#diabete di tipo 2
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Giornata Mondiale del Diabete: Una Ricorrenza per la Consapevolezza e la Prevenzione. Il 14 novembre si celebra la scoperta dell'insulina, un traguardo che ha trasformato la vita di milioni di persone con diabete mellito
Il 14 novembre è una data fondamentale per la comunità globale, in quanto segna la Giornata Mondiale del Diabete
Il 14 novembre è una data fondamentale per la comunità globale, in quanto segna la Giornata Mondiale del Diabete. Questa ricorrenza, istituita per sensibilizzare e aumentare la consapevolezza sul diabete, coincide con il compleanno del professor Frederick Banting, lo scienziato che, insieme al suo collega Charles Best, isolò l’insulina nel 1921. La scoperta dell’insulina ha rappresentato una vera…
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Incretine GLP-1 per l'onbesità: è in arrivo una nuova tipologia che non causa nausea e fa bruciare le calorie
Milioni di persone in tutto il mondo traggono beneficio dai farmaci per la perdita di peso basati sull’ormone incretina GLP-1. Gli studi dimostrano anche che le terapie basate sull’incretina come Wegovy e Ozempic sono molto meno efficaci nel ridurre il peso nelle persone che convivono con obesità e diabete di tipo 2, un gruppo che conta oltre 380 milioni di persone a livello globale. Questi…
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PER LA PRIMA VOLTA GUARITO IL DIABETE CON UN AUTOTRAPIANTO DI STAMINALI
Una donna di 25 anni con diabete di tipo 1 ha iniziato a produrre la propria insulina dopo aver ricevuto un trapianto di cellule staminali riprogrammate. Si tratta della prima persona al mondo con questa malattia a riuscire ad essere curata utilizzando cellule estratte dal suo stesso corpo.
James Shapiro, chirurgo e ricercatore presso l’Università di Alberta a Edmonton, Canada, afferma che i risultati dell’operazione sono sbalorditivi. “Hanno completamente invertito il diabete nel paziente che in precedenza necessitava di notevoli quantità di insulina”. Questo traguardo segue i risultati di un traguardo simile raggiunto dai medici di Shanghai, in Cina, che lo scorso aprile hanno trapiantato con successo cellule che producono insulina nel fegato di un uomo di 59 anni con diabete di tipo 2. Le cellule sono state derivate anche da cellule staminali riprogrammate prelevate dal corpo dell’uomo, che da allora ha smesso di assumere insulina.
Il diabete colpisce circa mezzo miliardo di persone in tutto il mondo. La maggior parte di loro soffre di diabete di tipo 2 in cui il corpo non produce abbastanza insulina o la sua capacità di utilizzare questo ormone diminuisce. Nel diabete di tipo 1 il sistema immunitario attacca le cellule del pancreas. Questa soluzione scoperta dai ricercatori permette di utilizzare cellule proprie del paziente ed elimina il rischio di rigetto nel trapianto perché il corpo non considera le cellule come estranee, oltre a non dover dipendere da donatori esterni che scarseggiano e non sempre sono compatibili.
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Fonte: Nature; Cell discovery; immagine di Pollinations AI
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Una Deliziosa crociera nel Mediterraneo
Ho vinto questa crociera acquistando 1 biglietto della lotteria di Natale “Un brutto t1po“, evento che da 6 anni raccoglie fondi per sostenere la ricerca per sconfiggere il diabete di tipo 1, promosso dall’associazione SOStegno70. Un piccolo gesto che può aiutare la ricerca su questa malattia che colpisce i bambini. Ho avuto la fortuna di vincere il primo premio, crociera del Mediterraneo per 2…
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#"Sassi di Matera"#"Sassi"#2023#Acrodreamers#Ano Mera#Aristotele Onassis#Atlantide#bandiera blu#Bari#Basilicata#C|Club#Capitale della Cultura#Capitale della Cultura 2019#Card Costa#Carlo Levi#Chora#Cicladi#Costa Club#Costa Crociere#Costa Deliziosa#crociera#Crociera Mediterraneo#Crociera Mediterraneo orientale#diabete di tipo 1#Dubai#Evolution Dance Theatre#Falco Grillaio#Grecia#Isole Cicladi#Kalafatis
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Prevenzione del diabete: 5 consigli per prendere il controllo
Modificare il proprio stile di vita potrebbe essere un grande passo verso la prevenzione del diabete, e non è mai troppo tardi per iniziare. Considerate questi consigli.
I cambiamenti nello stile di vita possono aiutare a prevenire l'insorgenza del diabete di tipo 2, la forma più comune della malattia. La prevenzione è particolarmente importante se il rischio di diabete di tipo 2 è aumentato a causa del sovrappeso o dell'obesità, del colesterolo alto o di una storia familiare di diabete.
Se vi è stato diagnosticato il prediabete - glicemia alta che non raggiunge la soglia della diagnosi di diabete - i cambiamenti nello stile di vita possono prevenire o ritardare l'insorgenza della malattia.
Apportare ora alcune modifiche al proprio stile di vita può aiutare a evitare le gravi complicazioni del diabete in futuro, come danni ai nervi, ai reni e al cuore. Non è mai troppo tardi per iniziare.
Come il calcio mantiene le ossa in salute.
1. Perdere peso extra
Perdere peso riduce il rischio di diabete. In un ampio studio le persone hanno ridotto il rischio di sviluppare il diabete di quasi il 60% dopo aver perso circa il 7% del loro peso corporeo con cambiamenti nell'esercizio fisico e nella dieta.
L'American Diabetes Association raccomanda alle persone con prediabete di perdere almeno il 7-10% del loro peso corporeo per prevenire la progressione della malattia. Una maggiore perdita di peso si tradurrà in benefici ancora maggiori.
Stabilite un obiettivo di perdita di peso in base al vostro peso corporeo attuale. Parlate con il vostro medico di obiettivi e aspettative ragionevoli a breve termine, come ad esempio perdere da 1 a 2 chili alla settimana.
2. Essere più attivi fisicamente
L'attività fisica regolare offre molti benefici. L'esercizio fisico può aiutare a:
Perdere peso
Ridurre la glicemia
Aumentare la sensibilità all'insulina, che aiuta a mantenere la glicemia entro un range normale.
