#libertà di espressione
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La consapevolezza arriva quasi sempre all'improvviso, e fa male, barcolli, vacilli, ti si apre una voragine sotto ai piedi.
Ma, immediatamente dopo, ti permette di ridare la giusta posizione alle cose, ti dona una prospettiva altra rispetto a quella delle aspettative narcisistiche, del bisogno egocentrico sentito come un diritto.
E il passo successivo è la libertà.
Quella vera.
Che ti obbliga all'onestà, alla trasparenza, alla presenza.
Ed è l'antidoto più efficace contro la paura.
- Melanie Klein -
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“ Quando il cameriere arrivò con la limonata Pereira gli chiese: che notizie ci sono, Manuel? Notizie contrastanti, rispose il cameriere, pare che ora in Spagna ci sia un certo equilibrio, i nazionalisti hanno conquistato il Nord, ma i repubblicani la vincono al centro, pare che la quindicesima brigata internazionale si sia comportata valorosamente a Saragozza, il centro è in mano alla repubblica e gli italiani che appoggiano Franco si stanno comportando in maniera ignobile. Pereira sorrise e chiese: lei per chi tiene, Manuel? A volte per l'uno a volte per l'altro, rispose il cameriere, perché sono forti tutti e due, ma questa storia dei nostri ragazzi della Viriate che sono andati a combattere contro i repubblicani non mi piace, in fondo anche noi siamo una repubblica, abbiamo cacciato il re nel millenovecentodieci, non vedo quale sia il motivo di combattere contro una repubblica. Giusto, approvò Pereira. “
Antonio Tabucchi, Sostiene Pereira, Feltrinelli, 1994 [Libro elettronico]
#Antonio Tabucchi#Sostiene Pereira#Feltrinelli#Portogallo#letteratura italiana degli anni '90#letture#leggere#Lisbona#narrativa italiana del XX secolo#giornalismo#giornalisti#libri#libertà di espressione#antifascismo#salazarismo#Spagna#Storia d'Europa del XX secolo#libertà d'opinione#repubblicani#Guerra civile spagnola#anni '30#etica#civiltà occidentale#Storia d'Europa del '900#opinione pubblica#informazione#Repubblica del Portogallo#progresso#penisola iberica#vita
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Molte persone non vogliono aiutare, vogliono essere protagoniste, farsi le fighe, sentirsi importanti, farsi superiori, perché son degli sfigati di merda. Altre non vogliono essere aiutate, ma vogliono Comandare. Occhio a queste persone. Riconoscerle.
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"Ci stiamo abituando a troppe cose.
Non vorrei che ora ci abituassimo anche ai manganelli."
#manganelli#libertà di manifestazione#libertà di espressione#libertà di dissenso#manganellate#pisa#corteo studentesco
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Mettiamo una X sugli errori
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È uscito ieri 28 Febbraio in italiano il libro dello storico americano Benjamin Abelow " Come l’Occidente ha provocato la guerra in Ucraina". Secondo i media occidentali la guerra è stata voluta e architettata dal brutto e cattivo Putin ma come si dice nel mio paese " devono essere ascoltate tutte le campane prima di dare un giudizio" e così ho fatto! Purtroppo i media occidentali seguono tutti un'unica linea propagandistica e chi dice il contrario viene etichettato con i peggiori appellativi da "proputin a filorusso" fino ad arrivare a essere denigrato e deriso, insomma la solita ideologia politica del politically correct tutto occidentale.
