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Casale Monferrato. Premiazione per i giovani lettori: celebrazione della passione per la lettura
Un evento dedicato ai bambini e ragazzi che hanno reso la lettura protagonista del 2024.
Un evento dedicato ai bambini e ragazzi che hanno reso la lettura protagonista del 2024. Il prossimo giovedì 19 dicembre 2024, alle ore 17:30, la Biblioteca delle Ragazze e dei Ragazzi “E. Luzzati” di Casale Monferrato ospiterà un momento speciale dedicato ai giovani lettori. Nella suggestiva “Stanza delle Letture”, avrà luogo la cerimonia di premiazione dell’iniziativa “Appuntamento con la…
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ho letto poco tempo fa un post qui su tumblr in cui una “donna”, se così vogliamo definirla, citava il fatto che mostrare il seno o il culo, rende troia l'essere femminile.
ma pensa un po', perché non ci ho pensato prima, che peccato.
è questa la solidarietà femminile nel 2024 quindi.
“donna”, lo stesso ragionamento vale per gli “uomini”?
se così fosse, riguardo loro che mostrano il petto o addominali, oppure una classica foto in boxer, automaticamente dovrei definire un uomo puttano, no?
e di conseguenza, questa sarebbe la solidarietà maschile.
cazzo, magari esserci arrivata prima.
eppure ero rimasta che, definire una donna troia o un uomo puttano, siano persone che di loro spontanea volontà offrono il proprio corpo a chiunque consapevoli del fatto che siano tali persone, e su questo voglio ribadire che tali termini sono molto differenti ai termini prostituta e gigolò.
ora, stando di base al ragionamento di questa “donna”, dovremmo essere tutte delle troie e tutti dei puttani no?
pensate a tutte quelle sculture esposte nei musei in cui ritraggono donne e uomini nudi.
che troie e puttani che erano già all'epoca, non è così “donna”?
detto ciò, dato che siamo nel 2024 e normalizziamo fatti che non stanno né in cielo né in terra, direi che un esame di coscienza e cultura su ogni fronte non faccia male a nessuno.
però aspettate, nel caso aveste voglia di mostrare il vostro corpo, non fatelo eh, non sia mai che passi per una persona quale non sei.
che ridere.
cara “donna” sono certa che pure tu abbia mostrato il tuo corpo, quindi perché fare la finta santa se siamo tutti dei gran peccatori in questo mondo.
ah no giusto, la solidarietà.
che ridere.
e la cosa che fa altrettanto ridere, è il fatto che ancora nel 2024 le parole che si attribuiscono alle persone venga dato come se niente fosse.
tutto con così tanta leggerezza, non tenendo conto della pesantezza del significato dietro ogni termine.
cara “donna” un conto è mostrare volgarità, un conto è mostrare di essere compiaciuti da sé stessi.
se tu, “donna”, appena clicchi su questa applicazione, sulla home appare un blog in cui una persona posta/reblogga una donna o un uomo, che sia in intimo o nudo, tu sai per certo che questa persona si stia compiacendo? sai per certo che lo faccia per secondi fini? sai per certo che lo faccia per soldi?
no, non lo sai.
però rebloggare ragazzi o uomini in intimo o nudi va benissimo, vero “donna”?
che ridere.
come ho già detto, giudicare è facile.
quindi, anziché sparare merda a destra e manca, un po' di serenità.
non ti piace quel genere di post? non seguire il blog, non accetti contenuti per adulti, o anzi, addirittura una cosa molto sensata, elimina questa applicazione se proprio proprio devi provare “ribrezzo”.
ah no scusate, dovreste ricordare la solidarietà femminile e solidarietà maschile.
che ridere.
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Vedete questo dipinto?
Vi siete mai chiesti perché lo specchio non riflette il viso dell'uomo?
Eh sì, c’è un motivo, perché questo quadro, uno dei più famosi al mondo, racchiude un messaggio bellissimo.
In apparenza sembra un dipinto come tanti altri.
C’è un uomo, un giovane vestito in modo elegante, che vi dà le spalle mentre si guarda allo specchio.
