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#divertimento in città
divulgatoriseriali · 5 months
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Skateboard: Tra Evoluzione Urbana e Stile di Vita
Lo skateboard è più di uno sport, è una cultura radicata nelle strade urbane. Nato dall’idea di muoversi su quattro ruote, è diventato un simbolo di stile e design. Gli skater non sono solo praticanti sportivi, ma membri di una comunità dalla moda informale e creativa. La cultura si estende dagli skatepark e agli “spot” urbani. La nascita del primo skateboard: quando il surf incontra…
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campadailyblog · 2 months
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Discoteche Bologna: I Top Locali Notturni nella Città dei Portici
Bologna è una delle città più vivaci d’Italia. È famosa per la sua storia, cultura e vita notturna. Qui, troverai molti discoteche e locali notturni per divertirti. Da club esclusivi a bar accoglienti, ogni angolo di Bologna offre posti unici per divertirsi. Il centro storico, con i suoi portici, è il cuore della vita notturna. Qui, giovani e visitatori si incontrano per divertirsi. Per saperne…
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salute-green · 6 months
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Esplorare il Mondo: Il Viaggio come Avventura per la Mente, il Corpo e lo Spirito
Chiunque abbia mai pianificato un viaggio sa che c’è qualcosa di magico nell’aria quando si preparano le valigie e si scelgono le destinazioni. Viaggiare non è solo spostarsi da un punto A a un punto B; è un’avventura che risveglia i sensi e alimenta lo spirito. È un’opportunità per esplorare nuovi orizzonti, scoprire culture affascinanti e creare ricordi indelebili che arricchiranno la nostra…
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adrianomaini · 1 year
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I comunisti romani giocano un ruolo di primo piano nell’associare la messa in scena di una kermesse spettacolare al contrasto delle pulsioni disgreganti della città
Nel dispiegarsi dell’esperienza storica del ’77 un ruolo centrale lo gioca il contesto urbano. Spezzando la propria «tradizione isolazionista» <337, la capitale scopre un’inedita centralità all’intersezione fra la crisi degli anni settanta, una feroce conflittualità politica e la frantumazione di una realtà territoriale che produce vistosi fenomeni di isolamento sociale.Da un punto di vista…
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bagnabraghe · 1 year
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I comunisti romani giocano un ruolo di primo piano nell’associare la messa in scena di una kermesse spettacolare al contrasto delle pulsioni disgreganti della città
Nel dispiegarsi dell’esperienza storica del ’77 un ruolo centrale lo gioca il contesto urbano. Spezzando la propria «tradizione isolazionista» <337, la capitale scopre un’inedita centralità all’intersezione fra la crisi degli anni settanta, una feroce conflittualità politica e la frantumazione di una realtà territoriale che produce vistosi fenomeni di isolamento sociale.Da un punto di vista…
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falcemartello · 8 months
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Dove le richieste di libertà sono odiose e i cessate il fuoco sono antisemiti.
Dove i civili sono etichettati come terroristi e i veri terroristi sono decorati con il Premio Nobel per la Pace.
Dove la propaganda è giornalismo e il giornalismo è propaganda.
Dove la democrazia è reale e l'apartheid è immaginario.
Dove le aziende sono persone e le persone sono risorse aziendali.
Benvenuti nell'impero.
Dove le bombe sono umanitarie e le provocazioni sono invisibili.
Dove i veterani sono eroi e le vittime sono dimenticate.
Dove le guerre sono sempre giuste e i nemici sono sempre Hitler.
Dove la causa è sempre giusta e i critici sono sempre russi.
Dove le sofferenze sono imperdonabili e i crimini sono cancellati dalla storia
Dove le atrocità sono sempre un incidente sfortunato e i nemici uccidono civili per divertimento.
Dove le disastrose intromissioni sono sempre errori innocenti, non importa quanto spesso accadano
Benvenuti nell'impero
Sempre vittima di attacchi ingiustificati da parte delle persone che strangola.
Sempre la splendente città su una collina di cadaveri umani.
Sempre il difensore dei poveri plutocrati indifesi di Wall Street.
Sempre il salvatore delle famiglie incenerite da missili prodotti da Raytheon.
Sempre il protettore delle risorse naturali nel suolo delle nazioni straniere.
Sempre il sostenitore dell'ordine basato sulle regole di un mondo con uno stivale sulla gola.
L'impero ti ama con un cuore fatto di dollari e petrolio.
L'impero veglia su di te attraverso il tuo smartphone e il tuo computer.
L'impero è il tuo unico amico.
L'impero è l'unico che ti avrà sempre amato.
Non puoi andartene.
Non puoi liberarti dell'impero.
Se ti liberassi dell'impero, questo mondo potrebbe essere conquistato dai tiranni.
- via Caitlin Johnstone @caitoz
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sa-filonzana · 6 months
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Trigun - Final Fantasy VII - Crossover
AU - Dimension Travel - Crack-ish
PART 1
In un futuro lontano lontano, solo un po’ più a destra dell’impossibile, Vash da Trigun Maximun e affini finisce nell'universo di Final Fantasy 7 come un Eldritchiana Plant Creatura, tutto piume bianche e d'oro, ali frattali e intersecate tra di loro, e capace di cambiare grandezza massa a volontà. Un vero cryptido in tutto e per tutto più che mai. 
Il suo nuovo aspetto, che ricorda tantissimo la forma che Vash prende quando perde il controllo, ha anche il suo immancabile orecchino e i suoi iconici occhiali ancora testardamente attaccati al naso, così come il suo braccio prostetico che però ora fa davvero parte del suo corpo e a cui un giorno verranno aggiunti degli incavi per incastrare la Materia.
