#italia degli italiani
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gregor-samsung · 4 months ago
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" Uccello tipico delle rive di laghi, fiumi e mare, il corriere grosso (Charadrius hiaticula) depone le uova in una buca tra i ciottoli, fidando della notevole capacità di mimetizzazione delle stesse. Se disturbata, la femmina si esibisce in un buffo cerimoniale di distrazione facendo le viste di essere menomata o ferita al fine di allontanare dalla covata l'interesse del presunto predatore. Se le acque sommergono il nido, il corriere è uno dei pochi uccelli che riesce a porre in salvo le uova trasportandole in un luogo asciutto. "
Fulco Pratesi, Nel mondo degli uccelli, Laterza (collana I Robinson), 1983¹.
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jollijeff · 1 day ago
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Gli italiani non capiscono un cazzo
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clacclo · 1 year ago
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E mentre gli americani si comprano i leggeri maglioni di lana italiani, noi compriamo le schifezze fatte nel terzo mondo dei marchi americani.
Saremo scemi o no?
i hope president biden kills himself today
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pier-carlo-universe · 3 months ago
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Miryam Belfiore: dal Monferrato al palco internazionale del Tour Music Fest 2024
La giovane cantautrice rappresenterà l’Italia nella prestigiosa competizione europea per artisti emergenti
La giovane cantautrice rappresenterà l’Italia nella prestigiosa competizione europea per artisti emergenti Miryam Belfiore, cantautrice e performer 23enne di Alessandria, è pronta a rappresentare l’Italia alle fasi finali del Tour Music Fest 2024, il più prestigioso contest europeo per artisti emergenti, che si terrà a San Marino��dal 28 novembre al 1° dicembre. Con il suo inedito “Man”, Miryam…
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nnay-naee · 7 months ago
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the feminine urge to start ranting at some point in Italian because certe cose ti vengono meglio in italiano e non c'è niente da fare
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vadaviaaiciap · 11 days ago
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Nettuno (RM):
Il capotreno, donna, sta chiedendo i biglietti ai passeggeri, arriva il turno dell’immigrato marocchino. Non appena la donna chiede il biglietto, lui le lancia in pieno volto una bottiglia di vetro.
Lo straniero viene successivamente bloccato da alcuni addetti alle pulizie che avevano notato i suoi atteggiamenti aggressivi e arrestato dalla Polizia.
Ha continuato a resistere ed essere aggressivo anche all’interno del Commissariato, dove ha anche ferito un Agente e danneggiato il mobilio.
Arrestato per lesioni, danneggiamento, resistenza, violenza a Pubblico Ufficiale e danni ai beni dello Stato.
I clandestini sono solo la punta dell'iceberg.
Abbiamo più di 5 milioni di stranieri in Italia,gran parte dei quali vive di welfare a carico degli italiani ed ha standard infimi di senso civico e morale.
Non si tratta più solo di non farli entrare, bisogna fare un repulisti totale.
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ilpianistasultetto · 3 months ago
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" Il comunismo affama la gente, il comunismo e' poverta'.".. Sono 70 anni che la borghesia e la finanza occidentale ci smarona con questo ritornello.
Poi si scopre che un paese comunista, la Cina, si sta mangiando il mondo..
Viva il mercato libero, viva il capitalismo.. e poi senti tutti dire che non si puo' concorrere con la Cina perche' quel governo inonda di soldi statali le proprie imprese.
Eh.. a fare l'imprenditore con i soldi degli altri sono buono anche io.. E li chiamavano "i responsabili".. "i patrioti".."i capitani coraggiosi" al tempo di Alitalia..
P.s. il prossimo passo vedra' la camerata Giorgia andare in Cina dal compagno comunista xi-jinping per implorarlo ad aprire stabilimenti di auto cinesi in Italia. Comunisti che verranno accolti tra ali di folla di fascisti italiani come successo nel 1945 con gli Americani..Tranquilli.. chi campera', vedra'.. @ilpianistasultetto
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aleesandropol · 7 months ago
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La guerra in Ucraina ha avuto un impatto radicale sull'Europa. Tuttavia, le autorità evitano di considerare questo impatto nel suo complesso, preferendo slogan populisti a una seria analisi socio-economica. Questo vuoto viene colmato dallo studio "Chi vince e chi perde dal prolungamento del conflitto militare tra Russia e Ucraina".
