#la sposa cadavere
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elelandia · 8 months ago
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Editori della domenica: Abeditore.
Tappa fissa al Salone del Libro, quest’anno possibilmente al primo giorno perché il loro stand viene giustamente preso d’assalto e al lunedì rischiate di trovarlo vuoto, Abeditore ha da sempre un catalogo interessante e di tutto rispetto legato al fantastico, al horror con spruzzi di gotico e di weird. L’anno scorso ho acquistato da loro quattro titoli: due potete trovarli qui, mentre i restanti…
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labrunilde · 1 year ago
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La sposa cadavere (Corpse Bride) 2005 - Tim Burton e Mike Johnson.
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occhivelenosi · 17 days ago
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"Se sfiorassi una candela Non mi brucerei Il ghiaccio e il sole li confonderei Il mio cuore è in mille pezzi Anche se non batte più Il dolore sa di fiele È qualcosa di crudele È un vuoto che fa male E di lacrime ne ho ancora da versare."
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girlwithaheartofgold · 2 months ago
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Con questa mano io dissiperò i tuoi affanni.
Il tuo calice non sarà mai vuoto perché io sarò il tuo vino.
Con questa candela illuminerò il tuo cammino nelle tenebre.
Con questo anello io ti chiedo di essere mio.
- La sposa cadavere 👰🏻‍♀️🦋🐛💍
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laragazzafortesworld2 · 2 months ago
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Con questa mano io dissiperò i tuoi affanni.
Il tuo calice non sarà mai vuoto perché io sarò il tuo vino.
Con questa candela illuminerò il tuo cammino nelle tenebre.
Con questo anello io ti chiedo di essere mio.
La sposa cadavere 👰🏻‍♀️🦋🐛
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crisicsgames · 9 months ago
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LA SPOSA CADAVERE DEAD ISLAND 2 THE CORPSE BRIDE #DeadIsland2 #justmurried #deadwife #xboxseriesx
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jo-from-saturn · 1 year ago
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La mia personale interpretazione del film d'animazione "The House" diretto da Emma de Swaef, Marc James Roels, Niki Lindroth von Bahr e Paloma Baeza e scritto da Enda Walsh, distribuito da Netflix nei primi del 2022 è soggetta al periodo in cui ho avuto il piacere di vederla, che per puro caso, o come risposta a mie domande - dipende dai punti di vista - è capitato nel momento giusto.
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The House è uno di quei film che sembrano più libri che film, un libro antologico audiovisivo che solo sui nostri dispositivi può riuscire nell'intento di creare questa sensazione di leggere un racconto senza effettivamente leggerlo. Diviso in tre parti, ogni parte, o atto, o capitolo - in questo caso li chiamerò 'atti' per comodità - nominati con due strofe di un poema, al quale corrisponde il tema generale del racconto mostrato in quell'atto.
Nel primo atto, affiancato ad un orologio analogico d'epoca, compaiono le prime due strofe: "And heard within, a lie is spun" ("Sentita da dentro, una bugia compare"). Inizia mostrandoci Mabel, una bambina di quasi nove anni, che gioca con le sue bambole, le quali sembrano essere dei topi o gatti antropomorfe, ricreando quello che crede sarà l'incontro con sua zia paterna. Mabel vive con il padre, la madre e la neonata Isabelle, in un modesto cottage nel countryside inglese, e sebbene a lei piaccia l'atmosfera familiare della casa, ben presto si accorge che gli zii paterni non solo non sono gentili come nelle sue aspettative, ma che guardano dall'alto al basso il loro modo di vivere, dispreggiando il come si sia ridotto il padre ad una vita