#influenze culturali
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pier-carlo-universe · 17 days ago
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Hermann Hesse: lo scrittore più letto del ventesimo secolo. Un talento precoce e una decisione illuminante. A cura di Alessandria today
A soli 13 anni, Hermann Hesse decise che sarebbe diventato uno scrittore, un'aspirazione che avrebbe plasmato l'intera sua vita. Nato il 2 luglio 1877 a Calw, in Germania, Hesse mostrò fin dalla giovane età un'intensa introspezione e un'immaginazione ferv
A soli 13 anni, Hermann Hesse decise che sarebbe diventato uno scrittore, un’aspirazione che avrebbe plasmato l’intera sua vita. Nato il 2 luglio 1877 a Calw, in Germania, Hesse mostrò fin dalla giovane età un’intensa introspezione e un’immaginazione fervida. Questa vocazione lo portò a esplorare temi universali e profondamente umani, rendendolo uno degli autori più influenti della sua…
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ilghila · 1 year ago
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"Tu come vivrai?": il viaggio dantesco di Hayao Miyazaki
Appena usciti dalla visione di “Kimi-tachi wa Dō Ikiru ka” (in Italia, seguendo il titolo inglese, “Il ragazzo e l’airone”) di Hayao Miyazaki, regna un silenzio contemplativo nella sala. Come un imperativo non detto: rimanere in silenzio alla fine di un’opera creata da un “ragazzino” di ottant’anni, che ancora oggi interpreta la realtà con gli occhi di un sognatore, la rivisita con la creatività…
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aitan · 30 days ago
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"Il continente europeo porta il nome di una giovane, Europa, di origine straniera, senza radici, un’immigrata involontaria: il pluralismo delle origini e l’apertura agli altri sono diventati l’emblema dell’Europa."
"Tutti gli europei sono fieri di riconoscersi in una parte del mondo che ha dato i natali a Montaigne e Michelangelo, Shakespeare e Cervantes, Mozart e Goethe, o ancora nei principi sociali e politici ai quali fa riferimento l'espressione «diritti dell'uomo»."
"Le grandi opere che amiamo identificare oggi come costitutive della cultura europea sono nate in seno a tradizioni particolari. È vero che si sono rapidamente diffuse al di là delle frontiere del paese d'origine, ma questa influenza non si è fermata nemmeno a quelle dell'Europa. Reciprocamente, fin dall'origine, i creatori europei hanno assorbito i contributi provenienti da altri orizzonti: l'Egitto e la Persia, l'India e la Cina. Oggi, i tratti culturali europei si ritrovano lontano dall'Europa; le invenzioni non europee hanno penetrato anche lo spazio europeo. Per esempio, talvolta si dice che il romanzo è un genere tipicamente europeo ciò corrisponde senza dubbio a una situazione vera in passato, ma non nel presente: come immaginare oggi il romanzo senza pensare ai suoi rappresentanti russi, o latinoamericani o nordamericani o, più recentemente, asiatici e africani? Lo stesso si può dire per la pittura, la filosofia, la religione o qualunque altro ingrediente della cultura: ciò che era nato in Europa vi ritorna trasformato dal suo soggiorno altrove e nello stesso tempo l'Europa si affretta ad assorbire le influenze straniere, dalle maschere africane alla calligrafia cinese, dalle tradizioni buddhiste al realismo magico dei Caraibi. Non può essere altrimenti: le opere dello spirito hanno una vocazione universale, fanno il possibile per andare ovunque; nate in una tradizione specifica, aspirano a essere accolte da tutti."
"L'identità della cultura europea consiste nella sua maniera di gestire le diverse identità che la costituiscono a livello regionale, nazionale, religioso e culturale, accordando loro uno statuto nuovo e traendo profitto da questa stessa pluralità".
Sono frammenti tratti da “L’identità europea”, un interessante saggio di un centinaio di pagine scritto da Tzvetan Todorov nel primo decennio del nuovo millennio.
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kon-igi · 1 year ago
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LA PUNTUALIZZAZIONE CHE AL MERCATO MIO PADRE COMPRÒ
A proposito di polarizzazione dicotomica, ho dovuto sfoltire parecchio i nuovi follower che avevano preso a seguirmi dopo essermi sbilanciato sulla strage di civili che Israele sta perpetrando nella striscia di Gaza. Evidentemente per molti vale anche il contrario di quanto da me precedentemente affermato ('Se non stai con Israele allora sei un terrorista di Hamas che stupra e brucia ebree')...
Se parli male degli ebrei allora sei un camerata quindi vieni qua a braccio teso ad aiutarmi a lucidare i forni.
La cosa dissonante a livello cognitivo è che questi omuncoli (mi spiace solo che non mi leggano perché li ho bloccati) ballano sulle gambe come marmocchi che si stanno pisciando addosso nell'indecisione di fare una scelta precisa sul proprio nemico... mi si nota di più se odio gli arabi teste-di-straccio e gioisco dei loro morti oppure se me la prendo con gli ebrei che controllano il mondo grazie ai poteri forti di Bilderberg?
Ti si noterebbe di più se smettessi di farti allacciare gli scarponi da tua mamma.
Comunque, la metto qua e invoco gentile diffusione affinché meno persone possibile in futuro mi costringano a controllare il loro tumblr in cerca di minchiate dopo che cominciano a seguirmi.
Il popolo israeliano ha una cultura religiosa millenaria non secolarizzata e che quindi conserva dogmi molto forti e impermeabili a influenze esterne. Va bene così ed è ingiusto e razzista attribuire a questa ortodossia le persecuzioni che hanno subito nei secoli. È indubbio che una resistenza ai cambiamenti culturali esterni porti malumore in chi ha a che fare con te e il fatto di ritenerti l'Unico Popolo Degno e tutti gli altri merde di sicuro ha rovinato più di un banchetto tra ambasciatori ma noi s'è sempre fatto allo stesso modo, solo che dopo un po' le persone si stufano e loro invece persistono senza cedere.
E va bene così.
Quello che non va bene è che si vendichino uccidendo 9000 bambini in tre mesi e mutilandone dieci al giorno.
Perché comunque noi ci s'ha il mare migliore, la costituzione più bella, la vera e unica pizza, il tricolore più colorato, una donna presidente del consiglio e abbiamo vinto quattro mondiali di calcio. E il papa è simpatico e ama i gay.
P.S. Per cortesia, se credi che le donne stiano esagerando con questa storia del patriarcato e che adesso non si possa più nemmeno essere uomini senza essere accusati di violenza sessuale, fammi il piacere di non rebloggare i miei post per un tuo personale bias di conferma da sfigato ma, dopo aver impugnato ben stretto il tuo cazzetto piccolo, vattene affanculo così veloce da lasciare la sgommata sull'asfalto. Grazie.
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mezzopieno-news · 5 months ago
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NASCE IL FESTIVAL PER SALVARE LE MINORANZE LINGUISTICHE IN ITALIA
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In Italia esistono 12 minoranze linguistiche riconosciute e tutelate dalla legge, comunità storiche parlanti idiomi ascritti a varie famiglie linguistiche che vivono nel territorio del nostro Paese. Queste realtà hanno una forte identità e tradizioni spesso antiche che conservano e tramandano al di fuori di confini dei Paesi da cui sono provenute, a volte uniche superstiti di culture che si stanno perdendo. Per salvare questi scrigni di storia è nato in Basilicata ‘Il borgo dei suoni’ un progetto che a San Costantino Albanese, un piccolo Comune in provincia di Potenza, sta recuperando cultura e folklore di tante comunità linguistiche a rischio di scomparsa.
