#PAGINA SOCIAL
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promuovimi · 2 months ago
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creare, gestire e migliorare una pagina social in modo efficace può avere un impatto significativo sugli affari. Al contrario, trascurare la presenza sui social media o non averne affatto può rappresentare una penalità, soprattutto in un mondo sempre più digitalizzato. Ecco come una buona gestione dei social media può aiutare il tuo business:
Vantaggi di una presenza social ben curata
Aumenta la visibilità:
I social media consentono di raggiungere un vasto pubblico, spesso senza grandi costi iniziali.
Una pagina ottimizzata con contenuti di qualità aumenta la probabilità di essere trovati dai clienti.
Crea connessione con il pubblico:
Una comunicazione regolare e coinvolgente rafforza la relazione con i clienti.
Le risposte rapide ai commenti e ai messaggi migliorano la percezione del servizio clienti.
Rafforza il brand:
Pubblicare contenuti coerenti e autentici contribuisce a costruire l’identità e la reputazione del brand.
Raccontare la storia del brand umanizza l’azienda e la rende più attraente.
Incrementa le vendite e le conversioni:
I social media offrono strumenti pubblicitari avanzati che permettono di targettizzare il pubblico giusto.
Offerte esclusive e promozioni sui social possono spingere i clienti a effettuare acquisti.
Analisi e miglioramento continuo:
Con strumenti di analisi integrati, puoi monitorare il rendimento dei tuoi contenuti e adattare la tua strategia.
Rischi di non essere presenti o di gestire male i social
Perdita di opportunità:
I clienti cercano spesso un’azienda sui social per verificare prodotti, servizi e recensioni.
L'assenza può portare i clienti a rivolgersi a un concorrente più attivo.
Impatto negativo sulla reputazione:
Una pagina social abbandonata o mal gestita trasmette un’immagine poco professionale.
Mancare di rispondere alle recensioni o ai commenti può alienare i clienti.
Mancanza di competizione:
I tuoi concorrenti probabilmente utilizzano i social per attrarre clienti. Non esserci significa rinunciare a un mercato in crescita.
Come migliorare la gestione dei social media
Definisci una strategia chiara:
Identifica il tuo pubblico di riferimento e stabilisci obiettivi specifici.
Pianifica un calendario editoriale per pubblicare regolarmente.
Investi in contenuti di qualità:
Usa immagini e video accattivanti, post educativi o ispirazionali e storie autentiche.
Varietà e originalità mantengono alto l'interesse.
Interagisci con la community:
Rispondi tempestivamente ai commenti e ai messaggi.
Coinvolgi il pubblico con sondaggi, domande e giveaway.
Monitora e ottimizza:
Usa strumenti come Facebook Insights, Instagram Analytics o Google Analytics per valutare cosa funziona meglio.
Sperimenta nuovi formati di contenuto, come Reels o dirette.
Investi nella pubblicità:
Le campagne sponsorizzate ben progettate possono amplificare la tua portata e portare nuovi clienti.
Una presenza social ben gestita è un potente strumento per aumentare il successo del tuo business. Senza di essa, rischi di essere invisibile in un mondo sempre più connesso.
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ladecadanefanda · 6 months ago
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marcogiovenale · 10 days ago
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tana libera tutti (exortatio)
tutti fuori da #faceboook e dai #social generalisti. fuori dal gabbio. tutti su #mastodon, forza! o su #friendica. (magari entrambi). e aprite dei #blog, dei #siti vostri (con #wordpress, #tumblr, su #noblogo, su #noblogs, dove volete insomma), come è successo a me con slowforward.net, mettete lì le cose a cui tenete, e magari fate in modo che i post vengano replicati come #link nei vari social…
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divulgatoriseriali · 9 months ago
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IL libro nero del Brasile: un viaggio nelle profondità più cupe della cultura brasiliana
Immergetevi nel Brasile più oscuro con il mio libro, “Il Libro Nero del Brasile”. Vi condurrò attraverso un viaggio al di là delle cartoline turistiche, esplorando temi come le sette religiose, il satanismo, il cannibalismo e i serial killer. Attraverso storie cruente e toccanti, vi offrirò uno sguardo inedito sulla realtà brasiliana, invitandovi a esplorare territori mai immaginati. Se siete…
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thecloud-group · 1 year ago
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warroslostmedia · 2 years ago
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falcemartello · 7 months ago
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LA CENSURA AI TEMPI DEI REGIMI DEMOCRATICI
Di Ivan Surace
In perfetto stile orwelliano la neolingua ha coniato un nuovo termine per la censura tanto di moda nei secoli passati: standard della community.