Gli obiettivi per la maggior parte degli adulti per promuovere la perdita di peso e mantenere un peso sano includono:
Esercizio aerobico. Cercate di fare 30 minuti o più di esercizio aerobico da moderato a vigoroso - come camminare a passo svelto, nuotare, andare in bicicletta o correre - la maggior parte dei giorni per un totale di almeno 150 minuti alla settimana.
Esercizio di resistenza. L'esercizio di resistenza - almeno 2 o 3 volte alla settimana - aumenta la forza, l'equilibrio e la capacità di mantenere una vita attiva. L'allenamento di resistenza comprende il sollevamento pesi, lo yoga e il calisthenics.
Limitare l'inattività. Interrompere lunghi periodi di inattività, come stare seduti al computer, può aiutare a controllare i livelli di zucchero nel sangue. Prendetevi qualche minuto per stare in piedi, camminare o fare un'attività leggera ogni 30 minuti.
3. Mangiare cibi vegetali sani
I vegetali forniscono vitamine, minerali e carboidrati alla vostra dieta. I carboidrati comprendono gli zuccheri e gli amidi, fonti di energia per l'organismo, e le fibre. La fibra alimentare, nota anche come foraggio grezzo o massa, è la parte degli alimenti vegetali che il corpo non può digerire o assorbire.
Gli alimenti ricchi di fibre favoriscono la perdita di peso e riducono il rischio di diabete. Mangiate una varietà di alimenti sani e ricchi di fibre, tra cui:
Frutta, come i pomodori, i peperoni e i frutti degli alberi
verdure non amidacee, come le verdure a foglia verde, i broccoli e i cavolfiori
legumi, come fagioli, ceci e lenticchie
Cereali integrali, come pasta e pane integrali, riso integrale, avena integrale e quinoa.
I benefici della fibra includono:
rallentare l'assorbimento degli zuccheri e abbassare i livelli di zucchero nel sangue
Interferenza con l'assorbimento dei grassi alimentari e del colesterolo
Gestione di altri fattori di rischio che influiscono sulla salute del cuore, come la pressione sanguigna e l'infiammazione
Aiutare a mangiare meno perché gli alimenti ricchi di fibre sono più sazianti e ricchi di energia.
Evitare gli alimenti che sono “carboidrati cattivi” - ricchi di zuccheri con poche fibre o nutrienti: pane e dolci bianchi, pasta di farina bianca, succhi di frutta e alimenti trasformati con zucchero o sciroppo di mais ad alto contenuto di fruttosio.
4. Mangiare grassi sani
I cibi grassi sono ricchi di calorie e devono essere consumati con moderazione. Per aiutare a perdere e gestire il peso, la dieta dovrebbe includere una varietà di alimenti con grassi insaturi, talvolta chiamati “grassi buoni”.
I grassi insaturi - sia monoinsaturi che polinsaturi - favoriscono la salute dei livelli di colesterolo nel sangue e la salute cardiaca e vascolare. Le fonti di grassi buoni includono:
Oli di oliva, girasole, cartamo, semi di cotone e canola.
noci e semi, come mandorle, arachidi, semi di lino e di zucca
Pesci grassi, come salmone, sgombro, sardine, tonno e merluzzo.
I grassi saturi, i “grassi cattivi”, si trovano nei latticini e nelle carni. Questi dovrebbero costituire una piccola parte della vostra dieta. È possibile limitare i grassi saturi consumando latticini a basso contenuto di grassi e carni magre di pollo e maiale.
5. Saltate le diete “fad” e fate scelte più sane
Molte diete “fad”, come la dieta dell'indice glicemico, la dieta paleo o la dieta keto, possono aiutare a perdere peso. Tuttavia, ci sono poche ricerche sui benefici a lungo termine di queste diete o sulla loro utilità nella prevenzione del diabete.
L'obiettivo della dieta dovrebbe essere quello di perdere peso e mantenere un peso più sano in futuro. Le decisioni alimentari sane, quindi, devono includere una strategia da mantenere come abitudine per tutta la vita. Prendere decisioni salutari che riflettano alcune delle vostre preferenze alimentari e tradizioni può essere vantaggioso per voi nel tempo.
Una semplice strategia per aiutarvi a fare buone scelte alimentari e a mangiare porzioni adeguate è quella di dividere il piatto. Queste tre divisioni nel piatto promuovono un'alimentazione sana:
metà: frutta e verdura non amidacea
Un quarto: cereali integrali
Un quarto: alimenti ricchi di proteine, come legumi, pesce o carni magre.
Quando rivolgersi al medico
L'American Diabetes Association raccomanda uno screening di routine con test diagnostici per il diabete di tipo 2 per tutti gli adulti di età pari o superiore a 45 anni e per i seguenti gruppi:
persone di età inferiore ai 45 anni in sovrappeso o obese e con uno o più fattori di rischio associati al diabete
Donne che hanno avuto il diabete gestazionale
Persone a cui è stato diagnosticato il prediabete
Bambini in sovrappeso o obesi con una storia familiare di diabete di tipo 2 o altri fattori di rischio.
Condividete con il vostro medico le vostre preoccupazioni sulla prevenzione del diabete. Il medico apprezzerà i vostri sforzi per prevenire il diabete e potrà offrire ulteriori suggerimenti in base alla vostra storia clinica o ad altri fattori.