modesta, arrivando a paragonarlo al suo di padre, pecora nera della famiglia. Il padre di Mabel, Raymond, soffre del giudizio della sua famiglia e affogando i suoi dolori all'alcool, quella stessa notte accadde un miracolo: un misterioso architetto benestante, il quale dice di essere amico del defunto padre e di chiamarsi Mr. Van Schoonbeek, gli dona una casa degna del rispetto e dell'ammirazione della propria famiglia, completamente gratuita con l'unica condizione di lasciare la propria casa, il proprio cottage, e trasferirsi in questa nuova dimora. Raymond riesce a convincere la moglie, Penny, di accettare lo strano regalo e ben presto Mabel e la sua famiglia lascia la sua casa per andare a vivere nella magione appena costruita. Al loro arrivo, la magione sembra perfetta, nonostante ci siano ancora operai, e ben presto si ambientano. Raymond e Penny non devono nemmeno curarsi del cibo, donato loro da Mr. Van Schoonbeek, quindi passano il loro tempo nel salottino, dove li vediamo intenti ad attività familiari: come aveva fatto nel suo cottage, Penny inizia a cucire delle tende per il salottino con il bel tessuto verde smeraldo e la macchina da cucito nuova di zecca, al contempo Raymond cerca in tutti modi di accendere il camino. Troppo occupati nelle loro cose, nel cercare di dare i tocchi finali alla casa, si dimenticano ben presto delle figlie, che intanto si accorgono che la magione è strana: Mr. Van Schoonbeek non solo si diverte a cambiare le stanze, togliere le scale, e a distruggere quella che una volta era la loro casa, il loro cottage, l'architetto ha una strana ossessione per i due genitori, arrivando addirittura a donar loro dei vestiti che li fanno assomigliare ad una poltrona e un drappo di tende, dei perfetti arredamenti per la villa. La stranezza culmina quando, sotto suggerimento dell'architetto, Raymond inizia a bruciare tutti i vecchi arredamenti - a cui prima teneva poiché di famiglia - pur di accendere il camino, ignorando i richiami di Mabel che intanto si era persa con la sorellina per la villa e soffrivano la fame. Il racconto si conclude con Mabel che riesce a trovare il salottino e si accorge che il padre ha bruciato anche la sua casa delle bambole pur di tener acceso il fuoco, ma questo non la disturba tanto quanto la scoperta che i suoi genitori sono diventati parte ormai della casa, il padre una poltroncina e la madre un drappo di tende, che inizia a prendere fuoco e a bruciare. La piccola Mabel si salva solo con l'aiuto della madre, che le porta in salvo e sotto consiglio dei genitori scappa via, lontano da quell'incubo di casa.
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Pur di far colpo sui propri parenti, Raymond finisce per demolire la propria dimora e di conseguenza la propria famiglia con l'aiuto della moglie, la quale lo supporta nonostante abbia i suoi dubbi. Solo le piccole riescono a vedere come il malvagio architetto stia giocando con i suoi genitori come se fossero di sua proprietà, ormai misere bambole. Non aiuta il fatto che la casa esteriormente è uguale a quella delle bambole di Mabel, e che quando la sua casa delle bambole brucia anche la villa stessa fa la medesima fine. Costruita con l'intento di far apparire come benestanti i propri abitanti, questa è la bugia che il padre di Mabel e un po' tutti noi ci diciamo, che abbiamo bisogno di far piacere agli altri per stare bene, anche se significa rinunciare a ciò che a noi fa già star bene. Vivere appoggiandoci solamente a ciò che gli altri ci impongono ci fa diventare miseri arredamenti, ci riduce in piccole comparse nella nostra vita, pur di far piacere agli altri ci mettiamo in mano ad architetti che ci aiutano in quello che crediamo di avere bisogno - l'approvazione del prossimo - rinunciando volontariamente a ciò che abbiamo realmente bisogno per essere in pace con noi stessi, essere fieri di ciò che siamo anche se siamo modesti agli occhi degli altri.
