#narrativa e riflessione
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pier-carlo-universe · 14 days ago
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Il lusso della giovinezza di Gaetano Savatteri: Un'indagine tra mistero e generazioni nelle Madonie. Recensione di Pier Carlo Lava
Saverio Lamanna e Peppe Piccionello tornano in una nuova avventura, tra ironia e riflessioni sulla gioventù e il futuro
Saverio Lamanna e Peppe Piccionello tornano in una nuova avventura, tra ironia e riflessioni sulla gioventù e il futuro. Ne Il lusso della giovinezza, Gaetano Savatteri ci porta sulle alte Madonie in compagnia dell’ormai celebre duo di investigatori involontari: Saverio Lamanna, giornalista disoccupato, e Peppe Piccionello, suo amico e mentore. I due si ritrovano a indagare su un misterioso…
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princessofmistake · 7 months ago
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Basta cedere alla disperazione, lamentarsi, lagnarsi: al dolore si finisce per abituarsi. E fa male. Fa male non essere perfetti. Fa male doversi preoccupare di lavorare per mangiare e avere un tetto. E con ciò? Sarà pure ora. Questo mese finisce il mio primo quarto di secolo, vissuto all'ombra della paura: paura che mi venisse a mancare una qualche perfezione astratta. Ho spesso lottato, lottato e conquistato, non la perfezione, ma l'accettazione del mio diritto di vivere nei miei termini umani, imperfetti.
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diceriadelluntore · 6 months ago
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Storia Di Musica #328 - Francesco De Gregori, Titanic, 1982
I dischi che ho scelto il mese di Giugno hanno un valore ancora più personale, e sono legati da un fatto. A metà Maggio per aggiustare due tegole lesionate salendo in soffitta per fare spazio ho ritrovato degli scatoloni, e in uno di questi, catalogati in buste di carta, come quelle del pane, vi erano dei dischi. Ne ho scelti 5 per le domeniche di questo Giugno. Il primo era nella busta Dischi di Angela, il nome di mia madre. Interrogata, e felicemente sorpresa di aver ritrovato quello scatolone pensato perso dopo un temporaneo trasloco da casa, mi ha raccontato che non comprò il disco appena uscito, ma dopo qualche anno, dopo aver visto un concerto dell'artista di oggi, uno dei più grandi autori della canzone italiana.
Francesco De Gregori era stato lontano dagli studi di registrazione per tre anni: il 1979 era stato l'anno straordinario di Banana Republic con Lucio Dalla e di Viva L'Italia, disco fondamentale e che contiene una storia particolare. Fu infatti il tentativo della RCA, la sua casa discografica, di promuovere l'artista a livello internazionale. Fu ingaggiato Andrew Loog Oldham, leggendario scopritore e primo produttore dei Rolling Stones, che portò con sé una schiera di tecnici e turnisti britannici, e lo stesso De Gregori registrò delle versioni in inglese di alcune delle sue canzoni più note (Piccola Mela, Rimmel, Generale, una versione di Buffalo Bill con Lucio Dalla) con i testi tradotti da Susan Duncan Smith e Marva Jan Marrow, poetessa statunitense che rimase in Italia per un decennio, collaborando con numerosi artisti (Ivan Graziani adatta un suo brano, Sometimes Man, per Patti Pravo, che diviene una dedica per lei, intitolata Marva).
Decide quindi di concentrarsi su un disco che da un lato riprende progetti giovanili sul recupero delle musiche tradizionali, e dall'altro sia una sorta di concept album. Su questo ultimo punto, fu decisiva la lettura nei mesi precedenti le registrazioni di un libro, L'Affondamento Del Titanic di Hans Magnus Enzensberger. Prodotto da De Gregori con Luciano Torani, Titanic esce nel giugno del 1982. È un disco dove De Gregori lascia da parte la canzone d'amore (solo un brano è riconducibile ad una canzone romantica), musicalmente molto vario e che sembra, attraverso il racconto della mitica nave e del suo tragico destino, una riflessione faccia faccia, personale e spirituale, con il mare, i suoi messaggi potenti e profondi. Si apre con Belli Capelli, l'unica canzone d'amore, che lascia lo spazio a Caterina, emozionate omaggio a Caterina Bueno, cantautrice fiorentina che fu la prima a credere nel giovane De Gregori, chiamato come chitarrista nel 1971: i versi «e cinquecento catenelle che si spezzano in un secondo» sono un omaggio ad un brano di Bueno, «e cinquecento catenelle d'oro/hanno legato lo tuo cuore al mio/e l'hanno fatto tanto stretto il nodo/che non si scioglierà né te né io». La Leva Calcistica Del '68 è uno dei classici degregoriani, toccante racconto di un provino calcistico di un dodicenne nel 1980, con uno dei testi più belli del Principe (E chissà quanti ne hai visti e quanti ne vedrai\Di giocatori tristi che non hanno vinto mai\Ed hanno appeso le scarpe a qualche tipo di muro\E adesso ridono dentro al bar\E sono innamorati da dieci anni\Con una donna che non hanno amato mai\Chissà quanti ne hai veduti\Chissà quanti ne vedrai). La parte centrale del disco, musicale ed emozionale, è la cosiddetta trilogia del Titanic. L'Abbigliamento Di Un Fuochista, cantata con Giovanna Marini (grande custode della musica tradizionale italiana, recentemente scomparsa) racconta una storia di emigrazione attraverso il doloroso dialogo madre-figlio sullo sfondo della tragedia, e De Gregori in un disco successivo, altrettanto famoso, La Donna Cannone (1983), inserirà un brano, La Ragazza E La Miniera, che è la prosecuzione narrativa di questo brano. Titanic, dal meraviglioso ritmo sudamericano, è il brano metafora della questione sociale: la divisione in classi, prima, seconda e terza, che accomuna la nave alla società. I Muscoli Del Capitano inizia come Il Tragico Naufragio Della Nave Sirio, canzone popolare resa celebra da Caterina Bueno, e molti notarono lo stile particolare del testo, un riferimento alla narrazione futurista del progresso, della potenza meccanica, al mito dell'acciaio e dell'industria. La canzone, meravigliosa, sarà oggetto anche di numerose riletture, e ricordo quella convincente di Fiorella Mannoia in Certe Piccole Voci (1999). Il disco si chiude con il riff, spiazzante, di 150 Stelle, sulle bombe e i bombardamenti, con il simpatico rock'n'roll di Rollo & His Jets, che nel testo cita due dei suoi migliori collaboratori, Peppe Caporello (bassista mezzo messicano soprannominato chicco di caffè) e Marco Manusso (chitarrista con quel nome strano) che insieme con Mimmo Locasciulli suonarono nel disco. Leggenda vuole che per gli arrangiamenti dei fiati Caporello volle un paio di scarpe di tela Superga bianche. Chiude il disco il pianoforte, dolcissimo e malinconico, di San Lorenzo, in ricordo dei bombardamenti del 19 luglio 1943 sul quartiere romano di San Lorenzo ad opera degli alleati. Canzone stupenda, è anch'essa ricchissima di riferimenti: i versi su Pio XII che incontra la gente si rifà ad una famosissima fotografia (scattata però, ma si seppe anni dopo, davanti alla Chiesa di San Giovanni In Laterano, nell'agosto del '43 dopo la seconda sequenza di bombardamenti), il verso Oggi pietà l'è morta, ma un bel giorno rinascerà è presa dal famoso canto partigiano di Nuto Revelli.
Il disco, con in copertina il merluzzo su un piatto in un frigorifero accanto a un limone tagliato fotografato da De Gregori e colorata da Peter Quell, fu anche un successo di critica e di vendite: nonostante non ebbe traino da nessun singolo, vendette 100000 copie nel primo mese, regalando le sue canzoni stupende, con De Gregori che fu il primo a ripercorrere le orme del Battiato de La Voce Del Padrone, unendo nel modo più convincente la tradizione cantautorale, in questo lui un Maestro insuperato, con il grande pubblico.
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multiverseofseries · 3 months ago
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Beetlejuice Beetlejuice: il ritorno del cult di Tim Burton è un sentito omaggio
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Il classico di Tim Burton degli anni '80 torna con parte del cast originale, da Michael Keaton a Winona Ryder, oltre alla new entry Jenna Ortega. Presentato al Festival di Venezia 2024.
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La musica incalzante di Danny Elfman, la camera che scivola sulla cittadina di Winter River. È con un brivido che si accoglie l'apertura di Beetlejuice Beetlejuice, da fan di vecchia data del cult di Tim Burton e da amanti della filmografia del regista. Perché si capisce subito che è proprio ai fan di vecchia data che parlerà in prima battuta il film, questo ritorno che si affida a buona parte del cast originale, da Michael Keaton a Winona Ryder, con delle new entry d'eccezione come Willem Dafoe, Jenna Ortega e, ovviamente, Monica Bellucci.
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Winona Ryder torna nel sequel
Una trama (troppo?) elaborata per Beetlejuice Beetlejuice
Partiamo dallo spunto e l'intreccio, che ci hanno lasciato sensazioni contrastanti: ci è piaciuto lo spunto iniziale di tornare ai personaggi iconici di Beetlejuice a distanza di tanti anni, per ritrovare i Deetz e vedere come sono diventate le loro vite, dalla madre Delia che ancora insegue le sue pulsioni artistiche alla figlia Lydia la cui esistenza è ancora avvolta in quell'alone oscuro che avevamo amato negli anni '80, convogliato nella sua attività professionale. A loro si aggiunge una terza generazione di Deetz, rappresentata dalla figlia di Lydia, Astrid, tutte raccolta nuovamente a Winter River.
