#storia letteraria
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gregor-samsung · 1 year ago
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" Ogni autore ci arriva carico di osservazioni, di opinioni, di passioni, di interpretazioni, che l'hanno modificato partendo da esperienze, abilità e conoscenze tecniche diverse: talora straniere affatto alla nostra storia. È impossibile estrarlo da questo impasto che lo ha attorniato e che cresce. Bisogna rassegnarsi a guardare i templi di Paestum nella loro nudità fatta dai secoli di abbandono, di piogge, di sole, di nebbie che li hanno prima privati delle loro coloriture originarie, e poi, a poco alla volta, in un processo irreversibile, li hanno lasciati mutilati in una nudità che avrebbe fatto piangere i loro autori. Così è dei classici di molte letterature. E non possiamo molto obiettare alla nostra mancanza di obiettività. Essi, come noi, hanno vissuto, e come noi hanno cambiato di peso, di colore, di grazie, di forza con il passar sopra di tutti noi degli anni. Possiamo ancora parlare con loro. Ma non dimenticatevi che la loro loquela non era quella d'un tempo. Credete che Dante parlasse come un professore d'oggi, e il suo accento toscano fosse quello del sindaco di Firenze? Più grave ancora: come si può recuperare oggi il valore d'una frase di Farinata degli Uberti, quando il sentimento della famiglia, della patria, della città, è tanto cambiato? "
Giuseppe Prezzolini, Storia tascabile della letteratura italiana; prima edizione: Milano, Pan, 1976.
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pier-carlo-universe · 22 days ago
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Kate Alcott - La ricamatrice di segreti. Una storia di riscatto, coraggio e amore. Recensione di Alessandria today
Biografia dell’autrice. Kate Alcott, pseudonimo di Patricia O’Brien, è una scrittrice statunitense che ha conquistato i lettori con romanzi storici ricchi di emozione e dettagli accurati.
Biografia dell’autrice.Kate Alcott, pseudonimo di Patricia O’Brien, è una scrittrice statunitense che ha conquistato i lettori con romanzi storici ricchi di emozione e dettagli accurati. Il suo lavoro si distingue per l’abilità di intrecciare personaggi femminili forti e determinati con eventi storici significativi, creando storie che lasciano un segno profondo. Recensione.“La ricamatrice di…
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simonquasar · 7 months ago
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明治の出版
- “Why?” [the merchant] asked. “I’ve got it [the yesterday newspaper] - what more do I want?” - “Yes, you have one day’s issue, and it comes out every day.” - “So I understand,” he replied, “but having it already, why should I take it everyday?” And all the clerks laughed, thinking it an excellent stroke of wit, no doubt.
La nascita dell’editoria moderna in Giappone 1853–1890
L’evoluzione dell'editoria moderna e stampa giornalistica in Giappone tra il 1853 e il 1890 attraverso un'indagine approfondita degli sviluppi tecnologici, sociali e politici dell'epoca.
di Simon Pilati 19,20€ - 154 pagg. a colori ISBN 9781446129609 © Giugno 2024, Italia
INFO E ANTEPRIMA
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scritturacreativa-85 · 7 months ago
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Tra le Pagine del Cuore
Elena si perdeva spesso tra le pagine dei libri della biblioteca dell’università. Quel giorno, però, un vecchio tomo polveroso catturò la sua attenzione. Si trattava di un volume raro, di quelli che nessuno prendeva mai in prestito. Lo aprì con delicatezza, respirando l’odore delle pagine antiche. Tra due di esse, scoprì una lettera. La carta era ingiallita e l’inchiostro leggermente sbiadito,…
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queerographies · 9 months ago
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[Nessuna come lei][Sara De Simone]
Garsington 1916: Tra obiettori di coscienza, nudisti e artisti, nasce l’amicizia letteraria tra Katherine Mansfield e Virginia Woolf Titolo: Nessuna come lei. Katherine Mansfield e Virginia Woolf. Storia di un’amiciziaScritto da: Sara De SimoneEdito da: Neri PozzaAnno: 2024Pagine: 432ISBN: 9791255021773 La sinossi di Nessuna come lei di Sara De Simone Nel luglio del 1916, Garsington, la villa…
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spleenomane · 1 month ago
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Perdonate l'intromissione, ma mi sorprende che fin qui nessuno abbia tirato fuori dei fatti secondo me importantissimi per la comprensione della loro relazione: parlo del fatto che Boccaccio scrisse una biografia di Petrarca (De vita et moribus domini Francisci Petracchi). Di per sé scrivere la biografia di una persona vivente è una fatica non da poco, specialmente se siamo nel Trecento e le notizie sulla vita di qualcuno vanno essenzialmente chieste in giro, non si prendono da wikipedia: in questo caso le informazioni gli furono riferite da fra' Dionigi di Borgo San Sepolcro, nient'altro che il prete confessore di Petrarca (lo stesso che gli fece leggere le Confessioni di Sant'Agostino!).