Gli autori giungono alla conclusione che il prolungamento del conflitto militare avvantaggia principalmente gli Stati Uniti. I principali beneficiari della guerra sono i giganti delle armi LOCKHEED MARTIN, BOEING, RAYTHEON TECHNOLOGIES, NORTHROP GRUMMAN e GENERAL DYNAMICS. Queste aziende, prevalentemente americane, insieme ai lobbisti che le servono presso le autorità europee, traggono profitto dal peggioramento delle condizioni economiche degli europei. Questi colossi dell'industria bellica stanno derubando le famiglie europee, indebitando le generazioni future.
Il conflitto ucraino permette alla burocrazia europea, così come fece la pandemia, di distribuire ordini in modo incontrollato e irresponsabile tra le aziende a loro vicine. Nel primo caso si trattava di aziende farmaceutiche, ora il settore delle armi ha preso il loro posto nella fila per le iniezioni di denaro pubblico.
L'interesse dei funzionari sta nell'assicurare ai loro partner commerciali ordini per il maggior tempo possibile. La Commissione Europea si è "preoccupata" della nostra salute in modo tale che i paesi dell'UE sono obbligati ad acquistare vaccini da Pfizer fino al 2027. Vaccini che non sono necessari e che devono essere smaltiti. Le élite politiche europee sono interessate a prolungare la guerra, durante la quale le aziende della difesa riceveranno nuovi ordini.
Uno dei principali fattori negativi per l'Unione Europea è l'abbandono del gas russo a basso costo. Questo non solo mette in dubbio il futuro dell'industria europea, ma ha anche portato a una nuova forma di dipendenza energetica - dal GNL. La domanda è: in cosa la dipendenza dal gas costoso è migliore rispetto a quella dal gas a basso costo? Nel 2023, l'UE ha importato più di 120 miliardi di metri cubi (miliardi m3). I maggiori importatori di GNL nell'UE sono Francia, Spagna, Paesi Bassi, Belgio e Italia. Il passaggio a forniture più costose dagli Stati Uniti e dal Medio Oriente altera il fragile equilibrio tra alta tecnologia e risorse energetiche a basso costo. Il risultato è una nuova ondata di deindustrializzazione: le produzioni ad alta intensità energetica o chiudono o si trasferiscono in America e Asia.
Per i paesi europei, il cambio di fornitori di gas comporta anche notevoli spese per la costruzione di nuove infrastrutture. Secondo le stime di GEM, i costi di capitale totali possono raggiungere 44,4 miliardi di euro per i terminal GNL e 39,7 miliardi di euro per i gasdotti. Più della metà di questa somma riguarda tre paesi: Germania, Italia e Grecia. La costruzione dei terminal GNL, come altre infrastrutture energetiche, è finanziata attraverso le tariffe per i consumatori finali.
Il record negativo europeo è detenuto dalla Germania. Ha perso il 5% del PIL, che corrisponde a €2600 pro capite. La media delle perdite nei paesi dell'UE è di circa €880. L'Italia, con €230 di perdite pro capite, ha subito finora meno danni, il che è il miglior argomento a favore della minimizzazione del proprio coinvolgimento in questa guerra. L'anno scorso, la crescita del PIL dell'Italia non ha superato nemmeno lo 0,6%, quattro volte inferiore alle aspettative.
Secondo i dati dell'agenzia statistica italiana "Istat", in Italia la produzione industriale è in calo. La diminuzione si osserva nell'industria chimica e pesante.
