#sindrome metabolica
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Sindrome metabolica, tabagismo e declino cognitivo: le ultime indagini
La sindrome metabolica (SIME) è un grave problema di salute pubblica caratterizzato da fattori di rischio vascolare e cardiometabolico. Colpisce un quarto della popolazione adulta mondiale. La sindrome metabolica viene generalmente diagnosticata in base alla presenza di uno di questi tratti: 1) pressione sanguigna elevata, glicemia e trigliceridi elevati, 2) colesterolo HDL ridotto e 3) girovita…
#cerebrovasculopatia#danno vascolare#declino cognitivo#demenza senile#fattore di rischio#fumo di sigaretta#ipertensione#ossido di carbonio#salute pubblica#sindrome metabolica#stress ossidativo#tabagismo
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Low Grade Inflammation: possibile ponte tra corpo, mente e ambiente
Ciao, sono Ilari D’Aprile dottoranda al secondo anno del corso in Scienze Farmacologiche Biomolecolari, Sperimentali e Cliniche, e svolgo la mia attività di ricerca dividendomi tra l’IRCCS Fatebenefratelli S. Giovanni di Dio di Brescia e il DiSFeB dell’Università degli Studi di Milano. Il mio progetto di ricerca è volto allo studio, con un approccio preclinico, dei possibili meccanismi comuni…
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Glicemia e funghi terapici Il 1 febbraio 2018 è stato pubblicato un allarmante articolo su ANSA: “Diabete, 3,7 milioni i malati ma 7 milioni a rischio di svilupparlo”. Dati decisamente preoccupanti, soprattutto per il fatto che molte persone affette da sovrappeso e alterazioni del metabolismo (sindrome metabolica) son sono coscienti del fatto che si tratta […]
https://www.erboristeriarcobaleno.it/micoterapia-linea-spagnola/
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"Per pazienti con questa condizione stiamo studiando il modo migliore per utilizzare la tecnologia" Annamaria Colao, membro del Consiglio direttivo della Fism e past-president della Società italiana endocrinologia - (Foto Adnkronos) “La Sindrome metabolica cardiaca renale (CKM), condizione che descrive la stretta correlazione e sovrapposizione tra malattia cardiaca, malattia renale, diabete di tipo 2 e obesità, necessita di un approccio diverso. Per questa sindrome ‘cardionefrometabolica’ stiamo studiando il modo per utilizzare al meglio la tecnologia al servizio del paziente. Parliamo di pazienti in un primo momento in sovrappeso e con obesità, che rappresentano il 12% della popolazione generale per arrivare a quella quota che ha tutte le complicanze periferiche vascolari, in particolare renali e cardiache”. Lo ha detto all’Adnkronos Salute Annamaria Colao, membro del Consiglio direttivo della Fism e past-president della Società italiana endocrinologia, in occasione del '40esimo anniversario della Federazione italiana società medico scientifiche - Verso gli Stati Generali Fism', a Roma. “Intorno a questa condizione complessa devono giocare molti specialisti diversi – spiega Colao - L'utilizzo delle tecnologie rende possibile per ogni singolo paziente la presenza di più specialisti. In assenza di un ausilio tecnologico oggi non sarebbe possibile dare ad ogni paziente la visione collegiale di più anime, di più culture, di più esperienze. Quindi si deve cominciare, si deve partire da qui per il cambiamento”. “Dobbiamo riuscire a utilizzare le nuove tecnologie anche con l'ausilio della Intelligenza artificiale, quindi della possibilità di ridurre gli errori di interpretazione, attraverso l'Ia, per rendere sostenibile un sistema di cura di una popolazione che sta diventando più anziana, di conseguenza più complessa, con più comorbidità e quindi con sempre maggiore richiesta di attenzione di una visita più specialistica” conclude. Fonte
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Chocolate is a food rich in flavonoids, with an antioxidant action.
These compounds stimulate the endothelial cells of the blood vessels to release nitric oxide which promotes vasodilation, thus helping to reduce blood pressure.
It can therefore be useful (obviously together with a correct dietary style) in cardiovascular prevention.
We also remember that chocolate is also an excellent source of magnesium, an essential mineral for metabolism.
Magnesium participates in the structural development of bone and is required for the synthesis of DNA, RNA and glutathione.
As well as for the transformation of vitamin D into its active form.
