#Influenze persiane
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La storia di Samarcanda: Dalle antiche origini sogdiane all’epoca d’oro timuride
Un affascinante viaggio nel tempo attraverso uno dei centri più antichi dell’Asia Centrale, luogo di incroci culturali e culla di straordinarie testimonianze architettoniche.
Un affascinante viaggio nel tempo attraverso uno dei centri più antichi dell’Asia Centrale, luogo di incroci culturali e culla di straordinarie testimonianze architettoniche. Samarcanda è una delle più antiche città dell’Asia Centrale, con radici che affondano nel VI secolo a.C. Dapprima centro della civiltà sogdiana, divenne successivamente un nodo cruciale lungo la Via della Seta, favorendo lo…
#Amir Timur#Archeologia#Architettura#Arte islamica#Asia Centrale#Città antica#Città leggendarie#Civilizzazione#Commercio#Culla di civiltà#Cultura e conoscenza#cultura islamica#Dinastie#Epoca islamica#Gur-e-Amir#Imperi#Influenze persiane#Madrasah#Mausolei#Monumenti Storici#moschee#Patrimoni dell’Umanità#patrimonio storico#patrimonio UNESCO#Registan#ricerche storiche#Rotte commerciali#Samarcanda#Scambi culturali#siti archeologici
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Lupi Della Tana - Mani su
Il singolo estratto dall’ep “Luna piena”
Il nuovo progetto del gruppo romano rap-crossover. “Mani su” è una traccia energica, ma leggera, come deve essere una traccia in chiave rap/crossover. L’obiettivo è il divertimento, con le teste che si muovono a tempo. Il gruppo romano con questo singolo, presenta l'intero Ep “Luna Piena”, che anticipa di qualche mese, il secondo Ep "Luna Nuova", in uscita verso dicembre, che andrà a completare il cofanetto dei LUPI DELLA TANA.
Questo primo EP “Luna Piena” raccoglie le tracce scritte nel periodo pre-covid. Le tracce base, scritte da Ox e arrangiate con la band, sono ancora fresche e dal mood più leggero e non ancora intaccate dalla “tossicità” del covid.
Di seguito una descrizione personale delle tracce da parte della band.
«La title track “Luna Piena” ci descrive come band ed in effetti è la prima traccia scritta tutti insieme in sala. È stato quindi scelto come primo singolo per il lancio della band nel 2019. “Negro” ricorda quanto sia sottile il limite che sfocia al razzismo, e non c’è peggior razzismo di quello latente, subdolo, che spesso si fa finta di non vedere. “Mani su” è il nostro inno di guerra, il nuovo singolo scelto per il lancio dell’EP. “Immerso nel Niente” racconta la solitudine di un uomo e usando un punto di vista soggettivo ci fa notare quanto sia labile la mente e il divario fra vita e morte sia solo una striscia sottile come un binario. “Strange” è un brano molto personale di Kappa in cui espone le difficoltà oggettive e soggettive delle seconde generazioni di stranieri in un'Italia che si definisce democratica e cosmopolita ma poi non è in grado di essere fedele a sé stessa. Infine “Male”, pezzo molto potente, in cui ricordiamo quanto sia facile parlare e non mantenere quello che si dice e arrivare a fare e farsi del male a vicenda sia davvero un attimo». Lupi della tana
I Lupi della Tana nascono alla fine degli anni 10 da una idea di Ox che, fortemente influenzato dai Rage Against the Machine, desiderava fondare una band crossover che riuscisse a unire l' hard rock con testi rap in italiano. La voce si sparge in un punto di aggregazione per musicisti di zona, la Tana dei Musicisti di Tor Lupara, comune di Roma, e vengono coinvolti prima Hell Tizio alla batteria e poi Lord Persian al basso. Ognuno porta il suo background e le sue influenze nel progetto. La miscela è pronta. La scintilla si innesca con l'arrivo delle rime di K (alias Rizo Kenpachi), voce del gruppo. Manca solo il nome. Viene scelto "I Lupi della Tana", come tributo ai luogo in cui il progetto nasce e per l'idea di squadra che comunica. L’esordio è l’EP “Luna piena” in uscita col singolo estratto “Mani su”, venerdì 6 ottobre 2023.
CONTATTI E SOCIAL Instagram: lupidellatana_official
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L'illustre figlio del reggente di Akbar Bairam Khan, Abdur Rahim aveva solo cinque anni quando suo padre fu assassinato. All'età di 14 anni, Abdur Rahim aveva mostrato il suo talento per la scrittura, quando ha composto una poesia in un misto di sanscrito e lingue persiane.
Le sue opere letterarie hanno avuto influenze da Amir Khusrau, un famoso poeta sufi del XIII secolo, così come l'aspetto vaisnavita del movimento Bhakti.
