#emozione e cinema
Explore tagged Tumblr posts
ilghila · 1 year ago
Text
"Tu come vivrai?": il viaggio dantesco di Hayao Miyazaki
Appena usciti dalla visione di “Kimi-tachi wa Dō Ikiru ka” (in Italia, seguendo il titolo inglese, “Il ragazzo e l’airone”) di Hayao Miyazaki, regna un silenzio contemplativo nella sala. Come un imperativo non detto: rimanere in silenzio alla fine di un’opera creata da un “ragazzino” di ottant’anni, che ancora oggi interpreta la realtà con gli occhi di un sognatore, la rivisita con la creatività…
Tumblr media
View On WordPress
5 notes · View notes
grlbts · 7 months ago
Text
un piccolo frammento per ricordare due fantastici attori di un cinema che non esiste più.
In questa scena due estranei si ritrovano a fare conoscenza in un momento difficile per entrambi.
Vogel, interpretato da Gian Maria Volonté è un evaso, tutti lo inseguono, poliziotti, cani, posti di blocco, è un animale braccato che ha paura e non sa se potrà ancora fidarsi di qualcuno.
Corey, il personaggio di Alain Delon è invece appena uscito di prigione per buona condotta. Ha scontato la sua pena ma si rende conto di avere ormai perso tutto della sua vita precedente, la sua donna, gli amici, tutti lo hanno abbandonato, è un uomo allo sbando che sembra non provare più nessuna emozione.
Come in molti altri ruoli di Delon c'è anche un secondo livello, Corey è un uomo bellissimo e molto elegante, questo fatto non viene esplicitato in nessun modo durante il film ma è evidente agli occhi di tutti. Corey è bello e impossibile nella cella del carcere, mentre vaga all'alba tra bar e sale da biliardo nei bassifondi di Marsiglia, in questa scena in aperta campagna in cui il fango arriva fino alle caviglie. Tutti gli altri personaggi lo notano e hanno una naturale reazione, lo invidiano, lo disprezzano, non si fidano.
Alcuni dettagli rendono questo incontro per me indimenticabile cinematograficamente. Lo zoom che trasforma il campo larghissimo in un campo americano mentre Volontè si avvicina, come a sottolineare la distanza che si assottiglia tra i due uomini, e poi il momento topico della sigaretta: Vogel stringe la pistola con la destra e il pacchetto nella sinistra, così l'accendino gli cade a terra, se vuole recuperarlo deve distogliere sguardo e arma dall'altro uomo, è un dilemma, lo vediamo esitare e infine cedere, metaforicamente sotterrare l'ascia di guerra e accettare Corey, condividere una sigaretta che sancisce una fratellanza.
Il tutto in un paio di secondi e senza dire una parola, solo con gesti e sguardi. Tornare dopo questo a guardare un film americano in cui i gangster parlano del più e del meno e si urlano insulti e parolacce senza soluzione di continuità è un vero shock culturale.
da Le Cercle rouge di Jean Pierre Melville
29 notes · View notes
francescacammisa1 · 2 months ago
Text
Il mantello del passato è fatto con il tessuto delle emozioni della nostra vita e cucito con fili enigmatici del tempo. In genere non possiamo fare altro che avvolgercelo attorno alle spalle per trarne conforto, o trascinarcelo dietro mentre ci sforziamo di proseguire il nostro cammino. Ma tutto ha una causa e un senso. Ogni vita, ogni amore, ogni azione, ogni emozione e pensiero hanno una ragione e un significato. E a volte riusciamo a vederli. A volte vediamo il passato con tale chiarezza, e le parti che lo compongono ci appaiono con tale limpidezza che ogni cucitura del tempo rivela il suo scopo, il messaggio che contiene. Nella vita ognuno di noi – poca importa che sia vissuta nell’abbondanza o nella miseria – nulla porta più conoscenza del fallimento, e più chiarezza del dolore. E nella minuscola, preziosa saggezza che otteniamo, quei nemici temuti e odiati – dolore e fallimento – hanno diritto e ragione di esistere.
Gregory David Roberts – Shantaram
Ph Koto Bolofo
5 notes · View notes
multiverseofseries · 7 months ago
Text
Beetlejuice Beetlejuice: il ritorno del cult di Tim Burton è un sentito omaggio
Tumblr media
Il classico di Tim Burton degli anni '80 torna con parte del cast originale, da Michael Keaton a Winona Ryder, oltre alla new entry Jenna Ortega. Presentato al Festival di Venezia 2024.
Tumblr media
La musica incalzante di Danny Elfman, la camera che scivola sulla cittadina di Winter River. È con un brivido che si accoglie l'apertura di Beetlejuice Beetlejuice, da fan di vecchia data del cult di Tim Burton e da amanti della filmografia del regista. Perché si capisce subito che è proprio ai fan di vecchia data che parlerà in prima battuta il film, questo ritorno che si affida a buona parte del cast originale, da Michael Keaton a Winona Ryder, con delle new entry d'eccezione come Willem Dafoe, Jenna Ortega e, ovviamente, Monica Bellucci.
Tumblr media
Winona Ryder torna nel sequel
Una trama (troppo?) elaborata per Beetlejuice Beetlejuice
Partiamo dallo spunto e l'intreccio, che ci hanno lasciato sensazioni contrastanti: ci è piaciuto lo spunto iniziale di tornare ai personaggi iconici di Beetlejuice a distanza di tanti anni, per ritrovare i Deetz e vedere come sono diventate le loro vite, dalla madre Delia che ancora insegue le sue pulsioni artistiche alla figlia Lydia la cui esistenza è ancora avvolta in quell'alone oscuro che avevamo amato negli anni '80, convogliato nella sua attività professionale. A loro si aggiunge una terza generazione di Deetz, rappresentata dalla figlia di Lydia, Astrid, tutte raccolta nuovamente a Winter River.