Il suo nuovo aspetto, da vera entità ultraterrena, adesso, come in Trigun Stampede, può illuminarsi d’immenso, ovvero il suo corpo e i suoi occhi sono attraversati da striature di energia che illuminano di un fluorescente verde acqua quando Vash usa le sue abilità da Plant o prova forti emozioni che gli fanno anche sbocciare fiori e gerani rossi lungo il suo corpo.
Vash sta già vivendo da qualche tempo sul pianeta Gaia da qualche tempo quando incontra Sephiroth quando il giovane generale è in missione.
Per essere precisi Vash si stava ingozzando di Mako cristallizzato quando i due hanno il loro fatidico incontro. In effetti, a un certo punto, la Plant Creatura guarderà il Generale dritto negli occhi e molto deliberatamente mangerà una delle personali Materie del SOLDIER in faccia. Magari una anche che ha Masterizzato anche. E Vash farà tutto ciò con grande sfrontatezza.
Vash ha fame, e da quando è arrivato qui non ci ha messo molto a notare che mangiare il cristallizzato viscoso liquido lo sta rimettendo in forze.
Dopo la rocambolesca avventura che sarà il motivo del loro primo incontro, Sephiroth, per qualche motivo che non sarà mai capace di veramente spiegarsi, decide di rovesciare tutti i soprusi e abusi che aveva subito durante tutta la sua corta vita.
Vash finisce per consolarlo. Per poi traumatizzarlo mangiando della Materia.
Sephiroth decide di portarlo con sé a Midgar, ed è una lotta e mezza tenerlo lontano dalle sporche grinfie del Dipartimento di Scienze. Ma dopo Vash rende perfettamente chiaro che si rifiuta di diventare l’ennesima cavia da laboratorio per dei scienziati pazzi, il che risulta in un gioco di gatto e topo andato male visto che distrugge metà dei laboratori del piano mentre gli inutili assistenti tentano invano di catturarlo gli scienziati sono costretti ad alzare la bandiera bianca in arresa.
Uno dei fattori determinanti in ciò potrebbe essere che nella confusione creatasi un certo Professor Hojo potrebbe essere finito in ospedale con tutte le ossa rotte durante il tentativo fallito di catturare Vash. Più di una persona sarà felice alla notizia. E più di qualcuno brinderà a tarda sera in onore di Vash.
Nel tempo Vash si familiarizza con la Torre e i suoi abitanti, che lo trattano come una beneamata mascotte, perché Vash sa sempre come charme le persone con la sua gentilezza, non importa la forma che ha. E probabilmente il fatto che le sue gesta hanno mandato in ospedale il Professore Hojo in ospedale per diverso tempo aiuta.
Tuttavia, una delle cose di Midgar che metteva a disagio Vash era che qui nella città la Voce del Pianeta, il canto trascendentale che sentiva fin da quando era arrivato in questo nuovo Mondo è molto flebile in questa città.
Durante questo tempo incontra anche Genesis e Angel. Per dispetto, e dopo tutto ciò che ha dovuto passare nella vita a causa di suo fratello e tutti gli altri e non più disposto a farsi mettere i piedi in testa e ciò che aveva perso dovuto a ciò, mangia una delle materie di Genesis per il divertimento degli altri due First.
Vash, nei seguenti anni, farà ciò ogni volta che Genesis lo irrita abbastanza
Vash prende l'abitudine di seguire Sephiroth dappertutto dovuto a questo trauma,  anche quando è costretto ad andare a fare una visita di controllo al dipartimento di scienze
Vash in maniera ingegnosa comunica il suo nome a Sephiroth, delicato come una piuma glielo sussurra nella mente
Passa del tempo, la guerra con Wutai è nelle sue fasi finali quando Genesis viene ferito durante un allenamento.Vash si preoccupa quando la ferita si rifiuta di guarire, così segue di nascosto il Soldier First quando va a trovare il Professor Hollander e così scopre che il corpo di Genesis sta decadendo a causa degli esperimenti 
Vash va in shock e in uno stato di negazione. Il Plant creatura si è affezionata ai Soldiers, anche se Sephiroth è il suo preferito, e non è pronto a perderli dopo così poco tempo. Sono così giovani… 
Vash si rifiuta di perdere qualcun altro di importante per lui e usando i suoi poteri da Plant, dopo aver messo all’angolo Genesis nel suo appartamento e con gli altri due presenti anche, Vash va tutto incomprensibile e biblico e immenso e facendo venire un colpo a tutti e tre i SOLDIERS First. Uno dopo l’altro li guarisce iniettando la sua saliva nel loro sistema cardiovascolare. Usando essa come medium Vash pulisce, sistema e mette in ordine le stranezze che percepiva in loro fin da quando li ha incontrati la prima volta.
Li guarisce con un morso pieno di saliva, una saliva miracolosa quanto mortifera, dalle proprietà simili al siero miracoloso usato dagli assassini del Eye of Michel e il liquido dei bulbi dove vivono le sue sorelle Plant.
Il suo intervento fa sì che i First diventino dei veri ibridi a tutti gli effetti e non facilmente suscettibili all’influenza di Jenova e facile discesa nella follia. Le loro cellule evolvono.
Continua ->
-> Trigun x FF7 - Part 2
-> Trigun x FF7 - Part 3
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likarotarublogger · 11 months
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Miss Badante 2023 ha 48 anni e viene dal Brasile: “La vita va affrontata con il sorriso”
Si chiama Elisangela Dos Santos Santano, ha 48 anni, è originaria del Brasile (città Salvador), vive e lavora nel campo dell’assistenza presso le famiglie in Italia. E’ lei la nuova Miss Badante International 2023, eletta domenica, 22 ottobre, durante la finale che si è svolta a Roma. Il titolo “Miss Badante Web 2023” è stato conquistato da Olesea Ciubotaru, 39 anni, della Moldavia, in Italia da 6 anni, che lavora a Torino
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Nella competizione sono state assegnate altre due fascie “Miss Badante International”: al secondo posto si è classificata Natalya Zhovnir, 46 anni, originaria di Leopoli (Ucraina), dove ha lavorato come medico presso un laboratorio analisi. Ana Drăgan, dalla Romania, ha vinto il terzo posto.
