#editori italiani
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Editori della domenica: Abeditore.
Tappa fissa al Salone del Libro, quest’anno possibilmente al primo giorno perché il loro stand viene giustamente preso d’assalto e al lunedì rischiate di trovarlo vuoto, Abeditore ha da sempre un catalogo interessante e di tutto rispetto legato al fantastico, al horror con spruzzi di gotico e di weird. L’anno scorso ho acquistato da loro quattro titoli: due potete trovarli qui, mentre i restanti…

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Italia e il calo della lettura: una crisi culturale da affrontare
Le statistiche evidenziano un declino preoccupante nell'abitudine alla lettura: come riscoprire il piacere dei libri.
Le statistiche evidenziano un declino preoccupante nell’abitudine alla lettura: come riscoprire il piacere dei libri. In Italia, il rapporto con i libri è diventato sempre più complesso. Le ultime statistiche mostrano un quadro allarmante: sempre meno persone leggono, e tra quelle che lo fanno, l’abitudine alla lettura profonda e continua sembra essersi rarefatta. Non si tratta solo di una…
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Enzo Sellerio.25 febbraio 1924-22 febbraio 2012. Mostra Itinerante e Mostra alla GAM di Palermo

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"Da un’idea mia, Maurizio Sbordoni, scrittore che si è fatto editore dopo anni di vessazioni e angherie subite (ma mai accettate passivamente) dalla maggior parte degli editori italiani.
Diritti editoriali non pagati, editor isterici con reazioni simili a star holloywoodiane dopo il settimo Martini a stomaco vuoto, manoscritti dati in lettura mai sfogliati nonostante l’autore non sia uno “scrittore della domenica” ma avesse precedenti degni di nota insieme a decine di altre scorrettezze, furberie, meschinità, mi hanno convinto a intraprendere un’attività imprenditoriale imperniata sull’esatto opposto di quanto ho visto e dovuto tollerare per un decennio.
Ho speso tempo, attenzione, gentilezza e soldi (con l’equivalente avrei potuto acquistare un elicottero e lanciare decine di migliaia di copie dei miei romanzi sorvolando la Penisola) verso individui e strutture che, quando è andata bene, mi hanno trattato a pesci in faccia."
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Condivido per chi non conosce questa casa editrice. Mentre per tutto il resto, sono sicura che chiunque di giusto sulla faccia di questo pianeta ha già conosciuto dinamiche simili, cercando di creare dai suoi meriti il proprio futuro.
Non mollare. E se ti viene da piangere combatti piangendo.
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Mimmo Jodice
Uno dei migliori fotografi internazionali
Napoletano autore di libri e reportage per alcuni dei grandi editori italiani
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Gli ambidestri
Peggio del governo Meloni che fa cassa sui poveri ci sono solo il Pd e le sue proiezioni editorial-giornalistiche, che difendono il Reddito di cittadinanza e il salario minimo solo perché il governo Meloni non li vuole. Ma fino all’altroieri li attaccavano solo perché erano bandiere “grilline”. Nel 2018-’19 il Conte-1 varò il Rdc coi voti favorevoli di M5S e Lega e quelli contrari di FI, di FdI e pure del Pd, che lo osteggiava con gli stessi argomenti oggi usati da Meloni&C. senza neppure pagare i diritti Siae. Zingaretti tuonava contro “la pagliacciata del Reddito di cittadinanza che nessuno sa cos’è”. Boccia lo definiva “una grande sciocchezza che aumenterà solo il lavoro nero. Il tema vero è come creare lavoro”. E la Camusso: “No al Reddito di cittadinanza! Quelle risorse vengano usate per trovare lavoro”. Oggi i destronzi hanno buon gioco a rinfacciare al Pd di aver detto prima di loro le stesse cose. E la risposta non può essere che allora comandava Renzi e ora c’è la Schlein: perché Renzi la guerra ai poveri la faceva allora come oggi; e soprattutto perché Zinga, Boccia e Camusso ora stanno con la Schlein. Basterebbero tre paroline: “Ci siamo sbagliati”. Che andrebbero stampate a caratteri di scatola su Repubblica, che all’epoca dipingeva il Conte-1 – il governo che più ha dato ai bisognosi in trent’anni – come una robaccia di estrema destra. Rep titolava: “Un terzo degli italiani guadagna quanto il Rdc”, che dunque andava abbassato per non far concorrenza reale ai salari da fame. E l’Espresso di Damilano: “Per gli elettori del Pd il Rdc è peggio del condono fiscale”. Ancora il 20 luglio 2022, quando Draghi attaccò i 5Stelle sul Rdc in Senato, il Pd gli votò la fiducia da solo e Rep lo santificò. Facevano così su tutto. La blocca-prescrizione Rep la chiedeva da un quarto di secolo, ma siccome la fece Bonafede diventò un obbrobrio che “calpesta i fondamenti di uno Stato di diritto”, “giustizialismo”, “barbarie”, “Inquisizione” (Cappellini, noto giureconsulto). Il Recovery quando lo lanciò Conte era una ciofeca: “È isolato in Europa”, “Non lo otterrà mai”, “Meglio i 36 miliardi del Mes”. Poi ne arrivarono 209 e tutti fischiettavano. Ora accusano Conte di non aver battuto i pugni sul tavolo per ottenere meno soldi. Il salario minimo, siccome lo proponeva il M5S e non piaceva ai sindacati, era odiato dal Pd e da Rep: grandi peana al Pnrr di Draghi che l’aveva levato dal Pnrr di Conte. Ora tifano salario minimo e rintuzzano ogni giorno gli argomenti contrari del governo, che però sono gli stessi che usavano loro. La Meloni non deve inventarsi nulla: le basta copiare gli avversari. Che, come diceva Lenin dei capitalisti, le hanno venduto la corda a cui impiccarli. Anzi, gliel’hanno regalata.