Suona bene vero?
Un termine inc(u)l(o)sivo, comunitario, che ci fa sentire tutti membri dello stesso gregge in maniera allegra e positiva, contro un non meglio precisato nemico che non rispetta gli standard.
D’altronde un secolo di studi e applicazioni di public relations alla Bernays ha portato i suoi frutti, soprattutto da parte di chi ha capito come funziona la massa e che quindi, senza troppi scrupoli, utilizza tutti i mezzi che ha a disposizione per manipolarla a suo piacimento censurando, o meglio facendo scomparire, chiunque e qualunque cosa possa mettere In dubbio la propaganda di regime, la narrazione dominante.
Come ultimo esempio in questi giorni abbiamo la questione climatica.
Vi sarete resi conto di come la propaganda su questo argomento sia cresciuta in maniera esponenziale in questi ultimi anni, parallelamente alla cosiddetta transizione green, che porta con se il passaggio al “tutto elettrico” in ogni campo e alla sostituzione con l’IA, di gran parte della gestione sociale, politica economica e sanitaria della popolazione.
Stiamo assistendo alla conversione coatta della società in un grande allevamento intensivo di ultima generazione, in cui ogni singolo capo di bestiame, trasformato in un pezzo di carne senza personalità né anima, viene controllato in maniera totale e continuativa.
Comunque la si pensi, questo è il futuro che immaginano per l'umanità e che si sta progressivamente attuando in maniera totalitaria, a cominciare dai grandi centri urbani, trasmormati in vere e proprie aziende zootecniche per umani.
Ma torniamo alla questione climatica, l’intesificarsi della propaganda su questo argomento serve a giustificare e a far accettare all’opinione pubblica l’entrata in vigore di leggi e restrizioni normalmente inaccettabili in qualsiasi società democratica.
Quindi la questione climatica é il pretesto, lo storytelling, la fiction, su cui si basa la ricerca di consenso da parte del potere, per imporre il cambiamento antropologico necessario, per realizzare i loro piani di controllo totale della popolazione.
Affinché la fiction sia credibile e possa essere sostituita alla realtà, occorre eliminare tutte le eventuali prove, critiche, controversie, che contrastano, anche minimamente, con la narrazione dominante.
È in ossequio a questa logica che negli ultimi mesi su FB, in maniera discreta e disinvolta, con vera tecnica da desaparecidos, sono stati rimossi diverse pagine e profili che facevano informazione sul clima in maniera non allineata al pensiero unico e dove venivano condivisi studi, grafici e informazioni scientifiche di fondazioni come Clintel o di scienziati come Prestininzi, Scafetta, Prodi, Curry, Lindzen, Spencer, ecc.
La pagina 'Klima e scienza', solo per fare un esempio recente, é stata fatta evaporare non appena raggiunti i 10mila iscritti.
Stessa sorte a profili di privati cittadini e di gestori dei profili sopra menzionati, anch’essi fatti sparire da un giorno all’altro con estrema discrezione, al punto che se uno non ci fa caso, neanche se ne rende conto e tutto continua come se niente fosse accaduto.
La situazione é estremamente pericolosa perche da un lato si procede con le epurazioni senza sosta e dall’altro non vi è nessuna presa di coscienza di quanto stia succedendo.