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Nel secondo atto, affiancato ad un orologio digitale, compaiono le due strofe di mezzo: "Then lost is truth that can't be won" ("Poi persa è la verità che non può esser vinta"). Rivediamo la magione, stavolta in un centro abitato, urbano, e la vediamo che si è in procinto di ristrutturarla. Immediatamente ci rendiamo conto della sporcizia e dell'immondizia di cui è ricoperta la strada, dovuta principalmente allo stato abbandonato della casa. Il protagonista è un agente immobiliare dalle sembianze di un ratto antropomorfo che ha investito tutto ciò che gli rimaneva nella ristrutturazione di questa villa, e si vede alle prese di ciò mentre parla al telefono con la propria anima gemella, e cerca di far tornare i conti in banca promettendo che la casa sarà un successo. Quando finalmente avrà terminato la ristrutturazione, si accorgerà di avere un'invasione di terme e scarafaggi, di cui tenterà di liberarsi disinfettandola da capo a fondo. Ci riuscirà e successivamente, con alcune problematiche, mostrerà la casa ultramoderna e ristrutturata ai potenziali compratori, solo che a nessuno interesserà tanto quanto a due strani individui che si insediano in casa e non hanno né intenzione di comprarla tantomeno di andarsene. Litigherà con la propria anima gemella, proprio per questa sua ristrutturazione nella casa, e si stancherà dei tizi che non gliela liberano, e qui chiamerà la polizia. In questo momento, scopriremo che in realtà lui non stava parlando con la sua anima gemella in tutto questo tempo non era altro che il suo dentista, il quale si sentiva molestato dal suo continuo chiamarlo per dirgli della sua vita. Ma il nostro protagonista non può avere un po' di pace, che la casa si riempie di parenti della strana coppia - i quali dicono di aver già vissuto in quella casa - e nel tentativo di mandarli via come aveva fatto con gli scarafaggi, finisce per andare in ospedale. Solo e disperato, quando i due strani tizi lo riportano a casa, si abbandona alla loro rozzatezza e diventa pian piano come loro, i quali divorano la casa e si riducono ad uno stato animale primitivo.
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Il protagonista è solo, sogna in grande, ma è pieno di debiti e non si rende conto che parlare con il suo dentista come se fosse una persona importante della sua vita - definendolo "sweetheart" e "darling" - sia sintomo di una mancanza di rapporti con il mondo esterno. Cerca di far colpo sui potenziali compratori, ma si ritrova solo due persone che irrompono nella sua vita proprio come ha fatto lui con il dentista, e alla fine si abbandona al loro modo tossico pur di far riempire quel vuoto. Ha ristrutturato quella casa per gli altri, con uno stile moderno ma vuoto, privo di personalità, e infondo lui stesso è vuoto, falso come quella casa. Fa finta che la sua vita sia normale, e superficialmente sembra normale, ma per dare questa illusione al mondo e a sé stesso importuna un estraneo. Vive lo stesso nella sua pelle, con due strani roditori che non lo lasciano in pace e distruggono la sua illusione da persona perfetta, e ormai vede che è troppo tardi per cambiare quindi invece di chiedersi il perché di queste sue azioni, smette di provarci e abbraccia la sua somiglianza con questi esseri più vicini a quei scarafaggi che ha provato a togliersi dai piedi. Poteva forse chiamare qualcuno a disinfettare la casa, poteva cercare di andare a farsi aiutare, e invece cade nello squallore poiché ormai la verità sta troppo in fondo per vederla. La chiave della sua felicità risiede in una cosa ricoperta di bugie spacciate per verità.
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Il voler l'approvazione degli altri ormai ha fatto anche dimenticare quale sia la verità e quale sia la bugia, e da soli non si potrà mai capire come mai ci si comporta così. La casa è stata ristrutturata, ma non per sé stessi, per gli altri, ed ha attratto solo altre persone come lui che non hanno risolto il problema, poiché è così che succede a volte, ci dimentichiamo la verità, ciò che ci fa star bene perché siamo convinti che ciò che piace e credono gli altri sia molto più importante di come ci sentiamo noi, e quindi ci imbattiamo in persone che ci somigliano e che facendo il nostro stesso ragionamento si lasciano andare nel lato opposto, abbracciando i lati più tossici in cerca di un piacere momentaneo, aiutandoci a tirar fuori il peggio di noi. La casa non potrà mai essere come vogliamo, se noi non tiriamo fuori tutte le cose negative, se noi non disinfettiamo propriamente lasciandoci anche aiutare da un esperto. La casa non potrà mai essere bella, noi non potremmo mai piacere agli altri, se ci sforziamo di arredarla in un modo superficiale con lo stile che non è nostro, se ci sforziamo di apparire per quello che non siamo. Finisce che alla fine le cose che odiavamo di noi prendono il sopravvento, e ci riducono in una forma primitiva che non è nostra, e che distrugge tutto ciò su cui abbiamo sudato per aggiustare. La cosa più brutta, è che questo ci porta a farlo fare a noi. Noi distruggiamo alla fine la casa su cui abbiamo lavorato per così tanto tempo.