Marco Travaglio
Travaglio è implacabile perché conserva gli articoli degli altri giornali. Lui è la memoria giornalistico/politica del nostro paese, e la memoria è sempre pericolosa.
Rimarco la definizione "destronzi": 👏.
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Arte jeans
Il filo blu dell'arte contemporanea
a cura di Ursula Casamonti, Francesca Centurione-Scotto Boschieri
testi critici di Ilaria Bignotti
SAGEP Editori, Genova 2023, 88 pag., 23X28cm, ISBN 97912555900177
euro 22,00
email if you want to buy [email protected]
In occasione di GenovaJeans 2023, con la mostra “ArteJeans 2023. Il filo blu dell’arte contemporanea”, giunge alla terza edizione, il progetto unico e innovativo di ArteJeans volto a presentare al pubblico le opere donate alla città di Genova da artisti italiani e internazionali, eseguite con l’utilizzo di tessuto jeans.
L’iniziativa è promossa dall’Associazione ArteJeans e seguita da un comitato critico composto da Ilaria Bignotti e Luciano Caprile, ed è stata fortemente voluta e facilitata da Ursula Casamonti e Francesca Centurione Scotto-Boschieri.
Sono 14 le nuove opere, donate da altrettanti artisti selezionati dal comitato scientifico: Akelo (Andrea Cagnetti), Marco Casentini, Sonia Costantini, Marcello De Angelis, Luca Giacobbe, Paolo Iacchetti, Franco Ionda, Rae Martini, Albano Morandi, Paolo Radi, Alfredo Rapetti Mogol, Carlo Rea, Gioacchino Pontrelli, Helidon Xhixha. Esse saranno al centro della nuova esposizione, con un allestimento curato da Ursula Casamonti con Ilaria Bignotto, dove le new entries saranno affiancate alle altre opere già presentate nelle due edizioni precedenti, per un totale di 49 lavori oggi parte delle Collezioni Civiche.
02/03/24
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Fotografia italiana di 5 decenni fa, élite negletta: Geri Della Rocca de Candal
di Carlo Maccà
Dedico l’articolo a Gustavo Millozzi, grande amico e maestro da più di mezzo secolo. Lasciandomi come sempre piena libertà, ne ha seguito tutta la gestazione ed è scomparso proprio al momento della conclusione.
Ai tempi antichi, nel millennio passato, la fotografia era analogica. Ogni immagine fotografica era il risultato di un processo che oggi apparirebbe lentissimo. Il sensore era costituito da uno strato di gelatina contenente sali d’argento depositato su una pellicola. La luce liberata dallo scatto dell’otturatore produceva all’interno del materiale sensibile un embrione, che attraverso fasi fisico-chimiche successive (sviluppo e stampa) si concretizzava materialmente in una immagine partorita sulla superficie di un supporto solido, generalmente cartaceo. Solamente allora l’immagine entrava effettivamente nella vita reale, poteva ricevere un nome, vivere in una cornice appesa a una parete o dormire all’interno di un album, essere mostrata a parenti e amici, alla comunità fotografica, e, attraverso i media, alla società e al mondo intero. La speranza di vita dell’oggetto poteva facilmente superare quella dei suoi contemporanei umani, compreso il presente autore. [1]
Alla selezione della immagini che meritavano di essere conosciute e divulgate nell’internazionale fotografica provvedevano soprattutto alcuni Annuari di editori specializzati, per lo più Americani o Britannici. Anno per anno, professionisti e amatori evoluti, giovani o maturi, nuovi o affermati, inviavano agli editori stampe, sciolte o in portfolio, sperando che almeno una di queste selezionata e il proprio nome comparisse nell’indice degli autori accettati seguito dal numero della pagina in cui avrebbero ritrovato l’immagine o dal numero d’ordine di questa. Se di quei numeri ne compariva più di uno, l’autore poteva considerarsi - o vedersi confermato – “Autore” coll’A maiuscola.
Figura 1. Geri Della Rocca deCandal -Sulla spiaggia. Ferrania XXI/7, luglio 1967, p.3.