Se e quando la massa si renderà conto di tutto ciò, sarà già troppo tardi.
Al limite avverrà quando l’identità digitale, il portafoglio digitale e tutte le restrizioni ad essi legate, saranno già legge e routine quotidiana e non penso si dovrà attendere molto.
Se non ci sarà un totale cambio di passo da parte della minoranza non allineata nel lottare contro questo regime, tra i più subdoli e raffinati della storia, la fine della società e dell’umanità per come l’abbiamo sempre vissuta percepita e immaginata sarà certa come la morte.
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raffaeleitlodeo · 7 months ago
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Andrea ha 15 anni, la madre lava un paio di suoi pantaloni rossi ma stingono e diventano rosa. Andrea non ci fa caso, li indossa e torna a scuola. Inizia così a essere preso di mira. Vessazioni e umiliazioni di ogni tipo fino alla creazione di una pagina Facebook dal nome IL RAGAZZO DAI PANTALONI ROSA.
Andrea si toglie la vita. È il 2012. Sarà il primo minore che in Italia si uccide a causa del bullismo e dell’omofobia.
Per sua madre Teresa si aprono le porte dell’inferno. Fino a che un pomeriggio scopre quella maledetta pagina Facebook e legge tutto il male riversato su suo figlio.
In mezzo al dolore più atroce trova la forza di battersi contro questo fenomeno di violenza sui social. Va nelle scuole, scrive un libro, incontra associazioni.
Il 10 ottobre al cinema uscirà il film Il ragazzo dai pantaloni rosa. Teresa ha trasformato il dolore in speranza. Che nessun altro genitore viva quello ha vissuto lei.
Amen
#Pride2024
Claudia Sarritzu, Facebook
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abr · 3 months ago
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SPOILER: COME VA A FINIRE ANCHE QUI DA NOI, CON STA COSA CHE "L'ODIO" E' VIETATO MA AMMAZZARE BIANCHI NO.
A distanza di un anno dalla morte di Thomas Perotto, 16enne ucciso durante una rissa durante una festa di paese, il caso scuote ancora la Francia. La banda di giovani tra i quali ci sarebbe l'assassino del giovane rugbista, era composta da ragazzi di origine maghrebina. L'inchiesta è ancora aperta, tre dei sospetti si sono proclamati innocenti, gli sono stati concessi gli arresti domiciliari e la loro identità è mantenuta segreta.
Pare l'anonimato fosse anche indicazione dell'allora ministro degli interni Darmanin per evitare "strumentalizzazioni" razziste. La stampa ufficiale si ribellò, in primis Le Journal de Dimanche e Le Figaro che rivelarono la lista di sospetti e pubblicando foto del principale indiziato, Chaid A., nonostanze le reticenze della polizia.
Manifestazioni in ricordo di Thomas sono state vietate. Nove persone che avevano pubblicato i nomi dei sospetti aggressori on line sono stati condannati a mesi con la condizionale e ammende. È arrivata prima la condanna agli utenti dei social che la chiusura dell'inchiesta.
elab. via https://x.com/LeonardoPanetta/status/1852640227392635326
Sono già tra noi: chi lo sa che fu una banda di second generation maghrebini che faceva rapine usando spray al peperoncino in luoghi affollati, quella che causò 2 morti e 1400 (millequattrocento) feriti in Piazza San Carlo a Torino. I giornali sbatterono in prima pagina la squinternata sindaco imbelle, a ragione, ma almeno la seconda pagina dedicata ai colpevoli nessuno l'ha mai vista, i nomi non si sanno, probabile siano già fuori.
