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Manovra Governo 2025: Gli Obiettivi di Crescita a Rischio secondo la Banca d'Italia
Le previsioni della Banca d'Italia sulla manovra del governo 2025 evidenziano preoccupazioni sulla crescita economica e sui principali obiettivi fissati.
Le previsioni della Banca d’Italia sulla manovra del governo 2025 evidenziano preoccupazioni sulla crescita economica e sui principali obiettivi fissati. La manovra economica del Governo per il 2025 ha sollevato discussioni e preoccupazioni, soprattutto alla luce delle recenti dichiarazioni della Banca d’Italia. In un quadro economico globale in continua evoluzione, la banca centrale italiana ha…
#Alessandria today#Banca d&039;Italia#bilancio statale#Competitività#concorrenza globale#consumi interni#Conti Pubblici.#Crescita economica#crescita sostenibile#Debito pubblico#deficit Italia#disoccupazione giovanile#economia italiana#Formazione professionale#formazione tecnica#futuro economico#giovani lavoratori#Google News#impatto economico#incentivi per le imprese#Inflazione#Innovazione#Investimenti#investimenti pubblici#italianewsmedia.com#Manovra Governo 2025#Mercato del lavoro#ministero dell’economia#Pier Carlo Lava#PIL Italia
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In un Paese, unico al mondo dove ci sono 4 associazioni mafiose ( mafia - ndrangheta - camorra- sacra corona unita), dove ci sono migliaia di persone affiliate a logge massoniche piu' o meno segrete..In un paese dove '80% degli investimenti finanziari sono fatti con soldi di provenienza sconosciuta, il problema qual'e'?
CHI FA BLOCCHI STRADALI, CHI OCCUPA CASE ILLEGALMENTE e CHI RUBA UN PORTAFOGLIO AVENDO UN FIGLIO IN PANCIA.
Questo dice l'urgente decreto sicurezza varato da questo governo. Carcere per tutti.
Insomma, bastera' prendere per le orecchie e sbattere in galera una decina di ragazzotti che adesso si sdraiano sull'asfalto, qualche centinaio di malandrini che nottetempo si intrufolano dentro case pubbliche assegnate ad altri e una decina di "donne col pancione" che viaggiano a scrocco sui nostri mezzi pubblici rubacchiando soldi, catenine, orologi, telefonini e l'Italia potra' vantarsi di essere tra le oasi felici dell'intero globo terracqueo. @ilpianistasultetto
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" Chi sono gli uomini, i quali, senza che noi ce ne accorgiamo, ci suggeriscono cosa pensare, ci dicono chi dobbiamo ammirare e chi disprezzare, oppure come dobbiamo considerare la proprietà dei servizi pubblici, le tariffe doganali, il prezzo del caucciù, il piano Dawes* o l’immigrazione? Sono sempre loro che ci consigliano l’arredamento della nostra casa, il menu quotidiano, il modello di camicia più elegante, gli sport da praticare, gli spettacoli da vedere, le iniziative benefiche meritevoli di aiuto, i quadri degni di ammirazione, e perfino i termini gergali da inserire durante una conversazione e le battute di spirito che ci dovrebbero far sbellicare dalle risate. Se volessimo compilare l’elenco degli uomini e delle donne che per la loro posizione sociale devono essere considerati come opinion maker, avremmo una lunga lista di nomi recensiti nel Who’s Who. […] Una simile lista comprenderebbe migliaia di persone. Tuttavia sappiamo che molte di esse sono a loro volta sotto l’influenza di individui, spesso noti solo a una cerchia molto ristretta. "
*Piano Dawes: definito da una commissione di esperti finanzieri appartenenti alle potenze vincitrici della I Guerra mondiale presieduta dall’americano Charles G. Dawes, contribuì molto alla ripresa del marco e degli investimenti Usa in Germania. [NdT]
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Edward Louis Bernays, Propaganda. Della manipolazione dell’opinione pubblica in democrazia, traduzione di Augusto Zuliani, Fausto Lupetti Editore, 2008.
[Edizione originale: Propaganda, New York: Horace Liveright publisher, 1928]
#Edward Louis Bernays#Propaganda#manipolazione#opinione pubblica#democrazia#Augusto Zuliani#masse#società dei consumi#consumismo#XX secolo#capitalismo#Stati Uniti d'America#politica#affarismo#corruzione#relazioni pubbliche#influencer#pubblicità#spin doctor#psicologia delle folle#subconscio#fabbrica del consenso#mente collettiva#irrazionalità#desideri#edonismo#narcisismo#comunicazione#multinazionali#immigrazione
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Un barile di petrolio, 140 kg, oggi vale di 68$, contiene l'energia equivalente di 10.000 kg di batterie della Tesla, che valgono 200.000$.
Lo sapevate?
Solo un gruppo politicamente ingenuo, come la classe media occidentale, può credere che i banchieri internazionali globalisti e gli amministratori delle aziende che implementano l'agenda 2030, agiscono per salvare il pianeta.
Salvare il pianeta o dividersi la torta? I finanziamenti per le politiche green degli ultimi anni sono dell'ordine di grandezza dei trilioni di dollari nei pesi occidentali. Tra chi viene divisa la torta di questi finanziamenti e con quale meccanismo?
Tutti questi finanziamenti pubblici vanni a società private selezionate dalle tecnocrazie internazionali proprio a questo scopo, in conformità degli obiettivi di “sviluppo sostenibile” delle Nazioni Unite.
