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#steatosi epatica
medicomunicare · 1 month
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I pericoli della dieta occientale al di là delle patologie indotte: il ruolo dei cambiamenti climatici e delle malattie "remora"
Il costo reale degli alimenti trasformati Al di fuori di nazioni come gli Stati Uniti e l’Europa occidentale, è stato osservato in tutto il mondo un aumento del consumo di prodotti alimentari trasformati ricchi di zuccheri raffinati, grassi e sali. Questo cambiamento nelle abitudini alimentari, spesso definito “occidentalizzazione delle diete”, è stato ampiamente attribuito all’accessibilità…
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stranotizie · 25 days
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Il Camu-Camu, un frutto esotico originario delle foreste pluviali amazzoniche, al centro di uno studio clinico condotto dall’Université Laval di Quebec. Conosciuta soprattutto per la sua elevata concentrazione di vitamina C, questa bacca è ora sotto i riflettori per i suoi potenziali benefici nella lotta contro una condizione che colpisce milioni di persone in tutto il mondo: la steatosi epatica o NAFLD, sigla che in inglese siginifa “fegato grasso per causa non alcolica” Conosciamo il Camu-Camu Uno studio condotto dall’Université canadese Laval ha esaminato l’efficacia dell’estratto di camu-camu nel ridurre i livelli di grasso nel fegato in individui affetti da NAFDL Il Camu-Camu (Myrciaria dubia) è un frutto che cresce spontaneamente nelle regioni umide e alluvionali della foresta amazzonica, principalmente in Perù e Brasile. Si presenta come una piccola bacca rossa o viola, simile a una ciliegia, ma con un sapore estremamente acido. La sua polpa è ricca di vitamina C, tanto che ne contiene 30-60 volte più di un’arancia. Inoltre è concentrato di antiossidanti, in particolare polifenoli, e altri nutrienti come potassio, calcio, proteine e amminoacidi essenziali. La presenza di composti bioattivi lo rende pertanto un potente alleato per la salute, con effetti antinfiammatori, antiossidanti e immunomodulanti. Ma c’è di più. Il Camu-Camu contro la malattia del fegato grasso non alcolica Uno studio condotto dall’Université canadese Laval ha esaminato l’efficacia dell’estratto di camu-camu nel ridurre i livelli di grasso nel fegato in individui affetti da NAFDL. Parliamo di una condizione in cui il grasso si accumula nel fegato in persone che non consumano alcol in quantità eccessive, ed è strettamente associata all’obesità e al diabete di tipo 2. Questo disturbo, se non trattato, può portare a complicazioni gravi come la steatoepatite non alcolica (NASH), cirrosi e persino cancro al fegato. La ricerca ha coinvolto trenta partecipanti, suddivisi in due gruppi. Il primo uno ha assunto un estratto di camu-camu, mentre l’altro ha ricevuto un placebo. Nel corso di dodici settimane, i ricercatori hanno monitorato i livelli di grasso nel fegato dei partecipanti attraverso risonanza magnetica (MRI). I risultati sono stati sorprendenti. I partecipanti che hanno assunto l’estratto del frutto tropicale hanno mostrato una riduzione del 7,43% dei lipidi epatici, mentre coloro che hanno ricevuto il placebo hanno sperimentato un aumento dell’8,42%. «Questa è una differenza significativa del 15,85%». A dichiararlo, André Marette, ricercatore dell’Institut universitaire de cardiologie et de pneumologie dell’IUCPQ, che ha guidato lo studio.  Il ruolo dei polifenoli e del microbiota intestinale Il successo del camu-camu nel ridurre il grasso epatico sembra essere legato ai suoi polifenoli. Parliamo cioè di composti che aiutano a mantenere un equilibrio sano neltratto digestivo e alla loro interazione con il microbiota intestinale. «Il microbiota metabolizza le grandi molecole di polifenolo che non possono essere assorbite dall’intestino, trasformandole in molecole più piccole che il corpo può assimilare per ridurre il grasso epatico», spiega lo studioso. Questo processo potrebbe spiegare perché la bacca rossa è così efficace nel contrastare la NAFLD.  