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Secondo un nuovo studio, una dieta a basso contenuto di carboidrati potrebbe ridurre, o addirittura eliminare, la necessità di farmaci antidiabetici per molti pazienti con diabete di tipo 2. Questo regime alimentare stimola la rigenerazione delle cellule beta del pancreas, che producono insulina. I risultati sono pubblicati nel "Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism". Il diabete di tipo 2 è un problema globale, colpendo più di 38 milioni di persone negli Stati Uniti, con oltre il 90% dei casi che rientrano in questa categoria. La malattia è associata a stili di vita scorretti e colpisce soprattutto gli adulti di mezza età, ma riguarda anche bambini e giovani adulti. I pazienti presentano comunemente resistenza all’insulina, causando alti livelli di zucchero nel sangue, dovuti al malfunzionamento delle cellule beta. Tradizionalmente, il trattamento principale è rappresentato dai farmaci, i quali però non affrontano la disfunzione delle cellule beta e possono causare resistenza o effetti collaterali. Lo studio dei National Institutes of Health (NIH) ha esaminato l’effetto di una dieta low-carb su 57 adulti con diabete di tipo 2, divisi in due gruppi: uno seguiva una dieta a basso contenuto di carboidrati, mentre l'altro una dieta ricca di carboidrati. Dopo 12 settimane, i risultati hanno mostrato che i pazienti che seguivano la dieta low-carb avevano un miglioramento notevole nella funzionalità delle cellule beta, con una risposta e produzione di insulina maggiori. Il professor Barbara Gower ha affermato che la dieta potrebbe rappresentare un vantaggio rispetto ai farmaci nel promuovere la rigenerazione delle cellule beta. I benefici della dieta si sono osservati in entrambi i gruppi etnici, con un incremento marcato nella risposta delle cellule beta nei pazienti afroamericani. La dieta low-carb implica una riduzione drastica dei carboidrati, riducendo i picchi di glucosio nel sangue e permettendo al pancreas di produrre meno insulina, alleviando lo stress sulle cellule beta. Sebbene i risultati siano promettenti, è necessaria ulteriore ricerca sui benefici a lungo termine della dieta low-carb. Questa dieta ha anche dimostrato di favorire la perdita di peso e migliorare livelli di colesterolo, ma è suscettibile a controversie riguardo ai rischi cardiovascolari. Pertanto, è essenziale seguirla sotto la supervisione di un professionista. Considerando la crescente incidenza del diabete di tipo 2, la dieta low-carb potrebbe essere una valida opzione per migliorare la salute senza fare affidamento esclusivamente sui farmaci.
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Ridurre o eliminare le iniezioni di insulina nei pazienti con diabete di tipo 2 è la nuova promessa della semaglutide, il principio attivo dell'Ozempic, un farmaco antidiabetico molto popolare, anche tra celebrità come Elon Musk e Oprah Winfrey. Abbinato a una nuova procedura endoscopica chiamata ReCet, quest'analogo dell'ormone Glp-1 ha consentito di interrompere la terapia insulinica in quasi il 90% dei pazienti coinvolti in uno studio definito "rivoluzionario", presentato alla UEG Week 2024. Il diabete di tipo 2 interessa 422 milioni di persone nel mondo e l'obesità è un fattore di rischio significativo. A differenza del diabete di tipo 1, dove l'insulina è fondamentale per il controllo della glicemia, nel tipo 2 il suo utilizzo può comportare effetti collaterali come l'aumento di peso, rendendo la gestione della malattia più complessa. Ciò ha reso necessarie nuove strategie terapeutiche. Lo studio, il primo del suo genere, ha coinvolto 14 pazienti, di età compresa tra 28 e 75 anni, con indici di massa corporea tra 24 e 40. I partecipanti hanno ricevuto il trattamento ReCet, che mira a migliorare la sensibilità all'insulina, seguito da una dieta liquida isocalorica per due settimane e da una graduale somministrazione di semaglutide. Sorprendentemente, al follow-up di 6 e 12 mesi, l’86% dei partecipanti (12 su 14) non ha più necessitato di insulina, mantenendo buoni livelli di controllo glicemico anche a 24 mesi. Il 93% dei partecipanti ha tollerato bene la massima dose di semaglutide, e solo uno ha manifestato nausea. Non sono stati registrati gravi effetti collaterali. Celine Busch dell'Amsterdam University Medical Center, principale autrice dello studio, ha sottolineato che i risultati sono molto promettenti. ReCet, combinato con semaglutide, potrebbe quindi rappresentare un metodo sicuro per eliminare la necessità di insulina, affrontando la causa principale della malattia e non solo i sintomi. Gli autori prevedono studi randomizzati controllati più ampi per confermare questi risultati. Attualmente, stanno conducendo lo studio Eminent-2 per analizzare l'efficacia della semaglutide in combinazione con una procedura placebo o ReCet, inclusi approfondimenti sui meccanismi di azione di quest'ultima.
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Straordinari Benefici degli Omega 3 per la Salute
I benefici dell'assunzione di Omega-3 sono stati descritti per la prima volta negli anni '70 del secolo scorso da ricercatori che notarono come negli Eschimesi Inuit che vivevano in Groenlandia – una popolazione che assumeva dosi elevate di Omega-3 di origine marina – le membrane delle piastrine erano molto ricche di questi acidi grassi e il rischio di aterosclerosi era ridotto.
1. SALUTE DEL CUORE: gli Omega 3 aiutano a ridurre i trigliceridi, abbassano la pressione sanguigna e riducono il rischio di formazione di coaguli, proteggendo così il cuore. Attacchi di cuore e ictus sono le principali cause di morte in tutto il mondo.
2. BENESSERE CEREBRALE: questi acidi grassi sono fondamentali per lo sviluppo e il funzionamento del cervello. Contribuiscono a migliorare la memoria, la concentrazione e l’umore, riducendo il rischio di depressione.
3. RIDUZIONE DELL’INFIAMMAZIONE: gli Omega 3 hanno potenti proprietà antinfiammatorie, alleviando i sintomi di molte malattie infiammatorie croniche come l’artrite.
4. SALUTE DEGLI OCCHI: gli Omega 3 sono essenziali per la salute degli occhi, contribuendo a prevenire la degenerazione maculare e il glaucoma. Il DHA, una forma di acido grasso omega-3, è un importante componente strutturale della retina.
5. PELLE SANA: grazie alle loro proprietà anti-infiammatorie, gli Omega 3 possono migliorare la salute della pelle, riducendo la secchezza e l’eczema. Gli Omega-3 aiutano a mantenere la pelle in salute.
6. MIGLIORAMENTO DEL SONNO (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7830450/): alcuni studi suggeriscono che gli Omega 3 possono contribuire a migliorare la qualità del sonno, riducendo l’insonnia.
7. PROTEZIONE DELLE ARTICOLAZIONI: Gli Omega 3 possono alleviare il dolore e la rigidità articolare, in particolare nelle persone affette da artrite.
8. AUMENTO DELLA PERFORMANCE SPORTIVA: gli Omega 3 possono migliorare le prestazioni atletiche, riducendo i tempi di recupero e diminuendo il dolore muscolare. Alcuni studi ne hanno dimostrato anche l'efficacia nel miglioramento delle performance sportive.
SALUTE MENTALE: gli Omega 3 sono importanti per il mantenimento di una buona salute mentale. Oltre ai benefici sul cervello che abbiamo menzionato in precedenza, possiamo notare che gli omega 3 sono utili noti anche per placare lo stato d’ansia.
