#poesia e fragilità
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pier-carlo-universe · 14 days ago
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"Itinerari in cerca di senso" di Giuseppe Aletti: un viaggio emotivo tra sogni e riflessioni. Un libro che esplora la finitezza umana e l'importanza di perseguire i propri desideri
Con "Itinerari in cerca di senso", il poeta, editore e formatore Giuseppe Aletti prosegue il suo percorso esistenziale e letterario, offrendo una riflessione profonda sull'essenza della vita e sulle aspirazioni che la rendono significativa
Con “Itinerari in cerca di senso”, il poeta, editore e formatore Giuseppe Aletti prosegue il suo percorso esistenziale e letterario, offrendo una riflessione profonda sull’essenza della vita e sulle aspirazioni che la rendono significativa. Pubblicato dalla Aletti Editore, questo volume rappresenta la seconda opera della trilogia dedicata al viaggio e al tempo, dopo il successo di “Feritoia”. Un…
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poetessamedusa · 2 years ago
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Ogni volta mi spezzo sempre di più e non ne rimane più niente di me
rimane qualche crepa sul cuore
e tanto ma tanto dolore
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occhietti · 10 months ago
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Quanto sono belle le persone che sanno ascoltare e quelle che ti chiedono cosa pensi, le persone cortesi, quelle non costruite e quelle uguali a ciò che raccontano di essere.
Come sono belle le persone che trasmettono un senso di pace, che sono cuore a cuore con la sensibilità e hanno fatto pace con le loro fragilità, le persone che senza tanto clamore, sanno guarire le loro ferite e ricominciare.
Sono belle le persone che sanno trovare il tempo per leggere una poesia, quelle mai volgari, quelle che sanno avvicinarsi con gentilezza, quelle che raccolgono desideri.
Quanto sono belle le persone che per strada alzano lo sguardo per ammirare i dettagli inosservati delle case, le luci accese dietro le finestre chiuse, il cielo, quelle che cercano risposte, quelle che sanno che esiste un tempo per tutto e quelle che non rinunciano mai a metterci il cuore, anche se sanno che se lo ritroveranno sfregiato.
Sono tanto belle queste persone, perché sono quelle capaci di curare l'anima.
- Patrizia Bannò
Illustrazione: The Seeds Of Love by Mackenzie Thorpe
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susieporta · 8 months ago
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La verità è che nessuno si regge più in piedi da solo, sulle proprie gambe. Nessuno regge più il dolore, la perdita, la frustrazione, l’attesa.
Insomma, le cose della vita.
Abbiamo bisogno di normalizzare i processi della vita: nascere, crescere, ammalarsi, ferirsi, invecchiare, morire.
Un tempo si moriva sazi di vita, appagati, senza rimpianto alcuno, in modo del tutto naturale.
Oggi si muore insoddisfatti, delusi e stanchi.
Il lutto non rientra più nelle categorie del vivente.
Abbiamo inventato questa parola: “elaborazione”, dimenticando che i lutti non si elaborano, ma si accolgono, come parti integranti dell’esistenza, tutt’al più si contemplano come espressioni mutevoli del flusso continuo della vita.
“Sii paziente verso tutto ciò
che è irrisolto nel tuo cuore
e cerca di amare le domande,
che sono simili a
stanze chiuse a chiave
e a libri scritti
in una lingua straniera.
Non cercare ora le risposte
che possono esserti date
poiché non saresti capace
di convivere con esse.
E il punto è vivere ogni cosa.
Vivere le domande ora.”
Aveva ragione Rilke.
Abbiamo disimparato il valore del piangere insieme, di condividere il pasto, dono gentile e premuroso gesto della vicina di casa, la sera, quando si raccontava ai bambini dove sta il nonno adesso, e si passava la carezza della mano piccola sul suo viso freddo e immobile, disteso sul letto.
I sogni facevano il resto, perché si aveva tempo per dormire e per sognare. E al mattino, appena svegli, per raccontare.
Così chi non c’era più continuava ad esserci, a contare, a suggerire, a consolare.
I morti stavano insieme ai vivi.
Complicato allora non è il lutto, ma il modo di viverlo, di trattarlo, come se fosse una malattia in cerca di una cura. Ma la vita non è un problema da risolvere.
Ancora Rilke. Piuttosto un mistero da sperimentare. Una quota di ignoto inevitabile che spinge lo sguardo oltre la siepe.
Chi ha ancora desiderio di quell’infinito che solo l’esperienza del limite può disvelare?