Per Fotopadova immagini relative all'articolo
Per questa via, dalla metà degli anni ’60 cominciarono a farsi conoscere e apprezzare nel mondo fotografico internazionale alcuni dei nostri futuri Maestri, che già contribuivano ad animare e a svecchiare la fotografia italiana. Conservo con devozione alcuni di quegli annuari e ogni tanto li ripercorro con piacere (e qualche nostalgis). Per esempio, nel britannico Photography Year Book [2] del 1967 si rivedono Gianni Berengo Gardin con 4 fotografie (2 in doppia pagina), e Mario Giacomelli con 2 (fra cui l’iconico ritratto della madre colla vanga); con 2 immagini anche Cesco Ciapanna (futuro fondatore del mensile Fotografare, innovativo per l’ambiente fotografico italiano), e con una ciascuno Cesare Colombo e Michelangelo Giuliani. Via via negli anni si ritrovano anche altri autori italiani tuttora amati e apprezzati, assieme ad altri che hanno lasciato qualche memoria alla fotografia italiana.
Fra fotografi italiani che nei pochi Photograpy Year Book dei primi anni ’70 a disposizione già a quel tempo avevano destato la mia attenzione per la qualità delle immagini e per i commenti che le presentano, soltanto uno, che portava un nome facilmente ricordabile : Geri Della Rocca deCandal, non sembra aver trovato ricordi permanenti nella nostra comunità fotografica. Nella pubblicista fotografica italiana di quegli anni parsimoniosamente tramandata fino ai nostri giorni sembra essersene occupata soltanto la rivista Ferrania [3], che nel numero di luglio 1967 presenta un ispirato articolo di Giuseppe Turroni [4] dal titolo La consolazione dell’occhio. L’autore, autorevole critico cinematografico e fotografico, scrittore e pubblicista notissimo in quegli anni, promuove alcuni giovani autori part-time che nella loro opera si distinguano per "chiarezza, onestà, purezza, spontaneità, e/o linearità di espressione". Doti che in uno di loro riconosce accompagnate da una spiccata sensibilità formale, che diremmo “classica”. Ecco come lo introduce.
“Un giovane di Milano, studente in Fisica, Geri Della Rocca deCandal, ricerca un dilettantismo quasi prezioso, che può sembrare fuori moda e che anche per la scelta del soggetto non indulge alle convenzioni dei tempi. Ma in quanti siamo a stabilire l’esatta portata di un lavoro al di là degli aspetti formali o linguistici che ci suggestionano? Anche Geri Della Rocca de Candal ha spirito libero e introspettivo. Le sue foto ”artistiche” hanno un’impronta ovviamente diversa da quella che distingueva la produzione amatoriale italiana di lontana memoria. Sono centrate nel gusto formale del momento e nello stesso tempo riescono a tradurre un simbolo di realtà, per i nostri occhi abbacinati da tanta, da troppa cronaca che finisce per non dirci più niente, anzi per guastarci il sapore della realtà.” [4] Turroni accompagna questo testo con ben 5 immagini, certificando che il giovane, in Fisica ancora studente, in Fotografia ha già raggiunto un livello magistrale.
Da qualche anno la Fondazione 3M offre, oltre alla collezione completa digitalizzata della rivista sopra citata, anche i files delle fotografie originali depositate presso il ricco Archivio Ferrania. Due immagini, una presumibilmente degli anni ’60, l’altra del 1974, presenti nel fondo Lanfranco Colombo sono evidenti tracce di una mostra del giovane Geri a Il Diaframma, la prima galleria in Europa dedicata esclusivamente all’arte fotografica [5], e fanno pensare a una attività espositiva importante. Soltanto le fonti finora citate possono suggerire all'ambiente italiano l’esistenza di un Autore da non trascurare.
Figura 2. Lower Manhattan Skyline - New York City, 1968. APERTURE, SPRING 1972.
Infatti rimane insoddisfatto chi, come noi, cerca di approfondire quelle notizie per la via più agevole, la Rete, che al giorno d’oggi segnala qualsiasi evento grande o piccolo e ne preserva la memoria, e perciò è indotto a supporre che l’attività fotografica del Nostro si sia conclusa in patria prima dell’avvento di Internet. Che però non si trattasse di cosa trascurabile, e che si espandesse anche all’estero, lo si può dedurre da altre tracce che attraverso Internet si reperiscono in archivi digitali della stampa specializzata straniera: per esempio, negli elenchi nominativi dei fotografi con opere presenti in raccolte fotografiche museali, in mostre antologiche dedicate all’eccellenza dell’arte fotografica mondiale o, infine, negli archivi di riviste fotografiche straniere fra le più autorevoli. Tracce lasciate in tutto il mondo, dalla Norvegia all’Australia e dagli anni ’70 fino a tempi recenti. In qualche caso contengono anche riproduzioni di opere. La figura 2, per esempio, è tratta da un articolo dedicato al nostro Autore dalla rivista Aperture [6] nel 1972.
Dalle opere così identificate si poteva già dedurre che Della Rocca de Candal conducesse nel bianco e nero ricerche sulle forme nello spazio parallele a quelle che Franco Fontana e Luigi Ghirri portavano avanti nel colore. Ma nell’accostarsi ai due coloristi a lui contemporanei, Geri manifestvaa ancor più evidente l’eredità dall’arte italiana dei periodi più classici: dalle scansioni spaziali dei pittori del 400 come Piero Della Francesca e Paolo Uccello, alla profondità della prospettiva aerea di Leonardo, ed infine al perfetto equilibrio in cui sono quasi sospese le architetture più compiute di Andrea Palladio. Spazialità tutta di tradizione italiana, da secoli ammirata (e superficialmente imitata) nei paesi anglosassoni.