Il concorso, arrivato all’ottava edizione, si è svolto a due passi da Via Veneto, nell’atmosfera incantata del ristorante “Le mille e una notte” ed è organizzato, come ogni anno, da Elena Rodica Rotaru, ideatrice e patron della competizione. E’ una competizione rivolta alle donne di tutte le nazionalità che vivono in Italia e svolgono qui il loro prezioso lavoro di aiuto alle famiglie, come colf, assistenti familiari, baby sitter.
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“Miss Badante Web 2023” è stato conquistato da Olesea Ciubotaru, 39 anni, della Moldavia.
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Ana Dragan, Stânica Vinatoru, Elena Chirila, Aneta Anehei,Elena Rodica Rotaru, Natalya Zhovnir, Natalia Khvalyboha, Elisangela Dos Santos Santano
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Elena Rodica Rotaru e concorrente Elena Chirila della Romania 🇷🇴
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Concorrente della Romania Aneta Anehei
Le finaliste hanno affrontato tre prove: una presentazione in abito tradizionale del proprio paese e il racconto delle loro storie, una prova di talento ed infine la sfilata in abito elegante.
Il racconto di vita di ogni concorrente è stato emozionante. La vincitrice, Elisangela Dos Santos Santano: “La mia vita è una saga. Sono rimasta vedova in Brasile, quando una mia amica della Germania mi ha chiamato per prendermi cura di un ragazzo che aveva la sclerosi multipla. Poi sono arrivata in Italia, dove sono rimasta a vivere. Ormai sono anni che faccio la badante. Ogni lavoro è dignitoso, la vita va affrontata con il sorriso, bisogna essere positivi”.
La giornata di festa è stata completata da momenti artistici speciali, come le esibizioni di Marcia Sedoc (l’esplosiva interprete storica di Cacao Meravigliao), del cantante romeno Vasile David e di Antonio Delle Donne, che, oltre a presentare la gara, ha emozionato il pubblico con la sua voce è Dj Lilian Ioniță e Marilena Bãcanu.
“Per me sono tutte vincitrici, perché vengono qui per lanciare un messaggio di umanità, per dare visibilità al loro lavoro ma anche all’essere donna. Ecco, questa è la forza delle donne! Sono contenta che il concorso sia diventato davvero internazionale. Abbiamo avuto concorrenti iscritte da 9 paesi. Una gioia per me vedere che la fascia è andata ad una concorrente del Sud America, e che tra le vincitrici ci sia anche una signora del mio paese, la Romania”, ha dichiarato Elena Rodica Rotaru, organizzatrice ed ideatrice dell’evento.
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Membri della Giuria.
Livia Malcangio, Direttrice Relazioni Internazionali - Segretariato World Summit Premi Nobel per la Pace, presidente della giuria, ha raccontato così la competizione: “Una giornata fantastica, abbiamo avuto delle concorrenti meravigliose, provenienti da vari paesi. Ci sono stati momenti di commozione, ma anche di divertimento, con la lettura di poesie, teatro, ballo. Il lavoro che loro svolgono è fondamentale, in un paese come il nostro, dove l’età media della popolazione è molto alta”.
I criteri di valutazione sono stati la presenza scenica, l’originalità, la creatività e l’ingegno. La giuria è stata composta, oltre a Livia Malcangio, da: Marcia Sedoc (cantante, attivista per i diritti delle donne), Michelangelo Letizia (giornalista PaeseRoma), Dott. Roberto Rosati (Medico, Dentalcare), Massimo Meschino (patron del concorso "Una Ragazza, un Ragazzo, un Bambino per lo Spettacolo"- e promotore dell’inclusione sociale), Zoriana Belei (Miss Badante Web 2021), Roberto Mercuri (co - fondatore FashionLuxury.info).
Ionela Mihaela Dumitru, consulente fiscale che svolge da anni campagne di informazioni sui diritti delle badanti, in qualità di presidente della giuria Web, ha annunciato così la vincitrice: “Olesea Ciubotaru, della Repubblica Moldavia, ha vinto, con 19 punti, la gara online. Voglio sottolineare che hanno partecipato signore da sette nazioni: Ucraina, Romania, Albania, Rep. Moldavia, Georgia e Perù. Il nostro compito non è stato per niente facile. Ringrazio tutte le partecipanti, e soprattutto alla signora Elena Rodica Rotaru che ha dato atto di questa opportunità di valorizzare questo lavoro difficile, della badante”. Dalla giuria web hanno fatto parte anche Marianna Soronevych, giornalista ucraina (Gazeta Ukrainska) e Rodica Ciobotaru, assistente familiare e collaboratrice di testate romene.
Ecco i premi assegnati: 3° Premio - Una cena presso il Ristorante “Le mille e una notte” offerto dal Ristorante, 2° Premio - Un soggiorno per un fine settimana nel borgo medievale della Sabina a San Polo di Tarano, offerto dall’organizzatrice Elena Rodica Rotaru e lo sponsor Salvatore Braca (presso Holiday House by Elena Rodica Rotaru), 1° Premio WEB e 1° Premio in presenza - Un soggiorno per un fine settimana sulla splendida Isola di Ventotene, offerto da Pandataria Film e Elena Rodica Rotaru. Nell’ambito del concorso sono state assegnate anche delle fasce di accesso alla finale regionale Lazio del Concorso Nazionale "Una Ragazza, un Ragazzo e un Bambino per lo Spettacolo" nella categoria OVER consegnate a: Elisangela Dos Santos Santana, Ana Dragan, Natalya Zhovnir. Inoltre è stata consegnata la fascia di accesso diretto alla finale nazionale del suddetto concorso, che si svolgerà dal 1 al 3 dicembre p.v. a Fiuggi (FR), a ZORIANA BELEI che rappresenterà la regione Emilia Romagna per la categoria LADY.