Ma qualcosa non va.
Lo specchio non riflette la sua faccia ma soltanto la sua schiena.
Inquietante, vero?
Se però guardate con attenzione, noterete che il libro accanto all’uomo viene riflesso nello specchio senza problemi.
Che cosa vi sta dicendo Magritte?
Che non è uno specchio a poterti dire chi sei. Lo specchio è il simbolo per eccellenza delle apparenze. Abiti, ricchezza, potere, bellezza possono dirti «cosa» sei, ma non chi sei.
«Viviamo in un mondo in cui il funerale è più importante del morto, il matrimonio più dell'amore, il corpo più dell'intelletto e dell'anima della persona. Viviamo la cultura del contenitore che se ne frega del contenuto.» E nella cultura del contenitore, dell’uomo resta soltanto questo: un essere anonimo senza volto.
Non saprai mai chi sei a meno che non perdi chi fingi di essere. Ecco cosa vi sta dicendo Magritte. Per essere se stessi ci vuole coraggio; per essere chiunque solo apparenza!
Perché un conto è nascere, un conto è diventare. Tutti nascono, ma pochi diventano.
«Lo fanno tutti», «devi essere il migliore», «non sei abbastanza», «non sta bene», sono i veleni che ci vengono iniettati giorno dopo giorno con l'educazione, con il ricatto, con la paura.
Ci sono cose come «successo», «perfezione», «popolarità» che ti impediscono di trovare te stesso/a, la tua anima, il tuo cuore.
E poi ci sono cose che sono antidoto e cura, come il libro riflesso nello specchio, cose che ti aiutano, in un mondo in cui tutti ti giudicano per ciò che pari, a ritrovare chi sei. Perché non per sembrare, ma per brillare siete nati.
Non accontentatevi di essere delle fotocopie! Ecco cosa vorrei dire ai ragazzi. Non lasciate che nessuno offuschi il vostro splendore.
(Guendalina Middei)
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«Ragazzi: Studiate.
Anche se nella vita è meglio furbi che colti.
Anzi: proprio per questo.
Per non arrendersi a chi vi vorrebbe più furbi che colti.
Perché la cultura rende liberi, critici e consapevoli.
Non rassegnatevi a chi vi vorrebbe opportunisti e docili e senza sogni. Studiate.
Meglio precari oggi che servi per sempre.»
Ilvo Diamanti
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Investigatore privato
C’è un’etica rigorosa, nel nostro mestiere. Ci sono protocolli da seguire, regole e indicazioni precise. Poi, il comportamento di un segugio al lavoro deve essere rispettoso della privacy altrui e delle leggi dello Stato. Infine c’è il capitolo forse più spinoso: quello della conclusione dell’indagine e la produzione delle prove al cliente. Un buon ottanta per cento della nostra quotidianità è dedicato alle infedeltà. Alla fine, in tutte le situazioni relative a questioni di cuore, addosso a noi del mestiere si forma una spessa corazza, un guscio robusto che ci impedisce di provare sentimenti di empatia: sia con la persona oggetto delle indagini che col cliente committente. E lì si impara, si riconferma il vero valore della vita di coppia:
Si vedono le conseguenze terribili di un amore che si sfalda. Anime rovinate, figli in profonda sofferenza, tracolli economici. O, nei casi più spinti, azioni scellerate compiute in un attimo di follia o di sconforto, che verranno perseguite penalmente. Dopo trent’anni di servizio ineccepibile e altamente professionale, di allenamento e pratica quotidiana di assoluto distacco fisico ed emotivo, mi sei capitata tra i piedi tu. Mentre stavo investigando su di te, in un momento di pausa dalle indagini, una mattina t’ho trovata nella sala d’aspetto del dentista che, ho scoperto, abbiamo in comune. Il protrarsi non prevedibile dell’operazione del cliente precedente a me ha creato quindi per noi una circostanza completamente fortuita e inaspettata.
