#danno vascolare
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medicomunicare · 4 months ago
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Sindrome metabolica, tabagismo e declino cognitivo: le ultime indagini
La sindrome metabolica (SIME) è un grave problema di salute pubblica caratterizzato da fattori di rischio vascolare e cardiometabolico. Colpisce un quarto della popolazione adulta mondiale. La sindrome metabolica viene generalmente diagnosticata in base alla presenza di uno di questi tratti: 1) pressione sanguigna elevata, glicemia e trigliceridi elevati, 2) colesterolo HDL ridotto e 3) girovita…
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megachirottera · 2 years ago
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Perché non c'è una cura per la malattia di Alzheimer?
Poiché gli anziani spesso non hanno la capacità di difendere se stessi e non sono più considerati una priorità dalla nostra società… Source: 8 OTT 2022; by A midwestern Doctor on The Forgotten Side of Medicine Continue reading Untitled
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vefa321 · 4 years ago
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Difficilmente e raramente condivido, ma oggi questo mi sembra doveroso.
Non si nega nulla, si mette ordine e si fa chiarezza.
«Poche modeste riflessioni di chi, come psicologo, era in ospedale nell'emergenza .
Come nazione abbiamo vissuto un' esperienza terribile: abbiamo visto
persone che non hanno potuto essere di conforto ai loro cari ricoverati in ospedale, abbiamo avuto persone che non hanno potuto dare l'ultimo saluto ai loro cari deceduti, e stiamo vedendo ammalati che hanno sofferto tantissimo e sono tuttora traumatizzati.
A tutto questo aggiungiamo la gente terrorizzata e confusa dai "bollettini di guerra" e da una delle peggiori campagne mediatiche che mai si sia vista nel descrivere quanto accadeva.
Pur di fare notizia, pur di assecondare le veline del potere si sono travisati i fatti ed è stata calpestata la dignita' di una comunicazione al servizio dei fatti e della comunita'.
Abbiamo avuto un numero spaventoso di medici morti perche' contagiati sul lavoro.
Abbiamo visto medici, infermieri e personale sanitario lavorare con turni massacranti, li abbiamo visti vivere da separati in casa per non contagiare i loro cari, e li abbiamo visti lavorare con pochi dispositivi, pur di essere vicini ai loro pazienti.
C'era un'emergenza, una terribile emergenza che ha saturato i posti in Terapia Intensiva e che ha costretto addirittura,alla riconversione di reparti ed ospedali in aree covid o in covid hospital.
Una realta' mai vista prima, in cui le informazioni sulla malattia non erano chiare, erano confuse e distorte.Al di la' della buona fede e dell'impegno profuso da chi a livello transnazionale e nazionale doveva gestire la pandemia, in molti ormai evidenziano gli errori, i ritardi e le gravi incapacita'.
Ma di questo, purtroppo come sempre, sara' la storia ad emettere il suo giudizio.
Non spettano a noi i processi
A noi spetta il compito di far notare che da fine giugno la situazione e' cambiata, che i malati si curano e guariscono, che a luglio i covid hospital sono stati chiusi, che le aree covid sono per fortuna semi vuote, che i letti occupati in terapia intensiva oggi sono meno di 80 su oltre 8000 presenti su tutto il territorio nazionale!
Ma se la cosa più importante e' che il numero dei decessi e' crollato, come mai continuano "i bollettini di guerra"?
Perche' non si ferma questa folle campagna mediatica che presenta il bollettino dei positivi e degli asintomatici ( persone che se stanno tranquillamente a casa a curarsi o in quarantena), come il bollettino dei caduti?
Perche' non si smette di spaventare la gente individuando di volta in volta l'autore di turno? Perche' anziche'usare con il buon senso le misure di prevenzione ( distanziamento, lavaggio delle mani e mascherine quando effettivamente possono servire), le si impongono in modo improprio creando gravi disagi ad anziani e bambini?
Ormai molti medici clinici e accademici italiani, europei, americani , russi e cinesi chiedono un uso intelligente e razionale delle misure di prevenzione e fanno notare che non c'e' piu' emergenza e che e' necessario educare e non terrorizzare.
Basta paura, ha già provocato morti e sofferenza, basta paura che sta creando un enorme danno alla nostra economia.Ritorniamo a vivere.
Riprendiamo le attivita' nei posti di lavoro. Basta orari limitati, basta video lezioni, e video visite,basta ritardi all'utenza
Abbiamo bisogno di educare la popolazione sana a rafforzare il Sistema Immunitario con la corretta alimentazione, con l'adeguata attivita'motoria con la Medicina Naturale e Preventiva, con le pratiche di Consapevolezza e con la Psicologia della Salute.
Sviluppiamo e promuoviamo la Salutogenesi.
Abbiamo bisogno di integrare tutto cio' che funziona come promozione della salute, con le migliori cure farmacologiche.
E' ora di guardare alle drammatiche emergenze di cui non si parla, di cui non si da informazione, su cui non si accendono i riflettori: oltre un migliaio di morti al giorno per tumore e per patologia cardio vascolare e un numero enorme di patologie neurodegenerative gestite con fatica dalle famiglie
Non c'e' bisogno di essere particolarmente intelligenti per capire quali sono le emergenze....
Chiudo citando un recente post del Prof. Zangrillo:
" ieri 4 morti per covid e nello stesso giorno quasi mille per tumore e per patologia cardiovascolare"
Gioacchino Pagliaro
Direttore UOC Psicologia Ospedaliera AUSL di Bologna
Ovviamente ognuno tragga le sue conclusioni, la libertà d'espressione vince se c'è libertà di opinioni diversi e contrastanti.
@vefa321
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kon-igi · 6 years ago
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LONG WAY HOME - capitolo cinque - È tempo di morire
Capitolo Uno - Il cavaliere Impallidito Finding Doc - Vol.1 (crossover) Capitolo Due -  Per un pugno di mosche Finding Doc - Vol.2 (crossover) Capitolo Tre - Coraggio… fatti appendere! Capitolo Quattro - Solo come un cane
Erano le prime luci dell’alba e considerato che avevamo passato il resto della notte a seppellire i cadaveri dei quindici cacciatori di taglie -- per fortuna il terreno era sabbioso -- decido di farmi una pipa di quelle forti, Decumano Sud D.O.C.G. Made in Arda.
Bechdelia aveva espresso l’intenzione di -- cito testualmente -- ‘togliermi il sangue di maiale di dosso prima di essere contagiata dalla loro maschia stupidità’ e dopo aver affettato un saguaro con il machete di Cormano decide di appartarsi dietro la collina per farsi delle spugnature al succo di cactus.
SE SCOPRO CHE MI SPII -- sento urlare da qualche decina di metri -- TI FACCIO FARE UN POMPINO DA UN COYOTE AFFAMATO!
-- Anch���io ti adoro e faccio il tifo per il suffragio universale! GAMBATTÉ, REDI JOJI!
Il roteante pezzo di cactus mi manca perlomeno di cinque metri, dopodiché posso finalmente prendere del tempo per me e farmi così spiegare da Nerloki cosa diamine sia questa storia delle Porte.
Beh… -- fa il cane-furetto magico -- il cervello umano ha dei meccanismi di astrazione eccezionali e può arrivare a modificare la percezione della realtà affinché gli si presenti in maniera a lui più accettabile e abbia tempo per elaborarla.
Io questa cosa l’ho già sentita! -- lo interrompo -- Tra poco mi dirai di essere un’estensione della mia coscienza che cerca di tenermi in vita mentre sono in coma in un letto di ospedale! Anzi, no… il mio aereo è VERAMENTE caduto e io sono morto senza accorgermene e questo è una specie di purgatorio con fumo nero e micidiali buchi di trama!
Nerloki mi guarda con compassione e poi fa quella cosa odiosa di parlare verso il cielo -- Io non so più come farglielo capire, ragazzi… capisco la Sindrome da Shock Transizionale ma se ne sarà pure accorto di non essere un semplice vaccaro! Guardate, a tipi come lui la wikipedia ha dedicato pure una pagina specifica https://it.wikipedia.org/wiki/Mary_Sue ma niente… lui continua ad andare avanti come se l'essere sbalzato da una stazione spersa nel Culilupiland toscano a un deserto dell’Arizona sia una roba da tutti i giorni! Mi fate un favore, voi che evidentemente non c’avete un cazzo da fare sennò non stareste su tumblr il lunedì mattina? Glielo spiegate al vostro Dinh che è rimasto vittima di una frammentazione dissociativa oniro-visiva da shift derealizzatorio quantico? Mi raccomando, confido nella vostra capacità di approfondire l’argomento (๑•ิཬ•ั๑)
Scommetto che è ancora quella storia del soffitto, no, della parete… della quarta parete di Nero! -- urlo esasperato a Nerloki -- Ancora non capisco con chi parli tutte le volte ma guarda che so bene di essere a cavallo di due mondi! Conservo perfettamente i ricordi di chi ero prima ma allo stesso tempo mi trovo perfettamente a mio agio con la topografia, gli usi e le abitudini degli indigeni! So perfettamente, anzi, SENTO che devo tornare da Lei. La sogno ogni notte e ogni notte mi chiama da sempre più lontano… Dov’è la Porta per ritornare a casa, Nerloki?
Non è una questione di dove ma di quan… ASPETTA! -- con uno scatto furettesco alza improvvisamente la testa -- Ci sono Nativi americani in questa zona? Sono aggressivi?
-- Beh… tecnicamente siamo nella riserva Navajo e per quanto avrebbero tutto il motivo di odiarci per la storiaccia della deportazione del Long Walk, la convivenza è piuttosto pacifica. Perché me lo chiedi? Loki prevede guai?
-- Di certo stiamo per incontrare un gruppo di Navajo ma in quasi tutte le curve temporali -- ti ho detto che nulla è scritto? Semplicemente ci sono cose più probabili e altre meno probabili -- la cosa è destinata a non deviare il continuum del nostro prossimo ingresso a Tombstone. C’è però una diramazione sottilissima con un colore che non mi garba affatto. Sembra quasi che…
BRUTTI MAIALI STUPRATORI! -- urla una ben nota voce da dietro la collina.
Nerloki sembra aver improvvisamente perso la voglia di vivere, mentre la mia è stata appena legata a un candelotto di dinamite acceso e appoggiata sopra a un barile pieno di polvere da sparo e chiodi arrugginiti.
MI STAVATE SPIANDO, SACCHE DI SPERMA PUTRIDO! -- e un attimo dopo si scatena un maelstrom di tonante piombo rovente.
Non mi vergogno nel dire che impiego una decina di secondi a ricollegare tutte le sinapsi cadute a terra e quando finalmente scatto per andare ad aiutarla, le pistole hanno smesso di suonare la marcia funebre.
Ti prego, ti prego! -- imploro tra me e me -- Fa che li abbia solo spaventati e fatti fuggire! L’ultima cosa di cui abbiamo bisogno è una squadra di caccia Navajo che dia man forte agli sceriffi federali!
Arrivo affannosamente in cima alla collina e improvvisamente entro in una tavola di Milo manara.
Bechdelia è in piedi, di schiena, a pistole fumanti spianate e completamente nuda ma non ho tempo di apprezzarne la callipigìa perché lo sguardo mi si frantuma sui sette cadaveri di navajo sparsi qua e là, colti dal piombo spietato della dea Kali in versione nature.
Ma perché lo hai fatto?! -- le urlo, mentre lei continua a darmi la schiena -- Non hai visto che erano solo cacciatori?! Scommetto che gli scout sono scappati e sono andati ad avvertire gli altri… nel giro di poco ci saranno addosso!
Mi… mi stai forse guardando il... il culo? -- sussurra Becky con voce roca -- Allora guarda anche il… il resto -- e fa il gesto di voltarsi.
-- No, senti carina! Vedi di coprirti subito e non esagerare con queste uscite sennò comincio a urlare al reverse sexism per autodifes... OH CAZZO!
Conto quattro frecce conficcate tra collo e addome e la punta di una lancia spezzata che si alza e si abbassa nella parte sinistra del petto, troppo vicina a un posto dove non ci sarebbe dovuto stare nulla di appuntito o tagliente.
Mi guarda e abbassa le pistole, mentre i due rivoli di sangue che scendono danno un’espressione triste al suo sorriso. E poi
Io non miro con la mano, colei che mira con la mano ha dimenticato il volto di sua madre.
Io miro con l’occhio.
Io non sparo con la mano, colei che spara con la mano ha dimenticato il volto di sua madre.
Io sparo con la mente.
Io non uccido con la pistola, colei che uccide con la pistola ha dimenticato il volto di sua madre.
IO UCCIDO CON IL CUORE.
E poi quello stesso cuore la tradisce e crolla a terra.
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Oscurità più completa.