A deficiency of this mineral is associated with various disorders such as cardiovascular diseases and metabolic syndrome.
Il cioccolato è un alimento ricco di flavonoidi, ad azione antiossidante.
Tali composti stimolano le cellule endoteliali dei vasi sanguigni a rilasciare ossido nitrico che favorisce la vasodilatazione, contribuendo quindi a ridurre la pressione arteriosa.
Può quindi essere utile (ovviamente unitamente a un corretto stile alimentare) nella prevenzione cardiovascolare.
Ricordiamo inoltre che il cioccolato è anche un’ottima fonte di magnesio, un minerale indispensabile per il metabolismo.
Il magnesio partecipa allo sviluppo strutturale dell’osso ed è richiesto per la sintesi del DNA, dell’RNA e del glutatione. Oltre che per la trasformazione della vitamina D nella sua forma attiva.
Una carenza di tale minerale è associata a vari disturbi quali malattie cardiovascolare, sindrome metabolica.
È ottimale un consumo giornaliero di circa 20-30 g di cioccolato fondente (almeno con 85% di cacao).
📚Cibo & Salute
A daily consumption of approximately 20-30 g of dark chocolate (at least with 85% cocoa) is optimal.
📚Food & Health
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Olio evo contrasta diabete, ipertensione e sindrome metabolica
Numerose sono le evidenze scientifiche e gli studi clinici che hanno dimostrato il ruolo benefico della dieta Mediterranea in cui l’olio extravergine di oliva (Evo) occupa il posto d’onore nel contrastare l’insorgenza delle patologie cronico-degenerative non trasmissibili come il diabete mellito, l’ipertensione arteriosa, la sindrome metabolica, le patologie neoplastiche, le malattie a carico…
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Cosa mangiare quando si segue il digiuno intermittente
Cosa si può mangiare quando si segue il digiuno intermittente? Iniziamo col dire che il digiuno intermittente non è una dieta ma uno stile di vita; uno strumento flessibile e pertanto facilmente adattabile alle proprie abitudini. Non comporta grossi sacrifici e condotto nel modo giusto, grazie al supporto di un medico, offre la possibilità di raggiungere ottimi risultati non solo di peso ma di salute in generale. Cos'è il digiuno intermittente Il digiuno intermittente è una pratica alimentare che divide il tempo in due momenti: il primo in cui si mangia, il secondo in cui non si ingerisce alcun cibo. Esistono diversi schemi orari che possono essere adottati in base alle proprie esigenze organizzative. Facciamo qualche esempio: - 16/8: è lo schema di digiuno più utilizzato. Si mangia nella finestra di 8 ore e si digiuna in quella di 16. Per seguirlo basta saltare un pasto a scelta tra colazione e cena e consumare gli altri due pasti nell'arco di 8 ore. - OMAD: è la sigla di One Meal A Day (un pasto al giorno). Si consuma un pasto al giorno in una finestra temporale che non supera le 5 ore. - 5/2: passiamo dalle ore ai giorni. Questo schema, consigliato a chi ha già esperienza del digiuno, prevede che che, all'interno di una settimana, si mangi per 5 giorni e si digiuni completamente per 2. - 4/3: riprende lo schema precedente in modo più serrato. Si mangia per 4 giorni a settimana e si digiuna per 3. Esistono altri schemi di digiuno che prevedono l'astinenza dal cibo per intere settimane fino ad arrivare a un mese. Quali benefici per l'organismo Il "segreto" del successo per il digiuno sta nell'autofagia. L'autofagia è un meccanismo fisiologico che consente al nostro organismo di eliminare e riciclare parti delle cellule danneggiate o malfunzionanti. Questo meccanismo è particolarmente stimolato da alcuni fattori di stress tra cui la fame. Quando il meccanismo si interrompe allora sopraggiungono invecchiamento precoce e malattie di tipo cronico-degenerativo. Negli ultimi anni, il digiuno intermittente si sta rivelando particolarmente utile come protocollo alimentare per contrastare malattie quali il diabete di tipo 2, malattie autoimmuni, sindrome metabolica. E' ampiamente utilizzato anche in ambito oncologico. Vale la pena sottolineare che il digiuno alimentare, soprattutto le varianti più impegnative, va praticato sotto stretto controllo medico. Cosa mangiare con il digiuno intermittente Che tipo di