Figura 3. The Brooklin Bridge, NYC. 1968. Amon Carter Museum, Fort Worth, Texas.
Il nostro interesse per Geri Della Rocca de Candal si è meglio focalizzato quando, reperito qualche altro numero di quegli anni del Photography Year Book sopra citato, abbiamo trovato ripetutamente il suo nome, a conferma d’una produzione significativa, che si è imposta all’estero più durevolmente che da noi, e che ci è apparsa meritevole di meglio rivisitata.
Figura 4. Fellers, Swiss Alps. Photography Year Book 1972, Fig. 141.
Nello Year Book del 1972, nel quale si affermano ancora Berengo Gardin con due immagini da un servizio sulle celebrazioni della Pasqua a Siviglia, e Giorgio Lotti con quattro storiche fotografie per la rivista EPOCA [7] sugli effetti dell’inquinamento delle acque e dell’aria in alta Italia, Geri figura autorevolmente in doppia pagina coll’immagine di un villaggio delle Alpi Svizzere (Figura 4). Nel 1974, 3 pagine del Photography Year Book presentano un saggio d’un suo progetto pluriennale (BN e colore) dedicato alla tradizionale sfilata delle signore newyorkesi, con vistosi copricapi e accompagnate dai loro pets, nel giorno di Pasquetta lungo la 5th Avenue appositamente chiusa al traffico (Easter Parade, gia all’attenzione con diverso approccio del franco-ungherese Brassaï nel 1957 [8]).
Tuttavia mancava ancora la possibilità di inquadrare compiutamente la figura di Geri Della Rocca de Candal e la sua attività fotografica. Questa opportunità si è avverata soltanto molto recentemente per una fortunosa coincidenza. Compare inaspettatamente in rete un omonimo, fresco di dottorato in discipline umanistiche presso l��Università di Oxford e collaboratore di un gruppo oxoniano di ricerca sul primo secolo di storia del libro a stampa. Il giovane studioso si rivela essere il figlio del nostro obiettivo, e ci dà la possibilità di contattare il padre. Questi accetta di metter mano per noi al proprio archivio fotografico, da decenni lasciato a dormire, e di rivisitarlo con affettuoso distacco.
L’autore stesso ci fornisce un buon numero di files ottenuti da stampe analogiche eseguite personalmente per mostre e pubblicazioni. Molti sono di immagini per noi nuove, altri sostituiscono vantaggiosamente parte di quelli ricavati dalle fonti a noi già note. Tutti insieme saranno di valido aiuto ad interpretare correttamente secondo la dell’Autore pe le immagini ricavate da atre fonti.
Figura 5. Easter Sunday Fashion Parade, NY. Photography Year Book 1974 fig.133 .
Infine i suoi cenni autobiografici, seppure scarni, ci salveranno da induzioni ed esercizi di fantasia di precedenti commentatori [9] e ... nostri. E così possiamo raccontare che il giovane amatore (n. 1944), dopo un primo periodo di partecipazioni e successi in concorsi e mostre collettive, del quale rimase rara testimonianza l’articolo di Turroni sopra riportato, venne effettivamente "scoperto" da Lanfranco Colombo, che nel 1970 gli consentì la sua prima mostra personale presso la Galleria Il Diaframma [5]. Ben presto Geri interruppe gli studi universitari di Fisica per dedicarsi completamente alla professione di fotografo free-lance per la stampa internazionale. Fotografie realizzate nel corso dei suoi viaggi venivano pubblicate su quotidiani, settimanali riviste e libri negli Stati Uniti e in molti paesi europei (in Italia, per esempio, su Il Mondo). Contemporaneamente condusse un’intensa attività espositiva quasi esclusivamente all’estero, con mostre personali e partecipazioni a collettive in Europa e fino ai quattro angoli del mondo, dagli U.S.A. all’Australia e dal Brasile alla Cina. Considerato uno dei più rappresentativi fra i giovani fotografi Italiani del momento, sue opere vennero acquistate da musei stranieri. Ma all'inizio degli anni '80 Geri dovette occuparsi personalmente delle attività legate agli interessi di famiglia, tanto da abbandonare, prima gradualmente e poi del tutto, la fotografia. Le sue ultime apparizioni dirette non vanno oltre il 1984, ma sue opere continuano a comparire in ulteriori mostre dedicate alla più rappresentativa fotografia Italiana dei decenni in cui egli ha operato.
Figura 6. Venezia, 1977 (bacino di S. Marco visto da S. Giorgio Maggiore)
Una fotografia dello scaffale in cui sono allineati gli annuari, i cataloghi e altri fascicoli occasionali in cui sono riprodotte le sue opere ci ha permesso di arricchire la documentazione figurativa, completando la serie di Photography Year Book degli anni fra il 1972 e il 1980, in ognuno dei quali compare almeno una sua opera. La loro successione ci ha aiutato a formulare una traccia sulla quale restituire l’evoluzione dell’Autore.
