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Bilancio Consolidato 2023 Approvato dal Consiglio Comunale di Novi Ligure: Maggiore Trasparenza e Controllo sulle Società Partecipate
L’Assessora Carraturo annuncia un trend positivo nei risultati economici del “gruppo comune” mentre il Sindaco Muliere punta a un miglioramento continuo nella gestione e trasparenza.
L’Assessora Carraturo annuncia un trend positivo nei risultati economici del “gruppo comune” mentre il Sindaco Muliere punta a un miglioramento continuo nella gestione e trasparenza. Il 30 settembre 2024, il Consiglio Comunale di Novi Ligure ha approvato il bilancio consolidato al 31 dicembre 2023, evidenziando risultati positivi e importanti progressi nella gestione finanziaria e patrimoniale…
#amministrazione pubblica#audizioni partecipate#bilancio 2023#bilancio consolidato#cantieri di lavoro#Carlotta Carraturo#Commissione Locale per il Paesaggio#Comune di Novi Ligure#comuni in rete#comuni limitrofi#Consiglio Comunale Novi Ligure#controllo sulle partecipate#Ebitda positivo#economia locale.#gestione bilancio#gestione comune#gestione risorse pubbliche#investimenti pubblici#monitoraggio contabilità#Novi Ligure#pianificazione finanziaria#Protezione civile#Registro Unico Nazionale Terzo Settore#regolamento protezione civile#revisori dei conti#Risorse pubbliche#ristoro alluvione 2019#Rocchino Muliere#Servizi sociali#società partecipate
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L’art. 31 del nuovo DDL Sicurezza introduce nuove disposizioni inerenti all’attività dei Servizi, prevedendo non solo che gli operatori di AISI e AISE possano partecipare con un ruolo defilato a organizzazioni illegali, ma perfino arrivare a guidarle. Come chiarisce il Dossier del Servizio Studi del Senato, infatti, vengono contemplate «ulteriori condotte di reato per finalità informative, scriminabili, concernenti la direzione o l’organizzazione di associazioni con finalità di terrorismo anche internazionale o di eversione dell’ordine democratico e la detenzione di materiale con finalità di terrorismo (reato quest’ultimo introdotto dall’articolo 1 del provvedimento), la fabbricazione o detenzione di materie esplodenti». Il provvedimento legittima infatti reati di natura terroristica, tra cui anche l’addestramento e le attività con finalità di terrorismo interno, il finanziamento di condotte con finalità di terrorismo interno, l’istigazione a commettere alcuni di questi delitti, la banda armata, l’apologia di attentato allo Stato. Il DDL rende permanenti le disposizioni introdotte in via transitoria dal decreto-legge 7/2015 per il potenziamento dell’attività dei Servizi, come l’«estensione delle condotte di reato scriminabili, che possono compiere gli operatori dei servizi di informazione per finalità istituzionali su autorizzazione del Presidente del Consiglio dei ministri, a ulteriori fattispecie concernenti reati associativi per finalità di terrorismo», nonché la «tutela processuale» per gli 007 «attraverso l’utilizzo di identità di copertura negli atti dei procedimenti penali e nelle deposizioni».
A difendere la norma è il sottosegretario Alfredo Mantovano, delegato ai Servizi, che in una nota ha scritto: «Alcune informazioni di rilevanza operativa e destinate a una ristretta cerchia di persone sono acquisibili solo da chi, in qualità di partecipe al sodalizio, riesce a guadagnare la fiducia dei sodali e dei promotori progredendo nel ruolo, sino a rivestire incarichi di tipo direttivo e organizzativo all’interno della consorteria eversivo-terroristica oggetto dell’attività». Le opposizioni, e in particolare il M5S, sono però sulle barricate, anche perché l’ampliamento dei poteri di intelligence non viene accompagnato da un rafforzamento dei poteri di controllo del COPASIR, organismo parlamentare che vigila sulle attività dei Servizi. «Riteniamo che questo tipo di approccio sia completamente sbagliato: segnaliamo a tutto il Parlamento che si tratta di una deriva potenzialmente pericolosa – aveva detto a settembre in Aula il deputato Marco Pellegrini del M5S, membro del COPASIR –. In maniera netta e decisa proponiamo l’abrogazione dell’intero articolo 31 e sottoporremo la questione, per la sua importanza e delicatezza, al presidente della Repubblica». Sentito da L’Indipendente, Pellegrini ha aggiunto: «Mediaticamente, modifiche normative così clamorose passano quasi in sordina, mentre si sparano titoloni per giorni e giorni su aspetti molto meno importanti e invasivi».
Lo scenario è ancora più inquietante se si guarda a quanto appurato da inchieste e sentenze in merito alle stragi avvenute nel nostro Paese dalla fine degli anni Sessanta all’inizio degli anni Ottanta – riconducibili alla «Strategia della tensione» – e gli attentati mafiosi del 1992 e 1993, in cui è stato messo il timbro sulla partecipazione morale e materiale di apparati deviati dello Stato sulla pianificazione di quegli eccidi e sui depistaggi andati in scena in seguito alla loro consumazione. Attività che, in passato, non erano scriminate. Sul punto, le novità introdotte dal DDL sembrano invece delineare uno scenario futuro – almeno in astratto – oltremodo nebuloso.
Ma c’è di più. La norma prevede infatti che le pubbliche amministrazioni e soggetti equiparati «siano tenuti a prestare agli organismi del sistema di informazione per la sicurezza la collaborazione e l’assistenza richieste necessarie per la tutela della sicurezza nazionale e l’estensione di tale potere nei confronti di società partecipate e a controllo pubblico». DIS, l’AISE e AISI potranno stipulare convenzioni con tali soggetti, università ed enti di ricerca, per la definizione delle modalità della collaborazione e dell’assistenza, che potranno prevedere la comunicazione di informazioni «anche in deroga alle normative di settore in materia di riservatezza». Vibranti sul punto le proteste delle opposizioni, che evidenziando il concreto pericolo che, consentendo l’accesso a banche date sensibili senza prevedere adeguati controlli, la norma possa aprire alla possibilità che le Procure della Repubblica e altri organi statali vengano abusivamente “spiati”. «L’articolo 31 trasforma la pubblica amministrazione in una sorta di gigantesca Ovra – si legge in un comunicato degli esponenti del M5S, –. È in gioco la sicurezza democratica del nostro Paese e serve cautela fino al completamento delle indagini in corso».
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MILANO CINECONCERTI FESTIVAL: gran finale con gli ultimi due eventi in agenda
MILANO CINECONCERTI FESTIVAL: gran finale con gli ultimi due eventi in agenda. Ultimi due appuntamenti per Milano Cineconcerti Festival, rassegna di film muti sonorizzati dal vivo con la direzione artistica di Rossella Spinosa, che ha riscosso grande interesse e ampia partecipazione di pubblico nel corso di tutta l’intensa programmazione. Nato a Milano per il palinsesto Milano è Viva in collaborazione e con il sostegno del Comune di Milano, il Festival, con sede in Piazza Belloveso nel Quartiere Niguarda, ha accompagnato le serate estive milanesi offrendo una preziosa opportunità di riscoperta del patrimonio filmico non sonoro con l’esecuzione live di partiture storiche e contemporanee a cura di solisti e formazioni da camera. Un sorprendente viaggio di musica e cinema tra infinite suggestioni che ha visto una presenza di pubblico entusiasta, partecipe e pronto a resistere anche alle intemperie. Una vera sfida di successo per un’iniziativa di alto valore culturale portata nel quartiere milanese di Niguarda. Le ultime due serate di eventi sono martedì 19 e giovedì 21 settembre, entrambe con la proiezione di film che hanno segnato la storia del cinema; due appuntamenti di grande richiamo e coinvolgimento per tutti gli appassionati di cinema e musica. Martedì 19 settembre è in programma Metropolis, film del 1927 diretto da Fritz Lang e considerato il suo capolavoro, pellicola che è diventata un vero e proprio cult e modello di riferimento per gran parte della successiva cinematografia fantascientifica, fonte di ispirazione per numerosissimi film. La chiusura della rassegna, giovedì 21 settembre, vede invece la proiezione di Der Golem, film del 1920 con la regia di Paul Wegener, Carl Boese e Henrik Galeen. Tra i primi esempi di surrealismo con influenze del genere fantastico, il film è ambientato nel ghetto ebraico della Praga cinquecentesca. Ad eseguire le partiture originali di Rossella Spinosa saranno, per l’appuntamento del 21 settembre, le prime parti degli archi dell’Orchestra Sinfonica di Milano, con Rossella Spinosa al pianoforte e la direzione di Alessandro Calcagnile. La partitura di Der Golem di Rossella Spinosa ha visto l’esecuzione in concerto negli anni di diverse compagini orchestrali, italiane ed estere, nonché la registrazione in dvd per Cineteca Umanitaria delle musiche di Spinosa con l’Orchestra I Pomeriggi Musicali per la Collana di Cinema Muto della stessa Cineteca. Entrambi i film in programma trattano, in un certo qual modo, il tema della Intelligenza Artificiale e della creazione ad opera degli umani di alter ego non umani, pronti a sfuggire al controllo umano. Gli spettacoli vedono la presenza ogni sera di un diverso rappresentante del terzo settore milanese che porta il proprio contributo e la propria testimonianza sulle tematiche sociali oggetto della serata. La programmazione di Milano Cineconcerti Festival prosegue con incontri, laboratori e masterclass aperti al pubblico in altri luoghi della città e che proseguiranno fino alla fine di ottobre. Gli spettacoli dal vivo e i seminari sono ad ingresso libero e gratuito, con proposte fruibili da ogni fascia di età. Presso il Teatro Munari la riprogrammazione degli spettacoli annullati in caso di maltempo. Martedì 19 settembre ore 21.00 Film Metropolis (1927) Regia: Fritz Lang Il film, tratto da un romanzo di Thea van Harbou. Si ambienta nel 2026, in una tentacolare Metropolis. La megalopoli ostenta grattacieli altissimi, tra i quali si incrociano ardite sopraelevate percorse da futuristiche vetture. Gli abitanti sono ricchi nullafacenti ingordi di agi e lussi. Ma la parte inferiore della città nasconde un orrore: proletari che lavorano incessantemente e in condizioni sovrumane come schiavi. In quell'inferno si aggira un angelo, la dolce e mite Maria (Brigitte Helm) una giovane che incoraggia gli operai inducendoli a confidare nella provvidenza; oltre a ciò, si prende cura dei loro bambini. Un giorno li conduce a vedere un meraviglioso giardino "nella città di sopra". Qui incontra John (Gustav Frohlich), figlio del padrone assoluto di Metropolis, Freder Frederer (Alfred Abel). Il ragazzo ne rimane profondamente colpito e seguendola scopre i sotterranei e gli uomini ridotti in schiavitù. La sua vita cambia quando decide di entrare nella realtà del sottosuolo e comincia a farne parte. Cerca la sua amata ma non la può trovare: è stata rapita per ordine di Frederer da uno scienziato con il compito di mettere a punto un Androide identico a Maria che dovrebbe dividere gli operai, ma in realtà, il suo creatore, se ne servirà per fomentare la sommossa con lo scopo di strappare il potere a Frederer. Metropolis assisterà a scenari disastrosi, la donna robot guiderà una rivolta, le fabbriche si fermeranno, la città rischierà il collasso e gli operai la vita. Giovedì 21 settembre ore 21.00 Film Der Golem (1920) Regia: Paul Wegener, Carl Boese e Henrik Galeen Intorno al 1580, a Praga, l'imperatore prepara un piano per allontanare dalla città gli ebrei accusandoli falsamente di aver sacrificato dei bambini in rituali blasfemi. Quando il conte Floriano pubblica l'editto per l'espulsione, il rabbino Löw, sapiente di arti magiche e di alchimia, decide di intervenire in difesa del suo popolo e, costruita una gigantesca statua d'argilla, il Golem, evoca il demonio Astarotte affinché gli riveli la parola necessaria ad infondergli la vita. Incastrata sul petto della statua una piccola incisione recante il nome "aemet" ("vita" o "verità"), Löw anima il Golem e lo conduce con sé alla corte dell'imperatore per dissuaderlo. Le sue preghiere e le sue minacce risultano vane e soltanto dopo che il palazzo rischia di crollare per la collera divina e il Golem salva la sua famiglia, l'imperatore accetta di ritirare l'editto. Terminata l'opera, il rabbino si prepara a restituire il riposo al colosso togliendogli l'incisione, ma Famulus, l'infido servitore, se ne impadronisce per farne strumento delle sue vendette. Musiche originali di Rossella Spinosa eseguite dalle prime parti degli archi dell’Orchestra Sinfonica di Milano, con Rossella Spinosa al pianoforte e Alessandro Calcagnile alla direzione. (In caso di maltempo, lo spettacolo sarà recuperato presso il Teatro Munari di Milano venerdì 22 settembre alle ore 21). Rossella Spinosa: Si diploma in pianoforte, clavicembalo, composizione e si laurea in Legge e Musicologia. Suona in sale come la Carnegie Hall di New York, Italian Bunka Kaikan di Tokyo, Accademia Liszt di Budapest etc, ed esegue molte opere nuove a lei stessa dedicate, in Europa, Canada, Stati Uniti, Russia, Sud America, Corea e Giappone. Collabora per anni con il Premio Oscar Luis Bacalov; scrive opere per orchestra, per la lirica ed il teatro, commissionate ed eseguite da Kyev Camerata, I Pomeriggi Musicali, Orchestra da Camera di Lugano, etc. Compone le musiche per oltre cento pellicole di cinema muto che registrano grande riscontro di pubblico e di critica. Lavora con Ottavia Piccolo, Moni Ovadia, Paolo Rossi, il Duo Pali&Dispari e Teresa Mannino in performance live. Il suo cd monografico edito da Stradivarius dal titolo “Rossella Spinosa: Orchestral and chamber works, vol. 1”, è stato inserito da Il Manifesto tra le migliori dieci produzioni di musica nuova del Decennio 2011-2020, unico nome italiano in una lista di caratura internazionale. Alessandro Calcagnile: Raffinato interprete del repertorio moderno e contemporaneo, dopo essersi formato nei Conservatori di Milano, Brescia e Norinberga, poco più che ventenne debutta come direttore d’orchestra alla Sala Santa Cecilia del Parco della Musica di Roma alla testa dell’Orchestra Nuova Sinfonica Italiana. Da lì una brillante carriera che lo porterà ad esibirsi presso le più importanti sale e teatri del mondo, fino a giungere nel 2017 alla sala grande della Carnegie Hall di New York. Ha collaborato con l’Orchestra I Pomeriggi Musicali, l’Orchestra Cantelli di Milano, l’Orchestra Filarmonica Italiana, l’Orchestra Sinfonica di Sanremo, l’Orchestra Regionale Toscana, l’Orchestra I Professori del San Carlo di Napoli. Presidente e tra i fondatori del Centro Musica Contemporanea di Milano, Direttore Musicale del New MADE Ensemble, Direttore Editoriale delle Edizioni Sconfinarte, è uno dei protagonisti della musica contemporanea in ambito nazionale ed ha collaborato con i principali compositori viventi. Ha registrato per Stradivarius, RAI, Radio Televisione Svizzera Italiana, Radio Televisione Nazionale Albanese, Radio Capodistria. Informazioni Martedì 19 e giovedì 21 settembre Piazza Belloveso Zona 9 Quartiere Niguarda, Milano Inizio ore 21 – ingresso gratuito In caso di maltempo, l’evento conclusivo di giovedì 21 settembre sarà riprogrammato venerdì 22 settembre alle 21 al Teatro Bruno Munari di Milano. Mercoledì 25 ottobre ore 15 Spazio Lambrate Viale delle Rimembranze di Lambrate 16, Milano Seminario di Rossella Spinosa Partecipazione gratuita con iscrizioni a [email protected] Info: live.yesmilano.it/milano-viva https://live.yesmilano.it/listing/milano-cineconcerti-festival/... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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...ho capito che il relativismo è la realtà perché non lascia nulla fuori di sé e che la verità (possederla, assumere di possederla, far credere che essa sia univoca) è uno dei tanti modi di controllo e oppressione o, a voler essere più cauti - ma perché? -, è una funzione di quel sistema complesso che è il mondo in cui viviamo. [...] Il relativismo non implica che tutti i punti di vista siano uguali, ma che esistano. ___________________ Il ragionamento deduttivo ci libera dalla necessità di conoscere ogni cosa per esperienza diretta e ci accomuna regalandoci una grammatica. L'astrazione ci permette di riconoscere regolarità e somiglianze in cose e questioni distanti. La proporzione consente di intuire e rappresentare la vastità del mondo, valutare i rischi, riprodurre la regolarità o le irregolarità. Ragionamento deduttivo, astrazione e proporzione sono matematica. [...] Sottintende [il ragionamento deduttivo] una logica comune, come la prospettiva, e gli scacchi, che, per esempio, insegnano come senza accordo sui principi non è possibile nemmeno combattere, figuriamoci vivere. [...] La magia del ragionamento deduttivo, e la sua fallacia, sta nell'evidenza che, se parti da qualcosa che chiami verità o assioma ma che è solo un punto di vista (che pur non essendo molto, è abbastanza per costruire un mondo), puoi giungere dovunque. Perciò attenzione alle premesse. Ex falso quodlibet si dice in latino. [...] In matematica, grazie al ragionamento deduttivo, non esistono principi di autorità, ciascuno può ritrovare o ricavare un risultato da solo. La conoscenza è un processo ed è accessibile a tutti, non è il privilegio di una casta di principi o di preti. ____________________ I dubbi riguardavano la natura del quinto postulato [di Euclide: "in un piano, data una retta e un punto esterno alla retta, per il punto passa una e una sola parallela alla retta data"] (verità, conseguenza o preferenza?). [...] Saccheri [anni trenta del Settecento] procede per assurdo, suppone che la parallela non sia unica e comincia a ricostruire la geometria immaginando di imbattersi in patenti contraddizioni. Non ne trova alcuna, e nonostante la geometria, da lui costruita ammettendo come ipotesi la negazione del quinto postulato, sia coerente, non riesce a sottrarre valore di verità al sistema di Euclide. Tra i suoi occhi, il suo intelletto e la correttezza della dimostrazione, Saccheri sceglie Euclide. La verità assoluta, come dicevamo qualche pagina fa, è deresponsabilizzante. [...] Il quinto postulato è un'ipotesi: ogni volta che lo cambi viene fuori una geometria diversa. Esattamente ciò che aveva scoperto Saccheri, senza accorgersene. ___________________ Se infatti lo spazio non è assoluto, allora, forse, non le è nemmeno il tempo. ___________________ La geometria euclidea è l'unica talmente umana, vale la pena ribadirlo, da accordarsi alla nostra esperienza. ___________________ Sia ai due Boylai che a Lobačevskij si deve la concezione della matematica contemporanea secondo cui essa non è specificata e definita dai numeri o dagli enti geometrici ma dalle relazioni tra essi. ___________________ Come reagiremo a una verità senza il resto dei sensi? La matematica è l'unico linguaggio che mi viene in mente, l'unico esercizio in cui la verità prescinde dal corpo, in cui il punto di vista prescinde dal corpo anche se non dal soggetto. La matematica - disciplina estremamente economica e sui tutti possiamo accedere perché si insegna nelle scuole di ogni ordine e grado - si rivela, a osservarla come prassi, e non solo come teoria, una forma di meditazione, di etica e un esercizio sulla verità in un mondo in cui il corpo è sottoposto a inedite limitazioni. Presenza, soggetto senza corpo. ___________________ La questione tuttavia è che l'istruzione è un processo orizzontale e collettiva, mentre la cultura è verticale e singolare. La cultura è una scelta individuale. ___________________ La matematica non è la scienza degli oggetti ma della relazione tra gli oggetti così come la grammatica è la scienza delle relazioni tra le parole. Perciò è importante conoscere la grammatica: senza grammatica non si costruiscono frasi con un senso comune tra chi parla e ascolta, non si minimizza un fraintendimento, connesso, ineludibile (così come l'errore nei calcoli) alla comunicazione tra esseri umani. E non si costruiscono storie. La matematica è, tra le discipline di manutenzione, quella grazie alla quale si capisce che solo gli ortodossi fanno la rivoluzione. ___________________ Tuttavia (avverbio che coniuga sconcerto e ragionevolezza), se l'istruzione viene data a compartimenti stagni, la cultura (dunque la proiezione dell'esperienza e la pratica dell'immaginazione) non ha compartimenti stagni... ___________________ Il problema della bicicletta con le ruote quadrate è esemplare perché sempre più spesso un concetto, per poter essere accolto, deve essere accompagnato da un evento. Anche a scuola. Alla manutenzione l'Italia preferisce l'inaugurazione (voce fuori campo di Leo Longanesi). Ecco, la scuola dovrebbe manutenere la cultura, dovrebbe ribadire che [...] le cose distanti possono essere simili e che le persone che ci paiono estranee (e non abbiamo lasciato attraccare sulle nostre coste, per esempio) invece ci assomigliano. ___________________ La matematica mi ha rafforzato chiarendomi i concetti di verità, contesto e approssimazione che, a rifletterci, oltre a essere questioni matematiche, sono questioni democratiche. ___________________ In due insiemi, due verità opposte. Mi pare un esempio convincente sul perché la verità (la soluzione di una equazione) dipenda dal contesto. E aggiungo che le verità umane somigliano alle verità matematiche. Sono tutte assolute, e tutte transeunti, dipendono dall'insieme in cui vengono enunciate, dal contesto. [...] La matematica insegna che le verità sono partecipate, per questo è una disciplina che non ammette principi di autorità. [...] Politicamente, una concetto di verità che sia assoluta, transeunte e collettiva sarebbe rasserenante in un clima politico avvelenato da false notizie, dichiarazioni mai verificate, affermazioni di singoli individui che dovrebbero essere cariche dello Stato. [...] La matematica è una disciplina che favorisce la diffusione della democrazia. Prima di tutto, un matematico non risponde mai al chi ma sempre al cosa [...] È una disciplina che non ammette principio di autorità giacché nessuno possiede la verità da solo, le verità sono asserzioni verificabili da chiunque, o se non da chiunque (alcune volte è difficile) almeno da un certo numero di persone. Inoltre la matematica è un linguaggio, una grammatica. Per discutere di matematica bisogna accettarne le regole. ____________________ Perché la pubblica amministrazione agisca è sufficiente un pericolo probabile. I due principi [di prevenzione e di precauzione] stabiliscono il necessario per limitare o eliminare il pericolo. Abbiamo assunto, io per prima, la ragionevolezza di queste limitazioni pur sapendo che esse andavano a intaccare libertà e valori essenziali in democrazia. Ragionevolmente, queste misure avranno una durata, tuttavia il confine tra protezione e controllo, anche in me che pensavo di avere strumenti culturali per distinguerli, si è fatto più incerto. [...] La differenza che passa tra protezione e controllo è la stessa che discrimina democrazia e dittatura. [...] Percepisce la distanza tra accettare e subire. La precauzione, e con essa il principio, si traduce, talvolta inconsciamente, nell'esistenza di paure prive di fondamento. E la democrazia è l'esatto contrario della paura. [...] È difficile rispettare le regole quando si è cresciuti con altre regole, ed difficile capire quando e se quelle regole, da strumento di protezione si trasformano in strumento di controllo, fuori di noi, ma soprattutto dentro di noi. La scienza non avanza per certezze, ma per ipotesi: è verificabile. Le verità della scienza evolvono. E pensare agli scienziati come ai sacerdoti della soluzione o della guarigione è un modo di delegare la responsabilità politica. Oltre che di istituzionalizzare come scienza qualcosa che è il contrario della scienza: la certezza fideistica. [...] La democrazia è matematica, si basa su un sistema condiviso di regole continuamente negoziabili e continuamente verificabili. La democrazia, come il linguaggio, e tra i linguaggi la matematica, non è naturale, non un fiore che sboccia, è una costruzione culturale e dunque, in quanto tale, va continuamente ridiscussa, la democrazia non rinverdisce a primavera come certi alberi, bisogne sceglierla, come si sceglie il linguaggio. Dunque, dal punto di vista costitutivo, la matematica è il contrario della torre d'avorio, del castello, del tabernacolo, la matematica esercita al contesto e quindi a essere cittadini e rappresentanti dei cittadini. ____________________ L'incertezza è ineludibile. E così il nostro incarnare l'errore. Dovrebbe essere complicato costruire, attraverso gli esseri umani, un sistema di regole, convenzioni anche, comuni e trasmissibili. E invece è più semplice di quanto sembri se, all'ineffabilità degli stati d'animo con i quali prendiamo le decisioni, si sostituisce un modello di individuo che supponiamo non avere incertezze. [...] Così come il modello logico di individuo che andiamo costruendo non è affetto dalle incertezze decisionali che caratterizzano tutti. E dalle miserie da cui nessuno è immune. Attraverso questo individuo idealizzato e i suoi percorsi razionali, le suo scommesse, è possibile costruire un sistema logico indipendente dal colore politico e pure dai soldi. La logica si rivela così, grazie a questo cittadino modello, non una proprietà delle leggi del mondo e dell'universo, ma un'estensione del dominio del ragionamento. [...] Tuttavia è successo che nella nostra Repubblica alcuni individui abbiano scelto di aderire, e abbiano in effetti aderito, a una sorta di cittadino modello in base al quale agire. Adesso questo non succede, o accade assai più raramente, io credo, per mancanza di immaginazione. [...] Non rispettare la Costituzione [...] è un comportamento che può essere corretto studiano matematica, cioè prendendo confidenza con i sistemi nei quali per agire, muoversi, giudica e soprattutto convivere e comunicare bisogna imparare a rispettare alcune regole. [...] Studiare matematica significa esercitarsi a intravedere, supporre, immaginare regole che non riguardino un individuo o un oggetto, ma più individui e più oggetti e soprattutto le relazioni tra essi. Studiare matematica significa introiettare l'idea che le regole esistono e che anche quando - giustamente talvolta- si infrangono, vengono sostituite da un altro sistema di regole (non avere regole, per esempio, è ancora una regola). La cosa interessante da chiedersi nel definire le regole è: che modo disegneranno? ____________________ Il linguaggio non è un virus solo quando si parla di maldicenze, è un virus anche quando si parla di diffusione di informazioni. Ho imparato nei giorni passati un nuovo termine. Infodemia. Dalla Treccani: "Sostantivo femminile. Circolazione di una quantità eccessiva di informazioni, talvolta non vagliate con accuratezza, che rendono difficile orientarsi su un determinato argomento per la difficoltà di individuare fonti affidabili". È possibile ammettere [...] che la vera infodemia abbia riguardato le modalità della comunicazione della contenzione, del confino, del "lockdown" e portato a un regime di irragionevole paura che ha, credo, rivelato, una volta di più, la cagionevolezza della nostra democrazia. Ci ha soprattutto condotto - di certo ha condotto me - a valutare la vita come mero sostentamento biologico. [...] L'uomo non coincide in alcun modo con la nuda vita dell'uomo; né con la nuda vita in lui né con alcun altro dei suoi stati o proprietà, anzi nemmeno con l'unicità della sua persona fisica. La nuda vita è quella rispetto a cui tutti siamo eccedenti. [...] C'è una permanente eccedenza della persona rispetto all'insieme dei dati fisici e virtuali che la compongono. [...] Ecco, la vita singola e la vita collettiva godono di una superadditività che fa sì che nessuno di noi sia la mera somma dei propri dati biologici, giuridici, virtuali, ma sia qualcosa di più. La stessa democrazia è superadditiva, lo Stato è qualcosa di più rispetto all'azione congiunta di potere legislativo, esecutivo e giudiziario. Questo qualcosa di più, per quanto riguarda i singoli esseri umani, penso sia la memoria e dunque la possibilità di fraintendimento e se non di fraintendimento, di interpretazione, di comprensione e dunque di perdono. Penso sia, in breve, il linguaggio. Il linguaggio ci rende non riducibili alle nostre caratteristiche e informazioni biologiche, genetiche e tecnologiche perché permette di raccontare. E raccontando di creare versioni. ___________________ Come tutti gli intransigenti, gli orgogliosi, i fortunati mi sono accorta d'improvviso della differenza tra il corpo esposto e rivendicato dalle donne come luogo di arte e di lotta e il corpo delle donne esposto come fosse vuoto. E per sempre giovane. [...] E così lo so, che la cosa più difficile è usare parole e modi che sono appartenuti storicamente e statisticamente agli uomini per contribuire a disegnare un modo che sia anche a forma e contenuto di donna. È difficile risemantizzare - verbo utilizzato a questo proposito e direi incarnato dalla scrittrice Michela Murgia -, risemantizzare parole e modi. [...] Una democrazia nella quale i rappresentanti eletti o i leader politici esibiscono il privato, la sfera sentimentale o emotiva mentre sono nel pieno delle loro funzioni (o lo fanno supporre) è una democrazia che trova possibile legiferare sulla vita privata e sulla sfera emotiva dei cittadini. [...] E mi coglie tristezza infinita perché capisco che queste comunicazioni non solo non contribuiscono al dibattito, ma lo impediscono. E so che io - come tutti - ho bisogno di risposte ai problemi, non di minacce, ho bisogno [...] di un po' di prospettiva. Perché la fiducia è l'unica vera resistenza al presente, la fiducia è creativa. E per averla bisogna avere idee e dismettere i miti di morte (fine della storia, fine del futuro, fine del mondo), e tentare approssimazioni. [...] Intrattenere prima che formare, Intrattenere. Altrimenti si annoiano. [...] Il lettore, come chi studia matematica e in generale chi studia, è capace di stare da solo. Chi sta da solo è politicamente complesso perché non deve essere intrattenuto. Chi sta da solo si intrattiene da solo, con i propri modi e i propri tempi, sfugge alla dittatura. La dittatura dell'intrattenimento è un'altra forma di negazione del tempo (come prigionia, tortura, persecuzione). [...] ...non tutti i dubbi hanno la medesima natura: quelli che sorgono dalla poca conoscenza delle regole del sistema non sono quelli che nascono giocando con le regole del sistema. [...] Essere buoni o esercitare la democrazia è più complesso, è un percorso di interpretazioni, contrattazioni e indecisioni. La bontà, la matematica e la democrazia sono fenomeni che contengono in sé le relazioni e tutte le complicazioni a esse annesse. ___________________ Quando il tempo si accumula, non passa, perciò certe volte, durante il giorno e nonostante la luce, non so che ora è. Il tempo mi sovrasta, e tutto il futuro diventa presente. Una torre di presente. Motivo per cui credo che cambierà ciò che è già cambiato. Quando il futuro riprenderà, non so come, avremo da smaltire moltissimo presente. [...] E dunque, essendo cambiato l'insieme nel quale ci muoviamo, non possiamo avere le stesse soluzioni agli stessi problemi. [...] E pensare che il proprio modo di vita e di consumo non sia l'unico può essere un principio di soluzione. [...] La soluzione non esiste in sé, ma dipende dalle condizioni al contorno. Valutare le condizioni al contorno significa capire le caratteristiche dell'insieme, del mondo, in cui agiamo. In base a quelle caratteristiche una stessa equazione può ammettere o non ammettere soluzioni. [....] In Italia, stiamo chiedendo al nostro sistema sanitario ciò che abbiamo chiesto, a partire dalla fine degli anni Novanta, alla scuola pubblica: sopperire all'educazione sentimentale ottenuta grazie e nonostante la famiglia, ai pomeriggi organizzati dalla chiesa, dai partiti politici o dal sindacato. E non lo chiediamo all'istruzione che è acefala, ma ai medici (talvolta senza mascherina), come lo abbiamo chiesto ai professori. [...] La sovrapproduzione è una rivoluzione industriale e non esistono rivoluzioni industriali che non mietano vittime (voce fuori campo di Anna Nadotti, traduttrice). Godere della sovrapproduzione, disinteressarsi della stagionalità delle verdure, della provenienza di pesce e carne, pensare che la sete di conoscenza e l'aver studiato diano il diritto a viaggi low cost sottovalutando l'impatto ambientale è stato macchiarsi di una colpa che ha lasciato segni indelebili sulle mani? [...] Succederà domani, quello che è già successo oggi. Le cose accadono quando le accettiamo, e le accettiamo o non le accettiamo, quando ci riguardano. Accetteremo che le nostre libertà personali valgano quanto quelle della nostra comunità. Che a qualsiasi ordine di grandezza - singolo essere umano, condominio, quartiere, città, nazione, mondo - il valore delle libertà individuali sia pari a quello delle comunità. [...] Se l'insieme degli errori e dei sentimenti umani è frattale, può esserlo anche quello delle nostre libertà? E se lo è quello delle nostre libertà, può esserlo che quello delle economie?