Odore di polvere umida.
Doc -- sussurra Nerloki -- fai un po’ di luce.
Due tentativi, poi al terzo lo zippo spande un po’ di luce e scatta un’istantanea della nostra misera condizione.
Bechdelia giace a terra avvolta nel suo serape e l’unica cosa che ho potuto fare per lei è stato segare via l’asta delle frecce ma dal sibilo che viene da uno dei buchi e dalla schiuma rossastra che ogni tanto tossisce sono consapevole che è questione di poco tempo prima che muoia. Nerloki sta accucciato su un mucchio di polverosi sacchi di iuta -- in questo momento sembra davvero un cane bastonato -- mentre Fresno Bob scalpita indispettito per il soffitto basso e qualche volta solo spaventato dallo squittio sfiatato che fanno gli strati di hornfel e riolite muovendosi sulle vene di minerale d’argento.
Abbiamo salvato il culo giusto in tempo, infilandoci precipitosamente nell’entrata sud della Tough Nut Mine ma se consideriamo che quell’idiota di un pony zoppo non è voluto entrare, rimanendo così all’imbocco a brucare erba secca e a fare da cartello indicatore, possiamo lanciare una moneta per decidere se ci staneranno i navajo o gli ispettori minerari al prossimo inizio turno.
Doc -- fa con voce seria il canfuretto -- quello che ti sto per dire suonerebbe un po’ complicato e lungo se usassi la versione estesa, quindi ti farò una domanda diretta: ti fidi di me?
Vai avanti -- gli faccio, indicando con la testa l’enorme crepa sulla diga anti-merda.
-- Ti ricordi quando ti stavo parlando dei meccanismi di astrazione del cervello e delle modifiche sulla percezione della realtà? Ecco, guarda che non ti stavo dando dello psicotico delirante ma semplicemente ti stavo facendo presente che varcando la Porta -- se non l’hai ancora capito il Transito lo hai fatto sulla soglia del bar della stazione -- sei giunto su un piano di esistenza dove con un potente atto di volontà è possibile la Conglomerazione Quantica, cioè la creazione e il dissolvimento di qualsiasi oggetto di qualsiasi dimensione.
E meno male che questa era la versione semplificata! -- faccio a bassa voce e poi, urlando -- BECKY STA PER MORIRE A CAUSA DI UN EMOTORACE, DI UN TAMPONAMENTO CARDIACO E DI UNA PROBABILE LACERAZIONE DELL’AORTA ADDOMINALE! MI STAI SUGGERENDO DI CREARGLI MAGICAMENTE UN POLMONE E UN SISTEMA CARDIO-VASCOLARE NUOVI, STUPIDO CANE?!
No, la Conglomerazione Quantica non funziona così -- mi risponde Nerloki -- ci vuole un pattern mnemonico-esperenziale su cui innestare il processo… puoi creare oggetti, eventi e persone che hanno fatto intensamente parte del tuo vissuto, non importa se reali o di fantasia, basta che abbiano lasciato una traccia quantica nel sistema limbico del tuo cervello -- credo finalmente di cominciare a capire di cosa stia parlando e lo lascio continuare -- quindi ti prego, concentrati su un luogo oppure su una persona che possano aiutarci a salvare Bechdelia!
Perché non entrambi? -- e seguendo il mio istinto, ficco con forza le dita nella trama della realtà e la lacero con forza.
SKREEEEEEKKKKK!!!!
E in un attimo siamo tutti riversi sul pavimento lucido di quell’odioso posto che mi ero ripromesso avrei visitato di nuovo solo se coinvolto in un maxitamponamento sulla via Emilia -- Benvenuti nel pronto soccorso dell’ospedale dove ho fatto il tirocinio e ringraziate che il box 12 sia quello per il triage di catastrofi quindi sempre libero!
Sollevo Bechdelia da terra e la metto sul lettino -- Ok, va bene… ricapitoliamo: ABC, Airways, Breathing e Circulation! Intubare e ventilare… ah, cazzo! Dove sono le lame del laringoscopio?! Ok… tubo cuffiato… respiratore e… via! Oddio… è aritmica e la pressione sta precipitando! Plasma expanders con bolo di 5 cc di dopamina per lo shock ipovolemico. Oppure è cardiogeno?! E cosa cazzo sarà?! Il polmone collassato?! No… c’è l’altro. Tamponamento cardiaco o emorragia addominale?! Scegli! SCEGLI!!
Ehi, pivello… guarda che le donne nude sono in ginecologia! Qua ci stanno i dottori ver… O MI-O DI-O, JENNY! Non vedevo una tonsillectomia fatta così male dai tempi in cui il Dott.Kelso mise in sala operatoria gli studenti di odontoiatria! -- riconosco la voce e mi volto con le lacrime agli occhi -- Oh, no, Janet! Non fare gli occhi da cucciolo in panico e vedi di darmi una mano con quella clamp! Forza, veloce, prima che la tua amica puntaspilli preferisca suicidarsi che sopportare quello sguardo! Due… uno… via la prima freccia dalla panza! COSA FAI FERMO CON LA PINZA IN MANO, JULIA?! ASPETTI L’ARAGOSTA BOLLITA?! Clampa l’aorta addominale e poi sutura con Vicryl e fai il soprannodo di sicurezza senza lasciarci il dito dentro! Ok… ora la punta di lancia e.. no, cristo! Lesione pericardica ma qui suturo io e ci lascio pure dentro un catetere aperto. Pivello? Laverne mi ha messo dell’LSD nel caffè o ci sono veramente un cane e un cavallo nella mia sala operatoria? L’unicorno felice e il gattino soffice li porti domani o stanno aspettando fuori il loro turno per giocare all’Allegro Chirurgo? JASMINE! Ti lascio togliere la freccia facile, quella incastrata tra la quarta e la quinta costa… usa il Pennington, esegui trazione lineare con lieve torsione… eeeee vittoria! Anche questa volta niente processo per omicidio colposo! Dunque, la freccia nel collo… ah! Fortunella l’amichetta tua! La punta ha sfiorato la cartilagine cricotiroidea e ha davvero rischiato di fare a gara di sputi dal collo per il resto della vita ma se la caverà con la voce rauca per qualche settimana. E infine l’emotorace… Juliette, stai pronta con il trocar e quando io estraggo la freccia tu pugnala più in basso, togli il mandrino e collega al vacuum! Uno, due… BOMBA IN BUCA! Perfetto e senza che tu abbia pianto. Controlla pressione ed ecg ché le butto in vena un po’ di Ceftriaxone per disinfettarle le budella e mettile un catetere vescicale in estemporanea per vedere se c’è globo. Oh no, Jennifer! Davvero hai visto solo quella da cui sei uscito? Guarda che è facile, l’urina esce dal buco più piccolo -- non da quello più grosso -- e quindi metti il tubo lì. Bravo! Adesso corri dal prete a dirgli dei brutti pensieri che ti verranno quando ti toccherai sotto le coperte.
Bechdelia sembra stabile e i monitor confermano. Respira autonomamente e non ha più drenaggi, quindi mi volto verso il mio mentore per ringraziarlo ma lui mi precede -- Senti, Jessica… come ti ho sempre insegnato noi ci prendiamo cura di chiunque abbia bisogno, indipendentemente dalle colpe e dai crimini che ha commesso ma qualcun’altro -- e fa un cenno impercettibile con la testa verso la telecamera a circuito chiuso -- potrebbe pensarla diversamente, quindi quando sarò uscito infila in quella borsa blu da femminuccia lagnosa tutto il necessario per i prossimi giorni e poi SPARISCI PORTANDOTI VIA TUTTA L’ARCA DI NOÈ!
Dott.Cox -- gli faccio io prima che varchi la soglia -- posso abbracciarla e annusare un po’ di odore di figura paterna?
JD, io... io… ti megaodio! -- e si dilegua nel corridoio.
Ottimo lavoro, Doc Kon -- mi fa Nerloki -- ma ti avverto che non c’è una sola curva temporale in cui polizia, carabinieri, guardia di finanza e polizia municipale non stia per saltarci addosso per farci morire di avvelenamento da piombo! Raccatta le tue medicine e poi vedi di aprire di nuovo lo Squarcio per farci tornare indietro.
Sì, ok -- gli dico mentre arraffo quante più medicazioni, siringhe e farmaci -- ma c’è un piccolo problema: ci sto provando da cinque minuti e non riesco a visualizzare con sufficiente forza il piano da cui siamo shiftati… non possiamo tornare indietro!
-- Oh, cristo, doc! È il periodo di latenza da sovraccarico limbico! Se fossimo in un gioco di ruolo ti direi che la barra blu del mana deve rigenerarsi ma qua mi tocca dirne un’altra…
E cioè? -- gli chiedo, conoscendo già la risposta
-- FUGGIAMO, SCIOCCHI! --
Qualche attimo dopo la porta del box 12 viene abbattuta dalle possenti zoccolate di una cavallo rampante che subito si precipita in corridoio trascinando una barella su cui giace una donna legata stretta con lenzuola.
La gente in sala d’aspetto urla sconvolta ma allo stesso tempo ha un fischiettante deja-vu spaghetti western che li perseguiterà per parecchie settimane a venire.
Nerloki -- gli urlo mentre cerco di non far slittare gli zoccoli di Fresno Bob sul marmo -- tieniti stretto alle lenzuola e bada che Becky non scivoli! Non possiamo uscire dall’accesso principale perché temo ci stiano già aspettando, quindi ci infiliamo in radiologia, poi nella Torre delle Medicine ed è a quel punto che tu salti giù, sali due rampe di scale e vai nell’emporio della zona commerciale a prendere quello che ti ho detto. Se poi corri per tutta la hall e slitti sui passanti delle scale mobili, noi dovremmo star passando in quel momento!
Il passaggio all’interno di quel dedalo di corridoi, scansando barelle e gente in carrozzina, è un incubo delirante degno del peggiore mod di una mappa di Doom ma quando con la coda dell’occhio vedo finalmente Nerloki balzare di nuovo sulla barella con una mazzo di carte in bocca, è solo allora che ritorno a respirare normalmente.
L’attimo dopo siamo in strada, nel traffico di un lunedì mattina lavorativo, saettando tra macchine che inchiodano e si tamponano, e usando le aiuole spartitraffico come corsie preferenziali personalizzate.
-- Nerloki, per usare la tua metafora sento che la barra del mana si è quasi caricata… passami il mazzo di tarocchi!
Apro il pacco sigillato, col terrore che nella fretta Canfury avesse addentato un mazzo di carte normali ma vedo che sono proprio gli Arcani Maggiori nella versione di Rider-Waite… vabbé, ho sempre usato i Marsigliesi ma alla fine non credo che farà molta differenza. Prendo il numero 21 e me lo infilo tra la nuca e il colletto della camicia.
Dopo aver attraversato questo parco -- urlo voltandomi verso Nerloki e notando i lampeggianti dei carabinieri che ci stanno raggiungendo -- passeremo su un ponte e poi entreremo sotto una loggia in una zona pedonale chiamata Piazza della Pilotta. Senza le macchine intorno potrò aprire lo Squarcio perché voi possiate tornare a casa ma affinché non vi succeda nulla devo fare una certa cosa… non so se poi riuscirò a venire con voi.
Nerloki mi lancia uno sguardo triste -- Doc, anche se può sembrare, questo non è il tuo mondo ma una conglomerazione quantica su larga scala che è stata resa possibile solo grazie al desiderio di salvare la vita a Bechdelia. Quando io e lei shifteremo non so se l’architettura continuerà a sostenersi.
Faccio per obiettare ma mi rendo conto che siamo arrivati nel mezzo della piazza in sasso e quindi scendo al volo.
Rumore di tacchi di stivali e di scarpe di ordinanza che si avvicinano di corsa ma io allargo le dita ad artiglio e finalmente strappo uno Squarcio di passaggio, in cui vedo il cortile di una piccola fattoria amish appena fuori Tombstone.
Presto -- urlo a Nerloki -- entrate subit…
-- NON MUOVETEVI! TU CON LA BARBA, ALZA LE MANI E VOLTATI! --
Così faccio, consapevole di poter dare ai miei compagni solo qualche secondo di tempo per entrare senza che i proiettili li raggiungano.
Davanti a me ci saranno una ventina tra poliziotti e carabinieri, tutti a pistole e mitragliette spianate.
Non so perché ma sembra che se a qualcuno di loro dovesse scappare una scorreggia, seguirebbe un’istantanea salva collettiva di piombo ma nonostante tutto mi muovo con impudenza verso di loro, tenendo le braccia alzate ma molleggiandole come se stessi ballando un latino.