In quell’occasione ho potuto intessere con te una conversazione molto interessante, coinvolgente. E dopo non riuscivo a smettere di pensarti. Mi rigiravano in mente le tue frasi intelligenti, piacevolissime. Da te, mentre parlavi filtravano con estrema discrezione una cultura e una sensualità non comuni e profonde. E il tuo sorriso, poi... oh: quello m’ha proprio steso. Una combinazione letale di elementi, per la mia psiche. Opinioni e idee, gusti e scelte. Storie scambiate con mia intensa attenzione alle tue labbra e ai tuoi movimenti. Bella come una dea nella sua età dell’oro. T’ho contattata con il cuore che mi batteva forte e dopo mille esitazioni. Ma non potevo proprio farne a meno. Messaggi, note vocali, facezie.
A cui sono seguiti degli appuntamenti in segreto assolutamente non opportuni per entrambi. Ma irrinunciabili. E fuori da ogni regola: tutto assolutamente sbagliato. Perché tu prima di me non avevi mai tradito tuo marito. Né io mia moglie. Normalmente, chi commissiona un’indagine cerca solo una conferma fisica, tangibile a quello che già ha capito, che già sa. Però, in rarissimi casi succede che magari si veda solo un po’ di fumo, ma non c’è alcun arrosto. E questo era uno di quei casi. Ho quindi rassicurato tuo marito e così facendo ho anche tradito l’etica professionale. Addirittura, mi sono dovuto necessariamente far pagare e gli ho dato un prodotto avariato, scorretto: un dettagliato e falsissimo rapporto di sorveglianza, con tue foto innocue, in cui non si ravvisavano motivi di sospetto.
Crollati d’un colpo il saldo legame con mia moglie e tutte le mie certezze. Ma non riesco a pentirmene. Non potrei più, a questo punto. Però, francamente non riuscirò mai a capire cosa succede ai cuori di un uomo e di una donna maturi quando improvvisamente s’innamorano. Forse l’amore quando arriva rende folli a qualsiasi età. Anzi: forse i ragazzi hanno più ragioni per costruire e consolidare un vincolo con estrema cautela. Probabilmente maturità e amore si escludono a vicenda. O forse era semplicemente destino che ti trovassi sulla mia strada. Ti aspetto nel nostro albergo complice e intanto gusto un buon caffè.
RDA
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𝐓𝐡𝐞 𝐋𝐨𝐬𝐭 𝐁𝐨𝐲𝐬 è un film del 1987 diretto da 𝐉𝐨𝐞𝐥 𝐒𝐜𝐡𝐮𝐦𝐚𝐜𝐡𝐞𝐫 noto per la sua moderna interpretazione della mitologia dei vampiri che incorpora cultura giovanile ed estetica anni '80; la miscela di horror e umorismo della pellicola insieme alla colonna sonora rock hanno influenzato i successivi film sui vampiri.
Il titolo 𝑇𝘩𝑒 𝐿𝑜𝑠𝑡 𝐵𝑜𝑦𝑠 fa riferimento ai personaggi di Peter Pan di J.M. Barrie, in particolare ai Ragazzi Sperduti che abitano l'Isola che non c'è: bambini caduti dalle loro carrozzine che non possono tornare a casa rimanendo uno stato di eterna infanzia, rappresentando il rifiuto di crescere; i vampiri di 𝑇𝘩𝑒 𝐿𝑜𝑠𝑡 𝐵𝑜𝑦𝑠 sono intrappolati in corpi giovanili e vivono per sempre senza invecchiare: questo parallelo serve a esplorare i temi dell'adolescenza, della ribellione e del desiderio di sfuggire alle responsabilità adulte, centrali nella narrazione, riflettendo anche le lotte dei giovani in una società che spesso li spinge a conformarsi alle norme degli adulti; invocando l'immaginario dei Lost Boys di Barrie, 𝑇𝘩𝑒 𝐿𝑜𝑠𝑡 𝐵𝑜𝑦𝑠 attinge a una comprensione dell'infanzia come magica e pericolosa, evidenziando la tensione tra l'innocenza e la dura realtà della crescita.