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Nel terzo atto, affiancata ad una meridiana, compaiono le ultime due strofe del poema: "Listen again and seek the sun" ("Ascolta di nuovo e cerca il sole"). La storia inizia con Rosa, una gatta antropomorfa che ha ereditato dalla sua famiglia la casa in questione, e che si ritrova ad usarla come motel per pagare la ristrutturazione. Solo che è resa difficile dall'alluvione causata da piogge, che ha fatto della casa un'isola. L'alluvione non è l'unico problema che impedisce la ristrutturazione, anche i condomini ci si mettono non pagando il loro affitto: Elias, invece dei soldi usa dei pesci pescati da lui, mentre Jen è una figlia dei fiori che paga utilizzando cristalli d'ossidiana che aiutano ad allineare il chacra di una persona e dando da mangiare a Rosa i frutti del suo giardino. Rosa è determinata a portare la casa al suo massimo splendore, vede in questa un potenziale, e vuole tirarlo fuori ad ogni costo. Le cose verranno rese più difficili dall'entrata in scena di Cosmos, lo spirito compagno di Jen, che arriva e impedisce ciò utilizzando invece pezzi della casa per creare una barca ad Elias. È da tempo che Elias vuole esplorare il mondo, lasciare la casa e Cosmos lo aiuta, raccontando anche le sue esperienze. Jen prova a far capire Rosa che Cosmos vuole aiutare anche lei, modificando la casa in modo che lei possa utilizzarla per spostarsi, poiché l'allagamento si sta alzando e ben presto la casa si ritroverà inondata. Ma Rosa non parla dell'alluvione, no lei vuole solo ristrutturare la villa ignorando il pericolo e i consigli dei suoi amici e affittuari. Tutto cambierà quando sia Elias, ché Jen se ne andranno e allora lei capirà di quanto sarà infelice, da sola, senza i suoi amici, nella casa ormai inondata e distrutta. Questa visione le farà capire che per avere i momenti di felicità e di ricordi avrà bisogno di loro, e vuole raggiungerli, quindi attiva le modifiche che ha fatto Cosmos alla sua casa e questa diventa una barca, separandosi dalle sue cementa e andando al largo, dove Rosa ritrova le barche di Elias e Jen.
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L'unico racconto che finisce con una nota positiva è quella dove le persone più vicine alla protagonista invece di ignorarla per la casa, o usarla, come abbiamo visto in quella precedente, pensano più a lei che alla loro abitazione. L'unica ancora attaccata alla sua casa è Rosa, la quale è convinta che se l'abbellisce verrà fuori il vero aspetto della villa, è convinta che comportandosi in un certo modo otterrà la felicità. E questa volta, chi ha intorno, dice il contrario: loro le vogliono bene per com'è, vedono il potenziale in lei, ma vedono che non lo sta tirando fuori in modo corretto e cercano di indirizzarla nel giusto modo. Ma Rosa è testarda, ed è troppo presa nel suo mondo per capire che non le serve la casa come è nella sua testa per avvicinarsi a loro e far loro piacere. Bastava solo stare con loro. Cosa che rinunciava ristrutturando casa. La stessa casa a cui erano affezionati Elias e Jen, ma cui entrambi erano pronti a lasciare una volta capita che non andava più bene per loro. Cambiare per loro due non era un problema, ma a Rosa cambiare significava lasciare il proprio passato e lei teneva troppo a quel passato per lasciarlo andare. Ha paura di cosa può scoprire se lo fa, se lì fuori poi tutto diventa peggiore, che si penta di aver cambiato, e per questo cerca di cambiare la casa superficialmente, esteticamente, credendo che così ha cambiato qualcosa e non si pente di restare sempre sullo stesso punto. Rosa è scettica, coi piedi per terra, non sopporta la spiritualità, non sopporta confrontarsi con quella parte più profonda di sé e ignora i problemi anche se la stanno letteralmente soffocando, inondando. Non vuole affezionarsi, ma al tempo stesso desidera ardentemente un rapporto con gli altri. Solo grazie a Jen ed Elias, e anche a Cosmos, riuscirà a capire che ignorare i problemi, che ristrutturare la casa, cambiare sé stessa, senza andare alla radice è inutile. L'estetica poco importa se poi non può galleggiare. Questo cambiamento radicale, cambia anche la casa stessa, e raggiunge finalmente il suo potenziale. Finalmente la casa viene utilizzata, cambia per essere vissuta, e non è più un confetto, un'opera per dimostrare agli altri quanto si è degni della propria approvazione, ma un mezzo per avvicinarsi agli altri, per instaurare un rapporto più che superficiale. E finalmente smette di essere ristrutturata continuamente senza servire ad un vero scopo che non sia torturare il protagonista. Smette di essere una "house" e inizia ad essere una "home", ovvero il tema principale del film.