Tumblr media
Una sequenza di Beetlejuice Beetleuice
Lì la ragazza scopre il plastico dei Maitland ed entra in contatto con il mondo del soprannaturale in modi inaspettati, aprendo le porte al ritorno di Beetlejuice che è intanto alle prese con l'unico essere che riesce a spaventarlo: la sua ex moglie Delores. Più linee narrative che a tratti non trovano lo spazio e l'equilibrio necessario, come se la voglia di aggiungere idee e spunti avesse preso il sopravvento sulla compattezza narrativa. Un difetto che emerge soprattutto nel secondo atto, per poi sfociare con energia in un gran finale che rende giustizia alla potenza iconica dell'originale.
Un sequel tra evoluzione e omaggio
Abbiamo subito accennato a quello che ci è sembrato l'unico difetto di un film che nel complesso funziona: lo fa in quanto commedia macabra, con il gusto dark di Tim Burton che riemerge come in passato; lo fa in quanto omaggio in grado di parlare ai fan dell'originale, con richiami continui e sensati che i conoscitori sapranno identificare e amare; lo fa, ancora, come evoluzione di quei personaggi a cui ci sentiamo legati e che ritroviamo con emozione. In Beetlejuice Beetlejuice si nota, più che in altre produzioni recenti del regista, la voglia di costruire sequenze di grande impatto e nel divertimento che proviamo scorgiamo quello dello stesso Burton.
Tumblr media
Jenna Ortega è una delle new entry del film di Tim Burton
Parallelamente și percepisce la riflessione di un autore più maturo alle prese con personaggi che hanno abituato il suo passato e che esplora con curiosità a distanza di anni. Una riflessione che riguarda loro, ma in parallelo anche se stesso, un modo per ripensare alla sua vita e la sua carriera dal punto di vista privilegiato dell'autore più maturo.
La forza iconografica di Beetlejuice
È indubbio che il primo film abbia una forza iconografica incredibile, che abbia proposto al pubblico una sequenza da storia del cinema (la celebre, impagabile, cena/ballo) e il timore era che il sequel di Beetlejuice non riuscisse a rivaleggiare col suo predecessore su questo fronte. Seppur ovvio che qualcosa di quella potenza sia inarrivabile, non mancano i grandi momenti in questo nuovo film: una sequenza vede protagonista Monica Bellucci, un regalo di Burton all'attuale compagna, un altro è il gran finale, una cerimonia a ritmo di musica.
Tumblr media
Beetlejuice Beetlejuice: un'apparizione di Danny DeVito
Insomma un'operazione riuscita, un film compiuto al di là di qualche problema di gestione delle diverse linee narrative, ma soprattutto un film che i fan di Tim Burton e del primo Beetlejuice - Spiritello porcello apprezzeranno. Da estimatori non possiamo che esserne felici!
Conclusioni
In conclusione Beetlejuice Beetlejuice è un sentito omaggio di Tim Burton al suo film degli anni ’80 e a quel pubblico che l’ha seguito sin dagli esordi. Il cast originale conferma il lavoro fatto sui personaggi e ne evolve la portata, le new entry completano il quadro in termini di evoluzione della storia. Qualche incertezza di scrittura, soprattutto nella parte centrale della storia, non rovina un film che diverte ed evoca quelle sensazioni che dal sequel di Beetlejuice ci saremmo aspettati.
👍🏻
L’estetica di Tim Burton, che ritroviamo con piacere.
Quel gusto per la commedia dark, tipica dell’autore.
Michael Keaton, Winona Ryder e il cast originale.
Un paio di sequenze potenzialmente cult.
👎🏻
Alcune storyline meno sfruttate.
Qualche problema di equilibrio tra vecchi e nuovi personaggi.
7 notes · View notes
coolfrancescalove · 2 years ago
Text
E insomma ieri mi sono trovato a parlare con un ragazzo di 15 anni.
Mi raccontava della sua scuola che fu la mia scuola ma vedevo che era particolarmente distratto da alcuni messaggi che gli arrivano sul telefono che generavano sul suo viso l’ espressione del pesce lesso tipica del maschio italiano quando chatta con una che gli piace.
- Maaaa tutto bene sti messaggi?
- Scusa. È che ho una crush.
- Cioè? Ti si sta rompendo il telefono?
- No! Una crush con una…
- Ah ok. Vuoi dire un amoretto estivo, un flirt insomma.
- Una crush!
- Si ok. E che tipa è? Come l’hai conosciuta?
- È amica di mia cugina.
- Bene, ottimo. Dove vi siete visti?
- Su Be Real
- Eh?
- Be Real.
- Ah… immagino sia un social network di voi giovani tipo Facebook…
- È che è?
- Ah già. Facebook è un sistema informatico basico che usiamo noi meno giovani poco avezzi alle tecnologie moderne. Ma quindi sta tipa non l’hai mai vista?
- Certo che l’ho vista! Perchè su BeReal ci siamo piaciuti e lei m’ha dato la sua Insta.
- A te l’ha data. Bene. Però voglio dire… Proprio dal vivo vi siete mai visti?
- Beh si. Perchè da Insta abbiamo iniziato a parlare in DM.
- Ah! Questa la so. È tipo Messanger!