Ha composto in persiano, turco, sanscrito e brajbhasha. Ha anche mantenuto una biblioteca personale, che aveva una collezione di quasi 24.000 volumi manoscritti in diverse lingue. Nella biblioteca erano impiegati calligrafi e copisti, pittori, rilegatori, doratori e miniatori.
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L’Armenia, situata vicino alla Georgia, è una meta ancora troppo sottovalutata da molti viaggiatori. L’Armenia, in realtà, è un’affascinante destinazione, un mix di storia, paesaggi strepitosi, architetture meravigliose e cibo tipico. L’Armenia è un Paese alquanto selvaggio che sorge sulle montagne del Caucaso Minore ed è circondato da fiumi e laghi che compensano la mancanza del mare e confina, poi, con Georgia, Iran, Turchia e Azerbaijan. Nonostante la storia dell’Armenia sia molto travagliata, questo Paese ha davvero molto da offrire ai visitatori che scelgono di impegnarsi in un viaggio così complesso e particolare: grazie alla sua storia millenaria ed ai suoi incredibili paesaggi incontaminati, l’Armenia, saprà regalarvi un’esperienza senz’altro unica nel suo genere. La storia dell’Armenia è sicuramente segnata da invasioni e conquiste, fino al terribile capitolo del Genocidio Armeno, avvenuto tra il 1915 ed il 1916, causando la perdita di più di 1,5 milioni di persone. Oggi, l’Armenia, è uno Stato eurasiatico indipendente del Caucaso meridionale, con capitale Yerevan. Storia e cultura dell’Armenia L’Armenia, inoltre, è una delle culle più importanti del cristianesimo, luogo ideale per compiere lunghi pellegrinaggi per ricongiungersi all’essenza delle cose e al sacro oltre che terra dai paesaggi suggestivi. In Armenia, avrete la possibilità di entrare nel vivo della cultura del luogo: il popolo armeno, infatti, è molto legato alla musica e alle tradizioni, la quale sopravvive in tutte le feste religiose e non. Le canzoni popolari, in particolar modo, sono accompagnate da strumenti di fabbricazione artigianale, quali il duduk, una sorta di oboe in legno di albicocca; la zurna ed il dhol, un semplice tamburo. Per seconda, ma non meno importante, vogliamo ricordare la danza, anch’essa molto importante nella cultura armena: feste e matrimoni sono animati da balli come il kochari e shalako, ai quali partecipano bambini e adulti. Se state pianificando un viaggio in Armenia, il costo di maggior rilievo sarà sicuramente il biglietto aereo, anche se, fortunatamente, il costo di hotel e ristoranti è piuttosto contenuto ed uguale per i mezzi di trasporto. Il miglior modo per raggiungere l’Armenia è sicuramente per via aerea, nonostante sia possibile arrivare via terra attraverso i confini con la Georgia a nord e l’Iran a sud. Moltissime sono le compagnie aeree che collegano l’Italia all’Armenia, con voli diretti o con scalo nelle grandi città. Tutti i voli, inoltre, atterrano presso l’aeroporto internazionale Zvartnots di Yerevan, una struttura molto moderna ed efficiente. Nel momento in cui si decide di intraprendere questo tipo di viaggio, è necessario viaggiare sicuri e per farlo è necessario prendere alcune accortezze. Per esempio, il periodo migliore del’anno per viaggiare in totale sicurezza in Armenia, è sicuramente la primavera, seguita dall’autunno. Oltre ai classici documenti di viaggio, è molto importante scegliere un abbigliamento consono e pratico, in base al clima e all’ambiente. Per questo tipo di viaggio, consigliamo un abbigliamento comodo, adatto a qualsiasi itinerario si scelga di fare: jeans, foulard, pantaloni in cotone, scarpe da ginnastica, t-shirt e pullover, a seconda del periodo dell’anno. Cosa vedere in Armenia L’Armenia è un Paese piuttosto complesso da descrivere per via della sua storia: ancora oggi, purtroppo, è un luogo che vive nell’ombra, spesso poco conosciuto dai viaggiatori e ricordato solamente per il dramma del genocidio. Nonostante gli eventi negativi che hanno segnato questo Paese, l’Armenia, è una terra che ha molto da offrire e si impegna a difendere molto bene, con fiero animo, le proprie radici ed il proprio passato. L’Armenia è un Paese piccolo, dalle strade tortuose e lente, ma merita sicuramente un soggiorno di almeno una settimana. Non potrete non fermarvi ad ammirare la splendida architettura delle chiese caucasiche, in assoluto tra le più importanti bellezze architettoniche da vedere in Armenia. Questo Paese, infatti è costellato da una miriade di chiese rupestri, molte delle quali si affacciano sulle acque del lago Sevan o tra le valli di rocce rosse, così come nelle selvagge foreste. La bellezza di queste chiese, così semplici ed essenziali, infonde una pace vera e profonda, percepibile solamente fermandosi, in silenzio, ad osservarne la grandezza. Il