Chiara Valerio, La matematica è politica
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J-POP Manga, nuovi annunci a sorpresa da Londra
Fra i vari titoli, svelati anche una nuova edizione e altri dettagli sulle Collection dedicate a Osamu Tezuka e Moto Hagio!
The London Tour annunciato sui social da J-Pop Manga lo scorso mercoledì si è rivelata a sorpresa un’occasione di annunci per la casa editrice milanese: durante la visita della redazione alla mostra The Citi exhibition Manga presso il British Museum, Jacopo Costa Buranelli, direttore letterario, e Georgia Cocchi Pontalti, marketing manager, hanno svelato - tramite i social dell'editore - nuovi annunci e dettagli ulteriori sulle proprie collane.
La Osamushi Collection si arricchirà nei prossimi mesi de “Osamu Tezuka: Una Vita a Fumetti”, l’attesissima riedizione de “La Fenice”, e gli inediti “Big X”, “Ambassador Magma”, “Prime Rose” e “Clockwork Apple”, tra gli altri titoli.
La Fenice di Osamu Tezuka
Iniziata nel 1956 e continuata a più riprese fino al 1988, poco prima della sua morte, la saga della Fenice è una vera e propria summa dell’ideale di manga (e di storia) di Osamu Tezuka. Uno sforzo monumentale, che spazia dal lontano passato agli ultimi anni della civiltà umana seguendo le tracce del leggendario uccello in grado di reincarnarsi e garantire l’immortalità. Presentando decine di episodi appassionanti, romantici, epici e pieni d’azione ma anche di riflessioni filosofiche e sul senso della Storia, i suoi dodici volumi (leggibili singolarmente proprio per la natura episodica) sono serviti al maestro anche per sperimentare soluzioni narrative e grafiche d’avanguardia, dando corpo a un’opera che come poche altre trasmette la passione e l’ispirazione dell’autore.
Il primo titolo previsto per la Moto Hagio Collection sarà l’inedito “Cuore di Thomas” a cui seguiranno “Marginal”, “Other World Barbara”, “Hanshin”, “Star Red” e “La Famiglia Poe”.
Il cuore di Thomas di Moto Hagio
Lanciamo con questo titolo classico del 1974 la Moto Hagio Collection, dedicata a questa maestra del manga, considerata tra le più influenti della storia, amatissima dal pubblico italiano nonostante fino a oggi pochi suoi manga siano arrivati nel nostro Paese. Come Il Poema del Vento e degli Alberi, Il Cuore di Thomas è la storia di un gruppo di ragazzi in un collegio maschile. Il suicidio di uno di loro, Thomas, seguito da una lettera in cui confessa il suo amore per il suo migliore amico, svelerà un magistrale intreccio di intrighi, tradimenti e sentimenti nascosti che porteranno i protagonisti a interrogarsi sull’amore e le sue forme.
Di seguito i titoli e le sinossi degli altri volumi annunciati.
Black Night Parade di Hikaru Nakamura
Il ritorno dell’autrice di Saint Young Man! Dopo aver fallito l’esame di ingresso all’università, Hino Miharu si trova costretta a trovarsi un lavoro vero. Avendo passato gli ultimi tre anni intrappolata in un part-time senza speranza, con un capo orrendo e colleghi più giovani che si prendono gioco di lei, ora desidera il lavoro dei suoi sogni... E forse sarà il misterioso “Black Santa” a offrirglielo! O magari no? La “Black Enterprise” del sedicente Babbo Natale dark si rivela un’azienda come nessun’altra al mondo, da cui andarsene sembra impossibile!
Radiation House di Tomohiro Yokumako, Taishi Mori
Pensate che solo i medici tirino fuori brillanti diagnosi? Ad aiutarli e a studiare ogni centimetro del corpo umano con le loro macchine sono i radiologi, professionisti che devono essere dotati di intuito e occhio di falco. Iori Igarashi è il migliore di tutti, anche se la sua incapacità di gestire l’ego dei dottori lo condanna a girare di ospedale in ospedale... Finché non si ritrova a lavorare sotto una vecchia fiamma! Sarà la svolta? O la tensione tra loro renderà la collaborazione impossibile? Un po’ Dottor House e un po’ Grey’s Anatomy, questo medical drama vi conquisterà con i suoi personaggi e i casi realistici e appassionanti!
17 anni di Seiji Fuji, Youji Kamata
Hiroki e Takashi, due studenti delle scuole superiori, vengono salvati dall'assalto di alcuni bulli dal famoso teppista Miyamoto, ed entrano a far parte della sua banda. Dopo l'iniziale eccitazione, i due si ritrovano coinvolti in crimini sempre più gravi e iniziano a comprendere cosa significhi davvero dimostrare obbedienza e lealtà al loro brutale soccorritore. Finché la banda non rapisce Sachiko, una giovane studentessa loro coetanea, che diventa oggetto delle più orribili torture da parte di Miyamoto... Riuscirà Sachiko a tornare a casa? Che tipo di persone, o di mostri, diventeranno Hiroki e Takashi? Un racconto che è un vero e proprio pugno allo stomaco, ispirato a un tremendo fatto di cronaca che ha sconvolto il Giappone sul finire degli anni Ottanta.
Junji Ito Collection: Labirinto, Rovina e Circo di Junji Ito
Continua la serie di antologie dedicate al più noto esponente del manga horror, Junji Ito! Con tre volumi ricchi di racconti terrificanti e sorprendenti che soddisferanno gli appassionati di qualsiasi tipo di orrore: dal body-horror al terrore cosmico, da antiche maledizioni a maniaci omicidi inarrestabili, storia dopo storia Ito si conferma un maestro che alla quantità di pagine prodotte unisce a una qualità fuori scala.
Terra E di Keiko Takemiya
Mentre alla fine degli anni ‘70 rivoluzionava il fumetto per ragazze con Il Poema del Vento e degli Alberi, Keiko Takemiya stava lavorando anche a un’opera fantascientifica che avrebbe ricevuto i più importanti premi del mondo del manga e della letteratura sci-fi in generale: Terra E. Nel futuro la razza umana, per sfuggire a una Terra sempre più inquinata, si è espansa nel cosmo cedendo però il controllo della società a potenti supercomputer. Le macchine indirizzano ogni aspetto della vita e con spietata efficienza eliminano tutto ciò che ritengono una minaccia. Come i Mu, umani con poteri straordinari che sono costretti a vivere in fuga e hanno un solo desiderio: tornare sulla Terra. Il giovane Jomy è uno di loro...
Kitaro, le storie del terrore di Shigeru Mizuki
Dopo la prima raccolta, l’autunno porterà tante nuove storie del mitico yokai creato da Shigeru Mizuki! Racconti spaventosi e divertenti, surreali e ricchi di folklore giapponese, che hanno lasciato un’impronta indelebile nell’immaginario nipponico (e non solo, grazie alle numerose serie animate)!
Hellsing (NUOVA EDIZIONE) di Kohta Hirano
Ritorna, rivista & corretta e in una nuova veste grafica, l’esplosiva serie a basa di vampiri, conflitti segreti millenari, e combattimenti all’ultima goccia di sangue! Al servizio di Lady Hellsing e di Sua Maestà la regina d’Inghilterra, il non-morto Alucard dà la caccia ai più pericolosi nemici del regno, in una lotta nell’oscurità che va avanti dall’inizio dei tempi. Ma gli ingranaggi sono in moto e, con una nuova spalla al suo fianco, il potente vampiro troverà pane per i suoi denti!
The Promised Neverland - Una Lettera da Norman (LIGHT NOVEL) di Nano, Kaiu Shirai, Posuka Demizu
La prima light novel spin-off di The Promised Neverland! In questo romanzo arricchito da illustrazioni inedite scopriamo particolari mai raccontati nel manga e nell’anime della vita di Norman, Emma e Ray prima degli eventi che danno inizio alla serie. I giorni felici a Grace Field House, le prime ombre sull’apparente paradiso, i rapporti e le amicizie tra i ragazzi... Come funziona una fattoria d’eccellenza che fornisce la carne migliore ai demoni? Sarà la voce stessa di Norman a raccontarcelo!
Even if we can't use magic di Kanna Kii
Kanna Kii è una delle giovani autrici più interessanti della scena manga, e questa antologia dallo stile moderno e dinamico ne è la prova! Un ragazzo che di punto in bianco lascia il suo lavoro in uno studio di animazione, un gatto animato da una volontà insondabile, due ragazze in gita scolastica che finiscono a un concerto di Idol... Al centro della lente della fumettista ci sono le giornate di un gruppo di amici e di altre persone (e strani animali) che ne incrociano la strada, raccontate con uno stile slice of life surreale e un po’ di magia.
A dream of Cuckoos di Tamekou
Esordisce in Italia una nuova stella del panorama yaoi, Tamekou! L’universitario Natsuka è da anni innamorato del suo migliore amico, Hakushima. Ma preferisce non rendere partecipe quest’ultimo di ciò, e ripiega quindi su un “amico con benefici” per i suoi bisogni più... terreni. Questo finché le vite del suo amore e del suo compagno di letto non si scontrano in modo inaspettato e, tra scambi di corpi e menti condivise, si forma un triangolo esplosivo e sensuale!
Nega & Posi di Harada
Due volumi antologici e complementari firmati Harada, la geniale autrice di Yatamomo e Color Recipe! In questa raccolta di racconti, la maestra dello yaoi mette in scena alcune delle sue trovate più sexy ed estreme, una vera chicca per tutti gli appassionati.
Che ne pensate? Ci sono titoli che vi incuriosiscono o che aspettavate da tempo? Fatecelo sapere nei commenti!
SilenziO)))
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Iscrizioni aperte per il IV modulo di “Conoscere per amministrare” dedicato a “Il Comune e la tecnica di governo”
Perugini: «Due pomeriggi gratuiti per sapere quali sono gli strumenti di programmazione e controllo dell’Amministrazione, ed essere più consapevoli e partecipi».
Torna, con il quarto modulo, la scuola di cultura di “Conoscere per amministrare” promossa dalla Presidenza del Consiglio comunale e organizzata da Aspes, con il sostegno di Ali e Anci Marche, che riprende le lezioni nei pomeriggi di giovedì 15 e 29 settembre. «Torniamo ad approfondire le tematiche utili a conoscere la struttura dell’ente, come funziona la macchina comunale, fare domande a professionisti del settore e sentirsi più vicini e partecipi alla vita politica della città» sottolinea Marco Perugini, presidente del Consiglio comunale.
Gli appuntamenti del quarto modulo saranno incentrati su “Il Comune e la tecnica di governo”: «A partire dalla rappresentazione delle forme di decisione degli organi di governo, illustreremo gli strumenti di programmazione e controllo dell’Amministrazione» spiega Perugini.
Rivolto a consiglieri comunali e di quartiere, aspiranti amministratori e a tutti coloro interessati a vivere una cittadinanza attiva, il corso si svolgerà nella sala del Consiglio comunale (sede del Municipio, 2° piano). Il programma di giovedì 15 settembre prevede: dalle 17 alle 17:45, l’intervento “Le forme di decisione del Consiglio Comunale e della Giunta” di Marco Perugini e, a seguire, quello del segretario generale e dirigente del servizio Finanziario, Claudio Chianese dedicato al tema “Il potere di ordinanza del Sindaco”. A seguire, dalle 17:45 - 19:15, Chianese spiegherà “La formazione del Bilancio comunale” mentre Claudio Pascucci, responsabile U.O. Affari istituzionali “Gli strumenti di programmazione annuale e pluriennale”. Previsto, a conclusione della giornata, dalle 19:15 alle 19:45, il dibattito in aula e domande dei partecipanti.
Il quarto modulo di “Conoscere per amministrare” proseguirà giovedì 29 settembre. Pascucci, dalle 17 alle 18, presenterà agli iscritti, “Le forme di controllo interne e esterne all’Amministrazione”; dalle 18 alle 18:30, Paola Nonni, dirigente del servizio Relazioni di Governance e politiche del personale, relazionerà su “Le forme di indirizzo e controllo del Comune sulle partecipate”. Il pomeriggio proseguirà con l’intervento di Chianese (dalle 18 alle 19:15) su “Le modalità di rendicontazione” e con il dibattito d’aula fino alle 19:45 circa.
Per partecipare alle lezioni gratuite, in presenza o in streaming, è necessario compilare la scheda di preiscrizione pubblicata nella pagina di “Conoscere per Amministrare” del portale del Comune.
Per informazioni contattare la segreteria organizzativa di Aspes S.p.A. allo 0721.372480 o tramite mail a [email protected].
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[ 3 di 3] - La Leggenda di Willy
Nel Barrio lo conoscevano tutti. Willy e la sua famiglia venivano dal vicino distretto del Chocò e da una città, Istmina, famosa per il contrabbando di Viche e per le sue relazioni storicamente complicate con i poteri ufficiali dello stato. I figli però erano tutti nati e cresciuti nel Barrio, quindi da almeno 25 anni Willy si era trasferito a Buenaventura. Lui era anche uno dei pochi che ce l'avevano fatta. Almeno così si diceva di lui. Nessuno, a parte Rudi e i due Josè, si avventurarono mai in descrizioni dettagliate sul suo lavoro con me. Cosa facesse, come guadagnasse e tutto il resto erano argomenti tabù per quasi tutti.
Lo vidi la prima volta durante le vacanze natalizie, quando il suo ritorno nel Barrio divenne un evento imperdibile. Il suo pick-up era sempre stracolmo di gente. Ogni giorno passava di casa in casa per gli auguri natalizi e con lui in ogni casa entravano decine di persone, giovani e meno giovani, tutti incuriositi dall'arrivo di un personaggio così importante. I ragazzi come Rudi pendevano dalle sue labbra. Avrebbero fatto qualsiasi cosa per scortarlo nel Barrio e solo i più fortunati riuscivano ad accompagnarlo fuori da quelle poche vie in cui vivevano. Mai avrei immaginato che sarebbe stato lui a cercare me.