Spero che Loki abbia percepito la curva temporale giusta -- penso -- e rimanga fermo immobile. Avvicino lentamente la mano destra al collo e poi -- Lo sapete come fa la barzelletta del carabiniere e del poliziotto che cercano di disinnescare una bomba?
Pistole e mitragliette che tremano in mani nervose e sguardi di quasi panico.
BANG! -- urlo con tutto il fiato che ho in corpo e nell’attimo in cui tutte le canne delle loro armi detonano contemporaneamente, afferro il ventunesimo tarocco con la raffigurazione Il Mondo e
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Una bolla di luce in negativo si allarga dalla carta come un respiro immenso per poi ritirarsi e scomparirvi dentro con un lacerante rumore di strappo.
L’unico rumore che adesso rimane in mezzo al silenzio più assoluto è il ticchettare di un orologio che rallenta fino a fermarsi e poi tutto l’universo è bloccato.
Nessuno si rende mai conto quanto baccano ci sia nel mondo finché non si trova sotto l’influsso dello Stand che porta lo stesso nome. Mentre mi avvicino con calma alle belle statuine di sbirri e caramba, sul selciato i tacchi dei miei stivali fanno il rumore di cucchiai lasciati cadere uno alla volta su un tavolo di cristallo.
Tra me e loro c’è uno sciame di piombo sospeso a mezz’aria. Ruoto delicatamente i proiettili tra pollice e indice, accompagnandoli fin dentro le rispettive canne, e poi slaccio i pantaloni di tutti i bellimbusti, calandoglieli bene intorno alle caviglie.
E poi sento che il non-tempo di The world sta per finire, quindi torno indietro per dare un ultimo saluto ai miei compagni, inconsapevoli che sto per rispedirli a Tombstone senza di me.
Allargo lo squarcio perché arrivi ad abbracciarli, proprio mentre il ticchettio cosmico si fa sempre più veloce e poi…
Venti esplosioni di canne da fuoco divelte, bestemmie e colpi di faccia sul selciato. Presto si rialzeranno e verranno lo stesso a prendermi.
Addio Nerloki… prenditi cura di Becky -- e gli lancio la borsa di Pochacco in mezzo alle zampe -- sono sicuro che lei ti aiuterà a ritrovare il tuo maestro. Io preferisco rischiare di vedere il mio mondo crollare piuttosto che struggermi nel suo irraggiungibile ricordo.
E l’ultima cosa che vedo mentre avvicino i bordi dello Squarcio sono gli occhi di Becky che si spalancano increduli nel dolore del tradimento.
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paoloxl · 6 years ago
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Davide “Dax” Cesare, giovane militante dell’O.R.So (Officina di Resistenza Sociale) viene uscciso da un agguato fascista.
Nella notte tra il 16 e 17 marzo 2003, verso le 23,00 in via Brioschi, a Milano, zona Navigli, tre ragazzi escono da un pub, il “Tipota“, uno dei tanti locali frequentati dai giovani che popolano la quotidianità di questa fetta di metropoli; ad aspettarli fuori un gruppetto di neofascisti, il padre e i due figli, armati di coltelli, sono Federico, Mattia e Giorgio Morbi(28, 17 e 54 anni all’epoca del fatto), elementi già conosciuti dai compagni del quartiere. L’aggressione si rivela violenta e veloce, ma soprattutto premeditata, nel tipico stile mafioso con cui sono soliti rispondere a quelle che ritengono “offese all’onore”: quelle di chi da sempre lavora contro razzismo e ignoranza, quelle di chi si oppone in prima persona al ritorno di ideologie che su questi sentimenti pongono le loro basi.
Alla fine Davide Cesare, “Dax”, rimane a terra, riceve dieci coltellate: colpito alla gola, alla schiena e in altri punti vitali, cade al suolo. Anche una volta a terra, continuano ad infierire su di lui. Vicino a Dax, c’è Alex, che viene accoltellato otto volte alla schiena. Anche lui rimane a terra. Un terzo ragazzo, Fabio, è ferito. Tutto si svolge in pochi secondi e dopo aver colpito vigliaccamente, i tre aggressori si dileguano.
Partono le chiamate e dopo poco arrivano anche polizia e carabinieri, che bloccano le strette stradine di via Broschi con le auto di pattuglia, (come testimoniato dai video reperibili facilmente in rete) contribuendo così al ritardo delle ambulanze, bloccate nel traffico, mentre i ragazzi feriti restano a terra. Segue la corsa all’ospedale San Paolo. Sulla prima ambulanza viene caricato Dax, dopo qualche minuto anche Alex viene trasportato al Policlinico. Operato d’urgenza ai polmoni, si salva per miracolo, Dax non ce la farà, morirà dissanguato prima di arrivare in ospedale.
Nel frattempo tra i compagni partono le telefonate per raggiungere i loro amici in ospedale, già presidiato dalle forze dell’ordine in tenuta antisommossa. Una ventina di ragazzi si raduna all’interno del pronto soccorso aspettando notizie. Poi l’annuncio: Dax non ce l’ha fatta. La rabbia, il dolore, l’amarezza per quanto accaduto si fa palpabile. Nel frattempo si moltiplica, dentro e fuori al pronto soccorso, la presenza delle forze dell’ordine. La tensione è altissima.
Le forze dell’ordine, che fino ad allora avevano presidiato l’ospedale, fanno partire una violenta carica, il questore di allora Vincenzo Boncoraglio cercherà di giustificare il pestaggio affermando che la carica fu fatta “per riportare la calma tra i giovani che sia pur in un momento di dolore hanno occupato il pronto soccorso”. Come riportano le testimonianze dei presenti “sono lunghi minuti di pura violenza poliziesca, durante i quali gli agenti, con manganelli, calci, pugni e mazze da baseball, si accaniscono sui ragazzi, spaccando teste, nasi, denti, braccia. Pestaggi, ragazzi immobilizzati a terra, ammanettati, sanguinanti“ trascinati nelle auto dei carabinieri.
I medici e gli infermieri si mobilitano per soccorrere i feriti, increduli e attoniti di fronte a questa ferocia. A farne le spese oltre ai ragazzi anche i cittadini che si trovavano al momento all’interno dell’edificio. Il professor Marco De Monti, chirurgo vascolare, era di guardia al Pronto Soccorso. Con lui, l’infermiere professionale Alfredo Cavasin: «Io ero qui dentro, impegnato nel disperato tentativo di vedere se ci fosse ancora qualcosa da fare per quel giovane, che l’équipe dell’auto medica aveva intubato sul luogo del ferimento. Ma purtroppo era già morto quando è arrivato. Presentava una profonda ferita sulla destra del collo, appena sotto la nuca, un altro colpo di arma da taglio al torace, e numerose coltellate alla schiena.  Non ho visto cosa succedeva fuori. Posso soltanto dire che ho sentito urla e rumori che provenivano dal viale d’accesso al Pronto Soccorso, poi altre urla più vicine, e i rumori di un grosso tafferuglio». Dopo aver tentato inutilmente di rianimare Davide Cesare, hanno curato il ferito portato in ambulanza («Una coltellata a livello del rene destro, ma l’ecografia ci ha dimostrato che era superficiale, e abbiamo potuto dimetterlo»). Poi è iniziato l’incredibile. Raccontano: «Invocando aiuto, hanno cominciato ad entrare dall’atrio persone insanguinate. Era sangue fresco, botte appena prese. Abbiamo medicato sette giovani, e un vigilante dell’ ospedale. C’erano due giovani con il naso rotto. Uno è stato ricoverato, per essere operato in chirurgia maxillo-facciale».
Gli abitanti delle vicine case di via San Vigiliosono abituati alle sirene delle ambulanze e delle forze dell’ordine. «Ma questa volta erano tante, troppe. Ci siamo affacciati e abbiamo contato non meno di una trentina di automezzi, tra polizia e carabinieri. C’era un fuggi-fuggi, con una settantina di persone che scappavano e agenti che le inseguivano». L’obiettivo è chiaro: reprimere preventivamente le possibili risposte collettive all’omicidio fascista. «È stata una mattanza», racconta qualcuno. Perché i giovani sarebbero stati manganellati con i calci dei fucili, gettati in terra, malmenati. La verità avrebbero potuto dirla le telecamere a circuito chiuso, ma non erano in funzione. E c’erano gli altri pazienti (tra cui una ragazzina), spaventatissimi. Con grande professionalità, medici e infermieri li hanno rassicurati, spostandoli nell’area pediatrica. Al 118 è stato segnalato che il Pronto Soccorso veniva chiuso per tutta la notte. Ma molte altre sono le testimonianze, come il comunicato dell’USI SANITA del 17 marzo 2003 sui tragici fatti della notte del 16 marzo e sui pestaggi effettuati dalle forze dell’ordine all’interno del pronto soccorso dell’ospedale San Paolo.
I giorni successivi si mette in moto la macchina della disinformazione. Questura e giornalisti tentano di ridurre i fatti a una banale ‘rissa tra balordi’, nascondendo la matrice politica dell’accaduto. Per legittimare lebrutalità poliziesche avvenute dentro al pronto soccorso, sempre il questore Boncoragliodichiara che gli agenti erano stati costretti a intervenire per impedire “che i giovani portassero via la salma dell’amico”. Fin da subito è stato necessario per i compagni di Dax difendere e riaffermare la verità di fronte a un’infamante opera di disinformazione: lui un balordo e i suoi compagni dei pazzi trafugatori di salme.
Oltre al danno, la beffa. Nonostante la presenza di prove evidenti, come filmati amatoriali che hanno ripreso i pestaggi indiscriminati e le tante testimonianze rilasciate dal personale medico sanitario, il processo per i fatti del San Paolo si concluderà nel 2009, imputati un carabiniere e due poliziotti accusati di porto d’arma impropria (una mazza da baseball tra le altre cose) e abuso d’ufficio, piena assoluzione, invece condanne a un anno e otto mesi per due dei compagni di Dax, accusati di violenza e resistenza a pubblico ufficiale. Alla condanna penale si sommerà una multa per un totale di 130.000 euro, tra spese processuali e risarcimenti, un vero e proprio ergastolo pecuniario. Nel 2011 comincerà il pignoramento di un quinto dello stipendio, tutt’ora in corso, ai danni di uno dei condannati e di conseguenza a carico anche dei suoi figli.
Per quanto riguarda gli assassini di Dax, nella loro casa, che si trova nella zona della tragedia, «è stato sequestrato materiale importante», come spiegò la polizia, per risalire alle loro simpatie di estrema destra, oltre a indumenti sporchi di sangue gettati nella vasca da bagno.