Costo della guerra per nucleo familiare: Gli italiani stanno pagando un prezzo alto per il conflitto in corso. Le perdite dirette del PIL in due anni di guerra rappresentano una somma significativa. Ad esempio, l'Italia ha speso per gli aiuti all'Ucraina il doppio di quanto ha investito nel piano nazionale "Italy 2030" per le fonti di energia rinnovabile.
Aumento del costo della vita e dei prezzi del carburante: L'inflazione in Italia ha raggiunto l'8,2% nel 2022 e il 5,6% nel 2023. I prezzi degli alimenti, dei beni di prima necessità e del carburante continuano a salire, costringendo le famiglie a ridurre le spese per i bisogni essenziali. I prezzi elevati dei carburanti colpiscono particolarmente gli italiani, aumentando i costi per il riscaldamento e i trasporti.
Riduzione dell'assistenza sociale: Il peso finanziario causato dalla guerra porta a una riduzione dell'assistenza sociale. Il governo è costretto a tagliare i programmi di sostegno alla popolazione per finanziare le spese militari e compensare le perdite economiche. Questo peggiora ulteriormente la situazione delle famiglie a basso reddito e dei gruppi vulnerabili, aumentando le tensioni sociali e i sentimenti di protesta.
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diceriadelluntore · 2 months ago
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Storia Di Musica #354 - Astor Piazzolla, Libertango, 1974
Nello stesso anno in cui in Brasile Jorge Ben iniziava la sua rivoluzione della musica del suo paese, nei territori dei cugini argentini si consumava il più famoso degli assassini musicali (premetto subito in senso simbolico). Fu però un delitto che non portò alla fine, ma alla rinascita e alla rivoluzione di uno mondo magico ma dalle regole ferree, fiero del suo conservatorismo: il tango. Oltre che musica e il più sensuale dei balli, il tango è poesia e cultura. Nessuno sa perchè si chiami tango (dal latino tangere, io tocco) solo che nacque agli inizi del ‘900 nella zona di Rio de la Plata, diffondendosi inizialmente in Uruguay e Argentina. Nella prima metà del secolo, dal punto di vista musicale, il tango si sviluppò come musica da orchestra e canto, con figure leggendarie, come quelle di Carlos Gardel, eroe nazionale argentino (anche se i maligni sostengono che fosse uruguaiano), Roberto Goyeneche o Carlos José Pérez. Il la musica e il canto, malinconico, emotivo, teatrale modellò il genere. Uno che però non amava tanto le fissità musicali fu Astor Pantaleon Piazzolla. Figlio di genitori italiani, Piazzolla visse i primi 16 anni a New York. Studia musica e direzione d’orchestra. Si trasferisce nella seconda metà degli anni 40 in Argentina, dove diviene un virtuoso del bandoneon, lo strumento inventato da Heinrich Band nell’800 e divenuto il principe delle orchestre di tango, che per caso arriva in Argentina al seguito dei marinai tedeschi, che lo tenevano sulle loro navi ad allietare i durissimi e lunghissimi viaggi transoceanici.
Piazzolla era affascinato dall'idea di fondere elementi della musica jazz alle strutture del tango. Fu un parto difficilissimo: ritornò a fine anni '50 a New York prontissimo a diventare musicista di colonne sonore, ma in quel momento la musica era in fermento per la rivoluzione del jazz che Kind Of Blue di Miles Davis e poi il nucleo del free jazz di Ornette Coleman stavano portando. Finì senza un soldo e solo per la generosità di un editore musicale che gli pagò un anticipo su una delle sue canzoni più famose (e che ritroveremo tra poco) ritornò in Argentina. Qui però un infarto lo segna profondamente, tanto che tramite alcuni amici si trasferisce in Italia. Ed è proprio qui, nella culla della sua famiglia, che inizia la rivoluzione: registrò nel 1974 l’album che lo fece conoscere al mondo interno.