Questo è un elenco di “obiettivi umanitari” che vanno dall’abolizione della fame alla pace nel mondo, alla giustizia e all’uguaglianza di genere adottati dalle NU nel 2015 nell’ambito dell’agenda 2030.
In realtà, e in pratica, gli obiettivi di sviluppo sostenibile assegnano il flusso di investimenti globali e di prestiti bancari con trattamenti preferenziali ai governi e alle società in base alla loro conformità ai criteri ambientali, sociali e di governo (ESG).
Ora nonostante il marchio delle NU, questi sono formulati e imposti dai gestori patrimoniali più potenti e ricchi al mondo: Blackrock, Vanguard e State Street.
Questi gruppi detengono insieme il 20% delle azioni, e quindi il potere e il governo, sulle 500 più grandi società della Borsa di NY. Nati per salvare il pianeta dallo sfruttamento da società predatorie, gli obiettivi di sviluppo sostenibile sono progettati pe aumentare il monopolio delle ricche economie occidentali e le multinazionali in grado di soddisfare i loro criteri. Nel farlo, gli obiettivi di sviluppo sostenibile hanno creato il quadro finanziario per l’acquisto della quota di emissioni assegnata dalle NU in crediti di carbonio che è uno dei meccanismi basati sul mercato scritti nel protocollo pratico di Kyoto. In pratica questo significa che, al fine di compensare i loro obblighi di raggiungere gli obiettivi sulle emissioni dei paese più ricchi, le aziende, e persino gli individui, possono acquistare e vendere crediti di C dei paesi più poveri.
Poiché le emissioni di CO2 sono ovviamente il risultato di una maggiore produzione, il mercato dei crediti è un meccanismo per aumentare la disuguaglianza tra aziende-nazioni ricche e quelle povere. I paesi in via di sviluppo sono così carichi di debiti nei confronti di organizzazioni finanziarie come la Banca mondiale e il Fondo Monetario Internazionale, al fine di raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile. Coloro che non sono in grado di restituire i prestiti, attraverso tasse e tagli alla spesa pubblica, saranno costretti a cedere le loro risorse naturali ai loro creditori.
Fortunato Nardelli
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Il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato è proprietario del 10% della clinica Therapia srl, volete gridare al conflitto d’interessi? Nel paese in cui Silvio Berlusconi ha spadroneggiato per trent’anni grazie ad un impero mediatico senza precedenti, queste sono bazzecole, quisquilie, noccioline americane.
Girano un po’ di più le sfere quando la reclame di questa clinica recita testualmente che potrete avere accertamenti diagnostici “senza dover attendere i tempi lunghi del sistema sanitario pubblico”.
Si, avete capito bene mr. Marcello Gemmato, deputato barese di FdI (e chi altri?) è sia il sistema sanitario pubblico, sia il sistema sanitario privato, uno e bino, con una mano cancella investimenti pubblici nella sanità, e con l’altra vi chiede l’obolo privatamente per curarvi nel suo privato.
In passato aveva già dato segni che non era l’uomo giusto al posto giusto quando disse che non c’è alcuna prova che senza vaccini saremmo stati peggio (e notate la finezza della frase costruita su due negazioni che si annullano e che si tradurrebbe automaticamente con: niente prova l’efficacia dei vaccini).
Volete che il suddetto Marcello Gemmato ne renda conto al Parlamento? Quando anche John Elkan lo diserta come se si trattasse della lezione di violino.
Volete che dia le dimissioni? Quando più nessuno si sogna di darle, qualunque sia la cosa fatta o la cosa detta, e tutti restano aggrappati al carro o al carroccio del vincitore.
Io suggerisco sommessamente l’atavico e sempre funzionante “argumentum baculinum”, per chi non mastica latino è l’uso calibrato di un bastone ben nodoso per infondere la moralità, il senso dell’opportunità e del pudore in alcuni cialtroni che stanno assurgendo come asparagi, dall’oggi al domani, a cariche di responsabilità a cui non sono minimamente degni.
#marcello gemmato#sottosegretario ministero della salute#clinica therapia srl#john elkan#fratelli d'italia#argumentum baculinum
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L’Urbanismo tattico che a New York ha dato colpi di pennello, a Milano è dilagato uniformando piazze di quartieri molto diversi tra loro al medesimo cliché. Che poi, senza adeguata manutenzione, spesso è passato da colore a degrado.
Non è un mistero poi che le multinazionali straniere abbiano trovato nell’attuale amministrazione una corsia preferenziale per i loro investimenti. Atteggiamento contrario riscontrato invece nei confronti di piccole attività milanesi DOC, spesso esercizi storici quasi costretti a chiudere, privando Milano di locali assimilabili a monumenti: cosa che invece non accade ad esempio a Parigi dove vige una tutela quasi esasperata in difesa delle botteghe tipiche della città.
Ma l’elemento più di impatto che scatena la passione dell’amministrazione attuale è sicuramente la mobilità sostenibile. In nome di un fine nobile, migliorare la vivibilità della città, si sono abbozzate ciclabili spesso a sproposito, scollegate e non curate, con il risultato di restringere le carreggiate e, spesso, di portare ciclisti e monopattini comunque a preferire il più sicuro manto stradale, se non il marciapiede. Spesso si è presa solo un lato della medaglia di città estere presentate come modello: ciclabili ma non tunnel e parcheggi per le auto, divieti alla circolazione ma senza potenziamento dei mezzi pubblici o agevolazioni negli abbonamenti, multe ma non incentivi o forme di cooperazione.