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naomyart · 2 months ago
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Hoy me siguieron llegando notificaciones, no importa cuantos años pasen, aun siguen acumulando lecturas, en varias de mis redes sociales, un enorme sentimiento de nostalgia me aborda, me puse a llorar cuando me di cuenta que aun existían comentarios de este año, incluso de este mismo mes! mi vida es un caos y ser un adulto responsable no es facil, no puedo creer que tantos años después aun exista gente que recuerde mi comic con cariño ( incluso unos lo recuerdan con odio jaja) pero LO RECUERDAN y eso me hace inmensamente feliz, Ragnartale es una pagina de mi vida que no tengo el valor de cerrar, y aunque sea poco, cada vez que tengo animos, energía y tiempo, avanzo un poco, aunque sea delinear una o dos paginas, a la semana siguiente coloreo otra y asi continuamente, el proceso es lentísimo, se que prácticamente publico un capitulo al año, pero no me atrevo a dejarlo, no importa el tiempo que me tome, saber que la gente aun lo espera me llena de fuerzas, un poquito mas, espero poder terminar el capitulo 43 antes de que termine el año, ya falta muy poco!
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Si estas leyendo esto, GRACIAS, gracias por no abandonarme, por tener esta historia en tu corazón, muchas gracias por todo ! ENGLISH / INGLES
Today I kept receiving notifications, no matter how many years pass, they still keep accumulating readings, on several of my social networks, an enormous feeling of nostalgia comes over me, I started to cry when I realized that there were still comments from this year, even from this very month! My life is chaos and being a responsible adult is not easy, I can't believe that after so many years there are still people who remember my comic with affection (some even remember it with hate haha) but THEY REMEMBER IT and that makes me immensely happy, Ragnartale is a page of my life that I don't have the courage to close, and even if it's little, every time I have the mood, energy and time, I move forward a little, even if it's just outlining one or two pages, the following week I color another one and so on continuously, the process is very slow, I know that I practically publish one chapter a year, but I don't dare to stop, no matter how long it takes me, knowing that people are still waiting for it fills me with strength, a little more, I hope to finish chapter 43 before the year ends, there's very little left!
If you're reading this, THANK YOU, thank you for not abandoning me, for having this story in your heart, thank you very much for everything!
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apis-vergilii · 27 days ago
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M. Laeta Francisco Petrarcae epistulam dedicat.
Fu nella tua città di Arezzo, maestro, ove per primo iniziai a dedicarmi alla lingua italiana.
Ero giovanissima, studentessa universitaria, americana, ignorante, peggio di tutto ero musicista, quando per prima sentii il tuo nome. (Petrarch, Petrarca, mi chiedevo, ma chi è questo? Petr-arca, arca di pietro, come un antico tempio romano. Recitavo il tuo nome come un incantesimo per placare il genius loci di Arretium, prima di leggere una tua singola parola. Perdonami.)
Ad Arezzo come in ogni altra città del mondo ero l’estranea di ogni gruppo sociale. La mia esperienza emblematica di questa vita da sempre è: osservare un circolo stretto di amici, dall’altra parte della stanza. Per quello studiavo piuttosto da sola, girovagavo in città da sola. Imparai un giorno che eri un poeta medioevale che cantavi d’amore, per una donna con cui non parlavi mai: come Dante con la sua Beatrice, sognando e piangendo ma sempre senza speranza, eri così per la tua Laura.
Alma del core, spirto dell’alma - sempre costante t’adorerò. Un altro ricordo di Arezzo di quell’estate. Una canzonetta settecentesca, una melodia tenera e semplice. Non c’entravi, eppur quando lo cantavo da sola nella mia voce tenua e fanciullesca, per le strade e nei parchi e boschetti, mi immaginavo di cantare per te, anche mentre cantavi a Laura. All’aria perfettamente vuota.