Qualche giorno dopo Natale ci trovammo insieme a Rudi e ad altri ragazzi travestiti da donne o animali per le strade di Buenaventura a improvvisare spettacoli con balli e canti popolari per raccattare soldi che ci permettessero di proseguire i festeggiamenti. Come da tradizione, nel giorno dei Santi Innocenti, i ragazzi del Barrio celebravano una sorta di carnevale in cui si mimava la nascita della creatura divina, per cui tutti dovevano accorrere sulle strade a celebrare il parto e invitare i ballerini a un bicchiere di qualcosa o meglio regalare loro qualche spicciolo. La festa era parte delle lunghe celebrazioni che preparavano l'arrivo del nuovo anno e nei villaggi rurali aveva funzione propiziatoria soprattutto per la ricerca dell'oro. Per noi fu un giorno di gran divertimento.
Camminammo in lungo e in largo tra i quartieri della città. Entrammo e fummo cacciati con insulti dal Municipio. Provammo addirittura a chiedere soldi alla capitaneria di porto e alla Polizia da cui ricevemmo improperi ed altre minacce. Al mercato generale, invece, spopolammo. Si radunarono in pochi minuti almeno duecento persone che iniziarono a cantare e ballare mentre io passavo da ognuno con un cappellino per raccogliere le offerte. Andò bene al di là di ogni aspettativa, tanto che iniziammo a pensare di ripetere lo spettacolo ogni settimana. E proprio quella notte, Willy si materializzò nella casa in cui eravamo finiti per terminare le ultime due bottiglie di rum che ci erano rimaste. Era più ubriaco di tutti e, come in un paradosso della vita, fu proprio lui che si avvicinò per parlarmi del suo passato, confermandomi molte delle storie che più tardi anche Rudi mi avrebbe ripetuto e che io già non volevo ascoltare, preferendo analisi sui passi di danza e i possibili travestimenti. Ma Willy era Willy e se aveva deciso di parlare non c’erano molte scelte disponibili se non quella di rimanere in silenzio.
All’inizio degli anni ottanta ebbe la fortuna, per così dire, di lavorare, nemmeno adolescente, con le reti della cosiddetta Capitana, spietata testa pensante del clan di Medellin. Cosa ci facesse la Capitana nel Barrio e soprattutto come avesse fatto ad arrivare fino a Buenaventura, Willy non me lo disse. Probabilmente millantava una decennale relazione per non dovermi spiegare ogni fase della vita che lo aveva condotto fin lì. La sostanza del suo discorso era comunque che, un po' per caso, un po' perché non aveva altro da fare, iniziò a dedicarsi giovanissimo al contrabbando e probabilmente fu il Viche il primo prodotto che trasportò. Poi, senza capire bene quale assurdo concatenamento di azioni e reazioni lo condusse fin lì, negli anni novanta si trovò relazionato a certi piani alti del crimine riuscendo a sopravvivere a tutti i cambi di manovalanza della logistica narcotica. Correva voce che quando terminò i suoi anni in carcere negli States e rientrò a Medellin, nel 2004, la Capitana incontrò Willy personalmente. Ma questo racconto si perdeva nella mitologia locale. Quello che pareva vero era che Willy gestiva una rete di trafficanti tra Buenaventura, Cali e una città della zona caffettera, Pereira. Rudi li chiamava “gli Invisibili” perché sembravano tutti normali e tranquilli Paesani indaffarati a vivere la loro vita che se non ci facevi caso non ti accorgevi che bazzicavano nel Barrio. Invece alcuni di loro avevano anche le case non lontane dalle nostre.
Le voci che avevano il coraggio di mettere assieme qualche aneddoto su di lui coincidevano tutte su un dettaglio. Willy manteneva sempre un basso profilo e sapeva convincere i suoi interlocutori proprio mostrandosi persona umile e in ascolto. In qualche modo, però, trattava tutti come suoi clienti. Distribuiva denaro e raccoglieva informazioni. Comprava fiducia e faceva favori. Chiedeva silenzio ed esigeva fedeltà. Escludendo le sue entrate trionfali nelle case del Barrio, a vederlo festeggiare con una birra e un rum di pessima qualità, non sembrava però un personaggio dei racconti narcotici colombiani. Ogni leggenda lo avrebbe reso forse una semplice comparsa, magari il buttafuori del Capo, quello vero. Non di più. Certamente deludeva le mie aspettative di Capo dei Capi per come ne parlava Rudi. Eppure, a voler credere a quello che dicevano anche Josè e l’altro Josè, in epoca recente, quote importanti della cocaina di Buenaventura passavano dalle sue reti. Cominciai allora a chiedermi quale fosse il suo ruolo, visto che dal Barrio era facile ingigantire le sue gesta.
Secondo le poche storie che raccolsi, Willy gestiva carichi di clan diversi attraverso magazzini che erano distribuiti su vari quartieri. Aveva quindi molte connessioni in città e cercava di mantenerle distribuendo le commissioni per il carico e scarico di mercanzia illegale tra diversi settori. In questo modo riduceva le possibilità di rimanere impelagato in questioni locali fino a rischiare di non inviare o ricevere il carico. Al tempo stesso accumulò un certo rispetto perchè non accentrava guadagni solo su alcuni. Questo suo modo di lavorare e di essere riconosciuto poteva certamente renderlo un Capo, soprattutto agli occhi di qualcuno come Rudi, ma non era detto che lo fosse, o che lo fosse nei termini usati di solito dai media o dalle agenzie di controllo. Per certi versi, dopo quasi 40 anni di carriera, possedeva l’aurea dell’intoccabile o di qualcuno di importante, soprattutto nei quartieri. Ma rimaneva un personaggio nebuloso. Mi chiedevo se il suo basso profilo fosse un segno dei tempi che cambiavano per cui Willy era una sorta di precursore di una rinnovata pax-narcotica, centrata sul silenzio, la connivenza più stretta con le autorità militari e su meno follie consumiste. Oppure se più probabilmente il suo vero obiettivo fosse quello di sopravvivere alle storie violente di Buenaventura, cosa che gli riuscì fino a quando anche lui non cadde nel desiderio di risolvere i problemi della sua città.
In un giorno d'ottobre del 2012, finì morto ammazzato in un agguato, insieme ai suoi più stretti collaboratori, tra cui c’era anche il nipote, Carlos, che tutti conoscevamo e, a volte, frequentavamo nel Barrio. I loro corpi furono smembrati e sparsi lungo la curva del Diavolo, un posto lugubre di Buenaventura, lungo la vecchia strada che la collegava a Cali, dove spesso venivano lasciati i corpi dei condannati. Ciò avvenne un anno e mezzo dopo il blocco del Puerto, di cui si racconterà, un mese dopo l'uccisione della Capitana sulle strade di Medellin e quasi due anni prima della scomparsa di Rudi.
Per grandi linee, nei prossimi post cercherò di scomporre questi racconti. Non ho elementi sufficienti per “ricostruire gli eventi” e proporre una verità storica, giornalistica nè tantomeno giudiziaria. Potrò solo cercarne l’antropologia che li teneva insieme. Esisteva infatti un grosso problema di metodo che impediva tutti noi di entrare nelle storie in una forma analitica. Le divisioni e le frontiere del conflitto ci mostravano sistematicamente un loro lato. I più temerari forse accedevano a qualche prospettiva in più. Ma, prima o poi, bisognava scegliere da che parte stare e le implicazioni della scelta erano anche il buio che improvviso avvolgeva il resto. Non c’era quindi modo di triangolare, verificare, chiedere a qualcuno più informato. O comunque spesso non c’era l’interesse di farlo. L’atto stesso di fare domande aveva implicazioni. Comportava rischi e a volte segnalava possibili commistioni con le storie stesse. Per questo i racconti non si cercavano mai. Arrivavano ed andavano via. Alcuni erano credibili ma non necessariamente veri. Altri erano talmente incredibili che piacevano fin da subito e costruivano leggende. Altri ancora partecipavano solo del rumore quotidiano e venivano dimenticati in fretta. Vi erano poi racconti che aspiravano a rimanere. Erano quelli ufficiali, quelli del sistema mediatico o delle burocrazie che spiegavano il conflitto in cui si era immersi. Testi, video, numeri e ricostruzioni partecipate aspiravano a produrre chiarezza radunando voci e sensazioni condivise da molti o da pochi. Ma c’era sempre qualche storia di quartiere che mancava, che non stava lì dentro. Un conoscente, vicino o lontano, era invischiato in qualcosa di cui era meglio tacere. Per qualche ragione anche quei testi ufficiali apparivano fluidi e finivano col rappresentare i fatti secondo un potere tra gli altri; non quello definitivo, non quello capace di riportare l’ordine o la chiarezza e spesso nemmeno il più forte.
Questi racconti scandivano certamente alcune quotidianità. Tuttavia ciò che era realmente osservabile erano i meccanismi con cui entravano in relazione con gli abitanti. Il loro ripetersi faceva parte di un dispositivo mitico che aveva la funzione di ordinare, suddividere e spiegare senza veramente entrare nella storia. Non importava la quantità di verità, ma il fatto stesso che un racconto venisse ripetuto. In fin dei conti storie come quelle di Willy o di Rudi era meglio non conoscerle. Oppure occorreva imparare il silenzio o le “giuste orazioni” con cui difendersi dagli effetti che provocavano. Era meglio tenersi alla larga dal pericolo che rappresentavano anche se poi si finiva sempre con lo scoprire la loro estrema vicinanza. Esistevano in un luogo nascosto, come un cassetto che si preferiva non aprire. Erano registrati da qualche parte che non era un inconscio collettivo ma una superficie “mitica” che segnava l’esperienza quotidiana del Barrio. Da qui ogni storia arrivata e andata via partecipava alla costruzione di spiegazioni sulla vita e sulla morte in città.
Nei prossimi post cercherò allora di descrivere questo dispositivo mitico prima mettendo assieme diverse descrizioni della città. Poi contestualizzerò il Barrio. E successivamente mi perderò nel vociare della gente per raccontare il blocco del Puerto attraverso gli occhi di alcuni occupanti.
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La civica Fondi Vera boccia senz'appello il bilancio di previsione presentato nel consiglio comunale del 30 marzo
Francesco Ciccone Locandina Bilancio Fondi Ovviamente, come da copione, il bilancio di previsione prende gran parte del dibattito consiliare, come è accaduto con dieci ore di Consiglio Comunale, tutte d’un fiato, dalle ore 15 del 30 Marzo alle ore 00.40 del 31 Marzo. Per un Bilancio di Previsione che il Consigliere Comunale Francesco Ciccone della civica Fondi Vera ha definito, durante il suo intervento, “di contenimento e conservazione, non certo di ri-partenza. Un Bilancio di continuità, che pure può rappresentare un punto di forza in tanti ambiti. In questo contesto, però, si sta trasformando in narcisismo”. Fondi Vera ha bocciato, in sede di votazione, il documento ed espresso contrarietà rispetto a tutti gli allegati dello stesso, rilanciando la proposta di un “Bilancio Partecipato”. Ecco l’intervento integrale di Francesco Ciccone nell’ambito della discussione sul settimo punto all’Ordine del Giorno: “Gentili colleghi Consiglieri e cortesi Assessori, egregio Sindaco, pregiatissimo Presidente del Consiglio, il voto al Bilancio di Previsione è senza alcun dubbio tappa fondamentale della gestione di un Ente, e seppure quello di oggi sia il terzo Consiglio Comunale nel giro di appena diciotto giorni, penso sia giusto e doveroso affrontarlo con la massima attenzione e responsabilità. Se necessario anche con un fitto confronto. Lo faccio partendo da un passaggio riportato nel Parere dell’Organo di Revisione sulla proposta di Bilancio di Previsione 2021-2023, che i Revisori hanno presentato lo scorso 16 Marzo. A pagina 16 il Presidente Dott. Mariani, il Dott. Di Gessa ed il Rag. Fiorini dichiarano che “l’Organo di Revisione ritiene che le previsioni per gli anni 2021-2023 siano coerenti con gli strumenti di programmazione di mandato, con il Documento Unico di Programmazione e con gli atti di programmazione di settore, ovvero il Piano Triennale dei Lavori Pubblici, la programmazione dei fabbisogni del personale… e così via”. Beh, basterebbe questo per motivare il NO di Fondi Vera al Bilancio di Previsione. Basterebbe questo perché non più tardi di undici giorni fa con una lunga relazione ho espresso come sia chiaramente distante e distinta la nostra idea di Città rispetto a quella che emerge dalle vostre linee di mandato e da questo atto che, a tutti gli effetti, è il primo Bilancio di Previsione dell’era Maschietto. Ma non è altro che la sintesi perfetta del famoso concetto di continuità di cui spesso avete parlato.E proprio la continuità, che pure può rappresentare un punto di forza in tanti ambiti, in questo contesto sta trasformandosi in narcisismo. Non vorrei che iniziaste a vestire anche i panni della sufficienza, del “va bene così”, dell’ordinario che più ordinario non si può. Sempre col massimo rispetto dei ruoli, delle persone e dell’identità politica di ognuno, già durante la Campagna Elettorale non mancai di sottolineare come questa Città sia stata governata negli ultimi anni da un Sindaco con le sembianze di un amministratore di condominio, attento al far quadrare i conti ma poco coraggioso per imprimere un cambio di marca al territorio, con scelte forti e impopolari se vogliamo, ma che almeno avessero i connotati di scelte, decisioni, prese di posizioni. Al Sindaco attuale auguro allora questo, un cambio di marcia, perché a prescindere dagli schieramenti amiamo tutti alla follia questa terra, la difendiamo, la onoriamo, ognuno a modo suo, e lavoriamo affinché splenda sempre, anche in momenti difficili e delicati come quello che da un anno a questa parte stiamo vivendo. Detto questo voglio esprimere alcune osservazioni sul Bilancio di Previsione oggi arrivato in Consiglio. E lo faccio soffermandomi su alcuni aspetti che reputo di notevole importanza per la vita dei nostri concittadini. Premettendo che lo considero un Bilancio di contenimento e conservazione, ma certo non di ri-partenza. Non si registrano modifiche alle aliquote dei tributi, l’aliquota IRPEF è fissata allo 0,7 per mille, dall’Imposta Municipale Propria prevedete introiti per 6.500.00.00 Euro, dalla TARI vi aspettate circa 8 milioni di Euro. E sulla gestione dei rifiuti, come già detto durante il penultimo Consiglio Comunale, questa Amministrazione farebbe bene a rivedere più di qualcosa. Magari già quando questa assise dovrà riunirsi per il Regolamento che andrà a disciplinare l’applicazione del tributo. Nella speranza che il Piano Economico Finanziario 2021 arrivi in aula senza dover rincorrere l’Azienda appaltatrice. Ma questo Bilancio alleggerisce la pressione fiscale sui Cittadini? NO. È chiaro. Ci si è chiesti se ci sono troppe, e troppo onerose, esternalizzazioni? Alcuni Comuni hanno pensato di costituire Società Multiservizi per la gestione dei servizi comunali, e potremmo pensarci anche noi visto che molti dei questi o quasi tutti oggi risultano affidati all’esterno con notevoli impegni economici. Il Comune come Socio Unico, esplica la sua attività nel settore dei servizi pubblici, ed impegna la Società in programmi di ricerca e sviluppo in modo da poter espletare sempre con migliore qualità i servizi resi alle cittadinanza. Con una “Carta dei Servizi” che definisce i rapporti con i clienti/utenti, i livelli di qualità offerti, i parametri qualitativi garantiti, le modalità di verifica degli stessi da parte dei clienti/utenti nonché le forme di segnalazioni dei disservizi eventualmente riscontrati e le modalità di presentazione dei reclami. Dall’Imposta di Soggiorno preventivate entrate per 200mila Euro, e così anche per il 2022 ed il 2023. E su questo aspetto permettetemi una riflessione. La crisi sociale ed economica non pensate abbia già danneggiato abbastanza il settore turistico? Quali sono stati nel corso degli anni gli interventi di manutenzione, fruizione, recupero dei beni culturali ed ambientali nonché dei servizi pubblici locali foraggiati con gli introiti di questa imposta a carico di coloro che alloggiano nelle strutture ricettive del nostro territorio? Quali sono stati i risultati in termini turistici raggiunti in virtù di questi interventi? Perché non considerare un abbattimento totale dell’Imposta per l’anno in corso? Imposta mai mutata dal 2013 ad oggi, mai aggiornata in base all’andamento socio-economico. Lo ripeterò ogni volta che sarà necessario. Un Osservatorio Economico Cittadino tornerebbe