alimentazione seguire quando si pratica il digiuno intermittente? Durante le ore di digiuno è possibile assumere acqua, tisane e infusi senza zucchero, caffè e te senza zucchero. Nella finestra alimentare, invece, si può mangiare liberamente. Ciò non significa che bisogna ingozzarsi. Se si hanno importanti obiettivi di peso da raggiungere può essere utile seguire un regime alimentare equilibrato, privilegiando frutta, verdura, proteine nobili, cereali non raffinati. Una delle combinazioni più seguite è digiuno 16/8 e dieta chetogenica. Anche in questo caso, lo ribadiamo, è bene affidarsi a un medico esperto in nutrizione che saprà calcolare giusti abbinamenti e quantità. Gli esperti, infatti, consigliano di mangiare un po' in più nelle ore concesse. In copertina foto di Dan Gold su Unsplash Read the full article
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Guarda ""Diabesità" e Sindrome Metabolica: rischi, parametri e come contrastarle con interventi integrati" su YouTube
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Alimentazione e menopausa: un confronto per ristabilire la bilancia ormonale
Clinicamente, la menopausa viene diagnosticata quando una donna non ha mestruato per un anno a causa della perdita di attività follicolare ovarica, che si verifica in genere intorno ai 45-55 anni. Negli Stati Uniti, la menopausa spontanea si verifica in media a 51 anni. In generale, le donne vivono più a lungo degli uomini e la durata della vita media globale delle donne è aumentata. L’età media…
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#ciclo mestruale#dislipidemia#estrogeni#insulino-resistenza#isoflavoni#lipproteine#menopausa#omega-3#omega-6#osteopenia#polifenoli#popstmenopausa#sindrome metabolica#teeeuto adiposo
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Disfunzione mitocondriale e sindrome metabolica
La Sindrome Metabolica (MetS) prevede la co-presenza di obesità, insulino-resistenza, dislipidemia aterogena (trigliceridi alti, bassi livelli di HDL) , ipertensione associata ad un aumento del rischio di diabete mellito di tipo 2 (T2DM), steatosi epatica non alcolica, infarto del miocardio e ictus. Tuttavia, il meccanismo molecolare alla base di tale malattia non è ancora del tutto ben…
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Il 1 febbraio 2018 è stato pubblicato un allarmante articolo su ANSA: “Diabete, 3,7 milioni i malati ma 7 milioni a rischio di svilupparlo”. Dati decisamente preoccupanti, soprattutto per il fatto che molte persone affette da sovrappeso e alterazioni del metabolismo (sindrome metabolica) son sono coscienti del fatto che si tratta di sintomi che predispongono […]
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Sindrome di Achard-Thiers, diabete delle donne con barba
Nuovo post pubblicato su https://wdonna.it/sindrome-di-achard-thiers-diabete-delle-donne-con-barba/117626?utm_source=TR&utm_medium=Tumblr&utm_campaign=117626
Sindrome di Achard-Thiers, diabete delle donne con barba
La sindrome di Achard-Thiers, conosciuta anche come diabete delle donne con barba, è una rara condizione che combina sintomi di diabete mellito con segni di iperandrogenismo nelle donne, come l’irsutismo (crescita eccessiva di peli). Ecco una panoramica dettagliata della sindrome:
Caratteristiche Cliniche
Diabete Mellito:
Può essere di tipo 2, caratterizzato da insulino-resistenza e livelli elevati di glucosio nel sangue.
Sintomi comuni includono poliuria (aumento della minzione), polidipsia (aumento della sete) e perdita di peso.
Iperandrogenismo:
Crescita eccessiva di peli in aree tipicamente maschili (viso, torace, schiena).
Può includere acne, alopecia androgenetica (perdita di capelli a pattern maschile) e voce più profonda.
Altre Manifestazioni:
Obesità addominale.
Irregolarità mestruali o amenorrea (assenza di mestruazioni).
Segni di sindrome metabolica come ipertensione, dislipidemia (livelli anomali di grassi nel sangue).
Eziologia e Patogenesi
La sindrome di Achard-Thiers è considerata una sindrome plurimetabolica, ma le cause esatte non sono ben comprese.
Si ritiene che l’insulino-resistenza giochi un ruolo cruciale, portando a un’eccessiva produzione di androgeni dalle ovaie e dalle ghiandole surrenali.