Libertango, dall’unione tra libertad (in questo caso espressiva) e tango. Registrato a Milano con una favolosa sezione d’archi diretta da Umberto Benedetti Michelangeli, ma soprattutto con l’innesto di una sezione ritmica di chiara matrice jazz composta dal basso elettrico di Pino Presti e dalla batteria di Tullio de Piscopo, il disco ridisegna il tango, che attraverso le dissonanze del jazz, l’innesto di strumenti elettrici e una nuova idea compositiva diviene Tango Nuevo. I puristi ovviamente gridano allo scandalo, e definiscono Piazzolla el asesino del tango. Persino Borges se ne risentì, e si dice che lo chiamasse Astor Pianola. Fu persino accusato di non essere mai stato argentino, un camorreno, per le sue origine italiane. Ma poco possono le critiche contro la sensualità e dal forza di Libertango, meravigliosa, famosa per l’innumerevole quantità di usi cinematografici e pubblicitari (per esempio, nella pubblicità della Vecchia Romagna, prima del penoso remix di David Guetta). Vi aiuto a capire le differenze: confrontate la sua musica con quella che accompagna una delle scene più famose del cinema degli ultimi 30 anni: quando Al Pacino in Profumo Di Donna balla il tango, si muove sul ritmo di Por Una Cabeza, uno dei classici di Carlos Gardel: il titolo, Per Una Testa in senso letterale, è l'equivalente del nostro Per Un'Incollatura, ed è una brano che gioca sulla metafora della passione del protagonista per le corse dei cavalli comparata per la sua passione per le donne. Piazzolla sciorina partendo da Libertango la sua idea nuova in altri 6 momenti: Meditango, Undertango, Violentango (clamorosa), Novitango e la conclusiva Tristango. A legare il tutto una toccante e magnifica elegia al padre, Adios Nonino, dedicata al padre morto improvvisamente (Nonino era chiamato il Padre, Don Vicente Piazzolla, e in Argentina l’immigrazione italiana ha di fatto sostituito l’abuelo\a spagnolo con nonino\a dall’italiano nonno\a riferito in senso reverenziale alle persone anziane); scritta nel 1959, è la canzone la cui vendita dei diritti gli permise di ritornare in Argentina da New York, viene ripresa e ridisegnata secondo il conjunto electrico del Tango Nuevo, con una forza espressiva ed emozionale senza pari.
Il disco, un successo per la piccola etichetta Carosello che lo sopportò, proietta Piazzolla ai vertici della musica internazionale. Di lì a poco collaborerà con grandi del jazz, dirigerà intere orchestre e spedisce il tango in una dimensione nuova ed internazionale, e che rivitalizzerà il genere, fino alle ultime evoluzioni, tipo i Gothan Project, paladini del tango elettronico. Piazzolla dimostra come è possibile difronte ad un bivio, scegliere una strada pericolosa, rischiosa, ma che può portare a risultati grandiosi. Nel rispetto di se stessi, anche della tradizione, ma che non si ferma davanti alla difficoltà. Che sia di augurio per chiunque legga queste righe.
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3nding · 1 month ago
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I motivi per cui io e credo molti altri non vogliono tornare a lavorare in Italia, soprattutto in ambito accademico, sono raccolti in un articolo pubblicato su Repubblica che raccoglie l'esperienza di un prof italiano rientrato dall'estero
1) "Non ho risorse né laboratori, il mio ateneo non mi fornisce neanche una sedia"
2) Pochi corsi in Inglese e pochi studenti stranieri
3) Spazi e posti assegnati con logiche baronali
4) "Gli italiani che tornano nei nostri atenei lo fanno solo per ragioni familiari, oggi non c’è università del Paese che riesca a darti le stesse condizioni di una all’estero”. A questi punti aggiungo un mio pensiero: la legge sul rientro dei cervelli rappresenta un gigantesco specchietto per le allodole. Se come unico parametro per rientrare in patria l'Italia offre un taglio delle tasse per un tot di anni, ma poi si rientra nello stesso ambiente lavorativo da cui si è scappati anni prima credo che questo rappresenti una grande presa in giro... Per riattrarre gli italiani dall'estero e più in generale gli stranieri in Italia servono ben altre condizioni che un mero taglio delle tasse a tempo determinato....