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Nella canzone ai titoli di coda "This House is..." si riassume il significato nei suoi termini più semplici, dove ci tiene a specificare che la "house" è solo una costruzione di mattoni, mentre la "home" è il posto dove non ti senti mai da solo e che dunque può essere anche ovunque le persone che tengono a te e le persone a cui tu tieni ci sono. Il cottage di Mabel era la sua "home", lì lei stava bene con la sua famiglia, ma il padre non è riuscito ad andare oltre i pregiudizi della propria famiglia, si è lasciato condizionare dagli altri a tal punto che ha distrutto tutto. L'agente immobiliare era solo e disperato di un contatto sociale, e cercando di apparire normale e alla moda, è risultato essere per nulla genuino e si è legato a persone che l'hanno spinto a distruggere tutto, scambiandole per "famiglia". Solo Rosa ha avuto successo, ed è stato non grazie alla casa ristrutturata, perfetta, ma alle persone che ospitava, quella che era la sua famiglia e che finalmente le ha fatto capire che non doveva cambiare tutto e solo nell'estetica per diventare la persona che voleva essere, bastava fare un unico, grande, cambiamento alla struttura, così da potenziarla. Staccandosi dalla collina su cui era stata costruita per torturare i propri inabitanti, è diventata una barca di salvataggio, e ha ritrovato il proprio scopo aiutando il proprio proprietario.
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Il poema riassume il come noi stessi scambiamo il sentimento di cambiare e cerchiamo il modo di farlo creandoci una bugia - quella di avere l'approvazione altrui anche al costo di perderci - e sul come non potremmo mai vincere il nostro obiettivo se continuiamo ad ignorare la verità, nascosta su queste bugie che ormai diventano dogmatiche - il far finta di apparire per una cosa che non siamo per essere accettati, anche dalle persone sbagliate a cui non importa nulla di noi - ma che possiamo farlo solo riascoltando ciò che abbiamo bisogno e cercando l'aiuto degli altri, la nosta luce, il nostro sole, che illumina tutto ciò che le bugie tengono ben celate al buio, facendoci ignorare i pericoli e rendendoci testardi all'ovvio. Coloro che tengono a noi ci illuminano e finalmente potremmo trovare la verità celata tra le bugie. Solo così si potrà essere felici.
Un'ultima precisazione: nel riflettere mi è venuto in mente che Penny, la madre di Mabel, aveva rifiutato la costruzione della casa poiché credeva di doverla pagare, ma quando si assicura che è gratuita e che deve solamente lasciare la sua attuale casa modesta, non esita a far firmare il marito, dunque anche lei, come Raymond, ha preso a cuore le critiche dei parenti paterni, riferiti soprattutto al modo in cui avevano giudicato le tende e gli abiti da lei cuciti.
Poi, non escludo che il secondo e terzo atto possano essere frutto dell'immaginazione di Mabel, come lo stesso finale del primo atto. Negli atti seguenti al primo non si vedono più gli umani, personalmente credo sia dovuto al fatto che si trattano entrambi di ambientazioni post-umane, dove nella seconda di vede l'influenza dei nostri tempi, mentre nella terza è tutto meno moderno, compresa la tecnologia; detto ciò, può essere che siano dell'immaginazione di Mabel perché in una delle prime scene si vedono bambole di ratti o gatti antropomorfi. Poi, ci sono anche riferimenti a Isabelle, la neonata, e a Penny, la madre, e la stessa casa che è ripresa dalla casa delle bambole. Personalmente mi piace pensare che in un futuro distante dove noi esseri umani siamo estinti, i ratti si sono evoluti a specie dominante, magari anche in concomitanza con i gatti, poiché vengono citati nel secondo atto, e che poi si siano ridotti ad uno stato primitivo lasciando i gatti come specie dominante, per una ragione o l'altra.