Oggi tutti reclamano il diritto alla cura della psiche, forse perché i medici del corpo non riescono a guarire certe ferite dell’anima.
Ma così si sta perdendo il valore della psicoterapia. Così si confonde la patologia con la fisiologia dell’esistente, che contempla nel suo lessico le voci: malattia, solitudine, sofferenza, perdita, vecchiaia, morte.
Qual è l’immagine del nostro tempo, che rappresenta il senso estetico dominante? Una enorme superficie levigata, perfetta, specchiante.
In questo modo, privata delle increspature, delle imperfezioni, del negativo, della mancanza, l’anima ha smarrito il suo luogo naturale, la sua origine, il respiro profondo della caducità, della provvisorietà, della fragilità del bene e del male.
Perché alla fine, tutto ciò che comincia è destinato a finire e l’unica verità che rimane è questo grumo di gioia che adesso vibra ancora nel cuore, qui e ora, in questo preciso istante, nonostante la paura, il disincanto, la sfiducia.
Non c’è salute dunque che non sia connessa alla possibilità di salvezza.
Alle nostre terapie manca quel giusto slancio evolutivo, che spinga lo sguardo oltre le diagnosi, i funzionamenti, i fantasmi che abitano nelle stanze buie della mente.
Un terapeuta non può confondere la luna con il dito che la indica.
Può solo indicare la direzione e sostenere il desiderio di raggiungerla.
Per questo ogni sera mi piace chiudere gli occhi del giorno con una poesia, ogni sera una poesia diversa, per onorare la notte con il canto dei poeti.
Perché la notte sa come mantenere e custodire tutti i segreti.
Perché le poesie assomigliano alle preghiere.
Dicono sempre cose vere.
Stanotte per esempio ho scelto questa:
“Si è levata una luna trasparente
come un avviso senza minaccia
una macchia di nascita in cielo
altra possibilità di dimora. E poi.
Siamo invecchiati.
Il volume di vecchiaia
è pesato sul tavolino delle spalle,
sugli spiccioli di salute.
Cos’è mai la stanchezza?
Le cellule gridano
chiamano l’origine
vogliono accucciarsi
nel luogo prima del nome
nello spazio che sta tra cosa e cosa
e non invade gli oggetti
li accarezza e li accalora.
Non smettere di guardare il cielo
ti assegna la precisa misura
fidati della vecchiaia
è un burattino redentore.
Dopo tanta aritmetica
la serenità dello zero.”
Chandra Candiani
Testo di Giuseppe Ruggiero
foto dal seminario " In Quiete". Introduzione alle costellazioni Familiari con Anna Polin
Gloria Volpato
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canesenzafissadimora · 2 months ago
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Sono ipersensibile, tutto mi tocca, mi raggiunge, mi commuove, mi travolge, mi gonfia.
Io ho male per me, per l'altro.
Io sento.
Sento gli odori, le anime, la tristezza.
Io sento a fior di pelle, di parole, di bellezza.
Sono ipersensibile, piena di poesia.
Qualcosa balla in me.
Sono scorticata, danneggiata, ferita dalla vita.
Sono un'empatica.
Rilevo ciò che non mi viene detto, rispetto il silenzio, perché lo parlo fluentemente.
Sono così tenera ed emotiva.
Io sento più forte, tutto ciò che sfiora l'altro.
Posso perdere l'equilibrio più velocemente, più violentemente di qualcuno con sensibilità normale.
La mia sensibilità non è mai banale.
Posso sentire molto forte, volare molto in alto e scendere all'improvviso.
È la mia fragilità e la mia forza.
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C. Soares
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greenbor · 15 days ago
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Poesia di https://www.tumblr.com/maripersempre-21
Quanto sei bella donna
con i tuoi capelli al vento
con la tua voglia di libertà...
quanto sei bella
quando esponi
il tuo pensiero con fermezza...
quando ti senti delusa,
e non torni più
sui tuoi passi...
quando cercano di comprarti con poco
e tu resisti perché vali tanto...
come sei bella quando ridi
nonostante le tue sofferenze...
perché se agli occhi di tutti
ti fai vedere forte,
dentro nascondi
tutte le tue fragilità...
come sei bella donna
quando ami il tuo uomo...
ma sei ancora più bella
quando ami te stessa...