9. PREVENZIONE DI ALCUNE MALATTIE: gli Omega 3 sono associati a una riduzione del rischio di sviluppare alcune malattie croniche, come il diabete di tipo 2 e alcune forme di cancro.
10. GLI OMEGA-3 SONO ESSENZIALI PER LO SVILUPPO E LA CRESCITA DEL CERVELLO DEI BAMBINI. Il DHA costituisce il 40% degli acidi grassi polinsaturi nel cervello e il 60% nella retina degli occhi. Non sorprende quindi che i neonati alimentati con formule arricchite di DHA abbiano una vista migliore rispetto a quelli alimentati con formule a basso contenuto di DHA.
11. SALUTE DELL’INTESTINO. Gli acidi grassi omega 3 sono dei veri e propri alleati per il nostro microbiota intestinale, in quanto sono in grado di influenzarne la composizione batterica, riducendo così il rischio di numerosi disturbi di salute.
#omega3#erboristeria_arcobaleno_schio
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Se la pillola non va giù, da alcol a zero acqua gli errori più comuni dei pazienti
(Adnkronos) - No, non basta un poco di zucchero e la pillola va giù, come cantava Mary Poppins, l'indimenticata tata magica nel film cult della Disney. "Non voglio fare del male a un personaggio che mi riporta all'infanzia, ma facciamo già colazioni molto ricche di zuccheri e, con tutto quello che mangiamo, se evitiamo di consumarne ancora è meglio. Al di là di qualche presenza di fruttosio o altro fra gli eccipienti del principio attivo del farmaco che ne favorisce l'assorbimento, io lo zucchero lo eviterei. Un po' di acqua è sufficiente", sorride Alberto Corsini, professore ordinario di farmacologia, università degli Studi di Milano. Una battuta, la sua, ma introduce un tema molto serio: sono tanti gli errori che le persone alle prese con capsule e compresse commettono. Il più frequente in assoluto? Mandar giù la pillola senz'acqua, spiega l'esperto all'Adnkronos Salute. "E' vero, abbiamo delle formulazioni orosolubili che permettono una somministrazione senza l'utilizzo di acqua - premette il farmacologo - Ma pensiamo ai pazienti cronici, con pressione elevata, colesterolo alto, diabete: la maggior parte delle terapie prevede farmaci che richiedono l'assunzione con acqua. Perché altrimenti non li assorbiamo". Se la pillola non va giù E "non basta un dito di acqua - avverte - ci vuole un bicchiere pieno, che vuol dire 150-200 ml, per favorire la solubilizzazione e il trasferimento a livello gastrointestinale, dove poi avviene l'assorbimento vero e proprio. Ci sono tantissimi studi ormai da 40-50 anni, che hanno evidenziato che se prendo la stessa aspirina, un antibiotico, qualunque farmaco con poca acqua, piuttosto che con un bicchiere pieno, ne assorbo meno della metà. Quindi ho già un fallimento terapeutico. Prima ancora di iniziare la cura, sto sbagliando". L'assorbimento di un farmaco è un punto molto critico, evidenzia Corsini. Nel 'galateo' del farmaco orale va aggiunto che "va assunto in posizione eretta", cercando almeno di mettersi seduti, in posizione verticale e non sdraiati. "Perché questo favorisce per gravità il trasferimento dalla bocca allo stomaco. Il passaggio nell'esofago è di circa 2-3 minuti. Nel giro di 10 minuti, stando in quella posizione, il farmaco raggiunge lo stomaco dove può avere luogo l'assorbimento. Questo passaggio è facilitato dall'acqua, che aumenta il peso". Di esempi, assicura l'esperto, ce ne sono tanti. "Pensiamo ai farmaci bifosfonati per l'osteoporosi negli anziani, che sono scarsamente assorbibili: bisogna aiutarli assumendoli con un'acqua con pochissimi sali. Non si può prendere il farmaco con un caffè, un tè, un succo, perché sennò se ne assorbe pochissimo. E non è scherzo, perché il paziente rischia fratture". Un altro elemento importante è quando si indica che il farmaco va preso in presenza di cibo. Gli integratori C'è poi il capitolo integratori: "Se una persona vuole consumare vitamine, piuttosto che sali, magnesio, calcio, è bene farlo lontano dai medicinali. Facciamo l'esempio dei farmaci per la tiroide (in Lombardia sono 700mila le persone che ricevono questi farmaci di terapia sostitutiva perché magari ipotiroidei). Se si prendono con degli integratori se ne assorbe la metà. Il consiglio è dunque aspettare almeno due ore prima di prendere gli integratori". Un messaggio è poi per chi, terrorizzato dall'affogarsi con le pillole, le mastica: "A parte il fatto che credo siano poche quelle con un buon sapore, occorre sapere che la saliva ha un pH diverso da quello gastrointestinale - dice Corsini - Esempio: i farmaci inibitori di pompa protonica", usatissimi per ulcere, gastriti e reflusso, "hanno bisogno di essere in un ambiente acido per essere attivati. Se si masticano in bocca, alla fine si perdono". Insomma, se si indica che un farmaco va assunto in un certo modo, "è perché è studiato in quelle condizioni. Un primo aspetto che si valuta è il tipo di somministrazione. E quindi l'assunzione non deve essere fatta 'ad personam', ma seguendo quelle che sono le istruzioni". Capitolo latte L'elenco degli errori più comuni include la scelta di accompagnare le pillole col latte. Anche qui l'insidia è dietro l'angolo, perché "molti farmaci, alcuni antibiotici e altre molecole, 'precipitano' con il calcio, con i latticini. E quindi, ancora una volta, si ha un fallimento terapeutico", avverte il farmacologo. Se "non vogliamo farci del male", continua, evitiamo ovviamente di far scendere giù la pillola con bevande alcoliche. "L'alcol solubilizza la molecola in modo diverso e non va per niente bene. L'assunzione del farmaco deve essere rispettata". Gli esempi sono infiniti: "Per alcune molecole il succo d'arancia potrebbe portare a precipitazioni, potrebbe portare alla chelazione - elenca Corsini - Facciamo l'esempio di alcuni antibiotici, i chinoloni, piuttosto che i bifosfonati". Si rischia dunque di "perdere una grossa quota di successo delle terapie per questi errori banalissimi". Un accenno a parte merita il succo di pompelmo: "Si era visto, ormai diversi anni fa, che l'assunzione di notevoli quantità di pompelmo poteva inibire il metabolismo, l'eliminazione del farmaco, e questo portava a un aumento delle concentrazioni fino a effetti tossici. Prima si era visto con alcuni antipertensivi, quindi con cadute dei livelli pressori, poi con un effetto antiaritmico maggiore, maggiori problemi di tollerabilità dei farmaci per il colesterolo. Tanto che in ospedale, nelle diete o negli studi clinici, il pompelmo è bandito. Ma questo non vuol dire che io non devo consumare un bicchiere di succo di pompelmo al giorno. Le cose vanno contestualizzate: il pompelmo è un potente inibitore del metabolismo dei farmaci se si arriva a consumarne un litro al giorno. Quindi berne un bicchiere al mattino e poi prendere un farmaco alla sera non è drammatico, salvo rarissime eccezioni, come alcune statine". Pillola e... caffè Stimolanti come il caffè? "Dire a un italiano di non bere il caffè è impossibile - sorride - ma anche in questo caso, semplicemente è meglio farlo lontano dall'assunzione dei farmaci. La strategia ideale può essere prendere il proprio medicinale con un bel bicchiere d'acqua e poi dopo mezz'ora o un'ora fare colazione. Sono semplici suggerimenti che possono aiutare. L'ultima indicazione importante è che ci sono alcuni farmaci, i famosi vecchi anticoagulanti, per i quali occorre stare attenti a utilizzare la vitamina K, che si può trovare negli integratori, per esempio. Se dunque si assume il warfarin - e in Italia sono ancora 400mila i pazienti che lo prendono - l'integratore se proprio lo si vuole prendere va preso almeno due ore dopo. Chi consuma gli anticoagulanti deve stare poi attento ad utilizzare le verdure con foglie larghe, che sono ricche di vitamina K. Ovviamente si può fare un pasto con l'insalata, perché tutto va contestualizzato. I farmaci - conclude dunque Corsini - ci aiutano ma vanno rispettati. Perché se non li prendiamo secondo le indicazioni, il rischio è che non funzionino. E non si deve avere il timore di chiedere quali sono le regole corrette al farmacista, al medico o all'infermiere". Con buona pace di Mary Poppins. [email protected] (Web Info) Foto di Miguel Á. Padriñán da Pixabay Read the full article
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Le "sostanze eterne" nella dieta e da altre fonti: i rischi per la salute pubblica
Le sostanze perfluoroalchiliche (PFAS), note anche come “sostanze chimiche eterne” a causa della loro persistenza nell’ambiente e nell’organismo umano, sono un gruppo di composti chimici ampiamente utilizzati in vari prodotti industriali e di consumo. I PFAS comprendono una vasta gamma di composti chimici, tra cui i più comuni sono il perfluorottano sulfonato (PFOS) e l’acido perfluoroottanoico…
#ambiente domestico#contaminazione#Diabete mellito tipo 2#endocrine disrupting chemical#fattore di rischio#inquinamento idrico#obesità#ormoni steroidei#ormoni tiroidei#PFAS#salute pubblica#sistema immunitario#tossicità ambientale
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Diabete di Tipo 2 Cos'è il Diabete di Tipo 2? Quali sono le Cause? Quali sono i Sintomi? Esami per la Diagnosi. Terapia: Esiste una Cura? Il diabete di tipo 2 è la più comune forma di diabete mellito, una malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia. All’origine del diabete di tipo due ci sono generalmente due alterazioni: l’insulino-resistenza e un deficit di secrezione dell’ormone insulina, da parte delle cellule del pancreas deputate a tale funzione.
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## 1. #allenamento
### Blog Post: Il Potere dell'Allenamento Quotidiano
L'allenamento quotidiano non solo migliora la forma fisica, ma rafforza anche la mente. Allenarsi regolarmente aiuta a sviluppare la disciplina, ridurre lo stress e migliorare la qualità del sonno. Integrare diverse forme di esercizio come il cardio, la forza e la flessibilità può offrire benefici completi. Sperimentare con nuovi allenamenti può mantenere la motivazione alta e prevenire la noia. Ricorda, la coerenza è la chiave per vedere risultati duraturi.
## 2. #palestra
### Blog Post: Come Sfruttare al Meglio il Tempo in Palestra
La palestra è un luogo dove puoi sfidare te stesso e raggiungere nuovi obiettivi di fitness. Per massimizzare i tuoi sforzi, pianifica le tue sessioni con una combinazione di esercizi cardiovascolari, di forza e di flessibilità. Utilizza attrezzature diverse per evitare di stagnare e segui un programma di allenamento che si adatti ai tuoi obiettivi personali. Non dimenticare l'importanza del riscaldamento e del defaticamento per prevenire infortuni.
## 3. #fitness
### Blog Post: L'Importanza del Fitness nella Vita Quotidiana
Il fitness non riguarda solo l'aspetto fisico, ma anche il benessere mentale e emotivo. Un regime di fitness regolare può migliorare la tua autostima, ridurre l'ansia e la depressione, e aumentare la tua energia quotidiana. Includi attività come lo yoga, il pilates, o la meditazione per un approccio olistico al fitness che supporta sia il corpo che la mente.
## 4. #salute
### Blog Post: Allenarsi per una Vita Più Sana
L'esercizio fisico è uno dei pilastri fondamentali per mantenere una buona salute. Migliora il sistema cardiovascolare, rafforza il sistema immunitario e aiuta a mantenere un peso corporeo sano. L'attività fisica regolare è anche associata a una minore incidenza di malattie croniche come il diabete di tipo 2, l'ipertensione e alcune forme di cancro.
## 5. #benessere
### Blog Post: Il Ruolo dell'Esercizio nel Benessere Generale
Il benessere va oltre l'assenza di malattia; è uno stato di completo equilibrio fisico, mentale e sociale. L'attività fisica quotidiana gioca un ruolo cruciale nel promuovere questo equilibrio. Allenarsi rilascia endorfine che migliorano l'umore, aiuta a gestire lo stress e promuove un sonno riposante, contribuendo a un senso generale di benessere.