Una notte con i miei compagni di classe comprammo, con gli occhi sgranati e ridacchiando nervosi per il senso di trasgressione, una bottiglia di assenzio. Chiudemmo le luci a casa e facemmo il rito dello zucchero bruciato per addolcire il liquore amaro, lo bevemmo e ci sedemmo sul balcone della casa a guardare il cielo stellato e attendere le allucinazioni e visioni mistiche a noi promessi dalle leggende urbane e dagli scrittori morti male dell’ottocento. Ovviamente non successe niente tranne una consueta ubriacatura, ma io ad un certo punto iniziai a fissare dei cipressi lontani, alberi eleganti e malinconici, tratti di inchiostro nero che spezzavano il lume delle stelle, mai visti prima nella mia terra e così poetici che mi venne da piangere. I miei compagni di classe mi presero in giro e non mi credettero quando dissi di aver visto lo spirito di Petrarca.
Canzoniere. Io da musicista conoscevo già la parola “canzone”, ma “canzoniere” mi suonava magico, come un sospiro. Troppo romantico. Dovevo finalmente conoscerti. Entrai in una libreria - e maestro, tieni presente che tutto questo accadde prima che io avessi la minima competenza letteraria in italiano. Ero nella classe dei principianti analfabeti, con un’insegnante distratta e antipatica, e dopo un paio di settimane avevo già imparato tutto il materiale che ci aspettava per l’esame e iniziai a saltare le lezioni per pura noia.
Quel giorno - quel nostro giorno - presi in mano la mia nuova Canzoniere e salii in cima della città, ove regna la cattedrale come una fortezza etrusca costruita sopra la vetta della collina. Il sole quel giorno, quel nostro giorno, era di uno splendore travolgente. Accanto al cattedrale c’è un parco, con il tuo monumento - un po’ pomposo, trionfale, romano, augustiniano, precisamente come piacerebbe a te, ridicolo che sei. Di lauro incoronato.
Mi misi là, sdraiata sul prato, ascoltando in cuffie le sonate di Liszt basate sui sonetti tuoi, e iniziai a sfogliare ciecamente la tua opera. Dietro le parole che faticavo a decifrare percepii una bellezza struggente che mi tenne l’attenzione alla pagina. Poi lo splendore del sole diventò troppo, diventò un fastidio troppo caldo, e andai a cercare riparo ombroso da qualche parte.
Fu tutta una scusa per l’ultimo pelegrinaggio. La tua casa sta ancora là, la casa in cui la beata Eletta ti ha dato alla luce. Quel nostro giorno, la porta del cortile era aperta. Sotto un albero (forse un ampio faggio, se vogliamo citare il nostro Tityrus, ma lui quel giorno mi aspettava ancora, lontano nel mio futuro) aprì di nuovo il libro. Il nome di Laura - o meglio Laureta - mi catturò l’occhio.
Quando io movo i sospiri a chiamar voi,
e 'l nome che nel cor mi scrisse Amore,
LAUdando s'incomincia udir di fore
il suon de' primi dolci accenti suoi.
Restai là per forse 2 ore, soffermandomi su ogni parola, strappando i neuroni dal cervello per decifrare il tutto, lentamente, sperdutamente, senza la minima idea di cosa stavo facendo - ma alla fine, lo capì. Per questo lo chiamo quel giorno il nostro: perchè là a casa tua diventasti il mio primo vero maestro d’italiano, e mi hai insegnato una canzone. Rubai per te un fiore dal giardino e scappai via - un regalo per te, che conserverò tra le pagine della tua Canzoniere per sempre.
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libero-de-mente · 1 year ago
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Donne, uomini e libri
Credo che la situazione sentimentale di molte persone sia lo specchio dell'attuale società.
Si cerca tutto e subito, leggerezza e piacere senza impegno. Avere quello che si vuole solo quando necessita.
Le App insegnano. Hai fame *click*, hai voglia di un week end fuori porta *click*, vuoi andare al cinema *click*, vuoi ascoltare una canzone *click* e in fine vuoi degli incontri con partner senza impegno? Anche qui *click* *click*.
Secondo me le persone meriterebbero più importanza. Spesso si giudica con troppa fretta, in maniera approssimativa.
