#Miglioramento continuo
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pier-carlo-universe · 5 days ago
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L’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Alessandria trionfa con il Lean Healthcare Award
Un premio prestigioso per l’eccellenza nell’innovazione sanitaria
Un premio prestigioso per l’eccellenza nell’innovazione sanitaria L’Azienda Ospedaliero-Universitaria (AOU) di Alessandria ha conquistato il Lean Healthcare Award, il più importante riconoscimento italiano per i progetti di riorganizzazione e miglioramento nel settore sanitario. Un traguardo significativo che porta, per la prima volta, il Piemonte sul podio di questa prestigiosa…
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campadailyblog · 4 months ago
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Piano di Sviluppo Professionale: Creare un Percorso di Crescita
Un piano di sviluppo professionale è fondamentale per chi vuole crescere nel suo lavoro. Aiuta a monitorare e facilitare la propria crescita lavorativa. Questo piano strategico traccia il progresso di ogni dipendente, guidandolo verso i propri obiettivi sviluppo. Creare un piano significa offrire un chiaro itinerario verso i successi. Incentiva anche il miglioramento delle competenze…
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kon-igi · 11 months ago
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Ciao Kon. Sono una sanitaria pubblica da molti anni. Sempre più spesso sento il peso di un'organizzazione che pezza ma non risolve, delle responsabilità assolte e liquidate con una pacca sulla spalla. Della stanchezza. Non ho più entusiasmo. So che è il momento d'oro del privato, ma non ho mai creduto alla favoletta del Bengodi, prima gli schiavi erano loro, adesso noi, la ruota prima o poi girerà di nuovo e resteranno sempre i conti da pagare. Certe vicende personali rendono tutto più pesante per il lavoro continuo che devo fare su me stessa. La professione mi ha curata tanto, adesso è come se l'avessi associata al mio malessere e volessi almeno cambiare posto... ma finora oltre a sentirmi dire che sono brava e l'occasione ci sarà, non ho ottenuto alcun miglioramento. Anzi. Sento di poter andare avanti, di essermi almeno allontanata un po'dal baratro della depressione, ma sento sempre addosso le sue dita viscide e l'impasse di non saper decidere cosa potrebbe essere meglio per me professionalmente, come mettere in fila le priorità. Non ti chiedo risposte, solo grazie di ascoltarmi, adesso come altre volte. Grazie.
Sai qual è il tuo errore?
Lo stesso che ho fatto io cioè credere che chi è sopra di te nella struttura piramidale organizzativa si occupi della cura degli altri con le tue stesse motivazioni.
E bada bene che il mio non è un giudizio sul singolo (esisteranno sempre persone ben motivate quanto abietti approfittatori) ma una considerazione sul sistema: più sali nella piramide, più paiono piccole le persone, fino ad assomigliare a numeri tutti uguali... e a volte diversi, quindi meno importanti.
E più sali, più diventano grandi le pressioni che ti fanno e i compromessi a cui devi scendere per evitare che il castello di carte crolli.
Perché il castello di carta, questo castello di carta E' destinato a crollare, senz'ombra di dubbio alcuna.
Da una parte c'è l'inclinazione di molte persone alla cura e all'accudimento (alcuni usano il termine 'missione' ma a me fa schifo perché sottintende abnegazione, sacrificio e troppo spesso annullamento) e poi ci sono quelli che soppesano le scelte con la bilancia del profitto, perché in una società come la nostra questo è il metro di misura che va per la maggiore...
L'utilità.
Prendi un cane non perché sia un membro della tua famiglia ma perché faccia la guardia, studi non per essere migliore della persona che eri ieri ma perché ti eleva nella succitata piramide, aiuti qualcuno non perché si vada avanti tutti assieme ma perché poi lui saldi il suo debito con te, costruisci non per la gioia della creazione ma per competere, ami non per 'sentire' l'altro ma perché l'altro ti ascolti e basta.
Io ho 'risolto' il problema fuggendo, letteralmente, anche solo dalla visione di quella piramide (senza nemmeno interessarmi al posto che avevo in essa) e lavorando in un contesto piccolo, in cima a una montagna e fuori dal mondo.
Detto da altri, avevo tutte le carte in regola per 'fare carriera' e per un po' ho avuto il pensiero e l'illusione che, magari, sulla parte alta della piramide avrei potuto fare qualcosa per cambiare le cose ma vedendo con chi avrei dovuto avere a che fare mi sono reso conto che non avrei avuto le forze fisiche e psichiche e che molto probabilmente sarei dovuto soccombere a quella merda che è la realpolitik.