- E che è?
- Ah scusa. È un vetusto sistema di messaggistica tipico della seconda metà degli anni 2000 ancora in voga tra noi figli dello scorso secolo. Vabbè ma quanto chattate?
- Tutto il giorno. Pensa che ad un certo punto siamo passati a Whatsapp!
- Oh mamma. Ma allora è una cosa seria!
- Eh si!
- Però non capisco una cosa. Come fa a piacerti se non la conosci?
- Mi piace perchè quando mi scrive sono felice. (E qui è arrossito).
- Uh! Questa mi pare una cosa bella. E lei che dice?
- Dice che i miei messaggi li legge per primi.
- Ah. Mi pare buono.
- E poi quando lei non sta bene io mi preoccupo.
- E questo è molto bello. E che fai?
- Le mando un messaggio!
- Vabbè magari su questo aspetto sarebbe da lavorarci un po’ ma le intenzioni mi sembrano buone. Ma adesso lei non ti sta scrivendo più?
- Adesso non può che è al cinema e poi va a cena con delle amiche.
- Ma pensi che vi incontrerete prima o poi?
- Si certo! Ma adesso è un po’ presto. Bisogna prima conoscersi un po’…
- Cioè. Mi stai dicendo che è necessario conoscersi prima di conoscersi?
- Certo!
- Ma fate i preliminari tipo gli agenti immobiliari?
- Che?
- Lascia stare…
E comunque in tutto questo bislacco mondo digitale nelle parole di quel ragazzo ho notato anche una forma di galanteria e di rispetto.
Di questa incomprensibile (per noi) emozione fatta di scambi di giga piuttosto che di fluidi e di questa strana felicità digitale potremmo parlare per ore accusando, maledicendo e raccontando di quanto si stesse meglio quando si stava analogici.
Ma gli occhi da pesce lesso di un giovane uomo rimangono una costante che attraversa secoli, abitudini e bizze dell’evoluzione.
Una costante bellissima…
Ps.
Dopo un po’ che abbiamo smesso di parlare il nostro eroe alza lo sguardo dal telefono e con sguardo rapito mi fa:
- Devo assolutamente andare al McDonald’s!
- Cioè! Lei è li? Ti sei deciso finalmente? Vuoi vederla? Guarda… ti ci accompagno io se vuoi!
- Ma che stai a di! Ce sta il Crispy mc Bacon in offerta!
E quetso a conferma che come sempre è accaduto nella storia…
A 15 anni l’amore si sente forte.
Ma la fame di più.
Emiliano Miliucci
2 notes · View notes
cartonionline · 23 days ago
Text
Ne Zha 2 – L’epica mitologica torna a infiammare il cinema d’animazione
Tumblr media
Dopo il successo travolgente del primo Ne Zha, il sequel Ne Zha 2 arriva come un tornado infuocato nel panorama dell’animazione cinese, portando con sé ancora più azione, emozione e una spettacolare messa in scena che lascia senza fiato. Il film dimostra ancora una volta che l’animazione cinese non solo può competere con le grandi produzioni occidentali, ma sa anche offrire una narrazione unica e visivamente straordinaria.
Una storia che affonda le radici nella mitologia cinese
Se il primo Ne Zha ci ha introdotto all’eroe ribelle, questa volta la posta in gioco è ancora più alta. La storia riprende le vicende di Ne Zha e Ao Bing, il principe drago, dopo gli eventi catastrofici del primo film. Ora i due devono affrontare nuove minacce che mettono a rischio il loro mondo, tra battaglie spettacolari e scoperte che approfondiscono il loro passato e destino. L’evoluzione dei personaggi è uno degli elementi più interessanti del film. Ne Zha, pur rimanendo il solito ragazzo testardo e impulsivo, inizia a maturare e a comprendere meglio il significato del sacrificio e della responsabilità. Ao Bing, d’altra parte, lotta con il suo retaggio e il peso delle aspettative, creando un dinamico contrasto tra i due protagonisti che tiene incollati allo schermo.
Animazione e direzione artistica mozzafiato
Se il primo capitolo aveva stupito con un comparto visivo all’avanguardia, Ne Zha 2 alza ulteriormente l’asticella. Le scene d’azione sono una vera gioia per gli occhi, con un’animazione fluida e coreografie di combattimento che sembrano uscite da un wuxia adrenalinico. Gli effetti speciali, le esplosioni di colori e l’uso magistrale della CGI rendono il film un’esperienza visiva incredibile, che immerge completamente lo spettatore nel mondo mitologico cinese. Ogni frame è un dipinto digitale curato nei minimi dettagli: dalle imponenti montagne sacre agli oceani agitati, ogni scenario è progettato con una maestria che rende il film un capolavoro visivo.
Colonna sonora epica e sound design coinvolgente
Non si può parlare di Ne Zha 2 senza menzionare la colonna sonora. Le musiche epiche accompagnano perfettamente ogni momento del film, alternando brani orchestrali imponenti a momenti più intimi e toccanti. Il sound design è altrettanto curato: i colpi di spada, le esplosioni di energia e i rombi dei draghi creano un’atmosfera potente che amplifica ogni scena d’azione.