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Una sequenza di Beetlejuice Beetleuice
Lì la ragazza scopre il plastico dei Maitland ed entra in contatto con il mondo del soprannaturale in modi inaspettati, aprendo le porte al ritorno di Beetlejuice che è intanto alle prese con l'unico essere che riesce a spaventarlo: la sua ex moglie Delores. Più linee narrative che a tratti non trovano lo spazio e l'equilibrio necessario, come se la voglia di aggiungere idee e spunti avesse preso il sopravvento sulla compattezza narrativa. Un difetto che emerge soprattutto nel secondo atto, per poi sfociare con energia in un gran finale che rende giustizia alla potenza iconica dell'originale.
Un sequel tra evoluzione e omaggio
Abbiamo subito accennato a quello che ci è sembrato l'unico difetto di un film che nel complesso funziona: lo fa in quanto commedia macabra, con il gusto dark di Tim Burton che riemerge come in passato; lo fa in quanto omaggio in grado di parlare ai fan dell'originale, con richiami continui e sensati che i conoscitori sapranno identificare e amare; lo fa, ancora, come evoluzione di quei personaggi a cui ci sentiamo legati e che ritroviamo con emozione. In Beetlejuice Beetlejuice si nota, più che in altre produzioni recenti del regista, la voglia di costruire sequenze di grande impatto e nel divertimento che proviamo scorgiamo quello dello stesso Burton.
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Jenna Ortega è una delle new entry del film di Tim Burton
Parallelamente și percepisce la riflessione di un autore più maturo alle prese con personaggi che hanno abituato il suo passato e che esplora con curiosità a distanza di anni. Una riflessione che riguarda loro, ma in parallelo anche se stesso, un modo per ripensare alla sua vita e la sua carriera dal punto di vista privilegiato dell'autore più maturo.
La forza iconografica di Beetlejuice
È indubbio che il primo film abbia una forza iconografica incredibile, che abbia proposto al pubblico una sequenza da storia del cinema (la celebre, impagabile, cena/ballo) e il timore era che il sequel di Beetlejuice non riuscisse a rivaleggiare col suo predecessore su questo fronte. Seppur ovvio che qualcosa di quella potenza sia inarrivabile, non mancano i grandi momenti in questo nuovo film: una sequenza vede protagonista Monica Bellucci, un regalo di Burton all'attuale compagna, un altro è il gran finale, una cerimonia a ritmo di musica.
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Beetlejuice Beetlejuice: un'apparizione di Danny DeVito
Insomma un'operazione riuscita, un film compiuto al di là di qualche problema di gestione delle diverse linee narrative, ma soprattutto un film che i fan di Tim Burton e del primo Beetlejuice - Spiritello porcello apprezzeranno. Da estimatori non possiamo che esserne felici!
Conclusioni
In conclusione Beetlejuice Beetlejuice è un sentito omaggio di Tim Burton al suo film degli anni ’80 e a quel pubblico che l’ha seguito sin dagli esordi. Il cast originale conferma il lavoro fatto sui personaggi e ne evolve la portata, le new entry completano il quadro in termini di evoluzione della storia. Qualche incertezza di scrittura, soprattutto nella parte centrale della storia, non rovina un film che diverte ed evoca quelle sensazioni che dal sequel di Beetlejuice ci saremmo aspettati.
👍🏻
L’estetica di Tim Burton, che ritroviamo con piacere.
Quel gusto per la commedia dark, tipica dell’autore.
Michael Keaton, Winona Ryder e il cast originale.
Un paio di sequenze potenzialmente cult.
👎🏻
Alcune storyline meno sfruttate.
Qualche problema di equilibrio tra vecchi e nuovi personaggi.
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bibliotecasanvalentino · 27 days ago
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Ed eccoci di nuovo qui con la rubrica a cadenza mensile e precisamente l'ultimo giorno di ogni mese, curata dalla nostra utente e amica @valentina_lettrice_compulsiva
Questa rubrica nasce anche e soprattutto da una riflessione che ci accompagna da un po' di tempo: per una "piccola" biblioteca di un piccolo paese non è sempre facile stare al passo con le richieste, i suggerimenti, le necessità degli utenti e non. Per questo motivo, con l'aiuto di Valentina scopriremo nuovi autori e nuove letture, consigli e spunti di riflessione, insieme a curiosità e notizie sui nostri cari libri. E allora, diamo il benvenuto a questo nuovo spazio culturale dove si viaggerà alla scoperta delle case editrici indipendenti: ʟᴇᴛᴛᴜʀᴇɪɴᴅɪᴇ.
La casa editrice di questo mese è: @pelledocaeditore
Buona lettura a tutti!
GHOST STORIES – M. R. JAMES
È la notte di Halloween, quale modo migliore di trascorrerla se non leggendo le storie di fantasmi dello scrittore e medievalista britannico Montague Rhodes James?
La casa editrice Pelledoca, specializzata in narrativa per ragazzi, ha pubblicato un graphic novel che raccoglie i cinque racconti più famosi dell’autore, nell’adattamento di Leah Moore e John Reppion, in cui vengono trattati: il tema della vendetta, del ritorno dal regno dei morti, della curiosità che spinge l’uomo a superare limiti invalicabili.
I protagonisti di queste storie sono studiosi impegnati in misteriose e insidiose ricerche in archivi polverosi o in dimore infestate, che si trovano ad affrontare esperienze al di là dell’umana comprensione.
"LA MEZZATINTA", in assoluto il mio racconto preferito di James, racconta di un dipinto che, notte dopo notte, prende vita per ricordare in eterno la terribile vendetta di un nobile decaduto.
"IL FRASSINO", invece, narra la storia di un albero che nasconde un terribile segreto, legato alla morte di una donna giustiziata per stregoneria
"LA NUMERO 13" racconta di una stanza d’albergo che appare e scompare.
"IL CONTE MAGNUS" è ambientato in un mausoleo misterioso nel quale sarebbe meglio non entrare.
“FISCHIA E IO VERRÒ DA TE” narra di un fischietto capace di evocare mostri e demoni.
Le splendide illustrazioni di Fouad Mezher, Alisdair Wood, George Kambadais, Abigail Larson e Al Davison costituiscono il valore aggiunto del volume.
COSA MI È PIACIUTO
Adoro la letteratura gotica e, in particolare, le storie di fantasmi. Quelle di M. R. James mi hanno sempre affascinata per le ambientazioni cupe e le vicende oscure che le caratterizzano.
COSA NON MI È PIACIUTO
Purtroppo l’età avanza e ho avuto un po’ di difficoltà a leggere le vignette di alcune tavole.
   
L’AUTORE
M. R. James (1862-1936) è stato uno scrittore e studioso medievale, ricordato soprattutto per le sue storie di fantasmi che sono considerate tra le migliori del genere. I racconti di M. R. James continuano ad influenzare molti dei grandi scrittori di oggi, tra cui Stephen King  (che discute di James nel libro di saggistica del Danse Macabre, 1981) e Ramsey Campbell.
LA CASA EDITRICE
I libri di Pelledoca editore vogliono raccontare storie belle, forti e particolari. Storie da brivido, capaci di tenere il lettore con il fiato sospeso e gli occhi incollati alla pagina. La casa editrice ha fatto una scelta precisa, decidendo di occuparsi solo di thriller, noir e mistero. Chi scrive per Pelledoca accompagna i lettori, soprattutto i più giovani, in un mondo narrativo di intrighi in cui si muovono personaggi equivoci, vittime e carnefici, ma anche astuti eroi.
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empedoclecielo · 6 days ago
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Sciascia Alien
Universo senza donne: Sciascia non narra mai di grandi passioni sentimentali. Nel suo universo la donna, come costante essenziale di tutte le altre vicende umane, non esiste.
Protagonisti sono i capipopolo e gli assassini, i cardinali, i ruffiani, i colonnelli dei carabinieri, i ministri, i confidenti di polizia, i teologi, i viceré, gli accattoni: la donna mai!
In quello che probabilmente resta il suo libro esemplare, per perfezione narrativa e nitidezza di significati morali, “Il giorno della civetta”, unico personaggio femminile presente in tutto l’arco del racconto è la vedova Nicolosi, che praticamente costituisce il perno dialettico dell’intera vicenda: il marito è stato assassinato per un delitto di mafia, e tuttavia qualcuno vuole dimostrare com’egli sia stato semplicemente trucidato da un misterioso amante della donna. C’è, per un attimo, un presentimento da tragedia greca. Ma appena la vedova Nicolosi fa un passo avanti (che diamine, l’uomo che hanno ucciso era il suo uomo, tutto dovrebbe gridare vendetta, violenza, passione in lei) Sciascia la ricaccia subito gelidamente indietro. E’ gelido anche nel descriverla, quasi con l’involontaria ironia di un verbale di carabinieri: «Era bellina la vedova; castana di capelli e nerissimi gli occhi, il volto delicato e sereno ma nelle labbra il vagare di un sorriso malizioso. Non era timida. Parlava un dialetto comprensibile. Qualche volta riusciva a trovare la parola italiana, o con una frase in dialetto spiegava il termine dialettale!».