In pratica, il team ha individuato due meccanismi principali attraverso i quali questi polifenoli agiscono. «Potrebbero ridurre la lipogenesi, cioè la formazione di goccioline lipidiche nel fegato. Potrebbero anche stimolare la degradazione lipidica per ossidazione». La combinazione di questi due effetti sembra essere alla base dell’efficacia dell’estratto di camu-camu. Variabilità nelle risposte Nonostante i risultati promettenti, i ricercatori hanno osservato una variabilità significativa nelle risposte al trattamento con camu-camu tra i partecipanti. Marette suggerisce quindi che il microbiota intestinale iniziale di ciascun individuo potrebbe giocare un ruolo chiave in questo contesto. «Ipotizziamo che il microbiota intestinale iniziale influenzi la risposta ai polifenoli. Se troviamo i fattori coinvolti, potremmo essere in grado di modificarlo e aumentare l’efficacia dell’estratto». Inoltre, sebbene il camu-camu sia facilmente reperibile in forma di capsule, Marette avverte sull’importanza di controllare la qualità e il contenuto di polifenoli di questi integratori. Non tutti i prodotti sul mercato sono infatti equivalenti. Prospettive future Lo studio pubblicato su Cell Reports Medicine rappresenta un passo avanti significativo nella comprensione dei benefici del camu-camu per la salute del fegato, in particolare nella prevenzione e trattamento della NAFLD. Tuttavia, come sottolinea Marette, sono necessari ulteriori studi per comprendere appieno il potenziale di questo frutto e per ottimizzare le sue applicazioni terapeutiche. In futuro, i ricercatori sperano di esplorare l’effetto sinergico della combinazione della bacca con altri frutti ricchi di polifenoli, come i mirtilli rossi, per potenziare ulteriormente i benefici per la salute epatica. Fonti André Marette et al. “Camu-camu diminuisce la steatosi epatica e i marcatori di danno epatico in individui in sovrappeso e ipertrigliceridemici: uno studio crossover randomizzato,” Cell Reports Medicine (2024). Navigazione articoli Fonte
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bloginnovazione · 1 year
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ricercamix · 2 years
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Disfunzione mitocondriale e sindrome metabolica
La Sindrome Metabolica (MetS) prevede la co-presenza di obesità, insulino-resistenza, dislipidemia aterogena (trigliceridi alti, bassi livelli di HDL) , ipertensione associata ad un aumento del rischio di diabete mellito di tipo 2 (T2DM), steatosi epatica non alcolica, infarto del miocardio e ictus. Tuttavia, il meccanismo molecolare alla base di tale malattia non è ancora del tutto ben…
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wdonnait · 2 years
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Sformato di Bietola - FIT
Nuovo post pubblicato su https://wdonna.it/sformato-di-bietola-fit/113942?utm_source=TR&utm_medium=Tumblr&utm_campaign=113942
Sformato di Bietola - FIT
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Lo Sformatino di Bietole  è un tortino salato con pochissime calorie.
Ingredienti per 3/4 persone:
1 mazzetto di bietole tenere, 300/400 gr circa, 3 uova medie ( 1 ti servirà alla fine), 1 bicchiere di latte ml 90, 4 cucchiai di formaggio grattugiato, 80 gr di Emmental a cubetti, 1 spicchio d’aglio,, sale qb, olio extra vergine qb, pangrattato qb.
Preparazione:Cuocete in acqua leggermente salata le bietole, per 5/8 minuti, poi scolatele e fatele raffreddare ,tagliatele a quadretti,non troppo piccoli.
Versa in una padella antiaderente un po’ di olio, aggiungi lo spicchio d’aglio fai rosolare, versa le bietole strizzate bene poi togli l’aglio., aggiusta di sale e fai rosolare per qualche minuto. In una terrina, sbatti le uova( temperatura ambiente)con il latte( temperatura ambiente)e il parmigiano, se occorre, un po’ di sale, , unite anche i cubetti di formaggio Emmental, aggiungi anche le bietole ormai tiepide, mescola accuratamente .
Versa un po’ di olio in una tortiera di diametro 22/24, aiutandoti con un pennellino passa tutta la superficie anche i lati, poi spolverizza con pan grattato, versa ora tutto l’impasto, livella , sbatti a parte anche l’altro uovo, poi versalo sul composto,aggiungi ancora una presa di pan grattato.