Un sequel che supera le aspettative
Uno dei rischi dei sequel è quello di non essere all’altezza dell’originale, ma Ne Zha 2 riesce nell’impresa di espandere l’universo narrativo e di rendere la storia ancora più avvincente. Il film combina perfettamente azione, dramma e umorismo, offrendo momenti intensi alternati a gag che alleggeriscono la tensione senza mai risultare fuori posto. L’approfondimento dei personaggi e il loro sviluppo emotivo rendono la narrazione più coinvolgente, mentre il ritmo serrato della storia fa sì che non ci siano tempi morti. Il mix di tradizione e innovazione è perfettamente bilanciato, riuscendo a catturare sia gli appassionati della mitologia cinese sia il pubblico internazionale. Ne Zha 2 non è solo un film d’animazione, ma un’esperienza visiva e narrativa che dimostra quanto il cinema cinese stia raggiungendo nuove vette. Con una storia avvincente, personaggi carismatici e un comparto tecnico impressionante, questo sequel si conferma come una delle migliori produzioni animate dell’anno. Se hai amato il primo capitolo, non puoi assolutamente perderti questo seguito che espande ed eleva ulteriormente l’epopea di Ne Zha. E se ancora non hai visto il primo film, è il momento perfetto per recuperarlo e lasciarti trascinare in questa spettacolare avventura mitologica! Read the full article
0 notes
oltrearcobaleno · 27 days ago
Text
Quasi Amici – Intouchables: Un Capolavoro del Cinema Francese
Il cinema francese ha regalato al mondo numerosi film memorabili, ma pochi hanno lasciato un segno profondo come Quasi Amici – Intouchables. Questo film del 2011, scritto e diretto da Olivier Nakache e Éric Toledano, ha conquistato il pubblico grazie alla sua miscela perfetta di dramma e commedia, portando alla ribalta una storia vera di amicizia e resilienza.
Tumblr media
La Trama di Quasi Amici – Intouchables
Ambientato a Parigi, il film si apre con una sequenza adrenalinica: una Maserati Quattroporte sfreccia a tutta velocità per le strade della città. Alla guida c’è Driss, un giovane proveniente da un quartiere difficile, mentre al suo fianco siede Philippe, un uomo tetraplegico con una barba lunga e un’espressione enigmatica. Fermati dalla polizia, Driss finge che Philippe stia male e, con un abile stratagemma, ottiene un’improvvisata scorta fino all’ospedale. Da qui, il film utilizza un flashback per raccontare come i due protagonisti si siano incontrati e come sia nata la loro straordinaria amicizia.
Philippe Pozzo di Borgo è un uomo ricco e colto che, a seguito di un incidente in parapendio, è rimasto tetraplegico. Alla ricerca di un badante, si trova davanti a numerosi candidati qualificati, ma nessuno riesce a catturare la sua attenzione come Driss. Quest’ultimo si presenta al colloquio senza grandi aspettative: il suo unico obiettivo è ottenere una firma che gli permetta di continuare a ricevere l’assistenza sociale. Tuttavia, il carattere schietto e l’atteggiamento diretto di Driss colpiscono Philippe, che decide di offrirgli un periodo di prova.
Con il passare dei giorni, il rapporto tra i due si trasforma profondamente. Driss porta nella vita di Philippe una ventata di freschezza e spensieratezza, aiutandolo a riscoprire il piacere delle piccole cose. In cambio, Philippe gli offre una stabilità economica e lo introduce in un mondo a lui sconosciuto. Il film mette in luce la bellezza dell’amicizia tra due persone apparentemente opposte, dimostrando che il vero legame non conosce barriere sociali o fisiche.
Un Successo Senza Confini
Quasi Amici – Intouchables è stato un enorme successo di pubblico e critica. Uscito in Francia il 2 novembre 2011 e in Italia il 24 febbraio 2012, il film ha incassato oltre 400 milioni di dollari in tutto il mondo, diventando uno dei maggiori successi del cinema francese. Il merito va anche alla straordinaria interpretazione dei due attori protagonisti: François Cluzet nel ruolo di Philippe e Omar Sy in quello di Driss. Quest’ultimo ha ricevuto il Premio César come miglior attore, consacrandosi come uno dei volti più talentuosi del panorama cinematografico internazionale.
L’Impatto Culturale del Film
Il film ha avuto un impatto significativo sul pubblico, affrontando con leggerezza temi complessi come la disabilità, le differenze sociali e la ricerca della felicità. Attraverso dialoghi brillanti e scene cariche di emozione, Quasi Amici – Intouchables ha mostrato come il cinema possa essere uno strumento potente per raccontare storie di vita autentiche. La colonna sonora, che spazia dalla musica classica ai ritmi funk degli Earth, Wind & Fire, ha contribuito a rendere l’atmosfera ancora più coinvolgente.
Un Film Ispirato a una Storia Vera
Ciò che rende Quasi Amici – Intouchables ancora più speciale è il fatto che sia basato su una storia vera. Philippe Pozzo di Borgo è un uomo realmente esistito, e la sua amicizia con Abdel Sellou, il vero Driss, ha ispirato il film. Durante i titoli di coda, vengono mostrate immagini dei veri protagonisti della vicenda, conferendo un ulteriore tocco di autenticità alla narrazione.
L’Influenza nel Mondo del Cinema
Il successo di Quasi Amici – Intouchables ha portato alla realizzazione di diversi remake internazionali, tra cui The Upside (2017) con Bryan Cranston e Kevin Hart. Nonostante i tentativi di adattare la storia a diversi contesti culturali, l’originale rimane insuperabile, grazie alla sua capacità di mescolare commedia e dramma in modo naturale ed emozionante.
Perché Guardarlo?
