#come si gioca
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aroundtable · 27 days ago
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La settimana scorsa, siamo tornati a Partenoplay: la fiera del gioco per tutti, appuntamento che ha come obiettivo offrire una visione del gioco, a 360°, completamente diversa da quella cui siamo abituati, un'opportunità di crescita formazione grazie al divertimento.
In una location del tutto nuova, con ambienti ben organizzati ed ampi, quelli della chiesa di San Vitale, Parteoplay è tornata dopo un anno di pausa in cui ha seminato e ha fatto crescere i frutti di questa nuova ed interessantissime edizione, di tutto questo ci ha parlato Viviana Luongo, una delle organizzatrici dell'evento ma anche parte della Cooperativa Sociale Progetto Uomo.
Viviana ci ha raccontato degli obiettivi che progetto Uomo e Partenoplay condividono: una visione che tiene insieme il divertimento, opportunità di crescita e formazione che offre il gioco in ogni sua declinazione: gioco da tavolo, gioco manuale, gioco di ruolo, gioco con il corpo. Partenoplay ha, infatti, offerto implicitamente nelle molteplici sale della chiesa di San Vitale tutta questa tipologia di esperienze ludico formative, coinvolgendo anche il CNR ed altri enti di ricerca che hanno dato modo di scoprire la scienza grazie al gioco.
Ma nel giorno zero, Partenoplay ha offerto anche due workshop, aperti ad insegnanti, operatori, studenti ed appassionati, in cui abbiamo avuto modo di imparare come applicare due visioni del gioco alla didattica: Vera Vaiano ci ha fatto scoprire la Pedagogia del Circo, mentre Vivien Valli ci ha dato la possibilità di scoprire le prerogative dello Storytelling e del Gioco di Ruolo nell'insegnamento.
Ma ovviamente Partenoplay è stata anche un'occasione per sedersi attorno al tavolo per giocare di Ruolo, a boardgames, provare prototipi, grazie ad associazioni ed appassionati!
Partenoplay è un evento del progetto Una città per Giocare del Comune di Napoli, Assessorato alle Politiche Sociali Servizio politiche per l’Infanzia e l’Adolescenza!
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sasdavvero · 6 months ago
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lupus in fabula in Blue Lock finirebbe in una strage
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lunaticamic · 1 month ago
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napoli non è una piazza facile, ma per dio quanto è bella
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themhac · 1 year ago
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se è un sogno non svegliatemi
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im-tryingtoloveyou · 2 years ago
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Frattesi arrivato a 40 milioni💀
Carnevali la galera arriverà troppo tardi per te, purtroppo. CRIMINALE.
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angelap3 · 4 months ago
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“Non chiamateci guerrieri, non abusate della magniloquenza del ‘sta lottando come un leone’, non gonfiate il petto con il ‘non arrendersi mai’, rivolto a chi si aggrappa con tutte le sue forze alla speranza che il cancro non prenda il sopravvento.
Così, bellicosi come apparite, non ci fate del bene, non ci incoraggiate, anzi, aggiungete angoscia ad angoscia.
Morire sarebbe una resa?
Soccombere significa non aver guerreggiato bene?
Dove si sbaglia?
Che tattica avremmo dovuto usare? Forse al dolore bisogna aggiungere l’umiliazione di una battaglia campale condotta male?
Sappiate che soffrire per scacciare l’ospite indesiderato, come lo chiamava con una sensibilità che ancora mi commuove Gianluca Vialli, non è come ne “Il settimo sigillo” di Ingmar Bergman dove Max von Sydow gioca a scacchi con la morte.
E, se sbagli la mossa del cavallo, allora meriti la sconfitta definitiva?
Il cancro ha fatto scacco matto.
La ‘guerra’ contro il cancro è, piuttosto, una sequenza di notti insonni, di paura quando entri nel tubo della risonanza magnetica o della tac, del terrore di guardare negli occhi chi ti ha appena fatto un esame, di gioia se quegli occhi esprimono soddisfazione.
Un altro ostacolo superato, tra un po’ ne arriverà un altro.
Una ‘guerra’ fatta di attese, sofferenze - sono i farmaci - debolezza, dove sai che la tua volontà è importante, ma non è l’arma determinante, e che invece degli squilli di tromba di chi ti esorta a fare il gladiatore, chi si sta impegnando allo spasimo per uscirne vivo avrebbe bisogno di affetto, di vicinanza, di attenzione, di ascolto, di non essere lasciato solo, di vita, e ha bisogno di oncologi che sono sempre più bravi, della scienza che continua a mettere appunto cure sempre più efficaci e plurali.