Il risultato è che la sensazione è che su questa strada Milano stia perdendo i suoi tratti distintivi diventando la caricatura di queste città (stato), senza mai aprire un confronto schietto e sincero con i��modelli amministrativi delle altre metropoli che potrebbero realmente rivoluzionare Milano, rendendola più bella, forte e competitiva.
via https://www.milanocittastato.it/opinioni/non-e-londra-ne-un-paesino-di-provincia-caro-sindaco-non-tradire-lidentita-di-milano/
provincialotti neo palazzinari che scopiazzano senza un pensiero, una identità - parola assolutamente proibita ai sinistri - quindi senza bellezza, tutto uniforme senza DIVERSITY - parola chiave assolutamente abusata e distorta nel suo senso dai provinciali sinistri.
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Un amico una volta mi disse che ammettere di aver sbagliato o di aver avuto ripensamenti e cambiato idea è una di quelle cose che culturalmente viene castigata ma andrebbe normalizzata e incentivata. Darò quindi il mio contributo alla società.
Ci sono alcuni personaggi politici che magari non voto ma apprezzo le cose che dicono e saltuariamente pure quelle che fanno. Complice anche il panorama desolato che li circonda, finisce che ogni tanto qualche germoglio di speranza nel futuro riesce a nascere anche nel freddo inverno del mio perenne disappunto (cit). E di un paio me ne son pentito, per motivi diversi.
Elly Schlein nella sua carriera politica ha detto un sacco di cose condivisibili (anche sul PD, quando ne uscì), però ha due problemi di base che per quanto sian sempre stati lì, ora sono più evidenti. Il primo è che ad Elly Schlein sembra piacere Elly Schlein più delle cose che dice Elly Schlein; certe scelte politiche ne risentono di conseguenza. Il secondo è che come un po’ tutti gli ex (?) PD, continui a considerare il PD come qualcosa di salvabile. Il mix di questi due aspetti ha generato l’attuale mostro culminato nella conferma odierna di candidatura alla segreteria.
Anche se le dinamiche fra Schlein e Bonaccini devono più a Boldi e De Sica che a Stallone, non posso non immaginare un equivalente dell’allenatore di Apollo Creed in Rocky II che le starà ripetendo da un mesetto
Tu sei il numero 1, tu sei il campione, tu sei il piu grande di tutti i tempi, sei amato dalle donne, amato dai tifosi, tutti ti amano, sei amato dai giovani, tu sei il migliore, tu sei l'unico, Rocky Bonaccini è già tuo, è già battuto, non è degno di salire sul ring insieme a te, stasera gli farai vedere chi sei, stasera distruggilo.
Anche se più probabilmente se lo sta dicendo lei allo specchio.
Detto ciò passiamo, inevitabilmente, a Soumahoro. Tutto quello che potrei dire è detto meglio qui: https://www.essenziale.it/notizie/annalisa-camilli/2022/12/01/aboubakar-soumahoro-inchiesta
Se la vicenda personale è un bignami (le edizioni, no il fascio) di tutte le peculiarità deprimenti della sinistra, dalle spaccature inutili (la lega braccianti non è un sindacato, è un’associazione, e ha avuto qualche strinatura con USB) alle parabole prevedibili (certi aspetti erano già noti a un po’ di gente, fra cui Fratoianni), credo sia più utile parlare delle idee che ha portato avanti finora.
Soumahoro è parzialmente riuscito a (ri)portare sotto i riflettori alcune questioni da tempo sparite dai radar tipo la condizione dei braccianti, il concetto di rappresentanza politica di chi vive in italia ma non è nato qui, tutte le contraddizioni di un PD che si stracciava le vesti ai tempi di Salvini al ministero dell’interno salvo poi averne messo alcune basi con il decreto Minniti-Orlando:
Al di là delle responsabilità che saranno accertate dall’indagine, in questa vicenda emergono ancora una volta le contraddizioni del sistema italiano di accoglienza: il permanere di alcune condizioni strutturali che favoriscono lo sfruttamento lavorativo degli operatori sottoposti a un regime contrattuale che non li garantisce e il taglio progressivo degli investimenti pubblici, che già in passato hanno portato ad abusi e all’erogazione di servizi insufficiente per i richiedenti asilo. Il tema non è nuovo, il sistema di accoglienza è più volte stato al centro di scandali – dal Cara di Mineo a Mafia capitale – tuttavia la campagna di criminalizzazione dell’accoglienza che ne è conseguita non ha portato a una riforma, bensì a un’ulteriore opacità e al peggioramento delle condizioni delle strutture.
Ecco, la cosa che temo molto è che contestualmente al far sparire Soumahoro dal panorama politico una serie di temi tornino ad essere infilati sotto il tappeto. Il fatto che quest’ultima cosa faccia comodo sia all’attuale esecutivo che al PD lascia un sapore particolarmente amaro a tutta la vicenda.