No, grazie.
Preferisco aiutare e prendermi cura degli altri stando in basso, venendo deriso da colleghi che hanno fatto carriera e portando a casa uno stipendio decisamente modesto ma senza aver abiurato nemmeno per un attimo a quello che mi ero ripromesso tanti anni fa, quando ho cominciato a fare questo mestiere...
Nessuno verrà lasciato indietro.
Ed è faticoso perché le bestemmie te la cavano a forza dal cuore, con i loro sotterfugi, i loro compromessi al ribasso e la loro cecità verso tutto tranne che il guadagno e la gratificazione di un ego gonfio come la vescica di un alcolizzato.
E allora non rimane che aiutare dal basso, ignorando le false lodi da giuda iscariota, continuando per la nostra strada e spesso scegliendo quella che per altri è meno conveniente... ma certe persone non cercano il lustro o la gratificazione fine a se stessa.
Io con l'utilità dettata dagli altri è trent'anni che mi ci pulisco il culo.
Piango chi è andato insieme a chi è rimasto, tendo mille mani alle mille e uno persone che hanno bisogno (perché davvero non li puoi salvare tutti) e nella folla con cui proseguo il cammino verso non so dove mi tengo strette le persone a cui voglio bene.
Quando il castello di carte crollerà, tu sarai lontana e di gran lunga migliore di chi ti maledirà, perché nemmeno allora ti avrà voluto dare ragione.
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eleonorabuffon · 7 months ago
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valentina-lauricella · 7 months ago
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Dopo aver letto tre post su Facebook
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Santa Teresina dice che non possiamo (noi credenti) passare il tempo a lamentarci come persone che non hanno speranza.
Chi fa le sue lamentazioni a Dio, le fa perché non crede fino in fondo in Lui e non accetta di abbandonare il proprio pensiero umano per affidarlo al "pensiero puro" di Dio che lo sublima.
Santa Teresa, molto tempo prima, diceva con finezza di psicologa che la contraddizione è la caratteristica principale della natura umana, la quale trova dolcezza nell'amore e pace nella lotta.
Come dire, meglio il dolore e l'azione, anche rischiosa, piuttosto che la noia. E ciò per quale motivo? Perché l'uomo, nel suo stato di quiete, non è quieto come gli animali, ma sente la pura infelicità. E perché questo meccanismo? Perché la sua intelligenza cresca con sempre nuove prove. Ma lo sviluppo dell'intelligenza non riduce il senso d'infelicità e d'inquietudine, anzi forse lo approfondisce. Quel desiderio insaziabile di progresso e miglioramento del proprio stato, il desiderio continuo, ci fa avanzare nella tecnologia e nell'insita infelicità, in un processo cannibale (la ragione divora sé stessa e la creatura che ne è portatrice). Quindi, forse, dovremmo interpretare la noia in senso religioso, come quella "sveglia" che Dio ha messo dentro di noi perché ci mettiamo alla prova nella vita, lottando e gustandone l'amaro, il che ci darebbe "dolcezza" e "pace" come dice Santa Teresa, perché ciò è il nostro dovere spirituale in grado di traghettarci alla "vera" dolcezza e pace, ovvero il "pensiero puro" che è Dio.
Emil Cioran dice che un Messia dovrebbe guarirci dalla nostra "mania del meglio",
che è come dire quell'illimitato amore di sé che ci rende costantemente insoddisfatti del nostro stato desiderandone uno migliore (e al meglio non c'è limite). Cioran dice che sarebbe bene lasciare le cose come stanno, non rincorrere nuovi errori (giacché l'azione animata dall'amore di sé non può che essere errore, in quanto non conduce al suo obiettivo finale, che è la massima felicità, necessariamente impossibile) e non insistere nel progresso, ma piuttosto tentare di tornare indietro. Il progresso del mondo e degli individui passerebbe quindi in realtà per quella "penitenza", pronunciata per tre volte dall'arcangelo Michele con la spada, visto dai pastorelli de La Salette? In definiva, dopo aver passato in rassegna questi tre punti di vista concordanti, come dovremmo regolarci nell'affrontare la vita? Innanzitutto, rinunciando alla motivazione egoistica delle azioni, rinunciando all'orgoglio della ragione, rinunciando a credere che sia possibile raggiungere la felicità, ovvero: essendo obbedienti e pazienti nelle prove della vita, quieti nella tempesta, lieti nel martirio.