Sua caratteristica costante è la sapienza della composizione, distribuita nello spazio con equilibrio di stampo classico, anche quando la prospettiva geometrica è forzata coll’impiego di un grandangolo spinto (fino al 20 mm), e quando si combina con quella forma particolare di prospettiva aerea ottenuta coll’aiuto di foschie e nebbie (figura 6), che già si notava nelle foto dei primi anni (figure 1 e 2). A mano a mano si accentua la ricerca d’una geometria severa, rafforzata da forti contrasti con bianchi puri e neri intensi o addirittura chiusi. Tuttavia il facile rischio dell’aridità viene evitato dalla presenza della persona umana o da dettagli che la richiamano, spesso con una ironia garbata e benevola (figure 7 e 8).
Figura 8. His, Hers (per Lui, per Lei). Photography Year Book 1980 fig.58.
Il bordino nero con cui l’autore costantemente racchiude l’immagine stampata (e nelle stampe da esposizione isola l’immagine entro un largo campo bianco) appare dettato, piuttosto che da una pretesa di eleganza, dall’intenzionale affermazione della compiutezza della composizione.
Figura 8. Silhouettes. PHOTOGRAPHIE (Winthertur, CH) Juli 1977.
Nelle diapositive a colori l’impatto grafico è mediato da una forte saturazione del colore (Figura 9), che possiamo ritenere frutto d’una leggera sottoesposizione del Kodachrome in fase di ripresa.
Figura 9. Storage closets. PHOTOGRAPHIE (CH) Juli 1978.
Varie mostre di successo e i frequenti portfolio ospitati da riviste fotografiche a grande diffusione portano la prova della sua popolarità. “Le sue frequenti permanenze negli Stati Uniti hanno dato alle immagini un’impronta, che per la fotografia europea risulta innovativa” (PHOTOGRAPHIE, Winthertur, Svizzera. Luglio 1978, editoriale). Reciprocamente, per i Nord-americani l’occhio con cui il loro paese è stato fotografato dall'ospite italiano era uno specchio insolito, rivelatore di aspetti da loro mai notati (o mai voluti prendere in considerazione, sebbene meno imbarazzanti di quelli bruscamente esibiti da altri stranieri come Robert Frank, Svizzero, o William Klein, Newyorkese ma culturalmente parigino e autodefinitosi straniero in patria).
Figure 10 e 11. Dalla serie Bars (Sbarre) PHOTOGRAPHIE (Winthertur, CH) Juli 1978.
NOTE
[1] Superfluo il confronto colla invadente, fugace, evanescente fotografia della nostra epoca digitale; ovvio e banale ogni commento. Sì, anche cumuli ben distribuiti di elettroni possono essere finalizzati a partorire immagini analogiche; ma ciò nella realtà avviene solo per frazioni fantastilionesimali di quelli partoriti dalle apposite strutture tecniologiche. Nonostante tutte le riviste di moda o di viaggi e gli album di matrimonio.
[2] In Italia fino agli anni ’60 quel poco che esisteva di editoria e pubblicistica fotografica era orientato quasi esclusivamente alla divulgazione e all’aggiornamento in materie tecniche, e gli orizzonti artistici erano assolutamente provinciali. Chi voleva rimanere informato sulla fotografia nel resto del mondo poteva reperire soltanto in rare librerie più accorte (a Padova, la Libreria Internazionale Draghi) qualche periodico internazionale, come il mensile statunitense Popular Photography e il suo Annuario, o il britannico Photography Year Book. Coll’arrivo di Gustavo Millozzi, qui immigrato da Venezia e La Gondola, i frequentatori del Fotoclub Padova potevano prenotare il mensile svizzero Camera, principale punto di riferimento internazionale per la fotografia.
[3] La rivista Ferrania [ https://it.wikipedia.org/wiki/Ferrania_(periodico) ], fondata nel 1947 e cessata nel 1967, era sponsorizzata dalla storica industria italiana omonima, che fu per vari decenni la produttrice di apparecchiature e materiali fotografici e cinematografici dominante sul nostro mercato. Memorabile la sua pellicola P30, matrice del bianco e nero del Neorealismo cinematografico italiano. La storia dell’azienda, conclusa definitivamente e infelicemente in questo millennio, si può trovare riassunta in https://it.wikipedia.org/wiki/Ferrania_Technologies . I PDF di tutti i numeri della rivista sono liberamente consultabili in Rete sul sito https://www.fondazione3m.it/page_rivistaferrania.php .
[4] Giuseppe Turroni, La consolazione dell’occhio,Ferrania XXI/7, luglio 1967 pagina 2.
[5] La Galleria Il Diaframma di Milano, fondata e diretta da Lanfranco Colombo, la prima in Europa dedicata esclusivamente all’arte fotografica, presentava molti maestri stranieri e giovani innovatori nostrani, esercitando così un’azione fondamentale per lo svecchiamento della fotografia italiana.