Per chiunque ami il cinema, Quasi Amici – Intouchables è un’opera imperdibile. Il film dimostra che l’amicizia può nascere nei contesti più inaspettati e che, al di là delle differenze, ciò che conta davvero è il legame umano. Ogni scena è carica di emozione e ironia, creando un equilibrio perfetto tra momenti toccanti e situazioni esilaranti.
In un panorama cinematografico spesso dominato da effetti speciali e trame complesse, Quasi Amici – Intouchables si distingue per la sua semplicità e autenticità. È un film che scalda il cuore e che continua a essere un punto di riferimento nel cinema contemporaneo.
Conclusione
Quasi Amici – Intouchables rappresenta una delle opere più iconiche del cinema francese degli ultimi anni. Con una storia potente, interpretazioni magistrali e una regia impeccabile, il film è riuscito a toccare il cuore di milioni di spettatori in tutto il mondo. Chiunque voglia scoprire il potere del cinema nel raccontare storie straordinarie non può perdere questa pellicola.
Un inno all’amicizia, alla speranza e alla capacità di trovare la felicità nelle situazioni più inaspettate, Quasi Amici – Intouchables è una gemma rara che continua a brillare nel panorama del cinema internazionale.
Leggici su Linkedin
Indicaci come contattarti
0 notes
ma-mu-nia · 29 days ago
Text
Sebbene il cinema nasca come forma di intrattenimento leggero, col tempo si è evoluto portando nelle sale storie più stimolanti e riflessive. Certo, non ha mai perso quella fetta di produzioni semplici che fanno passare il tempo senza impegno - ed ogni tanto un film stupido ci vuole. Ma ultimamente la qualità delle storie è diventata scadente e banale.
Dagli arbori tragicomici di Chaplin e Keaton, passando poi dalla demenzialitá geniale dei fratelli Marx, per sfondare poi in quel cinema americano di duri come Bogart e Clark Gable assieme ai primi colossal, per passare poi alla rivoluzione della Nouvelle Vague francese ed italiana. Da lì l'esplosione delle storie attraverso l'ingegno di Spielberg con la Universal e la Lucas film, la perfezione di Kubrick, la caparbietà di Scorsese ed il filone di registi italoamericani ed i francesi emigrati in America, registi con identità precise come quella di Woody Allen- semplifico perché è un mondo troppo vasto da raccontare. Tutto questo fino alla prima decade del 2000, dove già si cominciava a perdere il senso del cinema con i primi remake. Poi sono arrivati i filoni dei supereroi con tre film per personaggio (minimo), le case di produzione delle piattaforme streaming hanno preso piede dando fondi a film mediocri, producendo serie televisive da film ormai conclusi; hanno cominciato ad attualizzare cult per le nuove generazioni, nell'immenso schedario del cinema hanno pescato a caso vecchi film per remake o sequel (non ultimo quello dei Goonies, grande cult a cui sono affezionato) fino ad arrivare ad un risultato in cui i film originali, con un minimo di senso e che possono valere il prezzo del biglietto, si contano sulle dita di una mano.
Questo mi porta inevitabilmente a tornare indietro nel tempo e riscoprire quel cinema che ho perso per strada o che conosco ma che almeno mi smuove qualcosa, che sia un emozione oppure una riflessione.
1 note · View note
unmatto · 1 month ago
Text
non vado al cinema dal 13 maggio 2024. era il mio primo giorno di lavoro. alla fine del turno, lei si fece trovare all’uscita, andammo insieme al cinema e poi a cena fuori per festeggiare la mia assunzione. il film era civil war di alex garland. entrammo in ritardo in sala, ci perdemmo un pochino dell’inizio ma da allora non ho voluto recuperarlo. a entrambi non piacque e durante il viaggio di ritorno ne parlammo inconsapevoli che non saremmo più tornati al cinema insieme, che non ci saremmo più organizzati sugli orari degli spettacoli, che non avremmo più organizzato un pomeriggio al cinema per poi cambiare idea all’ultimo e passare un pomeriggio a letto. da quel giorno non riesco più a tornare al cinema. ci hanno provato a farmi tornare, però nel momento di vedere gli orari, scegliere il film, vengo sopraffatto da una sensazione di tristezza e non riesco a proseguire. ci sono tante, piccole crepe come queste che devo riparare - non per tornare quello di prima, so già che non potrò mai tornare quello di prima; ma per non vivere tutto con tutta questa tristezza, tutta questa pesantezza nel cuore. il cinema una volta lo amavo follemente, era la mia passione, era oggetto dei miei studi e dei miei progetti. in questi mesi in cui l’ho messo da parte, in cui lo sto ignorando, respingendo, mi sto chiedendo se mi sia mai piaciuto. la verità è che non provo più interesse a guardare film anche perché non posso parlarne con lei. mi sforzo di recuperare i titoli di maggiore successo ma in realtà non mi provocano alcuna emozione. sicuramente la rottura ha amplificato un’anedonia che provavo già da tempo. la frattura che sento ancora dentro è una conseguenza della separazione di una relazione con una persona con cui condividevo tutto, anche i commenti sui film. mi ascoltava sempre con interesse, la sua preparazione sull’argomento è gigantesca. mi manca molto. mi manca la sua intelligenza, la sua ironia pungente, il suo modo di camminare, il sorriso che faceva da lontano quando mi vedeva andarle incontro, le sue guance. l’elenco sarebbe infinito. era la mia persona preferita, spero di averglielo fatto capire, spero di averglielo dimostrato. perché a prescindere dal fatto che stessimo insieme, ero felice di averla accanto e di averla nella mia vita, di essere testimone della sua visione del mondo, così affine alla mia ma anche così diversa, così battagliera, politica, critica. è in questa parte del ragionamento in cui mi sento come se fossi stato la sua zavorra, con la mia negatività, la mia stanchezza verso il mondo, la mia apatia. avrei voluto che superassimo insieme tutto questo. avrei voluto vederla come mia moglie (come dice una canzone), e in realtà la figuravo già così mentre condividiamo una casa insieme, un futuro infinito, una vita intera. scendo di casa e passo dall’incrocio dove l’aspettavo nei pomeriggi in cui ci vedevamo, faccio la spesa dove facevamo la spesa. forse in tutto questo, passare davanti al suo portone tutti i giorni e sussultare nel caso qualcuno dovesse aprirlo proprio mentre sono lì è la cosa meno peggio. perché vivevo di lei ed era entrata in ogni angolo della mia vita, ho ricordi con lei in ogni stanza della casa, in ogni luogo che devo frequentare. ho ricordi con lei di ogni aspetto della mia vita, compreso il cinema, le sale, tutto il mondo che ci gira attorno. ora per me ha perso tutto d’interesse perché non c’è lei e non posso condividerlo con lei. devo ricostruirmi, anzi dovrei farlo. lo sto facendo a passi piccolissimi (dove ho letto di recente: in periodo di crisi anche un passo al giorno può considerarsi un obiettivo da raggiungere?), però rimane dentro di me questo senso di vuoto, questo lutto nero per la mancanza di una persona magnifica.