Tutto è iniziato intorno a una comunità arbëreshe (albanesi d’Italia) sorta a metà Cinquecento da un insediamento di popolazioni albanesi in fuga dall’invasione ottomana che conserva tratti ed elementi fondamentali della cultura di provenienza ma che, allo stesso tempo, si è rivelata ricettiva e sensibile alle influenze dell’area circostante da risultare anche un’espressione specifica della cultura della Val Sarmento. Qui è nato ad agosto 2024 il primo festival delle minoranze linguistiche, un incontro di gruppi da tutta Italia e un programma di iniziative che prevede, tra le altre, una scuola internazionale di etnografia audiovisuale realizzata con l’Università di Milano, la realizzazione di un archivio sonoro, incontri culturali, concorsi per le scuole e molta musica e canti tradizionali. Minoranze delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e di quelle parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l’occitano e il sardo condividono le proprie radici.
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Fonte: Regione Basilicata; Diffusioni musicali; foto di Wojciech Pedzich 
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sabinesybill · 1 year ago
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non penso di aver mai riso così tanto come a leggere "suo figlio non farà come il Trota" 😭😭😭
Ti prego continua con questo AU perchè tutto quello che dici è oro puro
Ahahahahah glad to hear it, questi sono i riferimenti culturali che ci piacciono. Ironicamente non ho più sentito parlare tanto di lui, Trota che fine hai fatto? Come sta andando con la laurea comprata con i punti del conad?
Sicuro continuerò!! Un'idea che avevo da tempo era che cantanti italiani ascoltano e mi sono soffermata sui Green kids però magari questa cosa la estenderò ai Blacks ✨
Allora:
Aemond ascolta de André dall'età di tredici anni e ne ha fatto la sua personalità, anche quando lo prendevano in giro o bullizzavano per questa cosa, lui si faceva grande e dava importanza dicendo "eh sì ma io so anche le canzoni in ligure". Per un periodo sapeva più il dialetto ligure che napoletano, cue altre prese in giro.
A 17 anni si è innamorato de "Il bombarolo" e ha passato una forte fase anarchica. "Valzer per un amore" lo fa diventare nostalgico per un tempo e una relazione mai passata, e anche "Canzone dell'amore perduto". "Inverno" lo fa piangere a singhiozzo così come "Preghiera in Gennaio".
Ha dedicato non ironicamente "Carlo Martello ritorna dalla guerra" ad Aegon (questo perché io costantemente penso a quali canzoni di de André associare ai personaggi e questa è la canzone di Aegon, nessuno può cambiare la mia mente).
La cosa più vicina alla religione che contempla è l'album la Buona Novella, Alicent è contenta così. A win is a win.
Helaena ovviamente è fan di Franco Battiato, suo padre spirituale e penso che lei avrebbe amato conversare con lui perché sarebbe stato uno dei pochi sulla sua lunghezza d'onda. I mean, secondo me sarebbe stato bellissimo parlare con una persona del genere su concetti come anima, universo e tutto il resto.
Helaena ha stampato un santino con la faccia di Battiato e l'ha nascosto in camera di Alicent, lei ancora non l'ha trovato. Urlerà molto quando succederà. Conosce le canzoni back to back, ritornelli inclusi e conosce tutte le reference che sembrano buttate a caso (monaci vestiti da bonzi alla corte degli imperatori a quanto pare è basato su fatti storici, io stupita dalla sua cultura!!)
E anche le cose che non hanno apparentemente spiegazione? Helaena annuisce e ha capito. Lei sa, basta.
Canzone preferita di de André: "Un matto". Non la ascolta spesso però perché la deprime. Ovviamente dopo tutto quel tempo a Bolo, Dalla è d'obbligo e sa di casa. Ama le luminarie con le sue canzoni ♥️
Aegon è un grandissimo eclettico, come anche i fratelli ma lui all'ennesima potenza. Ama Liberato ofc, dedica le canzoni alla povera sfortunata di turno. Però ai concerti la parte preferita è quando Liberato inizia "do re mi fa..." Alicent scandalizzata quando ha visto il video.
Gli piace anche Vasco e Zucchero - gli piace anche de André ma non lo ammetterà davanti ad Aemond. Ascolta anche i trapper del momento per darsi un tono con i suoi amici. Alicent scuote la testa perché non ha ascoltato musica classica di continuo durante la gravidanza per farlo uscire così.
Fannissimo dei Rolling Stones e dei Queen, grande desiderio viaggiare nel tempo e vedere Freddie Mercury dal vivo. (Lo comprendo.) E anche di Lady Gaga, ma non lo ammetterà mai ad Helaena che è stata la prima monster in casa.
Daeron,,, Daeron è complesso. Lui ha avuto un sacco di influenze dai fratelli ma è anche un grandissimo nerd e ama i Beatles, da piccolo lo ascoltava cantando in un falso inglese e saltando sul letto. Fa un'ottima imitazione di Massimo Ranieri. Ovviamente ascolta i Måneskin e ha modellato il suo look su di loro. Ha una crush per Mengoni. I suoi album preferiti di Taylor Swift sono Midnights e Lover.
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istanbulperitaliani · 8 months ago
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Bedri Rahmi Eyüboğlu
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Nel vasto panorama dell'arte turca del XX secolo, pochi nomi risplendono con la stessa intensità di Bedri Rahmi Eyüboğlu. Nato nel 1911 e cresciuto in un'epoca di tumultuosi cambiamenti culturali, Eyüboğlu è noto per il suo stile distintivo che mescolava elementi tradizionali dell'arte turca, principalmente quella anatolica, con influenze contemporanee.
Le sue opere hanno avuto un impatto significativo sulla scena artistica turca del suo tempo ed è considerato uno dei più importanti artisti moderni della Turchia.
Eyüboğlu, morto nel 1975, aveva un'anima artistica poliedrica. Le sue opere letterarie e poetiche riflettono la sua elevata sensibilità artistica ed il suo profondo attaccamento alla lingua e alla cultura turca. Personalmente sono sempre rimasto impressionato dalle sue opere mosaicali. Queste si trovano in una nota pasticceria a Karaköy.
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Insieme alla moglie Eren, ha realizzato molti mosaici ad Ankara e ad Istanbul, soprattutto negli anni '60, con una produzione artistica rivolta negli spazi pubblici che sono ancora visibili oggi. Una cosa che mi piace molto perché sono concepiti per non essere dentro un museo o galleria d'arte. Chiudo il post con gli ultimi versi di una sua poesia "Hele bir başlasın" (Che inizi proprio adesso). "Hele bir duyulsun uzaktan (Che si senta lontano) Yaylı çıngırakları (Il tintinnio dei campanelli) Yıldızlar seslensin, (Che le stelle sussurrino) Hele bir armut ağacı temmuzu yüklensin, (Che un albero di pero si carichi come a luglio) Hele bir kerrecik daha yalınayak yere değsin içimdeki çocuk…" (Che un'altra volta il bambino dentro di me possa camminare a piedi nudi sulla terra).
La mia Vita a Istanbul: consigli e informazioni turistiche. Disponibile come GUIDA per delle ESCURSIONI in città.
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villagrazia-alghero · 8 months ago
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Le radici catalane di Alghero
Introduzione
Alghero, spesso chiamata la "Barceloneta" della Sardegna, è una città unica nel panorama italiano grazie alla sua profonda eredità catalana. Questo articolo vi porterà in un viaggio nel tempo, esplorando come l'influenza della Catalogna si manifesti ancora oggi in architettura, lingua, festività e cucina.