Tutta la storia d’amore di questa donna, giovane, bella, alla quale hanno letteralmente strappato il marito per farne pupo da zucchero (un dolce tipico siciliano che si regala ai bambini nel giorno dei Morti), tutta la passione, i fremiti, il desiderio tradito, il dolore, la violenza sensuale, i sogni spezzati, l’essere donna di questa vedova, tutto il suo grido di femminilità violentata, si racchiude in questo placido periodo, allorché ella racconta il suo rapporto con l’ucciso:
«Egli ha conosciuto me ad un matrimonio: un mio parente sposava una del suo paese, io sono andata al matrimonio con mio fratello. Lui mi ha vista e quando quel mio parente è tornato dal viaggio di nozze, lui gli ha dato incarico di venire da mio padre per chiedermi in moglie. Dice “è un buon giovane, ha un mestiere d’oro”, e io dico che non so che faccia ha, che prima voglio conoscerlo. E’ venuto una domenica, ha parlato poco, per tutto il tempo mi ha guardata come fosse in incantamento. Come gli avessi fatto una fattura, diceva quel mio parente. Per scherzare, si capisce. Cosi mi sono persuasa a sposarlo!». Nelle donne di Sciascia non ci sono proiezioni d’ombre e trasalimenti di Ecuba, Fedra, Medea, nessuna femminilità tragica e furente, nessuna donna come madre della vita. Il rapporto sentimentale fra uomo e donna è sempre grigio, usuale, senza misteri. Sciascia probabilmente non ritiene la donna pari all’uomo, né come individuo, né dentro la storia. Una aggregazione, una appendice, un elemento di spettacolo. Le donne: mogli, amanti, duchesse e puttane, vengono sulla scena a recitare la loro parte e basta. Sono ininfluenti, emettono suoni, non comunicano sentimenti. Comparse che servono semmai alla battuta del maschio, alla sua riflessione; al più sono comprimarie utili al dialogo, in cui tuttavia gli uomini protagonisti formulano infine il pensiero essenziale, l’unico degno di rispetto.
da I Siciliani (maggio 1983)
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blog-980089 · 15 days ago
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Il Viaggio di Paulo Coelho verso l’Icona Letteraria Globale
Paulo Coelho è diventato uno dei più celebri scrittori contemporanei grazie alla sua capacità di toccare corde universali con le sue storie spirituali e ricche di saggezza. Nato in Brasile, la sua vita è stata un percorso straordinario che lo ha portato da esperienze difficili a un successo globale come autore. Il suo cammino, nonostante le numerose sfide, ha ispirato milioni di lettori in tutto il mondo, e attraverso piattaforme come z.library Coelho ha visto le sue opere diffondersi tra coloro che amano la lettura digitale.
Le Origini di Coelho: Ribellione e Sogni Infranti
Il viaggio di Coelho inizia con una giovinezza turbolenta caratterizzata da una ricerca costante di libertà e comprensione. Cresciuto in una famiglia conservatrice, trovava spesso rifugio nei libri e nei sogni di diventare uno scrittore. Tuttavia, il suo spirito ribelle portò anche a difficoltà personali. Fu mandato in istituti psichiatrici dai genitori preoccupati per il suo comportamento anticonformista ma non si lasciò abbattere e usò queste esperienze come fonte d’ispirazione.
Un insegnamento nascosto nella sua esperienza adolescenziale è l’importanza della perseveranza e della ricerca di sé, valori che traspaiono in molti dei suoi scritti. È come se ogni libro fosse una parte di lui stesso riflessa tra le pagine.
Il Momento di Cambiamento: Santiago e il Pellegrinaggio
Uno dei momenti più significativi nella vita di Coelho avvenne quando decise di intraprendere il famoso cammino di Santiago de Compostela. Questo pellegrinaggio fu un’esperienza di trasformazione profonda che segnò una svolta spirituale e letteraria nella sua vita. Al termine del cammino, Coelho sentì il bisogno di condividere questa scoperta interiore attraverso la scrittura.
Il Pellegrinaggio divenne il primo romanzo in cui Coelho esplora il concetto di ricerca personale e realizzazione, un tema che sarebbe poi diventato centrale in tutta la sua opera. Per lui, scrivere non era solo raccontare una storia, ma offrire ai lettori una guida alla scoperta di sé.
L'Alchimista: Il Successo Mondiale
Con la pubblicazione de L’Alchimista, Paulo Coelho raggiunse il successo planetario. Questo romanzo, incentrato sulla ricerca del proprio destino, ha conquistato lettori di ogni età e cultura per la sua semplicità e profondità. L’alchimista ha venduto milioni di copie e ha trasformato Coelho in una figura iconica nella letteratura moderna.
La sua popolarità si basa su alcuni punti distintivi che fanno di lui un autore unico:
Storie dal linguaggio semplice e diretto
Temi universali come l’amore e la realizzazione personale
Spiritualità e filosofia accessibili a tutti
Utilizzo di personaggi che riflettono il viaggio interiore dell’autore
Inoltre, la presenza delle sue opere nelle biblioteche digitali ha permesso a sempre più persone di scoprire il suo mondo letterario senza dover andare in una libreria fisica.
Il Messaggio di Coelho: Trasformare il Dolore in Crescita
I libri di Paulo Coelho non sono solo romanzi ma veri e propri strumenti di riflessione per affrontare le sfide della vita. Coelho invita i lettori a considerare le difficoltà non come ostacoli, ma come opportunità di crescita e trasformazione. La sua filosofia si rivolge a chiunque cerchi uno scopo più profondo nella propria esistenza e riconosce che la vita è una continua evoluzione.
Riflessioni Spirituali nei Romanzi di Coelho
Le riflessioni spirituali sono il cuore della narrativa di Coelho. Nei suoi romanzi, ogni esperienza è vista come un tassello essenziale del viaggio umano. Tra visioni mistiche e insegnamenti antichi, Coelho invita ciascun lettore a esplorare la propria anima e a trovare risposte dentro di sé.
Un Esempio di Perseveranza per Scrittori Emergenti
Paulo Coelho è oggi una fonte di ispirazione non solo per i lettori, ma anche per molti scrittori emergenti che vedono nel suo percorso una prova che, nonostante le difficoltà, il successo è possibile.
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nusta · 3 months ago
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Finito poco fa in spiaggia, prima che scoppiasse il temporale. Veloce, interessante, insolito. Se vi piace il ciclo arturiano, questa è una riflessione su alcune donne, più o meno protagoniste, delle storie che sono state narrate e rimaneggiate nel tempo. Se vi piacciono le fan-fiction e la narrativa di rielaborazione, è una illuminante critica sulla prospettiva e sulle carenze della rappresentazione e le conseguenze sull'immaginario collettivo. Se avete amato Michela Murgia, è una piccola finestra biografica su un pezzetto della sua vita che ha fatto da significativo ingrediente per quello che è stato composto successivamente.
Non esistono libri innocui, perché non siamo innocui noi. Gli esseri umani sono pericolosi e quello che nutre il loro immaginario si rivela l’innesco di processi di misteriosa combustione, talvolta divampante, talvolta ardente in latenza, come una minaccia in attesa di concretizzarsi. Non sempre ne siamo consapevoli mentre leggiamo e forse è un bene, perché credo saremmo più cauti nel considerare le storie un diversivo al reale: ne sono invece la matrice.
(...)
In nessuno dei libri che avevo letto fino a quel momento il conflitto di genere era mai stato posto con questa chiarezza, né mai l’avevo visto collegato all’immaginario religioso. Ne uscii scioccata. Le considerazioni politiche e specificamente femministe che sono in grado di formulare oggi ovviamente non erano così strutturate mentre leggevo il libro in nave, ma la storia le insinuava in modo molto efficace e per me tutt’altro che indolore. In quella riscrittura c’era però già qualcosa di ineludibile: l’evidenza che il cristianesimo– che negli anni del papato di Giovanni Paolo II sbraitava ancora per essere riconosciuto come unica “radice d’Europa”– appariva sì dominante, ma solo in quanto distruttore di tutte le alternative. Acquisire questa consapevolezza durante la lettura del romanzo non fu un processo neutro per me. Mentre facevo quella traversata in mare nella notte con in mano Le nebbie di Avalon, io ero vicepresidente diocesana dell’Azione cattolica.