assolutamente utile per ragionare sull’opportunità di questa imposta, sulla sua definizione, sui flussi turistici e quelli auspicabili per la nostra Città. Chissà se riuscirò mai a convincervi… Dal Bilancio di Previsione appuriamo, inoltre, che l’Ente ha previsto l’applicazione del nuovo Canone Patrimoniale, detto anche Canone Unico, e prospetta dallo stesso entrate per 900mila Euro. Ma sul tema sono l’unico ad aver accertato le lamentele degli ambulanti? Sono il solo ad aver cercato un confronto con le associazioni di categoria per comprendere il loro punto di vista? Sulle Partecipazioni del Comune di Fondi voglio chiarire che trovo assai contraddittorio il misero 3,9% di quota percentuale nell’ambito della MOF Società Consortile per Azioni. Soprattutto se lo valutiamo nel quadro complessivo delle partecipate, in cui spicca il 9,43% nel Consorzio per lo Sviluppo Industriale del Sud Pontino, ed il 3,15% di quota all’interno della Acqualatina SpA,. Percentuali che, ci tengo a dirlo, non danno al nostro Ente alcuna opportunità di controllo. E per questo reputo, come sottolineato già in altre occasioni, che la presenza dell’Ente nella Società MOF meriti di essere rafforzata. Passano anche attraverso il Parere dei revisori le mie perplessità, visto che consiglia all’Ente di effettuare un’attenta ricognizione delle cause pendenti e raccomanda di valutare il rischio di soccombenza prima di procedere ai successivi gradi di giudizio. Sono ancora i revisori a chiarire che, seppure sia da considerarsi coerente la previsione di spesa per gli investimenti con il Programma Amministrativo, il DUP, il Piano Triennale dei Lavori Pubblici ed il cronoprogramma dei pagamenti, la realizzazione degli interventi previsti sarà possibile soltanto a condizione che siano concretamente reperiti i finanziamenti necessari. I revisori invitano l’Amministrazione Comunale, e dichiarano di aver inoltrato più di un sollecito, ad effettuare una verifica della reale esigibilità delle entrate in modo tale da eliminare quelle non esigibili e con maggiore anzianità, e chiedono all’Ente di utilizzare gli strumenti messi a disposizione dalla Legge di Bilancio 2020 in merito alla riscossione al fine di conseguire una maggiore riscossione. Parliamo di proventi TARI, recupero dall’evasione sull’IMU, dei ruoli per sanzioni derivanti da violazioni al Codice della Strada, come pure da sanzioni ordinarie derivanti da violazioni al Codice della Strada. Sempre i revisori raccomandano di procedere con la massima sollecitudine al riconoscimento dei debiti fuori bilancio. Il voto sul Bilancio di Previsione 2021-2023 non dovrebbe essere l’occasione per celebrare ed esprimere un giudizio su un documento contabile fatto di aridi numeri confezionato da tecnici e dirigenti, senza connotazioni distinguibili e una marcata caratterizzazione, bensì l’appuntamento di rito per fare il punto sulla situazione politico-amministrativa della nostra Città. Con un’idea precisa della gestione della cosa pubblica, dando un segnale forte, per far emergere la volontà di trovare insieme una via d’uscita rispetto alle varie crisi che stanno affogando il territorio, solo aggravate dal Covid, ma già ampiamente diffuse prima della pandemia. Ovvio che quando parlo di uno sforzo comune mi riferisco ad un atto di maturità espletato nell’interesse dei Fondani tutti, pur nel distinguo dei rispettivi ruoli e delle differenze che ci sono, e sono evidenti, tra noi. Ma questo basilare atto contabile non è altro che un documento preconfezionato e blindato. Ed è evidente come la maggioranza non si sia impegnata a riallacciare i fili da tempo logorati e spezzati con i Cittadini, ma intende testardamente impegnarsi a rappresentarne una minoranza. L’incongruenza a Fondi sta proprio in questo: una maggioranza quasi bulgara in questo Consiglio che però rappresenta una parte minoritaria dei Cittadini di Fondi. Ma non sono qui a sottolineare e cercare responsabilità individuali. Bisogna, invece, pensare in grande, e in modo corale, perché qui è in gioco il futuro prossimo. E se è vero che il Bilancio è lo strumento col quale si governa la Città ed il territorio, ed è solo apparentemente uno strumento contabile, può essere indirizzato su due strade. L’una fatta di aridi numeri, senza un’anima, l’altra che parli di semi piantati per veder alberi nascere e crescere. Prima ancora dell’analisi ragionata sui numeri e sulle somme, che resta sempre importante, viene il ragionamento sull’avvenire. Fondi non compare più da tempo nel panorama politico regionale, non è più da tempo protagonista ma nemmeno attore dello scacchiere regionale, dove vive di “contentini” elargiti di tanto in tanto ma vede alcuni punti di riferimento storici sul nostro territorio sminuiti, sottovalutati, a volte ignorati. Il MOF, l’Ospedale, il Consorzio di Bonifica. In una Città dove edifici e strutture meriterebbero ben altra attenzione come gli uffici del Giudice di Pace, il vecchio Ospedale nel Chiostro di San Domenico, l’ex Clinica Accorinti, l’Impianto della Macchina vecchia di Pantano. Tutto questo benché ci spetti un ruolo di attore protagonista, nello sviluppo di tutto il comprensorio e del Lazio meridionale in particolar modo. Nella Nota Integrativa al Bilancio emerge il ruolo dei portatori di interesse, che andrebbero coinvolti, ascoltati, resi partecipi sostanzialmente, sulla scia dell’esperimento del Bilancio Partecipato di qualche anno fa. Perché Programmazione non faccia rima soltanto con compatibilità economico-finanziaria, e non tenga conto soltanto della possibile evoluzione nella gestione dell’Ente. Per questo, durante tutto il 2021, mi auguro che l’Amministrazione Comunale sappia istituire tavoli di confronto individuando i cosiddetti stakeholder, affinché questo dialogo permetta un salto di qualità. Al fine di aggiungere un altro fattore a Efficienza, Efficacia ed Economicità, ovvero i tre presupposti per garantire la conservazione dell’equilibrio tra entrate e uscite. Un fattore determinante che si chiama Partecipazione. Lo dico da sostenitore di un concetto fondamentale, che vuole la Politica prevalere sull’Economia. Per far sì che l’elemento dell’indirizzo politico e delle sue valutazioni ed indicazioni abbia sempre la meglio sugli aspetti prettamente numerici e spesso lontani dalla realtà delle cose. Sono fermamente convinto che nella macchina amministrativa di un Ente come il Comune di Fondi debba avere un ruolo fondamentale il vertice politico e chi ha il polso della situazione, territorialmente parlando. Se con l’Efficienza testiamo la capacità di spendere secondo il programma adottato, se con l’Efficacia facciamo in modo che le risorse vengano utilizzate in maniera tale da soddisfare le esigenze della collettività, se con l’Economicità verifichiamo che gli obiettivi siano raggiunti spendendo il meno possibile, con la Partecipazione costruiamo un modello unico nel suo genere. Il Cittadino che partecipa assume anche degli impegni, il Cittadino che partecipa viene responsabilizzato. Avrà nei prossimi anni quest’Amministrazione Comunale il desiderio di intraprendere un ulteriore passo verso la Partecipazione? Con un processo partecipativo, come quello che promuove il progetto o i progetti più votati dai Cittadini e dagli operatori economici, culturali e sociali del territorio, compresi quelli non residenti ma che nella nostra Città operano stabilmente. Un’opportunità di ascolto e confronto con la Comunità, poiché permette ai Cittadini di presentare Progetti vicini a necessità poco evidenti e di indirizzare le scelte dell’Ente sugli interventi pubblici da realizzare o sui servizi da implementare o migliorare. Progetti che rispettino vincoli di legge (urbanistici, ambientali, architettonici, ecc.). Elaborati che sia corredati da un numero minimo di sottoscrizioni, documentati da materiale fotografico e video, presentati all’Amministrazione Comunale. Progetti da includere nella programmazione economico-finanziaria del Comune di Fondi. Definendo un importo “dedicato”, ad esempio di 200.000,00 Euro, che possa finanziare iniziative sui lavori pubblici, per la promozione del territorio, il verde pubblico, la valorizzazione e promozione culturale, il supporto alle attività produttive, politiche sociali e di diffusione della pratica sportiva. Lo ritengo un reale strumento per il coinvolgimento dei Cittadini nella formazione delle scelte amministrative. Attraverso il Bilancio Partecipato possiamo costruire un rapporto diretto tra Cittadini e governance locale, possiamo davvero riavvicinare le persone e l’elettorato alla Politica e al Governo del territorio. Costituisce, dunque, un ponte tra la democrazia diretta e quella rappresentativa. Spesso, però, ci viene il dubbio che le vostre azioni siano concretamente volte ad accrescere certe distanze. Voglio aggiungere ancora qualche valutazione più precisa. Quando capiremo che il Mercato Coperto può diventare un centro di aggregazione e socializzazione unico nel suo genere in Provincia di Latina, con attività culturali pomeridiane e serali in grado di contribuire ad un rilancio della struttura ed una copertura delle spese di manutenzione che oggi ci vedono soccombere? Quando rivedremo le tariffe dell’utilizzo dei luoghi di produzione culturale della nostra Città? Con agevolazioni che seguano le iniziative realmente meritevoli di Patrocinio rispetto a manifestazioni commerciali che potrebbero garantire maggiori introiti alle casse comunali. Location che andrebbero finalmente potenziate se davvero vogliamo rispondere concretamente alle sollecitazioni dell’associazionismo culturale cittadino che permette ogni anno a quest’Amministrazione Comunale di fregiarsi per qualità e varietà di offerta. Sapremo sperimentare prima e attivare poi un processo nelle mense scolastiche per giungere all’obiettivo di “mense rifiuti zero”? Contribuendo ad un cambio delle abitudini e riducendo il monouso (posate, bicchieri, tovagliette, piatti e tovaglioli) che ogni giorno viene prodotto. Diminuire il consumo di acqua e bibite in bottiglia, promuovendo l’uso dell’acqua del rubinetto a scuola. Confrontandoci con le numerose realtà sportive cittadine riusciremo a definire un tariffario più equo per l’utilizzo delle strutture? Mi garantite che non accadrà più ad alcune società di dover rinviare, anticipare o addirittura emigrare per le proprie partite casalinghe perché il Palazzetto dello Sport deve ospitare un evento di “Forza Italia”? Vogliamo dire agli uffici che lo Stadio si chiama “Domenico Purificato” e non “Arnale Rosso”? Vogliamo capire che l’attività sportiva, come i servizi sociali e culturali, è l’ingrediente di cui abbiamo maggiormente bisogno per costruire una Città migliore? Ci daremo come obiettivo la realizzazione di una Cittadella dello Sport? NO al Bilancio di Previsione 2021-2023 perché… La Città che viene fuori da questo documento non è una Fondi inclusiva. Perché in questo Bilancio non c’è alcuna differenza tra emergenze e priorità. Non ambisce nemmeno lontanamente a diventare un laboratorio per l’innovazione urbana. Non mette le periferie al centro, ma le isola ancor di più. Non esprime concetti di identità e appartenenza. Non permette alla Città di tornare ad imporsi sulla scena commerciale del sud pontino. Non annovera la bellezza, come fattore trainante di una rigenerazione urbana degli spazi. Non valorizza la tradizione, il folklore, la storia del nostro territorio. Non migliora la qualità della vita e non si pone come obiettivo la creazione di una mobilità sostenibile. Non fa alcun riferimento alla creazione di un Municipio che si trasformi in una Casa di Vetro. Non sviluppa alcuna pratica per migliorare l’offerta occupazionale e dare prospettive ai nostri giovani. Non considera mai la creazione di nuovi parametri di Governo. Non fa nulla per ridisegnare la Città a misura di bambino, tantomeno di anziani e portatori di handicap. Fondi merita di più. Merita sfide affascinanti ed obiettivi ambiziosi, una visione coraggiosa e positiva.” Read the full article
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Non hanno atteso nemmeno l'alba. Come ladri qualunque sono arrivati nella notte, in forze però, ben protetti da leggi e scudi e manganelli, gli stessi che proteggono sempre banche, politici e padroni, quelli che ti sbattono fuori casa o ti manganellano quando perdi il lavoro. Ieri mattina no, la mattina del 30 novembre si sono presentati con qualche blindato, hanno bloccato quasi interamente via Malmusi alle persone e via Trento e Trieste al traffico per sgomberare l'ex Cinema Olympia, luogo storico della città e riaperto dopo 15 anni di abbandono. Si sono intrufolati alle cinque svegliando i compagni e le compagne che lo presidiavano. Impossibile resistere. Un ulteriore stabile ri-regalato al degrado, nonostante la presenza di centinaia di stabili dal valore inestimabile lasciati a marcire. Ci si è così riversati in consiglio comunale, dove abbiamo ottenuto un incontro immediato con alcuni assessori della Giunta comunale. Da quando era stato occupato lo spazio dell’Ex Cinema Olympia, infatti, si chiedeva a gran voce la possibilità di rendere stabile e fruibile al massimo questo percorso di autogestione, affinché diventasse punto di riferimento e alternativa per quanti chiedono spazio di ogni tipo in città. Questa trattativa hanno voluto intavolarla solo a sgombero avvenuto, cercando un rapporto di forza che fosse dalla loro, coscienti di quanto l’esperienza rinnovata dell’Olympia significasse un ponte reale fra attivisti e cittadini di ogni genere, quindi un problema per loro. Manco a dirlo, come avvenuto ogni volta, le distanze fra le parti sono siderali. Gli assessori raccontano una città che non esiste, si vantano di processi partecipativi con l’arroganza di chi sa di aver appena posto fine all’unico progetto in città che rappresentava un punto d’aggregazione e partecipazione attiva. Partendo da questi presupposti é dunque una farsa questa trattativa, come tali sono state le precedenti esperienze di incontro con le istituzioni a guida di un PD la cui legittimità scricchiola sempre di più. Si è concluso con l’impegno per un tavolo ulteriore fra due settimane e la nostra promessa di garantire la prima pagina dell’agenda di Muzzarelli alla questione degli spazi sociali. I progetti che la comunità che autogestiva l’Olympia portava avanti rappresentano ciò che la Giunta non può accettare: la possibilità che esistano autonome decisioni da parte di gruppi organizzati di cittadini e cittadine non sotto il loro diretto controllo. Ed è proprio la problematica del controllo a tenere banco nelle discussioni all’interno della governance modenese. Si sono resi conto che il controllo sulla città, in anni precedenti capillare, è oggi drasticamente calato. Il consenso della città verso il PD è scemato, così gli elettori e la capacità dei governatori di incidere sulle necessità delle persone. Oggi si cercano soluzioni fittizie, perlopiù improbabili, dove ad un problema come la crescente forbice sociale fra benestanti e poveri e lavoratori viene trattata negli incontri nei quartieri senza chiamare a parlare l’assessore alle politiche sociali, chiamando invece in forze rappresentanti della polizia. La decisione di sgombero arriva quindi sulla comprensione dell’alternativa politica che l’Ex Cinema Olympia rappresentava di fronte a politiche capaci unicamente di aumentare il numero di agenti schierati in strada, senza risolvere realmente i problemi. L’Ex Cinema Olympia invece dava alle persone la possibilità di incontrarsi e trovare soluzioni partecipate a questi problemi. Per chi autogestiva lo stabile queste soluzioni hanno trovato applicazione in cineforum, spettacoli teatrali e improvvisazioni, serate musicali, intrattenimento per i bambini del quartiere. Le iniziative proposte erano tantissime, tante da riempire l’intero programma deciso dall’assemblea fino in primavera. E’ un ulteriore attacco alla possibilità di riunirsi e partecipare attivamente alla vita politica e sociale cittadina. Il PD questa partecipazione vuole ammazzarla, e noi risponderemo con la forza delle tante persone che autogestivano quello spazio e la loro voglia di mettersi in gioco. Manifestazione cittadina domenica 3 dicembre per il recupero degli stabili abbandonati e per gli spazi sociali. Ore 15 in piazza Matteotti a Modena.