Sponsor: Pandataria Film, Dentalcare, Pasticceria Cardone 1846 Bagnara Calabra, Elena Rodica Rotaru Fashion, Hairstyle by Bacanu Marilena, Ristorante “Le Mille e una notte”, C4 Premiazione di Roberto Costantini (Guidonia)
Partner Media: Paese Roma Quotidiano, Fashionluxury.info, LikaRotaruFashion
Ufficio Stampa: Media XTE/ Miruna Cajvaneanu
Dj e foto di Lilian Ioniță.
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Articolo di @likarotarublogger @elenarodicarotaru-blog
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Qualcuno fermi la mia immaginazione
(stavolta in ambito lavoro dei miei sogni)
perché sognare di trasformare un bar sull'orlo del fallimento nel locale più ricco di attività e divertimento della città è veramente un'utopia ...
Ho troppe idee creative per una città così "morta" come la mia (al di là del periodo estivo) e per un'epoca in cui rischierei di investire inutilmente in un progetto che non interesserebbe a nessuno visto che non implicherebbe nulla di virtuale.
Ma soprattutto nessuna persona sana di mente affiderebbe la sua attività alle idee folli di una ragazzina comparsa dal nulla 😂
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Da tempo ormai sto provando a smettere, stavo riuscendo quando stavo con lei, so che non è un buon motivo smettere per una persona, ma associavo il bene che volevo a lei come valvola per uscire da quella roba lì, nonostante la relazione finita ho provato in tutti i modi a farle capire che solo lei avrebbe potuto aiutarmi, ma come spesso accade mi ha voltato le spalle, forse sono io a spiegarmi male.
Sto provando a lottare, sto raccontando bugie, inganno tutti per riuscire a portare avanti le due facce di questa stessa vita, da una parte all’apparenza normale, e dall’altra costretto a mantenere contatti con ambienti degradati dove gli unici valori conosciuti sono quelli strettamente legati alla droga.
L’apice toccato l’altra sera io che collasso tra le braccia di mio padre e le lacrime di mia madre, “hai preso qualcosa”
“Assolutamente no” risposi dopo aver ripreso coscienza.
E loro che mi avevano raccomandato da sempre di non toccare quella roba lì, ecco quella roba lì, che ormai è diventata il centro del mio mondo e mi fa superare queste interminabili giornate che spero possano finire un giorno, sto provando a farlo.
Ho iniziato per sfida ormai anni fa con un mio amico e pian piano ero diventato anch’io uno di “loro”
Ogni giorno il primo pensiero è avere quella roba lì, di conseguenza parte dello stipendio è dedicato a quello, nella mia banca ci sono tutte le transazioni che effettuo, svago, cibo, divertimento, dovrebbero metterne una anche per le droghe, così uno si regola, che cazzo.
Non ho la più pallida idea di come affrontare il problema, i miei amici sono come me, ma come cazzo faccio a chiedere aiuto a persone che hanno il mio stesso problema? Perché appunto con loro non è un problema.
Rivolgermi a strutture per aiutarmi? Ma aiutare per cosa?
Non capisco il problema io come potrebbero aiutarmi persone sconosciute, sarebbe come andare al macello, ecco, quei posti lì reputo così, un mattatoio di persone che attendono la morte.
Ho 26 anni è il problema giornaliero è trovare il tempo di farmi, e riesco sempre a trovarlo, anche a lavoro.
Non me ne importa più niente della vita, già da un po’ di anni, sono convinto di aver già vissuto abbastanza e sono pronto a far si che tutte ste sofferenze possano finire.
Di quello che può succedere tra un’ora, il giorno dopo, la settimana dopo, in quei momenti sarebbe potuto succedere di tutto, per questo per me è importante fare le poche cose che mi fanno stare bene il prima possibile, tu che stai leggendo speravo potessi capirlo.
Vorrei provare a non girovagare per la città fatto perso, come uno zombie, e sentire il vento che mi accarezza la faccia ed essere sereno senza uso di quella roba lì, non riesco.
Sono tante le cose da capire e da chiarire, troppe, forse se la mia amica d’infanzia non si fosse tolta la vita adesso non sarei in questa situazione, mi manchi Chiara e non c’è giorno che non ti penso, come stai?
Lo sguardo di mio padre e quello che i suoi occhi riescono a comunicarmi pur non dicendo niente, forse lui ha capito, senza forse, magari sta aspettando che gli parli del problema apertamente, ma quando sono con lui, i rari abbracci che ci diamo, mi sento piccolo, torno indietro di anni e anni e riesco solo a dirgli ti voglio bene papà, lo stesso discorso potrei farlo anche per mia madre, la amo con tutto il mio fottuto cuore, come ho potuto ridurmi così?
Mi sento come se fossi “narcotizzato” tutti i giorni ormai..
Ho passato ore, giorni, mesi e poi anni a chiedermi come fosse stato possibile per me arrivare a tanto, è difficile da accettare, è difficile vivere con questo dolore perenne.
Ma in fondo si sa, “la vita non è per tutti” mi rimbombano in testa queste parole ogni mattina, chissà, arriverà anche per me?
Chiedo pace, pace eterna.