[6] APERTURE magazine è un periodico con cadenza trimestrale nato a New York nel 1952 per opera d’un gruppo di fotografi (Ansel Adams, Minor White, Dorothea Lange e altri) al fine di promuovere la fotografia d’arte. Si è presto affermato come il più importante interprete della cultura fotografica mondiale assieme al più antico Camera. Nelle sue pagine hanno trovato slancio o conferma molti dei più apprezzati fotografi delle successive generazioni, come Diane Arbus, Robert Frank e tanti altri. La rivista è ancora attiva, disponibile anche in formato digitale assieme all’archivio di tutti i numeri dalla nascita; soluzione particolarmente conveniente in Italia dove recentemente sono state “perdute” per le strade postali la metà delle copie cartacee d’un costoso abbonamento biennale.
[7] Il settimanale Epoca della Arnoldo Mondadori Editore, nato nel 1950 sul modello dell’americano LIFE, faceva ampio uso di servizi fotografici, molti dei quali sono rimasti nella storia.
[8] Brassaï, 100 photos pour la liberté de presse. Reporters Sans Frontieres, 2022.
[9] Vatti a fidare delle informazioni reperibili in rete. Esempio:Amazon presenta così Incontri con fotografi illustri, Ferdinando Scianna, 2023: “Scianna ha realizzato migliaia di ritratti: i contadini duri e dignitosi di Bagheria, le donne estasiate durante le processioni siciliane, l’amico e coinquilino (sic) Leonardo Sciascia”. In evidenza la massima, ma non unica, baggianata contenuta in quella frase, nel suo insieme atta a disorientare l’ignaro compratore sul reale contenuto del libro.
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Giornali, tv, media vari, potrebbero mettere un bell’occhiello sulle loro testate o un bel cartello negli studi da dove trasmettono:
NOI NON DISTURBIAMO I MANOVRATORI SIMPATICI AI NOSTRI EDITORI.
Un immenso chiacchiericcio per indottrinare gli italiani che viviamo in un Paese con due sole opzioni politiche: Meloni o Schlein. Non si parla nemmeno più di bipolarismo ma di bi-partitismo. Fratelli d’Italia o PD. Il motivo? Berlusconi ormai è un vecchio angosciato solo dalle sue sopracciglia, Salvini è la favola della merda e la scarpa, una volta pista e una volta viene pistato e Conte è uno visto dai potenti come la peste, come uno non di loro. Per non parlare dei gruppuscoli alla sx del PD. Spariti dai giornali, spariti dalle tv, spariti da ogni organo d’informazione. Questo è il momento di pompare due sole rane, Meloni e Schlien, Schlien o Meloni. Entrambe le donne garantiscono i potentati italiani ed europei. Due donne che fanno chiacchiericcio, appunto, ma sempre pronte a scattare sull’attenti quando arrivano i comandi che contano. Al potere che perpetua il potere interessa che tutto rimanga congelato e nulla cambi. Gli industriali, le categorie economiche e sindacali, i notai, gli editori, i giornalisti, i baroni della sanita' e dall'universita', i professionisti vari e tutti quelli che in 50anni hanno preso posti di rendita e di potere. Nessuno di questi e' pronto a rinunciare a qualcosa o a farsi scavalcare da qualcuno piu'bravo e meritevole di loro. Tizio, Caio o Sempronio, tutti vanno bene, l'importante sia gente che non deve cambiare niente.
@ilpianistasultetto
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Di Pietro Nigro La 54ª edizione della London Book Fair, evento di riferimento per l’industria editoriale internazionale, si terrà presso il centro espositivo Olympia di Londra dall’11 al 13 marzo 2025. L’Italia sarà presente con 18 case editrici, grazie alla partecipazione dell’Agenzia-ICE in collaborazione con l’Associazione Italiana Editori (AIE). London Book Fair 2025, un'opportunità per l’editoria italiana Lo scorso anno, la London Book Fair ha registrato circa 30.000 visitatori da tutto il mondo, confermandosi un evento chiave per editori, agenti letterari e professionisti del settore. Anche nel 2025, l’Italia avrà un ruolo centrale con la sua collettiva di editori, offrendo opportunità di networking e visibilità internazionale. In particolare, il 12 marzo alle ore 17:00, presso lo stand ITA - 6F30, l’Agenzia-ICE Londra organizzerà un esclusivo cocktail event dedicato agli espositori italiani. Un’occasione unica per incontrare professionisti del settore e rafforzare collaborazioni internazionali. Focus su "Il Libro Possibile" Novità di questa edizione sarà la presentazione della prima edizione del festival "Il Libro Possibile", con il supporto dell’Istituto Italiano di Cultura e la promozione di SKY TG 24. L’evento includerà attività serali e presentazioni di autori italiani, creando ulteriori opportunità per le case editrici partecipanti. Italia e Regno Unito: un mercato strategico Nonostante le recenti sfide dell’industria editoriale britannica, l’Italia continua a essere un partner di rilievo: il Regno Unito è il primo importatore europeo di prodotti editoriali italiani e il quarto a livello mondiale, con un valore di circa 200 milioni di euro. Per quanto riguarda l’Italia, le editorie europee sono il principale mercato di sbocco per i titoli italiani: nel 2022 il 