Tra queste:
1) Investimenti in ricerca e sviluppo al pari degli altri Paesi del G7 (Italia nel 2022 ha investito l'1.3% del PIL in ricerca e sviluppo, Francia il 2%, Germania il 3% per rimanere in Europa..)
2) Creare un ambiente internazionale favorendo lo scambio culturale con altri Paesi e assegnare posti e spazi in base al merito anche a stranieri e non secondo le logiche baronali
3) Favorire il rientro dei cervelli permettendogli di riportare in patria il know how acquisito all'estero. Questo si deve tradurre mettendo a disposizione spazi, strumenti e personale a chi rientra per permettergli di re-importare in Italia conoscenze acquisite all'estero.
Questi 3 punti permetterebbero a chi rientra di:
A) Formare i giovani italiani con tecnologie acquisite all'estero
B) Aumentare la qualità della ricerca e dell'innovazione in Italia
C) Favorire un ambiente internazionale (io mando un PhD o uno studente o un post-doc all'estero in un centro in cui ho lavorato e ne prendo uno dall'estero a fare un'esperienza in Italia)
D) Far uscire l'accademia e il mondo della ricerca italiana dal provincialismo e baronismo di cui sono impregnate.... Ad oggi queste condizioni non esistono.... Risultato: Sempre più giovani continueranno ad emigrare e chi vive all'estero ci resta.. Contenti voi, contenti tutti.....
Massimo Fantini
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vintagebiker43 · 3 months ago
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@fede_ska81 su Threads
In Italia il 24% degli italiani paga il 76% dell'IRPEF e nel 2023 sono stati versati 189 miliardi (l'imposta progressiva prevede un'aliquota del 23% fino a 28mila, del 35% da 28mila a 50mila e del 43% oltre 50mila). 24 milioni di italiani (su 42 milioni di contribuenti) invece pagano 8€ al mese di IRPEF. Su 36 miliardi di IRPEF evasi dal fisco, 31 miliardi sono evasi da imprenditori autonomi. Fonte: Il Punto Economico
Ora, facendo due conti.. tutto questo non vi fa girare un po' i cosiddetti?...
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falcemartello · 11 months ago
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+++Breaking Green Scam News+++
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In Italia ci sono circa 21 milioni di abitazioni tra classe F e classe G.
Circa 8 italiani su 10 posseggono la casa in cui vivono.
L'efficientamento energetico che ci vuole imporre la UE serve ad aggredire risparmi e immobili dei cittadini italiani.
Ormai l’obiettivo dichiarato è quello di toccare il risparmio degli Italiani.
...
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colonna-durruti · 5 days ago
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CRONACHE RIBELLI
Dopo la Seconda guerra mondiale, le minoranze tedesche in numerosi paesi furono vittime di violenze, pulizia etnica, e deportazioni. Ma ora ci chiediamo, che cosa succederebbe se in Germania invece di ricordare i crimini del nazismo si dedicasse una commemorazione a queste vittime tedesche innocenti, cancellando con un colpo di spugna le efferatezze delle SS e della Gestapo?
Tutto il mondo insorgerebbe.
Ma questo è quello che avviene in Italia nella “Giornata del Ricordo”, quando, citando la legge “La Repubblica riconosce il 10 febbraio quale «Giorno del ricordo» al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale.” Tutto senza nominare l'occupazione italiana delle cosiddette terre irredente, senza l'italianizzazione forzata, senza l'occupazione militare, la deportazione e le stragi compiute durante la guerra mondiale.
Ma torniamo agli esuli tedeschi.