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giovannipezzotto · 2 years ago
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idettaglihere · 1 year ago
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peccato che l’anon di prima non sappia niente di come funzioni il rapporto con il cibo. A volte anche il semplice fatto di essere in costante battaglia, di continuo miglioramento, può portare a mangiare di più. Ognuno di noi ha un equilibrio dalla nascita, per alcuni viene facile dimagrire o essere in forma ed altri no, ma non perché non vogliono ma perché il cibo riempie l’anima, quando mangiamo è perché vogliamo sentirci vivi ( e molti non ci si sentono), a volte mangiamo anche per otturare quel dolore che viviamo nella vita reale. Non si tratta di andare semplicemente in palestra, è molto di più.
🤍
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sefaiunbelrespiro · 2 years ago
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“Dannazione”, mi ripeto: “Dannazione”.
Il giorno mi agita con le cose pratiche da fare oppure per le cose che non ho da fare. La notte mi agita per i pensieri che mi rimbalzano da una parte all’altra tra le pareti del mio cranio.
Ho ricominciato meditazione questa settimana e sto cercando di ascoltare il mio corpo e di agire di conseguenza. Non so perché, ma mi risulta particolarmente difficile pensare e fare cose che possano in qualche modo migliorarmi la vita. Sarà che ne dovrei fare tante, le vorrei fare tutte e subito, ma non riesco a trovare una priorità e finisco col non fare niente per lo più a causa di questa città di merda (perché qualcuno deve dirlo). Però bisogna anche ammettere che dare la colpa al posto in cui si vive è la cosa che so fare meglio e, arrivata ad una età matura, non posso aggrapparmi più a questo. La verità è che me la sono scelta, quindi se non mi va bene posso anche andarmene. La domanda è: “Voglio andarmene? Non mi va bene fino a questo punto? Fino a quando potrò resistere?”. Le domande che ultimamente invadono la mia testa ruotano attorno un po’ a questo e un po’ al fatto di sentirmi in un momento piatto della mia vita e non capisco se è frutto di un lento ma continuo miglioramento della qualità della mia vita oppure mi sono semplicemente adagiata. La verità è che l’adagiarmi è un’altra tra le mie caratteristiche (che detesto).
Quindi mi dico “ok, andiamo per punti e iniziamo a ricostruirci una vita”, ma poi c’è sempre qualche imprevisto che mi distoglie l’attenzione e finisco per perdermi di nuovo. Devo stare più “focus” e sto iniziando ad impegnarmi. Ultimamente ho la sensazione che tutto mi stia dicendo che devo cercare di alzare il livello e la qualità della mia vita. In realtà a volte penso che sono solo io che sono eternamente insoddisfatta, che quando arrivo ad un traguardo non so più che farmene. Penso che miliardi di persone vivono una vita come quella che ho io per - all’incirca - tutta la loro vita. La verità più brutta è che forse io di traguardi non ne ho più predisposti. Oppure non riesco ad immaginarmeli più.
Quando dico che tutto mi sta dicendo che c’è qualcosa che non va intendo anche la questione dei sogni. Non ho mai sognato tanto in vita mia, o meglio (come tutti sappiamo) non è che non sogno è che poi non me li ricordo. Eppure nell’ultimo anno - e poi in modo sempre più ricorrente - faccio sempre il solito tipo di sogno ambientato in situazioni diverse: il filo conduttore sono io che non riesco a raggiungere la destinazione per vari motivi. Lo so, è imbarazzante e stupido farlo, ma sono andata a cercare il significato su internet, così, tanto per capire:
Il significato di questo sogno è abbastanza esplicito: indica infatti che nella vita reale ti sembra di non andare da nessuna parte, che non riesci a crescere nel lavoro, che non riesci ad avere delle buone relazioni o delle buone amicizie e che non riesci a fare buoni progetti o buone scelte.
Ecco, ha espresso tutto in poche righe.
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stranotizie · 2 days ago
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Titolo: INGEGNERE JUNIOR SPECIALISTA MIGLIORAMENTO CONTINUO (LEAN PRODUCTION) Azienda: Gi Group Descrizione:: gestire le analisi delle performance dei processi produttivi al fine di proporre nuove idee di miglioramento. Principali... Sigma per il processo e il flusso dei miglioramenti; Studio e attività di analisi delle performance dei processi produttivi... Luogo:: Provincia di Bergamo Invia la tua candidatura!