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Architettura Catalana
Camminando attraverso il centro storico di Alghero, si notano le evidenti influenze catalane nelle strutture cittadine. La Cattedrale di Santa Maria, costruita nel XVI secolo, è un esempio preminente con il suo imponente campanile e la facciata gotico-catalana. Anche la Chiesa di San Francesco, con il suo chiostro, rispecchia lo stile architettonico tipico della Catalogna, offrendo ai visitatori un assaggio di storia medievale immerso nel cuore del Mediterraneo.
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La Lingua Algherese
Il catalano di Alghero è una lingua vivace e una delle ultime eredità del dominio catalano in Italia. Oggi, questa lingua è parlata quotidianamente da una parte della popolazione e insegnata nelle scuole locali. La città è orgogliosa di questa sua caratteristica unica e promuove attivamente la conservazione del dialetto attraverso iniziative culturali e l'uso di segnaletica bilingue.
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Festività e Tradizioni
Le festività di Alghero sono un vibrante riflesso delle sue radici catalane. La festa di Sant Joan, per esempio, è celebrata con fuochi d'artificio e falò sulla spiaggia, in un evento che richiama sia locali che turisti. Anche durante la Settimana Santa, le processioni e le cerimonie religiose mostrano una forte influenza catalana, mescolando devozione e tradizione in un'atmosfera solenne e coinvolgente.
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Gastronomia Ibrida
La cucina algherese offre una fusione deliziosa di sapori sardi e catalani. Piatti come la paella algherese combinano ingredienti locali con tecniche di cucina catalane, risultando in una pietanza che è diventata simbolo della città. Altri esempi includono l'aragosta alla catalana, che viene servita con olio e condimenti tipici della Sardegna e tecniche di preparazione catalane, creando un mix gustoso che delizia il palato.
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Impatto Culturale e Sociale
La cultura catalana ha plasmato non solo la lingua e le tradizioni di Alghero, ma anche l'identità della sua gente. Gli Algheresi conservano un forte senso di appartenenza a questa eredità culturale, che si riflette nel loro modo di vivere, nelle loro pratiche sociali e nella valorizzazione delle proprie tradizioni.
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La ricchezza culturale di Alghero offre una prospettiva unica sulla storia e l'evoluzione di una città che ha saputo conservare e onorare le sue radici catalane nel tempo. Per chi desidera scoprire di più su questa incantevole città e sperimentare l'ospitalità locale, visitate Villa Grazia B&B Alghero, dove potrete immergervi completamente nell'atmosfera algherese e godere di un soggiorno indimenticabile.
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seoul-italybts · 1 year ago
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[✎ ITA] RollingStone Korea : Articolo - RM Fa Strada Nella Cultura Contemporanea Con il Suo Potente, Appassionato e Personalissimo Colpo di Pennello | 27.09.2023
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RM Fa Strada Nella Cultura Contemporanea Con il Suo Potente, Appassionato e Personalissimo Colpo di Pennello
Isak Choi | 27. 09. 2023 | Twitter 🗞 Articolo
K
Attualmente, RM è una delle figure più interessanti ed influenti nel mondo K-pop. Guadagnarsi sia l'interesse che la credibilità non è cosa da poco, eppure RM ci è riuscito. Non si è limitato ad affermarsi come un innovatore, in questa scena musicale, ma continua tuttora a sfidarla e a rimodellarla. Il 6 settembre, durante l'inaugurazione della settimana della "Frieze Seoul", RM ha giocato un ruolo chiave durante l'evento d'apertura, presso il Leeum Art Museum, dove si teneva la mostra "Willow Drum Oriole" dell'artista Kang Seokyeong. Non c'è dubbio che coloro che si sono trovatə alla sua presenza abbiano provato un senso di trepidazione. Vestito Bottega Veneta – brand caratterizzato da un'estetica rigorosa - e sfoggiando un elegante capo rasato, RM emanava un intrigante mix di lusso vellutato e disordinata compostezza, un po' come il rombo di un pickup. Tuttavia c'è un motivo ancor più profondo per cui questo momento ha saputo generare tale e tanto entusiasmo.
Il K-pop sembra non aver radici. Talvolta, in uno stesso album, possiamo trovare le tonalità allegre ed asettiche del city pop unite ad un ritmo latino-americano e ad influenze quali Prom Queen e Lady Marmalade, YOLO e Karma. Ed è proprio quest'assenza di fulcro artistico a permettere l'avanzamento e l'evoluzione del genere. Profondamente legato ed immerso in questa corrente musicale, RM ci svela le origini culturali alla base del K-pop, solitamente percepito come effimero e chiassoso – alla stregua di TikTok. RM incarna ciò che Charles Baudelaire descriveva come 'l'essenza della modernità' ne <Il Pittore della Vita Moderna>, ovvero colui che "estrae dalla moda quello che può contenere di poetico nel quotidiano e distilla l’eterno dall’effimero". Intrecciando la tumultuosa storia della penisola coreana con il vigore moderno dell'industria K-pop, RM descrive quella 'K' non come una mera etichetta, ma come "un marchio di prestigio nato dal duro lavoro e dagli sforzi dei nostri predecessori (i quali hanno sempre cercato di affermare la grandezza della cultura coreana)". L'orgoglio che RM nutre per la cultura coreana è affine allo zeitgeist, e ci porta a farci una domanda provocatoria: essere profondamente coreani corrisponde ad essere profondamente globali? Dire che RM ha esteso l'orizzonte di questa conversazione – rianimata dall'emergere trionfale della 'K' a livello globale - non sarebbe, dunque, un'esagerazione.
RM non fa che reiterare il "potere della cultura alta". Fa frequenti donazioni alla "Fondazione per il Patrimonio Culturale Coreano Oltreoceano", che ha il fine di preservare e promuovere il patrimonio culturale coreano all'estero, facendo conoscere le eccellenze coreane a livello globale. Inoltre, è ambasciatore per le Pubbliche Relazioni del Ministero della Difesa Nazionale e dell'Agenzia per il Recupero e l'Identificazione dei Caduti nella Guerra di Corea. RM sfrutta la sua influenza per dare nuova linfa alle radici storiche e rifocillare la cultura coreana. E la sua recente avventura musicale non fa che sposare questa missione. Da quando ha intrapreso le attività individuali in previsione del "Secondo Capitolo" nella carriera dei BTS, RM ha fatto entusiasmanti collaborazioni con giovani artisti coreani, che sono tra i principali rappresentanti della scena musicale di tendenza, a Seoul, quali Hwang So-yoon, Paul Blanco ed i Balming Tiger, abbattendo i ristretti confini che solitamente relegano il K-pop nel contesto della musica idol, nonché espandendone gli orizzonti.
Il motivo per cui la presenza di RM all'inaugurazione della mostra "Kang Seokyeong: Willow Drum Oriole" si è fatta sentire è perché rappresenta simbolicamente il suo status attuale. Era il primo giorno della settimana della Frieze Seoul, ad un evento che celebrava la vera essenza della cultura contemporanea coreana, presso un prestigioso museo d'arte ricco di una vasta collezione di tesori nazionali, e RM era lì, al centro di tutte le attenzioni. Per forza l'arrivo di questo giovane musicista di fama, talento, contemporaneità, nonché una visione artistica notevole, ha suscitato fermento ed entusiasmo tra il pubblico.
La cultura nuova inizia dalle audaci pennellate degli artisti più arditi dell'epoca cui essa appartiene. RM sta tracciando e aprendo la strada alla cultura contemporanea grazie ai suoi potenti, appassionati e personalissimi colpi di pennello.