Cuoci in forno caldo a 180° per circa 30 minuti, modalità statico. Controlla la cottura qualche minuto prima deve colorarsi e fare la crosticina.Sforna , fai raffreddare e sistema in un piatto da portata.
Bietola Proprietà
E’ una verdura molto ricca di minerali: potassio, fosforo, magnesio, calcio, ferro, rame, manganese, selenio e zinco.
Sono presenti anche vitamine quali la A, la C, quelle del gruppo B (B1, B2, B3, B5 e folati).
Per la presenza abbondante di minerali, zuccheri e vitamine, la barbabietola è un cibo con un ottimo potere nutritivo. Secondo alcuni studi, la barbabietola avrebbe azione antitumorale  per il  contenuto in betanina e betaina.
La betanina è un glicoside utilizzato come colorante naturale (E162), mentre la betaina è stata studiata per i suoi effetti salutistici sul fegato (steatosi epatica),
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guidagenitori · 5 years
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La steatosi epatica non alcolica, ossia il fegato grasso dovuto ad eccessi alimentari e sovrappeso, non è più solo un problema degli adulti: oggi ne soffrono tanti bambini e ragazzi
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medicomunicare · 5 months
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Le prove scientifiche di come caffè, thè e cacao possono prevenire l'obesità
Obesità e salute pubblica Non esistono solo pandemie infettive: l’obesità è diventata un problema significativo per la salute pubblica in tutto il mondo a causa della sua prevalenza in graduale aumento. La condizione può potenzialmente aumentare il rischio di varie complicazioni di salute, tra cui malattie cardiovascolari, diabete, ipertensione, aterosclerosi e malattie metaboliche infiammatorie.…
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bloginnovazione · 1 year
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scogito · 2 years
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A scrivere è l'ex giornalista Guido Mattioni, quando parla della 'doc' si riferisce all'oncologa Maria Rosa Di Fazio.
Io condivido perché essere responsabili vuol dire anche essere lucidi e critici. Il cibo spazzatura, cioè quello che si trova in larga misura tra i primi scaffali dei supermercati, è progettato sempre per il medesimo scopo: rendere le persone malate e depresse. La politica fa il resto, tiene il popolo con la paghetta degli schiavi in modo che tanti non si permettano alternative a quei cibi. Come ciliegina la cultura addestra ai cibi pronti.
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Si parla in questi giorni di epatite acuta infantile in tutta Europa. E si impongono alcune considerazioni.
Premessa: esiste un'altra patologia, la steatosi epatica non alcolica, da anni in preoccupante aumento, anche tra i bambini.
La Doc ne ha visti e ne vede di piccolissimi addirittura al livello massimo, quello caratterizzato dalle cosiddette "aree di risparmio". Peccato che dietro a questo nome in apparenza rassicurante si nasconda una sintomatologia gravissima: e cioè "buchi" che si aprono nel fegato, organo emuntore e vitale, di fatto sfaldandolo e mettendolo fuori uso. Il solo rimedio è quindi il trapianto.
La causa di questo attentato alla vita, soprattutto nei più piccoli, è l'alimentazione piena di zuccheri che inizia con la prima merendina al mattino, prosegue con biscotti farciti o spalmati di note creme il cui primo ingrediente è appunto il "veleno bianco", continua con il the in bottiglia o vasetto, con la bibita gassata, il succo di frutta in brick, il budino simil mucca pezzata e così via, di schifezza in schifezza.
Tutti attentati quotidiani dei quali sono colpevoli milioni di genitori e nonni fuorviati e rincretiniti da valanghe di spot pubblicitari bugiardi.
Gli zuccheri in eccesso e non metabolizzati si depositano infatti nel fegato come grassi. Di qui la steatosi epatica infantile. E purtroppo anche di peggio, con gli esiti anche oncologici della conseguente e inevitabile Low Grade Inflammation che, come dice la Doc, è "la Madre" di tutte le patologie.
Il risultato è un crimine quotidiano e collettivo perpetrato tra le mura domestiche: i bambini italiani consumano in media ogni giorno 87 grammi di zuccheri aggiunti (la media UE è di 90 gr) quando la quantità massima raccomandata in prevenzione da OMS e IARC (l'istituto internazionale di ricerca sul cancro) sarebbe di 25 grammi. Quindi ne ingurgitano più di tre volte tanto.