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In conclusione, "The House" utilizza la tecnica stop-motion per portare alla vita un'antologia di racconti che ti portano a dare una tua interpretazione e che sebbene vuole far passare un messaggio semplice, devi attivamente leggere tra le righe e gli indizi che ti lasciano sul piccolo schermo. Decisamente un'ora e mezza passata a riflettere attivamente su ogni dettaglio, con un'estetica strana ma accattivante. Uno dei migliori prodotti targati Netflix di quest'anno.
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scalpcollector · 5 months ago
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ho rivisto la sposa cadavere e il mio cervello ha fatto il collegamento con un certo principe cadavere..
comunque questa fanart (ho realizzato ora) implica che Gideon ritorna nel regno dei morti e che Harrow si sposa un qualcun' altro. non ci riflettiamo troppo.
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danwolfeart · 1 year ago
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Color Wheel time
Clockwise: Crash, Sailor Venus, Piccolo Daimao (Grande mago Piccolo), La sposa cadavere, Moiraine Sedai, Fischl, Wicked Lady e Shallan Davar
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auprivave · 1 year ago
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La sposa cadavere
Bambina: "La mia mamma non va mai al mare".
Maestro: "Non le piace abbronzarsi?"
Bambina: "No. Ha le pelle bianca come i capelli delle vecchie".
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ehinana · 2 months ago
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ideee costume per halloween?? al momento mi piace la sposa cadavere ma vorrei vestirmi scura e non chiara :((
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lolasecretss · 6 months ago
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Mia sorella oggi: “ma il tuo obbiettivo fisico è tipo jack skeleton o la sposa cadavere?”
Amo all’incirca, ma non posso dirlo, altrimenti pensate che sono di nuovo malata e invece sto da Dio
#me
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aitan · 2 years ago
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Quella della Llorona è una delle tante leggende della tradizione messicana in cui il mondo dei vivi e quello dei morti si incontrano, si intrecciano e si confondono.
Dal fascino misterioso e lugubre di questa storia viene fuori anche uno dei più celebri canti popolari latinoamericani, portato al successo da interpreti del calibro di Joan Baez, Chavela Vargas e Lila Downs e imposto all’attenzione internazionale da film come Frida (2002) e Coco (2017).
Ho parlato oggi di questa canzone popolare messicana in un post in cui, oltre a raccontare la leggenda della sposa cadavere messicana, ho aggiunto una mia tablatura per chitarra e la traduzione integrale della versione di Chavela Vargas.
Se vi interessa, la trovate qua.
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tinxanax · 2 years ago
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Ciao, spero che questo messaggio non risulterà inopportuno, ma sento di doverti parlare della mia esperienza perché anche io ho avuto un disturbo alimentare e sono arrivata a ridurre drasticamente le quantità di cibo rovinandomi per tanti anni. Non mi sono mai piaciuta perché sono sempre stata sovrappeso, neanche così tanto, però ero sempre la ragazza in carne. Più riducevo le calorie, più non riuscivo a capire perché ero sempre così com’ero, anzi diventavo ancora peggio e perdevo tono muscolare ma mai grasso. Adesso mi alleno regolarmente, sono riuscita a costruire una buona massa muscolare e sono diventata molto più “tonica” e ho meno massa grassa e mangio anche molto ma molto di più perché il mio metabolismo è diventato più veloce. So che sembra assurdo, ma la palestra mi ha salvata perché ha guarito il mio rapporto con il cibo e il rapporto con il mio corpo, quindi quello che mi sento di dirti è di ritagliarti anche solo un’ora al giorno per allenarti con pesi perché fa davvero la differenza. So che non si può guarire un disturbo alimentare così dal nulla, è un percorso lungo e pieno di difficoltà, quando vedrai il tuo corpo cambiare spesso penserai di voler tornare indietro. Io a volte faccio fatica, però posso dirti che ne vale davvero la pena sul lungo termine perché la palestra ti porta solo cose buone e mai cose negative. Sicuramente non risolva il problema alla radice, che sta nelle nostre teste, ma aiuta molto. Mi sentivo di darti questo consiglio perché mi sono riconosciuta in quello che hai scritto. Non smettere di mangiare, il cibo è energia e non è un nemico.