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designme2011 · 5 years ago
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🌴 La chiave per una cura per il Coronavirus potrebbe essere l’ASPARAGINA. Si tratta di un amminoacido il cui nome è inevitabilmente legato agli asparagi. Il gruppo di ricerca, tutto italiano, ha messo a punto una terapia contro il coronavirus basata su tre farmaci già esistenti: l’Asparaginasi che bloccherebbe l'infezione, la Clorochina e l’Eparina che prevengono il danno acuto vascolare. Ocho però: mangiare asparagi (o non mangiarli) non avrà in alcun modo effetto sul Coronavirus. • • • #visitmesagnecuordisalento #cuoreantico #altosalento #lacittadellamore #lacittadelcuore #designme #minuzzerie #mesagne #mustfood #mangiaitaliano #virusfree #madeinitaly🇮🇹 #travel #traveldesignme #fermiamoloinsieme #digital #digitalmedia #broadcasting #contentmarketing #comunicazione #communication #communicationandmarketing #marketingdigital #digitalmarketing #bloggerstyle #socialmediatips #mixedmedia #interiordesigns #covid2019 (presso Mesagne) https://www.instagram.com/p/B_AbZ2UKGzf/?igshid=iohyvr6ghfj9
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medicomunicare · 2 years ago
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Il problema del danno renale acuto: non solo clinico, ma anche economico e di opzioni preventive e di supporto
Il problema del danno renale acuto: non solo clinico, ma anche economico e di opzioni preventive e di supporto
Il Danno renale acuto o AKI – una situazione comune che si verifica in circa il 20% dei ricoveri ospedalieri di emergenza nel Regno Unito. La condizione è solitamente causata da altre malattie che riducono il flusso sanguigno al rene o dalla tossicità derivante da alcuni farmaci. L’AKI deve essere trattato rapidamente per prevenire la morte. Anche se i reni si riprendono, l’AKI può causare danni…
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olitaly · 5 years ago
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Azienda Agricola Massussi
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La passione della famiglia Massussi per la viticoltura risale alla seconda metà XIX secolo, quando già il trisavolo Luigi produceva vino rosso. I vigneti piantati nei primi anni ‘80 danno inizio alle prime sperimentazioni sul metodo classico che hanno portato alle prime 500 bottiglie di bollicine nel 1985. La particolare posizione dei vigneti e Oliveti sulle colline del Lago di Iseo, ad un altitudine di ca. 400 mslm, il microclima generato dalla vicinanza del lago, la perfetta esposizione, le correnti fresche notturne e il terreno dalla particolare composizione minerale, costituiscono un “terroir unico” in Franciacorta per “prodotti unici”. L’Azienda Agricola Massussi Luigi, produce inoltre l’Olio Extravergine di Oliva Biologico sin dal 1985 e che estrae dagli oltre Ottocento olivi di sua proprietà dislocati su tre ettari ca. La suadente delicatezza, il colore Smeraldo assolutamente unico e la setosità al palato ne sono le caratteristiche peculiari. Lo stoccaggio avviene in vasche di acciaio inox sotto azoto per contrastare l’ossidazione e preservarne le preziose proprietà organolettiche. Nel corso degli anni la passione e qualità sempre crescente è stata Premiata in concorsi e Guide Nazionali come il Gambero Rosso Olii d' Italia ed Internazionali come l' Aipo D'Argento. Ciò dimostra e attesta la grande attenzione a produrre sempre un olio extravergine di altissima qualità .. ma per scelta da un Unico e selezionatissimo Blend, infatti si produce una sola etichetta l' Esmeraldo Evo Blend BIO ... Solo il Meglio dell' azienda per i suoi clienti ! Già il Trisavolo Luigi sapeva bene le caratteristiche Salutari dell' Olio di Oliva buono locale ... un piccolo cucchiaio tutte le mattine a digiuno per un breve periodo ... almeno una settimana ... al cambio di stagione sopratutto ne favorisce la purificazione dell' organismo e stimola il sistema cardio -vascolare ... riequilibrando il sangue dal colesterolo negativo e aumentando i livelli di quello buono ... Aiuta anche la bellezza della pelle, perchè ricco di antiossidanti, polifenoli e Vitamina E... Indirizzo: via Bonomelli, 60/C Localita' Bosine (strada per Polaveno) 25049 ISEO (BS) Telefono: Tel. +39 030 9822954 Email: [email protected] Social: https://www.facebook.com/MassussiFranciacorta/ Web: http://massussifranciacorta.it/  Read the full article
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purpleavenuecupcake · 5 years ago
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Campagna “vista in salute”, programma itinerante di prevenzione delle malattie ottico-retiniche
Una unità mobile in tre regioni per visite ed esami gratuiti: inattesi i primi risultati (di Nicola Simonetti) La campagna per la prevenzione delle malattie della retina e del nervo ottico che il Ministero della Salute ha affidato alla gestione dell’Agenzia Internazionale per la Prevenzione delle Cecità – IAPB Italia Onlus, sulla base di un finanziamento triennale approvato dal Parlamento nella Legge di Bilancio 2019, ha avuto inizio in tre Regioni: Lombardia, Abruzzo e Campania (seguiranno tutte le altre Regioni nell’arco di 3 anni).
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Una struttura mobile dotata di tre ambulatori e di strumentazione diagnostica hi-tech con apparecchiature molto sofisticate ha consentito di effettuare un grande numero di refertazioni delle immagini della tomografia ottica computerizzata (OCT) e delle fotografie del fondo oculare. Il personale specialistico addetto si è interfacciato con le istituzioni locali per superare lo scoglio delle lunghe liste di attesa per gli ulteriori accertamenti ed eventuali interventi necessari per chi ne necessitava. Una iniziativa che si è rivelata preziosa per diagnosi precoci e per la prevenzione oltre che consentire l’acquisizione di dati da utilizzare per ricerca e programmazione di interventi. I primi dati hanno dimostrato: “nel 40 per cento dei soggetti esaminati (tra i 40 e i 90 anni, età media 63 anni) sono stati rilevati segni di malattia in atto o di sospetta malattia o, ancora, di premonizione di malattia”. Questo - dice l’avv. Giuseppe Castronovo, Presidente IAPB Italia Onlus - ci fa comprendere quanto diffuse siano le minacce che gravano sulla nostra vista e delle quali purtroppo non abbiamo troppo spesso consapevolezza. La vista è un bene prezioso, un enorme patrimonio che ereditiamo e dobbiamo preservare e questa campagna va nella direzione giusta: quella di elevare la cultura della prevenzione e di stimolare l’assunzione di misure adeguate di contrasto”. “Primi risultati, inaspettati, che dimostrano l’utilità dell’iniziativa e che - ha detto il moderatore dr. Marcello Portesi - innovando in materia, si rivela esempio virtuoso dell’utilizzazione dei soldi pubblici. Il prof. Filippo Cruciani – referente scientifico di IAPB Italia – afferma che “il sospetto di glaucoma è stato rilevato nel 12,8 per cento dei soggetti esaminati, la degenerazione maculare senile nel 6 % circa, la sindrome dell’interfaccia vitreo-retinica nel 12,1%, la corioretinosi miopica nel 3,24%, l’idrusen (piccole formazioni proteico-lipidiche che si formano sotto la retina) nel 11,35%, l’atrofia nel 4,14%, solo per citare le patologie più frequentemente emerse”. Il glaucoma, chiamato per l’assenza di sintomi “ladro silenzioso della vista”, colpisce in Italia 1 milione di persone, di cui ben la metà non sa di essere ammalata. La prevenzione è quindi elemento fondamentale e questa campagna traccia la strada per migliorare, tramite una diagnosi precoce, l’evoluzione di questa patologia, così come anche nel caso della degenerazione maculare senile e della retinopatia diabetica. “L’insieme dei dati, delle informazioni e degli spunti che saranno raccolti e sistematizzati con questa campagna triennale, ci consentiranno di disporre di una piattaforma solida sulla quale far poggiare nuove e più efficaci scelte di politica sanitaria per la tutela visiva – dice l’On. Paolo Russo, oculista e presidente dell’Intergruppo Parlamentare per la Tutela della Vista – ce lo impone il fatto che l’allungamento della vita media porta inevitabilmente ad un aumento delle patologie della vista per le quali l’argine più efficace è sicuramente la prevenzione, anche per la sostenibilità della spesa sanitaria”. Mettiamo a fuoco tre malattie oculari Glaucoma Il glaucoma è considerata la prima causa di cecità irreversibile al mondo: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) colpisce 55 milioni di persone, mentre 25 milioni hanno già perso le proprie capacità visive per causa sua. Questa malattia oculare nella forma cronica non dà neanche sintomi: in genere una pressione oculare troppo elevata danneggia “silenziosamente” la visione. Prima compaiono piccole “macchie” scure (scotomi) alla periferia del campo visivo il quale poi si può restringere progressivamente fino a una visione a cannocchiale (“tubulare”) e, nei casi peggiori, si arriva all’oscurità completa. In Italia si stimano circa un milione di glaucomatosi: la patologia riguarderebbe il 3,5% delle persone di età compresa tra i 40 e gli 80 anni. Bisognerebbe quindi individuare tempestivamente i casi di glaucoma ancora non diagnosticati, ossia circa mezzo milione di persone solo nel nostro Paese. Retinopatia diabetica Secondo l’OMS i diabetici nel mondo sono 422 milioni. L’Istat scrive (2017) che in Italia la prevalenza del diabete è stimata intorno al 5,3% della popolazione (oltre 3,2 milioni di persone); colpisce particolarmente gli anziani, ossia il 16,5% tra le persone dai 65 anni in su. Se il diabete di tipo 1 è diagnosticato dopo i 30 anni, indicativamente la prevalenza di retinopatia diabetica è del 20% dopo 5 anni di malattia, del 40-50% dopo 10 anni e di oltre 90% dopo 20 anni. La retinopatia diabetica è la prima causa di cecità in età lavorativa in Italia e negli altri Paesi economicamente sviluppati. I danni alla retina sono generalmente evitabili controllando il diabete. Inoltre, è stato dimostrato che un attento controllo della pressione arteriosa in chi ha il diabete di tipo 2 riduce il rischio di malattia micro-vascolare del 37%, il tasso di progressione della retinopatia diabetica del 34% e il rischio di peggioramento dell’acuità visiva del 47%. In un Rapporto sul diabete l’OMS scrive: “La retinopatia diabetica è un’importante causa di cecità e si verifica come risultato di un danno accumulato nel lungo periodo a carico dei piccoli vasi sanguigni della retina. La retinopatia diabetica ha provocato globalmente l’1,9% della disabilità visiva (moderata o grave) e il 2,6% della cecità nel 2010. Ci sono studi che suggeriscono che la prevalenza di ogni tipo di retinopatia in persone con diabete sia del 35%, mentre quella della retinopatia proliferativa (pericolosa per la vista) sia del 7%”. Maculopatie Le maculopatie sono una causa importantissima di perdita della visione centrale nei Paesi più avanzati, tra cui l’Italia. Tra le maculopatie acquisitela più diffusa è la degenerazione maculare legata all’età (AMD), che generalmente si presenta dopo i 55 anni ed è la principale causa di cecità legale nel mondo occidentale. Si riconoscono due tipologie di AMD: la forma secca (atrofica), caratterizzata da un’evoluzione lenta e meno aggressiva, e la forma umida (detta essudativa), che può anche essere un’evoluzione della prima. Per questo è molto importante seguire attentamente l’insorgenza e l’evoluzione della patologia retinica. Attualmente non esistono terapie specifiche per l’AMD secca. La forma umida (essudativa o neovascolare) è meno comune, ma è più aggressiva e ad evoluzione più rapida. È caratterizzata dalla presenza di nuovi vasi sanguigni retinici nella macula (centro della retina). Tutte le maculopatie vanno diagnosticate tempestivamente e, laddove possibile, si può ricorrere a trattamenti specifici (iniezioni intravitreali di anti-VEGF). È importante che venga fatta una diagnosi tempestiva e, dunque, è sempre necessario il ricorso a visite oculistiche periodiche. Read the full article
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gardanotizie · 7 years ago
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Le malattie croniche non trasmissibili (MCNT), principalmente malattie cardiovascolari, cancro, malattie respiratorie croniche e diabete, rappresentano l’epidemia più grave del terzo millennio. Sono responsabili di quasi il 70% della mortalità globale e di oltre il 90% di quella del nostro Paese e di tutti i Paesi ad economia avanzata. Una vera e propria epidemia che ha gravi ripercussioni sulla qualità di vita della popolazione e un impatto socio-economico importante. La prevenzione delle malattie croniche non trasmissibili si fonda sull’adozione di stili di vita salutari, un’alimentazione più equilibrata, l’eliminazione dell’abitudine al fumo di tabacco, un’attività fisica regolare e la promozione di un ecosistema libero dall’inquinamento. Interventi coordinati e integrati sui principali fattori di rischio sono prioritari e indispensabili per migliorare la salute, la qualità della vita e il benessere del singolo e della società.
Oggi alle terme viene tenuta in forte considerazione la necessità di rispondere alle esigenze di prevenzione e di gestione delle patologie croniche e degenerative che, come già sottolineato dal Ministro Lorenzin, devono essere valutate in maniera appropriata e precoce perché gli interventi di prevenzione in ambito termale siano efficaci anche nel ridurre l’impatto delle riacutizzazioni e delle complicanze.
Il Servizio Sanitario Nazionale, con il decreto sui Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) del 2017, garantisce per molte e rilevanti patologie l’erogazione delle cure termali con finalità preventiva oltre che curativa e riabilitativa, tenendo conto delle consistenti evidenze scientifiche e del significativo risparmio in ambito sanitario. 
Fin dal 2014 l’Organizzazione Mondiale della Sanità riconosce alle cure termali un ruolo importante come presidio di salute e di prevenzione per molte malattie cronico-degenerative. Di fatto, da molto tempo le terme in Europa fanno già parte di quella rete di strutture idonee ad un ruolo significativo nella cura integrata di molte patologie croniche in tutte le fasce di età. Da evidenziare che i trattamenti termali, per svariate patologie muscoloscheletriche, reumatiche, respiratorie, della pelle e altre malattie sono inclusi nei LEA del Servizio Sanitario Nazionale.
Terme di Sirmione è in linea con la dichiarazione del Ministro della Salute e sta specializzando e sviluppando la propria attività e offerta in questa direzione. I programmi di prevenzione, fra loro integrati, e i check up di Terme di Sirmione hanno la finalità di contrastare i 4 grandi fattori di rischio (ipertensione, fumo, alcol, sovrappeso). A tal fine sono stati introdotti nuovi servizi e ambiti di competenza che si integrano con le rinomate specializzazioni di Terme di Sirmione in Otorinolaringologia, Broncopneumologia e Reumatologia: Dermatologia Clinica ed Estetica, Ginecologia e Uroginecologia, Servizio Nutrizionale, Riabilitazione, Osteopatia e Servizio Vascolare.