62% dei titoli venduti è stato acquistato in Europa. Nel 2020 il valore era pari al 69%, in crescita rispetto agli anni precedenti (ovvero il 51% nel 2014). Spagna, Francia e Polonia sono i principali mercati europei di vendita di diritti italiani nel 2022: assieme rappresentano il 42% dell’export complessivo. In posizione minoritaria il Regno Unito, che vale il 3% del nostro export verso l’Europa; indicatore questo della difficoltà ad affermarsi sui mercati anglofoni. Nel Regno Unito, l’Italia vende 142 titoli di autori italiani, ma ne compra 16 volte tanto. Secondo i dati estrapolati da Trade Data Monitor, il volume totale delle importazioni dal mondo di prodotti editoriali realizzate nel corso del 2024 dal Regno Unito ha subito una flessione generalizzata. Il Regno Unito sembrerebbe aver preferito sostenere maggiormente l’economia editoriale locale con un +23% degli acquisti provenienti dal Regno Unito stesso a discapito di pubblicazioni internazionali di Paesi partner rilevanti quali gli Stati Uniti e l’Italia il cui flusso in ingresso si è ridotto rispettivamente del 6% e 3%. Nonostante questa flessione, che ha portato nel corso degli ultimi due anni ad una conseguente riduzione della quota di mercato detenuta dall’editoria Italiana sul mercato UK dal 9% al 7%, l’Italia continua comunque a mantenere la quarta posizione a livello mondiale per volumi di importazione (con circa 200 milioni di euro) e la pole position a livello europeo come paese da cui UK importa maggiormente. La London Book Fair si conferma dunque un evento fondamentale per la promozione e la crescita dell’editoria italiana nel mercato internazionale. ... Continua a leggere su
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La mia cosa preferita sono i mostri.
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"Itinerari in cerca di senso" di Giuseppe Aletti: un viaggio emotivo tra sogni e riflessioni. Un libro che esplora la finitezza umana e l'importanza di perseguire i propri desideri
Con "Itinerari in cerca di senso", il poeta, editore e formatore Giuseppe Aletti prosegue il suo percorso esistenziale e letterario, offrendo una riflessione profonda sull'essenza della vita e sulle aspirazioni che la rendono significativa
Con “Itinerari in cerca di senso”, il poeta, editore e formatore Giuseppe Aletti prosegue il suo percorso esistenziale e letterario, offrendo una riflessione profonda sull’essenza della vita e sulle aspirazioni che la rendono significativa. Pubblicato dalla Aletti Editore, questo volume rappresenta la seconda opera della trilogia dedicata al viaggio e al tempo, dopo il successo di “Feritoia”. Un…
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Con il mese appena iniziato è il caso di cominciare a programmare gli acquisti dei board Game per il marzo 2025, ed è quindi giunto il momento di un nuovo Tg table. Come sempre nel Tg table ci prefissando l'obiettivo di segnalare tutti i board games di cui è prevista l'uscita del mese in corso per i principali editori italiani, uscite previste in quanto i giochi da tavolo, purtroppo possono subire ritardi e slittamenti e quindi bisogna sempre tenere d'occhio il proprio negozio di fiducia come faccio io con gli amici di Hirtemis, che che mi aiutano anche nello stilare il listone delle uscite mensili per evitare di fare troppi errori.
In questo mese di marzo non ci sono tantissimi board game in uscita, ma alcuni sembrano davvero molto interessanti e sono sicuramente da tenere d'occhio in attesa di Bologna.
In questa edizione, vedremo i giochi da tavolo previsti a marzo 2025 da:
Asmodee Italia Ghenos Game Giochi Uniti Little Rocket GameS Pendragon Games Studio Red Glove Ravensburger
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MFE cresce, investe e rafforza il suo primato in Europa, nonostante una concorrenza che opera senza gli obblighi degli editori tradizionali. A dirlo è Pier Silvio Berlusconi, Ceo di MFE-MediaForEurope, presentando i principali risultati economico-finanziari preliminari delle attività in Italia e Spagna dell’esercizio 2024, ancora privi del contributo della partecipazione in ProsiebenSat1 Media SE i cui risultati saranno comunicati la prossima settimana. Il Bilancio Consolidato dell’esercizio 2024 del Gruppo, su cui sono in corso le attività di verifica da parte della società di revisione, sarà approvato dal Cda nel corso della riunione prevista il 16 aprile. Illustrando i dati, Pier Silvio Berlusconi ha sottolineato che l'utile netto "sale a 251 milioni di euro, oltre il 60% in più rispetto alle stime di inizio 2024. Il risultato operativo adjusted raggiunge i 370 milioni e la generazione di cassa si rafforza con un free cash flow in aumento del 23%. Il nostro indebitamento è ai minimi da dieci anni, un segnale chiaro della solidità del gruppo". In Italia, ha chiarito il Ceo di MFE, "abbiamo battuto il mercato. La nostra quota raggiunge per la prima volta il 40,9% in un settore iperconcorrenziale, superando i propri obiettivi con slancio. Un dato che conferma ancora di più l’evoluzione e la crescita del