Questa era la lunga premessa, alla quale segue una considerazione legata a fatti di attualità: i ripetuti casi di salmonellosi in note merendine e ovetti made in Italy o di disinfettanti ospedalieri (cancerogeni se ingeriti) usati nella produzione di altrettanto noti gelati americani.
E alla considerazione si potrebbe aggiungere il fatto che la scienza riconosce anche l'esistenza di una epatite da salmonellosi.
Questi sono fatti da mettere insieme e sui quali ragionare.
Aggiungendone un altro, molto grave e che fa pensare chi si ostina a mantenere uno spirito libero e critico: dopo qualche timido titolo sui giornali e nell'assordante mutismo delle televisioni quando i casi da Belgio e Gran Bretagna hanno iniziato a ripetersi anche in Italia, i media hanno fatto cadere tutto nel silenzio.
Perché le multinazionali pagano. Oppure cancellano gli spot.
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⭕ Il fegato grasso, o 𝐬𝐭𝐞𝐚𝐭𝐨𝐬𝐢 𝐞𝐩𝐚𝐭𝐢𝐜𝐚, è proprio ciò che il termine suggerisce: un eccessivo accumulo di grasso nelle cellule epatiche. È normale che il fegato contenga del grasso. Ma se il grasso ammonta a più del 5-10% del peso del fegato, allora possiamo dire che si è affetti da fegato grasso e si può andare incontro ad una serie di 𝐜𝐨𝐦𝐩𝐥𝐢𝐜𝐚𝐧𝐳𝐞.
Tra le sue cause ci sono:
✔️ il diabete,
✔️ la sedentarietà,
✔️ una dieta ipercalorica,
✔️ consumo eccessivo di alcolici.
Tra i soggetti più a rischio troviamo, quindi, le persone in sovrappeso, chi conduce una vita troppo sedentaria e chi ha un indice di massa corporea superiore a 30.
👨‍⚕️ Il fegato grasso può 𝐞𝐯𝐨𝐥𝐯𝐞𝐫𝐞 per anni senza causare sintomi sino a sfociare in fibrosi epatica, un’infiammazione del fegato che provoca delle lesioni, a loro volta causa della formazione di tessuto fibroso. Quest’ultimo interferisce con la corretta funzionalità del fegato e può portare allo sviluppo di cirrosi una malattia cronica e degenerativa, che può dare origine ai tumori del fegato.
👉 Non esistono in commercio farmaci al momento che possano fermare il processo degenerativo della steatosi non alcolica in fibrosi epatica. L’intervento più importante che si può attuare è quindi quello sullo stile di vita:
✅ ridurre i grassi, l'alcol e gli zuccheri
✅ ridurre il consumo di carne rossa e latticini
✅ fare più attività fisica, moderata e regolare
✅ perdere peso
✅ consumare più frutta, verdura e cereali integrali.
In alcuni casi, seguendo le indicazioni del medico è possibile ristabilire una corretta funzionalità del fegato.
Fonte: @humanitashealth
𝘍𝘢𝘳𝘮𝘢𝘤𝘪𝘢 𝘽𝙧𝙪𝙣𝙤
📍 Via Policastrelli 209 Milazzo (ME)
📞 Tel 090 9295029
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erbemoni · 4 years
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I Benefici del CBD
Il CBD, o cannabidiolo, è la seconda sostanza più abbondante presente nella Cannabis: non è psicoattivo, non crea assuefazione e ha una vasta gamma di applicazioni terapeutiche.
Molte persone iniziano ad apprezzare il CBD e i suoi benefici, e diversi studi scientifici stanno portando avanti ricerche sugli effetti e sulle possibili applicazioni. L'interesse da parte della comunità scientifica per il potenziale terapeutico del CBD è sempre maggiore, è già stato utilizzato in diversi studi per il trattamento di numerose problematiche di salute ed è oggi riconosciuto tra gli elementi principali della "Cannabis Terapeutica".
Ecco i 10 principali benefici del CBD:
Ansiolitico ed antipsicotico: Il CBD riduce significativamente due importanti forme di ansia, ovvero il disturbo ossessivo compulsivo e quello post traumatico. È particolarmente efficace come antipsicotico e come rimedio contro ansia e stress e viene sempre più usato per combattere insonnia e depressione.
Analgesico: I prodotti a base di CBD riescono a ridurre rapidamente il senso di nausea e hanno un alto grado di digeribilità, stimolano l’appetito e alleviano i dolori: per questo vengono efficacemente utilizzati come coadiuvante nelle terapie antitumorali e come sostegno nel trattamento dell’HIV. Hanno un effetto rilassante e sedativo, riducono infiammazioni e tensioni, riuscendo ad alleviare la sintomatologia dolorosa associata a diverse patologie; inoltre sono ottimi alleati nel contrastare l’asma e controllare diabete e glicemia.
Antinfiammatorio ed antiossidante: Il CBD, grazie alle sue proprietà antinfiammatorie, costituisce un valido aiuto nel trattamento di patologie della pelle come la psoriasi, aiuta a curare l’acne, idrata e ammorbidisce la cute grazie agli acidi grassi essenziali. Inoltre, grazie agli antiossidanti che combattono i radicali liberi, svolge un’importante funzione anti-age e protegge il cervello da possibili patologie neurodegenerative.
Cura contro l'acne: Provate a dare un'occhiata al reparto di prodotti per la cura della pelle e vi accorgerete che tra le pomate ed unguenti naturali ce ne saranno molti contenenti canapa industriale. La canapa ed il CBD contengono diversi componenti antinfiammatori molto benefici che contribuiscono ad inibire la sintesi dei lipidi. Il CBD, infatti, agisce sulle ghiandole sebacee umane, producendo una "triplice" azione anti-acne sulle cellule cutanee. Il cannabidiolo ha la capacità di sopprimere in modo naturale la proliferazione delle cellule.
Antitumorale ed anticancerogeno: Uno dei campi di ricerca più interessanti ed incoraggianti sul CBD riguardano l'efficacia del CBD nella riduzione dei tumori e nell'inibizione della proliferazione delle cellule tumorali. I cannabinoidi si legano ai recettori del nostro sistema endocannabinoide per ostacolare la formazione di metastasi tumorali, inibendo la possibile crescita del tumore e limitando la migrazione delle cellule tumorali nell'organismo. Le potenziali applicazioni della Cannabis per i malati di cancro sono ormai conosciute e scientificamente provate. Inoltre, i cannabinoidi hanno anche la capacità di alleviare gli effetti collaterali della chemioterapia, diminuendo dolori e vomito ed inducendo piacevoli sensazioni di euforia.
Insonnia: Le ricerche suggeriscono che assumere cannabidiolo prima di andare a letto migliora il sonno nelle persone con insonnia ed aiuta il momento di addormentarsi.
Antidepressivo: Secondo i ricercatori, il CBD ha un’efficacia simile a quella degli antidepressivi. Uno studio ha scoperto che gli effetti antidepressivi del cannabidiolo sono veloci, continui nel tempo e paragonabili a un comune farmaco antidepressivo.
Antiepilettico: Lo Studio citato è stato condotto da Orrin Devinsky, direttore del New York University Langone Comprehensive Epilepsy Center. Centoventi pazienti dai 2 ai 18 anni hanno ricevuto una soluzione orale di CBD ed un gruppo di controllo ha ricevuto una soluzione placebo.I pazienti che hanno assunto il CBD hanno mostrato, in un mese, una riduzione delle crisi epilettiche di circa la metà, al contrario del gruppo placebo che ha mostrato un declino trascurabile.Nello specifico per via di effetti collaterali, quali vomito, febbre, diarrea, otto pazienti si sono ritirati dalla sperimentazione mentre in cinque le convulsioni si sono ridotte addirittura a zero.
Autismo: Un estratto di cannabis con alto contenuto di CBD e basse concentrazioni di THC si è rivelato efficace nell’alleviare i problemi dei bambini con disturbo dello spettro autistico. Sono i risultati del primo studio clinico che analizza gli effetti della cannabis su bambini autistici pubblicati su Neurology. Fino ad ora le prove che i cannabinoidi possono aiutare a migliorare la qualità della vita delle persone affette da autismo erano state solo aneddotiche.In seguito al trattamento con la cannabis, i disturbi comportamentali sono stati migliorati o molto migliorati nel 61% dei pazienti. I problemi di ansia e comunicazione sono stati migliorati nel 39% e molto migliorati nel 47%. I comportamenti di disturbo sono stati migliorati del 29%. I genitori hanno riportato meno stress come si evince dai punteggi APSI, con un miglioramento del 33%. Gli autori hanno concluso che: “Questo studio preliminare supporta la fattibilità della cannabis medica ad alto valore di CBD come un’opzione di trattamento promettente per i problemi comportamentali refrattari nei bambini con disturbo dello spettro autistico”.
Altre patologie e benefici: I ricercatori dell’unità clinica di Psicofarmacologia dello University College of London hanno dimostrato le potenzialità del CBD nel contrastare la dipendenza da nicotina. In uno studio pubblicato Pharmacology Biochemistry and Behavior, i ricercatori hanno concluso che il CBD potrebbe essere utilizzato per scongiurare danni cerebrali indotti dall’alcool, mentre ricercatori della Mount Sinai School of Medicine di New York hanno scoperto che può impedire l’accumulo di grassi provocato dall’alcool nel fegato prevenendo la steatosi epatica, patologia che nel tempo può portare a epatite e cirrosi. Secondo ricercatori del dipartimento di Farmacologia dell’Università King Faisal di Al-Ahsa: “Il cannabidiolo potrebbe rappresentare una possibile opzione per proteggere il tessuto del fegato dagli effetti dannosi del cadmio”.
Le informazioni contenute nel Sito hanno esclusivamente scopo informativo, possono essere modificate o rimosse in qualsiasi momento, e comunque in nessun caso possono costituire la formulazione di una diagnosi o la prescrizione di un trattamento.
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wdonnait · 7 years
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Steatosi epatica e diabete : cosa c'è da sapere?
Nuovo post pubblicato su http://www.wdonna.it/steatosi-epatica-diabete/87643?utm_source=TR&utm_medium=Tumblr&utm_campaign=87643
Steatosi epatica e diabete : cosa c'è da sapere?
STEATOSI EPATICA E DIABETE: PREVENIRE MANGIANDO SANO
La steatosi epatica è solo l’inizio di una serie di malattie che potrebbero presentarsi in seguito all’accumulo di grassi all’interno del fegato; questa provoca sia diabete, sia difficoltà a dimagrire che malattie cardiovascolari. Vediamo un po’ nel dettaglio
Steatosi e diabete epatico quando avvengono
Quando il fegato è in steatosi il suo normale funzionamento è alterato, i carboidrati della dieta vengono trasformati in glicogeno e acidi grassi saturi nel fegato, i trigliceridi intasano i lobuli epatici ed il fegato non riesce a filtrare dal sangue l’insulina che aumenta dopo il pasto. Qual è la conseguenza diretta?
Il diabete mellito di tipo 2, definito in questo caso anche diabete epatico, perché correlato alla steatosi. Questo aumento di insulina costante è dato dal fatto che ormai in Italia si consumano sempre più farine raffinate, zuccheri, bevande alcoliche, che causano picchi glicemici continui favorendo quindi insulino-resistenza, ovvero l’insulina viene secreta per far abbassare la glicemia nel sangue, ma essendo quantitativamente in eccesso, non riesce a svolgere la sua funzione. Quindi il diabete epatico è quello maggiormente diffuso nei giovani, perché sono quelli che consumano principalmente cibi spazzatura.
Steatosi e rischio cardiovascolare
I livelli più elevati di colesterolo e trigliceridi provocano un aumento della pressione arteriosa e un maggior ispessimento della parete carotidea con predisposizione alla formazione di placche, provocando così un maggiore rischio cardiovascolare.
Steatosi e perdita di peso
Come ci insegnano i principi della Dieta GIFT, un corpo infiammato non è in grado di perdere peso, ma bisogna prima curare l’infiammazione per poi dimagrire. Uno dei fattori che provocano l’infiammazione è proprio l’insulina, che, come abbiamo visto prima, in caso di steatosi non è filtrata, quindi chi soffre di questa patologia non riesce a dimagrire, perché ha un corpo perennemente infiammato. Cosa bisogna fare? Innanzitutto depurare il fegato dall’accumulo di grassi.
Depurare il fegato con gli alimenti
I cibi da preferire sono quelli che contengono acidi grassi insaturi omega 3, come ad esempio il pesce (tutti i tipi privilegiando quello azzurro), i cereali integrali, la frutta secca, i legumi (preferire lenticchie e ceci), l’olio extravergine di oliva, gli ortaggi freschi, soprattutto quelli ad azione tonificante e detossificante sul fegato, come i carciofi, la catalogna, le erbe amare e la cicoria. Contemporaneamente si devono ridurre le farine raffinate, gli zuccheri, gli acidi grassi saturi di origine animale (carne rossa, formaggi grassi), evitare l’assunzione di alcol, gli insaccati, le salse come la maionese, le bevande zuccherate. Non bisogna esagerare con la frutta perché in caso di steatosi il fruttosio della frutta viene trasformato in acidi grassi saturi rapidamente.
Dott. Francesco Garritano
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amicodottore-blog · 8 years
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Steatosi epatica e sua possibile evoluzione
La steatosi epatica o fegato grasso può essere legata all’assunzione di alcool in eccesso oppure all’assunzione di zuccheri e grassi in eccesso.
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Quando la steatosi epatica non è dovuta all’alcool prende il nome di steatosi epatica non alcolica, dal termine inglese non alcoholic fatty liver disease (NAFLD).
Il fegato grasso può evolvere verso forme molto gravi di danno del fegato.
In particolare alla steatosi si associa infiammazione a livello delle cellule del fegato, gli epatociti. Questa condizione è denominata steatoepatite non alcolica (NASH: non alcoholic steato hepatitis).
A differenza della steatosi epatica è una condizione più grave. In cui il fegato è soggetto a processi infiammatori, di cicatrizzazione e morte delle cellle epatiche (necrosi).
Questi fenomeni alterano in modo definitivo la funzionalità dell’organo. È una malattia epatica cronica che può evolvere fino allo stadio di cirrosi epatica e portare ad insufficienza epatica.
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ricercamix · 3 years
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Interazione tra genetica e mitocondri nello sviluppo e progressione della steatosi epatica non alcolica (NAFLD)
Interazione tra genetica e mitocondri nello sviluppo e progressione della steatosi epatica non alcolica (NAFLD)
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medicomunicare · 2 years
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Troppi zuccheri nelle bevande in vendita: l'allarme congiunto di FDA americana ed EFSA in Europa
Troppi zuccheri nelle bevande in vendita: l’allarme congiunto di FDA americana ed EFSA in Europa
La dieta comprende diverse categorie di zuccheri, soprattutto quelli semplici e quelli complessi, che possono essere presenti in natura o aggiunti. Gli “zuccheri aggiunti” sono zuccheri raffinati utilizzati nella preparazione dei cibi e come zucchero da tavola. Sono rappresentati per lo più dal saccarosio e dal fruttosio prodotto industrialmente. Gli “zuccheri liberi” includono sia quelli…
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liborioposts · 4 years
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L'acetone è una scoria metabolica che forma il nostro fegato in risposta ad una dieta povera di carboidrati, oppure a digiuni prolungati o ad attività fisica aerobica di lunga durata, Anche l'alcol può favorire la produzione di acetone.Poiché i diabetici di tipo-2 non riescono a metabolizzare correttamente il glucosio, tendono anche loro a produrre acetone.L'acetone in parte viene espulso con le urine, in parte con l'alito ed in parte viene trasformato in acido piruvico.E' interessante sapere che l'acetone "come l'alcol", induce il fegato a produrre l'enzima Cyp2E1, coinvolto nella steatosi epatica. Infatti non solo l'alcol predispone a fegato grasso; anche i digiuni possono favorire la steatosi epatica non alcolica, probabilmente per colpa dell'acetone che induce Cyp2E1.L'acetone aiuta a prevenire gli attacchi di epilessia in soggetti sifferenti; tanto è vero che i medici e biologi spesso propongono - prescrivono diete chetogeniche indurroti di acetone in soggetti sofferenti di epilessia.
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