Le moderne strategie terapeutiche prevedono l’impiego di interventi diagnostico–terapeutici precoci, integrati e multidisciplinari, nell’ambito di programmi coerenti focalizzati sulla prevenzione e sugli stili di vita per tutte le fasce d’età: Bambini sani, Salute dei giovani adulti, Salute degli anziani e Salute della Donna.
Sottolinea Alberto Ugazio, Direttore Istituto per la Salute del Bambino e dell’Adolescente, IRCCS Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma: “Nel recente passato milioni di bambini morivano ogni anno di malattie infettive e le strategie di prevenzione, igiene personale e ambientale, vaccinazioni, si focalizzavano su queste. Il problema di oggi è rappresentato dalle malattie croniche non trasmissibili prevenibili con l’adozione di salutari stili di vita, difficoltosi però da adottare in età adulta. E’ quindi sempre più evidente che l’approccio ottimale è l’adozione di stili di vita salutari quanto più precocemente possibile, quindi fin dai primi anni di vita. Gli studi condotti in questi ultimi vent’anni dimostrano in modo ormai solido che le influenze dell’ambiente durante le prime fasi della vita – dal concepimento fino approssimativamente al secondo anno (“i primi 1000 giorni”) – condizionano il rischio biologico di andare incontro a malattie non trasmissibili molto più tardi nel corso della vita. La Pediatria, che ha svolto negli ultimi cent’anni un ruolo cruciale nella prevenzione delle malattie infettive, nel crollo della mortalità infantile e nello straordinario incremento dell’aspettativa di vita, deve oggi affrontare una nuova sfida: prevenire in età pediatrica l’epidemia delle MCNT che coinvolge prevalentemente l’adulto e l’anziano.”
Le malattie cardiovascolari contribuiscono in modo determinante alla cosiddetta epidemia di malattie croniche non trasmissibili, e rappresentano la prima causa di morbilità e mortalità in tutto il mondo. In Europa esse sono responsabili di eventi fatali in più del 40% dei casi negli uomini e in più del 50% nelle donne. Sottolinea Enrico Agabiti Rosei, Professore di medicina Interna dell’Università degli Studi di Brescia e Direttore del Centro per la Prevenzione e la Cura dell’Ipertensione Arteriosa e dei fattori di Rischio Cardiovascolare dell’Università degli Studi di Brescia: “La World Heart Federation ha lanciato una campagna per ridurre del 25% la mortalità per malattie cardiovascolari entro il 2025 (“25 by 25 Global Target”) ed ha stabilito alcuni obiettivi prioritari per raggiungere questo scopo: riduzione del 10% dell’uso di alcolici e della sedentarietà, riduzione del 30% dell’assunzione di sale e del consumo di tabacco, riduzione del 25% dei casi di ipertensione, nessun aumento dell’incidenza di obesità e diabete. Purtroppo, un enorme problema è rappresentato dalla scarsa aderenza alle indicazioni per un corretto stile di vita e alla terapia farmacologica prescritta. I fattori di rischio tradizionali conosciuti non esauriscono tutte le cause di malattie cardiovascolari. Infatti, si sono aggiunte nuove cause e maccanismi fisiopatologici, ancora oggi da definire completamente, che tuttavia devono essere considerati per un approccio completo ed efficace. Sarà importante approfondire il ruolo delle malattie infiammatorie sistemiche, di nuove terapie come i farmaci anticancro, dell’inquinamento atmosferico e dei fattori psicosociali.”
Sottonlinea Carlo Sturani, Direttore Scientifico Sanitario di Terme di Sirmione e Specialista in Malattie dell’Apparato Respiratorio: “La ricorrente e sempre più grave emergenza smog favorisce lo sviluppo di malattie croniche dell’apparato respiratorio e cardiocircolatorio determinando frequenti e gravi riacutizzazioni dei sintomi in chi già ne è affetto. La broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) è tra i principali responsabili della mortalità e nel 2030 diverrà la terza causa di morte a livello mondiale. In Italia è la causa del 50% circa delle morti per malattie respiratorie. Un aiuto contro queste patologie può arrivare dalle cure termali con acque sulfuree. Lo confermano le evidenze di decine di studi clinici pubblicati su autorevoli riviste scientifiche che hanno dimostrato l’efficacia delle cure termali non solo per malattie otorinolaringoiatriche quali laringofaringite, rinosinusite e otite cronica ma anche per bronchiti croniche e gravi come la BPCO associata ad un’aumentata risposta infiammatoria cronica delle vie aeree e del polmone a particelle nocive o gas. I benefici delle cure termali per le vie respiratorie si fondano su molteplici meccanismi d’azione. Le cure termali inalatorie con acque sulfuree svolgono un’azione mucolitica, antiossidante ed antinfiammatoria molto importante per migliorare i sintomi, diminuire la frequenza e la gravità delle riacutizzazioni e contribuire a contrastare la progressione del danno broncopolmonare indotto dal fumo e dall’inquinamento. In questo contesto, il Progetto Respiro formulato da Terme di Sirmione consiste nell’eseguire visite specializzate e test appropriati per rimuovere o ridurre i fattori di rischio (prevenzione primaria), e per prevenire le conseguenze delle malattie respiratorie croniche con diagnosi e interventi precoci e appropriati (prevenzione secondaria). Programmi e Check up appropriati per fumatori (anche passivi), russatori, persone in sovrappeso e per coloro che hanno tosse frequente, catarro, malattie che coinvolgono bronchi e polmoni. L’idrogeno solforato che caratterizza le acque sulfuree come quelle di Sirmione, diminuisce lo stato infiammatorio in generale: non solo nella BPCO, ma anche in situazioni caratterizzate da infiammazione ad andamento cronico e ripetitivo in altri organi come la pelle, in particolare nei casi di psoriasi e dermatite atopica. Osteoporosi, arteriosclerosi e ipertensione, Alzheimer e Parkinson sono oggi le nuove frontiere della ricerca sui benefici delle acque termali sulfuree: su questo versante gruppi di ricerca italiani e stranieri hanno dimostrato negli ultimi 10 anni che i solfuri contenuti nell’acqua termale sono in grado di ritardare la progressione di queste patologie grazie alle azioni antinfiammatoria, antiossidante e trofica. I risultati della recente Consensus Conference Italiana sulla riabilitazione in ambito termale presentati nel 2017 dal Ministero della Salute confermano il ruolo della riabilitazione in ambito termale in termini di qualità di vita dei pazienti con patologie muscolo-scheletriche e di riduzione delle liste d’attesa e della spesa sanitaria.”
Sono numerose le evidenze scientifiche che dimostrano in modo crescente l’efficacia della medicina termale e dell’uso delle sue acque, in particolare di quelle sulfuree in cui si evidenzia il ruolo dell’idrogeno solforato, H2S come gas trasmettitore nella prevenzione dei processi infiammatori cronici.
Come sottolinea Giuseppe Cirino, Professore ordinario di Farmacologia all’Università degli Studi di Napoli Federico II, tra i primi 100 ricercatori italiani nel mondo e tra i primi 10 ricercatori in Italia nella disciplina farmacologia: “L’idrogeno solforato riveste un ruolo importante nell’omeostasi di diversi sistemi del nostro organismo come quello nervoso, respiratorio e cardiocircolatorio. In questi ultimi 10 anni sono stati condotti studi e si sono accumulati dati sperimentali che hanno dimostrato il coinvolgimento di H2S nella modulazione del tono della pressione sanguigna, delle funzioni cardiache della nocizezione, e nella regolazione della risposta infiammatoria polmonare e nella funzione erettile.”
La terapia termale è riconosciuta come efficace e appropriata per molte patologie croniche o recidivanti dai cittadini “pazienti” e dai medici di famiglia che constatano una riduzione delle riacutizzazioni, dell’impiego di farmaci e ospedalizzazione che si mantiene nel tempo con una vera e propria azione di prevenzione per tutte le fasce di età. La medicina termale oggi si sta strutturando come Medicina del Benessere e della Salute destinata a supportare la consapevolezza dell’essere in buona salute, ponendo attenzione agli stili di vita, alle cure da dedicare al proprio fisico, alla nutrizione e alla gestione dell’attività fisica.
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La prevenzione nel terzo millennio. Il ruolo delle terme. Se ne parla in un Convegno all’Acquaviva di Desenzano del Garda Le malattie croniche non trasmissibili (MCNT), principalmente malattie cardiovascolari, cancro, malattie respiratorie croniche e diabete, rappresentano l’epidemia più grave del terzo millennio.
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fashioncurrentnews · 6 years ago
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Gambe gonfie: circolazione linfatica, linfedema, linfodrenaggio. Facciamo chiarezza
Quando l’accumulo di liquidi nei tessuti è molto evidente e il senso di pesantezza a gambe e caviglie è costante, può essere utile una terapia su misura, dal medico e dal fisioterapista. Peccato che, in materia, ci sia ancora molta confusione. Abbiamo chiesto a due esperti di spiegarci nel dettaglio il problema di partenza e le soluzioni realmente valide.
CIRCOLAZIONE LINFATICA: CHE COSA È A fare una premessa importante è Elisa Casabianca, medico angiologo e chirurgo vascolare presso Istituto Clinico Humanitas: «quando si parla di circolazione, il pensiero vola direttamente al sangue, che attraverso la spinta del cuore scorre nelle arterie e nelle vene del nostro corpo. Esiste, però, una circolazione meno conosciuta, che scorre lenta e impalpabile all’interno di sottilissimi vasi praticamente invisibili a occhio nudo: si tratta della circolazione linfatica. Un tipo di circolo che permette di raccogliere i fluidi contenuti negli spazi tra le cellule e farli risalire lentamente verso la circolazione venosa. Per farlo attraversa delle piccole stazioni di controllo, i linfonodi; è qui che i linfociti, importantissime cellule del sangue, attuano la loro azione di aggressione nei confronti di germi potenzialmente pericolosi. Un lavoro incessante e sotterraneo, di cui spesso nemmeno ci si accorge».
DOVE SORGONO I PROBLEMI Fin qua, tutto regolare. Quali sono le criticità? Spiega Elisa Casabianca: «quando la circolazione linfatica delle nostre gambe si ammala o presenta delle anomalie, ecco che l’accumulo di liquidi non viene più drenato. Quel che succede è che i liquidi si iniziano ad accumulare nei tessuti, determinando una condizione patologica definita “linfedema”. Quando questo stato – come spesso avviene – si associa a un’insufficienza anche del circolo venoso degli arti (accade ad esempio nei soggetti con vene varicose), il quadro si sovrappone e prende il nome di “flebolinfedema”. Non si tratta solo di un problema estetico, come si tende a credere: i liquidi non correttamente drenati tendono dapprima a diventare densi, come una sorta di gel, per via dell’alto contenuto di proteine al loro interno. In una seconda fase, la loro solidità aumenta, rendendo sempre più difficoltoso il rientro in circolo, oltre a ostacolare la corretta ossigenazione dei tessuti, predisponendoli ad arrossamenti, eczemi, dermatiti, ulcere ed infezioni».
SINTOMI A CUI PRESTARE ATTENZIONE Come ci si accorge se c’è il circolo flebolinfatico delle gambe è compromesso? Secondo l’esperta, «i primi sintomi possono essere leggeri e sfumati, parafisiologici nella stagione calda e quando si trascorrono molte ore in piedi: pesantezza alle gambe e gonfiori alle caviglie, che d’abitudine diminuiscono spontaneamente con il riposo. Quando il quadro si aggrava, però, la risoluzione spontanea diventa più difficoltosa e le gambe faticano a sgonfiarsi. In questi casi è importante tenerle sollevate e rinfrescarle con getti d’acqua fredda. Esistono poi situazioni più gravi in cui simili accorgimenti non danno esiti. In questo caso occorre rivolgersi allo specialista per verificare lo stato della circolazione delle gambe. Durante la visita si vedrà che, alla pressione esercitata dal dito su caviglia o gamba, resterà per qualche secondo una fossetta (“fovea”); inoltre queste due parti del corpo saranno ingrossate e talvolta anche dorso del piede sarà gonfio. Il consiglio in più? È utile associare alla visita un esame EcoColorDoppler, fondamentale per lo studio del circolo venoso».
SOLUZIONI BASE Esistono fortunatamente delle cure per ridurre i segni e i sintomi di linfedema e flebolinfedema. Spiega Casabianca: «la prima soluzione, banale ma estremamente utile, è quella di adottare uno stile di vita corretto: bandite il fumo e, laddove possibile, evitate di stare in piedi ferme per molto tempo, specie in ambiente caldo. Aiuta molto anche l’elastocompressione. Parliamo di calze assolutamente identiche alle classiche in commercio, ma dotate di un filato particolare che esercita una spinta compressiva graduata, maggiore alla caviglia e via via decrescente, in aiuto della propulsione dei liquidi dalla caviglia verso l’alto».