La ‘guerra’ la fa la ricerca condotta da eroi e spesso trascurata da chi ha le redini dell’autorità pubblica.
Lo dico per fatto personale.
Scusate l’impudicizia, ma non ne potevo più.”
Geppi Cucciari
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amespeciale · 1 year ago
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Non tornare dove un giorno sei stato felice, è una trappola della malinconia, tutto sarà cambiato e niente sarà più come prima, nemmeno tu.
Non cercare gli stessi paesaggi, né le stesse persone, il tempo gioca sporco e si sarà occupato di distruggere tutto ciò che un giorno ti ha reso felice.
Non tornare nel luogo in cui un giorno sei stato felice, tienilo sempre nella tua memoria, com'era, ma non tornare. La vita va avanti e ci sono nuove strade da percorrere… nuovi posti da visitare e altre persone che ci aspettano.
Fernando Garcia
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seduction-fatale78 · 1 month ago
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Mi sono sempre piaciuti gli uomini che quando ti vogliono ti vogliono assolutamente, quelli che non guardano se pesi tre chili di più, quante rughe hai e se il tuo seno risente naturalmente della forza di gravità. Sono gli uomini attratti da quella sensualità che appartiene generalmente alle donne eleganti, non per come si muovono o per il modo in cui si vestono, ma soprattutto per i loro pensieri espressi con armoniosa delicatezza, per i messaggi trasmessi dall’eleganza delle loro azioni e dal fascino irresistibile della mente. Loro quando ti vogliono, ti vogliono in modo totale, si espongono e non temono un rifiuto, corrono il rischio, perché ne vale la pena. Quelli che ti avrebbero voluta, ma che si trattengono o che si arrendono in fretta, sono fra coloro che cambiano parere in fretta, spesso più attratti da una calza auto reggente che da un bel sorriso. Inutile dire che uno non esclude l’altro, ma superfluo sottolineare cosa sia più importante tra i due. Conquistare una persona e farlo in modo vero, quotidiano e duraturo è un gioco divertente e molto impegnativo, la seduzione ne è uno degli ingredienti più importanti, ma come tutto quello che gioca a favore deve essere dosata, usata e misurata dalla mente .
dal web
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susieporta · 7 months ago
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CARO VUOTO INTERIORE
In questa silenziosa e vuota giornata di agosto di una città deserta, riflettendo su di te, caro vuoto, ho capito che la verità di me dipende da te: da come ti tengo pulito, da come ti curo e ti proteggo da tutti i ciarlatani che continuamente mirano a riempirti con mille seducenti, e per loro lucrose e convenienti, suggestioni. Ti devo custodire dalle erbacce che sempre tendono a insidiarsi in te come se tu fossi un giardino, anche perché tu per davvero sei il mio giardino, il terreno da cui fuoriescono i miei fiori e i miei frutti, cioè il mio pensiero e la mia volontà. Se saprò coltivarti, resistendo alla tendenza a riempirti a tutti i costi pur di non sentire il tuo risucchio, avrò ottenuto l’indipendenza spirituale.
La partita della vita si gioca dentro di me, alle prese con te, caro vuoto. Per questo Montaigne insegna: «Bisogna riservarsi un retrobottega tutto nostro, del tutto indipendente, nel quale stabilire la nostra vera libertà, il nostro principale ritiro e la nostra solitudine». Se ti manterrò pulito e terso, tu cesserai di agire come un vortice da cui proviene un continuo risucchio e diverrai il mio rifugio più sicuro. Acquisire la pratica di convivere con te significa imparare a stare fermo sul mio abisso, a guardare il cratere del mio vulcano interiore, a stare in ascolto, a zittire la mente, a udire il suono del mio silenzio. È questo il lavoro giusto da fare. A partire da questa giornata di agosto, con le strade deserte che quasi sorridono per il loro surreale silenzio.
Vito Mancuso
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donaruz · 2 months ago
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Siamo figli di un mondo distratto
Che ha dimenticato come far ridere i bambini
E invece di una favola regaliamo un iPhone.
Invece dei colori, compriamo loro un tablet.
Siamo figli di un mondo distratto
Che si è dimenticato come si gioca con la palla
Fare correre un aquilone in riva al mare
E correre scalzo per i prati.