Qualcuno potrebbe chiedersi: come mai non chiese informazioni a Francesco stesso? E qui è il punto: l'opera è incertamente datata al 1341-42. Parliamo di 8 o 9 anni prima dell'incontro tra Petrarca e Boccaccio, avvenuto nel 1350. Non so se ci capiamo, siamo qui di fronte al topos narrativo da fanfiction per eccellenza: il piccolo fanboy scrive letterine sparse e sogna il suo amore sgambettando sul lettino, finché d'improvviso non incontra il suo idolo, col quale inaspettatamente intraprende una relazione simbiotica e travolgente che durerà per il resto dei loro giorni e li farà giacere nello stesso letticiuolo. Alla fine Ciccio diverrà un paciocco tenerone guarito dalla depressione, e Vanni un latinista misogino. Cos'è l'amore se non condivisione?
Il caso si fa persino più morboso se consideriamo che ancor prima del De Vita, Boccaccio scrisse ben due opere sul nostro Checco, il Mavortis Milex (lett: "il soldato di Marte", una pseudo-lettera elogiativa al suo idolo, che è il soldato in questione, del 1339) e il Notamentum (una celebrazione della laurea poetica ricevuta dal Petrarca). Ben tre opere per un tizio di cui aveva solo sentito parlare.
Sapendo queste cose, shipparli non è un'amara perversione di qualche squilibrato, ma anzi un imperativo categorico, una legge morale, che dovrebbe risuonare nel petto di chiunque abbia occhi per vedere.
ok aiuto ho trovato la niche degli studenti/appassionati di letteratura italiana su tumblr ma ora ho bisogno di sapere: esistono altri petrarca/boccaccio shippers o sono l’unica pazza cursata con il potenziale di questa ship?
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lalivella · 2 months ago
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Villa Regina, Boscoreale
Scoperto nel 1977 il complesso, situato nel Comune di Boscoreale, è una fattoria di piccole dimensioni costruita in età sillana (I secolo a.C.), incentrata su una cella vinaria ospitante 18 dolia interrati per la conservazione del mosto ricavato dall’uva prodotta nel vigneto che circondava la villa e della quale è stato possibile ricostruire l’impianto. La fattoria era infatti dotata di un apposito ambiente per la torchiatura dei grappoli, oltre che di locali adibiti alle attività domestiche, a stalla e deposito.
Della pars urbana l’unico ambiente signorile era il triclinio ornato da pitture di III stile, mentre altre stanze di alloggio erano poste al piano superiore accessibile mediante una scala.
All’epoca dell’eruzione la fattoria doveva essere utilizzata solo durante le lavorazioni agricole, e presenta molte stanze in attesa di essere ripristinate dopo il terremoto del 62 d.C.
Tra gli oggetti ivi rinvenuti si segnalano una piccola erma del dio Bacco, proveniente dal larario del portico, numeroso vasellame da mensa e da cucina, attrezzi agricoli ed alcune lucerne, tra cui una databile al III-IV secolo d.C. che dimostra la frequentazione del sito in epoca posteriore all’eruzione del 79 d.C..
Eta sillana: Ci troviamo nel I ventennio del I secolo a.C., periodo più significativo della storia romana. Già gli storici antichi erano unanimi nel vedere in questo ventennio convulso, problematico, conflittuale e violento per la guerra civile, per lo scontro tra Mariani e Sillani, per la dittatura di Silla, l'inizio della crisi delle istituzioni repubblicane e l'avvio di un processo che porterà all'affermazione di un nuovo assetto sociale ed istituzionale, con la perdita definitiva della repubblica, all'affermazione dapprima della monarchia di Cesare e poi del principato di Augusto. Gli studiosi considerano questo ventennio come una sorta di età di mezzo, non particolarmente creativa, tra la generazione di intellettuali che ha fissato le basi della letteratura latina (Nevio, Plauto, Ennio, Catone e Terenzio) e quella del I secolo, protagonista di una straordinaria stagione letteraria (Lucrezio, Catullo, Cesare e Cicerone).