Lago Sevan è una vasta distesa di acqua dolce che gli armeni considerano il loro mare: in estate, infatti, è possibile rinfrescarsi nelle acque del lago e fare un bel bagno. Il monastero di Geghard, uno tra i più famosi ed antichi del posto, è oggi patrimonio del’UNESCO ed è incastonato in una gola del fiume Azat; altrettanto straordinari sono i monasteri di Noravank, Haghartsin, Goshavanq ed il complesso dei monasteri di Haghpat e Sanahin. Per scoprire pienamente l’Armenia, poi, vi dovrete immergere nella splendida natura del mitico Monte Arat, una montagna di origine vulcanica. Non dimentichiamoci di menzionare le acque armene, le quali si identificano nel Lago Seven e nel Parco Nazionale Dilijan, due bellezze immancabile di questa splendida terra. Buona parte del territorio armeno è protetto da riserve naturali, ideali per chi ama fare lunghe passeggiate; ve ne citiamo alcune, tra le quali la riserva di Shikahogh, la foresta di Khosrov, la riserva di Erebuni. In particolar modo, la riserva naturale di Khosrov, offre la possibilità di meravigliose escursioni a piedi, grazie alle sue formazioni di roccia vulcanica canna d’organo. Lo Stato, inoltre, salvaguarda anche alcuni siti archeologici molto vicini alla capitale, quali Dvin e Metsamor e diversi habitat naturali come la steppa, dove vivono insetti rari e preziosi. Yerevan: cosa vedere nella capitale dell’Armenia Yerevan è la capitale dell’Armenia e la sua caratteristica principale è sicuramente la sontuosa architettura dell’epoca sovietica. La capitale ha moltissimo da visitare, a partire da La Cascade, un museo d’arte contemporanea a cielo aperto: fontane, sculture, installazioni d’arte; si tratta di un vero e proprio colosso architettonico! A dispetto delle apparenze, Yerevan, è una città molto moderna e pulita, in cui è facile spostarsi grazie all’efficientissima metropolitana. Si tratta comunque di una città molto antica, progettata in epoca sovietica dall’architetto armeno Alexander Tamanian: la moderna capitale, infatti, ha una pianta circolare, che rende molto semplice orientarsi. Non poteva mancare, chiaramente, il Museo del Genocidio, il quale racconta in maniera molto toccante e completa, gli eventi accaduti relativi a questa tragedia. A seguire, la meravigliosa Piazza della Repubblica e Piazza Shaumyan: si affacciano l’una sull’altra e sono la parte più interessante del centro di Yerevan. Il colonnato è interamente dedicato a Stepan Shaumyan, un bolscevico che lottò intensamente per la diffusione del comunismo in Armenia. È possibile ammirare anche una splendida serie di fontane e giardini che fungono da preambolo a Piazza della Repubblica, circondata da edifici del Governo, dal Museo di Storia e da varie banche. Non lontano da questa piazza, si trova la Moschea Blu, un gioiellino d’arte islamica: meravigliose sono le decorazioni, caratterizzate da mattonelle poste sul tetto che sembrano occhi attenti, davvero affascinanti. Alla fine di Hyusisayin Poghota, strada centrale ricca di negozi e ristoranti, si trova il Teatro dell’Opera. Con un’immensa scalinata che collega la città alla collina adiacente. All’inizio di questa scalinata, vi è la famosa scultura Gatto di Fernando Botero, prima opera a cielo aperto che prende il nome di Museo Cafesjian. Potete girarla in autonomia oppure affidarvi a una guida esperta che vi racconterà ogni segreto della città. Perché andare in Armenia? Se non siete del tutto sicuri di voler intraprendere un viaggio nella selvaggia Armenia, siamo pronti a darvi una spinta per convincervi a comprare un biglietto aereo con destinazione Yerevan! Innanzitutto, se siete grandi appassionati di storia, l’Armenia sarà pane per i vostri denti: un Paese ricco di avvenimenti, una cultura che, nel corso dei secoli, si è forgiata sotto l’influenza di diverse popolazioni, quali persiani, arabi, romani, greci e molte altre. Inoltre, ben pochi sanno che l’Armenia è stato uno dei primi paesi cristiani, dunque, importante culla per il cattolicesimo. L’Armenia è poi un Paese molto ospitale: il visitatore, infatti, non è considerato come un semplice turista, bensì una persona che, seppure estranea, viene trattata con massimo rispetto e gentilezza; qui sarete accolti da un clima caloroso, avrete la grande possibilità di immergervi completamente in quelle che sono le tradizioni armene, assaporando fino in fondo lo stile di vita tipico del luogo. Ma l’Armenia non è solamente storia e architettura: come abbiamo affermato in precedenza, chi è di bocca buona, troverà sicuramente il piatto tipico, ideale, per soddisfare il proprio palato. Nella cucina armena, le influenze persiane ed arabe, in particolar modo, sono ancora molto evidenti; esse hanno