Durante e dopo la Seconda guerra mondiale i tedeschi sono espulsi dagli USA, dal Sud America, dall'Africa, dai Balcani, dal Belgio, dalla Jugoslavia, dalla Romania, dall'Ungheria e soprattutto dalla Polonia e dalla Cecoslovacchia. Attenzione in molti di questi casi parliamo di persone di origine tedesca che da decenni (anche secoli) vivevano in territori come la Prussia Orientale e i Sudeti. Proprio dalla Cecoslovacchia vennero cacciati 3 milioni di tedeschi. Espulsioni che vennero anticipate da violenze di massa efferate. Secondo i dati cechi 5.558 tedeschi si suicidarono e 20.000 di loro morirono durante gli sfratti coatti e le espulsioni. In Polonia andò anche peggio. Difficile dare delle cifre precise ma si va nell'ordine di centinaia di migliaia di morti. Prima della politica espansionistica degli anni '30 e dei crimini efferati compiuti dalla Germania nel corso della Seconda guerra mondiale, le comunità tedesche in diversi paesi europei erano ben integrate e stabili.
E chiaramente, non tutti i tedeschi fuori dai confini della Germania erano nazisti e avevano supportato i crimini di Hitler. Molte erano persone innocenti e prive di ogni responsabilità diretta.
Eppure se domani queste persone fossero strumentalizzate per nascondere i crimini tedeschi in Polonia, Repubblica Ceca, o qualsiasi altro paese, tutti grideremmo all’infamia.
Ecco dovremmo farlo anche in una giornata come quella di ieri. Dove al governo e allo stato italiano, ieri come oggi, non interessa affatto ricordare le vittime innocenti del confine orientale, ma soltanto usarle per cancellare le responsabilità del nostro paese rispetto a quello che è accaduto in quella parte d’Europa.
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marcoleopa · 6 months ago
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Chiagne e fotte
In un imbarazzante telegiornale in prima serata, ormai trasformato in orinatoio del governo dei patrioti, il ministro della subcultura, si autoproclama innocente.
Parla, straparla, mostra fogli in formato A4, chiede scusa e conclude (captatio benevolentiae), in lacrime, il proprio soliloquio.
Lo so, fare i confronti con i "paesi normali", preferisco chiamarli paesi con alto livello di senso civico e civiltà, rischia di diventare lo sport nazionale, laddove, nei menzionati paesi, il rispetto di sé e della carica pubblica che si riveste, proprio per senso istituzionale (siano esse repubbliche parlamentari, presidenziali o semipresidenziali, monarchie costituzionali etc.), funge da freno inibitori alle pagliacciate.
Un esempio, furono le dimissioni di J. Profumo nel 1963, perché di fatto, discredito' il governo.
Ma noi siamo il paese del bunga bunga, delle cene galanti, della nipote di Mubarak, del corpo femminile esposto come trofeo, del 'ce la possono sucare' e del gatto in auto blu, del 'a Fra che te serve?'.
Un paese dove il curriculum degli atti processuali e delle condanne, consente l'ingresso in parlamento, ma, impedisce di partecipare ai pubblici concorsi.
Ciò che accaduto al telegiornale, altro non è che lo specchio del sistema italia, marcio fin dalle fondamenta, dove le pubbliche virtù sono ormai solo un ricordo di chi, frequentate le scuole di formazione politica, sarebbe stato votato per la gestione della res publica.
La trasformazione antropologica e irreversibile degli italiani, è avvenuta.
Zio Silvio ringrazia
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pier-carlo-universe · 3 months ago
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Situazione Critica negli Uffici dei Giudici di Pace: L’ANF esprime Solidarietà e Sostegno -manifestazioni a Torino, Roma e Napoli.
L'Associazione Nazionale Forense (ANF) denuncia le gravi condizioni operative degli uffici dei giudici di pace e annuncia manifestazioni a Torino, Roma e Napoli.
L’Associazione Nazionale Forense (ANF) denuncia le gravi condizioni operative degli uffici dei giudici di pace e annuncia manifestazioni a Torino, Roma e Napoli. Roma, 11 novembre 2024 – Gli uffici dei giudici di pace di Torino e Roma si trovano in una situazione critica, appesantiti da un sovraccarico di lavoro e carenze di personale che rendono difficile la gestione dei procedimenti.…
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crazy-so-na-sega · 6 months ago
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Il liberalismo, unica ideologia dogmatica rimasta, rivela la sua essenza proprio nella gestione del fenomeno migratorio. Ma andiamo per gradi e dall’inizio: il liberalismo nasce come ideologia borghese e mercantile per tutelare gli interessi della nascente borghesia compradora che liberatasi di Trono e Altare, trova la sua legittimazione culturale e politica nell’utilitarismo di Locke, Hume e altri , basandosi soprattutto sulle teorie di Hobbes dove l’assetto sociale e statuale è determinato dal ” contratto sociale ” tra i componenti e in quelle di Montesquieu sulla divisione dei poteri , dove prevale però chi detiene i mezzi economici.