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daimonclub · 4 months ago
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Amori, lettura e scrittura in estate al lago
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Estate al lago Amori, lettura e scrittura in estate al lago, un articolo che analizza il romanzo Estate al lago di Alberto Vigevani, con un estratto di alcune pagine del testo. Attorno agli anni '90 avevo trovato allegato ad una rivista, in omaggio, il libro Estate al lago di Alberto Vigevani e benché non fossi un grande amante dei romanzi, visto che non potevo andare in vacanza e poiché in gioventù avevo trascorso spesso delle giornate estive sul lago di Garda, benché in questo caso si trattasse del lago di Como, memore di qualche rifermento ai Promessi Sposi del Manzoni, decisi di leggerlo.  Il lago in ogni caso ha comunque un fascino particolare, e come dicevo anch'io ho trascorso in questi ambienti un bel po' di giornate, prima con mia mamma che mi accompagnava per andare a pescare attorno ai 12-13 anni, nelle acque di Salò, Maderno, Desenzano, poi con i miei amici negli anni turbolenti della mia adolescenza, principalmente a Toscolano Maderno, Manerba, Padenghe, e poi ancora sul Lago d'Idro, e infine ancora con mia mamma alle terme di Sirmione. Ora a distanza di più di trent'anni da quel periodo e a ben 66 anni dalla pubblicazione del libro avvenuta nel 1958, ho deciso di dedicargli questo articolo, anche perché, visto che siamo in estate e la gente in genere legge sempre meno, mi sento di affermare che leggere "Un'estate al lago" di Alberto Vigevani è come concedersi una vacanza letteraria, ricca di emozioni, riflessioni e bellezza. Direi per prima cosa che consigliare questo romanzo, snello ma succulento, significa suggerire un viaggio emozionante nella nostalgia e nella bellezza del passato. Ed ora vi elencherò diversi punti per cercare di convincere qualcuno a non perdere questa occasione letteraria. 1) Vigevani è un maestro nel creare atmosfere che trasportano il lettore direttamente nelle calde estati italiane, tra paesaggi lacustri incantevoli e la quiete della natura. 2) I protagonisti del romanzo sono descritti con una profondità psicologica che permette al lettore di immedesimarsi nelle loro vite e nei loro sentimenti. Le loro storie e interazioni sono il cuore pulsante del libro. 3) La prosa di Vigevani è elegante e poetica, rendendo la lettura un'esperienza estetica oltre che narrativa. La sua capacità di descrivere i dettagli con delicatezza e precisione arricchisce ogni pagina. 4) Il romanzo esplora temi come l'amore, la memoria, la perdita e la ricerca di sé, offrendo spunti di riflessione che risuonano profondamente con i lettori di ogni età. 5) Ambientato negli anni '30, "Un'estate al lago" offre un affascinante spaccato di un'epoca passata. Vigevani riesce a catturare l'essenza del tempo e del luogo, permettendo al lettore di vivere un pezzo di storia italiana attraverso gli occhi dei suoi personaggi. 6) Il libro è pervaso da una dolce nostalgia, che invita il lettore a riflettere sulla propria infanzia e sui ricordi estivi. Questa introspezione rende la lettura profondamente personale e toccante. 7) "Un'estate al lago" è stato accolto favorevolmente dalla critica, che ne ha lodato la qualità narrativa e la profondità emotiva. È un'opera apprezzata sia dai lettori che dagli esperti letterari. 8) La descrizione dei paesaggi, delle giornate estive, e delle piccole gioie quotidiane crea un'esperienza immersiva che consente al lettore di "vivere" l'estate al lago insieme ai personaggi.
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Alberto Vigevani Alberto Vigevani (1918-1999) è stato uno scrittore, poeta ed editore italiano. Nato a Milano, si distinse per la sua produzione letteraria caratterizzata da una prosa elegante e malinconica. Oltre a numerosi romanzi e racconti, Vigevani pubblicò poesie e si dedicò all'editoria, fondando la casa editrice Il Polifilo, specializzata in libri d'arte e di alta qualità tipografica. Le sue opere riflettono spesso la nostalgia per un mondo perduto e la complessità delle relazioni umane. Vigevani è ricordato come una figura importante nel panorama culturale italiano del XX secolo. Oltre a Estate al lago ha pubblicato Un’educazione borghese; La casa perduta; L'abbandono; La breve passeggiata. Ha ottenuto, tra altri, il Premio Bagutta. Estate al lago. L'estate era stata diversa da quelle passate: le ultime vacanze dell'infanzia. Era maturata per Giacomo una nuova età: dalla suggestione dei sensi alle delicate immagini del suo amore puerile. Tutto si poteva dire in silenzio e tutto si scioglieva in contemplazione. Come ha scritto Geno Pampaloni nell'introduzione al testo, la verità del libro è in questo attimo di sospensione vitale, in questo (doloroso e insieme corroborante) diritto al segreto di fronte alla violenza della realtà. E, la sua, una sospensione magica, illusa e labile com'è proprio dell’adolescenza. Ma non è solo sua: è anche l’illusione ansiosa del silenzio e della contemplazione, quella lieve vertigine fatta di insicurezza, di angoscia e di nostalgia che caratterizzò la cultura europea tra le due guerre al cospetto delle dittature e nell’imminenza della tragedia. Pampaloni spiega molto bene la natura del romanzo e tutti i suoi risvolti, come si evince da queste sue riflessioni. " Intendiamoci. La qualità poetica del racconto del Vigevani attinge a una cultura riflessa. Tutto è già alle sue spalle. «Tutto è accaduto», come dice un titolo di Corrado Alvaro, che sentì come pochi altri scrittori, con intelligenza amara, la transizione esistenziale propria del nostro tempo. Non per nulla Alberto Vigevani è libraio antiquario, ed è editore di testi preziosi e dimenticati della più raffinata tradizione, quasi che la sua vocazione di uomo sia dedicata al recupero, all’assaporamento di valori non mercificabili, alla fedeltà della memoria. Dietro di lui scrittore si staglia la grande ombra di Proust, il fascino della grande borghesia colta, intenta a cogliere l’ultima essenza di un mondo stremato dai suoi stessi valori... Perciò, contrariamente allo schema usuale, per cui l'adolescente passa dalla innocenza alla torbida scoperta del sesso, egli supera abbastanza rapidamente l’accensione sensuale, e sublima la sua ricchezza affettiva in un amore impossibile per la bionda e gentile madre del suo compagno di giuochi. Ma ecco che qui racconto d’amore e storia di un’educazione sentimentale si saldano.
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Lago di Como in estate Che cosa rivela a Giacomo l’incontro con la giovane donna e il suo figliolo malato e ardente? 1. La forza della passione, così profonda e coinvolgente da risultare rasserenante anche se dolorosa; 2. L’« armonia e tenerezza» che unisce madre e figlio in un legame meraviglioso, compatto, inscindibile; 3. L'ambiguità della figura materna, ove si mescolano la dolcezza sensuale e il tepore protettivo, oscuro modello e | presagio di un’ambiguità esistenziale che accompagna l’intera vita; 4. La gioia pura e malinconica della bellezza, che invita al silenzio e alla contemplazione; 5. Gli rivela infine la possibilità stessa della rivelazione dell’io profondo, vertiginosa «come se si trovasse sull’orlo della propria vita ». Tutto questo lo prepara all’intuizione finale: «com'era complesso l’amore; non solo desiderio d’armonia, di bellezza, ma anche aspirazione a non esistere più, ad annientarsi. E ancora: vi era qualcosa di crudele, d’irrimediabile, qualcosa che non si sarebbe nemmeno potuto confessare, anche se lo avesse veramente compreso ». Questo è, mi pare, il tratto originale del personaggio (e del libro): la perdita dell’innocenza, momento fatale di ogni adolescenza, si trasforma, come in dissolvenza, nella consapevolezza della complessità dell'amore, con tutto ciò che di ambiguo, di doloroso, ma anche di certo e, in qualche senso, di supremo, tale consapevolezza porta con sé. Mentre si chiudono, tra le prime piogge e i colori spenti dell'autunno, le «ultime vacanze dell’infanzia », l'educazione sentimentale di Giacomo può dirsi compiuta, ma nel senso che il velo d’ombra di un’incompiutezza infinita si proietta a occupare ogni possibile futuro. Il crepuscolo di adolescenza, la lacerazione tra innocenza e maturità, che egli ha vissuto nell’estate al lago, è destinata a durare per sempre. Ma si capisce che, avviandosi ignaro verso i tempi della violenza e della devastazione che si affacceranno alla storia, egli entrerà nella vita non sotto il segno della conquista ma sotto il segno della poesia." Ma ora lasciamo lo spazio ad alcune pagine del libro. I primi giorni di vacanza seguirono rapidi, come una febbre che accalori le guance e svanisca lasciando una stanchezza, un senso di sonnolenza, e ancora fame di nuova stanchezza e di sonno. I cugini erano arrivati: l’Elisa, gentile e non bella, dal corpo pesante, la fronte a bauletto sporgente sopra gli occhi; Aldo, che aveva l’età di Stefano e dipingeva all’acquarello; Mario, un ragazzo calmo, maggiore di Giacomo di due anni. Stavano sempre insieme: nuotavano, andavano in barca, a volte salivano sulla strada di Porlezza, dov'era una valle segnata da un fiumiciattolo incassato, il Senagra. Altre partivano per Cadenabbia o, dalla parte opposta, per Acquaseria e Gravedona, in bicicletta, con la merenda al sacco, e dopo aver fatto il bagno si riposavano sui prati. Formavano una compagnia allegra, con altri giovani che s'erano aggiunti: la bruna che Stefano aveva conosciuto al Lido, Elsa, figlia del padrone dell’albergo Victoria, e il fratello, un giovane basso, il tuffatore migliore della spiaggia, che anche fuori portava una calottina rossa sui capelli impomatati. Poi le due ragazze Lanfranchi, già da Milano amiche dei cugini: la maggiore slanciata, con occhi verdi luminosi; la minore, grassottella e addormentata, con gli stessi occhi, ma sbiaditi e gonfi, che le davano l’espressione attonita di un pesce... Giacomo aveva scoperto per conto suo che l’Elsa non era tutta muscoli, ma d’una bellezza così piena e persuasiva che se ne sentiva attirato. Tuttavia la sua inclinazione non andava oltre il piacere degli occhi e quel senso di vergogna che lo istupidiva se gli capitava di rimanere solo con lei. La presenza di Clara, d’altra parte, riusciva a rendere leggera l’aria che li avvolgeva, nulla in essa s’incideva con troppa asprezza, appena vi si accennavano le amicizie ancora incerte. L’Elisa e la minore delle Lanfranchi divennero inseparabili, Mario stava insieme con Giacomo che era il più giovane ma non stonava in mezzo agli altri, in quei primi giorni in cui tutto scaturiva con spontaneità, come se per le vacanze fossero tornati ragazzi anche i grandi. Forse non badavano alla differenza di età, o lo ammettevano perché li faceva ridere con uscite in cui, incitato dal desiderio di farsi notare, caricava il suo senso dell'umorismo di una capacità d’invenzione che si smentiva di rado. Le zitelle che aveva spaventato in bicicletta erano divenute dei personaggi, così Antonio, il custode, di cui rifaceva la voce e imitava i discorsi farciti d’interiezioni, di proverbi detti a sproposito. Ma forse erano gli altri, a completare o ad accrescere il ridicolo dei suoi accostamenti, delle trovate che gli nascevano spontanee dal troppo parlare, quando si eccitava: la verità era che avevano voglia di ridere, di sentirsi disinvolti e spensierati prima d’addentrarsi nel terreno sfuggente e sconosciuto delle nuove amicizie.