"Ciò che desidero è che il nostro paese diventi il più bello al mondo. (...) L'unica cosa io abbia mai desiderato è il potere della cultura alta", diceva Baekbeom Kim Gu nel suo "My Wish", sognando questa "nazione bellissima".
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Senza titolo
6 agosto 2023. RM ha preso il palco. Vestito di un completo multicolore ma sobrio e minimal, si è erto, libero ed imponente, sotto la luce dei riflettori. RM, che non era più salito su un palco così grande per oltre un anno, ha partecipato come ospite ad uno dei concerti conclusivi del tanto atteso tour mondiale di Agust D. Qui, ha svelato una nuova canzone, canticchiando dolcemente "You don't have to be (non c'è bisogno che tu sia)". Nella sua voce, c'era nostalgia, come il senso di vertigine che potremmo provare quando, improvvisamente, ci ricordiamo di guardare il cielo, nel bel mezzo della frenetica e vuota routine di tutti i giorni. Per questa sua ultima performance prima dell'arruolamento, RM ha scelto un inedito senza titolo. No, avete capito bene, non aveva neppure un titolo. Trasparente e radiosa come l'improvviso movimento di un mondo addormentato, questa canzone racchiude in sé l'essenza del suo percorso musicale. Dalla disperata supplica nella title track del suo album solista (Indigo 2022), 'Wild Flower': "Ti prego, liberami da questa bramosia, costi quel che costi, oh, ti prego, lasciami essere me stesso", fino alla mano che – lui che è costantemente etichettato con moltissimi titoli – estende a se stesso nel brano 'Still Life'...E questo brano sembrava un'esortazione: "Torniamo insieme allo stadio di 'innocenza e purezza primigenie'", di cui il pittore Yun Hyeong-keun parla come dello "scopo dell'umanità", che RM ha anche citato nel suo capolavoro musicale, 'Yun'.
È così che le pennellate di RM si allargano sempre più, lasciando segni profondi ed un riverbero, esattamente come fanno tutte le cose importanti e d'impatto.
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⠸ eng : © SaraBangtan07 | Ita : © Seoul_ItalyBTS⠸
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thegianpieromennitipolis · 2 years ago
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Da: SGUARDI SULL’ARTE LIBRO SECONDO - di Gianpiero Menniti 
L'IDENTITÀ È UN INCONTRO
Il variegato stile, le tecniche, l’iconografia, le evidenze culturali che s’incrociano sulla penisola italica non sono espressioni che solo gli esperti possano cogliere, almeno negli aspetti di visione comparata.  No, si tratta di una evidente condizione che investe l’arte e si delinea sulla scia di vicende socio-politiche complesse, divisive, soggette ad influenze geografiche e rotte commerciali.  Esistono molti modi di essere Italia e certamente uno è quello che guarda all’Oriente, a Bisanzio, al mediterraneo ed alla cultura araba.  Si tratta di uno scenario profondamente diverso da quello austero, dai toni misurati, dall’essenzialità delle forme plastiche, dalla prevalenza del chiaroscuro che si attesta nel romanico nordico e padano (che tuttavia rimane a lungo debitore del linguaggio figurativo bizantino): è il contesto della Sicilia e delle regioni meridionali d’Italia, Calabria e Puglia, a lungo soggette alla dominazione bizantina alla quale, in Sicilia, subentra quella Araba nel IX e X secolo.  Ed è un profluvio di colori quello che anima uno dei luoghi simbolo della Sicilia che si consolida nel regno normanno con l’incoronazione di Ruggero II nel 1130: la Cappella Palatina, la cappella che si trova all’interno dei Palazzo dei Normanni a Palermo, realizzata in soli due anni dall’incoronazione del nuovo sovrano di un nuovo regno e completata nei suoi cicli musivi nel 1143.  Qualcuno l’ha definita un “dorato tappeto splendidamente fiorito di colori”: in effetti, le immagini suggeriscono questa visione, più ricca e piena al punto da apparire espressione di horror vacui, in linea con le tesi dei commentatori arabi di Aristotele i quali, convinti dell’impossibilità del vuoto, ne attestavano la veridicità in base ad una presunta e controversa legge di natura.  Tant’è.  Se ne viene soggiogati per la vividezza delle tonalità, chiare e sensuali, frammiste di blu e di rosso, tra sacro e profano.  L’immagine in questa pagina ne è un esempio lampante, nel quale l’aspetto cromatico si somma alla nitidezza delle linee di contorno e di quelle interne descrittive dell’anatomia e delle vesti delle figure che manifestano il pittoricismo nitido, sapiente e consolidato delle maestranze bizantine chiamate ad eseguire i cicli.  In questo caso si tratta del “ciclo delle Feste”, costituito da dodici scene realizzate sulla parete meridionale del transetto che raccoglie episodi della vita del Cristo, episodi che non si concludono con la Passione di Gesù ma che si arrestano proprio con la scena rappresentata in queste pagine, la scena dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme, un ingresso trionfale, festoso ed a suo modo solenne nei gesti, nelle pose delle figure che si pongono al seguito del Cristo.  Questi offre, in groppa ad un asino, l’umiltà e la mansuetudine poste a segno di una fede nobile, così come narrata dal Vangelo di Giovanni: 
“Non temere, figlia di Sion! Ecco, il tuo re viene, seduto su un puledro d'asina.”
È una scena serena, che non ammonisce ma accoglie, che illumina lo spirito e lo rende anima conciliata con la materia laica, mondana, riconoscibile nella saldatura tra i principi di fede e la maestà dell’istituzione reale normanna chiamata ad essere solida istituzione della cristianità. Cristo è accolto dalla folla osannante al “redentore”, ma sconta la diffidenza dei Farisei: il significato della novella evangelica probabilmente allude, simbolicamente, alle vicende controverse della presa del potere degli Altavilla, la lotta che sostennero per il riconoscimento della loro potestà sulle terre meridionali già bizantine ed arabe.  Una simbologia che corre sottile lungo tutte le scene del ciclo, a partire dalla Natività e Adorazione dei Magi, con un San Giuseppe pensoso e forse incredulo sul significato dell’evento.  Lo stile musivo bizantino, peraltro, pur riconoscibile ed attestato, in questo ciclo si alimenta di suggestioni narrative complesse che superano la tradizionale iconicità espressa nella fissità frontale delle figure, per proiettarle in un mondo reale nel quale, tuttavia, si respira l’atmosfera di un ideale realizzato.  Una cristianità che si compie in terra sotto il mantello protettivo di un regno nato per volontà del cielo, di un regno che può compiere il miracolo della pace e della concordia tra genti di culture e lingue diverse, quanto effettivamente fu, in parte, il regno normanno di Sicilia.
In copertina: Maria Casalanguida, “Bottiglie e cubetto”, 1975, collezione privata 
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tempi-dispari · 1 month ago
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Alex Van Halen: un pilastro nascosto del rock
Nel vasto panorama del rock, i Van Halen rappresentano uno dei fenomeni più influenti e innovativi. Fondato a Pasadena nel 1972 dai fratelli Eddie e Alex Van Halen, il gruppo ha impresso un segno indelebile nella musica rock, tanto da ridefinire gli standard sonori e tecnici di un intero genere. Molti riconoscono il talento di Eddie Van Halen, chitarrista di punta del gruppo e inventore di un suono inimitabile, ma un elemento altrettanto essenziale nel DNA della band è stato il fratello maggiore, Alex Van Halen, la cui tecnica, potenza e creatività hanno contribuito a costruire il suono iconico dei Van Halen.