Marisa
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lunamarish · 7 days ago
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La fragilità, negli slogan mondani dominanti, è l'immagine della debolezza inutile e antiquata, immatura e malata, inconsistente e destituita di senso; e invece nella fragilità si nascondono valori di sensibilità e delicatezza, di gentilezza estenuata e di dignità, di intuizione dell'indicibile e dell'invisibile che sono nella vita, e che consentono di immedesimarci con più facilità e con più passione negli stati d'animo e nelle emozioni, nei modi di essere esistenziali, degli altri da noi.
[...]
La fragilità è un modo di essere emozionale ed esistenziale che vive del cammino misterioso che porta verso l'interno e che non si riconosce se non andando al di là dei comportamenti, e scendendo negli abissi della nostra interiorità e dell'interiorità altrui. Ancora oggi si tende ingiustamente a guardare alla fragilità come ad una forma di vita inutile e antisociale, e anzi malata, che ha bisogno di cure e che non merita nel migliore dei casi se non compassione; e non si sanno intravedere in essa le tracce incandescenti della sensibilità e della gentilezza, della timidezza e della tenerezza, della creatrice malinconia leopardiana.
Certo, come la sofferenza passa, ma non passa mai l'avere sofferto, così anche la fragilità è un'analoga esperienza umana che, quando nasca in noi, non viene mai meno in vita e che imprime alle cose che vengono fatte, alle parole che vengono dette, il sigillo della delicatezza e dell'accoglienza, della comprensione e dell'ascolto, dell'intuizione dell'indicibile che si nasconde nel dicibile.
Sì, ci sono momenti in cui la presenza, o almeno la percezione, che ciascuno di noi ha della sua fragilità si accentua, o si inaridisce, ma in ogni caso dovremmo educarci a riconoscerla in noi ma soprattutto a riconoscerla negli altri da noi: un impegno etico, questo, al quale noi tutti siamo chiamati in vita.
Nel concludere queste mie nomadi considerazioni sulla fragilità vorrei citare una breve e stremata poesia di Rainer Maria Rilke.
La poesia è questa:
Era tenero e fine il suo sorriso come brillio d'antico avorio, come nostalgia, come neve che a Natale sull'oscuro villaggio discende, come turchese in mezzo a fitte perle, come raggio di luna su un caro libro.
Cosa c'è di più fragile di un sorriso, e cosa di più fragile della nostalgia, della neve che cade a Natale e di un raggio di luna su un caro libro? Vorrei augurarmi che in queste bellissime immagini possa riassumersi il senso umbratile e fugace di un discorso incentrato sulla fragilità come leitmotiv della condizione umana.
Eugenio Borgna
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st3f4no1897 · 6 days ago
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"Le Twink" 2024
by Mikael Gravelle
Mikael Gravelle non crea immagini: accarezza le ombre, abita i margini, traduce il non detto. Il suo è un lessico visivo che non chiede permesso, ma invita a entrare nel ventre molle dell’umano, laddove l’erotismo e il trauma, la poesia e la vergogna, si incontrano e danzano.
Ogni linea, ogni forma, ogni colore – anche l’assenza di esso – è un atto di rivelazione. Mikael Gravelle non disegna solo corpi, ma la geografia intima di desideri e ferite, cucendo storie sulle superfici digitali come fossero carta ingiallita dal tempo.
In un mondo che teme la pelle e la sua fragilità, Gravelle osa rendere visibile ciò che normalmente si cela. I suoi soggetti, spesso avvolti in una tensione tra classicità e provocazione, sono eco di un sé molteplice: il voyeur timido, l’amante insoddisfatto, il bambino ferito. Eppure, in questo dialogo continuo con la propria vulnerabilità, Mikael Gravelle non cerca redenzione, ma un respiro. Ogni collage, ogni ombra, ogni frammento erotico non è altro che una finestra aperta sulla possibilità di esistere senza vergogna.
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"L’origami des amants" 2024
by Mikael Gravelle
C’è un filo che lega i corpi nudi dei suoi collage, la poesia che talvolta emerge dai suoi disegni, e il candore disarmante con cui racconta la sua vita. È il filo di un’estetica che non teme di essere carnale, incompleta, imperfetta. Mikael Gravelle non chiede ai suoi spettatori di capire, ma di sentire. Di farsi toccare da un’arte che è tanto personale quanto universale, tanto crudele quanto tenera.
In Mikael Gravelle troviamo un poeta visivo, un artista che, tra il bianco e il nero, tra la pelle e la carta, esplora i confini dell’umano. E, proprio in quei confini, ci invita a trovare noi stessi.