6 notes · View notes
alemicheli76 · 1 month ago
Text
Review party Cella 34, Antonio Giugliano, Nua Edizioni. A cura di Barbara Anderson
Nel 1994 nella sala di un famoso cinema romano guardavo quello che è rimasto con il tempo uno dei miei film preferiti di sempre. Theshawshank Redention (Le ali della libertà) magistralmente interpretato da Tim Robbins e Morgan Freeman. Ricordo ogni emozione vissuta in quella sala cinematografica e molti anni dopo eccomi qui che chiudo questo romanzo con addosso la stessa forte sensazione e le…
0 notes
promisemeabrandnewday · 1 month ago
Note
6
6. Per cosa ti emozioni?
Allora mi emozione per un libro, per rivedere un’amica o andare al cinema dopo tanto tempo. Mangiare. L’arte mi emoziona vedere i video di musei che vorrei andare a vedere con la giusta compagnia
Mi emoziona pensando che quando arriva la bella stagione posso uscire a camminare in compagnia della mia (ex) migliore amica. Poter parlare e sparlare ovviamente ahah.
Mi emozionano i piccoli gesti. Un regalo fatto con il cuore, sapere che quel piccolo regalo abbia fatto pensare a me.
Non so forse ho dimenticato altre mille cose ma per ora mi vengono in mente queste
Grazie per il numerino ✨
1 note · View note
francescacammisa1 · 1 year ago
Text
Un giorno capiremo tutto questo La sofferenza, 
I rimorsi, i baci perduti per strada 
Lontani da noi Come se tutto avesse finalmente un senso 
Partire, tornare Amare senza mai indietreggiare. Un giorno forse lo capiremo La bellezza di ogni piccolo gesto La vita che ci chiede un altro sforzo Il procedere inesorabile del tempo Fermarlo a più non posso. Come potrei sentire ogni mia emozione volare 
Nel cielo dipinto da stelle anime nostre Volgere lo sguardo altrove Dimenticare il dolore Sentire che ogni cosa diviene una lezione: La lezione del lasciare andare Dello scorrere lento e costante Spingersi distante Dove tutto è caos Dove tutto è origine Dove tutto è nient'altro che nulla Il nulla che costruiamo giorno per giorno. Lorenzo Andrea Velardi - Verso Universo
Ph Jorge Ruiz Dueso
15 notes · View notes
carmenvicinanza · 2 months ago
Text
Marianne Faithfull
Tumblr media
Marianne Faithfull, icona degli anni Sessanta, è stata un’apprezzata musicista e una celebrata attrice cinematografica.
Libera e dissacrante, la sua vita sembra la trama di un romanzo. Tra picchi di gloria e abissi oscuri è stata la dimostrazione di quanto sia possibile trionfare, fallire e poi rialzarsi di nuovo. Trovando la propria dimensione e la salvezza nella musica e nella poesia.
È nata a Londra il 29 dicembre 1946, discendente diretta del Conte Leopold von Sacher-Masoch, da parte di madre, la baronessa Eva Erisso, ballerina e attrice, suo padre era invece una spia britannica della Seconda Guerra Mondiale.
Dopo aver frequentato prestigiose scuole cattoliche, già nel 1964 cantava pezzi folk nei locali di Londra, dove ha incontrato due delle persone più importanti della sua vita, Andrew Loog Oldham, produttore e impresario dei Rolling Stones che, fiutandone il talento, la prese sotto la sua ala protettrice e Mick Jagger, il frontman della leggendaria band, con cui ha scritto e cantato pezzi famosissimi come As tears go by e Come and stay with me.
Nel 1965 ha sposato John Dunbar con cui ha avuto il figlio, Nicholas e da cui è scappata dopo meno di un anno a causa della sua dipendenza da eroina e della sua relazione con Mick Jagger.
Sono stati anni di retate della polizia, sinergie musicali, eccessi e successi. Finita la relazione con la rock star è iniziato un periodo estremamente buio, ha perso la custodia del figlio e tentato il suicidio mentre era abusava di droghe, alcol, soffriva di anoressia e di una laringite che ha compromesso per sempre la sua voce, è stata arrestata più volte, per un periodo si è ridotta a vivere per strada.
