirittura abdicato al suo ruolo guida, rimandando i suoi lettori online ad alcune voci di Wikipedia. Oggi, la libera enciclopedia del web è pubblicata in 285 lingue, comprese quelle morte come il latino, o artificiali come l'esperanto e il klingoniano, noto solo agli aficionados di Star Trek. La sola versione in lingua inglese, se stampata, oggi occuperebbe 2000 volumi come quelli di un'enciclopedia classica, con un indice superiore ai quattro milioni di voci, quasi tutte attendibili, grazie al lavoro costante dei collaboratori e degli amministratori, volontari eletti dalla comunità e preposti al controllo delle singole voci.
Alla storia di questo progetto è dedicato un brillante saggio: Wikipedia, di Emanuele Mastrangelo ed Enrico Petrucci, edito da Bietti (pagg. 394, euro 16). Oltre a descrivere accuratamente la storia di Wikipedia, il libro getta qualche ombra sugli amministratori della versione in italiano, che, invece di essere gelosi custodi della neutralità del sapere, sono zelanti vestali del politicamente corretto.
Come ha provato sulla propria pelle uno degli autori, chi non si conforma alla vulgata resistenziale, anche se è un ricercatore laborioso e affidabile, viene inesorabilmente espulso dalla comunità dei collaboratori italiani. Un piccolo ma agguerrito manipolo di amministratori fa catenaccio contro le forze oscure della reazione in agguato, vigilando contro la pubblicazione di versioni che possano anche lontanamente mettere in dubbio l'egemonia culturale della sinistra, vedi le voci sull'Attentato di via Rasella (derubricato a Fatti di via Rasella), per non parlare della Guerra civile in Italia 1943-45, realtà inconcepibile per chi conosce soltanto la gloriosa ribellione del popolo italiano contro la sanguinaria tirannide.
I gendarmi della memoria agiscono come la psicopolizia descritta da Orwell in 1984, impegnata a riscrivere la storia; ma i nostalgici degli Anni Settanta, che, per fortuna, sopravvivono quasi solo su Internet, non sono gli unici colpevoli, dato che sarebbe facile impegnarsi a contrastarli con successo, come dimostrano i due autori. Purtroppo, anche in Rete, come sui grandi giornali e nelle televisioni nazionali, la cultura, se non è allineata, non interessa quasi a nessuno: è talmente noiosa�.
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L'Egitto mantiene la sua posizione di prima destinazione per i viaggiatori basati nella regione MENA nel secondo trimestre del 2018: Wego
L'Egitto ha mantenuto la sua posizione di prima destinazione per i viaggiatori provenienti dall'area MENA nel secondo trimestre (Q2) del 2018, secondo una ricerca pubblicata lunedì da Wego, il mercato di viaggi online per l'area MENA.
La ricerca evidenzia la popolarità di diverse località turistiche tra i visitatori della regione MENA. La classifica delle destinazioni si basa sulle ricerche di voli e alloggi effettuate da milioni di utenti dell'app e del sito web di Wego nel secondo trimestre del 2018.
Secondo l'indagine, l'Egitto continua a essere la prima destinazione, grazie al continuo sostegno dei turisti regionali, sia per il tempo libero che per gli affari.
Il sondaggio prosegue affermando che i turisti non riescono a stare lontani da questa misteriosa nazione, nota per le sue attrazioni storiche, le splendide crociere fluviali, le vivaci piazze di mercato e il rapporto qualità-prezzo complessivo.
L'India, nel frattempo, è avanzata significativamente di due posizioni, conquistando il secondo posto nel secondo trimestre del 2018 dal quarto posto dello stesso trimestre del 2017.
Secondo il sondaggio, questo grande aumento è dovuto principalmente al mese sacro del Ramadan, che inizia a metà maggio, e al gran numero di espatriati indiani che vivono nel Golfo e che scelgono di tornare a casa durante questo periodo (o subito dopo).
Allo stesso modo, il Pakistan è salito di due posizioni, passando dall'11° al 9° posto, per lo stesso motivo.
Nel frattempo, il rapporto rivela che l'Arabia Saudita ha perso terreno.
Secondo la ricerca, nel secondo trimestre del 2018 l'Arabia Saudita era al secondo posto, ma ora è scesa al terzo.
L'indagine ha rilevato che i turisti nazionali e stranieri che viaggiano per affari, piacere e Umrah (pellegrinaggio minore) hanno continuato a trovare l'Arabia Saudita una destinazione popolare nel secondo trimestre.
Provate una delle numerose attività, siti o esperienze disponibili nei viaggi in Egitto. Sfruttate le nostre offerte esclusive programmando subito uno dei nostri tour giornalieri in Egitto.