#books#literature#leggere libri#libri#ucraina#russia#guerra#benjamin Abelow#libertà di espressione#libertà di parola
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Viviamo in una Cancel Culture
Un nuovo post è stato pubblicato su https://www.staipa.it/blog/viviamo-in-una-cancel-culture/?fsp_sid=41 Viviamo in una Cancel Culture Negli ultimi anni, il termine cancel culture ha assunto un ruolo centrale nei dibattiti culturali, politici e sociali. La definizione del fenomeno è controversa, polarizzante, spesso influenzata dalle opinioni personali di chi lo descrive. Ma siamo sicuri che questa “cultura della cancellazione” sia un’invenzione moderna? Cos’è la cancel culture La cancel culture può essere definita come un processo collettivo di ostracismo nei confronti di una persona, un’idea o un’istituzione che viene ritenuta moralmente inaccettabile. In pratica, si tratta di una sorta di boicottaggio culturale: un attore, uno scrittore, un politico o persino un'azienda possono essere "cancellati" per comportamenti, dichiarazioni o azioni considerate offensive o dannose. Esempi di cancel culture La cancel culture si manifesta spesso nei social media, dove la viralità accelera i tempi del dibattito e amplifica il numero di persone coinvolte. I modi recenti in cui la cancel culture è stata applicata sono diversi: Celebrità e vecchi post: Molte figure pubbliche sono state “cancellate” per post su social o dichiarazioni fatte anni prima, spesso in un contesto storico e culturale diverso. Anche giornalisti stimati come Indro Montanelli a torto o ragione ne sono stati vittima (https://short.staipa.it/1lus0) e questo ha sollevato domande su quanto sia giusto giudicare il passato con gli standard del presente. Boicottaggi aziendali: Alcune aziende hanno perso clienti a causa di scelte pubblicitarie o dichiarazioni considerate offensive. Un esempio emblematico è il boicottaggio di marchi che hanno adottato campagne di marketing LGBTQ+. Opere artistiche sotto accusa: Film, libri o canzoni sono stati ritirati o criticati per contenuti ritenuti razzisti, sessisti o comunque inappropriati secondo i valori odierni. Alcuni sono stati addirittura modificati a posteriori cambiando dialoghi, o eliminando scene ritenute problematiche ma che un tempo erano considerate normali. Alcune statue sono state abbattute o deturpate. Questi casi hanno scatenato un acceso dibattito: da un lato, chi difende la cancel culture la vede come uno strumento per correggere ingiustizie storiche; dall’altro, c’è chi teme che porti a una censura soffocante, in cui il dissenso è punito ma non credo esista un metro di misura unico e universale. Per noi Cristoforo Colombo è notoriamente un personaggio importante e di cui andiamo fieri e che ha cambiato la storia ma come possono i discendenti dei nativi americani considerarlo un eroe e non un portatore di distruzione? Chi ha ragione? La cancel culture è un fenomeno moderno? Eppure, l’idea di cancellare ciò che non è conforme non è certo una novità, e non serve scomodare il racconto di 1984 George Orwell, il fascismo o grandi complottismi per trovarne esempi. Ne siamo letteralmente tanto immersi da non farci più caso. Talvolta sono proprio le persone che urlano contro la cancel culture i primi ad approvarla in determinati ambiti.La storia è piena di episodi in cui idee, culture o interi popoli sono stati “cancellati” da chi deteneva il potere. L’imposizione culturale nell’antichità Nell’antichità, conquiste territoriali e guerre spesso comportavano non solo la sottomissione politica, ma anche la cancellazione culturale. Gli Assiri, ad esempio, non si limitavano a conquistare territori: distruggevano le città e deportavano le popolazioni, cercando di eliminare le loro identità culturali. I Romani, che noi tanto ammiriamo, sostituivano spesso le religioni locali con il proprio pantheon o le adattavano, integrandole in modo da annullare le identità precedenti. Ma non erano solo i romani a imporre la propria religione. Il Medioevo e la riscrittura del sapere Con l’avvento del cristianesimo in Europa, molte opere della filosofia e della scienza antica furono censurate, distrutte o reinterpretate. Basti pensare alla censura di testi greci e romani considerati eretici (https://short.