saputo dare quel tocco in più alla cucina preesistente, già di per sé molto insolita e saporita. Potrete gustarvi una grande varietà di carni grigliate, accompagnate da salse a base di frutta, come quella all’albicocca o al melograno. Ovviamente non ci dimentichiamo dei vegetariani: insalate e gustosissimi formaggi vi aspettano! Insomma, l’Armenia è un Paese che ha molto da offrire sotto tanti punti di vista, sicuramente non vi annoierete: vasti paesaggi vi aspettano, terre inesplorate che ricordano molto alcuni tratti dell’Europa vi faranno sentire come a casa. Al di là di questi paesaggi, ciò che più rende affascinante ed indimenticabile questo luogo, è sicuramente la natura incontaminata: molto poco urbanizzato, il Paese, presenta zone perfettamente intatte che cattureranno il vostro cuore da viaggiatori insaziabili! https://ift.tt/38wIXx0 Alla scoperta dell’Armenia e delle sue meraviglie L’Armenia, situata vicino alla Georgia, è una meta ancora troppo sottovalutata da molti viaggiatori. L’Armenia, in realtà, è un’affascinante destinazione, un mix di storia, paesaggi strepitosi, architetture meravigliose e cibo tipico. L’Armenia è un Paese alquanto selvaggio che sorge sulle montagne del Caucaso Minore ed è circondato da fiumi e laghi che compensano la mancanza del mare e confina, poi, con Georgia, Iran, Turchia e Azerbaijan. Nonostante la storia dell’Armenia sia molto travagliata, questo Paese ha davvero molto da offrire ai visitatori che scelgono di impegnarsi in un viaggio così complesso e particolare: grazie alla sua storia millenaria ed ai suoi incredibili paesaggi incontaminati, l’Armenia, saprà regalarvi un’esperienza senz’altro unica nel suo genere. La storia dell’Armenia è sicuramente segnata da invasioni e conquiste, fino al terribile capitolo del Genocidio Armeno, avvenuto tra il 1915 ed il 1916, causando la perdita di più di 1,5 milioni di persone. Oggi, l’Armenia, è uno Stato eurasiatico indipendente del Caucaso meridionale, con capitale Yerevan. Storia e cultura dell’Armenia L’Armenia, inoltre, è una delle culle più importanti del cristianesimo, luogo ideale per compiere lunghi pellegrinaggi per ricongiungersi all’essenza delle cose e al sacro oltre che terra dai paesaggi suggestivi. In Armenia, avrete la possibilità di entrare nel vivo della cultura del luogo: il popolo armeno, infatti, è molto legato alla musica e alle tradizioni, la quale sopravvive in tutte le feste religiose e non. Le canzoni popolari, in particolar modo, sono accompagnate da strumenti di fabbricazione artigianale, quali il duduk, una sorta di oboe in legno di albicocca; la zurna ed il dhol, un semplice tamburo. Per seconda, ma non meno importante, vogliamo ricordare la danza, anch’essa molto importante nella cultura armena: feste e matrimoni sono animati da balli come il kochari e shalako, ai quali partecipano bambini e adulti. Se state pianificando un viaggio in Armenia, il costo di maggior rilievo sarà sicuramente il biglietto aereo, anche se, fortunatamente, il costo di hotel e ristoranti è piuttosto contenuto ed uguale per i mezzi di trasporto. Il miglior modo per raggiungere l’Armenia è sicuramente per via aerea, nonostante sia possibile arrivare via terra attraverso i confini con la Georgia a nord e l’Iran a sud. Moltissime sono le compagnie aeree che collegano l’Italia all’Armenia, con voli diretti o con scalo nelle grandi città. Tutti i voli, inoltre, atterrano presso l’aeroporto internazionale Zvartnots di Yerevan, una struttura molto moderna ed efficiente. Nel momento in cui si decide di intraprendere questo tipo di viaggio, è necessario viaggiare sicuri e per farlo è necessario prendere alcune accortezze. Per esempio, il periodo migliore del’anno per viaggiare in totale sicurezza in Armenia, è sicuramente la primavera, seguita dall’autunno. Oltre ai classici documenti di viaggio, è molto importante scegliere un abbigliamento consono e pratico, in base al clima e all’ambiente. Per questo tipo di viaggio, consigliamo un abbigliamento comodo, adatto a qualsiasi itinerario si scelga di fare: jeans, foulard, pantaloni in cotone, scarpe da ginnastica, t-shirt e pullover, a seconda del periodo dell’anno. Cosa vedere in Armenia L’Armenia è un Paese piuttosto complesso da descrivere per via della sua storia: ancora oggi, purtroppo, è un luogo che vive nell’ombra, spesso poco conosciuto dai viaggiatori e ricordato solamente per il dramma del genocidio. Nonostante gli eventi negativi che hanno segnato questo Paese, l’Armenia, è una terra che ha molto da offrire e si impegna a difendere molto bene, con fiero animo, le proprie radici ed il proprio passato. L’Armenia è un Paese piccolo, dalle strade tortuose e lente, ma merita