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sono-solo-mia · 5 months
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Non tutti i giorni sono pieni e belli ovviamente ma alcuni hanno panorami colorati, altri sono preziosi per le piccole cose, altri ancora si prova qualcosa di nuovo e si fa qualcosa di diverso!
Aprile grazie per le cose diverse e per le persone nuove!
🥰💥
#fiori #natura #panorami #cielo #colori #cibo #hamburger #gita #città #torino #divertimento #aprile #primavera #flowers #nature #panoramas #sky #colors #food #hamburger #trip #city #torino #fun #april #spring
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silenziodorato · 1 year
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mi piace
mi piacciono le lucine quelle che si mettono in giardino, quelle che spesso hanno i ristoranti all'esterno. mi piace la pizza, mi piacciono le patatine fritte. mi piace il caffè dopo pranzo e il gelato dopo cena. mi piace fare la doccia dopo il mare, mi piace lo shampoo al cocco, mi piace uscire a fare lunghe passeggiate in posti mai visti. mi piace quando la mia famiglia si riunisce, mi piace raccontare cose fatte, mi piace ascoltare le storie di chi fa tanti viaggi. mi piace saltare quando sono felice, mi piace la pallavolo, mi piace immergermi sotto l'acqua fino a non sentire più nessun suono, nessuna voce. mi piace il parmigiano sulla pasta, mi piace fare la valigia, mi piace vivere con un milione di animali, mi piace essere gentile. mi piacciono le bacchette, le biciclette, le farfalle, il tramonto, mi piacciono le foto ma soprattutto i video, quelli spontanei ancora di più. mi piacciono i filtri perché si possono togliere. mi piacciono i capelli lunghi, gli occhi profondi, le dita sfiorate. mi piacciono i fiori, mi piace prendermi cura, mi piacciono le acconciature, mi piacciono i vestiti con la vita stretta. mi piace ridere, mi piace prendersi in giro, mi piace urlare, mi piace piangere se è per sfogarmi. mi piace vedere le persone ballare, mi piacciono quelle talentuose e quelle coraggiose. mi piacciono i discorsi commoventi, i film misteriosi o quelli che fanno piangere. mi piace conoscere, mi piace leggere, mi piace informarmi, mi piacciono i castelli, il monopoly, le cene fuori d'estate, le sigarette al gusto zucchero filato, i luna park. mi piace andare al cinema, mi piacciono le bevande con la cannella, mi piace la pioggia nelle grandi città, le librerie vuote, l'aria condizionata in una giornata di luglio. mi piacciono le poetesse, gli scrittori, gli attori, gli scienziati. mi piace il mondo che ogni persona si costruisce, mi piace la diversità, i colori, l'amore. mi piace il sugo senza pezzetti, il pesto fatto a mano, i cuori disegnati sulla sabbia, le scritte interessanti sui muri, le storie delle persone, le mani incrociate. mi piacciono i dettagli ma anche le sfocature, i parchi divertimento ma anche i parchi. mi piace stare sdraiata per terra, mi piace dormire, mi piace pensare, mi piace scrivere, mi piace il vino, l'autunno, le montagne, mi piace la vita quando non si ammucchiano i doveri.
E, perché no, sul mio blog mi piacciono anche gli elenchi sulle cose che mi piacciono
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sciatu · 2 years
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MESSINA DOPO IL TERREMOTO DEL 1908 (5 FOTO) E DOPO IL BOMBARDAMENTO DEL 1943
Non si può non parlare d’amore, quando pensi alla guerra dietro l’angolo, i campi arati dalle bombe, il nero delle case bruciate, il fango delle trincee, il rosso dei corpi dispersi nei cortili. Non puoi non parlare d’amore quando pensi alla terra che si è aperta, squarciandosi come offesa dagli orrori degli uomini, divorando i semplici e i ladri, i puri e i peccatori, i colpevoli e gli innocenti, scrollandosi di dosso vite e città come i purosangue fanno con la pioggia. In entrambi i casi case distrutte, orfani piangenti, donne disperate, lacrime di ghiaccio, fiori di sangue e speranze recise ovunque si guardi. Ogni morto è un crocifisso, ogni ferito un lazzaro che non sa resuscitare e tra la disperazione e il dolore, solo l’angelo della morte incede sicuro con le braccia colme di vite finite come un bracciante che porta un fascio di spighe di grano durante una mietitura senza fine. Ma non è per amore che il soldato muore? Non accetta forse orrori e sofferenze per difendere chi ama e quanto ritiene giusto per loro? Non è amore quello rimasto sotto le macerie su cui si piange, non per le finestre o i mattoni rotti ma per gli affetti rimasti tagliati a mezzaria come i fili sottili di una ragnatela rotta per divertimento? Non è amore disperato quello che si prova per chi è rimasto, amore trasformato in dolore perché non si può più donare certezze e speranze, sicurezza e serenità? Non è l’amore quanto ci spinge a seminare i campi squarciati, a costruire la vita in nuove case, a cercare quella pace che dell’amore è l’unica difesa? Per questo l’angelo della morte non ha potere su versi e canzoni, su stagioni e maree, sulle albe e sulle stelle, perché essi possano nutrire d’amore i bambini di domani cosi che sappiano cancellare le guerre e il male degli uomini e l’indifferenza della natura. Per questo ogni tramonto porta nuove rime, ogni stella è la prima nota di una nuova canzone e nel buio di questi giorni, sono l’unico arcobaleno che indica la pace.