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È osceno. Se ci fosse stato un termine utile, sarebbe stato esattamente quello. La sua lingua fin troppo sapiente per essere virginea da tali prestazioni, le sue labbra peccaminose che seguono la linea del proprio membro, la suzione del proprio umore con un’espressione di sfida al mancato decoro di un uomo di alta borghesia. Reid è un dottore, un cattolico, un elemento di rispetto ed onore...eppure gli sta dando il miglior pompino della vita. E sogghigna a quella catena di pensieri, non rendendo partecipe il partner che si sta davvero impegnando a farlo ammattire. Per quanto egli gli ha afferrato la natica è spinto verso la sua bocca, ancora più in profondità, Geoffrey avvicina una mano sulla sua nuca, attraversa le dita sulla sua capigliatura scomposta e stringe delle ciocche fra le falangi, in modo tale da rallentare i suoi movimenti ed ottenere il controllo sulle sue azioni peccaminose.
“Vacci piano, dottore.” Mormora con la voce arrochita dalla secchezza dei precedenti gemiti “Non voglio divertirmi solo io. Sarebbe ingiusto.”
E dopo quelle ultime parole, allunga le braccia in avanti ed afferra le spalle dell’altro, costringendolo a stendersi con le spalle sul materasso. Frey è a cavalcioni, raddrizza la schiena muscolosa e flette le gambe, così da potersi sedere sul suo grembo. La mano destra si avvicina alle labbra del cacciatore, si abbassano tutte le dita tranne il medio che infila all’interno della bocca. Succhia, incatenando lo sguardo su quello di Jonathan, giusto per mostrare ciò che sta per compiere; una volta umidificata la falange, fa roteare il braccio e -mediante l’uso dei muscoli delle cosce - solleva i glutei, così da poter introdurre il medio all’interno dell’apertura. Deglutisce in un singulto silenzioso, chiude le palpebre per concentrarsi e comincia a preparare l’accesso per lui. Successivamente due dita, e dopo svariati minuti anche un terzo, rendendosi conto di essere ben dilatato per accoglierlo, così - molto lentamente - inizia a calarsi sul membro rigido, trattenendo lo sforzo ed i svariati dolori provocati dall’intrusione. Lo accoglie per intero, pazientemente, fino a riuscire a sedersi sopra di lui, riaprendo le palpebre colme di desiderio e ardore. Si muove, McCullum, un lieve movimento rotatorio per allentare ancor di più i muscoli rettali e sentirlo suo completamente.
"Ero solo, sono solo e lo sarò sempre. Lo sono sempre stato e lo sarò sempre..."
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via Yessgame http://bit.ly/2Yl6bRF
Days Gone è finalmente arrivato, e ci porta in un mondo dove la speranza di un domani migliore è un lusso che nessuno può permettersi.
Raramente capita che, nel mondo dei videogames, una SH attinga a piene mani da idee sviluppate da altri e ne faccia qualcosa di buono. Tanti sono gli esempi di scopiazzature fatte male, solo per poter far cassetta senza troppo impegno. Days Gone invece è lo stato dell’arte del “non originale”. Si tratta di un open world strutturato in maniera simile a Red Dead Redemption, con una storia zombie like a metà fra Walking Dead e The last of US, meccaniche survival (non troppo spinte) e un sistema di guida in puro GTA style. Ciò che più intriga di Days Gone è che ha preso tutti i suddetti elementi e li ha mescolati sapientemente in un prodotto davvero gradevole.
L’incipit della storia è un super classico: da un giorno all’altro si scatena un’epidemia che decima la maggior parte della popolazione globale, trasformando gran parte delle vittime nei cosiddetti “Furiosi” (gli zombi di turno). Appena avviato il gioco vedremo Deacon, il nostro alter ego digitale, alle prese con una rocambolesca fuga dalla città ormai infestata, insieme a sua moglie Sarah e l’amico Boozer. Sarah viene ferita e Deacon la mette in salvo in uno degli elicotteri della NERO (ente governativo nato con lo scopo di aiutare i sopravvissuti) diretto verso un campo profughi. Non potendo salire tutti e tre sull’elicottero, Deacon decide di rimanere insieme all’amico Boozer, che altrimenti da solo non avrebbe speranze di sopravvivere. Facciamo quindi un salto di due anni nel futuro; il mondo è radicalmente cambiato e i pochi superstiti si arrangiano come possono per tirare avanti. Alcuni si organizzano in campi dove risiedono pacifiche comunità, ma non mancano gli accampamenti di Predoni dediti a razzie di ogni tipo, né le sette di fanatici come i RIP, amichevolmente soprannominati “Ripugnanti”, non molto diversi dai predoni a conti fatti, ma sicuramente molto più coreografici nell’aspetto. Ovviamente i Furiosi vagano per il mondo di gioco in gruppi, se non addirittura in orde, rendendo la vita dei sopravvissuti ancora più dura. Lo scenario che ci si presenta è proprio quello di un’estinzione inevitabile della razza umana. Deacon e Boozer tirano avanti come “Randagi” e prestano il loro servizio come cacciatori di taglie ai vari campi della zona per sopravvivere. Da qui in avanti avremo il controllo della situazione.
Il nostro randagio di fiducia partirà con un arsenale piuttosto limitato che nel corso del tempo andrà ad aumentare sensibilmente. Il combat system è un mix fra quello di GTA e Last of US con combattimenti all’arma bianca, sparatorie e componenti stealth. Non manca una piccola componente RPG dedicata allo sviluppo delle abilità tramite l’acquisizione di punti esperienza. Per ogni livello di esperienza guadagneremo un punto abilità spendibile in una delle 3 specialità presenti: combattimento corpo a corpo, a distanza e sopravvivenza. Oltre all’avanzamento di livello, Deacon potrà aumentare i suoi parametri (HP, Vigore, Concentrazione) tramite degli iniettori, reperibili all’interno delle unità mediche della NERO. L’armamento a disposizione di Deacon spazia dalle pistole ai mitra, dai fucili a pompa a quelli da cecchino, e può fare sua qualunque arma imbracciata dai nemici che ha ucciso. Mentre per le armi primarie e secondarie il gioco mette a disposizione molte scelte, che offrono vantaggi e svantaggi in base ai nemici che si affrontano, la scelta dell’arma speciale risulta piuttosto limitata: molto presto nel gioco avremo accesso alla balestra che, a differenza dei fucili da cecchino, o i mitragliatori pesanti, permette di sparare dardi multiuso in completo silenzio, senza contare che i proiettili possiamo costruirceli da soli tramite il comodo menù radiale dedicato al crafting. Un’arma decisamente più versatile di qualsiasi altra. Lavorando per gli accampamenti dei profughi alzeremo il nostro livello di fiducia nei loro confronti e questo ci darà accesso a nuove armi, accessori e componenti della moto. Comprare un’arma in un accampamento, ci darà l’accesso permanente a quell’arma (a differenza di quelle raccolte dalle nostre vittime) tramite gli armadietti delle armi che troveremo sparsi nel mondo di gioco. Il sistema di crafting è semplice ed efficace, e oltre a permetterci di riparare la nostra moto, durante gli spostamenti, potremo creare bende per curarci, molteplici granate artigianali, svariate armi da mischia e dardi per balestra. Come in ogni survival che si rispetti il nostro mezzo di locomozione andrà migliorato e accudito. La moto con cui partiremo sarà un catorcio raccapricciante, con un serbatoio in grado di farci coprire solo brevi distanze e prestazioni motoristiche più vicino a quelle di un triciclo che di una moto da strada. Ben presto però della moto iniziale resterà solo il ricordo e già verso metà della campagna di gioco avremo un mezzo di tutto rispetto, quasi totalmente aerografato, in grado persino di portare munizioni aggiuntive ed effettuare scatti a velocità sostenuta grazie all’upgrade NO2.
Oltre agli avversari umani avremo a che fare con diverse varianti dei Furiosi come Colossi, Sirene, animali mutati e chi più ne ha più ne metta. Ogni tipologia di avversario richiede una strategia differente, ma ben presto capirete che lo stealth premia moltissimo, complice la non brillantissima IA del gioco, che rappresenta di sicuro il peggior difetto del gioco. Non sarà raro riuscire a eliminare un intero campo di Predoni senza che nessuno di loro si accorga della vostra presenza, e aggirare gli infetti, per poi colpirli alle spalle uccidendoli all’istante, sarà fin troppo facile. Discorso diverso sono le Orde di infetti, che non potrete di certo prendere di sorpresa. Solitamente composte da un centinaio (sì, proprio un centinaio) di Furiosi vi daranno del filo da torcere. Basta che anche un solo elemento si accorga della vostra presenza perché tutta l’orda si scagli al vostro inseguimento e nelle prime fasi di gioco non vi resterà che fuggire cercando di arrivare alla moto prima di essere raggiunti e fatti malamente a pezzi. L’effetto su schermo è davvero notevole e il senso d’impotenza che si prova quando venite inseguiti è tangibile. Una volta che però avrete i progetti, e i componenti necessari, per creare trappole esplosive e diversivi sonori, utili ad attirare i Furiosi in un punto preciso, avrete la possibilità di sterminare intere orde e sarà molto appagante.
Ciò che però rende Days Gone un titolo degno di essere un’esclusiva Sony sono la scrittura dei personaggi, la narrativa e il superbo doppiaggio in italiano, probabilmente il migliore da anni. Tutte le avventure secondarie che Deacon svolgerà saranno accompagnate anche dalle storie dei comprimari, tutti personaggi sapientemente caratterizzati, molti dei quali bucano lo schermo e spingono il giocatore ad affrontare tutti gli elementi subalterni alla campagna principale, che come longevità si assesta da sola sulle 35 ore, senza sentire il peso della ripetitività. Seppur le attività a disposizione siano molte, se la parte narrativa non fosse all’altezza il giocatore meno paziente sarebbe tentato di abbandonarle in favore della campagna principale. Oltretutto, il completamento delle missioni secondarie fornisce l’accesso a progetti utili per il crafting che facilitano non poco la vita di Deacon. Seppur la storia principale di Days Gone sappia di già visto, e non si possa definire originalissima (anche i twist plot possono essere tranquillamente intuiti), impersonare Deacon è un piacere raro. Bend Studio è riuscita a caratterizzare il suo protagonista in maniera magistrale, e a farci diventare partecipe dei suoi dilemmi morali e non. Il rapporto fra Deek e Boozer, che è più un fratello che un amico, il dilemma di aver perso ogni traccia di Sarah la notte della fuga, senza sapere se sia ancora viva oppure no, fanno da corollario ad una serie di eventi che porteranno il protagonista, inizialmente arresosi al proprio destino, ad avere un obbiettivo, un fine. L’effetto “serie TV” in questo titolo è altissimo, e finita una missione non cala mai la voglia di proseguire, non tanto per il gameplay in sé, ma per la “necessità” di sapere come la storia continua e come si evolveranno i personaggi. Dal lato tecnico qualche problema c’è, il frame rate su PS4 standard è un po’ ballerino e capita sovente di vedere glitch grafici o pop-up, in alcune cut scene l’audio è fuori sincronia di diversi secondi e i caricamenti durante gli spostamenti veloci sono un po’ lenti e fin troppo presenti in molte missioni della campagna principale e alcune secondarie spezzando così l’azione. L’IA, come già detto, non è delle migliori e il giocatore smaliziato saprà presto avere ragione del gioco sfruttando l’incapacità di aggirarvi dei nemici. Artisticamente il gioco però è davvero ben realizzato e perdersi fra boschi dell’Oregon e le sue strade è davvero un piacere per gli occhi. Days Gone è un titolo ben assemblato, seppur non originale; getta le basi per un franchise che sicuramente avrà molto da dire nei prossimi anni di Sony, una buona esclusiva che spicca grazie alla sua ottima narrativa e i suoi personaggi caratterizzati alla perfezione. Se cercate lo stato dell’arte dell’open world non lo troverete qui, ma state pur certi che seguire le vicende di Deacon vi divertirà non poco.
Days Gone: Svelate le edizioni speciali
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L'articolo Recensione: Days Gone Originale puoi leggerlo direttamente Yessgame Autore Hyunkel76
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Per un pelo! (da leRealtàParallele1)
Sono un bastardo! Scusa, ma è il mio stato d’animo in questo momento. Ma devo ringraziarti. Se non avessi trovato un tuo libro aperto sul tablet di mio figlio, ora... non ci voglio neanche pensare.
Parto, facendo una premessa. Mi sono reso conto di non essere stato un buon padre. Ho dato per scontate tante cose, senza tener conto delle eventuali conseguenze.
Ho due figli, un maschio e una femmina. Purtroppo non li ho seguiti come avrei dovuto, impegnato nel lavoro da mattina a sera. Nel convincimento di fargli avere il meglio – ma mi sono reso conto che era puro egoismo il mio, volevo che avessero tutto ciò che desideravano, perché la gente dicesse... guarda il padre, non gli fa mancare nulla – sono arrivato oltre i limiti, lavorando anche quattordici ore al giorno, e trascurandoli nel periodo più delicato della loro vita: l’adolescenza.
Mirko è sempre stato un ragazzino pieno di vita, sorridente e desideroso di imparare, ma anche riservato sulle sue cose e un po’ lo rivedo in Nick.
Il grande rimpianto è il non aver colto i piccoli segnali che il ragazzo mandava. Non essendo quasi mai a casa, ho investito mia moglie di un compito che, se per la ragazza è stato semplice, è risultato arduo per il maschio. Di certo il ragazzo non si sarebbe mai confidato con la madre, su argomenti delicati. Se ci fossi stato io, magari mi avrebbe reso partecipe, ma questo non lo saprò mai.