staipa.it/cgszt). Non si trattava solo di religione: era un modo per imporre una nuova visione del mondo. Il ruolo della religione cattolica nella cancel culture Se guardiamo alla storia europea, è impossibile ignorare il ruolo della religione cattolica nella riscrittura culturale. La Chiesa, nel corso dei secoli, ha esercitato un’influenza tale da cancellare o trasformare molte pratiche e idee che non si conformavano alla sua dottrina. Le feste pagane trasformate in festività cristiane Un esempio classico è quello delle festività. Quando il cristianesimo si diffuse in Europa, si trovò di fronte a un mondo ricco di tradizioni pagane. La soluzione? Non cancellarle direttamente, ma sovrascriverle: Il Natale fu fissato il 25 dicembre, data che coincideva con il Sol Invictus, una festa romana dedicata al dio Sole. Questo permise ai cristiani di sostituire una celebrazione pagana con una cristiana, mantenendo però le stesse dinamiche sociali nonostante nessuna prova della nascita di Gesù in quella data. L'albero di Natale, tra l'altro, trova le sue radici nei riti pagani legati al solstizio d'inverno. In particolareGermanici e Scandinavi: Usavano decorare alberi sempreverdi per celebrare la resistenza della vita durante l'inverno. Gli alberi rappresentavano vitalità e rinnovamento, simboli di speranza durante i mesi più bui dell'anno. Celti e Romani: Durante i Saturnali, i Romani decoravano le loro case con rami di piante sempreverdi, simbolo di protezione dagli spiriti maligni. La Pasqua, festa della resurrezione, coincide con i riti di primavera delle popolazioni pagane, che celebravano la rinascita della natura. Perfino l'uovo è un simbolo antichissimo di rinascita e fertilità. Nelle tradizioni pagane, l'uovo rappresentava la vita che rinasce con l'arrivo della primavera. Ad esempio, le celebrazioni in onore della dea germanica Eostre (da cui deriva il nome inglese della pasqua, Easter) includevano simboli come uova e conigli, legati alla fertilità. Nell'antico Egitto e in Mesopotamia, l'uovo era associato al ciclo della vita e alla creazione. L'Assunzione di Maria(15 agosto), il Ferragosto, ha origini romane e deriva dalle Feriae Augusti, introdotte dall'imperatore Augusto nel 18 a.C. come un periodo di riposo e celebrazione in onore della raccolta agricola e delle divinità della fertilità come Diana e Conso. Era una festività in cui si sospendevano le attività lavorative e si organizzavano giochi e feste. Ognissanti (1 novembre), si sovrappone alla festività celtica di Samhain, celebrata alla fine di ottobre e all’inizio di novembre. Samhain segnava la fine della stagione del raccolto e l'inizio dell'inverno. Era anche una celebrazione legata al mondo degli spiriti e alla connessione tra vivi e morti. Da cui deriva anche la versione d'oltre oceano: Halloween. La Zucca per esempio probabilmente è originaria proprio della festa celtica di Samhain dove rappresentava una lanterna per guidare gli spiriti. Epifania (6 gennaio), potrebbe aver preso ispirazione da celebrazioni precristiane legate ai cicli naturali e all’adorazione di divinità della fertilità. In particolare, in alcune culture pagane, il 6 gennaio segnava un momento di riti propiziatori per il raccolto o la celebrazione del solstizio d'inverno. I Fuochi di San Giovanni (24 Giugno) derivano dalle celebrazioni pagane del solstizio d'estate, in cui i falò erano accesi per purificare e proteggere. Questi riti furono trasformati in celebrazioni cristiane per onorare San Giovanni Battista. Questa strategia, non è forse una forma di cancel culture? Le tradizioni originali furono cancellate, o meglio, inglobate e trasformate al punto da essere dimenticate e quando finiscono per ritornare in forme moderne come appunto Halloween vengono ancora osteggiate come se provenissero da una cultura aliena. La differenza è che in questo caso noi siamo storicamente dalla parte di chi quelle culture le ha cancellate, e siamo arrivati dopo che lo sono state. Le diamo per scontate ma è stata la cancellazione di culture pregresse a creare la cultura che ci circonda.
La repressione delle pulsioni e della diversità Per secoli, la Chiesa cattolica ha cercato di sopprimere tutto ciò che non era conforme alla sua visione morale. Le pulsioni omosessuali, per esempio, furono bollate come peccaminose, portando intere generazioni a vivere in silenzio, nella paura e nella vergogna, ma prima dell'avvento del cristianesimo l'omosessualità o meglio la bisessualità era considerata piuttosto comune, anche se generalmente tra persone di età molto differenti. Allo stesso modo, la libertà di pensiero fu spesso limitata: il controllo sull’educazione, la censura dei libri e i processi per eresia sono solo alcuni esempi. Il dominio sonoro, simbolico e il potere Anche aspetti quotidiani come il suono delle campane delle chiese, che scandiscono le giornate dei paesi e delle città, sono una forma di imposizione culturale. Il suono delle campane non è neutrale: è un simbolo che ricorda il dominio della religione sul tempo e sulle vite delle persone. Indipendentemente che appartengano o no a quella religione, e in uno stato che è costituzionalmente laico (https://short.staipa.it/3voj7). Esistono migliaia di luoghi dove effettuare funerali cristiani (le chiese), ma non per i funerali civili o di altre religioni (https://short.staipa.it/2tg8f). E nel dubbio si tende a fare funerali in chiesa anche a chi in vita non se ne riconosceva parte. Il desiderio di imporre i crocefissi nei luoghi pubblici, nelle scuole, sulle vette delle montagne come fosse un simbolo che rappresenta tutti e non un simbolo divisivo tra chi appartiene a un gruppo e chi invece non vi si riconosce. Il Papa, sovrano assoluto di uno stato estero, che può permettersi di dire ad un altro stato di approvare o non approvare leggi (https://short.staipa.it/ql3a8). Sono tutti tentativi di imporre una cultura e cancellare tutte le idee che non vi si adeguino. Riflessioni sul presente e sul passato L’analisi storica della cancel culture ci permette di guardare al fenomeno contemporaneo con maggiore consapevolezza. È davvero qualcosa di nuovo? Oppure è semplicemente un nuovo capitolo di un’antica storia? Forse, la differenza sta nel fatto che oggi il potere di “cancellare” è più diffuso, non più riservato solo a chi detiene il controllo politico o religioso. Si è in qualche modo democraticizzata e così fa più paura. Rende più facile trovarcisi vittima. La cancel culture, in tutte le sue forme, pone una domanda fondamentale: chi ha il diritto di decidere cosa meriti di essere ricordato e cosa debba essere dimenticato? Integrare, non cancellare Invece di giudicare il fenomeno moderno, dovremmo chiederci come costruire una società che integri, piuttosto che cancellare. Possiamo riconoscere i torti del passato senza distruggere tutto ciò che rappresentano? Possiamo accettare che Cristoforo Colombo rappresenti sia un grande esploratore che l'iniziatore di una carneficina? Possiamo accettare che i discendenti dei nativi americani non ne vogliano una statua nelle loro città? Ovviamente è solo un'esempio, uno di quelli che probabilmente a nessuno dei miei lettori colpisce molto profondamente.Al contempo però possiamo imparare a convivere con le differenze, senza dover imporre una morale o una verità prescritte? La cancel culture non è nuova, ma la consapevolezza con cui la affrontiamo oggi può fare la differenza. Sta a noi decidere se vogliamo continuare a cancellare o iniziare a integrare. Leggere fatti e affermazioni, opere, comportamenti che oggi ci risultano offensivi considerandoli nel contesto in cui sono create senza interpretarle al di fuori del loro contesto nativo? Siamo sempre stati parti du una cultura che ha cancellato altre culture, proviamo a cambiare il passo, cercando di smettere di additare gli altri senza guardare sé stessi.Se nel passato qualcosa era accettato e oggi no è normale, ma invece di cancellare non sarebbe più utile ricordare il contesto? Ai tempi dei greci la pedofilia era comunemente accettata tra uomini vecchi e potenti e giovani virgulti che dovevano trovare una strada.
Parlarne, leggerne i racconti dei grandi filosofi e storici non significa accettare o sponsorizzare la pedofilia oggi, significa capire un contesto, accettarne la realtà e trarne le informazioni utili. Senza cori da stadio, senza tifoserie.
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Dove sei? Questo mi sono chiesto solcando il freddo dell'alba. Dove sei? L'ho urlato al cielo, per non sentire il dolore dei pugni sulla pelle ghiacciata. Dove sei? Dove sei stata? E io? Ho viaggiato sotto il caldo del sole, sui campi riarsi, sulle lande sabbiose. Ho lottato col tempo, col fumo e l'inganno. Mi sono tagliato, ferito, arreso e ho ripreso di nuovo. Ma alla fine ti ho vista arrivare sotto i raggi del sole e ho capito di essere libero.
Si ringraziano per il video di sfondo "15308533-pexels Matthias Groeneveld".
www.danielescopignoscrittore.it
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"A mio parere, il tratto fondamentale del nostro tempo è il rifiuto di riconoscere l’umanità dell’altro, un rifiuto che in questo momento colpisce i russi in quanto russi, gli israeliani in quanto israeliani, le donne israeliane a dispetto del loro essere donne. L’esistenza di zone franche, in cui le persone si incontrano come scienziati, scrittori, atleti, musicisti, sarebbe un prezioso contro-veleno rispetto al dilagare dell’odio neo-razzista. Chiara Saraceno, che è stata mia direttrice quando ero al Dipartimento di Scienze Sociali, è una grande studiosa, femminista coerente, donna coraggiosa. Che le ragazze di oggi siano arrivate al punto di contestare Chiara Saraceno, la dice lunga sul livello di faziosità e intolleranza cui si è arrivati."
Luca Ricolfi
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Gran Bretagna: "Non-Crime Hate Incidents" - Cosa e' e Perché se Ne Parla?