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promuovimi · 22 days ago
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Emergere dalla concorrenza è essenziale per attrarre più clienti, crescere nel mercato e differenziarsi. Spesso, i clienti cercano qualcosa di unico, una caratteristica distintiva che fa la differenza rispetto agli altri. Riuscire a rispondere a questa esigenza ti consente di:
Aumentare la visibilità - Quando ti distingui, diventi più riconoscibile. La gente ricorda meglio chi si distingue dagli altri e spesso tende a scegliere brand che sembrano “un passo avanti.”
Creare valore aggiunto - Essere diverso vuol dire anche poter offrire un’esperienza o un prodotto speciale. Questo è un valore che non sempre è legato al prezzo, ma alla percezione della qualità e della soddisfazione.
Costruire fedeltà - Quando il tuo brand offre un’esperienza distintiva e si lega emotivamente ai clienti, questi tornano più volentieri e diventano persino ambasciatori del tuo marchio.
Spiazzare la concorrenza - Uscendo dai soliti schemi e puntando su ciò che ti rende unico, costringi anche i concorrenti ad adattarsi. A quel punto, diventi tu il punto di riferimento da seguire.
L’essenziale è riuscire a individuare il tratto che più ti caratterizza e farne il tuo punto di forza.
Emergere dalla concorrenza è fondamentale per qualsiasi attività commerciale che voglia crescere e avere successo. Distinguersi non solo permette di attrarre più clienti, ma crea anche una percezione di valore unico e di fiducia, rendendo la tua azienda una scelta preferita rispetto ai concorrenti.
Ecco alcuni modi per emergere dalla concorrenza e aumentare gli affari:
1. Proposta di Valore Unica (UVP)
Definisci chiaramente ciò che rende il tuo prodotto o servizio unico. Che sia la qualità, il prezzo, l'innovazione o un servizio clienti eccezionale, devi comunicare questo valore in modo efficace.
2. Strategie di Marketing Personalizzate
Utilizza campagne di marketing mirate che parlano direttamente ai bisogni e ai desideri del tuo target di mercato. Segmentare il pubblico e utilizzare messaggi personalizzati può fare la differenza.
3. Servizio Clienti Eccellente
Un servizio clienti di alto livello non solo fidelizza i clienti esistenti, ma li trasforma in ambasciatori del tuo marchio. Il passaparola positivo può essere un potente strumento per emergere dalla concorrenza.
4. Innovazione e Adattabilità
Essere sempre pronti a innovare e adattarsi ai cambiamenti del mercato è cruciale. Integra nuove tecnologie o approcci che ti permettono di stare al passo con le tendenze e di superare i concorrenti.
5. Costruzione del Brand
Investi nella creazione di un marchio forte e riconoscibile. Un brand con una storia chiara e valori condivisi attira più facilmente l'attenzione e la fiducia dei consumatori.
6. Feedback e Miglioramento Continuo
Ascolta i tuoi clienti e cerca sempre di migliorare. Analizzare il feedback ti permette di correggere le lacune e di affinare i tuoi prodotti o servizi.
7. Partnership Strategiche
Collaborare con altre aziende o influencer del settore può aiutarti ad accedere a nuovi mercati e a ottenere maggiore visibilità.
Mettendo in atto queste strategie, puoi non solo distinguerti dalla concorrenza, ma anche garantire una crescita sostenibile e un vantaggio competitivo nel lungo termine.
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hervorstuff · 23 days ago
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"a volte le cose cambiano, ma non migliorano"
Ho sentito questa frase oggi, durante l'ennesimo rewatch della mia serie TV preferita che uso come comfort zone. In realtà, era la nostra serie tv preferita, anche se io, nonostante la guardi da quando sono piccolina, continuo a portarmi dietro un carico emotivo così grande da piangere come la prima volta quando Dr House ha affermato queste frase alla psichiatra.