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Carbon pricing
Il finanziamento per la lotta al cambiamento climatico lo stiamo sostenendo a suon di incentivi e sussidi ma ciò rischia di mettere in crisi i bilanci degli Stati, soprattutto quelli che già hanno un debito alto. Per un Paese mediamente rappresentativo e con alte emissioni, affidarsi in modo preponderante a investimenti pubblici diventerà sempre più costoso con la conseguenza di aumentare il debito. Un percorso non sostenibile considerando anche gli alti tassi di interesse e le prospettive di crescita molto deboli. C’è chi dice (Fmi) che affiancare ai sussidi una “tassa sull’inquinamento” allevierebbe il peso dei conti pubblici. Ma chi la pagherebbe questa tassa? Beh, chi inquina paga, come ad esempio le imprese che emettono CO2. La chiamano carbon pricing e alcuni Paesi l’hanno già adottata e il prezzo medio è di 20 dollari a tonnellata di CO2, molto al disotto dei livelli necessari. Con i soldi ricavati dal carbon pricing si potrebbero finanziare sostegni per le famiglie, lavoratori e le comunità più colpite, in nome di una transizione equa.
#sostenibilità#climate change#cambiamenti climatici#ambiente#co2#crisi climatica#carbon pricing#sussidi#pil#fmi
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China trade surplus with US
ora lo so che come le mosche pensate che visto che Trump ha vinto, la merda è buona ma... non basta dire riportiamo la produzione a casa per avere un'economia di successo.
E se riporti la produzione a casa, porti pure l'inquinamento. Al limite ci sarebbe da chiedersi come mai se così tanta produzione si è spostata in Cina, in US si è ridotto così poco l'inquinamento, specialmente perchè la fetta di economia di servizi e soprattutto finanziaria degli States è grossina.
E se pure rompete i coglioni con "no all'auto elettrica", no al "green deal" e non vi va di consumare MEGLIO, allora c'è solo l'alternativa pauperista di consumare meno.
Sul "riportare la produzione a casa", non è una bruttissima idea, ma a parte che richiede decenni, non può essere fatto a suon di sussidi e nemmeno a scapito degli investimenti nei settori strategici.
E questo non lo puoi fare mentre fai anche una guerra commerciale e strategica contro i paesi emergenti.
E visto che non si possono pagare gli operai americani come gli operai cinesi, perchè con il costo della vita in US NON CI CAMPANO, qualcuno i soldi dovrà metterceli... e se non è lo SHTATO... perchè ho come il sospetto che di sicuro non sarà Elon Musk o Jeff Bezos quando al governo hai un fascista?
Vi do la soluzione... un governo fascista che farà consumare meno i suoi lavoratori e finanzierà i capitalisti con soldi pubblici.
OH è quello che fino a ieri aborrivate (ma che già succedeva[*])... ma eh signora mia lo fa anche la Cina di finanziare le sue aziende (STATALI) con soldi pubblici, e da domani chiamerete "make america great again".
Ma è perchè ancora non avete capito cosa sia il capitalismo.
[*] basta vedere la carrettata di soldi pubblici che s'è pappato Musk proprio con Tesla eh ma la CO2... eh ma le auto elettriche sono una sola... eh.... eh...
🧐🧐
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Elementare, non è un PIL che riflette un’economia reale è una crescita del livello del benessere della popolazione, è economia di guerra, pompata da massicci investimenti pubblici in armi, morte e distruzione, sorretti a loro volta dallo sfruttamento delle risorse naturali che sono la principale e probabilmente unica fonte di guadagno. Ma c’è qualche demente che crede che sia una superpotenza🤡
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Manifestazione del Pubblico Impiego a Roma: “Salario, salute, diritti, occupazione” Si è svolta il 19 ottobre 2024, a Roma ... #cgil #leggedibilancio #manifestazionepubblicoimpiego #mauriziolandini #pierpaolobombardieri #scioperogenerale #uil https://agrpress.it/manifestazione-del-pubblico-impiego-a-roma-salario-salute-diritti-occupazione/?feed_id=7553&_unique_id=67140e717541c
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87 Milioni di Euro dal Ministero contro il Dissesto Idrogeologico in PiemonteMolinari (Lega): "21,4 milioni al Comune di Alessandria. I fondi siano utilizzati al meglio, e rapidamente"
L'onorevole Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera dei Deputati, ha annunciato lo stanziamento di 87 milioni di euro da parte del Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica per combattere il dissesto idrogeologico in Piemonte.