Diagnosi
La diagnosi si basa su:
Esame Clinico: Valutazione dei segni di iperandrogenismo e sintomi di diabete.
Test di Laboratorio:
Misurazione dei livelli di glucosio nel sangue e test di tolleranza al glucosio.
Valutazione dei livelli di androgeni (testosterone, DHEA-S).
Esami per altre caratteristiche della sindrome metabolica (colesterolo, trigliceridi).
Trattamento
Non esiste una cura definitiva per la sindrome di Achard-Thiers, ma i trattamenti mirano a gestire i sintomi:
Gestione del Diabete: Controllo glicemico tramite dieta, esercizio fisico, farmaci antidiabetici o insulina.
Trattamento dell’Iperandrogenismo:
Farmaci anti-androgeni come la spironolattone.
Contraccettivi orali per regolare i livelli ormonali.
Terapie estetiche per l’irsutismo (laser, depilazione).
Trattamento della Sindrome Metabolica: Interventi sullo stile di vita, farmaci per ipertensione e dislipidemia.
Prognosi
La prognosi varia in base alla gravità dei sintomi e all’efficacia della gestione del diabete e dell’iperandrogenismo. La sindrome richiede un monitoraggio continuo e una gestione integrata da parte di un team multidisciplinare di specialisti.
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Numerosissime sono le evidenze scientifiche e gli studi clinici che hanno dimostrato il ruolo benefico della dieta mediterranea in cui l‘olio extravergine di oliva (Evo) occupa il posto d’onore nel contrastare l’insorgenza delle patologie cronico-degenerative non trasmissibili come il diabete mellito, l’ipertensione arteriosa, la sindrome metabolica, i tumori, le malattie a carico del sistema nervoso e la malattia renale cronica. Lo confermano anche le ricerche condotte e in corso all’Università degli Studi di Roma Tor Vergata. Nell’olio anche potenti sostanze anti-tumorali Un consumo quotidiano di olio Evo, come principale condimento, riduce il rischio cardiovascolare, migliora il metabolismo glucidico e lipidico, aiuta il controllo della pressione arteriosa e riduce lo stato infiammatorio e lo stress ossidativo, con questi ultimi che sono fattori implicati nel processo di invecchiamento. Un recente studio in vitro condotto presso l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata ha valutato la capacità antiproliferativa degli estratti di foglie di ulivo, mediante l’utilizzo dello strumento ‘Incucyte S3 Live-Cell Analysis System’ (Incucyte), che rende possibile l’analisi del comportamento cellulare in tempo reale. Lo studio ha confermato la possibile azione anti-tumorale esercitata dai composti minori polari dell’olio Evo anche su questa linea cellulare mai precedentemente studiata in letteratura. Allo studio gli effetti di un derivato dell’olio d0oliva sulla sindrome metabolica Un ulteriore studio, attualmente in corso presso il Policlinico Tor Vergata e condotto dal team coordinato da Annalisa Noce, professore associato di Nefrologia all’Università di Tor Vergata, sta valutando inoltre gli effetti della combinazione della somministrazione di una dieta mediterranea personalizzata con l’assunzione di un alimento a fini medici speciali a base di micro composito palmitoiletanolamide-rutina ed idrossitirosolo (un derivato dell’olio di oliva) in una popolazione di pazienti affetti da sindrome metabolica. “I dati preliminari mettono in luce l’effetto benefico dell’alimento a fini medici speciali testato, in associazione con una dieta mediterranea personalizzata, nonché l’assenza di effetti collaterali“, spiega Noce. Possibile contrastare l’insorgenza e la progressione di malattie croniche-degenerative “Tali dati sono supportati dal trend di riduzione del colesterolo totale, del colesterolo LDL e dei trigliceridi, da una riduzione significativa della proteina C-reattiva (PCR) e della velocità di eritrosedimentazione (VES), entrambi indici infiammatori, e da una riduzione significativa del peso corporeo, dell’indice di massa corporea, della percentuale di massa grassa e della circonferenza vita, in confronto ai parametri ottenuti nel periodo di assunzione del placebo”, evidenzia Noce. “In combinazione ad uno stile di vita corretto caratterizzato da un regime alimentare salutistico e da una costante attività fisica, sembrerebbe quindi possibile contrastare l’insorgenza e la progressione delle patologie cronico-degenerative non trasmissibili”, conclude. Fonte
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