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abr · 2 months ago
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Non credo che il liceo apra la mente (ci credeva e lo insegnava mia madre) perché non vedo né argomenti né evidenze empiriche a supporto di questa congettura. Anzi ne vedo di opposti: non c'è al liceo classico né nel metodo né nelle materie alcuna attività che induca al pensiero critico o al dubbio.
Non si insegna filosofia, si impara a memoria la storia della filosofia. Non critica letteraria, ma si impara il prodotto dei critici di regime del greco e latino, lingua in cui capolavori eterni sono stati scritti, si manda a memoria la grammatica (costruzione ex post di burocrati) e si impara a memoria la storia della letteratura e talvolta le traduzioni.
Dopo 5 anni (ai miei tempi) eri in grado di tradurre 10 righe usando un vocabolario enorme (io avevo il castiglioni mariotti). Oggi dopo qualche mese di Duolingo parli e capisci in modo dignitoso il cinese studiando mezz'ora al giorno (...).
Conosco menti aperte che non hanno fatto il classico e credo che svariati licei abbiano chiuso le menti di generazioni inculcando una idea immotivata di superiorità culturale e suggerendo che la retorica sia superiore alla logica e al metodo scientifico.
Ci sono sicuramente professori fantastici (...) ma io li vedo come missionari inviati a predicare il nulla nel deserto. Individui eccezionali da cui non si può inferire merito nell'istituzione liceo classico.
via https://x.com/MassimoFamularo/status/1862526161047191832
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Aggiungo a riprova definitiva che l'Avvocato del Popolo Gonde Giuseppi ha fatto il classico.
Aggiungo anche che questo j'accuse definitivo al metodo dogmatico prescientifico, prodotto del neo-idealismo provincial hegeliano del Gentile, vale anche per il suo figlio di un dio minore, il liceo scientifico: sperare che lì insegnino la logica e il metodo scientifico (!) al posto della retorica da spicciacarte tamarro, che risate: lì si applica la memoria alle formule invece che alle date.
E' l'idealismo, bellezza: la Verità si Contempla, non si ricerca e in ogni caso non tu, non puoi.
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angelap3 · 1 month ago
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"Canto di Natale" ("A Christmas Carol"), pubblicato per la prima volta nel 1843, è una delle opere più celebri di Charles Dickens,. Questo racconto breve ha avuto un impatto duraturo sulla cultura natalizia, diventando una lettura imprescindibile durante le festività (...e non solo). Dickens utilizza la sua narrazione per esplorare temi di redenzione, generosità e la vera essenza del Natale.
La storia segue Ebenezer Scrooge, un vecchio avaro che disprezza il Natale e tutto ciò che rappresenta. La sua vita cambia radicalmente quando viene visitato da tre fantasmi la vigilia di Natale. Il Fantasma del Natale Passato lo riporta ai momenti chiave della sua giovinezza, mostrandogli come le sue scelte lo abbiano portato a diventare l'uomo solitario che è. Il Fantasma del Natale Presente gli mostra la vita delle persone che lo circondano, compreso il suo impiegato Bob Cratchit e la sua famiglia, che nonostante la povertà, celebrano il Natale con gioia e amore. Infine, il Fantasma del Natale Futuro gli presenta una visione inquietante della sua morte solitaria e della sua eredità dimenticata.
Il tema centrale del racconto è la possibilità di cambiamento e redenzione. Scrooge, inizialmente un personaggio negativo, ha l'opportunità di riflettere sulle sue azioni e di trasformarsi in una persona migliore. Dickens sottolinea l'importanza della generosità e della comunità. La capacità di Scrooge di cambiare e abbracciare il Natale rappresenta una celebrazione dei valori umani più profondi. L'opera, inoltre, offre una critica alla società vittoriana, evidenziando le ingiustizie sociali e le disuguaglianze. Attraverso la famiglia Cratchit, Dickens pone l'accento sulle difficoltà dei meno fortunati e sull'importanza della solidarietà.
Il racconto è scritto in uno stile accessibile e coinvolgente. Dickens utilizza un linguaggio ricco e descrittivo, capace di evocare emozioni intense. La struttura del racconto facilita il progresso narrativo e mantiene alta la tensione fino alla conclusione, dove avviene il ravvedimento di Scrooge.
"Canto di Natale" ha avuto un impatto significativo sulla cultura popolare e ha contribuito a definire le tradizioni natalizie moderne. Il racconto ha ispirato innumerevoli adattamenti teatrali, cinematografici e musicali, rendendolo una pietra miliare della letteratura.
"Canto di Natale" è molto più di una semplice storia natalizia: è un'opera letteraria profonda e toccante che invita alla riflessione sui valori fondamentali della vita. La sua capacità di emozionare e di ispirare la trasformazione personale lo rende un classico senza tempo, adatto a lettori di ogni età. È un libro che consiglio vivamente di leggere, o rileggere, non solo durante il periodo natalizio, ma ogni volta che si sente il bisogno di ricordare l'importanza della gentilezza e della generosità.
P.S. Se alla lettura del libro aggiungete anche la visione del film "La vita è meravigliosa" diretto da Frank Capra, il Natale si può dire perfetto!
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multiverseofseries · 8 months ago
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Bridgerton 3, Parte 1: un ritorno tra amori, segreti e scandali
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Ah, la primavera! Con i suoi colori e i suoi profumi, è davvero la stagione perfetta per il debutto di una nuova tranche di episodi della romance saga che ormai dal 2020 appassiona gli abbonati Netflix: la prima parte della terza stagione di Bridgerton è infatti disponibile per lo streaming sulla piattaforma, così come l'attesissima storia d'amore tra Colin Bridgerton (Luke Newton) e Penelope Featherington (Nicola Coughlan)… Ma come se la sarà cavata lo show a questo giro? Scopriamo insieme cosa ci riservano Shonda Rhimes e i primi 4 episodi di Bridgerton 3.
Scelte mirate
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Nicola Coughlan è Penelope
Dopo una lunga attesa carica di speculazioni di ogni tipo sul futuro dei protagonisti di Bridgerton, siamo finalmente di ritorno nella 'Ton più amata dagli spettatori Netflix, quella che, assieme ai suoi abitanti, ci regala sempre un turbinio di emozioni. Questa volta capitanata da Jess Brownell - nuova showrunner della serie dopo l'addio di Chris Van Dusen - che accompagna fedelmente la produttrice delle produttrici, Shonda Rhimes, la terza stagione di Bridgerton si mostra in tutto il suo sfarzo, la sua eleganza e la sua intensità, ma solo per quattro episodi… la seconda parte della stagione arriverà domani 13 giugno su Netflix. Una delle novità dell'adattamento televisivo dei romanzi di Julia Quinn per questa nuova stagione è stata la decisone di scindere in due parti la distribuzione degli episodi.
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Ritorno a Bridgerton
Per il momento, è difficile valutare se una tale scommessa sarà vincente o meno e solo l’uscita della seconda parte di stagione c’è lo dirà, ma i presupposti sembrerebbero dar ragione alla produzione: dopotutto, anche per gli appassionati del genere, un binge-watching tutto d'un fiato di 8 episodi di una serie che fa un cospicuo uso di cliché e archetipi narrativi come Bridgerton, nonché assai affezionata a plot twist e cliffhanger ad effetto, potrebbe risultare più pesante da digerire, e nel tempo controproducente rispetto a una ripartizione in due blocchi. Così facendo, invece, non solo ci si assicura che un prodotto di grande interesse attirerà audience più a lungo termine, ma si dà anche modo a storia e spettatori di "respirare", e a questi ultimi di assimilare al meglio quanto visto sullo schermo. E in questa stagione, di certo non c'è da annoiarsi…
Dai Polin, con amore
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Luke Newton e Nicola Coughlan
Fin dal termine della seconda stagione di Bridgerton, nella quale abbiamo visto nascere e concretizzarsi l'amore tra il primogenito di casa Bridgerton, Anthony (Jonathan Bailey), e la maggiore delle sorelle Sharma, Kate (Simone Ashley), ci si è chiesti a chi i due avrebbero passato il testimone e consegnato il titolo di "coppia dell'anno" nella stagione successiva. Se lo show avesse voluto seguire pedissequamente l'ordine dei libri, sappiamo che l'onere e l'onore sarebbe spettato a Benedict (Luke Thompson), alla cui storia è stato dedicato il terzo volume della saga letteraria, "La proposta di un gentiluomo". Tuttavia, l'amore era già nell'aria da tempo per i Polin, ovvero Colin e Penelope, gli amici di sempre il cui rapporto sembrava serbare qualcosa di più fin dal principio, sebbene avevamo visto un maggiore interesse in quel senso da parte di Pen (che ricordiamo, non leggere se non hai ancora visto la serie, è colei che si cela dietro il nom de plume di Lady Whistledown).
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Luke Newton è Colin Bridgerton
E malgrado in ordine cronologico cartaceo il loro momento sarebbe dovuto arrivare più in là nel tempo, sullo schermo, complice la chimica tra i due attori e l'impostazione data dal team creativo alle loro interazioni sin dalla prima stagione, è stato possibile procedere in questa direzione, senza tuttavia dimenticarsi degli altri Bridgerton. Nella prima parte della terza stagione abbiamo comunque dei focus su Benedict, Francesca (Hannah Dodd), e la Eloise di Claudia Jessie (malgrado una curiosa assenza…).
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Claudia Jessie è Eloise Bridgerton
Ma, come dicevamo, gran parte dell'attenzione in Bridgerton 3 è riversata sui Polin che, dopo gli accadimenti della stagione 2, si trovano ora in una fase di stallo: Penelope aveva infatti udito le parole di Colin che escludevano a priori un risvolto amoroso nel loro rapporto, e le frizioni nella sua amicizia con Eloise (che aveva scoperto la sua identità di Regina del Gossip) non avevano fatto che allontanarla dai Bridgerton. Adesso però la ragazza finisce con il ritrovarsi in una situazione, se vogliamo, ancora più scomoda, dato che, nel tentativo di recuperare la loro amicizia, Colin si offre di aiutarla a trovare marito, e cerca di impartirle "lezioni su come uscire dal guscio" ora che lui stesso, a seguito della sua estate in giro per il mondo, sente di aver trovato una nuova dimensione. Ma quando il suo aiuto finisce con creare più guai per i loro cuori che altro, cosa farà Colin? E come si comporterà Penelope? E non dimentichiamoci che Colin è ancora all'oscuro della doppia identità di Penelope…
Bridgerton non molla
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Bridgerton: una foto di Benedict e Colin nella stagione 3
Arrivati dunque al nostro quarto appuntamento con il mondo di Bridgerton (se contiamo anche lo spin-off sulla Regina Carlotta) ci si potrebbe preoccupare di una fisiologica fatigue del prodotto che, solitamente con le serie, giunti a questo punto inizia già a fare capolino. Per quanto riguarda lo show targato Shondaland, a ogni modo, il tutto sembra "tenere botta", poiché, almeno in questi primi quattro episodi, non si rileva una pesantezza di fondo nel seguire le vicende (seppur in gran parte prone a stereotipi) dei vari personaggi, né viene da pensare di essere stufi del suo modus operandi.
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Un ritorno tra amori, segreti e scandali
Le scenografie si fanno sempre più spettacolari, i dettagli visivi sempre più ricercati (guardate anche solo le parrucche della Regina!), il comparto musicale continua a regalare gioie con le sue versioni classiche di hit da classifica, da Dynamite dei BTS a Cheap Thrills di Sia, passando per Give Me Everithing di Afrojack, Ne-Yo e Pitbull, e nulla di tutto ciò risulta gratuito o fuori luogo. C'è solo da sperare che una tale cura possa continuare a essere tangibile anche nella costruzione di storie e personaggi, nello sviluppo delle dinamiche e tanto nella trasposizione del materiale già fornito dalla Quinn, quanto nell'incorporazione di elementi originali nel tessuto del racconto.
Conclusioni
In conclusione, si guarda con favore ai primi quattro episodi di Bridgerton 3, che con la sua Parte 1 ha già fatto approdo su Netflix. La tanto attesa storia d’amicizia che si trasforma in amore tra Colin Bridgerton e Penelope Featherington sta finalmente prendendo piede, e non resta che augurarsi che i due non finiscano con l’inciampare e divenire protagonisti di una rovinosa caduta. Per ora, tuttavia, non sembra questo ciò che è scritto nelle carte. Possiamo fidarci?
👍🏻
Coerenza formale e attenzione ai dettagli.
Focus sui vari personaggi, non solo sui protagonisti dichiarati.
👎🏻
Rischio esagerazione e saturazione.
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gregor-samsung · 8 months ago
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" Ricordo di aver letto non molti anni fa uno spiritoso articolo di Stefano Rizzato (apparso su «La Stampa» nella primavera del 2012) dedicato ai fumetti di Topolino. Diceva che i giovani lettori avevano qualche difficoltà a capirne la lingua, e che occorreva ormai il pronto soccorso di un «topo-dizionario» per capire verbi usati di frequente dal piccolo animale come turlupinare, corroborare, lucrare, un sostantivo come darsena, aggettivi come erudito, esoso, retrogrado, intabarrato. È vero che la lingua di Topolino è sempre stata di livello alto, ma le nuove generazioni non conoscono queste parole anche perché non le leggono piú. In un suo libro recente Massimo Arcangeli* ci ha fatto notare che addirittura fra gli studenti universitari stanno perdendosi parole come abulico, sordido, modico, solerte, blaterare, corroborare, menzionare, coacervo, laconico, nemesi; e che moltissimi non sanno trovare un sinonimo di pusillanime, e che indigente è confuso con ingente.
Ma oggi in realtà preoccupa di piú il fatto che molti giovani non sanno mettere insieme con accettabile padronanza una pagina scritta. All’Università hanno difficoltà a stendere una tesina, arrivano alla laurea sprovvisti di sintassi, incapaci di argomentare, fanno fatica ad articolare (ma anche a leggere) un testo con un po’ di subordinate. Come se non avessero fatto nulla in precedenza per imparare a scrivere, soltanto scaldato dei banchi. Siamo di fronte a un collasso sintattico, che preoccupa molto di piú degli strafalcioni e delle carenze lessicali: qui è in gioco l’incapacità di organizzare e gerarchizzare e illustrare le idee, sono saltati i nessi logici, i legami tra il prima e il poi, tra causa ed effetto, sono franati i nessi insieme alle pause, l’andare a capo, la scansione, la punteggiatura, il ritmo del discorso. Che cominci a farsi sentire il mancato insegnamento dello spessore storico di una lingua, o la semplificazione eccessiva di tale prospettiva? Dopo anni di impegno, di entusiasmi per sperimentazioni glottodidattiche, la capacità di costruire discorsi scritti da parte dei giovani che escono dalla scuola italiana è sempre piú carente. E il fatto poi che si leggano piú social che saggi e narrativa ha un suo peso. "
*M. ARCANGELI, Senza parole. Piccolo dizionario per salvare la nostra lingua, il Saggiatore, Milano 2020.
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Gian Luigi Beccaria, In contrattempo. Un elogio della lentezza, Einaudi (collana Vele), 2022. [Libro elettronico]
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pier-carlo-universe · 22 days ago
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Luigi Valloncini Landi - Il testamento del conte Inverardi. Un’eredità contesa e i segreti della nobiltà italiana. Recensione di Alessandria today
Biografia dell’autore. Luigi Valloncini Landi è un autore italiano noto per la sua capacità di raccontare storie avvincenti che intrecciano la grande Storia con le vicende umane
Biografia dell’autore.Luigi Valloncini Landi è un autore italiano noto per la sua capacità di raccontare storie avvincenti che intrecciano la grande Storia con le vicende umane. Con un profondo interesse per le dinamiche familiari e sociali, Valloncini Landi esplora i temi dell’eredità, del potere e dei segreti, ambientando i suoi romanzi in epoche storiche ricche di fascino e…
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vecchiorovere · 3 months ago
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"Eugénie Grandet" è uno dei romanzi più celebri di Honoré de Balzac, pubblicato per la prima volta nel 1833. Fa parte del vasto ciclo narrativo de "La Comédie Humaine", un'opera monumentale che Balzac ha dedicato a rappresentare la società francese del suo tempo.
Il romanzo è ambientato nella cittadina di Saumur, nella Valle della Loira, e racconta la storia di Eugénie, una giovane donna che vive sotto il giogo del padre, Félix Grandet, un uomo estremamente avaro e manipolatore. La trama si sviluppa attorno alla vita monotona e opprimente di Eugénie, che viene sconvolta dall'arrivo del cugino Charles, recentemente orfano e senza un soldo. Questo incontro risveglia in Eugénie sentimenti di amore e ribellione, portandola a scontrarsi con l'autorità paterna.
Balzac utilizza la figura di Grandet padre per criticare l'ossessione borghese per il denaro e il potere. La sua avarizia non solo rovina la vita della figlia, ma rappresenta anche una critica più ampia alla società del tempo, dove il valore delle persone è spesso misurato in termini di ricchezza materiale. La descrizione dettagliata della vita provinciale e delle dinamiche familiari rende il romanzo un ritratto vivido e realistico della Francia post-rivoluzionaria.
Honoré de Balzac nacque il 20 maggio 1799 a Tours, in Francia, da una famiglia borghese. Suo padre, Bernard-François Balzac, era un funzionario pubblico, mentre sua madre, Charlotte-Laure Sallambier, proveniva da una famiglia di commercianti parigini. Balzac trascorse un'infanzia solitaria e difficile, segnata dai frequenti disaccordi tra i genitori.
Dopo aver frequentato il Collège des Oratoriens a Vendôme, Balzac si trasferì a Parigi, dove studiò diritto. Tuttavia, la sua vera passione era la letteratura. Dopo alcuni tentativi falliti di affermarsi come drammaturgo, Balzac iniziò a scrivere romanzi sotto vari pseudonimi. La sua carriera letteraria decollò con la pubblicazione di "Les Chouans" nel 1829, il primo romanzo che firmò con il suo vero nome.
Balzac è noto per il suo stile di vita frenetico e per la sua incredibile produttività. Lavorava spesso per lunghe ore, alimentato da caffè nero, e scriveva in modo compulsivo. La sua opera più famosa, "La Comédie Humaine", è una serie di quasi cento romanzi e racconti che offrono un ritratto dettagliato della società francese del XIX secolo. Tra le sue opere più celebri si trovano "Le Père Goriot", "La Cousine Bette" e, naturalmente, "Eugénie Grandet".
Nonostante il successo letterario, Balzac ebbe una vita personale tumultuosa, segnata da numerosi debiti e relazioni amorose complicate. Nel 1850, sposò la contessa polacca Ewelina Hańska, con la quale aveva intrattenuto una lunga corrispondenza. Purtroppo, Balzac morì pochi mesi dopo il matrimonio, il 18 agosto 1850, a Parigi.
Balzac è considerato uno dei padri del realismo nella letteratura europea. La sua capacità di creare personaggi complessi e di descrivere con precisione la società del suo tempo ha influenzato molti scrittori successivi, tra cui Émile Zola, Charles Dickens e Marcel Proust.
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rideretremando · 1 year ago
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Come sempre quando vado a Napoli, passo a salutare l' ultima casa di Giacomo Leopardi. E come sempre urto contro l'indifferenza, la totale irrilevanza del luogo in cui visse e si spense il più grande scrittore della storia italiana insieme a Dante, umiliato in vita, con le sue crude verità, umiliato nella sua eternità letteraria, amato da pochi e messo nell' ombra dalle istituzioni e dalle genti incolte.
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libriaco · 4 months ago
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AI, AI, Pavese!
Se ne scrive così spesso, di Cesare Pavese, da credere che ormai anche l'AI/IA ne sappia abbastanza, invece, alla richiesta di visualizzare la lista di romanzi di Cesare Pavese, candidamente mi risponde:
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Povero Gesualdo Bufalino, privato all'improvviso del suo romanzo, peraltro pubblicato nel 1981 e lui vivente.
Scritto in piccolo, ChatGPT aggiunge: ChatGPT può commettere errori. Considera di verificare le informazioni importanti. (sic!)
Copiaincollo di seguito il testo dell'immagine sopra, per pura cattiveria: un altro avvertimento a piè di risultato recita infatti: Le chat potrebbero essere esaminate e utilizzate per addestrare i nostri modelli.
Vi immaginate l'AI/IA che si addestra sui suoi stessi risultati sbagliati???