L’onorevole Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera dei Deputati, ha annunciato lo stanziamento di 87 milioni di euro da parte del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica per combattere il dissesto idrogeologico in Piemonte. Di questi, ben 21,4 milioni sono destinati al Comune di Alessandria per l’adeguamento del sistema difensivo del fiume Tanaro. Altri 15 milioni…
#Frane#Adeguamento sistemi difensivi#Alessandria#Alluvioni#Ambiente#amministrazioni locali#Asti#Camera dei Deputati#Dissesto idrogeologico#Fiume Tanaro#Fondi statali#gestione del territorio#gestione emergenze#Governo#infrastrutture idriche#Interventi strutturali#investimenti pubblici#Lega#messa in sicurezza#Ministero dell’Ambiente#Mirabello Monferrato#Mitigazione rischio idraulico#Opere pubbliche#Piemonte#politica italiana#Prevenzione alluvioni#Protezione civile#Riccardo Molinari#rio Campostrina#rio Garavalde
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Aumenta la tassazione sugli asset digitali
Bitcoin e criptovalute, la stangata del governo. Sorpresa amara in manovra: la tassazione sulle plusvalenze passa dal 26% al 42%. Il governo si muove perché, come certifica Oam, da alcuni mesi gli italiani hanno iniziato a vendere le monete digitali. Brutte sorprese in arrivo per chi possiede bitcoin e criptovalute. Nel progetto di manovra finanziaria 2025, il governo ha annunciato di voler alzare al 42% la ritenuta da pagare sulla plusvalenza generata dalla vendita di bitcoin e token vari. Una vera stangata: l’aliquota attuale da versare in caso di plusvalenze superiori ai 2mila euro è del 26%, l’aumento che scatta dal primo gennaio 2025 per l’imposta sostitutiva è quindi del 61%. Probabilmente un record per il regime fiscale italiano. A scagliare il fulmine a cielo relativamente sereno è stato il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo: “Un tema importante riguarda le plusvalenze da bitcoin” per cui "prevediamo un aumento della ritenuta dal 26% al 42%”, ha detto il numero due di via XX Settembre presentando la manovra in conferenza stampa. Cosa cambia Quello delle criptovalute non era affatto un regime fiscale di vantaggio. Da quando con la legge di bilancio del 2023 si è deciso di mettere le cripto nel mirino del fisco, le plusvalenze sono state tassate al 26% come le altre rendite finanziarie (a partire dai sempre più ricchi dividendi delle società quotate o dalle obbligazioni emesse dai privati). Unica eccezione nel panorama fiscale italiano sono i titoli di Stato che beneficiano - e continueranno a beneficiare - di una fiscalità di assoluto vantaggio: si paga solo il 12,5% per i rendimenti incassati dai bond pubblici, per la sola ragione che investendo in titoli di Stato si sostiene la spesa governativa. La disparità di trattamento è evidente, con le criptovalute che diventano l'asset più caro sul panorama finanziario italiano. “L’imposta sostitutiva al 42% prevista per il 2025 sarebbe fiscalmente discriminatoria e quindi iniqua, probabilmente anche incostituzionale”, ha tuonato Ferdinando Ametrano, amministratore delegato di CheckSig e tra i più grandi esperti italiani di valute digitali.
“Come tutte le idee mal concepite, avrebbe l'effetto dannoso di far fuggire i capitali cripto dall'Italia, creando distorsioni di mercato e inducendo gli investitori a realizzare il capital gain entro la fine del 2024”, con un “danno per l'industria italiana che fornisce servizi in ambito cripto enorme”, ha aggiunto. “Forte preoccupazione” anche da Gianluca Sommariva, amministratore delegato e co-fondatore di Hodlie, piattaforma italiana di gestione attiva di criptovalute tramite intelligenza artificiale. “Un aumento della tassazione al 42% sulle plusvalenze rappresenterebbe un duro colpo, specialmente per i piccoli investitori, che si troverebbero a dover affrontare una delle tassazioni più alte a livello globale”, ha detto il manager. Sommariva ha poi evidenziato che chi compra criptovalute attraverso gli Etf che replicano l'andamento di bitcoin e ethereum, sempre più popolari anche in Italia, potrebbe “eludere il problema” visto che “continuerebbero ad essere tassati al 26%”. Perché il governo alza ora l'aliquota La scelta del governo di colpire i possessori di criptovalute non arriva in un momento casuale: dopo il rally delle cripto degli ultimi mesi, con il bitcoin che ha aggiornato i suoi massimi oltre i 73mila dollari, anche gli investitori italiani hanno cominciato a monetizzare i loro investimenti e a vendere gli asset digitali. Lo conferma l’Oam, l’organismo agenti e mediatori che tiene conto dei broker attivi nel Paese: alla fine del secondo trimestre del 2024, ha spiegato l'organismo solo pochi giorni fa, sono 1,3 milioni gli italiani che possiedono token nei loro portafogli digitali, per un controvalore complessivo degli asset di 2,2 miliardi di euro, in calo del 22% rispetto al trimestre precedente (quando si era a 2,7 miliardi). L’organismo dettaglia anche le operazioni effettuate nel corso dell'anno: sommando i dati trimestrali emerge che fino a giugno sono state comprate valute digitali per 1,76 miliardi di euro, mentre sono state vendute criptovalute per più di 3,5 miliardi di euro. Da qualche mese, insomma, in Italia si vendono più cripto di quante ne vengono acquistate e, anche se non per ogni operazione scatta la plusvalenza, il governo ha pensato bene di piazzare la sua scommessa. Del resto, Consob ha rivelato che il 38% degli investitori in criptovalute mantiene i propri asset per 3-5 anni: se chi ha comprato bitcoin nel 2022, nel pieno del crypto winter, dovesse decidere di vendere il prossimo anno (tre anni dopo, in effetti) la plusvalenza non sarebbe affatto male. Un cittadino italiano che ha comprato un intero bitcoin a gennaio 2022 a 33mila euro lo potrebbe vendere ora a più di 61mila euro: se lo facesse entro dicembre pagherebbe 7.280 euro, mentre già il primo gennaio il conto salirebbe vertiginosamente a 11.760 euro. Se si vuole uscire dal mercato forse meglio accelerare i tempi e chiudere ogni operazione entro il 31 dicembre per beneficiare del vecchio regime fiscale. Read the full article
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“La strada maestra passa per una gestione prudente dei conti pubblici, affiancata da un deciso incremento della produttività e della crescita. Questo circolo virtuoso aumenterebbe significativamente le probabilità di successo e rafforzerebbe la credibilità delle nostre politiche, alleggerendo il peso della spesa per interessi”.