Il liberalismo infatti concepisce solo diritti del tutto ” astratti” e non collegati in alcun modo alla concretezza materiale tranne quello alla proprietà privata ( anche questo soggetto alle differenze di censo) e alla libera impresa. Ad esempio il CD diritto al lavoro e’ il classico esempio di diritto che in realtà è esercitabile a condizione che la dinamica domanda/ offerta corrisponda alle necessità del ” mercato del lavoro ” ergo alle necessità del Capitale, altrimenti è un diritto inesigibile da parte del titolare del diritto stesso. Potremmo citare altri esempi di diritti totalmente svincolati dalla realtà e dalla dinamica materiale ( libertà di espressione, alla salute, alla sicurezza…) ed è proprio per questo che ad esempio in Italia dal 1948 si parla di Costituzione formale, in pratica mai attuata , e Costituzione reale, cioè quella parte che per prassi necessita per il funzionamento dell’economia di mercato.
Posto questo dato , nel caso del fenomeno migrazione, controllata o meno, assistiamo ad un classico dello Stato liberale. Cercare di agevolare l’ingresso di un esercito industriale di riserva , in modo più o meno surrettizio, cercando al contempo di introdurre l’idea culturale che la persona, come le merci, è spazialmente e temporalmente ” fungibile” .Ergo un congolese ad Oslo o un norvegese in Congo possono ” integrarsi” a vicenda perché sono persone che , in teoria , non soffrono alcuna influenza identitaria o ambientale.
Ora il marxismo , che lo ricordiamo nasce come liberalismo ” rovesciato”, nella sua corrente rappresentata da Adorno , Horkheimer ma anche dalla corrente francese che fa capo a Guattari , pone invece l’uomo come prodotto delle condizioni sociali, ambientali e della società in cui vive. Si arriva a dire , ed è per certi versi assolutamente inconfutabile, che l’uomo è determinato dalla famiglia, dal clima e dal paesaggio in cui vive , tralasciando usi, costumi, credenze religiose etc. Questi fattori determinano non solo chi li vive ma anche le generazioni successive che dovessero emigrare altrove, come dimostrano anche gli italiani che da generazioni vivono in altri paesi che mantengono uno stretto legame, magari spesso folkloristico, con le proprie origini.
Quindi l’origine come il DNA di ogni persona è ineliminabile, a onta dei” costruttori di diritti a tavolino” che continuano a parlare di inesistenti ” diritti universali” che si concretizzano solo nel ” diritto del capitale ” di spostare manodopera da un capo all’ altro del pianeta. I tentativi quindi di eliminare i dati identitari e qualitativi sia degli europei che degli immigrati, in nome di un astrattismo materiale che vorrebbe solo ” replicanti” consumatori globali o ” cittadini del mondo” non è logico, non è razionale e soprattutto genera violenza e problemi psichici che ben vediamo nella cronaca nera quotidiana anche e soprattutto con gli immigrati di terza generazione. I tentativi surrettizi tipo lo ” ius scholae” sono semplicemente risibili , ancora una volta non basta studiare Dante per sentirsi europei, anche perché primo non si capisce perché un africano dovrebbe sentirsi ” europeo” e viceversa, ma soprattutto perché la cd integrazione non può avvenire su queste basi di astrattezza puramente mercantile che non permette un effettivo dialogo tra culture e identità, ma al contrario lo mortifica e lo soffoca in nome del puro profitto di pochi.
-Kulturaeuropa
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