Siamo figli di iPhone, smartphone, tablet.
Vogliamo sapere chi c'è dall'altra parte del mondo
Senza vedere chi ci sta accanto.
Siamo figli di un mondo distratto
Fatto di tecnologia e buongiorno dimenticati
Da un caffè pubblicato sui social
E un caffè già freddo da bere.
Siamo figli di un mondo distratto
Che ha dimenticato come far sorridere un bambino.
Web
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aroundtable · 2 days ago
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Questa settimana andremo a scoprire una nuova linea di escape game, molto particolare perché ci porterà a fuggire da un gioco da tavolo; benché tutte le escape game in effetti ci portano a fuggire da un gioco da tavolo simulando quello che avviene in un escape Room in questo caso, noi andremo a scappare da un boardgame di un franchise completamente diverso; la linea di cui sto parlando è Side Quest, nella sua scatola dedicata a Nemesis!
Side Quest è una linea di escape game che adopera come ambientazione altri giochi da tavolo nella fattispecie in Italia sono già usciti, ovviamente, Side Quest Nemesis e Frost punk, ma in lingua originale è uscito un Side Quest dedicato a un gioco di ruolo, ovvero 7th Sea; sebbene questo tipo di esperimenti sia già stato tentato in casa Unlock, questa volta ci troviamo di fronte ad un franchise nuovo e per questo val la pena parlarne!
In questo video, per evitare di rovinarvi l'esperienza di gioco spoilerandovi qualcosa, non ci sederemo attorno al tavolo, bensì vi racconterò Side Quest Nemesis nei suoi aspetti fondamentali: materiali, ambientazione, gameplay, qualità degli enigmi per poi raccontare le mie sensazioni sull'esperienza di gioco che offre Side Quest, lasciandovi vedere solo due parti del gioco sperando di non rovinarvi troppo la sorpresa(no sono cose che farete proprio all'inizio del gioco).
Side Quest Nemesis si è rivelata un'ottima esperienza, un'escape game appagante e divertente, con tanti enigmi da risolvere, vari, con risoluzioni logiche, con una difficoltà considerevole ma che non portano mai il giocatore alla frustrazione e che solo in un paio di casi si sono rivelati ostici nel capire come andassero effettivamente risolti. Un'esperienza ricca e appagante che arricchisce il mondo delle escape games. Come sempre devo ringraziare gli amici Hiremis di avermene conservato una copia in negozio perché sapevano che prima o poi l'avrei dovuto giocare.
Side Quest Nemesis è un escape game che si può fare in solitaria e fino a quattro giocatori con una durata stimata di 60 / 90 minuti creato da Jakub Caban e Bartosz Idzikowski, edito da MS Edizioni, non c'è bisogno di aver giocato a Nemesis per poterselo godere.
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diceriadelluntore · 2 months ago
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Storia Di Musica #354 - Astor Piazzolla, Libertango, 1974
Nello stesso anno in cui in Brasile Jorge Ben iniziava la sua rivoluzione della musica del suo paese, nei territori dei cugini argentini si consumava il più famoso degli assassini musicali (premetto subito in senso simbolico). Fu però un delitto che non portò alla fine, ma alla rinascita e alla rivoluzione di uno mondo magico ma dalle regole ferree, fiero del suo conservatorismo: il tango. Oltre che musica e il più sensuale dei balli, il tango è poesia e cultura. Nessuno sa perchè si chiami tango (dal latino tangere, io tocco) solo che nacque agli inizi del ‘900 nella zona di Rio de la Plata, diffondendosi inizialmente in Uruguay e Argentina. Nella prima metà del secolo, dal punto di vista musicale, il tango si sviluppò come musica da orchestra e canto, con figure leggendarie, come quelle di Carlos Gardel, eroe nazionale argentino (anche se i maligni sostengono che fosse uruguaiano), Roberto Goyeneche o Carlos José Pérez. Il la musica e il canto, malinconico, emotivo, teatrale modellò il genere. Uno che però non amava tanto le fissità musicali fu Astor Pantaleon Piazzolla. Figlio di genitori italiani, Piazzolla visse i primi 16 anni a New York. Studia musica e direzione d’orchestra. Si trasferisce nella seconda metà degli anni 40 in Argentina, dove diviene un virtuoso del bandoneon, lo strumento inventato da Heinrich Band nell’800 e divenuto il principe delle orchestre di tango, che per caso arriva in Argentina al seguito dei marinai tedeschi, che lo tenevano sulle loro navi ad allietare i durissimi e lunghissimi viaggi transoceanici.