Anche quando la madre mi diceva di notare un cambiamento in lui, non gli davo peso. Le dicevo che era naturale, che stava cambiando, crescendo e di non preoccuparsi. Questo le dicevo, maledetto me!
E lui, schivo e riservato, viveva il suo dramma interiore da solo. Posso solo immaginare come si sentisse a non potersi confidare con nessuno. Ora che conosco parte della storia, sto male per lui.
Visto che aveva vergogna di confidarsi con me, gli ho chiesto di scriverti una lettera, di fare uno sforzo raccontandoti la sua storia. Il resto lo racconto io.
Ciao, mi chiamo Mirko e sto per compiere diciassette anni. Mi sento attratto dai ragazzi da un paio di anni. È la seconda volta che mi confido con qualcuno su quest’argomento. La prima è stata con un compagno di scuola e ha provocato in me, un profondo disagio. Io e Sergio, siamo sempre stati amici, dalle medie. Stavamo sempre insieme e abbiamo condiviso sempre tutto. Credevo fosse il mio amico del cuore. Credo che tutto abbia avuto inizio un giorno, quando venne a casa con una rivista per soli adulti che aveva preso al padre e insieme abbiamo scoperto la nostra sessualità. Abbiamo anche giocato fra noi, ci siamo confrontati sulla nostra virilità e in seguito, guardando dei filmati porno su internet, anche masturbati insieme. Lì mi sono accorto che, mentre lui guardava le donne dei video, fantasticando su di esse, io mi sentivo più attratto dai maschi. Ma il dramma per me è iniziato alla fine dell’estate successiva, a mare, l’ultimo giorno prima dell’inizio della scuola. Avevamo scoperto una spiaggia dove praticavano nudismo e andavamo a spiare. Un giorno vedemmo due uomini fare sesso e lui sembrò interessato, quindi mi feci coraggio e glielo toccai, chiedendogli di fare quello che facevano loro. Apriti cielo! Il giorno dopo lo seppe tutta la scuola, addirittura andò raccontando che io avevo fatto delle cose con quei due e volevo le facesse anche lui. Da allora tutti i giorni venivo deriso, addirittura vessato. Fu un anno d’inferno. Mi prendevano in giro, mi facevano scherzi idioti, mi facevano trovare delle banane, mi malmenavano e addirittura tentarono di violentarmi, mi salvò un professore appena in tempo. Stavo male, non avevo la forza per ribellarmi, non sapevo come mettere a tacere quelle voci... temevo che prima o poi lo scoprissero genitori e parenti. Ero entrato in un vortice che mi inghiottiva e non sapevo che fare. Per non destare sospetti, uscivo, ma andavo in posti dove ero sicuro di non incontrare nessuno della scuola. Mi sentivo sempre più spesso la testa che mi scoppiava. Pensai di scappare per sempre, ma dove? Verso la fine dell’anno, qualcuno pubblicò sul social network, dei fotomontaggi che mi ritraevano nudo con altri ragazzi.
Sempre più spesso pensavo che il migliore dei modi per far smettere quella tortura fosse farla finita. Alternavo quel pensiero, con lo svelare tutto ai miei, prima che lo sapessero da altri. Iniziai a cercare su internet, un’idea per confessare, quando per caso scoprii uno dei tuoi libri. Lo acquistai con l’account di papà e lo lessi tutto d’un fiato. Quante cose in comune avevamo io e Niccolò, ma non ritenevo possibile che mio padre si comportasse come il padre di Nick, ero sicuro che avesse avuto la stessa reazione di quello di Guido.
Sognavo un finale come nel libro, con il mio papà che mi accettava e sosteneva. Me ne stavo convincendo, ma poi due giorni prima di mettere in atto il piano pronto da tempo, io e lui avemmo un brutto litigio. Minacciò di cacciarmi di casa e a me crollò il mondo addosso.
Avevo sottolineato alcune parti del libro e le leggevo e rileggevo, soprattutto la parte dove Roberto accettava il figlio e addirittura lo consigliava nei confronti di Guido. Di quando lo portò su quel pontile e lo chiamava cucciolo. Desideravo facesse la stessa cosa mio padre, una volta confessatogli la verità, ma ebbero la meglio i pensieri negativi. Le sue urla e le minacce.
Scappai via, lasciando lì il tablet, il cellulare... tutto. Vagai senza meta per tutta la giornata, alla ricerca del posto giusto. Pensai al tetto della scuola, al lago, di andare su in montagna, e tanti altri posti. Alla fine lo trovai. Papà mi portava ogni tanto, quando ero più piccolo, a guardare i treni da un cavalcavia pedonale. Come mi piaceva guardare i treni che sfrecciavano sotto di noi, sbucando dalla montagna e, nonostante sapessimo quando si avvicinavano, dal ponte che iniziava a tremare tutto, mi facevano sempre sobbalzare quando uscivano dalla galleria. Deciso!
Ero dall’altra parte della città e avevo già camminato tanto, ero stanco, avevo fame, ma non me ne curai, a che sarebbe servito? Finalmente alle dieci di sera, arrivai a quel cavalcavia. Era da un po’ che non ci andavo e, cavolo, avevano messo le protezioni alte. Dovetti riposarmi, non ce la facevo a scavalcarle. Mi sedetti a riposare, ma mi addormentai.
Mi svegliai a notte fonda, tutto dolorante e infreddolito.
Cavolo mi dissi, ora mi toccherà aspettare l’alba perché ricomincino a passare i treni. Cercai di scaldarmi, andando su e giù per il ponte e attesi la mattina, cercando nel frattempo il modo per scavalcare la recinzione... alle otto il traffico dei treni aumentò. Io avevo trovato un buco e con molto sforzo lo stavo allargando per poterci passare.
Avevo la mente talmente offuscata, da non pensare al dolore che avrei provocato ai miei genitori. Ma davvero quella situazione per me era diventata insostenibile. Era arrivato il momento. In capo a pochi minuti, avrei smesso di soffrire, per sempre!
Alle due del giorno prima, mi chiamò mia moglie allarmata. Mirko non era tornato ancora e un suo amico le aveva detto che non era andato a scuola. La rassicurai, dicendole che aveva marinato la scuola e se n’era andato a zonzo con gli amici. Non mi preoccupai.
Ma mia moglie non ne era convinta. Mirko tornava sempre a casa se non entrava, poi lei aveva notato un certo malessere nel ragazzo che, dopo il litigio che avevamo avuto, si era acuito. Mi richiamò dopo un’ora:
«Piero, corri subito, ti prego, è successo qualcosa a Mirko…»
Aveva, rovistando fra le sue cose in cerca di qualche indizio, trovato sul tablet del ragazzo quel libro aperto.
Leggendo le parti evidenziate, ma soprattutto le note alle quali il ragazzo aveva affidato il suo stato d’animo, le venne un brivido freddo. Aveva capito cos’era quel malcontento che accompagnava il figlio da qualche tempo e da una frase, ciò che aveva intenzione di fare.
Quando anche io lessi con attenzione, mi precipitai a casa dell’amico di Mirko, il quale all’inizio negò, ma poi capendo la gravità della situazione, raccontò a me e al padre tutto ciò che era successo in quegli ultimi mesi. Il padre del ragazzo, allibito dal comportamento del figlio, mi aiutò nella ricerca. Girammo per tutta la città dividendoci. Ci eravamo fatti dire i posti che con Mirko frequentavano e che significavano qualcosa. Allertammo la polizia che ci aiutò nelle ricerche, ma di Mirko non c’erano tracce.
All’una di notte, ancora nulla. La disperazione prese il posto della speranza. Avevo un bruttissimo presentimento, ma per fortuna negli ospedali non avevano ricoverato nessuno e non c’erano state segnalazioni di incidenti o su… non riesco tutt’ora a pronunciare quella parola.
Alle sette del mattino, il padre dell’amico di Mirko, dovette andare. Doveva prendere il treno per andare al lavoro.
Un’illuminazione! Il treno! Poi lo sconforto. Alla stazione c’era la polizia…
Ma se invece… chiamai il responsabile e gli esposi i miei timori. Mandò immediatamente a controllare tutti i cavalcavia del comune.
Ebbi un crollo psicologico. Avevo l’immagine di un treno che arrivava a tutta velocità sempre davanti agli occhi, mi sedetti sul marciapiedi. Piangevo senza controllo, quando una grossa betoniera, fece tremare la strada. Mi alzai di scatto e presi a correre più velocemente possibile. Era solo una possibilità, ma piuttosto che rimanere a compiangermi, dovevo tentare.
Percorsi di corsa il chilometro scarso che mi divideva da quel cavalcavia. Giunsi stremato, il cuore mi scoppiava, e quando da lontano, lo vidi che stava scavalcando le barriere, mi venne un forte dolore in petto. Caddi a terra, ma riuscii a urlare…
«Mirko, figliolo. Aiutami ti prego.»
Lui si voltò, ma così facendo perse l’equilibrio già precario e cadde verso i binari, rimanendo impigliato con il piede nella recinzione.
Il dolore al petto era allucinante, ma mi rialzai e, aiutato da un passante, raggiunsi mio figlio. Subito dopo arrivarono polizia, ambulanza e vigili del fuoco, allertati da qualcuno che aveva visto il ragazzo comportarsi stranamente.
Venne bloccato immediatamente il traffico ferroviario e i vigili si posizionarono sui binari con il telo di salvataggio.
Lo tirarono su e lo feci venire vicino, mentre mi prestavano i primi soccorsi.
«Mirko, piccolo, ma che volevi fare? Mi hai fatto quasi morire dallo spavento.»
Per la tensione e lo sforzo, avevo avuto un infarto.
Nell’ambulanza persi conoscenza. Quando mi svegliai, per fortuna ero fuori pericolo. Mirko, seduto in un anglo della stanza, piangeva.
«Piccolo, vieni qui?»
«Papà, perdonami. Non volevo… sono proprio un fallimento totale!» Mi disse.
«Che dici, smettila. Come ti senti?»
«Io? Tu come stai… per colpa mia stavi morendo. Non me lo perdonerò mai.»
«A dire il vero lo hai salvato, ragazzo. Era solo questione di tempo, e se si fossero otturate completamente le arterie, non ci sarebbe stato nulla da fare.» Gli disse il dottore entrando.
«Hai visto? Ti devo la vita. Ma mi sarei sacrificato ben volentieri pur di salvarti.»
Fui dimesso dopo dieci giorni e durante la convalescenza cercai di stare vicino a Mirko, parlarci, convincerlo. Ma ormai il danno era irreversibile. Aveva anche provato a tornare a scuola, ma presero a deriderlo anche per il tentativo che aveva compiuto, che nel frattempo era divenuto di pubblico dominio.
La cattiveria delle persone, anche se ragazzini, può essere un peso insostenibile. Tanto che prendemmo una decisione, tutti insieme. Cambiare totalmente vita.
Il mese scorso, dopo aver venduto l’attività, abbiamo deciso di trasferirci in un’altra città e ricominciare da zero. Né io né mia moglie abbiamo trovato difficoltà. I ragazzi si stanno ambientando velocemente e spero che il mio Mirko, dopo avergli fatto alcune raccomandazioni, viva serenamente e senza paura la sua vita.
Abbiamo parlato tanto e ho deciso di stare di più con la famiglia… la cosa più importante che ci sia nella vita di una persona.
#adolescenza#adolescenti#ragazzi#omosessualità#adolescenza e omosessualità#genitori#genitori e figli#padri#padri e figli#coming out
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WANDA FERRO: UNICA VERA PRIORITA' DEL GOVERNO, LA SPARTIZIONE DELLE POLTRONE.
«Chi pensa che il governo in questo momento si stia preoccupando di procurare respiratori per le terapie intensive o di salvaguardare il sistema produttivo della Nazione dalla crisi economica e delle speculazioni finanziarie si sbaglia di grosso. C’è una sola task force pienamente operativa ed è quella in cui grillini e sinistra stanno litigando per spartirsi centinaia di poltrone di enti pubblici e grandi aziende di Stato». E' quanto afferma il vice capogruppo alla Camera di Fratelli d'Italia, Wanda Ferro, che prosegue: «Mentre tutta l’attenzione è rivolta all’emergenza sanitaria ed economica, il governo “che non lavora con il favore delle tenebre” ha prima indebolito il ruolo di controllo del Parlamento, per poi procedere al rinnovo dei vertici di Inps e Inail e di aziende come Enel, Poste, Eni, Leonardo. Ci vuole davvero faccia tosta ad appellarsi allo spirito di collaborazione istituzionale, per poi avventarsi in maniera famelica sulle partecipate per accaparrarsi le poltrone dei consigli di amministrazione. Noi di Fratelli d’Italia - conclude l'on. Wanda Ferro - abbiamo chiesto il temporaneo congelamento delle nuove nomine dei vertici delle partecipate pubbliche, perché riteniamo che in questo momento delicato per la Nazione vada garantita la stabilità e la continuità gestionale delle aziende, per tutelare i nostri asset strategici dalla crisi e dalle speculazioni». Read the full article
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SAN BENEDETTO – Il vicepresidente Giacomo Massimiani ha convocato per venerdì 20 dicembre, con orario d’inizio formalmente fissato alle 15, l’ultimo consiglio comunale del 2019 con nove punti all’ordine del giorno. Si segnalano:
– Le interrogazioni di Curzi (sul muro edificato tra via Manzini e via Tosatti nel quartiere Salaria), e Muzi (che ne ha presentate due: una sulle azioni di contrasto al fenomeno dell’abbandono selvaggio dei rifiuti e una sui provvedimenti necessari a salvaguardare dall’erosione costiera la torre del porto della Sentina).
– La comunicazione del prelevamento dal fondo di riserva di 27mila euro per fare fronte al pagamento dell’IVA.
– La deliberazione in merito al processo di razionalizzazione periodica delle società partecipate dal Comune che deve essere approvata entro il 31 dicembre di ogni anno. Per quanto concerne il Centro Agroalimentare Piceno, la delibera, richiamando la recente mozione approvata dal Consiglio su proposta del gruppo di Fratelli d’Italia, ribadisce che, pur non essendoci obbligo di vendere le quote di proprietà del Comune, l’Amministrazione comunale conferma la volontà di vendita “con riserva di valutare le eventuali future opportunità di mercato che si dovessero presentare e che arrecherebbero maggior beneficio alla collettività e all’ente comunale”.
Per quanto riguarda Picenambiente spa, la delibera ricorda il recente pronunciamento del TAR che ha annullato la delibera del Consiglio comunale di un anno fa con cui il Comune riconosceva che la PicenAmbiente spa non è solo una società “a partecipazione pubblica” ma anche “a controllo pubblico”.
“A seguito della sentenza – si legge nell’atto – il comune di San Benedetto del Tronto si riserva ogni opportuna valutazione nel merito”. Nessun problema per Azienda Multi Servizi, totalmente di proprietà comunale, CIIP e START, con quest’ultima che, dopo quattro anni di risultati di esercizio negativi, con il bilancio chiuso al 31 dicembre 2017 è tornata in utile per oltre 350mila euro, risultato confermato anche nel 2018.
– Le mozioni di Del Zompo (per impegnare il Sindaco a raccordarsi con gli altri sindaci della Vallata affinché si chieda al Prefetto di intervenire su ANAS per un’accelerazione dei lavori sull’Ascoli Mare e migliorare la sicurezza degli automobilisti) e di Troli e Falco che chiedono entrambe la concessione della cittadinanza onoraria ad Egea Haffner, figlia di un infoibato, una delle vittime italiane ancora viventi del forzato abbandono delle terre istriane nell’immediato dopoguerra.