L’Inconfondibile Stile di Alex Van Halen
Per comprendere l’importanza dei Van Halen, occorre partire proprio da Alex. Meno celebrato rispetto al più carismatico Eddie, Alex è uno dei batteristi più innovativi e potenti della scena rock. Il suo stile mescola un’aggressività tipica del rock con una precisione tecnica che rende il suo drumming unico. Brani come Hot for Teacher sono emblematici del suo talento: in quel pezzo, la batteria di Alex apre la canzone con un rullo rapido e furioso che ha quasi un effetto “mitragliatrice”. Questo approccio spigoloso e quasi tribale lo distingue dai batteristi più lineari dell’epoca, dandogli un ruolo attivo e in primo piano nella struttura dei brani.
Alex si distingue anche per il suo uso della doppia cassa, elemento che, negli anni ’70 e ’80, era ancora una rarità. Questo gli permette di costruire un suono intenso, che non fa solo da tappeto ritmico, ma quasi dialoga con la chitarra di Eddie, creando una sorta di sfida musicale all’interno di ogni pezzo. La sua batteria è in realtà una seconda voce, che sottolinea i momenti salienti e li riempie di energia, una capacità che ha influenzato molti dei suoi contemporanei e che, in parte, ha contribuito a plasmare il modo di intendere la batteria rock degli anni a venire.
Un Successo “Limitato” in Italia
Nonostante il loro impatto globale, i Van Halen non sono mai riusciti a sfondare in Italia con la stessa forza di altri artisti rock e hard rock. Ci sono diversi motivi per questo fenomeno, molti dei quali legati a fattori culturali e storici.
Negli anni ’70 e ’80, l’Italia viveva una situazione culturale diversa rispetto agli Stati Uniti e persino rispetto ad altri paesi europei. La scena musicale era dominata principalmente dal cantautorato, con artisti come Fabrizio De André e Lucio Battisti che incarnavano un filone intimista e narrativo. L’hard rock, nella sua accezione più pura, aveva un pubblico molto di nicchia.
Inoltre, i Van Halen proponevano uno stile musicale – spesso irriverente e festaiolo – che contrastava con la sensibilità culturale italiana del periodo. Il loro immaginario glam, eccessivo e incline all’intrattenimento puro, si allontanava dalle tematiche sociali e intimiste che spesso dominavano il mercato musicale italiano. Se pensiamo a gruppi hard rock come i Deep Purple e i Led Zeppelin, che sono riusciti a trovare un pubblico fedele in Italia, notiamo che avevano un approccio più vicino al blues e alle radici rock europee, elementi che, storicamente, hanno sempre trovato una buona accoglienza in Italia.
Un altro motivo è legato alla barriera linguistica e alla mancanza di grandi tour europei della band negli anni del loro massimo successo, che li hanno tenuti in parte distanti dall’Italia. Negli anni ’80, l’accesso alla musica straniera in Italia era più limitato, e per molti artisti stranieri il mercato italiano era difficile da penetrare.
Eredità e Influenze
Oggi, a distanza di anni, l’influenza dei Van Halen e, in particolare, di Alex è innegabile. Molti batteristi hard rock e metal, tra cui Lars Ulrich dei Metallica, hanno dichiarato di essere stati ispirati dal suono potente e articolato di Alex Van Halen. E anche se i Van Halen non sono diventati un fenomeno di massa in Italia, rimangono un punto di riferimento per chiunque ami il rock. La loro energia, il loro virtuosismo e la loro capacità di creare un sound unico e immediatamente riconoscibile continuano ad ispirare le nuove generazioni di musicisti.
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pier-carlo-universe · 2 months ago
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Il ruolo della comunicazione interculturale nella diffusione della letteratura uzbeka sulla scena mondiale, Mamarizaeva Farangiz Zohidjon kizi
Questo articolo esplora il ruolo significativo della comunicazione interculturale nel promuovere la diffusione della letteratura uzbeka sulla scena globale.
Astratto Questo articolo esplora il ruolo significativo della comunicazione interculturale nel promuovere la diffusione della letteratura uzbeka sulla scena globale. Evidenzia come gli sforzi di traduzione, i media digitali e la diplomazia culturale abbiano facilitato la condivisione della ricca tradizione letteraria dell’Uzbekistan con il pubblico internazionale. Esaminando le radici storiche…
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micro961 · 2 months ago
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Matilde G lancia il Singolo Pop “Ti Voglio” con un sensuale Tocco Latino
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Matilde G, la talentuosa cantante pop italiana e residente a Singapore, ha da poco pubblicato il suo nuovo singolo "Ti Voglio". Prodotto in Svezia, questo brano pop dal ritmo energico mescola sapientemente influenze latine, creando un sound vibrante, sensuale e irresistibile.
"Ti Voglio" mette in luce l’inconfondibile stile di Matilde G, che fonde testi in inglese e italiano, conferendo alla canzone un tocco magico e originale. Il brano è un’espressione dinamica del desiderio e delle complessità emotive, catturando l’essenza dell’amore e delle sfide di una relazione passionale. Il ritornello, con l'iconica frase "Ti voglio", racchiude tutta l’intensità del brano, trasmettendo il forte desiderio al centro della storia.
Parlando del suo nuovo lavoro, Matilde G ha dichiarato: “Questa canzone riflette le complessità dell’amore e del desiderio. Ho voluto creare qualcosa che fosse allo stesso tempo universale e personale, mescolando inglese e italiano per darle un tocco speciale”. Ha poi aggiunto: “Lavorare su 'Ti Voglio' è stato un viaggio entusiasmante. Gli elementi latini danno al pezzo un’energia che adoro”
Il video musicale di "Ti Voglio", diretto da Pvrple e girato in Italia, amplifica le vibrazioni sensuali e affascinanti della canzone. La performance di Matilde G è magnetica e potente, capace di catturare l’attenzione del pubblico con la sua presenza ipnotica e il suo sguardo espressivo.
"Ti Voglio" rappresenta l'inizio di un nuovo capitolo per Matilde G, che esplorerà ulteriormente il bilinguismo e le influenze latine nella sua musica pop. I fan possono aspettarsi nuovi brani che mescolano elementi culturali diversi, evidenziando l’unicità di Matilde come artista.
Chi è Matilde G
Matilde G è una giovane cantante pop italiana di 19 anni, autrice, pianista e performer. Cresciuta tra diverse culture, ha trascorso parte della sua infanzia in India e negli ultimi cinque anni vive a Singapore, città che ora considera casa. 
La sua infanzia è stata segnata dalla solitudine e dall'incomprensione dovute alla diagnosi tardiva di ADHD, trovando nella musica il suo rifugio e conforto. Oggi, Matilde spera che le sue canzoni possano dare lo stesso sostegno agli altri.
La carriera musicale di Matilde si distingue per la sua passione, creatività innata e un'educazione musicale rigorosa, che l’hanno portata a collaborare con produttori multiplatino e artisti vincitori di Grammy, nonché ad esibirsi su palchi prestigiosi. Nonostante la giovane età, ha già conquistato il pubblico globale con esibizioni in Italia, Singapore, Giappone, Maldive, Malesia, USA e UAE, ricevendo ampi consensi.
Tra le sue performance più importanti a Singapore spiccano "Matilde G in Concert" a “Scape”, la "Formula 1 Grand Prix 2023", il concerto "Make Noise" dell'Hard Rock Cafe nel 2024 e il Music Matters Live 2024. 
Lo scorso anno, Matilde è stata premiata ai “MUSIVV Award” di Dubai come miglior cantante residente fuori dal Medio Oriente, confermando il suo potenziale artistico e la sua crescente influenza sulla scena musicale internazionale. 