Piazzolla era affascinato dall'idea di fondere elementi della musica jazz alle strutture del tango. Fu un parto difficilissimo: ritornò a fine anni '50 a New York prontissimo a diventare musicista di colonne sonore, ma in quel momento la musica era in fermento per la rivoluzione del jazz che Kind Of Blue di Miles Davis e poi il nucleo del free jazz di Ornette Coleman stavano portando. Finì senza un soldo e solo per la generosità di un editore musicale che gli pagò un anticipo su una delle sue canzoni più famose (e che ritroveremo tra poco) ritornò in Argentina. Qui però un infarto lo segna profondamente, tanto che tramite alcuni amici si trasferisce in Italia. Ed è proprio qui, nella culla della sua famiglia, che inizia la rivoluzione: registrò nel 1974 l’album che lo fece conoscere al mondo interno.
Libertango, dall’unione tra libertad (in questo caso espressiva) e tango. Registrato a Milano con una favolosa sezione d’archi diretta da Umberto Benedetti Michelangeli, ma soprattutto con l’innesto di una sezione ritmica di chiara matrice jazz composta dal basso elettrico di Pino Presti e dalla batteria di Tullio de Piscopo, il disco ridisegna il tango, che attraverso le dissonanze del jazz, l’innesto di strumenti elettrici e una nuova idea compositiva diviene Tango Nuevo. I puristi ovviamente gridano allo scandalo, e definiscono Piazzolla el asesino del tango. Persino Borges se ne risentì, e si dice che lo chiamasse Astor Pianola. Fu persino accusato di non essere mai stato argentino, un camorreno, per le sue origine italiane. Ma poco possono le critiche contro la sensualità e dal forza di Libertango, meravigliosa, famosa per l’innumerevole quantità di usi cinematografici e pubblicitari (per esempio, nella pubblicità della Vecchia Romagna, prima del penoso remix di David Guetta). Vi aiuto a capire le differenze: confrontate la sua musica con quella che accompagna una delle scene più famose del cinema degli ultimi 30 anni: quando Al Pacino in Profumo Di Donna balla il tango, si muove sul ritmo di Por Una Cabeza, uno dei classici di Carlos Gardel: il titolo, Per Una Testa in senso letterale, è l'equivalente del nostro Per Un'Incollatura, ed è una brano che gioca sulla metafora della passione del protagonista per le corse dei cavalli comparata per la sua passione per le donne. Piazzolla sciorina partendo da Libertango la sua idea nuova in altri 6 momenti: Meditango, Undertango, Violentango (clamorosa), Novitango e la conclusiva Tristango. A legare il tutto una toccante e magnifica elegia al padre, Adios Nonino, dedicata al padre morto improvvisamente (Nonino era chiamato il Padre, Don Vicente Piazzolla, e in Argentina l’immigrazione italiana ha di fatto sostituito l’abuelo\a spagnolo con nonino\a dall’italiano nonno\a riferito in senso reverenziale alle persone anziane); scritta nel 1959, è la canzone la cui vendita dei diritti gli permise di ritornare in Argentina da New York, viene ripresa e ridisegnata secondo il conjunto electrico del Tango Nuevo, con una forza espressiva ed emozionale senza pari.
Il disco, un successo per la piccola etichetta Carosello che lo sopportò, proietta Piazzolla ai vertici della musica internazionale. Di lì a poco collaborerà con grandi del jazz, dirigerà intere orchestre e spedisce il tango in una dimensione nuova ed internazionale, e che rivitalizzerà il genere, fino alle ultime evoluzioni, tipo i Gothan Project, paladini del tango elettronico. Piazzolla dimostra come è possibile difronte ad un bivio, scegliere una strada pericolosa, rischiosa, ma che può portare a risultati grandiosi. Nel rispetto di se stessi, anche della tradizione, ma che non si ferma davanti alla difficoltà. Che sia di augurio per chiunque legga queste righe.
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clarissasworld · 5 months ago
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Non tornare dove un giorno sei stato felice, è una trappola della malinconia, tutto sarà cambiato e niente sarà più come prima, nemmeno tu.