sicuramente un soggiorno di almeno una settimana. Non potrete non fermarvi ad ammirare la splendida architettura delle chiese caucasiche, in assoluto tra le più importanti bellezze architettoniche da vedere in Armenia. Questo Paese, infatti è costellato da una miriade di chiese rupestri, molte delle quali si affacciano sulle acque del lago Sevan o tra le valli di rocce rosse, così come nelle selvagge foreste. La bellezza di queste chiese, così semplici ed essenziali, infonde una pace vera e profonda, percepibile solamente fermandosi, in silenzio, ad osservarne la grandezza. Il Lago Sevan è una vasta distesa di acqua dolce che gli armeni considerano il loro mare: in estate, infatti, è possibile rinfrescarsi nelle acque del lago e fare un bel bagno. Il monastero di Geghard, uno tra i più famosi ed antichi del posto, è oggi patrimonio del’UNESCO ed è incastonato in una gola del fiume Azat; altrettanto straordinari sono i monasteri di Noravank, Haghartsin, Goshavanq ed il complesso dei monasteri di Haghpat e Sanahin. Per scoprire pienamente l’Armenia, poi, vi dovrete immergere nella splendida natura del mitico Monte Arat, una montagna di origine vulcanica. Non dimentichiamoci di menzionare le acque armene, le quali si identificano nel Lago Seven e nel Parco Nazionale Dilijan, due bellezze immancabile di questa splendida terra. Buona parte del territorio armeno è protetto da riserve naturali, ideali per chi ama fare lunghe passeggiate; ve ne citiamo alcune, tra le quali la riserva di Shikahogh, la foresta di Khosrov, la riserva di Erebuni. In particolar modo, la riserva naturale di Khosrov, offre la possibilità di meravigliose escursioni a piedi, grazie alle sue formazioni di roccia vulcanica canna d’organo. Lo Stato, inoltre, salvaguarda anche alcuni siti archeologici molto vicini alla capitale, quali Dvin e Metsamor e diversi habitat naturali come la steppa, dove vivono insetti rari e preziosi. Yerevan: cosa vedere nella capitale dell’Armenia Yerevan è la capitale dell’Armenia e la sua caratteristica principale è sicuramente la sontuosa architettura dell’epoca sovietica. La capitale ha moltissimo da visitare, a partire da La Cascade, un museo d’arte contemporanea a cielo aperto: fontane, sculture, installazioni d’arte; si tratta di un vero e proprio colosso architettonico! A dispetto delle apparenze, Yerevan, è una città molto moderna e pulita, in cui è facile spostarsi grazie all’efficientissima metropolitana. Si tratta comunque di una città molto antica, progettata in epoca sovietica dall’architetto armeno Alexander Tamanian: la moderna capitale, infatti, ha una pianta circolare, che rende molto semplice orientarsi. Non poteva mancare, chiaramente, il Museo del Genocidio, il quale racconta in maniera molto toccante e completa, gli eventi accaduti relativi a questa tragedia. A seguire, la meravigliosa Piazza della Repubblica e Piazza Shaumyan: si affacciano l’una sull’altra e sono la parte più interessante del centro di Yerevan. Il colonnato è interamente dedicato a Stepan Shaumyan, un bolscevico che lottò intensamente per la diffusione del comunismo in Armenia. È possibile ammirare anche una splendida serie di fontane e giardini che fungono da preambolo a Piazza della Repubblica, circondata da edifici del Governo, dal Museo di Storia e da varie banche. Non lontano da questa piazza, si trova la Moschea Blu, un gioiellino d’arte islamica: meravigliose sono le decorazioni, caratterizzate da mattonelle poste sul tetto che sembrano occhi attenti, davvero affascinanti. Alla fine di Hyusisayin Poghota, strada centrale ricca di negozi e ristoranti, si trova il Teatro dell’Opera. Con un’immensa scalinata che collega la città alla collina adiacente. All’inizio di questa scalinata, vi è la famosa scultura Gatto di Fernando Botero, prima opera a cielo aperto che prende il nome di Museo Cafesjian. Potete girarla in autonomia oppure affidarvi a una guida esperta che vi racconterà ogni segreto della città. Perché andare in Armenia? Se non siete del tutto sicuri di voler intraprendere un viaggio nella selvaggia Armenia, siamo pronti a darvi una spinta per convincervi a comprare un biglietto aereo con destinazione Yerevan! Innanzitutto, se siete grandi appassionati di storia, l’Armenia sarà pane per i vostri denti: un Paese ricco di avvenimenti, una cultura che, nel corso dei secoli, si è forgiata sotto l’influenza di diverse popolazioni, quali persiani, arabi, romani, greci e molte altre. Inoltre, ben pochi sanno che l’Armenia è stato uno dei primi paesi cristiani, dunque, importante culla per il cattolicesimo. L’Armenia è poi un Paese molto ospitale: il visitatore, infatti, non è considerato come un semplice turista, bensì una persona che, seppure estranea, viene trattata con massimo rispetto e gentilezza; qui sarete accolti da un clima caloroso, avrete la grande possibilità di immergervi completamente in quelle che sono le tradizioni armene, assaporando fino in fondo lo stile di vita tipico del luogo. Ma l’Armenia non è solamente storia e architettura: come abbiamo affermato in precedenza, chi è di bocca buona, troverà sicuramente il piatto tipico, ideale, per soddisfare il proprio palato. Nella cucina armena, le influenze persiane ed arabe, in particolar modo, sono ancora molto evidenti; esse hanno saputo dare quel tocco in più alla cucina preesistente, già di per sé molto insolita e saporita. Potrete gustarvi una grande varietà di carni grigliate, accompagnate da salse a base di frutta, come quella all’albicocca o al melograno. Ovviamente non ci dimentichiamo dei vegetariani: insalate e gustosissimi formaggi vi aspettano! Insomma, l’Armenia è un Paese che ha molto da offrire sotto tanti punti di vista, sicuramente non vi annoierete: vasti paesaggi vi aspettano, terre inesplorate che ricordano molto alcuni tratti dell’Europa vi faranno sentire come a casa. Al di là di questi paesaggi, ciò che più rende affascinante ed indimenticabile questo luogo, è sicuramente la natura incontaminata: molto poco urbanizzato, il Paese, presenta zone perfettamente intatte che cattureranno il vostro cuore da viaggiatori insaziabili! L’Armenia è un luogo affascinante e incontaminato, dove immergersi tra riserve protette, buona cucina, musica, danza e stupende architetture rupestri.
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La misteriosa origine dei tappeti
L’origine del tappeto non è nota: ciò che ci è dato conoscere è che l’arte della tessitura e tintura della lana nacque in Asia ad opera di tribù nomadi. Praticata già dagli Assiri, venne più tardi perfezionata dagli Egizi, che introdussero i telai e la tecnica dell’annodatura – contesa da sempre ai Persiani. Da testimonianze storiche di poeti, scultori ed artisti, sappiamo che il tappeto faceva parte della vita quotidiana di antiche civiltà scomparse, come Greci ed Etruschi, che nei rapporti dei bottini di guerra li consideravano tra gli oggetti più preziosi, ma se ne fa menzione anche nell’Antico Testamento. L’arrivo in Occidente dei tappeti orientali è dovuto innanzitutto ai mercanti e viaggiatori – tra cui Marco Polo – che di ritorno dal suo viaggio in Oriente definisce i tappeti anatolici e turchi come “i più belli al mondo”, ma è solo con l’invasione turca del XIV° secolo che il tappeto Orientale si diffonde in Europa.
Qualunque sia la sua provenienza, comunque, il tappeto orientale è da sempre portatore di grande fascino e curiosità. La sua struttura, le sue decorazioni nei motivi e la sua funzione, rappresenta il modo di vita pastorale e nomade del tessitore. Fra i motivi decorativi più noti ed utilizzati vi sono l’albero della vita (spesso rappresentato da un cipresso : sia per la prolifera ramificazione che ricorda un albero genealogico, sia perchè è simbolo della potenza di Dio), il melogranocome simbolo di fertilità,e l’arabesco tipico della cultura medio orientale. Troviamo però anche il loto, fiore sacro a Buddha, o il tulipano, simbolo caro agli artigiani turchi; il dragone come simbolo di forza e potenza – rappresentato spesso in tappeti destinati alle Corti – il cammello, portatore di benessere e gioia o la rosa : il simbolo dell’immortalità. Le principali, storiche aree di produzione di tappeti sono: PERSIADa sempre considerata l’area d’origine della tessitura annodata. Si pensa che il tappeto in Persia nasca dalla necessità delle tribù nomadi di “isolare” il pavimento delle tende. Le pelli degli animali venivano utilizzate per ricoprire le pareti e proteggersi dal freddo, mentre il tappeto veniva utilizzato per il pavimento, rendendolo cosi non solo caldo, ma anche più soffice, Solo in seguito ci si accorse che i colori e le decorazioni davano al tappeto una funzione “arredatrice”. Verso il XV° secolo, forse grazie ai contatti con la Cina, la Persia abbandonò la decorazione geometrica per adottare quella floreale, ma il massimo splendore dell’arte tessile persiana si raggiunse nel XVI° e XVII° secolo, quando la collaborazione con artigiani miniaturieri diede la possibilità ai tessitori di creare decorazioni nuove e personalizzate, anche su tappeti di grandi dimensioni. In questo periodo migliorano anche le tecniche di tintura, grazie anche alla voglia di scoprire colori e tonalità nuove. I tappeti creati per essere utilizzati come dono ai Principi Europei da parte degli ambasciatori Iraniani, erano sempre in seta con elaborate tessiture annodate, e splendidi ricami a fili d’argento.
TABRIZ E’ la più famosa città al mondo nel campo dei tappeti, soprattutto perchè gli artigiani di questa città realizzarono il tappeto della Moschea di Ardabil, conservato oggi al “Victoria and Albert Museum” di Londra. E’ un tappeto dalle dimensioni enormi (12 x 5m circa), realizzato per il mausoleo dello Sceicco Safieddin – da cui discesero i Safavidi – riporta l’iscrizione che lo data 1539-40, gli anni impiegati per realizzarlo. É un esemplare di rara bellezza, definito “santo” quando venne messo in vendita nel 1892 : trama ed ordito sono in lana e seta, e i colori che lo compongono vanno dal giallo, al rosso al blu e verde nelle diverse tonalità.
KASHAN I tappeti di Kashan sono riconoscibili per l’estrema eleganza, dovuta all’accurata esecuzione tradizionale e all’uso di una lana molto pregiata che conferisce al tappeto un aspetto vellutato. Caratteristica di questi tappeti è l’utilizzo della seta nell’ordito e nelle trame. Il disegno decorativo tradizionale è rappresentato da un medaglione centrale, che presenta motivi concentrici arricchiti da decorazioni vegetali e foglie piumate. Nei secoli successivi la produzione si arricchi di filati preziosi quali foglie d’oro e d’argento, utilizzati però solo per tappeti di gran prestigio. Ancora oggi i tappeti Kashan, dai colori caldi del rosso e del tabacco, mescolati all’avorio e al blu sono tra i più ricercati, per la loro rara e spettacolare bellezza. Li si può ammirare in musei o presso collezioni private.
ISFAHAN La leggenda vuole che l’annodatura dei tappeti sia nata in questa città nel cuore della Persia, in cui era stata addirittura istituita la Karkhana – la manifattura statale. La decorazione di questi splendidi tappeti in seta è prevalentemente floreale, sviluppata poi anche su broccati in oro e argento, dando al manufatto finale un effetto visivo e cromatico di grande impatto. I tappeti di Isfahan più antichi sono molto rari e di gran pregio. Oggi se ne producono più per la commercializzazione che per mantenere una tradizione manifatturiera.
KERMAN In questa città vengono realizzati i tradizionali tappeti chiamati “a vaso”, poichè riprende un antico motivo multiforme, che ricopre tutto il fondo del tappeto. I disegni più frequenti sono dominati da decorazioni floreali, e i colori sono intensi : dal blu, all’azzurro al rosso o al bianco, spesso utilizzati nel motivo centrale su un fondo avorio. Sono tra i tappeti più diffusi.
TURCHIA I tappeti turchi hanno conosciuto una notevole diffusione, in particolare i tappeti da preghiera: in lana, e con i toni caldi del blu e del rosso. La decorazione del tappeto da preghiera risponde alle più severe esigenze religiose: i colori hanno significato preciso, quindi il blu si usa per rappresentare il cielo e l’eternità, mentre il rosso la vita. Il verde non si usa, perchè è il colore del Profeta, e non lo si deve contaminare con i piedi. In effetti la religione musulmana impone all’arte tessile – soprattutto dei tappeti – linee guida da cui non ci si può distaccare. Non possono, ad esempio, essere raffigurate esseri viventi o elementi naturali facilmente identificabili. Per questo l’artigianato turco si affida a disegni e decorazioni geometriche o floreali, discostandosi però dalla tradizione persiana. La tradizione turca si basa su regole e movimenti stilizzati che seguono un preciso ritmo geometrico, secondo immutabili regole che rispecchiano la vita, il tempo, l’esistenza o l’eternità. I disegni sono sempre molto complicati e simmetrici. I tappeti più importanti della tradizione tessile turca sono gli Ushak, esemplari rettangolari e di grandi dimensioni, in lana e seta che abbandonano la decorazione geometrica per lascire più spazio a quella floreale. Furono questi i tappeti che i mercanti veneziani esportarono per lungo tempo in tutta Europa, ma che ancora oggi sono rari e molto ricercati dai collezionisti.