Gruppo". E ora, ha indicato Pier Silvio Berlusconi, "siamo pronti alla sfida europea, ma è arrivato il momento di regole più giuste per tutti. Le big tech e i colossi dello streaming godono di vantaggi che, alla lunga, penalizzeranno non solo il settore dei media, ma tutte le aziende nazionali ed europee. Potere finanziario e poche regole, peraltro non rispettate, nel medio e lungo termine rischiano di indebolire l’intera economia, colpendo i livelli occupazionali e i salari dei lavoratori italiani ed europei. L’Europa deve agire per difendere il proprio mercato e garantire una concorrenza equa". In questo scenario, ha ribadito, "noi andiamo avanti con determinazione e una visione strategica chiara, continuando a innovare responsabilmente. Il nostro sistema crossmediale - con al centro una TV calda e nazionale che connette radio, web e digital out of home - è unico, tra i più avanzati per gli inserzionisti pubblicitari". Pier Silvio Berlusconi ha concluso indicando che "anche il 2025 è iniziato in crescita, con la raccolta pubblicitaria di gennaio in aumento dell'1% rispetto allo scorso anno. Il mercato rimane complicato, ma noi continuiamo ad assumere giovani. La nostra strategia punta a rafforzare ulteriormente il nostro essere editori in Italia e Spagna, investendo ancora di più in prodotti locali. E in futuro anche in altri paesi europei.Ben sapendo che il domani dei broadcaster passa da una crescita dimensionale indispensabile per poter resistere ai giganti globali”. Lo scenario Nel 2024, indica un comunicato del Gruppo, MFE "ha registrato, rispetto all’esercizio precedente, un sensibile miglioramento dei propri margini economici consolidati (Risultato operativo e Risultato netto escludendo l'impatto contabile di Prosiebensat1) e della propria generazione di cassa caratteristica (Free Cash Flow). Ottimi risultati in controtendenza rispetto agli altri broadcaster europei, in un contesto generale ancora estremamente instabile e nonostante la concomitanza di eventi sportivi internazionali (gli Europei di Calcio e le Olimpiadi di Parigi) sia in Italia che in Spagna non nella disponibilità del Gruppo. Decisivo per il raggiungimento di tali risultati l’andamento della raccolta pubblicitaria che nei due Paesi è cresciuta del +4,7%, al di sopra delle aspettative". In Italia, prosegue la nota, "nel 2024 MFE-MediaForEurope ha registrato una performance complessiva migliore del mercato (+6,8%) grazie alla contribuzione positiva di tutti i mezzi nel portafoglio crossmediale: TV, TV connesse, digitale, radio e digital out of home. Questo risultato permette di consolidare ulteriormente la quota di mercato che raggiunge il valore record di 40,9% rispetto al 38,3 % del 2019 (prima del periodo pandemico)". Mentre il 2025 "è iniziato con un andamento positivo per il Gruppo, con una raccolta pubblicitaria che nel mese di gennaio ha segnato in entrambi i paesi circa un +1% rispetto al gennaio 2024". Mfe sottolinea anche che "la continua solidità nella generazione di cassa operativa (Free Cash Flow) ha contribuito a raggiungere un traguardo significativo: il livello di indebitamento finanziario netto consolidato più basso degli ultimi 10 anni". I dati La nota del Gruppo indica quindi che "i risultati consolidati preliminari di MFE nel 2024, non ancora certificati, possono essere riassunti come segue. I ricavi netti consolidati sono cresciuti a 2.949 milioni di euro, +5% rispetto ai 2.810 milioni del 2023. Il Risultato operativo (EBIT) “adjusted”, escludendo le poste non ricorrenti, è pari a 370 milioni di euro. Tali componenti non ricorrenti ammontano a 15 milioni di euro e si riferiscono a layoff e reorganizational expenses. Il Risultato operativo (EBIT) reported cresce del 18% rispetto ai 302 milioni di euro del 2023. L’utile netto consolidato, escludendo nei due periodi il contributo economico generato dalla partecipazione detenuta in P7S1, è pari a 251 milioni in crescita del + 15% rispetto al dato omologo del 2023 di 217 milioni di euro. La generazione di cassa caratteristica (free cash flow) è stata estremamente elevata pari a 343 milioni di euro e decisamente superiore al dato 2023: +23% rispetto ai 280 milioni di euro dell’anno precedente. Tale generazione di cassa ha inoltre determinato una significativa riduzione dell’indebitamento finanziario netto consolidato sceso dai 903 milioni del 31 dicembre 2023 ai 692 milioni di euro del 31 dicembre 2024, nonostante la distribuzione di dividendi a tutti gli azionisti MFE per 140 milioni di euro". Read the full article
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Espresso radio per gli italiani nel mondo
Da ieri venerdì 24 gennaio 2025 sul canale Spreaker della Farnesina la prima puntata di “Espresso Radio”, il nuovo podcast ideato del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale realizzato in collaborazione con SIAE–Società Italiana degli Autori ed Editori. Il formato si propone di promuovere la diffusione della musica italiana contemporanea all’estero, anche grazie…
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