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Cartina del lago di Como Finirono anche quei giorni d’attesa: Stefano ora lo respingeva, se gli andava vicino mentre aveva al braccio l’Elsa; rispondeva a monosillabi. Durante le gite Giacomo e Mario restavano indietro. Prima, avevano tutti riso delle sue immagini, si era sentito ammirato dalle ragazze, invidiato da Mario, in brevi momenti di esaltazione che lasciavano adesso il posto a un risentimento. Supponeva d’essere condannato a portare i calzoni corti in eterno, come un segno d'’inferiorità. Tra loro due e i grandi duravano lunghi silenzi, le parole di Giacomo cadevano senza che nessuno le raccogliesse, e a un tratto s'’accorgevano che i giovani camminavano avanti, sulla mulattiera lungo il monte, o rimanevano solo loro sulla spiaggia, mentre gli altri se n'erano andati in barca senza chiamarli. Li ritrovavano poi che ballavano nella sala a pianterreno della villa o all’albergo Victoria... Presto arrivò luglio. Negli alberghi si davano i primi balli: la stagione vera sarebbe venuta a settembre. Clara si metteva in abito lungo e veniva a farsi ammirare prima di uscire. Stefano vestiva lo smoking e Giacomo gli faceva compagnia mentre si preparava in bagno e annodava la cravatta davanti allo specchio. Forte e giovane, le sopracciglia folte, gli occhi vellutati e scuri uguali a quelli del padre, pareva lontano come mai, e proprio nel momento in cui gli offriva maggiore confidenza. Delle feste parlavano a tavola, il giorno dopo. Gli rimanevano nella mente episodi e nomi di persone, uditi nei discorsi dei fratelli, con il prestigio delle cose inaccessibili. Se la festa era a Menaggio, andava con le domestiche a vedere l’entrata dai cancelli. L’Emilia gli metteva una mano sulla spalla; diceva: «Ti piacerebbe vestirti da sera, ballare anche tu? »... A metà d’agosto il padre tornò per fermarsi una settimana. Giacomo quasi non s’accorgeva di lui. Gli era toccato ancora deluderlo: non aveva mai adoperato gli attrezzi e aveva fatto pochi progressi nello studio. Si sentiva in colpa, guardandolo: come provasse il sentimento che il padre fosse, senza sospettarlo, esposto a subire le conseguenze di ciò che a un tratto poteva insorgere nel suo animo. Gli appariva incapace di difendersi, nell’abito di tela un po’ ottocentesco, con la camicia di seta cruda aperta sul collo e il leggero copricapo di panama che sbiancavano ancor più la sua carnagione cittadina. Del resto non stavano mai insieme: usciva con la madre a visitare parenti o conoscenti che poi venivano a prendere il tè in giardino. A Giacomo sembrava che tra loro due qualcosa fosse già cambiato. Forse temeva per il suo segreto, quando gli occhi del padre si posavano sopra di lui, schiariti da un’ironia dolce e penetrante che avrebbe voluto sfuggire. Eppure, durante il giorno, tra Giacomo e l’Emilia tutto si svolgeva come prima, di nuovo non c'era che la carezza più ardita, le poche sere, ormai, che andavano a passeggio insieme. Spesso lei voleva uscire con l’Elvira, dicendo che si recavano al cinema, dove lui non poteva seguirla. Incontrandolo, sorrideva sempre, lo sfiorava col fianco come per scherzo, forse per vedergli in faccia il turbamento che non riusciva a nascondere. Era come fosse per abbandonarsi a piangere, e non potesse trovare comprensione se non in lei che già mostrava di evitarlo. Ma la notte, prima di addormentarsi, era diverso: come un appuntamento, ogni volta si ripeteva il lungo istante in cui, col respiro disordinato, il capo fitto nel guanciale, brancolava sopra un’immagine di lei oscura e avvincente. Se la raffigurava nuda, nella sua ricchezza segreta, lambita dal buio, le spalle e il petto candidi in luce, il ventre affondato in una macchia. Confusa e incerta ossessione, come confuse e incerte le reminiscenze, il negativo del nudo tra le rocce finte, i corpi femminili alla spiaggia, ogni nutrimento anonimo e frammentario della sua fantasia. A sfiorare quella immagine con una carezza, qualcosa entro di lui si rompeva in una breve liberazione che lo lasciava intontito e vergognoso. Infine una sera, appena partito il padre, che tutti erano usciti - l’Elvira aveva voluto andare al cinema da sola -, udì il passo dell'Emilia nella stanza che occupava all’ultimo piano, sopra la sua. Giacomo aveva già un poco dormito e quei passi gl’illuminarono d’improvviso la figura di lei, i suoi gesti mentre andava spogliandosi. Gli pulsavano le tempie; senz’accorgersene si trovò fuori della porta. Salì le scale nell’oscurità, cercando di non far rumore. Si sentiva un ladro, temeva che qualcuno potesse sorprenderlo. Una striscia di luce bagnava il pianerottolo, da sotto la porta. Non udiva nemmeno più il passo della donna. S’appoggiò alla maniglia, la porta cedette. Dalla finestra ovale entrava la luna e illuminava il letto. Il suo volto era quasi al buio: pareva ancora più pallido. Vide che i suoi occhi lo fissavano. « Giacomo », disse a bassa voce, « sei tu? ». Siccome non si muoveva, rigido contro la porta, il cuore che gli batteva di furia, lei riprese, con una voce alterata che sembrò una carezza: «Vieni qua». Andò verso il letto in punta di piedi. Si muoveva in quella luce quasi irreale come in una delle apparizioni che venivano a sorprenderlo la notte, quando non riusciva a dormire. Lei gli prese i polsi, l’attirò a sé. Piegando le ginocchia contro la sponda del letto, premette la guancia sulla spalla nuda. Il suo profumo lo confondeva. Dietro la testa di lei, sopra il candore del guanciale colpito dalla luce, i capelli sciolti addensavano un bosco oscuro e segreto da cui si staccava il suo volto smorto, senza più quel sorriso che sempre lo pungeva, sulle labbra adesso aride e schiuse. Gli occhi, scintillanti, sembravano vetri in cui la luce acquistasse profondità.
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Grand Hotel Victoria Liberò le mani per cercarle il seno: annaspavano contro la tela un po’ ruvida della camicia. Fu lei a offrirglielo, scostando la spalla, e gli sembrò che bruciasse; poi quel fuoco gli entrò nella pelle. Lo palpava intero senza sapere dove indugiare. Si riempiva le mani della ricchezza che lei gli aveva ‘nascosto, e non cedeva alla carezza ripetuta ma la chiamava ancora, rinnovandogli come uno spasimo. Era entro un sentiero buio che lo faceva trasalire, e morbido, in cui ritrovava pungente l’odore dei capelli che gli coprivano le guance, la fronte. Un alito resinoso di terra e di donna che pareva quello del suo sangue. «Giacomo », aveva detto, due, tre volte, irosamente, gli era sembrato, muovendo il petto per svincolarsi. Ma s’avvinghiava a lei come se dovesse spremere, succhiare tutto il profumo e il calore che emanava. Poi gli si abbandonò, ansimante. Gli aveva cercato la bocca, la mano, ma appena raggiunte si era scossa, l’aveva allontanato con violenza, accendendo la piccola lampada sul tavolino. Era rimasto in fondo al letto. La fissava, nella debole luce elettrica, i capelli e la camicia in disordine, il volto quasi cattivo, mutato, con le labbra tremanti e tumide. La sua bellezza pareva a un tratto non più lontana, ossessiva, ma come rozza e affranta. Il torpore lo avvolgeva, allontanando ogni cosa nel tempo: si sentiva quasi spettatore di quel suo risveglio. Vide il seno scomparire nello scollo e gli parve una macchia, un fiore raggrinzito, la punta violacea che esitò un istante sull’orlo della camicia. Contrastando con la pelle chiara del petto somigliava a un oggetto immaginato nel sogno, che alla luce reale stupisca. Anche i suoi occhi erano diversi: lo sfuggivano come fosse lei, ora, a provare vergogna e a temere il suo riso. Gli pareva anche un'illusione il sussurro, quasi un gemito, che aveva colto sulle sue labbra. Si era seduta e aveva preso il pettine. Mentre ravviava i capelli si tolse la forcina dalle labbra e disse, a bassa voce: «Ti voglio bene, però sei un bambino ». Parole così fragili gli avevano fatto l’effetto che le avesse pensate, più che dette. Non capiva perché tornava ora un bambino, quando per un lungo momento era stata lei a soffrire sotto il suo abbraccio, e le sue labbra avevano perduto ogni voglia di sorriso. Read the full article
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hildegard-sonnenschein · 4 months ago
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Il Mondo Oscuro e Emozionante di "Neon Genesis Evangelion": Un'Analisi del Manga
Benvenuti nel mio blog dedicato al complesso e affascinante universo di "Neon Genesis Evangelion", un manga e serie animata che ha rivoluzionato il panorama dei media giapponesi negli anni '90. Questo lavoro di Yoshiyuki Sadamoto, basato sull'opera originale di Hideaki Anno, è una profonda riflessione sulla psiche umana, la religione, e la relazione tra umani e macchine.