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Più Solbiate - Linee Programmatiche di Mandato 2019 - 2024
COMUNE DI SOLBIATE OLONA (VA)
Linee Programmatiche di Mandato 2019 - 2024
Introduzione
L’obbiettivo principale mio e del gruppo Consigliare PIU’ SOLBIATE, uscito vittorioso dalla tornata elettorale dello scorso 27 Maggio 2019, e’ quello di consegnare ai Cittadini Solbiatesi un Paese migliore rispetto alla situazione esistente al momento dell’insediamento.
A tale scopo fondamentale sara’ tener fede alla visione del Paese che Verra’ che e’ stata presentata ai Cittadini e che si e’ rivelata vincente. La stessa trova la sua sintesi nel motto utilizzato durante la campagna elettorale: una Solbiate piu’ Verde, Piu’ Giovane e Piu’ Sicura.
Linee Programmatiche
Il programma premiato dalle urne si sviluppa attorno a 7 progetti da realizzare nei 5 anni del mandato elettorale come di seguito:
1. Un ambiente piu’ sano in cui vivere
2. Partecipazione e trasparenza nella gestione dei soldi pubblici
3. Un Paese per i Giovani
4. Avere cura delle piccole e delle grandi cose
5. Sicurezza a tutto campo
6. Scuola, Cultura e inclusione sociale: nessuno deve restare indietro
7. Sport e Associazioni: il tessuto vivo del Paese
Linee Programmatiche
Le priorita’ per i primi sei mesi del mandato elettorale
Durante la campagna elettorale erano gia’ state individuate e proposte ai Cittadini una serie di priorita’ trasversali ai suddetti progetti che si intendono realizzare nei primi sei mesi del mandato amministrativo e per le quali sono gia’ state intraprese azioni specifiche.
Le stesse sono come di seguito:
Effettuare una attenta ricognizione iniziale:
· delle risorse disponibili nel bilancio comunale (parte corrente e capitale, crediti e debiti, tesoreria, gestione patrimonio, recupero evasione, contenziosi);
· dello stato della Solbiate Olona Servizi S.r.l. e delle altre partecipate;
· dei contratti e delle convenzioni in essere, con particolare focus sulla gestione della Piscina e della Farmacia;
· dell’efficienza e dell’efficacia dell’organizzazione comunale.
Tale attivita’, sicuramente la piu’ importante tra quelle da svolgere nei primi 6 mesi, e’ volta a comprendere la situazione dell’ente comunale all’inizio del mandato elettorale alla luce delle scelte e degli impegni presi prima dell’avvento della nuova amministrazione, quindi senza ancora considerare le iniziative che sono parte delle linee programmatiche 2019 - 2024. La stessa e’ gia’ stata avviata e ci si aspetta di presentare i primi risultati entro il 31 Luglio 2019 in occasione della verifica circa il permanere degli equilibri generali di bilancio per l’anno in corso ex Art. 193 T.U.E.L.;
Ripristinare e rilanciare le Commissioni Comunali quali organi di partecipazione dei Cittadini. Attualmente e’ stata avviata una attivita’ di ricognizione (quali commissioni esistevano nel passato e se i relativi regolamenti sono ancora validi o meno), nonche’ si e’ iniziato a lavorare su come soddisfare i nuovi fabbisogni (es. Consulta Giovani con predisposizione del relativo regolamento);
Aumentare la quota di riciclo dei rifiuti, collocare in Paese appositi cestini per la raccolta differenziata e introdurre la tessera nominale per l’accesso alla piattaforma ecologica. Tali attivita’ sono gia’ state avviate dall’Assessorato competente;
Riportare le tariffe e la durata delle concessioni cimiteriali ai valori precedenti a quelli attuali. Fondamentale per la realizzazione di tale punto sara’ il risultato della verifica in corso sulle risorse a disposizione. In parallelo e’ stata avviata anche una attivita’ di ricognizione sulla situazione esistente;
Rilanciare l’esperienza del consiglio comunale dei Ragazzi e istituire la Consulta Giovani (cosi’ come gia’ menzionato piu’ sopra al al punto 3.);
Avviare uno studio circa i possibili utilizzi dell’ex Centro Femminile in ambito sociale e/o di social housing. Tale immobile risulta in carico alla Solbiate Olona Servizi S.r.l.. Stiamo ora occupandoci della sostituzione dell’attuale Liquidatore a seguito delle sue dimissioni;
Rivedere lo spostamento dell’area feste con cancellazione dell’attuale progetto e l’ammodernamento dello spazio attuale. Qualora cio’ non fosse possibile, destinazione a diverso utilizzo della nuova area. A tal proposito abbiamo gia’ avviato un confronto con l’operatore privato per rivedere l’attuale convezione in essere relativa all’insediamento TIGROS, nell’ambito della quale ricade la realizzazione della nuova area feste;
Attivare il CONTROLLO DI VICINATO su tutto il territorio comunale. L’Assessore competente si sta gia’ muovendo per realizzare tale intento elettorale;
Affidare alla Protezione Civile l’informazione alla popolazione sugli scenari di rischio e le relative norme di comportamento. Si e’ gia’ tenuto un primo incontro nel quale l’Amministrazione ha informato la ProtCiv circa tale aspettativa;
Favorire la conoscenza dell’educazione civica e stradale mediante incontri con esperti ed esponenti delle istituzioni. Tale punto e’ gia’ stato inserito nel calendario di attivita’ dell’Assessore competente;
Ripristinare il contributo spese di trasporto per i ragazzi delle scuole superiori su base ISEE e rilanciare il PEDIBUS. A parte la seconda attivita’, la prima passa per forza dalla revisione delle risorse disponibili in corso;
Sostenere l’acquisto di supporti extra-scolastici con l’erogazione di contributi su base ISEE. Anche qui in primis si rende necessario completare la ricognizione delle risorse disponibili;
Riconsiderare il progetto di spostamento Mensa Scuola Elementare / Biblioteca / Centro Anziani per ottimizzare le risorse, definendo in primis la strategia per la Biblioteca che deve divenire un luogo multimediale di promozione della cultura e di aggregazione dei Cittadini. Sono gia’ partite le prime verifiche tecniche del progetto, nonche’ si vuol ripristinare al piu’ presto la Commissione Biblioteca per occuparsi sin da subito di progettare il futuro assetto da dare alla stessa;
Rilanciare i rapporti e il sostegno alle Associazioni operanti sul territorio comunale quali parte attiva ed integrante della comunita’ locale: spazi adeguati, supporto alle iniziative e delega di attivita’ comunali. Anche qui l’Assessore competente e’ gia’ al lavoro per l’attuazione di quanto sopra.
Linee Programmatiche
Gli altri interventi da realizzare durante il mandato quinquennale
Di seguito le altre iniziative da realizzare durante il mandato quinquennale con riferimento ad ogni progetto individuato nel programma elettorale premiato dagli Elettori:
Un ambiente piu’ sano in ci vivere
· Creazione di una “cintura verde” intorno all’abitato preservando il patrimonio boschivo esistente e il fondovalle, piantumando nuove aree, lanciando il bosco diffuso per i nuovi nati, realizzando percorsi storico-naturalistici e ciclo-pedonali, rendendo disponibili spazi di socializzazione intergenerazionali e istituendo orti urbani
· Adottare impianti ad energie rinnovabili in tutti gli immobili e gli impianti comunali. Visti gli alti costi di gestione degli edifici e degli impianti Comunali per la componente energia (possiamo tranquillamente definirli “energivori”), la realizzazione di tale punto diviene una priorita’ rilevante
· Promuovere la collaborazione tra i comuni della Valle per la creazione di una Consulta del Verde per l’ulteriore rivalutazione del Fondovalle, anche attraverso la cancellazione del progetto relativo alla costruzione delle vasche in cemento attualmente previste in un’area di fuoriuscita naturale del fiume Olona. Al momento abbiamo gia’ dato adesione ufficiale al progetto per l’”Ecomuseo della Valle Olona”
· Valutare la viabilita’ urbana ed extra urbana per l’efficientamento del traffico e la conseguente riduzione dell’inquinamento, nonche’ possibili sistemi per la riduzione del rumore derivante dallo stesso
· Lanciare progetti di adozione e ricovero per i nostri amici animali, creare aree di sgambo per i cani, sistemare le colonie feline, installare erogatori di sacchetti per la raccolta delle deiezioni e posizionare mangiatoie per i volatili
Partecipazione e trasparenza nella gestione dei soldi pubblici
· Assicurare una informazione on-line efficiente affiancata da un giornalino aperto alle minoranze
· Assicurare la partecipazione dei Cittadini alla gestione del patrimonio comunale attraverso il bilancio partecipato e la trasparenza dei conti
· Formare un addetto/a per la ricerca, conoscenza e trattazione di bandi regionali, nazionali ed europei per il recupero di possibili risorse economiche volte a finanziare gli interventi di programma
Un Paese per i Giovani
Lanciare, sulla base dell’esperienza di Comuni limitrofi, un Patto Educativo Territoriale rivolto ai giovani che favorisca la collaborazione tra scuole, famiglie e Associazioni per lo sviluppo di politiche giovanili integrate
Individuare e rendere disponibile uno Spazio Giovani che funga da officina di idee culturali ed imprenditoriali con il sostegno di bandi comunali
· Utilizzare la Dote Comune nell’ambito della promozione della Cittadinanza Attiva per favorire percorsi di stage/tirocinio e la Leva Civica per i giovani tra 18 e 29 anni
Avere cura delle piccole e delle grandi cose
Assicurare una maggiore cura del bene comune (es. marciapiedi), ripristinare la casetta dell’acqua e aggiungere un distributore di latte fresco. A tal proposito, si stanno gia’ raccogliendo tutte le segnalazioni, e sono davvero tantissime, pervenute dai cittadini circa manutenzioni che si rendono necessarie nel territorio comunale
Tutelare il territorio evitando l’espansione delle aree edificabili e sostenendo la possibilita’ di recuperare gli edifici civili e industriali dismessi secondo criteri “verdi” favorendo cosi’ il rinnovo del centro del Paese e l’aperura di esercizi di vicinato sull’asse centrale, nonche’ creando opportunita’ per le piccole imprese edili locali
Valorizzare gli edifici esistenti di archeologia industriale collaborando con i privati per il loro recupero e rilancio
Sicurezza a tutto campo
· Assumere un/a nuovo/a operatore/operatrice di Polizia Locale al fine di potenziare il presidio del territorio comunale
· Promuovere la creazione di un comando unico di Polizia Locale con gli altri Comuni della Valle con integrazione dell’attuale contratto con l’Istituto di Vigilanza Privata
· Potenziare il sistema di videosorveglianza del territorio comunale, con particolare attenzione alle zone soggette a vandalismi e disturbo della quiete pubblica, e posizionare, come si sta gia’ facendo, fototrappole in zone soggette ad abbandono rifiuti
· Sviluppare una “app” che consenta ai Cittadini di segnalare immediatamente situazioni di criticita’
Scuola, Cultura e inclusione sociale: nessuno deve restare indietro
Istituire un corso di primo soccorso pediatrico e fornire un kit di benvenuto ai nuovi nati che consenta ai Genitori di far fronte ai primi giorni di vita
Mantenere ed estendere i servizi di counselling, refezione scolastica, centri ricreativi estivi e di pre e doposcuola, attivare un servizio di doposcuola che dia particolare attenzione agli alunni che presentano difficolta’ di apprendimento o bisogni educativi speciali, rafforzare gli interventi di tutoraggio/orientamento per i ragazzi che devono affrontare la scelta delle scuole superiori e/o di quale lavoro svolgere anche attraverso testimonianze di esperienze fornite direttamente dai Cittadini e il contributo dei Centri per l’Impiego
Lanciare una Commissione Mensa con lo scopo di educare alla sana alimentazione e individuare iniziative in collaborazione con le Associazioni e le Aziende Agricole locali volte a favorire la conoscenza delle tematiche nutrizionali
Continuare l’erogazione del contributo allo Studio per gli studenti meritevoli estendendolo anche a tutti coloro che si distingueranno in percorsi extra-scolastici (es. arte, imprenditoria, musica, ecc.),
Supportare l’inclusione dei cittadini Stranieri domiciliati nel territorio comunale attraverso corsi di lingua Italiana
Valorizzare il Museo Socio Storico di Aldo Tronconi patrimonio di memoria storica per l’intera comunita’
Sviluppare una rete di supporto integrata rivolta agli Anziani, specialmente quelli con maggiori difficolta’, in collaborazione con le Associazioni operanti nel Paese
Sviluppare, avvalendosi della Farmacia comunale, nuovi servizi per la Popolazione anche partecipando a iniziative similari in altri Comuni della Valle come, ad esempio, la consegna dei medicinali a domicilio
Favorire l’insediamento di una Universita’ della Terza Eta’ e la creazione di un archivio della memoria multimediale
Integrare ulteriormente il contributo alla Caritas riconoscendo a detta Associazione un ruolo insostituibile nel fornire aiuto ai piu’ bisognosi della nostra’ comunita’
Sport e Associazioni: il tessuto vivo del Paese
Utilizzare lo sport quale strumento di educazione, di pace, di inclusione e di lotta contro il degrado sociale attraverso il rilancio della Consulta Sportiva, la collaborazione con le Scuole, l’uso piu’ efficiente delle strutture sportive Pubbliche e Private e la ricerca di sinergie e opportunita’ con gli altri Comuni della Valle
Sviluppare la piscina comunale in senso piu’ moderno (servizi), piu’ ecosostenibile (energia e costi) e piu’ remunerativo (espansione numero utenti anche attraverso convenzioni con i Comuni limitrofi)
Conclusioni
Sono e siamo consci che la realizzazione delle linee programmatiche di cui sopra rappresenta una sfida ambiziosa e, allo stesso tempo, molto difficile.
Tutto dipendera’ dalla nostra capacita’ di ottimizzare le risorse a disposizione e di reperirne delle nuove.
Per tale motivo l’iniziale ricognizione della situazione economica, finanziaria ed organizzativa dell’ente Comunale rappresenta una attivita’ propedeutica fondamentale per comprendere se il futuro immaginato possa o meno diventare realta’.
Da ultimo, nel mio ruolo di Sindaco colgo l’occasione per augurare a tutto il Consiglio Comunale un buon lavoro e che lo stesso possa essere proficuo per tutti i cittadini Solbiatesi.
IL CONSIGLIO COMUNALE
...
Ricordato che a seguito della consultazione elettorale dello scorso 26 maggio 2019 si è
insediata la nuova Amministrazione in carica per il quinquennio 2019-2024.
Preso atto dei contenuti della relazione sulle Linee programmatiche di mandato
2019-24.
Ritenuto di procedere all’approvazione del documento di cui trattasi.
Visto l’art.46 c.3 del D.lgs. 18.08.2000 n.267.
Visto il vigente Statuto comunale.
Dato atto che – relativamente alla presente deliberazione – non afferiscono i pareri di
regolarità tecnica e contabile in quanto trattasi di atto di mero indirizzo politico
...
DELIBERA
Di approvare le Linee programmatiche di mandato che costituiscono gli indirizzi
generali di Governo del Comune di Solbiate Olona per il mandato amministrativo
2019/2024, atto che si unisce alla presente deliberazione per formarne parte
integrante e sostanziale.
http://www.solbiateolona.org/c012122/mc/mc_p_dettaglio.php
(Foto di Matteo Colombo)
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