SOLUZIONI FISIOTERAPICHE Altro aiuto da mettere in conto: la fisioterapia, che cura il linfedema in due fasi. Spiega il fisioterapista Roberto Gatti, responsabile del servizio di fisioterapia Humanitas: «la prima fase è volta a ridurre l’edema e a diminuire il volume degli arti in trattamento. Durante questa fase il trattamento è intensivo: vengono associati più approcci decongestivi, con lavoro di leggere compressioni per stimolare il riassorbimento della linfa e la sua propulsione verso i vasi linfatici. D’abitudine si associa la fisioterapia al drenaggio manuale linfatico, con inoltre uso di bendaggi multistrato a bassa elasticità ed esercizi di ginnastica. A volte vengono usati anche dispositivi di pressoterapia, utili, ma mai da soli. Quando si passa dalla fase decongestiva a quella successiva di mantenimento, le bende possono essere sostituite da tutori elastocontenitivi, più comodi e semplici da indossare: esercitano una compressione che decresce gradualmente a partire dalle estremità delle braccia o delle gambe».
ATTIVITÀ: CHE SPORT SCEGLIERE E PERCHÉ «La capacità compressiva di bende e tutori», prosegue Gatti, «è potenziata dall’esercizio fisico, che dovrà prevedere contrazioni ripetute di media intensità dei muscoli appartenenti all’arto con problema, da ripetersi ogni giorno per circa mezz’ora. Aiutano molto anche attività aerobiche come camminata e Nordic Walking. Nella seconda fase della fisioterapia è consigliata anche l’esecuzione di esercizi in acqua: grazie alla forza esercitata dall’acqua sulla superficie delle parti corporee immerse si facilita il passaggio della linfa nel vaso linfatico, stimolandone il riassorbimento».
I TEMPI DELLA FISIOTERAPIA Mettete in conto tempo e costanza per ottenere risultati ottimali dalla fisioterapia. «La prima fase di trattamento», precisa l’esperto, «dura dalle quattro alle sei settimane; durante questo periodo i pazienti devono seguire con molta costanza i trattamenti fisioterapici (da fare non meno di cinque volte a settimana). Nella fase di mantenimento, invece, i trattamenti si possono diradare, ma i tempi si allungano. Un promemoria importante: la cute della zona interessata dai trattamenti dev’essere pulita e asciugata regolarmente».
Foto in apertura Steve Hiett, Vogue Italia, aprile 2008
L'articolo Gambe gonfie: circolazione linfatica, linfedema, linfodrenaggio. Facciamo chiarezza sembra essere il primo su Vogue.it.
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kon-igi · 6 years ago
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Durante l'esame di emogas arterioso, l'infermiera ha infilato l'ago nella zona dell'incavo del braccio, solo che di colpo ho avuto come una scarica elettrica dalla spalla in giù, fino alle dita, molto dolorosa, e il braccio ha avuto come uno spasmo. Il sangue prelevato era troppo poco e l'infermiera ha cambiato zona di azione, avvicinandosi al polso, ma non è riuscita a trovare l'arteria, nonostante numerosi tentativi. A distanza di alcuni giorni sento la mano leggermente rattrappita e ho un livido dolorante, non molto esteso, nel palmo della mano. Due domande: cosa ha toccato l'infermiera per farmi avere la scossa elettrica? Un tendine, un nervo o cos'altro? Per il livido e il conseguente dolore nel palmo della mano, non esattamente il punto del prelievo, può essere una mini lacerazione di un vaso sanguigno o anche un'ostruzione dello stesso? Venti minuti dopo il messaggio sull'emogas, estendendo la mano per prendere un oggetto ho sentito un'altra scarica elettrica per tutto il palmo. Quindi, al momento, la preoccupazione maggiore è quella del tendine/nervo e non quella vascolare. Cinque tentativi e nemmeno sono riusciti a farmelo l'esame, però in compenso mi hanno scassato un braccio.
Ora mettiti a sedere, fai un bel respiro e cerca di tornare indietro con l’immaginazione di un decimigliaio di anni, quando ne mancavano ancora 7000 perché Esculapio insegnasse agli uomini cosa curare con cosa.
Strabo Bracciaforti stringe convulsamente la sua ascia di pietra; il cadavere della tigre dai denti a sciabola giace ai suoi piedi, mentre il cervello che cola dal cranio sfondato si mescola al sangue che l’uomo ha versato sul terreno per porre fine al terrore nel suo villaggio. Strabo è ancora preda del furore omicida ma nella sua mente annebbiata di rosso si fa strada un dolore lancinante e insopportabile, là dove gli artigli della tigre sono penetrati nel braccio. Strabo geme e lascia cadere a terra l’ascia, stringendo con forza la lacerazione della carne. Il sangue schizza tra le dita e Strabo sente la forza venire meno. Il dolore… il dolore lo tiene sveglio e forse riuscirà a tornare al villaggio per dire che l’incubo è finito. Al villaggio, dalla sua Nena che lo aspetta…
Ora capisci perché quel dolore è così importante per il tuo cervello? E per cervello intendo il tuo cervello animale: non quello della tesina su Nietzsche o delle tue capacità intortatorie per farti aumentare la paghetta… quello del cuore a 2000 quando credi che la scala sia finita e invece c’è ancora un gradino, quello dell’urlo ghiacciato nel petto quando hai un pelucco sulla gamba e lo scambi per un insetto.
Quello che ha permesso di fare evolvere i più forti e i più veloci in queste meduse lamentose, seppur piene di potenzialità divine, che siamo noi esseri umani oggi.
I nervi di cui sono ricchi i vasi arteriosi hanno comunicato al tuo cervello che c’è stato un danno potenzialmente mortale e il cervello, per evitare un’emorragia letale, te lo tiene fermo e immobile col dolore, nella speranza che nulla accada mentre procede alla lenta riparazione di tale danno.
Ma tu, degno erede del tuo avo Strabo Bracciaforti, grazie alle tue funzioni corticali superiori ora sai che dalla tua Nena riuscirai a tornare.
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paoloxl · 8 years ago
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Davide “Dax” Cesare, giovane militante dell’O.R.So (Officina di Resistenza Sociale) viene uscciso da un agguato fascista. Nella notte tra il 16 e 17 marzo 2003, verso le 23,00 in via Brioschi, a Milano, zona Navigli, tre ragazzi escono da un pub, il “Tipota“, uno dei tanti locali frequentati dai giovani che popolano la quotidianità di questa fetta di metropoli; ad aspettarli fuori un gruppetto di neofascisti, il padre e i due figli, armati di coltelli, sono Federico, Mattia e Giorgio Morbi(28, 17 e 54 anni all’epoca del fatto), elementi già conosciuti dai compagni del quartiere. L’aggressione si rivela violenta e veloce, ma soprattutto premeditata, nel tipico stile mafioso con cui sono soliti rispondere a quelle che ritengono “offese all’onore”: quelle di chi da sempre lavora contro razzismo e ignoranza, quelle di chi si oppone in prima persona al ritorno di ideologie che su questi sentimenti pongono le loro basi. Alla fine Davide Cesare, “Dax”, rimane a terra, riceve dieci coltellate: colpito alla gola, alla schiena e in altri punti vitali, cade al suolo. Anche una volta a terra, continuano ad infierire su di lui. Vicino a Dax, c’è Alex, che viene accoltellato otto volte alla schiena. Anche lui rimane a terra. Un terzo ragazzo, Fabio, è ferito. Tutto si svolge in pochi secondi e dopo aver colpito vigliaccamente, i tre aggressori si dileguano. Partono le chiamate e dopo poco arrivano anche polizia e carabinieri, che bloccano le strette stradine di via Broschi con le auto di pattuglia, (come testimoniato dai video reperibili facilmente in rete) contribuendo così al ritardo delle ambulanze, bloccate nel traffico, mentre i ragazzi feriti restano a terra. Segue la corsa all’ospedale San Paolo. Sulla prima ambulanza viene caricato Dax, dopo qualche minuto anche Alex viene trasportato al Policlinico. Operato d’urgenza ai polmoni, si salva per miracolo, Dax non ce la farà, morirà dissanguato prima di arrivare in ospedale. Nel frattempo tra i compagni partono le telefonate per raggiungere i loro amici in ospedale, già presidiato dalle forze dell’ordine in tenuta antisommossa. Una ventina di ragazzi si raduna all’interno del pronto soccorso aspettando notizie. Poi l’annuncio: Dax non ce l’ha fatta. La rabbia, il dolore, l’amarezza per quanto accaduto si fa palpabile. Nel frattempo si moltiplica, dentro e fuori al pronto soccorso, la presenza delle forze dell’ordine. La tensione è altissima. Le forze dell’ordine, che fino ad allora avevano presidiato l’ospedale, fanno partire una violenta carica, il questore di allora Vincenzo Boncoraglio cercherà di giustificare il pestaggio affermando che la carica fu fatta “per riportare la calma tra i giovani che sia pur in un momento di dolore hanno occupato il pronto soccorso”. Come riportano le testimonianze dei presenti “sono lunghi minuti di pura violenza poliziesca, durante i quali gli agenti, con manganelli, calci, pugni e mazze da baseball, si accaniscono sui ragazzi, spaccando teste, nasi, denti, braccia. Pestaggi, ragazzi immobilizzati a terra, ammanettati, sanguinanti“ trascinati nelle auto dei carabinieri. I medici e gli infermieri si mobilitano per soccorrere i feriti, increduli e attoniti di fronte a questa ferocia. A farne le spese oltre ai ragazzi anche i cittadini che si trovavano al momento all’interno dell’edificio. Il professor Marco De Monti, chirurgo vascolare, era di guardia al Pronto Soccorso. Con lui, l’infermiere professionale Alfredo Cavasin: «Io ero qui dentro, impegnato nel disperato tentativo di vedere se ci fosse ancora qualcosa da fare per quel giovane, che l’équipe dell’auto medica aveva intubato sul luogo del ferimento. Ma purtroppo era già morto quando è arrivato. Presentava una profonda ferita sulla destra del collo, appena sotto la nuca, un altro colpo di arma da taglio al torace, e numerose coltellate alla schiena.  Non ho visto cosa succedeva fuori. Posso soltanto dire che ho sentito urla e rumori che provenivano dal viale d’accesso al Pronto Soccorso, poi altre urla più vicine, e i rumori di un grosso tafferuglio». Dopo aver tentato inutilmente di rianimare Davide Cesare, hanno curato il ferito portato in ambulanza («Una coltellata a livello del rene destro, ma l’ecografia ci ha dimostrato che era superficiale, e abbiamo potuto dimetterlo»). Poi è iniziato l’incredibile. Raccontano: «Invocando aiuto, hanno cominciato ad entrare dall’atrio persone insanguinate. Era sangue fresco, botte appena prese. Abbiamo medicato sette giovani, e un vigilante dell’ ospedale. C’erano due giovani con il naso rotto. Uno è stato ricoverato, per essere operato in chirurgia maxillo-facciale». Gli abitanti delle vicine case di via San Vigiliosono abituati alle sirene delle ambulanze e delle forze dell’ordine. «Ma questa volta erano tante, troppe. Ci siamo affacciati e abbiamo contato non meno di una trentina di automezzi, tra polizia e carabinieri. C’era un fuggi-fuggi, con una settantina di persone che scappavano e agenti che le inseguivano». L’obiettivo è chiaro: reprimere preventivamente le possibili risposte collettive all’omicidio fascista. «È stata una mattanza», racconta qualcuno. Perché i giovani sarebbero stati manganellati con i calci dei fucili, gettati in terra, malmenati. La verità avrebbero potuto dirla le telecamere a circuito chiuso, ma non erano in funzione. E c’erano gli altri pazienti (tra cui una ragazzina), spaventatissimi. Con grande professionalità, medici e infermieri li hanno rassicurati, spostandoli nell’area pediatrica. Al 118 è stato segnalato che il Pronto Soccorso veniva chiuso per tutta la notte. Ma molte altre sono le testimonianze, come il comunicato dell’USI SANITA del 17 marzo 2003 sui tragici fatti della notte del 16 marzo e sui pestaggi effettuati dalle forze dell’ordine all’interno del pronto soccorso dell’ospedale San Paolo. I giorni successivi si mette in moto la macchina della disinformazione. Questura e giornalisti tentano di ridurre i fatti a una banale ‘rissa tra balordi’, nascondendo la matrice politica dell’accaduto. Per legittimare le brutalità poliziesche avvenute dentro al pronto soccorso, sempre il questore Boncoragliodichiara che gli agenti erano stati costretti a intervenire per impedire “che i giovani portassero via la salma dell’amico”. Fin da subito è stato necessario per i compagni di Dax difendere e riaffermare la verità di fronte a un’infamante opera di disinformazione: lui un balordo e i suoi compagni dei pazzi trafugatori di salme. Oltre al danno, la beffa. Nonostante la presenza di prove evidenti, come filmati amatoriali che hanno ripreso i pestaggi indiscriminati e le tante testimonianze rilasciate dal personale medico sanitario, il processo per i fatti del San Paolo si concluderà nel 2009, imputati un carabiniere e due poliziotti accusati di porto d’arma impropria (una mazza da baseball tra le altre cose) e abuso d’ufficio, piena assoluzione, invece condanne a un anno e otto mesi per due dei compagni di Dax, accusati di violenza e resistenza a pubblico ufficiale. Alla condanna penale si sommerà una multa per un totale di 130.000 euro, tra spese processuali e risarcimenti, un vero e proprio ergastolo pecuniario. Nel 2011 comincerà il pignoramento di un quinto dello stipendio, tutt’ora in corso, ai danni di uno dei condannati e di conseguenza a carico anche dei suoi figli. Per quanto riguarda gli assassini di Dax, nella loro casa, che si trova nella zona della tragedia, «è stato sequestrato materiale importante», come spiegò la polizia, per risalire alle loro simpatie di estrema destra, oltre a indumenti sporchi di sangue gettati nella vasca da bagno.