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pier-carlo-universe · 2 months ago
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“La Vita” di Marcello Comitini: una poesia intensa che svela il dolore umano. Recensione di Alessandria today
Un viaggio lirico nell’animo umano, tra dolore, crudeltà e speranza, attraverso l’occhio poetico di Marcello Comitini.
Un viaggio lirico nell’animo umano, tra dolore, crudeltà e speranza, attraverso l’occhio poetico di Marcello Comitini. Nel suo componimento “La Vita”, Marcello Comitini esplora i sentimenti più profondi e universali dell’esperienza umana. Con una scrittura intensa e delicata, l’autore guida il lettore tra i simboli della fragilità e della resilienza, incarnati nei fiori colpiti dalla tempesta,…
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ilsoleesistepertutti · 2 years ago
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⁣"E’ dura
sapere di dover meritare di più
ma essere costretti ad accontentarsi
spesso
di quel poco che ci viene offerto.
E’ dura vivere di quello
che la gente non nota.
Un sorriso che accoglie.
Uno sguardo gentile.
Un silenzio che ascolta.
Ci riconosciamo come esseri speciali
anime belle
anche se a volte
ci sentiamo dei mostri.
Se solo le persone imparassero a non insistere.
A non chiedere quando non si deve.
A stare vicino come si dovrebbe.
Il dolore si accarezza.
La paura si rispetta.
Se solo le persone imparassero
a parlare un po’ di meno
e ad abbracciare, un po’ di più.
È dura
trovarsi spalle al muro
per aver mostrato
una fragilità scambiata per difetto
quando invece è poesia.
Per aver risposto alla violenza
con coraggio e con dolcezza.
È dura
ma la vita è questo.
Un cerchio che non si chiude mai.
Un continuo farsi strada
in mezzo a tanti.
E allora petto in fuori
amore in spalla
e andiamo avanti."
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valentina-lauricella · 4 months ago
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Nella raccolta poetica di Charles Wright "Italia", sono presenti due liriche consecutive, "Omaggio a Cesare Pavese" e "A Giacomo Leopardi nel Cielo". La prima è un ensemble e un compendio di espressioni e concetti tipici dello scrittore, che nella traduzione italiana diventa una povera e secchissima cosa, ma che in inglese ha una suo nostalgico richiamo; To Giacomo Leopardi in the Sky, invece, che ho letto per la prima volta in italiano, non risente della traduzione, è molto lunga ed è quasi un poemetto che restituisce quel tipico pensare a Leopardi, interiorizzato, in qualunque luogo e situazione della propria vita, come testimone e fratello dei propri stati d'animo, e secondo me è veramente ispirata, contiene del vero amore per Leopardi, che fa diventare folli, visionari, azzardati, e quindi, se si è fortunati, poeti. Questa poesia ha portato Leopardi nei cieli d'America, che lui non aveva mai visto (ma favoleggiava la California come terra vergine), nelle sue lande assolate, nella fauna selvaggia, e soprattutto, come detto, nei milioni di stelle sopra il silenzio dei grandi parchi, perché Leopardi, naturalmente, è così grande da potersi trovare veramente solo in ciò che ricorda l'infinito e l'eterno. È presente anche un lieve accento sentimentale per la fragilità e i disagi della sua vita, che si risolve però nel sentimento della sua grande dignità sia nell'affrontare le angherie del destino che nella risolutezza del non cedere mai le armi logico-filosofiche per rifugiarsi in soluzioni consolatorie.
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ma-pi-ma · 1 year ago
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Una poesia potrebbe essere definita come una riflessione sui sentimenti, sui sentimenti e sulle fragilità umane.
Anne Stevenson
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smokingago · 2 years ago
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Quanto sono belle le persone
che sanno ascoltare
e quelle che ti chiedono cosa pensi,
le persone cortesi,
quelle non costruite
e quelle uguali a ciò che raccontano di essere.
Come sono belle le persone che trasmettono un senso di pace,
che sono cuore a cuore con la sensibilità e hanno fatto pace con le loro fragilità,
le persone che senza tanto clamore,
sanno guarire le loro ferite e ricominciare ...
Sono belle le persone che sanno trovare il tempo per leggere una poesia,
quelle mai volgari,
quelle che sanno avvicinarsi con gentilezza,
quelle che raccolgono desideri.