You can't not talk about love, when you think of the war around the corner, the fields plowed by bombs, the black of the burnt houses, the mud of the trenches, the red of the bodies scattered in the courtyards. You cannot not speak of love when you think of the earth that has opened up, tearing itself open as if offended by the horrors of men, devouring the simple and the thieves, the pure and the sinners, the guilty and the innocent, shaking off lives and cities like thoroughbreds they do with the rain. In both cases destroyed homes, weeping orphans, desperate women, tears of ice, flowers of blood and dashed hopes everywhere you look. Every dead person is a crucifix, every wounded man a lazarus who cannot resurrect and between despair and pain, only the angel of death walks safely with his arms full of finished lives like a laborer carrying a bundle of ears of corn during a endless harvest. But isn't it for love that the soldier dies? Doesn't he accept horrors and sufferings to defend those he loves and what he thinks is right for them? Isn't that love left under the rubble on which we cry, not for the broken windows or bricks but for the remaining affections cut in mid-air like the thin threads of a spider web broken for fun? Isn't it desperate love that one feels for those who are left, love transformed into pain because one can no longer give certainties and hopes, security and serenity? Isn't it love that drives us to sow torn fields, to build life in new homes, to seek that peace which is love's only defense? For this reason the angel of death has no power over verses and songs, over seasons and tides, over dawns and stars, so that they can feed the children of tomorrow with love and hope so that they know how to erase wars and the evil of men and the indifference of nature. That's why every sunset brings new rhymes, every star is the first note of a new song and in the dark of these days, they are the only rainbow that indicates peace.
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danilacobain · 2 years
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Ossigeno - 28
28. Parigi
Due settimane dopo la visita di Zlatan a Milano, tutti erano a conoscenza della sua nuova relazione con Sveva. Le foto di loro due che si baciavano appassionatamente sotto casa di lei avevano presto fatto il giro del mondo e qualcuno si chiedeva come mai Zlatan avesse lasciato la bellissima Megan Fox per una biondina qualsiasi. Zlatan era impegnato con la squadra e con le sue lezioni di francese con Annette; usciva poco e trascorreva la maggior parte del tempo libero a parlare a telefono con Sveva. In quei giorni aveva anche ricevuto una visita di Helena e i piccoli. Erano stati tre giorni bellissimi, aveva portato Maxi e Vincent in giro per Parigi e nei parchi divertimento. Helena invece gli aveva detto che lo trovava in splendida forma e che questa nuova aria da innamorato gli donava parecchio. Non vedeva l'ora di conoscere Sveva e Zlatan le aveva promesso che presto le avrebbe fatte incontrare. Però smaniava dalla voglia di rivedere la sua Sveva. La desiderava notte e giorno. Era nella sua stanza d'albergo con Annette quando lei telefonò. Congedò la sua insegnante di francese e si dedicò alla sua innamorata. «Ciao, principessa.» «Ciao Zlatan. Che fai?» «Ti pensavo.» «Ah, si? Non avevi lezione di francese?» «Sì... stavo appunto pensando che potresti insegnarmelo tu, il francese.» Sveva sorrise. «Potrei, sì. Vuoi che ti faccia qualche domanda per testare i tuoi progressi?»
«No! Ascolta, cosa fai questo week-end?» «Nulla.» «Perché non vieni qui, allora? Stasera?» «Stasera?» «Sveva, ho bisogno di vederti. Ho voglia di fare l'amore con te...» Sveva emise un gemito. «Ecco cosa farai: ti prepari, prendi il primo volo e vieni da me. Andiamo in albergo, facciamo l'amore e poi usciamo. Passeggiamo lungo gli Champs Elysèes, ceniamo sulla Tour Eiffel. Poi torniamo in albergo e facciamo un lungo bagno, ci rilassiamo, ci coccoliamo e facciamo di nuovo l'amore... Che ne dici?» «Potrei mai rifiutare una proposta del genere? Anche io ho voglia di vederti.» «Allora ti aspetto.» «Mais oui, mon amour.» Zlatan emise un verso soffocato. «Ripetilo.» «Cosa?» «Mon amour, lo hai detto in un modo così sensuale...» Sveva rise e Zlatan desiderò poterla stringere tra le braccia e baciarla proprio in quell'istante. «Je t'adore, mon amour.» «Sveva...» «Sì?» «Sbrigati. Ti voglio qui entro stasera.» Risero e si salutarono, poi Zlatan fece un giro di telefonate per preparare una sorpresa a Sveva.