Non cercare gli stessi paesaggi, né le stesse persone, il tempo gioca sporco e si sarà occupato di distruggere tutto ciò che un giorno ti ha reso felice.
Non tornare nel luogo in cui un giorno sei stato felice, tienilo sempre nella tua memoria, com’era, ma non tornare.
La vita va avanti e ci sono nuove strade da percorrere, nuovi posti da visitare e altre persone che ci aspettano.
-Fernando Garcia
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idettaglihere · 2 months ago
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tremo dalla paura di non essere abbastanza per lui o di essere troppo, ma troppo di tutti i miei lati negativi; ho paura di non riuscire a tenerlo lontano da tutto il marcio che c'è nella mia vita, da tutto il male che proviene dalla mia famiglia, dai brutti scherzi che gioca la mia mente; in questi momenti in cui i pensieri non si fermano realizzo di non meritarlo affatto e soprattutto che un uomo come lui meriterebbe al suo fianco una donna con tutte le qualità possibili;
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angelap3 · 6 months ago
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LA LEGGENDA DELL' AMORE CIECO. <3
Tanto tempo fa la Follia decise di invitare tutti i sentimenti a prendere un caffè da lei.
Dopo il caffè, la Follia propose:
- Si gioca a nascondino?
- Nascondino? Che cos'è? - domandò la Curiosità.
- Nascondino è un gioco. Io conto fino a cento e voi vi nascondete. Quando avrò terminato di contare, comincerò a cercarvi e il primo che troverò sarà il prossimo a contare.
Accettarono tutti ad eccezione della Paura e della Pigrizia, che rimasero a guardare in disparte.
1,2,3,... - la Follia cominciò a contare.
La Fretta si nascose per prima, dove le capitò.
La Timidezza, impacciata come sempre, si nascose in un gruppo di alberi.
La Gioia corse festosamente in mezzo al giardino, noncurante di un vero e proprio nascondino.
La Tristezza cominciò a piangere, perché non trovava un angolo adatto per nascondersi.
L'Invidia, ovviamente, si unì all'Orgoglio e si nascose accanto a lui dietro un grande masso.
La Follia continuava a contare mentre i suoi amici si nascondevano.
La Disperazione era sconfortata vedendo che la Follia era già a novantanove.
Cento! - gridò la Follia - Adesso verrò a cercarvi!
La prima ad essere trovata fu la Curiosità, poiché non aveva potuto impedirsi di uscire
per vedere chi sarebbe stato il primo ad essere scoperto.
Guardando da una parte, la Follia vide il Dubbio sopra un recinto che non sapeva da quale lato avrebbe potuto nascondersi meglio.
E così di seguito furono scoperte… la Gioia, la Tristezza, la Timidezza e via via tutti gli altri.
Quando tutti finalmente si radunarono, la Curiosità domandò:
- Dov'è l'Amore?
Nessuno l'aveva visto. Il gioco non poteva considerarsi concluso, così la Follia cominciò a cercarlo.
Cercò in cima ad una montagna, lungo il fiume, sotto le rocce… ma dell'Amore, nessuna traccia.
Setacciando da tutte le parti, la Follia si accorse di un rosaio, prese un pezzo di legno e cominciò a frugare tra i rami spinosi, quando ad un tratto sentì un lamento…
Era l'Amore, che soffriva terribilmente perché le spine gli avevano appena perforato gli occhi.
La Follia non sapeva che cosa fare, si scusò per aver organizzato un gioco così stupido,
implorò l'Amore per ottenere il suo perdono e commossa dagli esiti di quel danno irreversibile arrivò fino a promettergli che l'avrebbe assistito per sempre.
L'Amore, rincuorato, accettò la promessa e quelle scuse così sincere.
Così, da allora, l'Amore è cieco e la Follia lo accompagna sempre.
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ambrenoir · 4 months ago
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Non tornare dove un giorno sei stato felice, è una trappola della malinconia, tutto sarà cambiato e niente sarà più come prima, nemmeno tu.
Non cercare gli stessi paesaggi, né le stesse persone, il tempo gioca sporco e si sarà occupato di distruggere tutto ciò che un giorno ti ha reso felice.
Non tornare nel luogo in cui un giorno sei stato felice, tienilo sempre nella tua memoria, com’era, ma non tornare.
La vita va avanti e ci sono nuove strade da percorrere, nuovi posti da visitare e altre persone che ci aspettano”.
Fernando Garcia
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