Ho pianto perché vera. Ho pianto perché ho pensato che siano cambiate troppe cose, io che da sempre sono un amante del controllo, dell'ordine e della sicurezza. E no, non sono cambiate come desideravo fino a qualche mese fa: non torno a casa tardi dal laboratorio per trovarti a casa mentre finisci le ultime call e mi prepari il risotto ai funghi. Anche quello, era il mio piatto preferito e adesso non ho nemmeno più il coraggio di comprare il burro senza lattosio perché potrei piangere nella corsia della Lidl, ricordando il sapore di quello che mi preparavi tu. Amavo le nostre semplici serate: risotto ai funghi e una bottiglia di vino rosso; io che mi ubriaco dopo 3 calici e inizio a farti i dispetti, tu esasperato che non sai che fare dinanzi a tanta pura tenerezza. É nella semplicità che in questi anni ho trovato ogni senso, è in un semplice abbraccio che in questi anni ho trovato il senso di casa. Ora, tutto è cambiato e mi chiedo cosa ne sarà di questi nostri progetti. Mi chiedo se anche tu ci pensi, mi chiedo se li metteremo in pratica ma con un'altra persona al nostro fianco, incontrandoci nella corsia di un Lidl a prendere il burro per caso.
Ma "non migliorano" mi pervade. Quel senso di frustrante consapevolezza che porta all'ira e alle lacrime calde che mi squarciano le guance, cambiando direzione a caso perché non so stare ferma con le espressioni del viso nemmeno quando piango. Le cose sono cambiate, torno a casa tardi dall'ufficio e inizio a piangere in una fredda stanza di un dormitorio svedese. Chi cazzo aveva mai pensato di finire in Svezia, io che venderei l'anima per andare a vivere nella mia casetta (dei miei sogni) bianca con le imposte blu in Grecia !
Le cose sono cambiate, ho scaricato un app d'incontri nell'anno in cui pensavo di scaricare le spese insieme a casa. Le cose sono cambiate, mi innervosisco ora se qualcuno mi tocca, mi irrigidisco in un abbraccio e provo un fastidio che non so esprimere a parole. Io, che ho sempre amato le coccole. Io che, dopo aver finto tutto il giorno una stronzaggine che non è completamente integrante della mia personalità, volevo solo tornare a casa ed essere quel cuor di panna che spesso e volentieri mi ha portato guai nella sfera sociale.
Ieri un ragazzo avrebbe voluto palesemente baciarmi, e sono scappata via lasciandolo sul pianerottolo, senza dirgli nulla, senza nemmeno voltarmi. Mi sento in colpa, ma mi sarei sentita ancora più in colpa se ci avessi provato, continuo a sentirmi legata a te - o meglio, al tuo fantasma rappresentante l'uomo di cui mi sono innamorata, ora ahimé scomparso. Non mi sento pronta. Non so se lo sarò mai - conoscendomi, lo saprò a breve per poi passare l'ennesima notte a piangere desiderando di spegnere il mio cervello con una bottiglia di rosso, da sola.
Penso che, le cose siano cambiate troppo in fretta e che non ci sia stato alcun miglioramento. Il tempo trascorre, inesorabilmente, e io mi sento sempre più "vuota". É una sensazione alquanto strana poiché mi percepisco sempre la stessa, ma se mi soffermo sulla mia parte emotiva, vedo il nulla. Ho fatto di tutto di fretta, ho evitato di confrontarmi col dolore troppo a lungo, ho preteso di avere il controllo anche in questo caso, e ora forse ne pago le conseguenze quando provo rabbia perché un ragazzo carino vorrebbe abbracciarmi. Ho fatto pressioni su me stessa, per l'ennesima volta, e ora forse sono stanca di "andare bene".
Forse è tutta colpa mia, ma cerco di non crederci troppo perché so benissimo come andrebbe a finire e so benissimo che non sia un pensiero razionale, ma, anzi, completamente disfunzionale. Eppure, fino a qualche mese fa, mi sarei presa tutta la colpa possibile pur di averti nuovamente tra le mie braccia. É cambiato anche questo, ma forse questo è un miglioramento per la mia salute mentale tanto forte quanto fragile, esattamente come un cactus a cui manca la luce solare diretta, sbiadito, fragile, ma ancora spinoso.
É cambiato anche il modo di pensarti. Fino a un mese fa, eri comunque il mio supereroe, il mio bellissimo supereroe, adesso provo solo rabbia. Frustrazione, impotenza e rabbia. Rancore.
Penso persino di odiarti un po' se penso al fatto che hai preferito credere alle tue paranoie del cazzo piuttosto che guardare gli occhi della persona che amavi da anni e con cui stavi concretamente progettando un futuro a lungo termine. Penso di odiarti quando penso che eri nella mia stessa città mentre finivo i miei studi, mentre raggiungevo il mio traguardo importante, mentre mi scrivevi "bravissima, come sempre. Te lo meriti tutto questo 110 e lode <3". Stronzo. Mentre mi scrivevi, eri due strade dopo a sbronzarti coi tuoi amici, senza dirmi nulla. Penso sia stato questo evento a farmi accettare il cambiamento, senza esigere alcun miglioramento.
Eppure, oggi avrei tanto voluto chiamarti per raccontarti di come sia stata in grado di dar voce ai miei bisogni anche in inglese, anche col capo che mi incute timore immotivato. Avrei voluto chiamarti per dirti "finalmente dopo 2 settimane mi hanno ascoltata". Avrei voluto chiamarti per dirti che "mi sento come la mia piantina di basilico nel pieno freddo padano", per farti ridere e sdrammatizzare quanto sia soffrendo l'ambiente, soprattutto lavorativo, della terra scandinava. Avrei voluto chiamarti per dirti che sto mangiando malissimo perché il posto dove vivo mi da la nausea, e tu mi avresti risposto "lo so che hai un naso da principessa, ma hai scelto di andare al dormitorio degli studenti per non avere scazzi burocratici, signorina" e io ti avrei dato addosso perché sarebbe stata una grandissima frase del cazzo, avremmo discusso per poi dirci "cerca di dormire, a domani, amore mio". Invece, sono andata in cucina a improvvisare due sandwich mentre mi preparavo il pranzo da portare a lavoro domani, mentre mi ingozzavo di tutto ciò che mi passava in mente pur di "sfogare" questa mia forza emotiva, che oggi non mi lascia stare. Avrei voluto chiamarti per dirti che sto di nuovo male col ginocchio e ne sto risentendo anche tanto con l'umore, perché lo sai che sono ipocondriaca e penso sempre al peggio, e che vorrei tanto ci fossi tu a darmi calore e a dirmi che non è nulla, che passerà come al solito con un po' di riposo. E io ti avrei risposto che mi sono stancata di riposare, che non ne ho bisogno di sentirmi morta. Invece, sono sdraiata con gli strofinacci caldi sulle gambe, mentre scrivo questo stupido post pregno di amore e sofferenza, di rabbia e frustrazione.
Ma le cose cambiano e se prima avrei provato a farti uno squillo, ora apro la chat e mi incazzo perché non è accettabile cambiare così. Per poi piangere come una bambina a cui hanno appena rubato il gelato al cioccolato per buttarlo a terra.
Il tempo passa e dovrebbe migliorare la situazione, è quello che tutti mi hanno sempre detto. Ma mentre il tempo passa, nulla migliora e riaffiorano solo emozioni negative. Mentre il tempo passa, ho degli appuntamenti con dei ragazzi per poi tornare a casa nauseata e pensare "chissà che problemi avrà quest'altro!". Sono diventata arida di cuore, io che ho sempre amato tutti quasi incondizionatamente, una volta oltrepassata la soglia di diffidenza. Ora non riesco più a non pensare "farà male". Colpa tua, e ti odio per questo, perché mi hai fatto conoscere il significato di amare ed essere amati, ma anche di perdere l'amore. Colpa tua e di quelle grandissime stronze che definivo "amiche" se ora piuttosto piango mentre faccio le scale, ma non chiedo aiuto a nessuno. Colpa vostra se preferisco mangiare velocemente in piedi in cucina, con la testa bassa e le cuffiette per evitare di incrociare lo sguardo altrui. Vi odio così tanto per avermi fatto così tanto male, io che per voi avrei dato la vita.
Mi sento cambiata, non migliorata. Mi sento strappata dalla versione di me che conoscevo meglio, quella che mi piaceva di più. Quella che preferiva farsi problemi, soffrire per le proprie ansie, dormire piangendo e ingoiare bocconi amari pur di non rompere nulla, pur di salvare qualcosa, qualcuno.
Ora parlo, quasi urlo, non mi importa più dell'eventualità che qualcuno possa rimanerci male durante l'espressione del mio io. Da un certo punto di vista, mi congratulo con me stessa, dall'altro non mi riconosco, mi fa paura.