Sveva si sedette sul divano e accese il portatile. Controllò i voli per Parigi e prenotò un posto sul primo. Fece una doccia, legò i capelli e indossò dei vestiti comodi per il viaggio, poi preparò una piccola valigia e chiamò Ignazio per avvisarlo della sua partenza. Non vedeva l'ora di raggiungere Zlatan. Anche lei desiderava tantissimo fare l'amore con lui. Desiderava la sua presenza, quando erano insieme si sentiva leggera e spensierata, amata e felice. Ingannò l'attesa leggendo una rivista di medicina e mangiando biscottini al burro. All'aeroporto c'era Zlatan ad aspettarla. Le diede un bacio sulle labbra e le prese la valigia. «Sei stanca?» era così felice che gli ridevano gli occhi. A Sveva le si riempì il cuore. «No.» «Quante volte sei stata a Parigi?» «Parecchie. La maggior parte delle volte per lavoro.» «Bene, perché ancora non conosco la città.» «Quindi mi hai fatta venire a Parigi per farti da guida turistica?» Zlatan rise. «Sveva, ma che ti salta in mente? Sai quanto me ne frega di Parigi. Soprattutto ora che ci sei tu...» le lanciò uno sguardo carico di desiderio. Sveva non resistette e lo attirò a sé per un bacio. Zlatan ricambiò e la strinse con un braccio. Era quasi ora di cena. Si diressero abbracciati verso l'auto di Zlatan, lui infilò la valigia nel portabagagli mentre Sveva si accomodava sul sedile del passeggero. Zlatan la raggiunse e accese il motore. Si girò a guardarla, lei sorrideva, bellissima, assolutamente perfetta. Gli faceva battere forte il cuore. Le poggiò una mano sulla gamba. «Sono così felice che tu sia qui...» Sveva poggiò una mano su quella di Zlatan e l'altra tra i suoi capelli. Si perse nei suoi occhi marroni, chiedendosi come avesse fatto ad innamorarsi perdutamente di lui così in fretta. Zlatan le sfiorò le labbra con le sue, poi le diede un lungo bacio lento. Si staccò, le sorrise e partì alla volta dell'hotel con il cuore colmo di gioia. In albergo, Zlatan le aprì la porta e la fece accomodare nel salottino della sua suite. «Meravigliosa» disse Sveva guardandosi intorno. «Ti trattano proprio bene, eh?» Lui le sorrise e si avvicinò per baciarla. «Dovresti venire più spesso a trovarmi.» La prese per mano e la portò nella lussuosa camera da letto con vista sulla Tour Eiffel. Sveva diede una rapida occhiata alla finestra, poi si concentrò su Zlatan che la stringeva e le baciava il collo. Lo baciò con altrettanto trasporto e si lasciò spogliare. Zlatan la spinse sul letto e cominciò ad accarezzarla dappertutto, mentre le sussurrava che era bellissima e che lo faceva impazzire. Rapidamente il fuoco della passione divampò tra loro e si ritrovarono l'uno dentro l'altra. Zlatan intrecciò le mani con quelle di Sveva ai lati della sua testa e la guardò a lungo mentre si muoveva lentamente avanti e indietro. Era innamorato perso di quella donna, avrebbe tanto voluto che si trasferisse a Parigi con lui... Fecero l'amore a lungo e quando uscirono era ormai sera. Sveva era raggiante e lui più felice che mai. Passeggiarono tranquilli per le vie principali di Parigi, poi Zlatan, come promesso, la portò a cena sulla Tour Eiffel. Si sedettero in un angolino appartato, al posto di Sveva c'era un mazzolino di rose rosse e un pacchettino rosso con un fiocco beige. Zlatan prese le rose e gliele porse, dandole un bacio sulla guancia, poi la fece sedere e le indicò la scatolina rossa. «Aprila» le disse. Sveva ebbe un palpito al cuore. «Che cos'è?» gli chiese quando anche lui si fu accomodato di fronte a lei. Zlatan sorrise. «Tranquilla Sveva, non ti sto chiedendo di sposarmi. Sarebbe troppo presto. Anche se mi piacerebbe che tu ti trasferissi qui.» Sveva prese il pacchetto e lo aprì. Si sarebbe aspettata un bracciale o una collana, ma dentro c'era una chiave. Una semplice chiave di ottone. Guardò Zlatan, intuendo subito quali fossero le sue intenzioni. «Mi stai chiedendo di venire a vivere con te?» «Sì. La chiave è di un appartamento qui vicino. Non è grandissimo ma è molto carino e il quartiere è abbastanza tranquillo, o almeno così mi hanno detto. Sono andato a vederlo l'altro giorno e ho pensato subito che sarebbe stato perfetto per noi due.» Sveva si emozionò tantissimo sentendo quelle parole. Il pensiero che Zlatan fosse andato in giro a guardare case pensando a loro due le faceva venire voglia di gettargli le braccia al collo e di riempirlo di baci. «Zlatan... sì. Sì, voglio venire a vivere con te. Tuttavia non posso lasciare il mio lavoro...» «Bè ma potresti trasferirti in qualche ospedale a Parigi, no?» «Non è così semplice, e poi tu non starai a Parigi per sempre.» «No. Hai ragione. Però Sveva, io voglio averti accanto sempre. Quando non ci sei mi sembra di impazzire.» Sveva lo guardò negli occhi e gli strinse una mano. «Dammi un po' di tempo, quando sarò a New York ti prometto che cercherò una soluzione.» Zlatan sospirò. «Va bene. Nel frattempo che sei in ferie, però...» Le fece un sorrisetto ammiccante. «Nel frattempo ci godremo la tua lussuosa suite» rispose Sveva, con un sorriso a trentadue denti. «Non vedo l'ora di provare quella magnifica vasca idromassaggio che ho visto in bagno.» «La proverai prestissimo» le promise Zlatan. Un cameriere arrivò a versargli del vino e poco dopo ne giunse un altro con i piatti. La cena proseguì allegra. Zlatan le raccontò dei posti in cui era stato da quando era a Parigi, delle sue lezioni di francese con Annette, dicendole che trovava molto difficile la lingua francese e che non gli piaceva molto.
Dopo la cena, la coppia fece ritorno in albergo. Appena entrati, Sveva avvertì nell'aria un odore di candele accese e un aroma floreale rilassante. Prima che potesse dire qualcosa, Zlatan le poggiò le mani sugli occhi e le sussurrò all'orecchio: «Ho una sorpresa per te. Vieni» «Dove mi stai portando?» «Ora lo vedrai.» La condusse fino alla porta del bagno, poi lentamente tolse le mani dagli occhi di Sveva. Lei trattenne il fiato, si girò verso Zlatan. «Wow.» La stanza era piena di candele aromatiche accese e la vasca da bagno era stata riempita di acqua e petali di rose. Zlatan sorrise soddisfatto e iniziò a spogliarla lentamente. «Sarai sicuramente stanca dopo una giornata piena. Perciò ho pensato di prepararti questo.» «Zlatan... io ti adoro» Lui scoppiò a ridere. «Certo, lo dici solo perché davanti a te c'è una jacuzzi che ti aspetta.» «Non è vero!» protestò lei mentre a sua volta lo spogliava, «Ti adoravo anche prima, ma dopo oggi, di più.» «E io che credevo mi odiassi.» «Infatti ti odio. Ma solo perché sei perfetto.» Zlatan sorrise e le diede un bacio. «Sei incredibile, lo sai? E io sono innamorato di te.» Sveva lo strinse forte e lo baciò. Certo, avrebbe dovuto dirgli che anche lei era innamorata di lui, ma non le uscirono le parole. Zlatan l'aiutò ad entrare nella vasca e si accomodò dietro di lei. Rimasero a coccolarsi un bel po’, fecero l'amore, fecero progetti per il futuro. Più tardi, quella notte, nel letto, Sveva gli promise che sarebbe rimasta qualche giorno in più. Realizzò che sarebbe stata pronta anche a lasciare il suo lavoro a New York per far si che le cose tra loro funzionassero. Capì che per lui sarebbe stata pronta a rinunciare a tutto, perché Zlatan era tutto ciò di cui aveva bisogno e tutto ciò che desiderava.