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calabriawebtvcom · 5 years ago
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PROF. AMANTEA: POLO COVID E FORMAZIONE UNIVERSITARIA CATANZARO.
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO: Nell’analizzare i dati sull’andamento covid degli ultimi 3 giorni possiamo evidenziare che sono stabili i ricoveri in rianimazione 7, stabile la curva dei decessi 76, in costante ed evidente aumento i guariti 160, in costante diminuzione il numero  dei sintomatici ricoverati in reparto 129 ed in costante aumento i positivi in quarantena domiciliare obbligatoria 688 Ieri 13 i nuovi positivi dei quali solo una parte sono collegati all'estensione del focolaio di Villa Torano il resto sono diffusi! I nuovi casi di positivi derivano, quasi certamente, o da familiari di positivi in quarantena domiciliare oppure a contagi da soggetti in quarantena domiciliare che, costretti ad uscire per la spesa, infettano diffusamente qualcuno. Inseriamo un altro elemento a mio parere importante: nei vari nosocomi che ospitano i sintomatici sono costretti a lavorare a regime ridotto, per poter rispettare le misure di sicurezza necessarie a garantire la massima sicurezza ai pazienti costretti ad usufruire degli altri servizi sanitari; nonostante ciò i cittadini non si recano in ospedale perché hanno comunque paura di contrarre il contagio. Alcuni si lasciano addirittura morire a casa, altri rimandano di effettuare le visite di controllo, altri rinunciano di effettuare terapie già programmate (pensiamo ai neoplastica, ai vascolare ecc...)! Insomma al di fuori dei Covid la sanità si è fermata! Giustamente un folto numero di sindaci, preoccupati , si sono rivolti a Conte per trovare una soluzione al problema! Il premier Conte ha giustamente indicato come unica soluzione quella di alleggerire o togliere del tutto i pazienti dagli ospedali identificando o, addirittura costruendo una struttura dedicata ai covid, sia a quelli dedicati che ai positivi asintomatici che stanno in quarantena domiciliare! È l'unica soluzione possibile che da tecnico ed esperto della materia anche io trovo unica ed ottimale. Naturalmente, aggiungo, è fondamentale lasciare le  "tende" di triage per i pazienti Covid ed un efficiente servizio di trasferimento protetto per gli stessi pazienti Due quindi le possibili soluzioni al fine di rendere fruibile il sistema sanitario da parte dei cittadini! Di costruire una nuova struttura in Calabria è assolutamente improponibile, infatti anche se a chiacchiere è una possibile soluzione, la sua realizzazione è di fatto difficilissima, perché tra concertazione identificazione di dove costruire e scelta del progetto, i tempi sono lunghissimi, prevedo la posa della prima pietra alla prossima pandemia se non addirittura alla successiva ancora! Rimane, quindi, una unica soluzione possibile : scegliere qualcosa di esistente, naturalmente per operare una scelta è necessario conoscere quello che ci serve, ed  avere competenze specifiche di tipo sanitario, è necessario  conoscere la realtà delle strutture esistenti in Calabria ed avere una idea della reale recettività delle strutture da prendere in considerazione, prevedendo costi di adattamenti alle necessità dei pazienti da assistere ed i costi del personale necessario all'assistenza; questo solo per citare alcune delle caratteristiche fondamentali per operare la scelta Sulla base di questi criteri è facile identificare il dove allocare una struttura del genere : certamente Catanzaro! Non perché Catanzaro sia la più brava o la più bella, ma perché Catanzaro è in una posizione centrale nell'ambito della regione! Ma non è la sola ragione c'è altro. A Catanzaro esiste un ottimo ospedale non tanto di tipo strutturale o di dotazione strumentale, ma al Pugliese ci sono tantissime validissime professionalità (incominciamo ad inserire il concetto importante che delle risorse della sanità la più importante è la professionalità) , questo non lo dice solo il Prof Amantea, ne avrebbe titolo, ma lo dice la meritevole attività svolta, e non solo in questa fase di crisi Covid, ma anche per la pregevole e qualificata attività quotidianamente svolta Nella stessa Catanzaro, in località Germaneto, c'è l’ unica scuola di medicina esistente in Calabria, nell'ambito della Università Magna Grecia! Quindi non si può prescindere dalla scelta di una struttura Covid integrata non solo con lo storico e grande PUGLIESE, ma integrato con la giovane ma già grande, per consistenza e per presenze di professionalità nell'ambito dell'università Magna Grecia! Un sistema integrato Ospedale Università! Rappresenterebbe questo la realizzazione non cartomantica ma reale delle due realtà! Sulla base di quanto detto la scelta può ricadere solo sul Materdomini, ex Villa Bianca. La struttura ha infatti una recettività di oltre 300 posti letto divisi in due padiglioni funzionalmente separati con stanze di degenza dotate di tutti i confort, ma dotate soprattutto di ciò che serve per l'assistenza e la cura di questi pazienti . Nella struttura è presente, e già predisposta alla funzione, una terapia intensiva con 7 posti letto, c'è una radiologia c'è una cucina ci sono ambienti di deposito e quant’altro Poiché la struttura non è mai stata abbandonata necessita esclusivamente di interventi di verifica e di collaudo degli impianti e della verifica e collaudo di tutto il resto Non ha bisogno di trasformazioni strutturali o ambientali o di quant'altro! Se si vuol tutto quello che si deve fare, richiede non più di 7- 10 giorni, se le idee sono chiare e se sa ha la volontà di realizzare il tutto! Mi auguro che non si verifichino, nel frattempo atti vandalici o di sabotaggio che ritarderebbero delle operazioni di verifica e di collaudo. A proposito di quest'ultimo aspetto mi sento garantito dall'attenzione dei NAS e dalla presenza di un attento Procuratore Gratteri Non trascurabile il particolare che i costi sarebbero assolutamente contenuti. Ho appreso dai giornali che esisterebbe una proposta diversa fatta, credo, dal signor Zuccatelli che riguarderebbe il padiglione C del Policlinico di Catanzaro! Da quanto ho appreso, sempre dai giornali, si tratta di una proposta alternativa che è stata buttata lì. È una proposta, senza entrare nel merito, che non regge per due evidenti motivi : l'utilizzazione del padiglione C di fatto sarebbe in evidente contrasto con le motivazioni che hanno indotto i Sindaci a rivolgersi al premier e cioè la necessità di far ripartire la sanità normale e quindi con questo provvedimento di alleggerimento degli ospedali i cittadini non avranno più timore di recarsi in ospedale! Voglio ricordare che al Policlinico esistono alcune unità di diagnosi e cura molto valide, né cito una per tutte: la Cardiologia interventistica, eccellenza del settore in campo nazionale e non solo, che sarebbe penalizzata, o meglio, sarebbero penalizzati i cittadini. Ma ricordo che al Policlinico esiste l'unica scuola di Medicina della Calabria e una presenza del genere sarebbe dannosa non solo per la scuola di medicina ma per la attività didattica dell'intero Ateneo che deve assicurare la formazione di migliaia di studenti Calabresi determinando un danno irreparabile, sarebbe una sciagura, sarebbe un disastro! Non entro neppure nel merito della assurda vicenda, conosco benissimo la struttura, l’ ho vista nascere conosco gli ambienti, tutti gli angoli tutti i percorsi, ci ho lavorato e vissuto sin dalla sua apertura, ma stiamo scherzando? Con la salute dei cittadini non si scherza così come non si scherza con la formazione universitaria!   Bruno Amantea Professore di Rianimazione Read the full article
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bogalousa · 6 years ago
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Viagra Naturale
Viagra naturale…chimera o effettivamente è una cosa che esiste e che riesce a sostituire i più comuni farmaci per la disfunzione erettile quali cialis, levitra, spedra o, ovviamente, il già citato viagra? Effettivamente, spesso vengono promossi dei prodotti che si richiamano alla famosa pillola blu, venduti come viagra naturale per uomo, o viagra alternativo.
All’origine di questi preparati spesso ci sono piante esotiche, butea superba, maca, ginseng, yohimba, zenzero per l’erezione su tutte mentre altre volte ci sono prodotti molto più noti in occidente, come lo zinco, l’arginina, il peperoncino o le angurie.
La questione è la seguente: ammesso che i viagra naturali funzionino davvero, sono davvero privi di controindicazioni ed effetti collaterali come si dice? Vediamo nel dettaglio in base a cosa funzionano queste piante e cerchiamo di dare una risposta a questo interrogativo.
Come funziona l’erezione del pene
L’erezione del pene, cosa naturale e all’apparenza semplice, è in realtà il risultato di complessi processi all’interno del corpo, che iniziano dallo stimolo che eccita il maschio. In seguito a questo, il cervello fa partire dei segnali verso il pene che danno il via alla produzione di sostanze che fanno affluire il sangue verso il pene che, essendo formato dai corpi cavernosi, delle strutture spugnose che si espandono, si gonfierà, dando il via finalmente all’erezione.
Il momento in cui si ricorre al viagra è quello in cui qualche cosa, in questo processo che appare semplice ma che in realtà coinvolge tutto il corpo, va storto e non si verifica l’erezione. Si parla in tale caso di disfunzione erettile o come si diceva una volta, di impotenza, termine non preciso ed oggi non più in uso.
Disfunzione erettile, cos’è e come si manifesta
Che cos’è la disfunzione erettile lo abbiamo già detto: è la condizione in cui non si riesce ad avere una piena erezione, rendendo impossibile la penetrazione e quindi il normale rapporto sessuale. Non ha nulla a che vedere con l’eiaculazione precoce e può manifestarsi a diversi livelli di gravità, a partire dalla difficoltà a raggiungere l’erezione o ad avere un pene molle fino al caso più grave in cui non si riesce ad arrivare all’erezione.
Per quanto il problema venga spesso correlato con l’avanzare dell’età, e questo sia parzialmente vero, in realtà, di questo problema soffrono in Italia ben tre milioni di persone, anche molto giovani come i 20enni.
Problemi di erezione, le cause
Le cause della disfunzione erettile possono essere sia di origine organica che di origine mentale anche se nella grande maggioranza di casi non ci sarà una causa sola, ma sarà piuttosto una serie di concause a crearci il problema ed a breve vedremo come.
Tra le cause organiche, vale a dire quelle legate allo stato generale di salute, troviamo vari problemi di origine circolatoria, vascolare o cardiaca che non permettono al meccanismo dell’erezione di funzionare a dovere. Anche l’assunzione di determinati medicinali non aiuta a volte la corretta erezione del pene.
Tra le cause psicologiche invece contiamo la depressione, lo stress, l’ansia e tutte quelle patologie, sia permanenti che temporanee, che non permettono di vivere bene la propria sessualità. Queste cause sono le più diffuse, nonostante l’industria farmaceutica provi a far passare il messaggio che con una pillola si può far passare tutto. Le cause psicologiche purtroppo, e non c’è pubblicità che tenga, non passano con una pillola ma richiedono un processo di psicoterapia.
Il motivo per cui si è parlato di concause è che spesso ad un problema fisico segue uno stato psicologico tale che non fa altro che aggravare la situazione, innescando un circolo vizioso dal quale è difficile uscire.