Cesare Pavese è uno dei più importanti scrittori italiani del Novecento, noto per i suoi romanzi che esplorano temi di solitudine, alienazione e la condizione umana. Ecco una lista dei suoi romanzi principali: "Il mestiere di vivere" (1935) – Anche se è più conosciuto come un diario, offre una visione profonda della sua esperienza e della sua arte. "La casa in collina" (1948) – Racconta le esperienze di un uomo che vive in una casa su una collina durante la Seconda Guerra Mondiale. "La luna e i falò" (1950) – Uno dei suoi romanzi più celebri, che narra la storia di un ritorno alle origini e riflette sulla identità e la solitudine. "Tra donne sole" (1950) – Una raccolta di racconti che esplora le difficoltà e le esperienze di diverse donne. "Il carcere" (1949) – Un romanzo che riflette l'esperienza di Pavese durante la sua detenzione politica e le sue riflessioni sul tema della libertà e della reclusione. "Diceria dell’untore" (1962) – Pubblicato postumo, questo romanzo è spesso considerato il suo capolavoro e narra la storia di un malato di tubercolosi in una sanatorio. Cesare Pavese ha scritto anche numerosi racconti e poesie che arricchiscono la sua produzione letteraria. La sua opera è fondamentale per comprendere le dinamiche della letteratura italiana del Novecento.
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unmatto · 2 months ago
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Ti andrebbe di condividere con noi altri qualche titolo dei tredici e perché li hai scelti?
allora. il primo è stato Settembre nero di Veronesi, lo volevo leggere perché Il colibrì mi era piaciuto abbastanza e perché mi piace stare aggiornato sulle nuove uscite. se dovessi dire anche se i libri acquistati mi sono piaciuti e perché temo per la lunghezza della risposta, probabilmente diventerebbe una piccola rivista letteraria (comunque non mi è piaciuto). poi c’è stato Intermezzo di Rooney, anche qui, adoro Rooney e volevo stare aggiornato, e anche qui non aggiungo il mio giudizio, se no facciamo natale. duemilaventicinque.
in un giorno ho comprato Ogni prigione e un’isola di Bignardi e Cose che non si raccontano di Lattanzi. con questi due titoli subentra di prepotenza il motivo dietro il quale i libri comprati questo mese sono così tanti. in realtà entrambi li ho già letti mesi fa e li ho comprati per puro collezionismo, anzi peggio, perché li ho comprati in in versione eBook, quindi forse un gradino sotto il collezionismo, un prurito tra il consumismo e il desiderio di avere una libreria digitale completa. se ti stai chiedendo come li ho letti se non li possedevo, be’, ero un lettore povero ma curioso e scaricavo ogni cosa.
Leggere, scrivere, argomentare di Serianni, perché appena ho visto chi lo ha scritto non ci ho pensato due volte.
stesso giorno: Meno di zero di Ellis, romanzo d’esordio di uno dei miei scrittori preferiti, letto proprio quest’anno; Il male oscuro di Berto, ecco, con questo romanzo bellissimo si solleva un dispiacere che mi provoca l’idea di averli letti in versioni poi perdute, che hanno perso le sottolineature e le idee che mi hanno provocato alla prima lettura. anche se le sottolineature non le rileggo praticamente mai, infatti è più un dispiacere immaginario; L’ultima lezione di Rea, perché è uno scrittore che adoro e vorrei recuperare ogni cosa che ha scritto; Storia segreta della Ndrangheta di Gratteri e Nicaso, notato e sfogliato in libreria e comprato per curiosità ma con il sospetto che non lo leggerò mai.
Non per sempre ma per ora di Palahniuk, un acquisto paradossale e che forse spiega bene la frustrazione personale che mi ha portato a fare acquisti compulsivi perché non solo è un romanzo che ho già letto appena uscito nelle librerie, ma non mi è piaciuto. lui è un genio, ha inventato un genere e si vede, perché nonostante tutto è un romanzo che sotto certi aspetti è avanti a chiunque tenti di imitarlo, però - e mi fermo qui se no non la finisco più. Caos calmo di Veronesi: perché non ho ancora letto il suo successo più importante? Hidden Valley Road di Kolker, perché avrei voluto leggerlo anni fa ma mi ero scordato della sua esistenza.
I sorrisi fanno rumore di Tesio, perché anche se sono un lettore digitale amo profondamente le librerie fisiche e in una passeggiata tra gli scaffali di una libreria avevo visto e mi ero innamorato della sua copertina, quindi questo libro un po’ mi inseguiva e tormentava, ecco. non ho la minima idea di cosa parla.
se conti i libri di cui ti ho parlato scoprirai che manca qualche titolo, e il numero di acquisti è pure aumentato di almeno un paio di unità da quando ho pubblicato il post, però forse ho scritto troppo e in ogni caso ho finito le energie.
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