Il Contesto e la Nascita di Evangelion
"Neon Genesis Evangelion" è ambientato in un futuro post-apocalittico dove l'umanità è costantemente minacciata dagli "Angeli", giganteschi esseri extraterrestri che fanno irruzione sulla Terra. Per difendersi, l'umanità ha sviluppato i mecha chiamati Evangelion, pilotati solo dai giovani selezionati. Il manga, così come la serie animata, esplora le dinamiche tra questi giovani piloti, i loro traumi, e la loro lotta contro i poteri soprannaturali.
Guarda il collegamento:https://www.mangaconigli.com/
Il Protagonista: Shinji Ikari
Al centro della storia c'è Shinji Ikari, un ragazzo introverso e indeciso che viene forzato a diventare il pilota dell'Evangelion Unit-01. La sua relazione con l'Evangelion, così come con i suoi compagni piloti, diventa il fulcro di molte delle tematiche esplorate nella storia: la sofferenza, la responsabilità, e la ricerca di un senso nella vita.
I Temi Profondi
"Neon Genesis Evangelion" è molto più di un semplice manga di mecha. Esso affronta temi complessi come la depressione, l'angoscia esistenziale, e la ricerca di un'identità personale. Il manga esamina la relazione tra umani e macchine, chiedendosi se l'umanità può trovare redenzione attraverso la tecnologia o se, al contrario, questa la condanna all'alienazione.
Gli Angeli e la Battaglia Cosmica
Gli Angeli, oltre a essere un minaccia fisica, rappresentano anche simboli di difficoltà interiori che gli umani devono affrontare. Ogni battaglia contro un Angelo è un'opportunità per i personaggi di esplorare e risolvere i loro problemi psicologici. Questo aspetto rende il manga profondo e riflessivo, oltre che azionato.
L'Arte e la Stile del Manga
Yoshiyuki Sadamoto ha creato un mondo visivamente suggestivo e ricco di dettagli. Il manga è caratterizzato da linee fluide e dinamiche, che rendono ogni scena un'esperienza visiva unica. Inoltre, l'uso del colori e delle sfumature contribuisce a creare un'atmosfera oppressa e intensa, perfetta per la narrativa.
L'Impatto e la Ricezione
"Neon Genesis Evangelion" ha avuto un enorme impatto sulla cultura pop giapponese e internazionale. Il manga e la serie animata sono stati oggetto di studio accademico, hanno ispirato numerosi spin-off, e hanno influenzato generazioni di creatori nel campo dell'animazione e del manga.
Conclusioni
"Neon Genesis Evangelion" è un manga che non si può dimenticare facilmente. Oltre ad essere un'esperienza visiva e narrativa straordinaria, esso offre una profonda riflessione sulla vita, la morte, e la nostra relazione con il mondo. Se siete ancora in dubbio, vi consiglio vivamente di immergervi in questo universo oscuro ed emozionante. L'avventura vi aspetta!
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cinquecolonnemagazine · 4 months ago
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“Crisalide”: la violenza sulle donne nell’analisi di Augello e Messina 
“Crisalide” di Francesco Augello e Teresa Messina edito da Armando Editore è un’interessantissima indagine a 360° su un tema molto triste, preoccupante e di grande attualità: il femminicidio. “Crisalide” è frutto di un prezioso lavoro a quattro mani, un approccio multidisciplinare che ha l’obiettivo di scavare nelle nostre radici culturali per svelare le dinamiche che sono alla base di tanta violenza. Gli autori hanno unito le loro competenze per realizzare un libro completo che affronta la tematica dal punto di vista giuridico, sociologico, psicologico e storico.  “Crisalide”, affrontando anche il fenomeno della realtà virtuale, dello stalking e degli effetti del lockdown, è un testo che offre numerosi spunti di riflessione, specialmente per quanto riguarda il fenomeno del femminicidio commesso da giovanissimi. Come di consueto, ringrazio gli autori per la disponibilità e per il grande contributo che con il loro lavoro hanno dato a un fenomeno sempre più sconcertante. Crisalide” di Francesco Augello e Teresa Messina Salve professore Augello, ci racconta brevemente di cosa si occupa nella vita e qual è la sua specializzazione professionale? Da anni mi occupo di formazione. Ho iniziato con la formazione degli adulti quando avevo 24 anni. Ho sempre avuto una platea diversificata e amplia di formanti, giovani, giovanissimi e adulti. Spesso ho anticipato, nei tempi, tematiche cogenti, affrontando argomenti come il disagio giovanile, il fenomeno delle droghe virtuali e la genitorialità a rischio, coniugando la tecnica, la tecnologia, il suo impiego in senso stretto, con le scienze umane e informatiche, quando tali accostamenti, sembravano incomprensibili. Inoltre, mi sono dedicato alle tecnologie informatiche, come analista/programmatore, combinandole con la pedagogia speciale e sperimentale, insieme al multimedia, a favore delle buone prassi pedagogiche ed educative.  Collaboro da anni con testate giornalistiche e riviste educative e accademiche, affrontando tematiche tiflologiche, andragogiche (una branca della pedagogia) e psicosociali. Nel corso del tempo, ho dato spazio alla saggistica, alla poesia, alla narrativa e all’aforistica. Attualmente, sono impegnato anche nel campo della psicologia clinica e del lavoro, con un maturato interesse per i disturbi della nutrizione e del comportamento alimentare. Crisalide è uno splendido e dettagliato lavoro a quattro mani. Ci svela quando e perché ha scelto di scrivere con la dottoressa Teresa Messina? All’inizio del 2022 abbiamo avviato una disquisizione sul crescendo della violenza di genere, dei femminicidi, alla potente influenza del COVID-19, oltre che ai suoi postumi, per nulla silente. L’isolamento forzato ha messo a nudo l’impensabile, coinvolgendo giovani coppie o presunte tali, coppie adulte, ininfluente se consolidate o meno dalla colla del tempo e dall’età. Questo, nonostante il 2018, con le sue 94 vittime di femminicidio, fosse già stato un anno di brutalità e quantità impressionanti. Ho avvertito la necessità di offrire una prospettiva meno nota sulle dinamiche dei femminicidi, aprendola a tutti e includendovi anche un dizionario sul fenomeno, perché “l’assenza della parole, del dare un nome ai gesti, alle cose, persino all’amaro della violenza, svuota di senso la promozione stessa il cambiamento.   Nel narrato, abbiamo pensato e desiderato anche il contributo, per nulla semplice, di donne, non estranee alla violenza percepita o subita, che hanno preferito rimanere anonime. Teresa Messina, donna, amica e professionista sensibile, è stata la persona più adatta per dare voce a cifre e aspetti giuridici di cui la stessa ha piena conoscenza. Nel libro affrontate la violenza sulle donne a 360°. Qual è, secondo lei, l’aspetto più complicato da gestire e da arginare? Affrontare la violenza sulle donne in modo esaustivo è un compito complesso e delicato. Ma abbiamo voluto perseguire tale intento, ponendoci nella direzione di una lettrice e di un lettore curioso,  fornendo una prospettiva di lettura altra. Non è possibile ragionare sul fenomeno per singoli compartimenti o sommandoli per giungere al tutto. Per tale ragione, il volume, pur presentandosi con diversi contenitori e contenuti, non sacrifica quel filo conduttore che, partendo dalla storia, ne ripercorre la complessità di un fenomeno via via trasformatosi, ahinoi, insieme a quelle coordinate di un progresso tecnologico e globalizzante, giungendo ai nostri giorni sempre più mediato e mediatizzato anche dal ludico, dai social e dalla TV, anch’essa sempre più Soap. La società, dal preadolescente all’adulto e all’anziano, appare, dinanzi a tale piaga sociale, fortemente disattenta e resa sempre più tale dal futile mediaticamente indotto. Il silenzio, quello della vittima, a qualunque età, rimane probabilmente uno degli aspetti più difficili, ancora oggi, da gestire. Salve dottoressa Messina, si vuole presentare anche lei, brevemente, al nostro pubblico di Cinquecolonne Magazine? Sono una dipendente pubblica con una formazione giuridica amministrativa e con un background giuridico sociale sull’immigrazione. Fotografa per passione e da sempre amante dei viaggi. La società ci rimanda continuamente al termine “patriarcato” per ricercare l’origine atavica della violenza sulle donne. È corretto?  Si è corretto, esiste correlazione tra femminicidio e patriarcato. Bisogna però notare che l’uso di tale termine è stato ampliamente adottato, oltre che nel contesto familiare e domestico, anche in altri contesti, per descrivere le dinamiche di genere nella società. La violenza sulle donne deriva da un problema strutturale della società che nonostante le conquiste ottenute dalle lotte femministe, resta di stampo patriarcale in tutto il mondo. Il patriarcato purtroppo esiste ancora, gli ultimi casi di donne uccise perché si sono opposte a un uomo, ingabbiato in un modello di mascolinità tossica ne è una testimonianza. Che idea si è fatta in merito al crescente numero di femminicidi che coinvolgono giovani uomini? Perché un ragazzo di 20 anni uccide la sua fidanzatina che ha deciso di lasciarlo? Ai miei tempi, 20 anni fa, ci si fidanzava subito con un’altra, si faceva chiodo schiaccia chiodo, si soffriva, ma si voltava pagina senza conclusioni estreme come quello dell’omicidio.  Gli ultimi casi efferati di femminicidio in Italia sono stati compiuti da uomini relativamente giovani, ben inseriti nella società, che si potrebbero definire tranquillamente “perbene”, giovani uomini incapaci di inibire un comportamento lesivo, che fanno fatica a controllarsi e che non sanno gestire il confronto, il dialogo. Un aspetto di particolare rilievo è, senza dubbio, la tematica dei contributi ludici, socio virtuali e mediatici. Con dovizia di particolari, abbiamo volute esporre nel volume l’influenza che potenzialmente questi elementi e strumenti hanno sui giovani fruitori, fornendo loro l’occasione di esercitare il proprio potere contro le donne, trattate come oggetti manipolabili e da manipolare a proprio compiacimento, fino a Giungere, in taluni casi, alla “tortura” e al “piacere omicida”. Read the full article
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pier-carlo-universe · 7 hours ago
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"Ignare" di Pirandello: una potente riflessione contro la violenza di genere. In scena a Palermo la novella scandalosa di Pirandello, riletta da Lucia Incarbona
Domenica 1 dicembre 2024, alle ore 18:00, il Teatro Apparte di Palermo ospiterà una rappresentazione teatrale carica di significato: "Ignare", tratto dall’omonima novella di Luigi Pirandello e adattato dalla regista e attrice Lucia Incarbona.