Nel 1979 ha visto la luce uno dei suoi successi più apprezzati da pubblico e critica, Broken English, un disco raffinato in cui si mescolano atmosfere dark e psichedeliche.
Negli Anni 80 si è trasferita a New York, ha iniziato a curarsi e iniziato una relazione con Howard Tose, affetto da disturbi mentali, morto suicida nel 1987. A lui ha dedicato l’album Strage Weather. La sua voce, fattasi più graffiante, roca e profonda, conquistava pubblico e critica.
Il 21 luglio 1990 ha partecipato al grande concerto The Wall-Live in Berlin di Roger Waters.
Nel 1997 ha collaborato con i Metallica come voce ospite nella canzone The Memory Remains.
Negli anni 2000 ha prodotto diversi album e creato sodalizi con numerosi grandi artisti.
Marianne Faithfull, oltre a essere una raffinata musicista, è stata anche una talentuosa attrice, ha debuttato nel 1966 con un piccolo ruolo in Una storia americana di Jean-Luc Godard, tra le sue interpretazioni più memorabili ci sono quelle di Ofelia in Hamlet del 1969 e di Lilith nel corto Lucifer Rising del 1972. E ancora è stata Maria Teresa d’Austria nella Marie Antoinette di Sofia Coppola, ha recitato la parte di Dio nel telefilm Absolutely Fabulous (1996-2001), ma è stato il ruolo di Irina Palm, nell’omonimo film del 2007 che l’ha portata all’olimpo delle grandi star facendole guadagnare la nomination come migliore attrice agli European Film Awards.
In occasione del Women’s World Award del 2009 a Vienna, le è stato conferito il World Lifetime Achievement Award.
Dopo aver superato un tumore al seno nel 2006, si è anche ammalata gravemente di Covid-19. Ma ha continuato imperterrita la sua battaglia per la vita.
È stata una donna che ha avuto picchi di gloria e craniate sull’asfalto, ha conosciuto le tenebre, è stata perseguitata dalla stampa durante la sua relazione con Mick Jagger, ha fronteggiato la disperazione, la dipendenza, tuguri e povertà e insieme l’adorazione del pubblico. Ha sperimentato ogni sorta di emozione e cambiamento. Con il suo stile e la sua grande bellezza ha dettato moda negli anni Sessanta. Ha recitato a teatro e al cinema, si è reinventata come cantante jazz e dream pop ribellandosi a un’industria discografica dominata dagli uomini, prodotto 26 album e avuto numerosi ruoli cinematografici. Nel 1994 è uscita la sua biografia Faithfull.
La regina della Swinging London dalle tante esistenze, si è spenta il 30 gennaio 2025 a Londra, all’età di 78 anni.
Verità e bellezza sono due cose difficili da raggiungere, ma si può fare. Vale comunque la pena tentare.
0 notes
multiverseofseries · 2 months ago
Text
We Live in Time: provateci voi a non innamorarvi di Florence Pugh e Andrew Garfield
Tumblr media
L'amore, il tempo, la vita, la morte e tutto quello che sta in mezzo nel folgorante film di John Crowley. Mai lacrimoso, eppure capace di arrivare dritto al cuore.
Mica è facile saper dosare al millimetro le emozioni peculiari di un film come We Live in Time. Dietro al film c'è la bravura registica di John Crowley su sceneggiatura del drammaturgo Nick Payne.
Tumblr media
Florence Pugh e Andrew Garfield
A proposito di drammaturgia, il film è un meraviglioso esempio di racconto. Una sceneggiatura di marmo nella sua luminosa semplicità (e sensibilità). Piena, aperta, focale nel tempo scandito dal montaggio (Justin Wright) che alterna diversi piani temporali (e quindi le diverse tonalità), spingendoci a riflettere sul valore assoluto del tempo inteso come momento da vivere fino in fondo, andando oltre la stessa percezione di vita o di morte che, senza accavallarsi, pervade il film.
We Live in Time: la vita, l'amore e tutto quello che sta in mezzo
Sotto We Live in Time c'è una storia che potrebbe essere quella di tutti: Almut (Florence Pugh), che fa la chef, conosce (dopo averlo investito!) Tobias (Andrew Garfield), da poco divorziato. I due si innamorano, perdendosi in dieci anni di assoluta passione, complicità e uova sbattute al mattino (l'uovo è un elemento altamente simbolico nel film, che torna e, per certi versi, apre e chiude ogni blocco narrativo).
Tumblr media
Il sorriso di Florence Pugh
Un amore che culmina con la nascita di una splendida bambina, data alla luce in una stazione di servizio. Poi, la violenta irruzione di un cancro alle ovaie che torna a chiedere il conto. Le frequenze verranno alterate, con Almut che, intanto, non si da certamente per vinta, e anzi sceglie di vivere fino in fondo il tempo che le rimane.
L'alchimia tra Florence Pugh e Andrew Garfield
Tumblr media
Un momento del film
Potremmo quasi dire che We live in time - Tutto il tempo che abbiamo è un film in cui la cifra emotiva gioca un ruolo cardine, pur non inseguendo mai la faciloneria di certi sentimenti, e quindi senza essere mai lacrimoso o ricattatorio. Certo, ogni visione ha una propria personalità (la commozione è palese, ma almeno non cade nello strappalacrime), tuttavia l'umore (e l'amore) scelto da John Crowley evita l'appiattimento, nonché la semplificazione di un dramma che finisce per essere, invece, prospetto dalla forte adiacenza (e dai tanti colori), e ben legata alla strepitosa prova di Florence Pugh e Andrew Garfield. Un'alchimia, la loro, tanto tangibile che sembra uscire dallo schermo, portando lo spettatore ad innamorarsi al primo sguardo.