Io reputo le persone come dei libri, non ci si deve fermare alla copertina e neanche della prefazione. Ci sono vari libri come i romanzi per esempio che vanno da quelli sentimentali a quelli d'avventura, da quelli noir a quelli filosofici oppure anche libertini. Credo che nelle persone, come se fossero libri, ci siano più generi che vanno scoperti leggendoli e sfogliandoli.
Le donne.
Sono da leggere, fino all'ultimo capitolo. E se dopo un primo appuntamento ci rimane qualche dubbio, cosa che a noi uomini spesso capita, restando con quell'espressione di chi ha letto Nietzsche o Kant senza averci capito nulla, basta impegnarsi e ricominciare a leggerle.
Perché in quanto libri, le donne, non saranno mai uguali alla prima lettura, ma magicamente appariranno altri capitoli come se inavvertitamente nella fretta fossero stati saltati.
In un momento che stiamo vivendo di scarso impegno intellettuale, dove a molti risulta difficile leggere post oltre le dieci righe sui social, come si può pensare di impegnarsi per leggere una vita, fatta di esperienze ed emozioni, racchiuse in una persona solo con un rapido giudizio?
Faccio un esempio, si ha la possibilità di scegliere un libro. Uno solo, non di più. Se ci si accontenta di impegnarsi poco si sceglierà un libro pieno di illustrazioni. Guardare è meno impegnativo che leggere.
Chi avrà fatto questa scelta si perderà la possibilità, invece, di scegliere un libro pieno di pensieri, parole, racconti e consigli. Quanti inconsciamente non s'immaginano minimamente a cosa hanno rinunciato. Quello che si sono persi.
Gli uomini.
Non sono da giudicare dalla copertina.
Immaginiamo una donna in una libreria, davanti a sé ha dei libri in esposizione. Vede un libro sconosciuto in libreria. Lei è attratta dalla copertina di uno di essi. Non conosce l'autore.
Così sbircia l'occhiello, ma essendo curiosa passa al frontespizio... uhm, non si è ancora decisa. Sfogliando ecco che le appare l'esergo, "caspita che citazione" sussurra mentre il libro è sempre più saldo nelle sue mani.
A seguire sfogliando trova una dedica, che la fa sciogliere un po'... ed ecco che arriva al punto chiave. Come dopo alcuni appuntamenti interlocutori con un uomo, gira la pagina e trova la prefazione. Finalmente scopre il suo contenuto, l'ambientazione, i personaggi e un sunto della trama del libro.
A questo punto ha solo due opzioni: richiudere il libro e riposizionarlo sullo scaffale, oppure ammirarlo un attimo e con un sorriso avviarsi alla cassa con esso.
Donne e uomini.
Solo leggendo i libri, come metafora delle persone, alla fine della lettura si può essere perdutamente innamorati di quel libro. Come invece si può, alla fine della lettura, rimanerne delusi, nonostante quella prefazione che sembrava promettere bene.
Prendere a caso un libro da uno scaffale solo dalla copertina, senza valutarlo né guardarlo più di tanto, trovandosi poi tra le mani un libro che ci faccia innamorare, può accadere solo con un colpo di fortuna.
Bisogna sapersi leggere, senza fretta o pregiudizi. Solo alla fine trarre le conclusioni.
Ognuno di noi è un libro. Buona lettura a tutti.