#Lost Boys#1987#Joel Schumacher#Michael Emerson#Sam Emerson#California#film horror#horror film#horror#horror comedy#film#Atomic Sweets#Kiefer Sutherland#vampirismo#cacciatori di vampiri#non morti#battaglia contro i vampiri#trasformazione in vampiro#moderna interpretazione#mitologia dei vampiri#colonna sonora rock#film sui vampiri#movie#trailer#movie trailer
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Pensavo a come negli anni la "cultura" del fare l'esame di maturità sia cambiata.
Vedo un sacco di ragazzi/e andarci vestiti a mo di matrimonio, corone d'alloro (???), fiori, famiglie intere che aspettano fuori dalla scuola.
La mia esperienza fu più o meno così:
• Notte prima degli esami a fare baldoria, tutti ubriachi, ho studiato la tesina da ubriaco alle 3 di notte
• Outfit del giorno: Jeans e t-shirt dei Linkin Park
• Finito il colloquio chiamo mia madre per dirle che stavo andando a mangiare una granita coi miei amici
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«Pompo i fiori». Cosa significa? «Spruzzo il veleno sulle piante, mi pagano 20/25 euro al giorno». Usi guanti e mascherina? «No! Un po’ mi dà fastidio respirare il pesticida, ma è diventato il mio profumo ormai». S. è una ragazza di 14 anni, lavora in campagna da quando ne ha 13. È di origine tunisina, è nata in Italia, vive in provincia di Ragusa. Non siamo sole. Intorno al tavolo con noi ci sono una quindicina di minorenni. Siamo a Marina di Acate, nel Centro Orizzonti a Colori dove Save the Children con l’Associazione «I Tetti Colorati» e la Caritas Diocesana di Ragusa ha scelto di avviare a marzo 2022, il progetto «Liberi dall’Invisibilità». Ragazze e ragazzi dai 6 ai 17 anni, c’è anche qualcuno più grande che ha accettato di incontrarmi. Non è facile fidarsi degli «italiani» quando sin dalla nascita nessuno ti ha mai visto veramente, ti ha mai riconosciuto dignità. Se raccontano chi sono, come vivono, quanto soffrono è solo perché a garantire per me ci sono assistenti sociali, operatori e mediatori che ogni giorno spendono la loro vita e il loro tempo per insegnare la cultura dei diritti. È una generazione nata e cresciuta nelle serre della fascia trasformata. Cos’è? Me lo spiegate? «È una zona isolata dalla città, dalla civiltà. Non abbiamo trasporti, solo da poco ci hanno concesso un pulmino che porta a scuola anche quelli delle superiori. Non è un pulmino del Comune, lo paga la Caritas.
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La Liberation School dal punto di vista di una madre.
Mercoledì 25 giugno 1969 iniziò la prima Liberation School delle Pantere Nere ad East Bay, presso la chiesa del Buon Pastore, a Berkeley. Avendo udito í camion con gli altoparlanti che il giorno prima avevano annunciato in tutto il quartiere l'inizio della scuola, decisi di andarci con il mio maschietto di due anni per osservare la scena e vedere come potevo aiutare. Ciò che trovai fu una scuola ben organizzata e progressista, nel vero spirito del socialismo. Il primo giorno comparvero circa 10-15 bambini, di età dai quattro ai dieci anni. Ora, dopo più di una settimana, la frequenza varia da 25 a 30 ragazzi, A tutti viene dato un caloroso benvenuto nella « Grande Famiglia », come è chiamato il gruppo. Di fatto fui molto sorpresa quando parlando con una delle sorelle delle Pantere il primo giorno la sentii dire: « Potrebbe portare suo figlio tutti i giorni? ». Non molto sicura di ciò che un bambino vivace di due anni potesse imparare e/o offrire, decisi di dargli una possibilità e continuo a farlo con pochi rimpianti.
La giornata incomincia alle 9:00 con circa tre o quattro bambini. È servita loro una prima colazione di latte, frutta e cereali dallo staff delle Pantere e da volontari della comunità, molti dei quali sono anche attivi in altre organizzazioni. