#come si gioca
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aroundtable · 8 days ago
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Finalmente riprendiamo a rispondere alla domanda a che gioco stiamo giocando e lo facciamo con KronoLogic Paris 1920, gioco da tavolo che vi avevo presentato nel Tg table di ottobre, e che avevo deciso di acquistare per questo capodanno, ma che gli amici Hirtemis, hanno deciso di omaggiarmi quindi ancora una volta ringrazio fortemente Renato.
Scrivendovi KronoLogic Paris 1920, in quel Tg table, vi avevo parlato di un investigativo, nella realtà dei fatti ci troviamo di fronte a un board Game deduttivo, differenza sostanziale in quanto non possiamo paragonare questo titolo a giochi da tavolo come Sherlock Holmes, consulente investigativo o fino a prova contraria (ultimo board gaming investigativo, visto sul canale e pubblicato da DV GAMES, i soci di Ghenos Games).
In questo gioco da tavolo, dovremmo risolvere tre casi ambientati nell'Opera di Parigi nel 1920, ognuno di questi casi ha cinque livelli di difficoltà crescenti, con esiti differenti, che ci garantiranno 15 sessioni di gioco uniche. KronoLogic Paris 1920 è un gioco da tavolo deduttivo in cui dovremmo incrociare gli spostamenti dei nostri protagonisti all'interno dei luoghi dell'Opera de Paris in determinati orari per dedurre come si sono svolti i fatti e portare a casa la vittoria.
KronoLogic Paris 1920 è un'esperienza di gioco ricca e soddisfacente che ricorderà altri giochi da tavolo come il classico Cluedo, ma il lavoro fatto dagli sviluppatori su questo board Game portano il tutto su un livello superiore, la soddisfazione nel capire prima degli altri come si sono svolti i fatti, tentare di sviare l'attenzione dalle giuste piste é un aspetto non replicabile da quel classico del gioco da tavolo, e che qui diventa un elemento fondamentale.
KronoLogic Paris 1920 è un bordo game deduttivo, da due a quattro giocatori, che dispone di una modalità in solitaria, consigliato dai 10 anni in su, per una durata stimata di 30 minuti a sessione, di Fabien Gridel e Yoann Levet con gli art work di Fabien Gridel e Yoann Levet, edito in Italia da Ghenos Games.
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sasdavvero · 5 months ago
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lupus in fabula in Blue Lock finirebbe in una strage
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lunaticamic · 16 hours ago
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napoli non è una piazza facile, ma per dio quanto è bella
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themhac · 11 months ago
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se è un sogno non svegliatemi
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im-tryingtoloveyou · 2 years ago
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Frattesi arrivato a 40 milioni💀
Carnevali la galera arriverà troppo tardi per te, purtroppo. CRIMINALE.
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angelap3 · 3 months ago
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“Non chiamateci guerrieri, non abusate della magniloquenza del ‘sta lottando come un leone’, non gonfiate il petto con il ‘non arrendersi mai’, rivolto a chi si aggrappa con tutte le sue forze alla speranza che il cancro non prenda il sopravvento.
Così, bellicosi come apparite, non ci fate del bene, non ci incoraggiate, anzi, aggiungete angoscia ad angoscia.
Morire sarebbe una resa?
Soccombere significa non aver guerreggiato bene?
Dove si sbaglia?
Che tattica avremmo dovuto usare? Forse al dolore bisogna aggiungere l’umiliazione di una battaglia campale condotta male?
Sappiate che soffrire per scacciare l’ospite indesiderato, come lo chiamava con una sensibilità che ancora mi commuove Gianluca Vialli, non è come ne “Il settimo sigillo” di Ingmar Bergman dove Max von Sydow gioca a scacchi con la morte.
E, se sbagli la mossa del cavallo, allora meriti la sconfitta definitiva?
Il cancro ha fatto scacco matto.
La ‘guerra’ contro il cancro è, piuttosto, una sequenza di notti insonni, di paura quando entri nel tubo della risonanza magnetica o della tac, del terrore di guardare negli occhi chi ti ha appena fatto un esame, di gioia se quegli occhi esprimono soddisfazione.
Un altro ostacolo superato, tra un po’ ne arriverà un altro.
Una ‘guerra’ fatta di attese, sofferenze - sono i farmaci - debolezza, dove sai che la tua volontà è importante, ma non è l’arma determinante, e che invece degli squilli di tromba di chi ti esorta a fare il gladiatore, chi si sta impegnando allo spasimo per uscirne vivo avrebbe bisogno di affetto, di vicinanza, di attenzione, di ascolto, di non essere lasciato solo, di vita, e ha bisogno di oncologi che sono sempre più bravi, della scienza che continua a mettere appunto cure sempre più efficaci e plurali.
La ‘guerra’ la fa la ricerca condotta da eroi e spesso trascurata da chi ha le redini dell’autorità pubblica.
Lo dico per fatto personale.
Scusate l’impudicizia, ma non ne potevo più.”
Geppi Cucciari
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amespeciale · 11 months ago
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Non tornare dove un giorno sei stato felice, è una trappola della malinconia, tutto sarà cambiato e niente sarà più come prima, nemmeno tu.
Non cercare gli stessi paesaggi, né le stesse persone, il tempo gioca sporco e si sarà occupato di distruggere tutto ciò che un giorno ti ha reso felice.
Non tornare nel luogo in cui un giorno sei stato felice, tienilo sempre nella tua memoria, com'era, ma non tornare. La vita va avanti e ci sono nuove strade da percorrere… nuovi posti da visitare e altre persone che ci aspettano.
Fernando Garcia
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seduction-fatale78 · 8 days ago
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Mi sono sempre piaciuti gli uomini che quando ti vogliono ti vogliono assolutamente, quelli che non guardano se pesi tre chili di più, quante rughe hai e se il tuo seno risente naturalmente della forza di gravità. Sono gli uomini attratti da quella sensualità che appartiene generalmente alle donne eleganti, non per come si muovono o per il modo in cui si vestono, ma soprattutto per i loro pensieri espressi con armoniosa delicatezza, per i messaggi trasmessi dall’eleganza delle loro azioni e dal fascino irresistibile della mente. Loro quando ti vogliono, ti vogliono in modo totale, si espongono e non temono un rifiuto, corrono il rischio, perché ne vale la pena. Quelli che ti avrebbero voluta, ma che si trattengono o che si arrendono in fretta, sono fra coloro che cambiano parere in fretta, spesso più attratti da una calza auto reggente che da un bel sorriso. Inutile dire che uno non esclude l’altro, ma superfluo sottolineare cosa sia più importante tra i due. Conquistare una persona e farlo in modo vero, quotidiano e duraturo è un gioco divertente e molto impegnativo, la seduzione ne è uno degli ingredienti più importanti, ma come tutto quello che gioca a favore deve essere dosata, usata e misurata dalla mente .
dal web
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susieporta · 5 months ago
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CARO VUOTO INTERIORE
In questa silenziosa e vuota giornata di agosto di una città deserta, riflettendo su di te, caro vuoto, ho capito che la verità di me dipende da te: da come ti tengo pulito, da come ti curo e ti proteggo da tutti i ciarlatani che continuamente mirano a riempirti con mille seducenti, e per loro lucrose e convenienti, suggestioni. Ti devo custodire dalle erbacce che sempre tendono a insidiarsi in te come se tu fossi un giardino, anche perché tu per davvero sei il mio giardino, il terreno da cui fuoriescono i miei fiori e i miei frutti, cioè il mio pensiero e la mia volontà. Se saprò coltivarti, resistendo alla tendenza a riempirti a tutti i costi pur di non sentire il tuo risucchio, avrò ottenuto l’indipendenza spirituale.
La partita della vita si gioca dentro di me, alle prese con te, caro vuoto. Per questo Montaigne insegna: «Bisogna riservarsi un retrobottega tutto nostro, del tutto indipendente, nel quale stabilire la nostra vera libertà, il nostro principale ritiro e la nostra solitudine». Se ti manterrò pulito e terso, tu cesserai di agire come un vortice da cui proviene un continuo risucchio e diverrai il mio rifugio più sicuro. Acquisire la pratica di convivere con te significa imparare a stare fermo sul mio abisso, a guardare il cratere del mio vulcano interiore, a stare in ascolto, a zittire la mente, a udire il suono del mio silenzio. È questo il lavoro giusto da fare. A partire da questa giornata di agosto, con le strade deserte che quasi sorridono per il loro surreale silenzio.
Vito Mancuso
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donaruz · 1 month ago
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Siamo figli di un mondo distratto
Che ha dimenticato come far ridere i bambini
E invece di una favola regaliamo un iPhone.
Invece dei colori, compriamo loro un tablet.
Siamo figli di un mondo distratto
Che si è dimenticato come si gioca con la palla
Fare correre un aquilone in riva al mare
E correre scalzo per i prati.
Siamo figli di iPhone, smartphone, tablet.
Vogliamo sapere chi c'è dall'altra parte del mondo
Senza vedere chi ci sta accanto.
Siamo figli di un mondo distratto
Fatto di tecnologia e buongiorno dimenticati
Da un caffè pubblicato sui social
E un caffè già freddo da bere.
Siamo figli di un mondo distratto
Che ha dimenticato come far sorridere un bambino.
Web
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aroundtable · 22 days ago
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Dopo la piccola pausa della settimana di Natale torna il TG Table, appuntamento mensile in cui ci pendiamo la briga di segnalare l'uscita dei boardgames sul territorio nazionale, questa volta per Gennaio 2025!
Come sempre ricordo a tutti che le uscite dei giochi da tavolo in Italia sembrano avvolte da un'alea che nemmeno io quando tiro un d20 e quindi possono subire delle variazioni, per tentare di mitigare questa alea, come sempre chiedo aiuto a gli amici di Hirtemis, che con il loro negozio che garantisce arrivi settimanali, con le ultime novità, le anteprime in prova, un catalogo vastissimo, serate gioco, serate di gioco organizzato per giochi di carte collezionabili è il consulente più adatto a coadiuvarmi in questa titanica impresa, ma l'alea è alea e quindi le uscite boardgames possono sempre subire variazioni, quindi dopo aver visto questo video contattate il vostro venditore di fiducia come faccio io con Hirtemis.
Dopo gli sfaceli di Novembre (Lucca Comics) e Dicembre con Natale, questo mese ci offre un po' meno giochi da tavolo, ma con qualche interessante Novità. Nel Tg Table scopriremo i boardgame in uscita a Gennaio 2025 da:
01:28 ALTERED LA PROVA DEL GELO Pre Release PARTY! 03:30 ASMODE 08:22 CRANIO CREATIONS 11:30 CREARDO 12:07 GHENOS GAME 14:03 GATE ON GAMES 15:57 MANCALAMARO 20:10 TESLA GAMES
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diceriadelluntore · 1 month ago
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Storia Di Musica #354 - Astor Piazzolla, Libertango, 1974
Nello stesso anno in cui in Brasile Jorge Ben iniziava la sua rivoluzione della musica del suo paese, nei territori dei cugini argentini si consumava il più famoso degli assassini musicali (premetto subito in senso simbolico). Fu però un delitto che non portò alla fine, ma alla rinascita e alla rivoluzione di uno mondo magico ma dalle regole ferree, fiero del suo conservatorismo: il tango. Oltre che musica e il più sensuale dei balli, il tango è poesia e cultura. Nessuno sa perchè si chiami tango (dal latino tangere, io tocco) solo che nacque agli inizi del ‘900 nella zona di Rio de la Plata, diffondendosi inizialmente in Uruguay e Argentina. Nella prima metà del secolo, dal punto di vista musicale, il tango si sviluppò come musica da orchestra e canto, con figure leggendarie, come quelle di Carlos Gardel, eroe nazionale argentino (anche se i maligni sostengono che fosse uruguaiano), Roberto Goyeneche o Carlos José Pérez. Il la musica e il canto, malinconico, emotivo, teatrale modellò il genere. Uno che però non amava tanto le fissità musicali fu Astor Pantaleon Piazzolla. Figlio di genitori italiani, Piazzolla visse i primi 16 anni a New York. Studia musica e direzione d’orchestra. Si trasferisce nella seconda metà degli anni 40 in Argentina, dove diviene un virtuoso del bandoneon, lo strumento inventato da Heinrich Band nell’800 e divenuto il principe delle orchestre di tango, che per caso arriva in Argentina al seguito dei marinai tedeschi, che lo tenevano sulle loro navi ad allietare i durissimi e lunghissimi viaggi transoceanici.
Piazzolla era affascinato dall'idea di fondere elementi della musica jazz alle strutture del tango. Fu un parto difficilissimo: ritornò a fine anni '50 a New York prontissimo a diventare musicista di colonne sonore, ma in quel momento la musica era in fermento per la rivoluzione del jazz che Kind Of Blue di Miles Davis e poi il nucleo del free jazz di Ornette Coleman stavano portando. Finì senza un soldo e solo per la generosità di un editore musicale che gli pagò un anticipo su una delle sue canzoni più famose (e che ritroveremo tra poco) ritornò in Argentina. Qui però un infarto lo segna profondamente, tanto che tramite alcuni amici si trasferisce in Italia. Ed è proprio qui, nella culla della sua famiglia, che inizia la rivoluzione: registrò nel 1974 l’album che lo fece conoscere al mondo interno.
Libertango, dall’unione tra libertad (in questo caso espressiva) e tango. Registrato a Milano con una favolosa sezione d’archi diretta da Umberto Benedetti Michelangeli, ma soprattutto con l’innesto di una sezione ritmica di chiara matrice jazz composta dal basso elettrico di Pino Presti e dalla batteria di Tullio de Piscopo, il disco ridisegna il tango, che attraverso le dissonanze del jazz, l’innesto di strumenti elettrici e una nuova idea compositiva diviene Tango Nuevo. I puristi ovviamente gridano allo scandalo, e definiscono Piazzolla el asesino del tango. Persino Borges se ne risentì, e si dice che lo chiamasse Astor Pianola. Fu persino accusato di non essere mai stato argentino, un camorreno, per le sue origine italiane. Ma poco possono le critiche contro la sensualità e dal forza di Libertango, meravigliosa, famosa per l’innumerevole quantità di usi cinematografici e pubblicitari (per esempio, nella pubblicità della Vecchia Romagna, prima del penoso remix di David Guetta). Vi aiuto a capire le differenze: confrontate la sua musica con quella che accompagna una delle scene più famose del cinema degli ultimi 30 anni: quando Al Pacino in Profumo Di Donna balla il tango, si muove sul ritmo di Por Una Cabeza, uno dei classici di Carlos Gardel: il titolo, Per Una Testa in senso letterale, è l'equivalente del nostro Per Un'Incollatura, ed è una brano che gioca sulla metafora della passione del protagonista per le corse dei cavalli comparata per la sua passione per le donne. Piazzolla sciorina partendo da Libertango la sua idea nuova in altri 6 momenti: Meditango, Undertango, Violentango (clamorosa), Novitango e la conclusiva Tristango. A legare il tutto una toccante e magnifica elegia al padre, Adios Nonino, dedicata al padre morto improvvisamente (Nonino era chiamato il Padre, Don Vicente Piazzolla, e in Argentina l’immigrazione italiana ha di fatto sostituito l’abuelo\a spagnolo con nonino\a dall’italiano nonno\a riferito in senso reverenziale alle persone anziane); scritta nel 1959, è la canzone la cui vendita dei diritti gli permise di ritornare in Argentina da New York, viene ripresa e ridisegnata secondo il conjunto electrico del Tango Nuevo, con una forza espressiva ed emozionale senza pari.
Il disco, un successo per la piccola etichetta Carosello che lo sopportò, proietta Piazzolla ai vertici della musica internazionale. Di lì a poco collaborerà con grandi del jazz, dirigerà intere orchestre e spedisce il tango in una dimensione nuova ed internazionale, e che rivitalizzerà il genere, fino alle ultime evoluzioni, tipo i Gothan Project, paladini del tango elettronico. Piazzolla dimostra come è possibile difronte ad un bivio, scegliere una strada pericolosa, rischiosa, ma che può portare a risultati grandiosi. Nel rispetto di se stessi, anche della tradizione, ma che non si ferma davanti alla difficoltà. Che sia di augurio per chiunque legga queste righe.
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clarissasworld · 4 months ago
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Non tornare dove un giorno sei stato felice, è una trappola della malinconia, tutto sarà cambiato e niente sarà più come prima, nemmeno tu.
Non cercare gli stessi paesaggi, né le stesse persone, il tempo gioca sporco e si sarà occupato di distruggere tutto ciò che un giorno ti ha reso felice.
Non tornare nel luogo in cui un giorno sei stato felice, tienilo sempre nella tua memoria, com’era, ma non tornare.
La vita va avanti e ci sono nuove strade da percorrere, nuovi posti da visitare e altre persone che ci aspettano.
-Fernando Garcia
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idettaglihere · 20 days ago
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tremo dalla paura di non essere abbastanza per lui o di essere troppo, ma troppo di tutti i miei lati negativi; ho paura di non riuscire a tenerlo lontano da tutto il marcio che c'è nella mia vita, da tutto il male che proviene dalla mia famiglia, dai brutti scherzi che gioca la mia mente; in questi momenti in cui i pensieri non si fermano realizzo di non meritarlo affatto e soprattutto che un uomo come lui meriterebbe al suo fianco una donna con tutte le qualità possibili;
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ambrenoir · 3 months ago
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Non tornare dove un giorno sei stato felice, è una trappola della malinconia, tutto sarà cambiato e niente sarà più come prima, nemmeno tu.
Non cercare gli stessi paesaggi, né le stesse persone, il tempo gioca sporco e si sarà occupato di distruggere tutto ciò che un giorno ti ha reso felice.
Non tornare nel luogo in cui un giorno sei stato felice, tienilo sempre nella tua memoria, com’era, ma non tornare.
La vita va avanti e ci sono nuove strade da percorrere, nuovi posti da visitare e altre persone che ci aspettano”.
Fernando Garcia
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angelap3 · 5 months ago
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LA LEGGENDA DELL' AMORE CIECO. <3
Tanto tempo fa la Follia decise di invitare tutti i sentimenti a prendere un caffè da lei.
Dopo il caffè, la Follia propose:
- Si gioca a nascondino?
- Nascondino? Che cos'è? - domandò la Curiosità.
- Nascondino è un gioco. Io conto fino a cento e voi vi nascondete. Quando avrò terminato di contare, comincerò a cercarvi e il primo che troverò sarà il prossimo a contare.
Accettarono tutti ad eccezione della Paura e della Pigrizia, che rimasero a guardare in disparte.
1,2,3,... - la Follia cominciò a contare.
La Fretta si nascose per prima, dove le capitò.
La Timidezza, impacciata come sempre, si nascose in un gruppo di alberi.
La Gioia corse festosamente in mezzo al giardino, noncurante di un vero e proprio nascondino.
La Tristezza cominciò a piangere, perché non trovava un angolo adatto per nascondersi.
L'Invidia, ovviamente, si unì all'Orgoglio e si nascose accanto a lui dietro un grande masso.
La Follia continuava a contare mentre i suoi amici si nascondevano.
La Disperazione era sconfortata vedendo che la Follia era già a novantanove.
Cento! - gridò la Follia - Adesso verrò a cercarvi!
La prima ad essere trovata fu la Curiosità, poiché non aveva potuto impedirsi di uscire
per vedere chi sarebbe stato il primo ad essere scoperto.
Guardando da una parte, la Follia vide il Dubbio sopra un recinto che non sapeva da quale lato avrebbe potuto nascondersi meglio.
E così di seguito furono scoperte… la Gioia, la Tristezza, la Timidezza e via via tutti gli altri.
Quando tutti finalmente si radunarono, la Curiosità domandò:
- Dov'è l'Amore?
Nessuno l'aveva visto. Il gioco non poteva considerarsi concluso, così la Follia cominciò a cercarlo.
Cercò in cima ad una montagna, lungo il fiume, sotto le rocce… ma dell'Amore, nessuna traccia.
Setacciando da tutte le parti, la Follia si accorse di un rosaio, prese un pezzo di legno e cominciò a frugare tra i rami spinosi, quando ad un tratto sentì un lamento…
Era l'Amore, che soffriva terribilmente perché le spine gli avevano appena perforato gli occhi.
La Follia non sapeva che cosa fare, si scusò per aver organizzato un gioco così stupido,
implorò l'Amore per ottenere il suo perdono e commossa dagli esiti di quel danno irreversibile arrivò fino a promettergli che l'avrebbe assistito per sempre.
L'Amore, rincuorato, accettò la promessa e quelle scuse così sincere.
Così, da allora, l'Amore è cieco e la Follia lo accompagna sempre.
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