IL CAUCASO Regione importante per essere centro d’incontro tra carovane, mercanti e commerci, la regione del Caucaso ha visto un costante incrocio di popoli (provenienti da Daghestan, Armenia e Azerbaijan tra le altre), che hanno lasciato usi e costumi, che la popolazione autoctona ha saputo far propri e mescolare alle tradizioni locali. I tappeti caucasici presentano un fondo rigidamente suddiviso in quadrati o losanghe all’inteno dei quali vi è stilizzato un drago, figura predominante, circondato da motivi floreali. L’effetto d’insieme ricorda i tappeti “a vaso” persiani. Le tonalità usate sono vivaci, e la tecnica adottata è quella dell’annodatura turca.
TURKESTAN Regione ricca di contaminazioni culturali, ha nei centri di Bukhara, del lago Aral e di Samarkanda le principali aree di produzione di tappeti. Popolate da tribù nomadi o seminomadi queste zone affidano ancora l’annodatura a donne e giovani – come da tradizione e i tappeti da loro relizzati prendono il nome della tribù stessa (Tekke, Saryk,Yomut,Chodor). La decorazione dei tappeti turcomanni è caratterizzata da molteplici motivi geometrici, al cui interno viene realizzato un fiore (“gul”). I colori tradizionali variano dal rosso al bruno. Gli unici tappeti che si discostano dalla tradizione sono quelli realizzati a Samarkanda, che riprendono motivi della cultura cinese, ma in cui si ritrovano anche le influenze floreali persiane. Sono tappeti particolari, che presentano una grande raffinatezza sia nei colori che nei materiali : lana, cotone e seta in giallo, rosso, blu ed azzurro.
EGITTO E MAGHREB L’arte dell’annodatura ha origini antiche sia in Egitto che nel Maghreb. Questi tappeti si caratterizzano per essere decorati con motivi geometrici, e – anche se tendenzialmente monocromatici – per i colori vivaci. Particolari sono i tappeti berberi, che presentano decorazioni semplici, ma anche pelo lungo e folto.
AFGHANISTAN La tradizione dei tappeti ricamati in Afghanistan è una tradizione familiare, che passa di generazione in generazione. La realizzazione del tappeto non avviene al telaio, ma le donne – e uomini – si siedono per terra, e utilizzano per l’annodatura degli aghi in ferro o legno. Le decorazioni si ispirano agli ottagoni tradizionali, separati da stelle : la ripetizione dei motivi dona movimento e fluidità al tappeto. I colori sono brillanti e l’uso raro di tinte scure come nero o blu, ricorda i tappeti Soumak – caratterizzato da grandi figure che simboleggiano le zampe dell’elefante.
CINA Ci è noto il fatto che imperatori ed ambasciatori utilizzassero il tappeto in Cina già nel 1122, ma non si sa nulla di queste opere. Produttrice sia di lana che di seta, la Cina sviluppò e si curò molto dell’arte tessile – a loro si deve la creazione della famosa tinta “giallo imperiale”. I tappeti prodotti erano sempre per imperatori e alti funzionari, quindi seguivano nelle decorazioni le richieste della singole dinastie o famiglie nobili. Solo con la dinastia Ming l’ispirazione decorativa passò dal confucianesimo al taoismo, quindi al buddismo indiano. La decorazione dei tappeti iniziò a richiamare motivi con elementi fantastici o animali demoniaci,a simboleggiare l’eterna lotta tra Bene e Male. Vennero introdotti anche elementi di buon auspicio, con una profonda simbologia celebrativa. La decorazione tipica, il dragone, rappresenta lo Yang – l’Imperatore, l’uomo, il sole che porta la vita – ed ha connotazioni positive, mentre la fenice è simbolo dello Yin – l’Imperatrice, ma anche simbolo di vita che si rinnova.
TIBET I tappeti tibetani, in lana o cotone sono, in genere di ridotte dimensioni, perchè destinati all’arredamento dei monasteri. Le decorazioni principali rappresentavano motivi floreali o animali, secondo lo schema persiano, e una volta terminati venivano bordati con fasce di panno rosso. L’annodatura è tibetana tradizionale : il filo di lana girando su se stesso crea un occhiello, per poi rientrare nel nodo successivo.
INDIA Storicamente difensori delle arti i Moghul diedero una grande importanza all’arte tessile in India. Crearono a Lahore, capitale del Punjab, il centro di realizzazione dei tappeti reali,che risplendevano di colori accesi : rosso lacca, blu intenso, giallo oro. Le decorazioni erano una perfetta fusione tra l’arte persiana e quella tipicamente indiana : animali e creature fantastiche si intrecciavano e motivi floreali, dando luogo a prodotti di grande effetto.
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