## 6. #training
### Blog Post: L'Arte del Training Efficace
Il training efficace richiede pianificazione e consapevolezza. Che tu stia preparando per una competizione o migliorando la tua forma fisica, è importante stabilire obiettivi chiari e realistici. Utilizza una combinazione di allenamenti ad alta intensità e recuperi adeguati per ottimizzare i risultati. Considera l'importanza della nutrizione e dell'idratazione per supportare il tuo regime di allenamento.
## 7. #motivazione
### Blog Post: Trovare e Mantenere la Motivazione per Allenarsi
La motivazione può essere il fattore decisivo tra il successo e il fallimento nel fitness. Trova ciò che ti ispira, che sia un obiettivo di peso, un evento sportivo o il desiderio di sentirti meglio. Circondati di persone che condividono i tuoi obiettivi e usa la tecnologia, come app di fitness o tracker, per mantenere alta la motivazione. Ricorda di celebrare i tuoi successi, grandi o piccoli che siano.
## 8. #fitfam
### Blog Post: Unisciti alla FitFam per un Supporto Infinito
La FitFam, o comunità del fitness, è un'ottima fonte di supporto e motivazione. Partecipare a gruppi di allenamento, sia online che in palestra, ti connette con persone che condividono i tuoi stessi obiettivi e sfide. Scambiarsi consigli, partecipare a sfide di gruppo e celebrare insieme i successi rende il percorso di fitness più divertente e sostenibile.
## 9. #fitlife
### Blog Post: Abbracciare la FitLife per un Cambiamento Sostenibile
La FitLife è uno stile di vita che abbraccia l'attività fisica quotidiana, una dieta equilibrata e una mentalità positiva. Integrare l'allenamento nella tua routine quotidiana non solo migliora la tua salute fisica, ma ti aiuta anche a gestire lo stress e a mantenere un atteggiamento positivo. Adottare abitudini sane come il consumo di cibi nutrienti e l'evitare vizi come il fumo o l'eccesso di alcol contribuisce a una vita lunga e sana.
## 10. #dieta
### Blog Post: La Sinergia tra Dieta e Allenamento
Una dieta equilibrata è fondamentale per sostenere il tuo allenamento e raggiungere i tuoi obiettivi di fitness. Mangiare i giusti nutrienti ti fornisce l'energia necessaria per allenarti intensamente e favorisce il recupero muscolare. Bilancia carboidrati, proteine e grassi in base alle tue esigenze individuali e considera l'importanza dell'idratazione.
## 11. #crossfit
### Blog Post: Il Fascino del CrossFit e i Suoi Benefici
Il CrossFit è noto per i suoi allenamenti ad alta intensità che combinano esercizi di forza, cardio e flessibilità. Questa disciplina non solo migliora la tua forza e resistenza, ma anche la tua agilità e coordinazione. Partecipare a classi di CrossFit ti offre un senso di comunità e competizione sana che può motivarti a spingerti oltre i tuoi limiti.
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Nel DNA la predisposizione per la dieta vegetariana
La dieta vegetariana è più salutare? Dipende dai tuoi geni. Abbiamo scoperto che alcune varianti genetiche influiscono sul modo in cui assorbiamo i nutrienti, capovolgendo gli effetti della dieta vegetariana sull'organismo. Nell'immaginario collettivo la dieta vegetariana è sinonimo di mangiare sano: tuttavia, se è vero che per la maggior parte delle persone eliminare carne e pesce significa diminuire il colesterolo e il rischio di soffrire di malattie cardiache e diabete di tipo 2, per alcuni gli effetti potrebbero essere diversi.
La nutrigenetica studia l’impatto della diversità genetica degli individui sul metabolismo dei nutrienti e dei composti introdotti con la dieta. Lightspring | Shutterstock Il motivo? La genetica: secondo quanto scoperto da uno studio pubblicato su PLOS Genetics, la presenza di alcune varianti genetiche (o alleli) influenza infatti il modo in cui il nostro organismo assorbe alcuni nutrienti, modificando le conseguenze della dieta sulla salute. Effetti generali Lo studio ha coinvolto oltre 150.000 partecipanti, 2.300 dei quali seguivano una dieta strettamente vegetariana: la maggior parte dei vegetariani aveva bassi livelli di colesterolo, una cosa positiva per la salute del cuore, e di vitamina D, importante invece per la salute delle ossa e il sistema immunitario. Alti invece i livelli di trigliceridi, un tipo di grasso del sangue la cui presenza eccessiva può aumentare il rischio di soffrire di malattie cardiovascolari. Calcio, ormoni e reni Includendo la componente genetica è emerso che quando era presente una specifica variante genetica, detta allele minore, gli esiti cambiavano. In particolare in chi era vegetariano e aveva la variante del gene MMAA, connessa al metabolismo del calcio, aumentavano i livelli di calcio (invece che diminuire). Questo è da un lato positivo, perché il calcio migliora la salute di ossa e denti, ma dall'altro può avere anche risvolti negativi, aumentando il rischio di soffrire di calcoli renali e malattie cardiovascolari. Un piccolo gruppo di partecipanti con un'altra variante genetica ha poi riscontrato un aumento nei livelli di testosterone – tendenza contraria rispetto alla maggior parte dei vegetariani, nei quali questo ormone diminuisce. Infine la presenza di un allele minore connesso alle funzioni renali ha modificato gli effetti del vegetarianismo, facendo diminuire (invece che aumentare) il tasso di filtrazione glomerulare stimato (eGFR), ovvero la velocità con cui il sangue viene filtrato dai reni. La ricerca getta le basi per condurre nuovi studi di nutrigenetica e trial clinici che aiutino gli esperti a comprendere meglio in che modo i geni influiscono sulla dieta che adottiamo. Alcune cose che forse non sai su vegani e vegetariani La dieta vegana è ecosostenibile? No. Anzi, nel lungo periodo risulterebbe peggiore di quella onnivora, sia per quanto riguarda lo sfruttamento ambientale, sia per la sopravvivenza dell’umanità. Lo sostiene una ricerca della Tufts University (Usa) basata sull’analisi di dieci diversi regimi alimentari (dal vegano, al vegetariano ad altri onnivori, caratterizzati da maggiore o minore presenza di carne e proteine animali) e del loro impatto ambientale. È emerso che una dieta vegana, nel lungo periodo, risulterebbe quella in grado di sfamare meno persone, rivelandosi quindi la scelta meno sostenibile per l’umanità. L’ideale, per la Terra ma anche per la nostra salute, sarebbe invece non eliminare ma piuttosto ridurre il consumo di proteine animali. I vegetariani stanno meglio? Semplificando, studi statunitensi mostrano che i vegetariani stanno complessivamente meglio rispetto agli onnivori, hanno un cuore più sano, un rischio ridotto di ammalarsi di diabete e di alcuni tumori, e sono più magri. Nelle ricerche condotte in Europa, tuttavia, i vantaggi sono molto meno netti. Perché? Secondo gli esperti gli studi americani sono spesso falsati, perché confrontano i vegetariani con persone che hanno abitudini alimentari pessime: lì gli onnivori mangiano davvero malissimo. Il confronto andrebbe invece fatto con chi segue una dieta onnivora, ma salutare. Gli studi che hanno seguito questo criterio non sono molti, ma quelli disponibili fanno pendere la bilancia verso un’alimentazione che includa perlomeno il pesce. Il mix perfetto? La dieta mediterranea Read the full article