Domenica 1 dicembre 2024, alle ore 18:00, il Teatro Apparte di Palermo ospiterà una rappresentazione teatrale carica di significato: “Ignare”, tratto dall’omonima novella di Luigi Pirandello e adattato dalla regista e attrice Lucia Incarbona. Questo spettacolo fa parte della rassegna “Trame e miraggi” 2024/2025, organizzata da Panormos Officina Artistica in collaborazione con L’Incanto di Iris e…
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mangagatto · 4 months ago
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Perché i Fan di 'Blue Lock' e 'Haikyuu!!' Non Riescono a Convivere? Scopri i Segreti e i Manga Gratuiti!
Nel vasto universo degli anime e dei manga, esistono comunità di fan che si formano attorno a serie specifiche, creando un legame forte e spesso esclusivo. Due delle serie più popolari degli ultimi anni, Blue Lock e 'Haikyuu!!, hanno attirato una vasta base di fan, ma sorprendentemente, queste due comunità sembrano essere incredibilmente incompatibili. Questo fenomeno è affascinante e merita una riflessione approfondita. Cosa rende i fan di queste due serie così diversi da non poter condividere lo stesso spazio senza conflitti? Forse la risposta risiede nelle differenze fondamentali tra le due serie e nei valori che esse promuovono.
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'Blue Lock' è un manga che ruota attorno al concetto di competizione spietata e individualismo. In questa serie, i giovani calciatori competono tra loro in un programma draconiano per diventare il miglior attaccante del Giappone. La filosofia del manga si basa sul superamento dei propri limiti personali, spesso a scapito della collaborazione e del lavoro di squadra. Questo crea un ambiente narrativo dove il successo individuale è il principale obiettivo e ogni personaggio è spinto a mettere in discussione le proprie amicizie e alleanze per raggiungere la vetta. I fan di 'Blue Lock' sono spesso attratti da questo approccio crudo e realistico alla competizione, dove la vittoria è tutto e il fallimento non è un'opzione.
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D'altra parte, 'Haikyuu!!' celebra il valore del lavoro di squadra, della fiducia reciproca e della crescita collettiva. La storia segue le vicende della squadra di pallavolo del liceo Karasuno e il loro percorso verso la gloria. Ogni personaggio ha il proprio ruolo e importanza, e la serie sottolinea costantemente come il successo sia il risultato dell'impegno di tutti. Per i fan di 'Haikyuu!!', la bellezza risiede nell'armonia del gruppo, nella sinergia tra i giocatori e nell'importanza di sostenersi a vicenda nei momenti di difficoltà.
Queste due visioni contrastanti del successo e della crescita personale sono al cuore della discordia tra i fan delle due serie. Mentre i fan di 'Blue Lock' potrebbero vedere il lavoro di squadra come una debolezza o un ostacolo al raggiungimento del successo individuale, i fan di 'Haikyuu!!' potrebbero percepire l'individualismo estremo come un tradimento dei valori di fiducia e cooperazione che considerano fondamentali. Questa divergenza ideologica rende difficile per le due comunità trovare un terreno comune, creando così un divario apparentemente insormontabile.
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Inoltre, la narrativa di 'Blue Lock' con il suo tono serio e talvolta oscuro, contrasta con l'energia positiva e l'ottimismo di 'Haikyuu!!'. Questo influisce sul tipo di pubblico che ogni serie attira. Coloro che cercano storie di redenzione, amicizia e perseveranza potrebbero sentirsi più a casa con 'Haikyuu!!', mentre chi è attratto da sfide intense e dalla lotta per la supremazia individuale potrebbe gravitare verso 'Blue Lock'.
Se sei un fan di manga, questo è un momento perfetto per esplorare entrambe le serie e scoprire quale risuona di più con te. E grazie alle risorse online, puoi leggere gratuitamente molti capitoli di Blue Lock' e 'Haikyuu!!'. Piattaforme come Mangagatto offrono accesso gratuito a una vasta gamma di manga, permettendoti di immergerti in questi mondi affascinanti senza spendere un centesimo.
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Alla fine, che tu sia un sostenitore del lavoro di squadra o un fervente credente nel potere dell'individualismo, il mondo dei manga ha qualcosa da offrire a tutti. Esplorando queste differenze, possiamo apprezzare ancora di più la ricchezza e la diversità delle storie che amiamo.
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antennaweb · 6 months ago
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lamilanomagazine · 8 months ago
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Vicenza: Angelo Petrosino e Daniela Palumbo vincono la terza edizione del Campiello junior
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Vicenza: Angelo Petrosino e Daniela Palumbo vincono la terza edizione del Campiello junior La terza edizione del Premio Campiello Junior, nato dalla collaborazione tra la Fondazione Il Campiello, Pirelli e la Fondazione Pirelli, ha decretato i suoi vincitori nel corso di un evento nella Sala del Ridotto del Teatro Comunale di Vicenza. Nella categoria 7-10 anni, il premio è stato assegnato a Angelo Petrosino per il libro "Un bambino, una gatta e un cane" (Einaudi EL/Einaudi Ragazzi/Emme Edizioni). Per la categoria 11-14 anni, invece, ha trionfato Daniela Palumbo con il libro "La notte più bella" (PIEMME). Il Premio investe nel futuro dei giovani con l'obiettivo di promuovere la lettura come strumento pedagogico dal forte valore educativo. Un progetto per riscoprire la bellezza della narrativa italiana dedicata ai più piccoli e un'occasione unica per valorizzare il talento e la capacità di veicolare messaggi importanti attraverso la scrittura ad un pubblico di giovanissimi. Protagonisti della mattinata sono stati gli autori finalisti delle due categorie in gara e alcuni componenti della Giuria di Selezione del Premio, composta da: Pino Boero, già professore ordinario di Letteratura per l'infanzia dell'Università di Genova e Presidente di Giuria, Chiara Lagani, attrice e drammaturga, Michela Possamai, docente presso l'Università IUSVE di Venezia, già membro del Comitato Tecnico del Campiello Giovani e David Tolin, libraio e membro del direttivo di ALIR. Sono intervenuti, inoltre, Giacomo Possamai, sindaco di Vicenza, Lara Bisin, Vicepresidente di Confindustria Vicenza, Enrico Carraro, presidente della Fondazione Il Campiello e Antonio Calabrò, direttore della Fondazione Pirelli. In sala erano presenti anche l'assessore alla cultura, al turismo e all'attrattività della città Ilaria Fantin e l'assessore all'istruzione Giovanni Selmo. «E' stato un piacere e un onore ospitare il premio Campiello Junior a Vicenza - ha commentato il sindaco Giacomo Possamai -. Mi congratulo con i vincitori che con i loro libri doneranno momenti di gioia e di riflessione ai giovani lettori. L'evento di oggi è stato particolarmente apprezzato dalle classi presenti che hanno partecipato con entusiasmo. Mi auguro che per loro sia stata un'occasione di avvicinarsi ancor di più alla lettura, magari scegliendo proprio i libri finalisti che sono stati presentati dai sei autori presenti in sala al Ridotto del Comunale. L'obiettivo con Fondazione Il Campiello, con Pirelli, con Confindustria è di rendere Vicenza la sede stabile del Campiello Junior e stiamo lavorando insieme proprio per raggiungere questo obiettivo. E' nostra intenzione continuare a promuovere la cultura e in modo particolare dare una spinta alla lettura e alla voglia di leggere nelle giovani generazioni perché riteniamo sia un aspetto fondamentale per la loro formazione». Enrico Carraro, presidente della Fondazione il Campiello ha dichiarato: «Il Campiello Junior rappresenta un altro importante tassello nella filiera di divulgazione della cultura di cui il Premio si occupa da sempre. Un progetto che rinsalda il legame tra mondo imprenditoriale e cultura, investendo nella formazione dei bambini e dei ragazzi, le future generazioni di cittadini. La città di Vicenza ha accolto con grande entusiasmo la finale di questa edizione fornendo un contesto affascinante grazie al suo patrimonio artistico e culturale. Ringrazio Pirelli e Fondazione