Mr. Panetta ci deve dira anche COME realizzarla, altrimenti è solo propaganda. Meno soldi in assistenzialismo e più in investimenti?
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LINEE PROGRAMMATICHE 2025-2029
Introduzione
L’obbiettivo principale mio e del Gruppo Consigliare PIU’ SOLBIATE, uscito vittorioso dalla tornata elettorale dei giorni 8 e 9 giugno 2024, sarà quello di proseguire nel solco dei cinque anni precedenti tenendo fede sempre alla visione del Paese che Verrà e che è stata presentata ai Cittadini nella forma “Come prima, Più di Prima” e che si è rivelata ancora vincente.
La stessa trova la sua sintesi nel motto utilizzato durante la campagna elettorale: una Solbiate più’ Verde, più Giovane e più Sicura.
Linee Programmatiche
Sono sette le aree di azione che abbiamo individuato per proseguire nel percorso impostato nei
cinque anni di mandato amministrativo portati a termine da Più Solbiate (2019 – 2024). La Solbiate
che ci immaginiamo nel 2030 è una Solbiate che continua a dedicare attenzioni alla qualità della vita di tutte e tutti, dai più piccoli agli anziani.
Le linee guida che troverete di seguito guardano al futuro grazie all’ascolto e alla collaborazione con tutte e tutti coloro che hanno a cuore il nostro paese, ma sono anche impegni concreti che si basano sull’esperienza amministrativa che la nostra squadra ha accumulato.
AMBIENTE E VERDE PUBBLICO
PARTECIPAZIONE AL BENE COMUNE E TRASPARENZA NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
GIOVANI
TERRITORIO E URBANISTICA
SICUREZZA E PROTEZIONE CIVILE
SCUOLA, CULTURA E POLITICHE SOCIALI
SPORT E ASSOCIAZIONI
In particolare:
AMBIENTE E VERDE PUBBLICO
Continuare nell’investimento sul verde pubblico rendendo i nuovi parchi vivi e vissuti, valorizzando i percorsi storico-naturalistici, ciclopedonali e la sentieristica già esistente (ad esempio alle spalle del campo sportivo) con creazione di un’area verde in via Ortigara.
Aumentare la quota di produzione da energie rinnovabili negli edifici comunali e nel
cimitero.
Nuovo contratto per la raccolta rifiuti con l’obiettivo di un miglioramento del servizio e di
una sempre maggiore percentuale di differenziata. Progetto di ristrutturazione della piattaforma ecologica.
Collaborazione con gli altri Comuni e con i privati per la tutela delle aree del fondovalle.
PARTECIPAZIONE AL BENE COMUNE E TRASPARENZA NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Proseguiranno la loro attività le Commissioni Comunali per un contatto più diretto con i
cittadini.
Massima trasparenza e gestione oculata delle risorse.
Migliori relazioni tra uffici comunali e cittadini attraverso l’utilizzo dei fondi PNRR.
Bilancio Partecipato.
GIOVANI
Promozione di iniziative che incoraggino la partecipazione giovanile attraverso la Consulta
dei Giovani e la messa a disposizione di bandi annuali per la loro realizzazione.
Rassegna cinematografica.
Istituzione del Consiglio Comunale dei Ragazzi.
TERRITORIO E URBANISTICA
Mantenimento degli attuali livelli di urbanizzazione attraverso la rigenerazione urbana e
senza ulteriore consumo di suolo; recupero delle aree storiche e industriali dismesse;
cura costante dei beni pubblici e comuni.
Completamento della ristrutturazione dell’area feste e progettazione di una struttura che
ne consenta l’utilizzo anche invernale.
Nuovo contratto per la gestione dell’illuminazione pubblica con progressivo e continuo
efficientamento.
Adeguamento area cimiteriale.
Attenzione alle attività delle piccole imprese locali attraverso il Distretto del Commercio.
SICUREZZA E PROTEZIONE CIVILE
Nuovo parcheggio in centro su via Matteotti.
Completamento della gestione dei sistemi di videosorveglianza per il monitoraggio
costante del territorio e nuove attivazioni del “Controllo di vicinato” che permettano la
segnalazione tempestiva di criticità.
Prosecuzione delle attività dello Sportello legale.
Nuovi investimenti sulla Protezione Civile.
SCUOLA, CULTURA E POLITICHE SOCIALI
Continuazione del servizio di pre e post scuola.
Collaborazione con l’Azienda Speciale Consortile Medio Olona - Servizi alla Persona per i
bisogni educativi speciali, promozione dell’educazione alimentare e degli stili di vita virtuosi, creazione di una rete integrata di servizi sociali, sanitari e di volontariato.
Integrazione dei contributi a Caritas e Pane di San Martino per il sostegno dei più deboli;
Istituzione di un servizio di consegna a domicilio dei medicinali; promozione di un Patto
Educativo Territoriale che comprenda le Scuole, le Società Sportive e il mondo Associativo
volto all’inclusione e alla lotta contro il degrado sociale.
Continuazione del servizio InformaLavoro.
Fornitura di un kit di benvenuto per ogni nuovo nato.
Riprogettazione dell’edificio del Centro Socio-Culturale con la creazione di una nuova
piazza antistante l’ingresso e di nuovi spazi per iniziative rivolte a tutte le generazioni.
Nuovo arredamento della Biblioteca per una migliore disponibilità degli spazi, così da
permettere anche lo studio in gruppo da parte dei ragazzi.