La sua collaborazione con gli Hard Rock Hotels nel Sud Est Asiatico come ospite speciale sottolinea ulteriormente il suo talento. 
Con dodici brani originali all’attivo, Matilde ha accumulato oltre 25 milioni di stream e visualizzazioni in 180 paesi. Le sue canzoni raccontano esperienze di vita e emozioni personali, come il tradimento (“Hypocrite”), le relazioni a distanza (“7Oceans”), la lotta contro la depressione (“Fighter”), il giudizio della società (“None Of Your Business”) e la sua esperienza con l’ADHD (“My Instincts Are Tragic”). 
Oltre a scrivere e produrre con artisti internazionali, lavorando con team di Los Angeles e Svezia, Matilde cura personalmente i concept dei suoi video musicali, considerandoli una parte essenziale della sua attività artistica. Attraverso di essi, cerca di rendere la sua musica più accessibile al pubblico. Il suo interesse per la moda e il make-up riflette la sua volontà di dettare tendenze, piuttosto che seguirle.
Nonostante non ami particolarmente i social media, Matilde riconosce la loro importanza per la sua carriera e li gestisce con grande dedizione, raggiungendo oltre 500.000 follower e distinguendosi come una delle artiste più visualizzate su "Year On TikTok Singapore 2022”. 
Comparsa in importanti testate, TV e radio come Billboard Italia, Billboard Vietnam, MTV USA, MTV Asia, MTV Japan, Dubai1TV, CNA e KISS92, Matilde G continua ad ampliare la sua presenza artistica, affermandosi come una stella emergente nel panorama pop internazionale.
Per maggiori informazioni, interviste o richieste media, contattare
[email protected]  https://linktr.ee/MatildeG
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mydenisv · 3 months ago
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L’Arte del Thai Massage e le Tradizioni Europee del Benessere: Un Viaggio nel Tempo
Il Massaggio Thai: Un Viaggio tra Oriente e Occidente Il massaggio tradizionale tailandese, noto anche come Thai Massage, ha origini antichissime che risalgono a oltre 2.500 anni fa. Questo massaggio affonda le sue radici in credenze spirituali e tecniche curative provenienti da diverse tradizioni asiatiche, in particolare l'Ayurveda indiana e la medicina cinese. Il cuore di questa pratica risiede nel concetto di energia vitale, che scorre attraverso specifiche linee energetiche chiamate Sen. Secondo la tradizione tailandese, se queste linee vengono bloccate, si manifestano malesseri fisici e mentali. Il Thai Massage aiuta a ristabilire l’equilibrio energetico attraverso tecniche di digitopressione e stretching. Ma cosa sarebbe accaduto se il Thai Massage si fosse sviluppato in Europa durante lo stesso periodo storico? Per rispondere a questa domanda, esploreremo le radici del massaggio tradizionale tailandese e le tecniche parallele di cura e benessere sviluppate in Europa. Le Radici del Thai Massage Il Thai Massage è storicamente attribuito al medico mitico Shivago Komarpaj, ritenuto contemporaneo del Buddha e legato alla tradizione dell'Ayurveda. Come riportato da fonti storiche e testi canonici del buddhismo, il massaggio tailandese non è solo una pratica fisica, ma coinvolge anche la dimensione spirituale. La sua combinazione di medicina indiana, cinese e influenze buddhiste lo rende unico nel suo genere, offrendo un approccio olistico che integra mente, corpo e spirito. Il Contesto Europeo: Ippocrate e Galeno Parallelamente, in Europa, il concetto di equilibrio era centrale nella medicina. Ippocrate e Galeno, figure di spicco della medicina antica, ritenevano che la salute dipendesse dall'equilibrio tra i quattro umori del corpo: sangue, bile gialla, bile nera e flemma. Sebbene il concetto di equilibrio fosse simile a quello del Thai Massage, la medicina europea si concentrava prevalentemente sul fisico, utilizzando il massaggio come tecnica per alleviare dolori muscolari e migliorare la circolazione sanguigna. La dimensione energetica e spirituale, invece, era meno sviluppata rispetto all’Asia. Il Medioevo: Declino delle Pratiche di Massaggio Con la caduta dell'Impero Romano e l'ascesa del Medioevo, in Europa molte pratiche mediche avanzate, incluso il massaggio, furono messe da parte. La Chiesa cristiana, che dominava la vita sociale e culturale, poneva l'accento sulla cura dell'anima piuttosto che su quella del corpo, e molte tecniche curative antiche andarono perdute. Nel frattempo, in Asia, il Thai Massage continuava a prosperare nei templi buddisti, dove veniva praticato e perfezionato non solo come tecnica terapeutica, ma anche come pratica spirituale. Rinascimento: La Riscoperta del Corpo Con l’avvento del Rinascimento, l'Europa riscoprì l'interesse per il corpo umano. Grandi studiosi come Leonardo da Vinci e Andrea Vesalio approfondirono la conoscenza dell'anatomia, e il massaggio tornò a essere una pratica importante nella medicina. Ambroise Paré, uno dei più noti chirurghi francesi, promosse il massaggio come strumento per alleviare il dolore e favorire la guarigione post-operatoria. Tuttavia, mentre in Europa il massaggio si concentrava principalmente sul recupero fisico, in Asia il Thai Massage continuava a essere una pratica profondamente spirituale. L'Occidente Scopre il Massaggio Thai Nel XIX e XX secolo, l'Occidente cominciò a scoprire le pratiche terapeutiche orientali grazie all'aumento dei viaggi e degli scambi culturali. Il Thai Massage, insieme a tecniche come il Ruesi Datton e l'agopuntura, attirarono l'attenzione per il suo approccio olistico, che combinavano lavoro fisico ed energetico. Il massaggio tailandese divenne popolare anche in Europa e America, dove veniva visto come una pratica curativa completa, capace di trattare non solo il corpo ma anche la mente. Un Incontro tra Due Mondi Nel mondo moderno, il dialogo tra il Thai Massage e le tecniche occidentali di massaggio è più vivo che mai. Mentre le pratiche orientali continuano a offrire un approccio energetico e spirituale alla cura, in Occidente si è sviluppato un approccio più fisico e scientifico. Tecniche come il massaggio svedese, che si concentra sulle manipolazioni muscolari e tessutali, hanno trovato un equilibrio con le pratiche orientali, creando un'integrazione tra dimensioni fisiche ed energetiche. Tradizioni a Confronto Il Thai Massage e le tecniche occidentali di massaggio hanno seguito percorsi storici differenti, ma entrambi riconoscono l'importanza del contatto fisico per promuovere il benessere. Mentre il Thai Massage si distingue per la sua enfasi sull'energia e la spiritualità, il massaggio occidentale è più focalizzato sulla guarigione fisica. Nel mondo moderno, vediamo una fusione tra queste tradizioni, che si arricchiscono reciprocamente offrendo un approccio completo alla cura del corpo e della mente. Fonti AGENAS: Telemedicina e sanità moderna in Italia. Global Wellness Summit, rapporto 2024: Tendenze del benessere e pratiche orientali. FNOMCeO: La mappa delle medicine complementari in Italia. Storia della medicina tradizionale: Ippocrate, Galeno e le radici della medicina europea. Read the full article
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fotografoinviaggio · 3 months ago
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Un Viaggio nella Storia e nella Cultura di Coimbra
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Coimbra, antica capitale del Portogallo, è una città che affascina con il suo richiamo storico e culturale. Il suo legame con l'istruzione e la conoscenza è testimoniato dall'Università di Coimbra, una delle più antiche università d'Europa. Fondata nel 1290, l'università ha formato generazioni di studenti e ha contribuito notevolmente alla cultura e alla scienza portoghese. Questa rinomata istituzione ha reso Coimbra un centro di apprendimento e innovazione, attirando studenti e studiosi da tutto il mondo.