Quanto sono belle le persone che per strada alzano lo sguardo per ammirare i dettagli inosservati delle case,
le luci accese dietro le finestre chiuse,
il cielo,
quelle che cercano risposte,
quelle che sanno che esiste un tempo per tutto
e quelle che non rinunciano mai a metterci il cuore,
anche se sanno che se lo ritroveranno sfregiato.
Sono tanto belle queste persone,
perché sono quelle capaci di curare l'anima.
Patrizia Banno`
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greenbor · 27 days ago
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Poesia di https://www.tumblr.com/maripersempre-21
Quanto sei bella donna
con i tuoi capelli al vento
con la tua voglia di libertà...
quanto sei bella
quando esponi
il tuo pensiero con fermezza...
quando ti senti delusa,
e non torni più
sui tuoi passi...
quando cercano di comprarti con poco
e tu resisti perché vali tanto...
come sei bella quando ridi
nonostante le tue sofferenze...
perché se agli occhi di tutti
ti fai vedere forte,
dentro nascondi
tutte le tue fragilità...
come sei bella donna
quando ami il tuo uomo...
ma sei ancora più bella
quando ami te stessa...
Marisa🌹👠
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mancino · 9 months ago
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Ho conosciuto persone che sono per sempre tra le pieghe dell’anima e altre che ho eliminato per dimenticarle nella parte più fredda del cuore .
Ho conosciuto persone che dicevano di volermi bene che all��improvviso sono scomparse senza dare spiegazioni ed io mi sono allontanata, perché ho il mio orgoglio e la mia dignità da difendere, per esperienza ho imparato che quando chiedi il perché non c’è mai confronto , vogliono avere sempre ragione, il mio principio di vita a non elemosinare nulla ,mi salva da inutili spiegazioni , perché chi ti ama accetta quello che sei e io accetto la libertà di chi vuol andare via da me . Ho amicizie che quando cado mi aiutano a rialzare , mi supportano e amano i miei difetti senza se e senza ma , ed altre che si sono rivelate false come un quadro di Picasso al mercato nero .
Ho conosciuto anime erranti senza dimora , quelle che scombussolano la vita altrui ,quelle che vogliono solo senza dare nulla , ti usano e ti fai usare per i loro scopi ,ti tolgono fino all’ultimo respiro e poi scompaiono portandosi via tutto anche il ricordo tra tutte le macerie che hanno seminato , li vedi fermi sui loro piedistalli e si credono di essere nella loro ragione , senza capire che l’amore si dona e si ricambia con reciprocità . Pensano solo a riempire le forme , a coprire la loro ipocrisia e superbia ,senza capire che è l’essenza a nutrire l’anima di chi ci circonda . Poi ci sono persone che ti riempiono e migliorano la vita , donando tutto incondizionatamente dove puoi solo imparare ad essere migliore .
Grazie a loro ho imparato ad amare i miei difetti , migliorando i miei pregi , amando la mia sensibilità , la mia fragilità, la mia testardaggine , nonostante mi facciano soffrire ,voglio restare così con il cuore che batte forte nel torace , con le mie profonde cicatrici chiuse sulla pelle , pronte a sanguinare in ogni istante per non finire mai di imparare da tutto quello che la vita mi dona e toglie .
©Love
Diritti d’autore 17/03/2024 n.633/41
#Vitadadonnanondafemmina #karma #pensieri #parole #aforismi #poesia #diapositive #siamoperpochi #admaiora @follower @fan più attivi #coerenza
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dottssapatrizia · 2 years ago
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Si tratta sempre di perdonarsi. Perdonati, comincia. Poco per volta. Poi di più. Non farti ingannare dal tempo. La vita con il tempo passa e tu non vuoi di certo rimanere indietro. Che io non so fare del male agli altri. Vedi? Mi faccio male e mi perdono. Magari non posso perdonare gli altri. Non posso perdonare una persona che mi stringe forte il polso o mi maltratta. Mi sono perdonata per questo, tempo fa. Perché credevo che gli avessi dato modo di farlo, di giocare con la mia fragilità. Non ho visto poesia davanti a quegli occhi. Io non devo perdonare per forza gli altri. Ci pensa Dio a cui non credo. Io devo perdonare me. Vedermi, raccogliermi. Amare quella bambina dentro di me. Ancora ancora e ancora. Io credo a me, alla natura, agli animali, a mia mamma. Mi sono perdonata con il tempo, perché non ho scelto io di diventare già grande e sopportare dolori a partire dai miei sedici anni. E ancora mi devo perdonare di moltissimi mali e cose a metà.
- Perdonatevi
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