Un ottimo modo per vivere la città e tutte le sue attrazioni è rappresentato dai tour di un giorno al Cairo. In questa vivace metropoli ce n'è per tutti i gusti, dagli antichi monumenti ai centri commerciali all'avanguardia. Il Cairo si distingue dalle altre città per le sue strade animate, la sua cucina deliziosa e la sua gente ospitale.
I viaggiatori possono godere di emozionanti e istruttivi tour di un giorno a Luxor. Luxor è la sede di alcuni dei più magnifici siti e strutture antiche del mondo, come la Valle dei Re, il complesso del Tempio di Karnak e i Colossi di Memnon.
Indipendentemente dal tipo di esperienza che cercate per visitare questa magnifica nazione, assicuratevi di non perdere l'occasione di creare ricordi di una vita scoprendo tutte le bellezze che si trovano all'interno dei suoi confini con uno dei nostri tour dell'Egitto!
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LIBRI IN ITALIANO CON VIAGGI NEL TEMPO SEZIONE NARRATIVA GENERALE, video 2
- Timeline, di Michael Crichton
Link: https://amzn.to/2XpeSfx
Il romanzo inizia in un mondo in cui le nuove tecnologie, sfruttando anche le teorie della fisica quantistica, permettono di muovere istantaneamente informazioni e oggetti, senza cavi né reti. Computer piccoli come una molecola consentono anche agli uomini di visitare qualunque istante del passato: la storia potrebbe diventare un immenso luna park a disposizione dei turisti del tempo. È difficile immaginare i rischi di viaggi di questo tipo: lo apprende a proprie spese un gruppo di storici e archeologi che “visita” la Francia del Trecento e si trova catapultato nel pieno della Guerra dei Cent'Anni, tra assedi, duelli, briganti, soldataglie e affascinanti castellane.
- La confraternita degli storici curiosi, di Jodi Taylor (serie di 12 libri)
Link al libro: https://amzn.to/3sHjV9z
Link al post dove parlo di questa serie: https://weirdesplinder.tumblr.com/post/643733196166545408/jodi-taylor
Dietro la facciata apparentemente innocua dell’Istituto di ricerche storiche Saint Mary, si nasconde ben altro genere di lavoro accademico. Guai, però, a parlare di «viaggio nel tempo»: gli storici che lo compiono preferiscono dire che «studiano i maggiori accadimenti nell’epoca in cui sono avvenuti». E, quanto a loro, non pensate che siano solo dei tipi un po’ eccentrici: a ben vedere, se li si osserva mentre rimbalzano da un’epoca all’altra, li si potrebbe considerare involontarie calamite-attira-disastri. La prima cosa che imparerete sul lavoro che si svolge al Saint Mary è che al minimo passo falso la Storia vi si rivolterà contro, a volte in modo assai sgradevole. Con una vena di irresistibile ironia, la giovane e intraprendente storica Madeleine Maxwell racconta le caotiche avventure del Saint Mary e dei suoi protagonisti: il direttore Bairstow, il capo Leon Farrell, Markham e tanti altri ancora, che viaggiano nel tempo, salvano il Saint Mary (spesso - anzi sempre - per il rotto della cuffia) e affrontano una banda di pericolosi terroristi della Storia, il tutto senza trascurare mai l’ora del tè. Dalla Londra dell’Undicesimo secolo alla Prima guerra mondiale, dal Cretaceo alla distruzione della Biblioteca di Alessandria, una cosa è certa: ovunque vadano quelli del Saint Mary, scoppierà il finimondo.
- La mappa del tempo, di Felix J. Palma
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Londra, 1896. Il giovane e ricco Andrew Harrington è inconsolabile per la perdita dell'amata Marie, una prostituta uccisa anni prima da Jack lo Squartatore. A un passo dal suicidio però decide di tentare un'ultima, disperata mossa: tornare nel passato per cambiare il corso degli eventi e salvare la donna. In un'epoca di scoperte e invenzioni, questo sembra infatti possibile tanto che una nuova compagnia, la Viaggi Temporali Murray, dichiara di aver realizzato una macchina del tempo, già immaginata un anno prima da H.G. Wells nel suo celebre romanzo. Ma i viaggi nel tempo hanno effetti imprevisti: lo scrittore stesso è minacciato da un ciarlatano arrivato dal futuro, Marcus Rhys, che tenta di rubargli il manoscritto della sua ultima opera. Rhys è a sua volta inseguito dall'ispettore Garrett, che lo ritiene responsabile di una serie di crimini compiuti con armi misteriose. A servirsi del prodigioso apparecchio c'è anche l'eccentrica Claire Haggerty che, per scappare dalla rigida morale vittoriana, si sposta nell'anno 2000, dove incontra finalmente l'uomo della sua vita. Per tutti è solo una questione di tempo: sfuggirgli, trasformarlo, modificarlo potrebbe offrire loro l'unica possibilità di cambiare il proprio destino.