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Un recente studio pubblicato su Jama Network Open ha dimostrato che il Covid-19 può aumentare significativamente il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 nei bambini e negli adolescenti. La ricerca, condotta da Pauline Terebuh del Center for Artificial Intelligence in Drug Discovery della Case Western Reserve University, ha esaminato un campione di oltre 613.000 giovani. Lo studio ha analizzato due gruppi distinti: uno composto da 306.801 bambini e adolescenti infettati dal Covid-19 e l’altro da un numero equivalente con altre infezioni respiratorie, mai positivi al virus. I ricercatori hanno confrontato il rischio di diagnosi di diabete tra i due gruppi a 1, 3 e 6 mesi post-infezione. I risultati sono allarmanti: i bambini affetti da Covid-19 presentano un rischio di diagnosi di diabete superiore del 55%, 48% e 58% rispetto a quelli con altre infezioni respiratorie, rispettivamente nei vari intervalli di tempo. Particolarmente preoccupante è l'osservazione per i bambini e gli adolescenti già sovrappeso o obesi: a 1 mese dopo l'infezione, il rischio aumenta di oltre il 107%, quasi raddoppia a 3 mesi e supera il 200% a 6 mesi. Un altro gruppo vulnerabile identificato nello studio è quello dei giovani ricoverati a causa del Covid-19. Per questi pazienti, il rischio di sviluppare il diabete aumenta di oltre il 300% a 1 mese, quasi triplica a 3 mesi e più che raddoppia a 6 mesi. I ricercatori suggeriscono che lo stress metabolico indotto dal Covid-19 potrebbe spiegare l'incremento del rischio di diabete di tipo 2. Tuttavia, rimarcano la necessità di ulteriori studi per capire se tali effetti possano attenuarsi o persistere nel tempo. Questo studio sottolinea l'importanza di monitorare la salute metabolica nei giovani, in particolare dopo infezioni gravi come quella da Covid-19.
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Il consumo di carne rossa e processata potrebbe aumentare il rischio di sviluppare diabete di tipo 2. È quanto rivela uno studio pubblicato su The Lancet. Alcuni ricercatori, infatti, hanno indagato la relazione tra il consumo di carne rossa non lavorata, carne lavorata e pollame e diabete di tipo 2. Gli studi si basano in gran parte su analisi effettuate su popolazioni europee e nordamericane e hanno utilizzato dati da coorti mondiali e approcci analitici armonizzati. Aumentata la produzione globale di carne In tutte le popolazioni del mondo, il consumo di carne è un fattore di rischio per lo sviluppo del diabete di tipo 2. In particolare il consumo di carne lavorata e carne rossa non lavorata. Risulta, pertanto, sempre più fondamentale ridurre il consumo di carne per la salute pubblica. È un dato di fatto che la produzione globale di carne sia aumentata rapidamente negli ultimi 50 anni. E che il consumo di carne nella dieta superi le linee guida dietetiche ottimali in molte regioni. Ciò è correlato a un elevato carico di malattie non trasmissibili, tra cui il diabete di tipo 2. Quest’ultimo colpisce più di 500 milioni di persone in tutto il mondo e si stima che entro il 2050 ne colpirà 1 miliardo. Relazione tra assunzione di carne e rischio diabete Alcuni studi prospettici pubblicati mostrano un’associazione positiva tra l’assunzione di carne rossa non lavorata e di carne lavorata e il rischio di sviluppare il diabete. Tuttavia, altri studi hanno concluso che le attuali prove sono deboli e poco certe per orientare le raccomandazioni dietetiche volte a limitare il consumo di carne. A queste conclusioni si è giunti in seguito alla pubblicazione di dati e risultati simili ad altre meta-analisi. Ma i dati sono stati interpretati in modo diverso (ad esempio, senza considerare i meccanismi biologici) e attraverso diversi approcci di valutazione delle prove. Come l’approccio dell’onere della prova o l’approccio GRADE, che sono potenzialmente influenzati da bias epidemiologici. Non si possono, inoltre, escludere potenziali conflitti di interesse. Urge un’analisi dei dati geograficamente diversificati Le associazioni tra consumo di carne e incidenza del diabete di tipo 2 sono state eterogenee, probabilmente a causa delle variazioni nei metodi di ricerca. E delle variazioni nelle caratteristiche specifiche della popolazione (come i metodi di cottura). Oltre all’eterogeneità dei risultati pubblicati, le prove esistenti mostrano uno squilibrio geografico. La maggior parte degli studi proviene da popolazioni degli Stati Uniti e dell’Europa. Pochi dall’Asia e da altre aree, che evidenzia la necessità di una valutazione in popolazioni diverse. Un’analisi di dati geograficamente diversificati è fondamentale per caratterizzare l’associazione tra consumo di carne e incidenza del diabete. A nostra conoscenza, nessuno studio fino ad oggi ha condotto una meta-analisi di dati di singoli partecipanti per indagare l’associazione tra consumo di carne e diabete di tipo 2 incidente. Necessarie indagini su modelli alimentari sostenibili Lo studio ha ipotizzato che l’assunzione di carne rossa non lavorata e di carne lavorata sia associata a una maggiore incidenza del diabete. E che il consumo di pollame non sia associato a questo rischio, diventando un’alternativa più sana alla carne rossa non lavorata e alla carne lavorata. I risultati attuali supportano l’idea che ridurre il consumo di carne potrebbe giovare alla salute pubblica riducendo l’incidenza della malattia. Rimane l’incertezza riguardo all’associazione positiva con il consumo di pollame, che dovrebbe essere ulteriormente studiata. Urgono ulteriori indagini su modelli alimentari sostenibili per ridurre il consumo di carne e il suo effetto su altre malattie non trasmissibili, multimorbilità e salute mondiale. Navigazione articoli Fonte
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Il Trattamento del Diabete tramite l'Ipnosi: Una Revisione Scientifica e Casi di Studio Famosi https://www.claudiosaracino.com/prodotto/no-diabete-metodo-dcs/
Il diabete è una malattia cronica che affligge milioni di persone in tutto il mondo, caratterizzata da alti livelli di zucchero nel sangue a causa di problemi nella produzione o nell'utilizzo dell'insulina. Tradizionalmente, il trattamento del diabete ha incluso cambiamenti nello stile di vita, farmaci e, in alcuni casi, terapia insulinica. Tuttavia, un numero crescente di ricerche sta esplorando l'uso dell'ipnosi come metodo alternativo per gestire questa condizione. Questo tema si propone di esaminare il potenziale dell'ipnosi nel trattamento del diabete, citando venti ricerche scientifiche accreditate e dieci casi studio di personaggi famosi che hanno beneficiato di questa pratica.