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Camminando per le strade di Coimbra, i visitatori possono notare l'influenza dell'università in ogni angolo. Cafè, librerie e spazi pubblici sono animati da discussioni accademiche e da eventi culturali. La città è un luogo dove l'arte e la storia si intrecciano, con monumenti storici e musei che raccontano la ricca eredità di Coimbra. Insomma, Coimbra non è solo una città storica, ma un vero e proprio crocevia di idee e cultura.
Il Monastero di Santa Cruz
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Il Monastero di Santa Cruz, situato nel cuore di Coimbra, è una delle gemme storiche più incantevoli del Portogallo. Fondato nel 1131 da monaci cistercensi, questo monastero ha servito non solo come luogo di culto, ma anche come centro culturale e educativo. Oggi, il Monastero di Santa Cruz è riconosciuto come un importante sito patrimoniale e attira visitatori da tutto il mondo. Questo blog post esplorerà la storia, l'architettura e l'importanza del monastero, offrendo uno sguardo più approfondito sulla sua eredità.
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Coimbra, una delle città più antiche del Portogallo, è sede di numerosi monumenti storici, ma il Monastero di Santa Cruz si distingue per la sua bellezza architettonica e il suo significato culturale. Iniziamo a scoprire la storia di questo meraviglioso luogo, che ha visto passare secoli di vita spirituale, culturale e intellettuale. Il monastero ha avuto un ruolo cruciale nello sviluppo della città e continua a influenzare le generazioni future. I primi anni e la fondazione
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Il Monastero di Santa Cruz fu fondato nel 1131 dai monaci cistercensi, in un periodo critico per la storia portoghese. All'epoca, il Portogallo stava ancora definendo la propria identità nazionale e religiosa. I monaci cistercensi, noti per la loro vita austera e per il lavoro agricolo, contribuirono notevolmente allo sviluppo della regione, introducendo nuove tecniche agricole e pratiche di gestione del suolo. Questa innovazione non solo migliorò l'economia locale, ma creò anche un legame profondo con la comunità circostante.
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Fino al XVII secolo, il monastero divenne un centro di formazione per giovani religiosi, e la sua biblioteca raccolse numerosi testi preziosi. Durante il regno di San Ferdinando, il monastero si affermò come un’importante istituzione educativa, contribuendo alla crescita culturale di Coimbra. Questo periodo d'oro ha lasciato un'impronta duratura non solo sul monastero, ma anche sull’intera città. Ristrutturazioni e pacchetti architettonici
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Nel corso dei secoli, il Monastero di Santa Cruz subì varie ristrutturazioni e ampliamenti, riflettendo i diversi stili architettonici e le influenze artistiche del momento. La transizione dal romanico al gotico si può osservare attraverso le magnifiche facciate e gli interni meravigliosamente decorati. Oggi, i visitatori possono ammirare le intricate decorazioni, i dettagli scolpiti e le imponenti colonne che caratterizzano il monastero. Un momento significativo nella storia architettonica del monastero si verificò nel XVII secolo, quando venne completata la ristrutturazione barocca. Questa trasformazione portò a interni splendidamente decorati, arricchiti da affreschi e stucchi. I diversi stili architettonici che si intrecciano nel monastero raccontano una storia di evoluzione che riflette non solo le tendenze artistiche del tempo, ma anche la resilienza della comunità religiosa.
L'architettura e le meraviglie visive
L'architettura del Monastero di Santa Cruz è un esempio preminente di come diversi stili possono coesistere in armonia. L’ingresso principale, con la sua facciata romanica, accoglie i visitatori con la sua imponenza. Le porte in legno massiccio e i dettagli decorativi incisi sono solo alcune delle caratteristiche che richiamano attenzione. Man mano che si entra, il chiostro offre un rifugio tranquillo, circondato da colonne eleganti e archi che incorniciano giardini ben curati. Inoltre, la chiesa del monastero è un vero gioiello. Il suo altare maggiore, riccamente decorato, è un esempio perfetto dell'arte barocca portoghese. Le opere d'arte all'interno della chiesa evidenziano la devozione dei monaci e il ricco patrimonio religioso di Coimbra. Ogni angolo del monastero racconta una storia, trasmettendo un senso di pace e contemplazione che affascina i visitatori.
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Un patrimonio culturale Oltre alla bellezza architettonica, il Monastero di Santa Cruz custodisce una vasta collezione di opere d'arte e manufatti storici. La biblioteca monastica, rinomata per la sua collezione di manoscritti e libri antichi, è un tesoro per studiosi e appassionati di storia. Questa biblioteca rappresenta un pilastro fondamentale della comunità intellettuale di Coimbra, riflettendo l'importanza del sapere e della cultura nel corso dei secoli.
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L'importanza del monastero va oltre l'aspetto religioso e culturale; esso racchiude il patrimonio collettivo della città di Coimbra. Ogni anno, il monastero ospita eventi culturali, mostre e concerti, dimostrando come passato e presente possano convivere in armonia. I visitatori non solo possono esplorare la storia del monastero, ma anche partecipare a una serie di attività che promuovono l'arte e la cultura locale.
L'Università di Coimbra:  la Cappella di São Miguel e la Biblioteca Joanina
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L'Università di Coimbra, fondata nel 1290, è una delle istituzioni accademiche più antiche e prestigiose del mondo. Situata nella storica città di Coimbra, in Portogallo, questa università non è solo un luogo di apprendimento, ma anche una testimonianza vivente della ricca storia culturale del paese. Ogni anno, migliaia di studenti e visitatori si recano a Coimbra per esplorare il suo campus, ricco di eleganti architetture, straordinarie biblioteche e importanti luoghi di culto.
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In questo contesto, la Cappella di São Miguel e la Biblioteca Joanina spiccano come due gemme straordinarie. La Cappella di São Miguel, situata all'interno dell'Università, rappresenta una fusione di arte e spiritualità, mentre la Biblioteca Joanina, un autentico scrigno di conoscenza, è uno dei luoghi più iconici della vita accademica del Portogallo.
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La Cappella di São Miguel: un faro di spiritualità e arte
La Cappella di São Miguel è una delle aree più significative dell'Università di Coimbra. Costruita nel XVIII secolo, questa cappella è dedicata a San Michele, l'arcangelo noto per la sua protezione e guida. La sua architettura barocca cattura immediatamente l'attenzione dei visitatori. L'interno è riccamente decorato con affreschi e opere d'arte che riflettono l'importanza religiosa e culturale del luogo.
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Inizialmente, la cappella serviva come luogo di culto per gli studenti e il personale dell'università. Attraverso i secoli, ha mantenuto la sua funzione religiosa, divenendo anche un importante luogo di celebrazione degli eventi accademici. La sua bellezza architettonica e i dettagli artistici la rendono un punto di riferimento non solo per gli studenti ma anche per i turisti che desiderano approfondire la storia culturale di Coimbra.
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Un luogo di celebrazione e rituale La Cappella di São Miguel non è solo un luogo di bellezza, ma anche uno spazio vivo di rituali e celebrazioni. Ogni anno, gli studenti dell'Università di Coimbra partecipano a diverse cerimonie religiose all'interno della cappella. Durante l'iniziazione e altre celebrazioni importanti, la cappella diventa un centro di socializzazione e spiritualità, unendo gli studenti in un'esperienza condivisa di fede e tradizione.