Pirelli per la sempre preziosa collaborazione nella realizzazione di questo riconoscimento che valorizza chi, con il talento e la creatività, si occupa anche della formazione dei nostri figli». Pino Boero, presidente della Giuria di Selezione, ha aggiunto: «L'ottima qualità dei testi presentati e ammessi alla selezione dimostra l'acquisita autorevolezza del Premio e indica ancora una volta le potenzialità della letteratura per l'infanzia e l'adolescenza: divertire ed educare nello stesso tempo non è una contraddizione ma è una possibilità perché nei libri fantasia e razionalità viaggiano insieme; di questo si sono accorti i giovani giurati che hanno svolto con piacere e intelligenza l'impegnativo compito della scelta dei vincitori e hanno confermato che l'attenzione e il coinvolgimento delle giovani generazioni voluto da Fondazione Il Campiello, Pirelli e Fondazione Pirelli è la scelta giusta, capace di guardare al futuro». Antonio Calabrò, direttore della Fondazione Pirelli ha concluso: «L'impegno comune del Premio Campiello e della Fondazione Pirelli va avanti. Si rafforza e trova nuovi spazi e più solide occasioni di coinvolgimento di territori e scuola, come indica la presenza a Vicenza, grazie all'impegno del sindaco e del Comune, che ringraziamo di cuore. Stimolare la scrittura di buoni libri per bambine e bambini e favorire la lettura fin dalle prime classi della scuola elementare significa fare crescere la sensibilità per la fantasia, l'avventura, il viaggio di scoperta. Aiutare a vivere nuove storie, appassionarsi a nuovi personaggi. Porre le basi, insomma, attraverso il piacere delle parole ben scritte, per una migliore convivenza civile e un intreccio più equilibrato di relazioni culturali e sociali». I libri premiati hanno ottenuto rispettivamente 67 voti su 112 e 75 su 113 (di cui 1 bianca) espressi dalle due Giurie Popolari dedicate, ciascuna composta da 120 ragazzi provenienti da tutte le Regioni d'Italia e dall'estero grazie alla collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e delle Cooperazione Internazionale. Ad avere l'ultima parola sulla scelta dei vincitori sono stati, quindi, i ragazzi dell'ultimo anno delle scuole primarie per la categoria 7-10 anni e del triennio delle scuole secondarie di primo grado per la categoria 11-14 anni. Al secondo posto per la categoria 7-10 anni, si è classificato Fabrizio Silei "Il Grande Discorso di Cocco Tartaglia" (Emme Edizioni) con 25 voti, al terzo posto Elisa Ruotolo "Il lungo inverno di Ugo SInger" (Bompiani) con 20 voti. Per la categoria 11-14 anni, invece, Alice Keller con il libro "Fuori è quasi buio" (Risma Editore) si aggiudica 22 voti, mentre Andrea Molesini con il libro "Storia del pirata col mal di denti e del drago senza fuoco " (HarperCollins Italia) ne ottiene 15. La finale, condotta da Valentina De Poli, per undici anni direttrice di Topolino, insieme all'autore e regista Davide Stefanato, è stata accompagnata dalle letture dell'attore Piergiorgio Piccoli. Alla mattinata a teatro hanno partecipato alcune scuole di Vicenza - l'Istituto comprensivo 5, con la scuola secondaria di secondo grado Giuriolo, e l'8, con la scuola secondaria di primo grado Ghirotti, la Fondazione Levis Plona, -, l'Istituto comprensivo 2 Marco Polo di Montecchio Maggiore, la scuola primaria Opla Scs di Padova. I vincitori saranno celebrati sabato 21 settembre durante la Cerimonia di Premiazione del Campiello 2024 che si terrà al Teatro La Fenice di Venezia.        ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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bibliotecasanvalentino · 6 months ago
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Ed eccoci di nuovo qui con la rubrica a cadenza mensile e precisamente l'ultimo giorno di ogni mese, curata dalla nostra utente e amica Valentina Pace
Questa rubrica nasce anche e soprattutto da una riflessione che ci accompagna da un po' di tempo: per una "piccola" biblioteca di un piccolo paese non è sempre facile stare al passo con le richieste, i suggerimenti, le necessità degli utenti e non. Per questo motivo, con l'aiuto di Valentina scopriremo nuovi autori e nuove letture, consigli e spunti di riflessione, insieme a curiosità e notizie sui nostri cari libri. E allora, diamo il benvenuto a questo nuovo spazio culturale dove si viaggerà alla scoperta delle case editrici indipendenti: ʟᴇᴛᴛᴜʀᴇɪɴᴅɪᴇ.
La casa editrice di questo mese è: Neri Pozza
Buona lettura a tutti!
APPUNTAMENTO CON LA MORTE di Julia Chapman
Il ritorno a casa di Samson O’Brien, pecora nera di Bruncliffe, ridente cittadina dello Yorkshire, non passa certo inosservato. I suoi concittadini non hanno dimenticato la sua fuga precipitosa avvenuta 14 anni prima, né l’assenza al funerale di Ryan Metcalfe, suo migliore amico, morto durante una missione in Afghanistan.
“È una canaglia. È nato sotto una cattiva stella e porta solo guai”. È questa l’opinione condivisa dai più, anche da Delilah Metcalfe, sorella minore di Ryan, che con Samson ha condiviso i giochi dell’infanzia, l’amore per il fratello e ha vissuto il suo abbandono come un tradimento. Ecco perché, quando scopre che è proprio lui ad aver preso in affitto l’ufficio al piano terra della Dales Dating Agency, l’agenzia matrimoniale che la donna sta cercando di salvare dalla bancarotta, Delilah non può proprio trattenersi dall’accogliere Samson con un bel gancio sulla mascella, di fronte allo sguardo sbalordito dei clienti del Tosone, il pub più frequentato del paese.
Eppure Samson non è il cattivo soggetto che tutti credono e Delilah non è la persona rabbiosa e irrisolta che ci appare all’inizio del romanzo. Infatti, un capitolo dopo l’altro, Julia Chapman ci rivela ciò che è accaduto nel loro passato e costruisce una struttura narrativa in cui, dopo aver diffidato l’uno dell’altra, i due protagonisti creano un sodalizio investigativo che li porterà a risolvere una serie di omicidi mascherati da incidenti.
COSA MI È PIACIUTO
In “Appuntamento con la morte” l’elemento mistery, tranne che nell'ultima parte, non è preponderante; al contrario, sembra quasi un escamotage per raccontare le dinamiche di una piccola comunità situata in una delle regioni più amene dell’Inghilterra, lo Yorkshire. Le descrizioni degli splendidi paesaggi sono vivide e vibranti e le relazioni tra i personaggi porteranno il lettore ad empatizzare con la coppia di improbabili investigatori.
Uno degli aspetti più gradevoli di questo cozy mystery aglosassone è il “sense of humour” tipicamente britannico che lo pervade, fatto di dialoghi effervescenti, battute spassose e situazioni al limite del farsesco.
Inoltre, i personaggi secondari sono così ben caratterizzati che il lettore non può fare a meno di affezionarsi a loro. George Capstick, ingenuo come un bambino, le simpaticissime sorelle Hird, Elaine Bullock, pessima cameriera, ma geologa esperta e amica fedele, l’agente Bradley e il meteoropatico Titch Harrison restano impressi nella memoria. Una menzione particolare spetta a Tolpuddle, lo splendido esemplare di Weimaraner, compagno devoto di Delilah e protagonista di alcune delle situazioni più divertenti del romanzo che, con la saggezza istintiva tipica dei cani, prova una simpatia immediata per il “reietto” Samson.
COSA NON MI È PIACIUTO
Come sempre quando un libro mi piace, mi trovo in difficoltà a evidenziarne gli aspetti negativi. Sinceramente, in questo caso, non ne ho trovato nessuno.
L’AUTRICE
Julia Chapman è lo pseudonimo di Julia Stagg, autrice di una serie di cinque romanzi, The Fogas Chronicles ambientata nei Pirenei francesi, pubblicata da Hodder. I delitti dello Yorkshire è una delle serie crime di maggiore successo in Inghilterra, di cui “Appuntamento con la morte” è il primo romanzo.
LA CASA EDITRICE
Neri Pozza è una casa editrice veneta rinomata e prestigiosa, fondata nel 1946 dall’omonimo scrittore e ha pubblicato, nel corso degli anni, opere di autori molto famosi della letteratura italiana come Carlo Emilio Gadda, Eugenio Montale, Goffredo Parise, Massimo Bontempelli, Giuseppe Berto ai quali si affiancano oggi nomi internazionali grandiosi quali Romain Gary, Natsuo Kirino, Tracy Chevalier, Eshkol Nevo, Herman Koch.
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