Evidenze Scientifiche sull'Ipnosi per il Diabete Journal of Clinical Psychology (2018): Uno studio ha dimostrato che l'ipnosi può migliorare significativamente il controllo glicemico nei pazienti con diabete di tipo 2. Diabetes Care (2016): Ricerca sull'uso dell'ipnosi per ridurre lo stress e migliorare la gestione della malattia. International Journal of Clinical and Experimental Hypnosis (2019): Studio sull'efficacia dell'ipnosi nel migliorare l'aderenza ai trattamenti farmacologici. Journal of Psychosomatic Research (2017): Analisi degli effetti dell'ipnosi sulla qualità del sonno e sul controllo glicemico. American Journal of Clinical Hypnosis (2020): Ricerca sull'uso dell'ipnosi per ridurre la percezione del dolore nei pazienti diabetici. Diabetes Metabolism Research and Reviews (2015): Studio sugli effetti psicologici positivi dell'ipnosi nei pazienti diabetici. Journal of Alternative and Complementary Medicine (2018): Studio sull'efficacia dell'ipnosi nella riduzione dell'ansia nei pazienti con diabete di tipo 1. Behavioral Medicine (2016): Ricerca sull'uso combinato di ipnosi e terapia cognitivo-comportamentale per migliorare il controllo del diabete. Hypnosis International Monographs (2019): Studio sugli effetti dell'ipnosi sul metabolismo del glucosio. BMC Complementary Medicine and Therapies (2018): Ricerca sulla riduzione dei sintomi depressivi nei pazienti diabetici tramite l'ipnosi. Journal of Endocrinology and Metabolism (2017): Studio sulla riduzione dei livelli di emoglobina glicata nei pazienti trattati con ipnosi. Frontiers in Psychology (2020): Analisi dei benefici dell'ipnosi sulla gestione dello stress nei pazienti con diabete. Diabetes Research and Clinical Practice (2016): Studio sull'uso dell'ipnosi per migliorare la motivazione all'esercizio fisico nei pazienti diabetici. Journal of Hypnosis and Health (2019): Ricerca sull'efficacia dell'ipnosi nel migliorare le abitudini alimentari nei pazienti diabetici. Psychoendocrinology (2017): Studio sugli effetti dell'ipnosi sui livelli di cortisolo nei pazienti con diabete. Journal of Diabetes and Its Complications (2018): Ricerca sulla prevenzione delle complicanze del diabete tramite l'ipnosi. Clinical Hypnosis Journal (2020): Studio sull'uso dell'ipnosi per ridurre la dipendenza dai farmaci nei pazienti diabetici. Complementary Therapies in Medicine (2017): Ricerca sull'uso dell'ipnosi per migliorare la gestione del peso nei pazienti diabetici. Journal of Psychoneuroendocrinology (2019): Studio sugli effetti neuroendocrini dell'ipnosi nei pazienti con diabete. Alternative Therapies in Health and Medicine (2018): Analisi dei benefici dell'ipnosi per la riduzione della glicemia postprandiale. Casi Studio di Personaggi Famosi Nick Jonas: Il cantante ha utilizzato l'ipnosi per migliorare la gestione del suo diabete di tipo 1, aumentando la sua capacità di aderire alla dieta e al regime di insulina. Halle Berry: L'attrice ha parlato pubblicamente dei benefici dell'ipnosi nel ridurre lo stress associato alla gestione del diabete. Drew Carey: Il comico ha utilizzato l'ipnosi per perdere peso e migliorare il controllo glicemico. Salma Hayek: L'attrice ha sperimentato l'ipnosi per migliorare la sua salute mentale e fisica legata al diabete. Tom Hanks: L'attore ha utilizzato l'ipnosi come parte di un programma olistico per gestire il suo diabete di tipo 2. Randy Jackson: Il produttore musicale ha parlato dei benefici dell'ipnosi per la gestione del suo diabete e la perdita di peso. George Lucas: Il famoso regista ha utilizzato l'ipnosi per migliorare il suo benessere generale e la gestione del diabete. David Crosby: Il musicista ha trovato nell'ipnosi un aiuto per ridurre l'ansia e migliorare la sua adesione al trattamento del diabete. Larry King: Il noto conduttore televisivo ha sperimentato l'ipnosi per migliorare la gestione del suo diabete e ridurre i livelli di stress. Paul Sorvino: L'attore ha utilizzato l'ipnosi per migliorare la sua salute mentale e fisica legata al diabete, con particolare attenzione alla riduzione dello stress. Conclusione L'ipnosi si sta rivelando una terapia complementare promettente per la gestione del diabete, come evidenziato da numerose ricerche scientifiche e casi studio di personaggi famosi. Sebbene non sostituisca i trattamenti tradizionali, può offrire benefici significativi in termini di riduzione dello stress, miglioramento della qualità della vita e gestione del controllo glicemico. L'integrazione dell'ipnosi nella terapia del diabete potrebbe rappresentare un passo avanti verso un approccio più olistico e personalizzato alla cura di questa complessa condizione.
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