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thealterhumanaike · 1 month ago
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Introduccion a mi pagina
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Muy Buenos dias, yo me llamo aike, y he formado parte de la comunidad alterhuman desde 2017, más que nada soy activo en discord y tik tok (luego más abajo pondré mis otras redes). Soy de Argentina, 16 años, trans enby, me gusta la paleontología, biología en general, mortal Kombat, League of legends, kaijus, etc. Soy alterhuman en general, de forma fisica, psicologica y metafisica, mi main kintype es mileena, siguiendole despues sevika y Godzilla, siendo mi top 3. Luego otros kintypes son animales prehistoricos, hombre gato, hombre polilla, hombre colibri, otros kaijus como biollante, dragones como meleys, animales actuales, hada oscura, sigilkore, krushclub, de los que podria mencionar sin alargar mucho. Soy animador 3D de cinema 4D y diseñador gráfico, y para la comunidad me dedico a traducir contenido alterhuman. Soy neurótipico, pero pero con muchos neurodivergentes en la comunidad me gusta aprender, sobre todo aprender sobre sistemas
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falcemartello · 6 months ago
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e lo facevano nel nome dell’interesse pubblico a “evitare la disinformazione” e “limitare l’anarchia sul web”: “Non è che questi tycoon privati si possono sentire al di sopra delle leggi!”
E fin qui, avremmo a che fare con una tesi politica, una tesi straordinariamente ottusa, ma formalmente rispettabile come tutte le affermazioni politiche.
Solo che poi mi è sovvenuto che su quelle stesse pagine, proprio le stesse, durante la pandemia si giustificava la censura sui social, anche quando era totalmente e manifestamente pretestuosa, e lo facevano nel nome del fatto che “dopo tutto i social sono imprese private, e fanno quello che gli pare; se non ti piace, puoi sempre andartene”.
Questo, per dire, veniva sbattuto in faccia quando veniva chiusa la propria pagina per un mese per aver pubblicato un articolo del British Medical Journal che contrastava la narrazione ufficiale (ogni riferimento a cose e persone riconoscibili è puramente intenzionale).
Dunque finché censura in linea con la narrativa ufficiale è un'impresa privata libera di fare fa quel che gli pare, quando non censura è un'impresa privata che deve essere messa in riga nel nome dell'interesse pubblico.
Ora, la questione che mi si pone è l’eterno dilemma: “Ci sono o ci fanno?” Vedo infatti solo due interpretazioni possibili, che potremmo chiamare, per darci un nome icastico, l’interpretazione alla Carlo Maria Cipolla e l’interpretazione alla Sartre.
La prima interpretazione accetta la possibilità che questa gente, nonostante spesso si tratti di affermati professionisti, giornalisti, persino accademici, molto semplicemente sia così sconfortantemente scema da non vedere la contraddittorietà dei propri criteri.
In effetti una profonda verità del più citato dei libri di Cipolla (peraltro, grande storico) è che “La probabilità che una certa persona sia stupida è indipendente da qualsiasi altra caratteristica della persona stessa.” (II legge fondamentale).
E a questa verità, per sconfiggere la mia incredulità, si affianca la Prima Legge: “Sempre e inevitabilmente ognuno di noi sottovaluta il numero di individui stupidi in circolazione.”
La seconda interpretazione assume invece che questi soggetti non siano stupidi, ma siano in malafede. Diciamo che è gente così in malafede che persino la loro malafede soffre di malafede.
Questa genia è disposta serenamente a qualunque menzogna, contraddizione, doppio e triplo standard purché ciò si attagli ai propri interessi del momento.
Qui l’onnicomprensività della malafede semplicemente ha abolito le funzioni di verità, viste come orpelli inutili.
Avremmo dunque a che fare con il cinismo utilitaristico più conclamato, dove ogni appello al vero e all’integrità sarebbe sconfitto in partenza dalle esigenze pragmatiche correnti.
C’è, tuttavia, temo una terza interpretazione, che fonde entrambe le precedenti.
A metterci sulla buona strada è ancora una volta Cipolla, questa volta con la Terza Legge: “Una persona stupida è una persona che causa un danno ad un’altra persona o gruppo di persone senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per sé od addirittura subendo una perdita."
Dovremmo fare spazio all’amara possibilità che l’abolizione di ogni criterio di verità, integrità, ragione nel nome di una concezione utilitaristica del vero (“Proclamo come vero ciò che mi serve”), abbia finito per creare le condizioni per la più perfetta stupidità: la stupidità in malafede, che avendo perduto ogni contatto con il vero e il reale non è più nemmeno in grado di percepire il proprio porco interesse.