Non è inopportuno, anzi apprezzo che tu abbia condiviso la tua esperienza.. ci penso costantemente, e ho molta paura ad essere sincera. La prima volta che ho diminuito il cibo, sono arrivata ad eliminarlo definitivamente. Non ho mangiato per quasi due mesi. O meglio, ricordo perfettamente che avevo aperto un pacchetto di cracker all’inizio di quel periodo e in quasi due mesi non sono riuscita a finirlo, davo un morso ogni tanto. Ero in sovrappeso di 40 kg ai tempi, non so come, senza cibo, il mio corpo aveva comunque moltissima energia. Mi allenavo tutti i giorni, facevo le faccende di casa, andavo a ballare, andavo a lavorare, e fisicamente mi sentivo tranquilla. Sapevo che non sarebbe durata in eterno, il mio corpo stava perdendo tanto. Ho perso circa 20 kg in quel periodo, tra grasso e muscolo. Ancora non ero peso forma, non lo ero. Ma iniziavo a piacermi. Avevano iniziato a chiamarmi Emily, perché ricordavo la sposa cadavere di Tim Burton, con gli occhi infossati e le guance un po’ scavate. Per me non era così. Si sapevo che il mio volto era scavato rispetto a prima, ma mi ripetevo sempre che semplicemente ero dimagrita, il giusto, che non c’era niente di eccessivamente scavato. Un giorno uscii di casa per andare a camminare, quando ero di riposo dal lavoro, oltre ad allenarmi, andavo a camminare. Il digiuno, il caldo, l’assenza di sonno, gli allenamenti forse eccessivi, caddi a terra a pochi metri da casa, ero molto affaticata ovviamente. Anzi, mi stupii che non fosse successo prima a dire il vero. Capii che dovevo fare qualcosa, quindi iniziai a seguire i consigli della mia psicologa (che voleva indirizzarmi al cdca, ma ero contraria quindi nada), ricominciai a mangiare, piano, piccole dosi. Ma il mio stomaco si era talmente ristretto che non accettava nemmeno quelle piccole dosi. Passai dal non mangiare proprio, a un certo punto, al mangiare e vomitare. E in quel periodo non riuscivo più ad allenarmi. E tutti mi dissero “passi da un estremo all’altro. O tutto o niente” era vero. Ho paura di tornare in fissa con queste cose. La palestra, i digiuni, le camminate, il vomito, ho paura.
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La foto è del periodo in cui mi chiamavano Emily. Effettivamente, anche paragonandomi adesso, vedo effettivamente che ero scavata. E che sembravo una tossica, un po’ facevo paura
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esognarechecirendesaggi · 1 year ago
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Attualmente piangendo per la sposa cadavere
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deeonisia · 1 year ago
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Quest' anno un Halloween particolare, non saprei nemmeno se considerarlo deludente, perché essendo la mia festa preferita ripongo in lei così tante aspettative che raramente possono essere soddisfatte. Pro di questo halloween: primo halloween indipendente, in casa mia con i miei addobbi e la mia lista di film da poter vedere nel televisore del salotto senza che nessuno mi rompa le scatole, primo halloween passato con il mio ragazzo a darci bacini sul divano mentre guardiamo la sposa cadavere.
Contro di questo halloween: mi mancano i miei amici e festeggiare con loro, essendo il primo halloween da sola i miei addobbi sono miseri e poco incisivi, la lontananza da casa (anche se considero anche questa casa mia) per qualche motivo mi fa sentire meno l'aria festiva, sarà anche che essendo più impegnata si notano meno queste cose, non ho nemmeno visto la metà dei film tematici che guardo in questo periodo dell'anno e recuperarli dopo mi sembra inutile, non essendo usciti e non avendo fatto molto il nostro halloween termina prima di mezzanotte perché comunque il mio ragazzo stamattina si è svegliato presto per andare a lavoro quindi mi ritrovo da sola ad aspettare l'ora delle streghe.
Okay adesso che li ho scritti mi rendo conto che sono più i contro che i pro dell' Halloween di quest'anno, ma i pro hanno un importanza più determinante rispetto ai contro, anche perché aprono le porte ad un futuro di nuove tradizioni, nuove conoscenze e divertimenti e tanto amore, ci arriveremo.
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