Non-Crime Hate Incidents: Il Confine Tra Libertà di Espressione e Odio
Negli ultimi giorni, il tema degli incidenti d’odio non criminali (Non-Crime Hate Incidents, NCHI) è tornato al centro del dibattito in Inghilterra. Tra i casi più discussi, un’inchiesta ha preso avvio a seguito di una serie di tweet dell’opinionista del Telegraph Allison Pearson, considerati da alcuni come incitamenti all’odio razziale. Ma cosa sono esattamente questi episodi, e perché suscitano…
#aggiornamenti 2023#Allison Pearson#codice di condotta#critiche al sistema#cronaca UK#Dibattito pubblico#equilibrio tra diritti#escalation di crimini#giustizia sociale#incidenti d&039;odio non criminali#incidenti registrati#incitamento all&039;odio#leggi britanniche#Libertà di espressione#libertà individuale#monitoraggio crimini#NCHI#Non-Crime Hate Incidents#odio razziale#opinione pubblica divisa#opinioni legittime#opinioni personali#polemica sui social media#polizia britannica#pregiudizi sociali#protezione della libertà di parola#protezione delle comunità vulnerabili#razzismo in Inghilterra#registro degli NCHI#regolamenti della polizia
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Arrampicarsi sopra una pianta d'appartamento
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NON MI PICCHIAVA MA.....
Non mi picchiava, ma quando era a casa era sempre, bloccato al computer, guardando la TV o il telefono.
Non mi picchiava, ma un giorno poteva essere attento, affettuoso ed essere presente e l'altro lontano, freddo e aggressivo
Non mi picchiava, ma era freddo e distante fisicamente ed emotivamente.
Non mi picchiava ma con tutti era felice tranne che a casa con la sua famiglia
Non mi picchiava, ma era entusiasta di promesse che non ha mai mantenuto
Non mi picchiava, ma invalidava le mie emozioni e la mia percezione delle cose. Diceva che esageravo o immaginava cose
Non mi picchiava, ma mi assumevo la responsabilità di cose fuori dal mio controllo. E tutto quello che succedeva era colpa mia.
Non mi picchiava, ma era cattivo con i soldi. Diceva sempre che non ne aveva, tanto meno per me.
Non mi picchiava, ma maltrattava i miei animali domestici e i miei cari.
Non mi picchiava, ma non ammetteva mai alcuna responsabilità in quello che faceva e finiva sempre per farmi sentire in colpa.
Non mi picchiava, ma mi lasciava tutte le responsabilità della casa e della famiglia perché lui era sempre troppo occupato a lavorare.
Non mi picchiava, ma era sempre di cattivo umore.
Non mi picchiava, ma si arrabbiava e mi offendeva continuamente quando non facevo quello che voleva.
E quando mi accompagnava da qualche parte, era arrabbiato per il traffico, litigava e mi faceva sentire come se stessi causando problemi.
A volte guidava a tutta velocità facendomi sentire molta paura.
Non mi picchiava, ma non mi ha mai detto un complimento.
Non mi picchiava, ma poteva ferirmi con i suoi atteggiamenti, lasciandomi piangere tutta la notte mentre mi ignorava e dormiva tranquillamente.
Non mi picchiava, ma quando andavamo da qualche parte, accelerava il passo per lasciarmi indietro di molti metri o addirittura perdersi, per poi arrabbiarsi con me "per essere lenta.
Non mi picchiava, ma vociferava e minacciava con parole crudeli ogni volta che non facevo qualcosa che voleva.
Non mi picchiava, ma mi faceva aspettare ore o giorni per parlare di qualcosa di importante per me o per fare qualcosa di cui avevo bisogno.
Non mi picchiava, ma mi portava al limite con i suoi atteggiamenti o indifferenza per farmi esplodere e poi accusarmi di pazza e instabile e fare brutta figura davanti agli altri.
Non mi picchiava, ma ho trauma, complesso, dissociazione, ansia, depressione, anedonia, fobia sociale, ideazione suicida, iper reattività, iper sensibilità, disturbi del sonno, disordini alimentari, auto lesioni, iper sorveglianza, cortisolo in eccesso, disordine intestinale, ecc.
Non mi picchiava, ma esercitava il controllo economico e patrimoniale, mi minacciava e mi spaventava. E siccome non mi colpisce nessuno può vedere le mie ferite così profonde da trafiggere il mio petto fino all'anima.
Non mi picchiava ma oggi ho deciso di essere libera e indipendente e nessuno mi fa mai impazzire come prima.
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Tutti hanno il diritto di esprimere la propria opinione, ma, cribbio, non tutte le opinioni sono rispettabili.
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