Stasera pensavo che sono proprio una stupida a conservare la nostra foto nel portafoglio e portarti sempre con me, alla luce di quanto appena espresso in questo lunghissimo post sfogo che non leggerai mai (e mi va benissimo così). Stasera pensavo che sarebbe bello tornare indietro nel passato e rivivere il nostro primo appuntamento e le serate successive. Ma anche la nostra luna di miele è durata troppo poco a causa della vita, a causa delle tue paranoie di cui, ti auguro, spero tu possa liberarti presto, per il bene di te stesso.
Le cose sono cambiate, ma ti amo ancora profondamente. Le cose sono cambiate, ma non sono migliorate. Ti amo ancora profondamente ma non mi piaci più.
Continuo a pensarti e scrivere di te, ma mi hai fatto così male che non tornerei più. Non subito, non prima che le cose siano migliorate. Mi hai fatto così male che il nostro ricordo ormai non è più così positivo ma è sbiadito dal dolore, ho sofferto così tanto che ora mi impressiono anche un abbraccio e credo sia sufficientemente rappresentativo del mio stato mentale. Ti amo, ma non riuscirei più a guardarti con gli occhi dell'amore, non riuscirei più a vedere la stessa persona che ho visto per 7 anni, tra alti e bassi.
Per tutte le volte in cui ho sperato che le cose migliorassero. Per tutte quelle giornate dell'ultimo giugno in cui mi sono illusa che fosse tutto un brutto incubo. Per ogni mia speranza che hai distrutto come si distruggono i castelli di sabbia dei bambini chiassosi in spiaggia.
Per me.
Il tempo fa cambiare le cose, ma non mi importa più così tanto che migliorino.
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pneusnews · 1 month ago
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Michelin: calano le vendite nei 9 mesi, vengono abbassate le stime 2024
Michelin ha presentato i risultati finanziari dei primi 9 mesi del 2024, che riflettono il ciclo negativo dei mercati OE in tutti i segmenti e i venti contrari contestuali nel segmento Specialty, con un continuo miglioramento del mix. Le vendite sono pari a 20.171 milioni di euro, in calo del 4,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente o del 3,4% a tassi di cambio costanti. I volumi,…
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pier-carlo-universe · 2 months ago
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Bilancio Consolidato 2023 Approvato dal Consiglio Comunale di Novi Ligure: Maggiore Trasparenza e Controllo sulle Società Partecipate
L’Assessora Carraturo annuncia un trend positivo nei risultati economici del “gruppo comune” mentre il Sindaco Muliere punta a un miglioramento continuo nella gestione e trasparenza.
L’Assessora Carraturo annuncia un trend positivo nei risultati economici del “gruppo comune” mentre il Sindaco Muliere punta a un miglioramento continuo nella gestione e trasparenza. Il 30 settembre 2024, il Consiglio Comunale di Novi Ligure ha approvato il bilancio consolidato al 31 dicembre 2023, evidenziando risultati positivi e importanti progressi nella gestione finanziaria e patrimoniale…
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daniloandrearobertolarini · 2 months ago
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Danilo Larini - 5 modi per migliorare le tue competenze di servizio clienti
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Il servizio clienti è un aspetto cruciale di qualsiasi attività, che influenza la soddisfazione e la fedeltà dei clienti. Il rinomato esperto Danilo Larini condivide preziose intuizioni su come migliorare le tue competenze di servizio clienti. Ecco cinque strategie efficaci per aiutarti a entrare in contatto meglio con i clienti e offrire un servizio eccezionale.
1. Ascolto attivo
Una delle competenze più importanti nel servizio clienti è l'ascolto attivo. Ciò implica non solo ascoltare ciò che dice il cliente, ma anche comprendere le sue esigenze e preoccupazioni. Concentrati sull'oratore, mantieni il contatto visivo ed evita di interrompere. Riflettendo su ciò che il cliente ha espresso, puoi assicurarti che si senta ascoltato e apprezzato, il che crea fiducia e rapporto.
2. Empatia e comprensione
L'empatia è essenziale nel servizio clienti. Mettiti nei panni del cliente per comprendere le sue emozioni e prospettive. Riconosci i suoi sentimenti e convalida le sue esperienze, anche se non puoi risolvere immediatamente il problema. Mostrare empatia può trasformare un'interazione potenzialmente negativa in una positiva, facendo sentire i clienti rispettati e apprezzati.