  Curioso il fatto che molti uomini non abbiano problemi a raggiungere l’erezione con la masturbazione mentre non riescano invece a portare a termine un rapporto. Il problema in questo caso è nel fatto che l’ansia da prestazione, il sentirsi in dovere di soddisfare il partner, porta a non riuscire a passare all’opera in compagnia, mentre non crea problemi quando si è da soli non essendoci il senso di responsabilità nei confronti di qualcun altro.
Problemi di erezione, rimedi naturali
I viagra naturali sono tutti quei prodotti, alimentari o erboristici, che nelle varie tradizioni mediche dei vari paesi hanno sempre avuto un importante ruolo nel permettere all’uomo di migliorare la propria prestazione a letto. La lista di questi alimenti è praticamente infinita, e comprende ad esempio ostriche ed altri frutti di mare, sostanze quali il caffè ed il cioccolato, lo zenzero, il ginseng, spezie quali zafferano, aglio e chiodi di garofano, erbe e radici esotiche quali muira puama, damiana, maca, yohimba, tribulus terrestris e saw palmetto, amminoacidi come la citrullina, l’arginina e la taurina. A questo elenco bisogna purtroppo aggiungere quei prodotti, utilizzati soprattutto in asia, che utilizzano ossa o testicoli di animali per lo più in estinzione ipotizzandone particolari proprietà taumaturgiche ed afrodisiache.
Viagra naturale, funziona
Inutile dire che i venditori diranno che il viagra naturale ed il viagra farmacologico facciano lo stesso effetto, con il vantaggio a favore dei primi di essere privi o quasi, a detta dei produttori, di effetti collaterali. Gli studi scientifici a supporto delle tesi del produttore, spesso non sono indipendenti, ma sono commissionati dallo stesso produttore, con la conseguenza che non si può essere certi del risultato basandoci solo su questo. Inoltre, il fatto che siano naturali non significa che siano effettivamente privi di effetti collaterali. Resta il fatto che proprio come il viagra originale blu, i viagra naturali, rosso o come lo si voglia chiamare sono comunque dei rimedi che trattano il sintomo ma non agiscono sulle cause della disfunzione erettile che vanno trattate separatamente da uno specialista.
Viagra naturale effetti collaterali
Come accennato quindi in chiusura del precedente paragrafo, vediamo quali sono i possibili effetti collaterali del viagra naturale, appurato che questi possono esserci. Si pensi ad esempio al caso in cui uno è allergico al prodotto. Tra i sintomi che si possono manifestare dopo l’assunzione di viagra naturale, ci possono essere fenomeni leggeri come i bruciori di stomaco, il mal di testa, la secchezza in bocca, fino ad arrivare a manifestazioni ben più spiacevoli quali le vampate di calore, le vertigini, l’ansia ed i crampi intestinali. Nel caso poi l’integratore contenga minerali come lo zinco, si rischia di eccedere con la sua assunzione e di contrarre patologie gravi quali i tumori della prostata.
Farmaci per la disfunzione erettile
Tutti i farmaci che trattano la disfunzione erettile vanno ad agire sulla fosfodiesterasi PDE5, un enzima che viene inibito da farmaci come il viagra, il cialis ed altri più recenti come levitra e spedra. I farmaci funzionano bene soprattutto su pazienti di una certa età, visto che sono loro ad essere soggetti a problemi maggiori con la fosfodiesterasi di tipo 5.
Non permettendo ai muscoli del pene di rilassarsi a dovere, l’enzima tiene contratti i corpi cavernosi. Tuttavia senza eccitazione, senza quindi lo stimolo psicologico, l’utilizzo di questi farmaci è praticamente inutile. Non vanno, per dirla con altre parole, ad innescare i processi che portano all’erezione, ma semplicemente ripristinano le condizioni perché questa possa avvenire.
I motivi per cui non si può in ogni caso fare affidamento su questi farmaci di sintesi sono innanzitutto che non scatenano un’erezione da zero, ma serve sempre uno stimolo esterno e quindi che la parte psicologica del sistema funzioni. Un altro motivo per cui i farmaci non sono la soluzione su cui puntare long term sono gli importanti effetti collaterali che questi farmaci tendono ad avere, pur se assunti sotto prescrizione del medico curante, ed inoltre tendono a dare una certa dipendenza psicologica nei confronti del farmaco stesso che alla lunga non fa altro che aggravare le cause psicologiche che già possono essere presenti.
Alternative al viagra naturale e non
Se non si è diagnosticati con una qualche patologia dallo specialista, i farmaci faranno ben poco per migliorare la nostra situazione, visto che il problema risiede probabilmente nella nostra psiche. Può essere un problema che sembra non avere nulla a che vedere con il sesso e che eppure ci blocca al momento di stare con la partner, oppure una situazione di depressione, stress o ansia. Quale che sia il motivo, il risultato è che non si riesce a far partire l’indispensabile trigger psicologico e quindi non si hanno effetti sul piano fisico, niente di più semplice.
La prima cosa che si può iniziare a fare è apportare dei correttivi allo stile di vita, partendo da un’alimentazione sana con verdure fresche, cibi integrali, vitamine e micronutrienti in quantità necessaria. Bere molta acqua per mantenersi idratati ed al contempo eliminare gli alcolici per quanto possibile, soprattutto prima dei rapporti sessuali, avrà effetti inimmaginabili nel migliorare il rapporto che si ha con il sesso. Un ulteriore boost verrà dato da una maggior attività fisica, che potenzia non solo il cuore e l’apparato cardiocircolatorio ma anche la produzione di testosterone che è l’ormone più importante per quanto riguarda il sesso.
Vedrete non solo un miglioramento delle prestazioni sessuali ma un vero e proprio incremento della vostra qualità della vita. Una volta sistemato lo stile di vita, ci sono poi delle tecniche mentali, che si imparano sia da uno psicologo che online, che servono a ristabilire l’equilibrio soprattutto per quanto riguarda la sfera sessuale, che una volta imparati potranno fare la differenza nella gestione del rapporto. Le erezioni diventeranno più durature e potenti e si riuscirà a mantenere l’erezione senza problemi. Inoltre, se abbinati a degli esercizi fisici di stimolazione del pene e di contrazione muscolare, si potrà dire addio ad ogni tipo di pillola, di effetto collaterale e di rischio per la salute, recuperando davvero la piena funzionalità sessuale, per la gioia vostra e delle vostre partner.
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Source: http://alfamaschio.it/viagra-naturale/
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Eliminazione macchie cutanee MELASMA O CLOASMA
MELASMA
Il Melasma, detto anche Cloasma , è un disturbo estetico causato dalla eccessiva produzione e deposito di Melanina nella cute. Si manifesta generalmente  intorno ai 30 e 40 anni, con macchie scure localizzate soprattutto sulle guance, sulla fronte e sul labbro superiore.  Il colore delle macchie rispecchia il fototipo: in un fototipo 3 sono scure e ben evidenti, in un fototipo 2 sono più chiare e sfumate. Il Melasma cambia colore con le stagioni manifestandosi maggiormente dopo l’estate, mentre d’inverno non essendo il pigmento più stimolato dalla luce tende ad attenuarsi, risulta pertanto meno evidente. Tra le possibili cause di questo inestetismo possiamo annoverare di sicuro una predisposizione genetica, associata ad uno stile di vita (ad esempio prolungate esposizioni a raggi solari, lampade uv) non sempre corretto, come anche all’assunzione di pillola anticoncezionale,la gravidanza, la reazione fototossica a profumi, cosmetici o creme solari.
METODICHE
Peeling chimico: Il peeling chimico provoca una forma accelerata di esfoliazione, che avviene attraverso l’uso di sostanze chimiche a diversa penetrazione, superficiale media e profonda, ad azione caustica, che provocano cioè un’accelerazione della fisiologica esfoliazione della cute stimolando la nuova produzione di collagene. Maggiore è la profondità raggiunta e più evidente il risultato che ci si potrà aspettare.
Quelli maggiormente utilizzati sono:
Acido Glicolico: Il Peeling all’Acido Glicolico, nel contesto di un trattamento di rivitalizzazione cutanea, risponde perfettamente alle caratteristiche richieste da una metodica che sfrutta il principio di “stimolazione” cutanea e non solo di ricostruzione.
Acido Salicilico: acido poco solubile in acqua, molto in alcool; in soluzione alcolica al 25% può essere utilizzata per peeling superficiali, in quanto denatura lo strato corneo. Resorcina: si tratta di una vecchia formula di peeling. E’ un derivato del fenolo. Presenta un rischio di tossicità sistemica e di reazione allergica: è obbligatorio quindi eseguire patch test cutaneo.
Tricloroacetico (TCA): E’ un cristallo derivato dall’acido acetico solubile in acqua. Agisce con la totale rimozione dell’epidermide e del derma superficiale per coagulazione delle proteine delle cellule della pelle. Il TCA presenta il vantaggio di creare un’esfoliazione medio-profonda senza una seria tossicità sistemica. Il TCA, inoltre, non sembra produrre reazioni allergiche
Fenolo (Xerodem): peeling profondo. E’ una miscela di caustici a base di fenolo. Residuano eritemi persistenti: sarà necessario un trucco correttivo e schermi solari per diversi mesi.
La microdermoabrasione:  La microdermoabrasione è una procedura rapida e non invasiva utilizzata per rimodellare la superficie della pelle  eliminando lo strato più  superficiali, consentendo un miglioramento delle irregolarità delle pelle e quindi una maggiore luminosità. Questa semplice tecnica non richiede anestesia e permette al medico di effettuare trattamenti ambulatoriali di durata inferiore ai 20 minuti,  precisi ed efficaci. Si tratta inoltre di una procedura adatta a tutti i tipi e colori di pelle ( inclusa la pelle sensibile)
La crioterapia: la terapia si basa sul controllato, ma repentino abbassamento della temperatura della zona iperpigmentata mediante azoto liquido, una sostanza assolutamente innocua. Il congelamento produce la distruzione delle cellule melanocitiche.
Oggigiorno le iperpigmentazioni possono essere efficacemente rimosse mediante la moderna terapia laser. Il laser è concepito per emettere una specifica lunghezza d’onda, a sua volta selettivamente assorbita dal pigmento melanico; la melanina concentrata viene quindi frammentata e trasportata via dal nostro sistema linfatico. La macchia, trattata in una o più sessioni, viene progressivamente distrutta lasciando intatta la struttura epidermica soprastante, sia nel colore che nella trama.
Laser con cui trattare la patologia:
Il laser Er: YAG (erbium YAG): emette una radiazione di lunghezza d’onda pari a 2940nm con un elevato coefficiente di assorbimento nell’acqua. L’indicazione principale è la precisa rimozione delle difformità cutanee superficiali o pigmentarie in modalità ablativa (“resurfacing” per eliminare rughe sottili, medie e profonde o macchie ed altre difformità superficiali). Laser ND Yag: L’energia del laser vascolare Nd:YAG (neodimio YAG) che emette una lunghezza d’onda pari a 1064 nm penetra profondamente nei tessuti e coagula selettivamente i piccoli vasi senza danneggiare l’epidermide. Il laser trasmette l’energia o la fluenza sufficiente per coagulare efficacemente i vasi e potendo variare la durata d’impulso permette di trattare vasi con calibro diverso. Il raffreddamento della superficie della pelle prima, durante e immediatamente dopo il trattamento è essenziale per il trattamento di lesioni vascolari poiché permette di impiegare fluenze elevate che migliorano i risultati sui vasi bersagliati, previene il danno collaterale all’epidermide e riduce il disagio per il paziente. Laser Q-Switched: Emette impulsi di elevata energia per la rimozione dei tatuaggi mono e multicolore, di tipo professionale e non e delle lesioni pigmentate benigne. Il principio di funzionamento è quello della fototermolisi selettiva, grazie al quale il laser è in grado di frammentare bersagli come particelle colorate del tatuaggio localizzate sotto la pelle e cellule superficiali contenenti melanina. Le strutture adiacenti, inclusa la rete vascolare, rimangono inalterate. Infatti, visto l’alto grado di selettività del trattamento, viene eliminato il danneggiamento non specifico del tessuto, riducendo al minimo o eliminando completamente gli eventuali sanguinamenti post-trattamento. Laser Frazionato: Il trattamento laser frazionato è una procedura sicura e non-invasiva che vi permette di riscoprire la giovinezza sulla vostra pelle. Il trattamento laser Fraxel produce migliaia di minuscole ma profonde colonne di attività termica della vostra pelle. Questo trattamento elimina vecchie cellule epidermiche pigmentate e penetra in profondità nel derma. Trattando in modo frazionale una sola zona, lascia il tessuto circostante integro e intatto. Questo metodica permette all’ area trattata di guarire più velocemente di quanto non succederebbe se la stessa area fosse trattata interamente. Con suddetta procedura la pelle con imperfezioni cutanee viene rimpiazzata da tessuto sano e ringiovanito.
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