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Inoltre, la cappella ospita concerti e altri eventi culturali, attirando artisti e musicisti da tutto il Portogallo. Questa vivacità contribuisce a creare un'atmosfera dinamica, in cui la storia e la modernità si intrecciano, rendendo la cappella un luogo di grande significato sia per gli studenti che per i visitatori.
La Biblioteca Joanina: un tesoro di conoscenza
La Biblioteca Joanina, costruita nel XVIII secolo, è uno dei tesori più preziosi dell'Università di Coimbra. Questa biblioteca non è solo un luogo di studio, ma è anche un capolavoro architettonico che affascina i visitatori con il suo design barocco. Il grande atrio, con soffitti decorati e scaffali in legno pregiato, trasmette un senso di grandezza e sacralità. Oltre ad essere una biblioteca, è un'opera d'arte a tutti gli effetti.
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Inoltre, la Biblioteca Joanina ospita una vasta collezione di libri antichi e manoscritti rari, molti dei quali risalgono al periodo della fondazione dell'Università. Non sorprende che qui si trovi una delle più importanti raccolte di testi del Portogallo, un patrimonio inestimabile per gli studiosi e gli appassionati di storia.
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Un centro di studio e ricerca La Biblioteca Joanina non è solo un luogo dove si conservano libri; è anche un attivo centro di studio e ricerca. Gli studenti e i ricercatori possono accedere a questo spazio per approfondire le loro ricerche, perstudiare libri rari e per interagire con esperti di vari settori. Le numerose iniziative promosse dalla biblioteca, tra cui conferenze, mostre e laboratori, hanno reso questo spazio un punto di riferimento per la cultura e l'istruzione a Coimbra.
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In un'epoca in cui la digitalizzazione sta cambiando il modo in cui accediamo alla conoscenza, la Biblioteca Joanina si impegna a mantenere viva la tradizione del libro stampato. La bellezza dei suoi volumi antichi e la loro rara fragranza attirano ogni anno numerosi visitatori, desiderosi di immergersi in un'atmosfera di scoperta e meraviglia. Read the full article
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indiablackrose · 4 months ago
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ㅤ   ㅤ   ㅤ         ㅤ ⟡   𝐁𝐈𝐎𝐆𝐑𝐀𝐏𝐇𝐘       ㅤ ﹫ɪɴꜰᴏ ᴘᴏɪɴᴛ  ⸝ ꜰʀᴇᴇㅤ         ㅤ         ㅤ   ㅤ   ㅤ   ㅤ❤ㅤ ‧‧‧ㅤ on game ㅤ   ㅤ   ㅤ😭ㅤ ‧‧‧ㅤ off game        ㅤ        ㅤ         ㅤ    🖇 basics : ㅤ      ㅤ   ♯ nome: india riley wood  ♯ prestavolto: jasmine tookes  ♯ pronomi: she/her  ♯ luogo di nascita: boston, massachusetts  ♯ vive a: manhattan, new york  ♯ sessualità: etero       ㅤ    ㅤ   🖇 about them : ㅤ     ㅤ  ㅤ 𝐈ㅤ Nata in una pittoresca casa vittoriana a Boston, in Massachusetts, India ha trascorso gran parte della sua infanzia immersa in un ambiente stimolante, grazie ai suoi genitori che l’hanno sempre incoraggiata a esplorare il mondo attraverso l’arte e la cultura. Il padre, rinomato architetto, noto per il suo stile che mescola elementi moderni con richiami storici, le ha trasmesso la passione per l'arte, unita alla determinazione della madre, avvocato penalista. Un'infanzia, quella della Wood, che le ha permesso di trascorrere diversi periodi in città come New Orleans, una città intrisa di cultura, storia e arte che ha influenzato profondamente la sua personalità e le sue passioni, Washington in cui ha compreso la complessità dei giochi di potere e Savannah, facendosi ammaliare dalla storia del Sud.       ㅤ ㅤ 𝐈𝐈ㅤ Il periodo trascorso in viaggio per gli States, ha permesso alla giovane Wood di affinare le sue passioni, elaborarle e svilupparle, visitando biblioteche, musei e siti storici, che non hanno fatto altro che nutrire la sua immaginazione e acceso la sua passione per la storia dell'arte. Fin dalla sua prima visita a New York, a sei anni, ha compreso che quello sarebbe stato il suo mondo. Durante una visita al Metropolitan Museum of Art, si è persa ma invece di spaventarsi, si era fermata davanti a un grande dipinto del Rinascimento e, incantata dai dettagli, era rimasta lì a osservarlo fino a quando i suoi genitori l'avevano trovata. Da quel momento, il museo divenne uno dei suoi luoghi preferiti, un rifugio dove poteva perdersi e ritrovarsi tra le opere d'arte.       ㅤ ㅤ 𝐈𝐈𝐈ㅤ Oggi, India continua a esplorare il mondo dell'arte attraverso la scrittura e la fotografia. Nonostante la sua ansia, è riuscita a trasformare le sue vulnerabilità in forza, utilizzando l'arte come mezzo per affrontare le sue paure e connettersi con il mondo. Ama viaggiare, visitare musei e mostre, e scoprire nuovi talenti artistici. Ha una collezione di taccuini pieni di schizzi, poesie e riflessioni, che considera i suoi più preziosi tesori. India vive in un appartamento nel quartiere storico di SoHo, circondata da libri, piante e opere d'arte. Nel tempo libero, si dedica alla cucina, sperimentando ricette che uniscono le tradizioni del Sud con influenze europee, e organizza serate culinarie per amici e colleghi, dove si discute di arte, letteratura e filosofia.       ㅤ ㅤ 𝐈𝐕ㅤ India lavora come critica d'arte freelance. Scrive per diverse riviste culturali e giornali, fornendo analisi approfondite su mostre d’arte, nuovi artisti emergenti e la connessione tra arte e società. Il suo stile di scrittura è poetico ma preciso, capace di trasportare il lettore nei mondi che descrive. Inoltre, tiene conferenze occasionali sulla storia dell'arte presso università e musei locali. Nel tempo libero, offre anche consulenze per collezionisti d'arte che vogliono acquistare opere di artisti emergenti. Recentemente, ha iniziato a lavorare al suo primo libro, un saggio che esplora come l'arte abbia influenzato i movimenti sociali nel corso della storia.            ㅤ  ㅤ  ㅤㅤ  ❚ ᴘɴɢꜱ/ꜰᴀᴍɪʟʏ, quindi 𝗣𝗩 importanti che 𝗻𝗼𝗻 possono essere duplicati:       ㅤ  ㅤㅤ ㅤ ✦ㅤ oliver wood — ғᴏʀᴇsᴛ ᴡʜɪᴛᴀᴋᴇʀ ( father ) ㅤ ✦ㅤ evelyn riley dupree — ɢɪɴᴀ ᴛᴏʀʀᴇs ( mother ) ㅤ ✦ㅤ eli wood — ʟᴜᴄɪᴇɴ ʟᴀᴠɪsᴄᴏᴜɴᴛ ( brother ) ㅤ ✦ㅤ noah wood — ʀᴇɢᴇ́-ᴊᴇᴀɴ ᴘᴀɢᴇ ( brother ) ㅤ ✦ㅤ olivia caroline dupree — ᴋᴇʀʀʏ ᴡᴀsʜɪɴɢᴛᴏɴ ( aunt ) ㅤ   ㅤ
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