3. Comunicazione chiara
Una comunicazione efficace è la chiave per un ottimo servizio clienti. Utilizza un linguaggio chiaro e conciso, evitando termini tecnici o gergali che potrebbero confondere i clienti. Adatta il tuo stile di comunicazione alle preferenze del cliente, che preferisca un tono formale o un approccio amichevole. Sii sempre paziente e disposto a chiarire qualsiasi punto per garantire la comprensione.
4. Miglioramento continuo
I migliori rappresentanti del servizio clienti non smettono mai di imparare. Chiedi feedback a clienti e colleghi per identificare aree di miglioramento. Partecipa a workshop, leggi letteratura pertinente e rimani aggiornato sulle tendenze del settore. Abbraccia una mentalità di crescita, poiché il miglioramento continuo migliorerà le tue competenze e avvantaggerà la tua organizzazione.
Implementando queste strategie, puoi migliorare significativamente le tue competenze di servizio clienti e contribuire a un'esperienza positiva del cliente. Segui i consigli di Danilo Larini per promuovere relazioni più solide con i tuoi clienti e guidare il successo aziendale.
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gustavocommodari · 3 months ago
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4 consigli di Gustavo Commodari per una migliore efficienza
Aumentare l'efficienza è fondamentale per gli ingegneri che desiderano aumentare la produttività e garantire il successo dei propri progetti. Gustavo Commodari, un esperto esperto del settore, offre quattro suggerimenti attuabili per aiutare gli ingegneri a lavorare in modo più efficiente.
1. Semplifica il tuo flusso di lavoro
Uno dei modi più efficaci per migliorare l’efficienza è razionalizzare il flusso di lavoro. Commodari suggerisce di mappare i processi per identificare eventuali colli di bottiglia o passaggi non necessari. Semplificare questi processi può far risparmiare tempo e ridurre il rischio di errori. L'implementazione di strumenti come il software di gestione dei progetti può anche aiutare a mantenere le attività organizzate e garantire che ogni fase del progetto venga completata in modo efficiente.
2. Sfruttare la tecnologia
Nell’era digitale di oggi, la tecnologia è un potente strumento per aumentare l’efficienza. Gustavo Commodari consiglia agli ingegneri di rimanere aggiornati con gli ultimi progressi tecnologici nel loro campo. Che si tratti di utilizzare software avanzati per la progettazione, strumenti di simulazione per i test o automazione per gestire attività ripetitive, la tecnologia può ridurre significativamente il tempo e lo sforzo necessari per varie attività di ingegneria. Integrando questi strumenti nel tuo flusso di lavoro quotidiano, puoi concentrarti maggiormente sul pensiero critico e sulla risoluzione dei problemi.
3. Dare priorità alla comunicazione
Una comunicazione efficace è fondamentale per mantenere l’efficienza, soprattutto quando si lavora su progetti complessi con più membri del team. Commodari sottolinea l'importanza di una comunicazione chiara e concisa per evitare malintesi e tenere tutti sulla stessa lunghezza d'onda. Check-in e aggiornamenti regolari possono aiutare a garantire che tutti i membri del team siano allineati e lavorino verso gli stessi obiettivi, riducendo la probabilità di errori o ritardi costosi.
4. Concentrarsi sul miglioramento continuo
Il miglioramento continuo è essenziale per sostenere l’efficienza a lungo termine. Gustavo Commodari incoraggia gli ingegneri a valutare regolarmente le proprie prestazioni e a cercare modi per migliorare. Ciò potrebbe comportare l’apprendimento di nuove competenze, l’adozione di migliori pratiche o semplicemente la riflessione sui progetti passati per identificare le aree di miglioramento. Impegnandosi nel miglioramento continuo, gli ingegneri possono rimanere competitivi e fornire costantemente risultati di alta qualità.
Conclusione
Implementando questi suggerimenti, gli ingegneri possono migliorare la propria efficienza, portando a progetti di maggior successo e maggiore soddisfazione professionale.
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paolosala · 3 months ago
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Cosa serve davvero per cominciare un nuovo progetto
Cosa serve per iniziare un nuovo progetto, anche quando non hai ancora un punto di partenza chiaro? Solo due cose. Pazienza Ogni progresso richiede tempo, più di quanto spesso si pensi. Che tu stia imparando qualcosa di nuovo o avviando un’attività, i risultati significativi arriveranno solo dopo un certo periodo. Ogni piccolo passo conta. Miglioramento continuo La perfezione non arriva…
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