- Serie Oxford Time Travel di Connie Willis (5 libri, ma in realtà solo Blackout e All Clear vanno letti per forza asssieme, i romanzi precedenti seppur ambientati nello stesso universo sono a sé stanti)
1. Fire watch (inedito in italiano)
2. To say nothing of the dog (inedito in italiano)
3. L'anno del contagio
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Per la giovane Kivrin viaggiare nel tempo è un'esperienza unica e affascinante, ma in fondo non troppo difficile: l'importante è osservare le regole perché il suo improvviso arrivo nel 14° secolo risulti plausibile e passi inosservato. Il resto è compito della tecnologia futura che rende possibile un simile trasferimento temporale. Tuttavia il suo viaggio nel Medioevo sarà molto di più che la realizzazione di un sogno, anzi si trasformerà in un'esperienza decisiva, non solo per sé, ma addirittura per due epoche separate dall'abisso del tempo, eppure unite da un solo drammatico destino. disposizioni normative, prodotta al riguardo dal Ministero delle Finanze. nella distribuzione dei redditi personali e familiari.
4. Blackout (collana Urania)
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Inghilterra 2060. Tre esperti di viaggi nel tempo si preparano a tornare in momenti diversi della Seconda guerra mondiale. La missione: osservare, da un punto di vista "sicuro", la vita quotidiana in un periodo storico critico. Quindi dall'evacuazione di Dunkerque agli orrori del blitz su Londra. Peccato che qualcosa vada storto e gli osservatori si trovino intrappolati nel flusso della storia, costretti a partecipare agli eventi che determineranno un'intera epoca e tutto il nostro futuro.
5. All Clear (collana Urania)
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Michael Davies, Merope Ward e Polly Churchill sono i tre storici di Oxford che dal 2060 sono rimasti intrappolati nell'Inghilterra della Seconda guerra mondiale. Tornando nel 1940 dovevano essere semplici osservatori della storia, invece piccole discrepanze nella documentazione sembrano indicare che in qualche modo hanno influenzato il passato, cambiando l'esito della guerra e smentendo la convinzione che il passato possa essere osservato ma mai alterato. Nel frattempo a Oxford, nel 2060, il supervisore del progetto cerca di ritrovare i tre aghi nel pagliaio della Storia...
-Hyperversum, di Cecilia Randall (serie di 3 libri con molti spin off)
Link: https://amzn.to/3owcvDp
Daniel, studente universitario, ha una passione bruciante per un videogioco online, “Hyperversum”, che trasporta la sua fantasia nella storia. Dentro la realtà virtuale ha imparato a essere un perfetto uomo del Medioevo e conosce tutte le astuzie per superare ogni livello di gioco. Una sera, Daniel gioca con alcuni amici e mentre vivono tutti insieme la loro avventura virtuale nel Medioevo vengono sorpresi da una tempesta che li tramortisce: i ragazzi si ritrovano così in Fiandra, nel bel mezzo della guerra che vede contrapposte Francia e Inghilterra. Si apre quindi per loro una nuova vita, nuove strade, un nuovo amore.
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Come ti scovo un vecchio tornado con Google Earth
ENG version ESP version È ormai diventata quasi consuetudine, prima di visitare un nuovo posto, fare ricerche su internet: che sia per decidere cosa visitare in una città, per trovare un indirizzo o, magari, per sfruttare le immagini satellitari e pianificare il miglior percorso. Durante una di queste esplorazioni virtuali, uno speleologo, esperto di caverne, scorrendo immagini su Google Earth alla ricerca di ingressi di grotte nella pianura carsica di Nullarbor, in Australia, si è imbattuto in qualcosa di davvero insolito: una lunga e chiara cicatrice che attraversava il deserto per diversi chilometri. La curiosità ha fatto il resto, e l’immagine è finita rapidamente sotto gli occhi di un gruppo di ricercatori, che ha deciso di indagare sul mistero.
L’indagine si è basata su un’analisi meticolosa utilizzando tecnologie satellitari. Le immagini di Google Earth hanno permesso di identificare la posizione e la struttura generale della cicatrice, lunga circa 11 km e larga tra i 160 e i 250 metri. Successivamente, con l’aiuto di software come Global Mapper e dati provenienti dai satelliti Landsat e Sentinel, è stato possibile delimitare il periodo della sua formazione tra il 16 e il 18 novembre 2022, proprio durante un evento meteorologico significativo che aveva interessato la regione.