Ancora, nella loro performance non-lineare, si rintraccia l'analisi della drammaturgia secondo Crowley, e sulla stessa strada l'analisi del tempo che corre e non si ferma. Ma che, in qualche modo, può essere addomesticato, smussato e addolcito. E non è un caso che Almut faccia la chef: mestiere che più di ogni altro deve confrontarsi con i secondi che corrono.
Tumblr media
Andrew Garfield e Florence Pugh in scena
In questo senso, tra cinema classico e approccio contemporaneo, l'opera del regista irlandese lambisce ogni tipo di emozione, sorrette e sottolineate dall'utilizzo tecnico della fotografia (Stuart Bentley), dall'organizzazione dello spazio, dei dialoghi reali e mai artificiali. Quasi circolare - la sequenza d'apertura dialoga con quella di chiusura -, We Live in Time, fin dal titolo, affrontata quindi il tempo dalla prospettiva sbilenca di una intuizione banalmente romantica, superando in modo lucido i rischi di una storia giammai piagnucolosa, eppure in grado di toccare, in pieno, il cuore. Quanto dolore, e quanta bellezza.
Conclusioni
L'analisi del tempo e dell'amore secondo John Crowley. We Live in Time è un manuale di sceneggiatura, mai melensa e mai piagnucolosa, eppure potente nel dramma romantico portato in scena da Florence Pugh e Andrew Garfield. Se, senza di loro, il film non sarebbe probabilmente lo stesso, è poi la tecnica e la narrativa a rendere l'opera un esempio di linguaggio cinematografico, che calca al meglio lo spettro emotivo di una storia in cui perdersi, e ritrovarsi.
👍🏻
Florence Pugh e Andrew Garfield sono fantastici.
L'uso della luce.
Il tono, mai melenso, mai piagnucoloso.
Il montaggio.
👎🏻
Emotivamente non è mai ricattatorio, ma alcune vibrazioni personali potrebbero portare a pensarlo.
2 notes · View notes
josephmfish · 2 months ago
Text
Anticipazioni Endless LoveNeslihan sotto SHOCK : HO PERSO UNO DEI MIEI GEMELLI !!!
https://ift.tt/Xy2kUh1 https://www.youtube.com/watch?v=XpVPHrVOK2s Anticipazioni Endless Love,Neslihan sotto SHOCK : “HO PERSO UNO DEI MIEI GEMELLI !!!” Una rivelazione scioccante sconvolge il mondo di Neslihan Atagül, star amatissima del cinema turco. Durante un’intervista esclusiva, l’attrice ha confessato di aver vissuto un dramma personale straziante: la perdita di uno dei gemelli che aspettava. Una notizia che ha lasciato i fan senza parole e ha messo in luce il lato più vulnerabile della star di Endless Love. Come affronterà questo dolore? E quali saranno le ripercussioni sulla sua carriera e sulla sua vita personale? Un momento di estrema emozione che segna un nuovo capitolo nella sua storia. Scopri in anteprima le puntate delle tue serie preferite con le nostre esclusive anticipazioni che ti terranno col fiato sospeso. Saremo anche la tua finestra sul gossip, rivelando retroscena succulenti e curiosità che ruotano intorno agli attori, alle attrici e ai personaggi televisivi che tanto ami. Unisciti a noi e resta sintonizzato per ricevere le ultime novità e per vivere il dietro le quinte delle produzioni che appassionano milioni di persone. Ti aspettiamo nel nostro canale YouTube, pronto a sorprenderti, intrattenerti e soddisfare la tua sete di conoscenza nel mondo delle soap opera, serie tv, reality e talent show italiani. Iscriviti e scopri con noi il lato affascinante dell’intrattenimento televisivo! #anticipazioniendlesslove #endlesslove #endlessloveanticipazioni from Tv Trend Italia https://www.youtube.com/channel/UCHqQYJ9rtTKFYW8IYlgCqWQ via Formula 1 Live https://ift.tt/uFsd2pR January 17, 2025 at 11:20PM
0 notes
guadagnare-click · 3 months ago
Text
🎬 Al cinema con IKEA: Vinci uno dei 2.000 buoni cinema in palio! 🍿
Tumblr media
Hai mai sognato una serata al cinema gratis? IKEA ti porta al cinema! Dal 17 dicembre 2024 al 19 gennaio 2025, hai l’occasione di partecipare a un concorso esclusivo e vincere uno dei 2.000 buoni cinema messi in palio.
Ecco come fare: 1️⃣ Fai un acquisto IKEA di almeno €20 in uno dei tanti modi disponibili:
Nei negozi IKEA o Plan and order point
Su IKEA.it
Tramite l’App IKEA
Attraverso ordini telefonici o il servizio di videoconferenza
2️⃣ Usa la tua carta IKEA Family o IKEA Business Network al momento dell’acquisto.
3️⃣ Carica il documento d'acquisto e iscriviti al concorso per scoprire se sei uno dei fortunati vincitori.
👉 Che aspetti? È il momento perfetto per arredare la tua casa e goderti un bel film! Scopri di più e partecipa sul sito ufficiale IKEA.
🎥 Un piccolo acquisto, una grande emozione: al cinema con IKEA!
Link concorso >>
Link regolamento >>
1 note · View note