Care amiche, purtroppo questo è l’ultimo capitolo di questa FF. Nel periodo in cui la stavo scrivendo, Zlatan si era trasferito a Parigi e io ci ero rimasta talmente male da perdere completamente l’ispirazione e la voglia di scrivere. Lui era stata la mia prima musa ed ero molto depressa per la sua partenza. Solo dopo il suo ritorno, tre anni fa, ho ripreso in mano questa FF, ho modificato alcune parti e ho dato a Sveva e Zlatan il lieto fine che meritavano. La storia è diventata un libro dal titolo “Così dannatamente bello”.
Però per voi ho le FF che ho scritto su Ante Rebic e Olivier Giroud. Le pubblicherò presto. 
Grazie di avermi seguito in questo viaggio. Vi voglio bene. 
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ladyswartzrot · 2 years
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Oggi afronteremo un mattone di ben 2238 pagine di puro divertimento ( io personalmente me la sono presa comoda e ci ho messo circa 3 mesi anche perché sono tutti racconti autoconclusivi).
La raccolta di racconti di Harlan Ellison intitolata Visioni ed edita da Urania Mondadori contiene ben 67 racconti celebri dell'autore che vi darà un pugno se lo chiamate fantascientifico ( o gli rubate le idee).
Per Harlan Ellison la categoria della narrativa fantascientifica è riduttiva e richiama i temi triti e ritriti degli anni 50 mentre lui usava il futuro come un contorno alle tematiche importanti come il disagio di un diverso in una società conformista dal punto di vista religioso sessuale e morale.
I  racconti che ho amato sono:
- Il Tempo dell'Occhio
- Dolorama
- Gli Scarti
- "Peniti, Arlecchino!" Disse il Tictacchiere
- Battaglia senza bandiere
- La voce nel giarlino
- Lo faaresti per un penny?
- Noi piangiamo per tutti...
- Non ho bocca, e devo urlare.
- Soldato
- Il morso della seggiola
- Fenice
- La regione intermedia
- 480 secondi, o la città condannata
- Il guaito dei cani battuti
- L' amica fredda
- Il gatto
- Spaccabato
- Jefty ha cinque anni
- L'uomo ossessionato dalla vendetta
- Sudore da Flop
- L'uomo che mise in banca i ricordi più brutti
- Il paladino dell'ora perduta
- Dura da scontare
Lo consiglio non solo agli appassionati della fantascienza ma anche agli amanti dei racconti che fanno riflettere e lasciano il vuoto della domanda dentro, la lettura e scorrevole e i temi e ambienti dei racconti sono talmente vari che si possono leggere uno dopo l'altro senza avere la pesante sensazione di leggere sempre la stessa cosa.
Ciò che mi è piaciuto di più è il fatto che la fantascienza non è onnipresente con i paroloni che ti fanno venire il mal di testa ma agisce da materia che trasmette il messaggio dell'autore.
P.S. Questo libro mi è stato consigliato dal mio ragazzo appassionato di fantascienza e se volete più info su questo libro vi consiglio il video di Broken Stories su youtube.
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elenascrive · 1 year
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Stavo pensando che
oggi è il Tuo Compleanno
e quest’anno
arriva nel momento sbagliato
In un giorno della settimana
che Tu odi tanto, tanto
poiché sa di un sapore amaro
come quello del dovere,
del tram tram che riprende
con la quotidianità che s’impone
prepotentemente
Ma oggi è diverso
l’unica cosa che devi fare
è mettere tutto questo all’angolo
È la Tua festa
c’è solo spazio per il divertimento,
per la spensieratezza
ed Io Te ne auguro un sacco
perché lo meriti
Nonostante ci si conosca
da una vita intera
ancora mi tieni in considerazione,
il solo pensarlo mi commuove
La Nostra Amicizia persiste, resiste
L’affetto che proviamo non si sgualcisce!
Grazie allora per continuare ad esserci
nonostante le strade diverse
Spero un giorno non troppo lontano
di riuscire a realizzare il Nostro desiderio
visitare le Città che amiamo
per condividere nuovi numerosi
bei momenti spensierati
da ricordare per sempre,
insieme a tutti quelli che già abbiamo
legati alla Nostra eterna giovinezza
perché anche se stiamo crescendo
rimaniamo pressoché le stesse
di un tempo,
quando tra i banchi di scuola
studiavamo il Nostro domani
tra sogni, risate e lacrime
Che pazze che eravamo,
soprattutto Tu!
È bello poter sentenziare quest’oggi
che lo siamo ancora,
soprattutto Tu!
Allora, buon compleanno
Marzietta Cara,
anche da parte della Mia famiglia
Ti voglio bene!
Tua Ele
@elenascrive
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