Questo è il più grande dei pericoli, in cui se non mi inganno stiamo sguazzando: la presenza diffusa di un gran numero di persone disposte a mentire, distorcere, falsificare opportunisticamente, ma senza più nemmeno la capacità di percepire cosa sia nel loro, per quanto meschino, interesse.
Ecco a voi il Male.
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vaerjs · 13 days ago
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Mi manca avere sufficiente tempo libero affinché anche la mia mente si rilassi e riesca a vagare lontana dai pensieri del lavoro. In particolare mi manca riuscire ad uscire con la macchina fotografica solo perché c'è una bella luce, mi manca disegnare solo perché quella bellezza merita di essere conservata.
Da quando ho abbandonato Instagram e gli altri social di Meta ho sperimentato la FOMO per la prima volta. Sebbene non pubblicassi con costanza e attenzione, l'idea di essere comunque presente in una bolla che mi ero scientemente costruita, fatta da un lato di forltografə e gallerie, dall'altra di artistə e case editrici mi trasmetteva una qualche rassicurazione del fatto che, quando avessi pubblicato delle mie fotografie o delle mie illustrazioni, avrei trovato un pubblico pronto ad accoglierle e ripubblicarle, a dar loro visibilità e avvicinarmi un po' di più a quel sogno che cerco di sotterrare sempre più a fondo nel cassetto.
In tutta risposta ho riaperto il mio profilo VSCO e ipotizzo di tornare anche su FLICKR dove i miei primi scatti ancora galleggiano. Ho preso la decisione di curarmi della mia paginetta come del mio angolino di pace, non voglio più avere la sensazione di pubblicare per correre dietro a questa o quella open call (puntualmente mancata). Certo mi piacerebbe mettermi alla prova, ma sarà il mio sforzo a guidarmi, non le impellenti notifiche dei canali di questa o quella pagina.
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ilpianistasultetto · 1 year ago
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Anche una Premier puo' incontrare il lupo e CappuccettoGiorgia ha incontrato ll suo, LupoGiambruno. Ora e' tutto nelle mani della piccola Ginevra e delle tante pesche che da oggi il lupo sara' costretto a comprare alla Esselunga, anche per vedere i risultati che quello spot potrebbe portare a casa come si e' parlato per giorni e giorni, tra difensori e scettici. Si, si, vero che le cose private non dovrebbero entrare nell'agone politico e nemmeno essere materia per social. Che sarebbe cosa buona e giusta fermarsi sempre e comunque fuori dalle stanze da letto, addirittura fuori la porta delle case degli altri e verrebbe quasi voglia, comunque, di dare solidarieta' a donna Giorgia ma poi penso alle parole di Bersani: "Se parlano da bar, dobbiamo parlare da bar anche noi". Se in questo bar è possibile dare dell'invertito a un omosessuale, dove puoi sbattere in prima pagina un magistrato perche' porta calzini a strisce o dare della "patata bollente" a un'allora sindaca di Roma, giusto fare bar sempre. E non si possono tollerare fazioni che una volta attaccano e una volta difendono a secondo di chi entra nel tritacarne. Se tanta parte di questa nuova societa' ama guardare dal buco della serratura, allora si guarda sempre da quel buco, nel bene e nel male. Oggi tocca a Giorgia, da oggi senza famiglia. Quella famiglia che da un anno viene sbandierata da media e giornali come esempio per tutta l'Italia tra baci e strette d'affetto con effetto mulino bianco. La bella famiglia, quella tradizionale, l'unica dove ci si vuole tutti bene con il cuore. Io seguito a stare dalla parte di Guccini quando canta di ipocrisia:
Alla fine della baldoria c'e' nell' aria un silenzio strano, qualcuno raglia con meno boria e qualcun altro grugnisce piano"
@ilpianistasultetto
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