Ma cosa ha provocato questa cicatrice? La risposta è arrivata combinando immagini meteorologiche storiche, dati raccolti dalle stazioni locali e osservazioni sul campo. Le immagini satellitari mostravano una copertura nuvolosa molto intensa il 17 novembre, mentre le stazioni meteorologiche registravano precipitazioni da record. Inoltre, le immagini satellitari temporali hanno mostrato aree allagate con una caratteristica forma circolare in corrispondenza della formazione della cicatrice. L’ispezione sul campo ha confermato la presenza, all’interno della cicatrice, di segni cicloidali: tracce tipiche dei vortici di aspirazione. I ricercatori non avevano più dubbi: quella cicatrice era la firma inequivocabile del passaggio di un tornado.
I dati indicano che il tornado si è mosso in direzione est, ruotando in senso orario con una forza stimata tra F2 e F3 sulla scala Fujita, raggiungendo velocità superiori a 200 km/h. Questo tipo di evento è raro nella pianura di Nullarbor, una regione remota e scarsamente abitata dove i tornado spesso passano inosservati. È proprio questa combinazione di isolamento geografico e assenza di testimoni oculari che rende l’uso delle immagini satellitari uno strumento prezioso.
Eventi come questo aiutano a comprendere meglio il comportamento dei tornado in regioni remote e poco studiate, soprattutto in Australia dove i tornado sono poco frequenti. Con il tempo, accumulare un numero sufficiente di immagini potrebbe persino portare allo sviluppo di analisi automatizzate basate su intelligenza artificiale per rilevare tornado in aree aride. Migliorare la nostra conoscenza di questi fenomeni non solo aumenta le capacità di previsione, ma può anche contribuire a strategie di mitigazione del rischio, rendendo le comunità più preparate agli eventi estremi. Quindi, la prossima volta che notate qualcosa di strano su Google Earth, fatelo sapere!
A Presto e Buona Scienza! fonte
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QUANTI MOCCOLI IN PARADISO: Recensione
Il libro di Lorenzo Andreaggi "Quanti moccoli in Paradiso" è stato presentato venerdì scorso alla biblioteca del Bandino, presentatore eccellente Luciano Artusi, che ne ha anche scritto prefazione. Il libro è edito dalla Udom e costa di ben 467 pagine. Non può essere definito un libretto, ma è una vera e propri ricerca dettagliata sul contado del Bandino. Come ha fatto notare Artusi le ricerche di Lorenzo non si sono limitate alle biblioteche pubbliche o raccolte private, Lorenzo è andato a bussare alla porta delle vecchie famiglie del contado per ottenere informazioni, foto e ricordi. Un lavoro certosino che si caratterizza, non solo per lo scritto, ma per la presenza di innumerevoli foto e mappe che difficilmente si ritrovano in una raccolta tanto pregiata.
Noi della rivista non avevamo dubbi, Lorenzo è poliedrico, si occupa di regia, è un attore, un cantante, ed eravamo certi che fosse anche un solido ricercatore e un fantastico scrittore. La sala della biblioteca del Bandino era cosi gremita che non solo erano finiti i posti a sedere, ma anche quelli in piedi e molti astanti hanno dovuto sostare nella saletta per attendere la possibilità di acquistare il libro. Personalmente ero li, appoggiato allo stipite della porta d'ingresso. Il libro non solo riporta notizie storiche, ma anche racconti e aneddoti che solo la scrittura può tramandare e tenere vivi. In questo Lorenzo è stato abilissimo, mescolare il sacro e il profano di un'area fiorentina di cui tanti non sanno molto. Mi auguro che la penna di Lorenzo non riposi per molto e che possa affrontare presto un altro tema, un altro luogo di Firenze, un'altra fetta di storia che potrebbe andare persa nel tempo e che solo ricercatori come lui possono salvare dall'oblio. Un fraterno abbraccio.
Jacopo Cioni Read the full article
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Convegni / A Trento "Longobardi nel cassetto. Nuovi dati dalle ricerche sulle collezioni storiche museali"
Convegni / A Trento "Longobardi nel cassetto. Nuovi dati dalle ricerche sulle collezioni storiche museali" Studiosi a confronto il 22 e 23 novembre nel Castello del Buonconsiglio (Sala G. Gerola) per discutere sulla valorizzazione delle collezioni
Redazione In occasione della mostra “Con Spada e Croce. Longobardi a Civezzano”, in programma fino al 12 gennaio 2025 al Castello del Buonconsiglio di Trento, il museo ha condotto una revisione dei materiali di cultura longobarda rinvenuti in Trentino, custoditi nei propri depositi e in quelli del Tiroler Landesmuseum Ferdinandeum di Innsbruck, partner dell’iniziativa espositiva. Un excursus…
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