Valutazione di una nuova sede del Museo Socio-Storico.
Sempre maggiore collaborazione con il Gruppo Anziani Solbiatese.
SPORT E ASSOCIAZIONI
Maggiore sostegno alle Associazioni operanti sul territorio e alle loro attività.
Completamento del nuovo magazzino delle Associazioni e della Protezione Civile.
Potenziamento delle strutture sportive attraverso nuove convezioni e la revisione degli
attuali impianti, compreso l’efficientamento energetico della piscina, nuovo modulo
calisthenics e nuovo campetto da basket.
Conclusioni
Sono e siamo consci che la realizzazione delle linee programmatiche di cui sopra rappresenta ancora una volta una sfida ambiziosa e, allo stesso tempo, molto difficile. Molto dipenderà dalla nostra capacità di ottimizzare le risorse a disposizione e di reperirne delle nuove.
Riuscire a continuare nella gestione finanziaria ed organizzativa dell’Ente Comunale, come fatto dall’ Amministrazione precedente, rappresenta un passo fondamentale per comprendere se il futuro immaginato ora possa o meno diventare realtà.
Da ultimo, nel mio ruolo di Sindaco colgo l’occasione per augurare a tutto il Consiglio Comunale un buon lavoro e che lo stesso possa essere proficuo per tutti i cittadini Solbiatesi.
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23 lug 2024 13:03
I SOLDI NEI GIORNALI NON SONO MAI BUTTATI – IL “METODO” ANGELUCCI: USARE I QUOTIDIANI, IN PERDITA, PER DELEGITTIMARE GLI AVVERSARI POLITICI CHE INTRALCIANO GLI AFFARI. UN ESEMPIO SU TUTTI? L’EX ASSESSORE ALLA SALUTE DEL LAZIO, ALESSIO D’AMATO, VITTIMA DI UNA CAMPAGNA MEDIATICA CONTRARIA DA PARTE DEI QUOTIDIANI DEL DEPUTATO LEGHISTA – L’IMPERO DI ANGELUCCI SI REGGE SUI SOLDI PUBBLICI: SU 91 MILIONI DI EURO DI FATTURATO DELLA “SAN RAFFAELE”, 69,5 SONO RIMBORSI DEL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE: IL 75% DEL TOTALE... -
Estratto dell’articolo di Giovanni Tizian e Stefano Vergine per “Domani”
Editoria e sanità. Con la prima perde soldi, con la seconda macina profitti milionari. Così tanti da compensare ampiamente le perdite registrate con i giornali, a partire da Il Tempo e Libero. Ma nonostante il profondo rosso della carta stampata Angelucci punta a nuove testate: dalla discussa acquisizione dell’Agi, la terza agenzia di stampa del paese, ancora proprietà di Eni, alla Verità di Maurizio Belpietro.
Visto attraverso la lente dei bilanci, così funziona da anni il gruppo Angelucci, 3.000 dipendenti e 230 milioni di euro di fatturato aggregato, creato da Antonio e oggi amministrato dai figli Giampaolo, Alessandro e Andrea insieme ad altri manager.
Fin da quando ha iniziato, comprando la prima clinica privata a Velletri alla fine degli anni Settanta, Antonio Angelucci ha impostato un modello di business sicuro. Accreditamenti del Servizio sanitario nazionale: i soldi che le amministrazioni regionali italiane versano per l’utilizzo di cliniche e centri sanitari privati.
[…] Il fatturato della San Raffaele Spa, la holding del gruppo Angelucci dedicata alla sanità privata, dipende per il 75 per cento dai contributi del Servizio sanitario nazionale. Chiaro quindi che il rapporto con la politica debba essere d’amicizia, per lo meno.
Ma Angelucci è andato oltre, lui stesso si è fatto politico. Su questo fronte la società può contare su un atout formidabile: avere un fondatore che è anche parlamentare (da 16 anni, oggi della Lega, prima di Forza Italia e Pdl), e possedere tre quotidiani che sostengono quei partiti. Non è da tutti, insomma.
[…] Gli affari sanitari vanno bene da sempre, ma da ormai 25 anni gli Angelucci hanno scelto di investire su un settore in declino economico, quello della stampa. Come prevedibile, le cose non stanno andando bene. Finanziaria Tosinvest, la holding proprietaria de Il Tempo e Il Giornale, nel 2022 ha perso 2,5 milioni di euro. Eppure il deputato della Lega è convinto che l’editoria sia un buon investimento, come dimostra adesso il suo interesse per l’Agi. Di certo è un investimento utile […]
La matematica finora ha dato ragione al quasi 80enne Antonio, che in una vita è passato dal ruolo di portantino del San Camillo di Roma a quello di imprenditore e parlamentare più ricco d’Italia. Decisivo […] l’incontro con il banchiere Cesare Geronzi, in seguito al quale Angelucci ha iniziato una serie di operazioni finanziarie che lo hanno portato a entrare nel capitale di Unicredit e a uscirne, 15 anni fa, con 430 milioni di euro di liquidità in più in cassa.
Oggi, visto nell’insieme, il suo gruppo perde soldi con l’editoria e l’immobiliare (Tosinvest e Investimenti Immobiliari Italiana hanno accumulato un rosso di 3,7 milioni di euro nel 2022), ma compensa ampiamente grazie ai profitti sanitari della San Raffaele Spa, che controlla 16 aziende, quasi tutte cliniche private convenzionate con il Servizio sanitario nazionale, e nel 2022 ha registrato un utile netto di 15,5 milioni di euro. Il rendiconto 2023 non è ancora stato depositato.
È proprio dal bilancio della San Raffaele che emerge l’importanza dei soldi pubblici per Angelucci. Su 91 milioni di euro di fatturato, 69,5 milioni sono entrati come rimborsi del Servizio sanitario nazionale: il 75 per cento del totale. In pratica, senza le risorse della sanità pubblica, l’impero Angelucci si sgretolerebbe come un castello di sabbia.
Gran parte delle cliniche convenzionate è nel Lazio, ma ce ne sono anche in Puglia, Basilicata, Abruzzo e Sardegna. La holding San Raffaele offre una disponibilità di oltre 3.000 posti letto tra Rsa, cliniche e centri geriatrici. La stabilità dei contributi pubblici è essenziale. Anche perché i debiti non sono pochi: solo quelli con le banche e le società di factoring arrivano a quasi 60 milioni di euro. «Ogni grande gruppo della sanità privata ha una società di lobbying di riferimento, ma Angelucci fa da sé, è parlamentare da quattro legislature, quale lobbista migliore», dice una autorevole fonte del settore.
[…] La sanità e l’editoria, dicevamo. La seconda spesso funzionale alla prima. Come dimostrano alcuni documenti giudiziari di un procedimento: Angelucci, infatti, è ancora indagato dalla procura di Roma per istigazione alla corruzione ai danni di Alessio D’Amato, ex assessore della giunta di centrosinistra della regione Lazio.
La procura ha chiesto l’archiviazione, dopo un iter a dir poco rocambolesco. Le indagini sono iniziate in seguito alla denuncia di D’Amato nel gennaio 2018, ma solo cinque anni dopo è arrivata la fissazione dell’udienza preliminare. Angelucci rischiava di finire a processo. In quel momento la fortuna gli gira a favore: la difesa solleva un’eccezione, cioè la mancata notifica dell’atto di chiusura indagine all’imputato.
Un clamoroso errore che ha un effetto devastante: tutto da rifare. Così dall’udienza preliminare si torna all’ufficio del pm, che deve notificare a tutti gli indagati una nuova chiusura indagini. Nel frattempo sono trascorsi sei anni, Angelucci questa volta ha deciso di farsi interrogare e dice che è tutto falso, non ha tentato di corrompere nessuno. Il nuovo pm gli crede e chiede al giudice per le indagini preliminari l’archiviazione. Il legale di D’Amato, Alessandro Benedetti, ha presentato opposizione. L’udienza per discutere se archiviare o accogliere l’opposizione era stata fissata a giugno.
Tuttavia ecco l’ennesimo colpo di scena: rinviata a ottobre, l’ufficiale giudiziario non è riuscito a trovare Angelucci per notificargli la fissazione dell’udienza. Irreperibile, nonostante la sua residenza sia nota a tutti e sia anche parlamentare. Mistero. O meglio «miracolo della giustizia italiana», sorride il legale di D’Amato. […]
Al di là dell’intricata storia di questa indagine, agli atti troviamo diversi documenti inediti che raccontano di come Angelucci avrebbe utilizzato i suoi giornali per “proteggere” gli investimenti nella sanità.
Il primo è un verbale a firma D’Amato con il quale integra la prima denuncia depositata in procura: racconta, in pratica, che alcuni giorni dopo aver presentato l’esposto contro Angelucci, è stato avvicinato da Francesco Storace, già presidente della regione Lazio e ministro della Salute con il governo Berlusconi.
Nel 2020 Storace è diventato vicedirettore del Tempo, il quotidiano romano edito da Angelucci. D’Amato nell’integrazione della denuncia scrive: «(Storace, ndr) mi ha detto che bisognava risolvere l’annosa vicenda che vedeva contrapposta la Regione Lazio al gruppo San Raffaele di proprietà della famiglia Angelucci; che lui poteva fungere da elemento di mediazione per giungere ad una soluzione bonaria della vicenda e che per svolgere tale ruolo Giampaolo Angelucci (il figlio di Antonio, ndr) gli aveva offerto un contratto economico […] di rilevante entità che per lui era importante in quel momento in quanto privo di cariche ed incarichi politici».
L’ex assessore fece notare a Storace che «da molte settimane il quotidiano “Il Tempo” stava conducendo una campagna stampa diffamatoria […]...Egli ha replicato a queste mie parole riferendomi che gli Angelucci potevano immediatamente far modificare l’atteggiamento del predetto organo di stampa e in un attimo far scrivere bene di me».
Nelle informative della guardia di finanza il metodo Angelucci trova ulteriore conferma: «Giampaolo Angelucci affermava, sempre secondo quanto riferisce D’Amato, che il suo gruppo era fortemente penalizzato da questa amministrazione regionale che ero io [D’Amato]il responsabile di tale inaccettabile ostracismo e che me l’avrebbe fatta pagare».
In che modo? «La minaccia si concretizzava a partire dal successivo 10 gennaio 2018: per 4 giorni, il quotidiano “Il Tempo” avviava una campagna di stampa sul degrado della sanità della Regione Lazio, criticando e screditando il D’Amato», scrivono i finanzieri.
Guai a toccare la sanità ad Angelucci: quei soldi pubblici servono a tenere in piedi tutto il resto. Un sistema quasi perfetto.
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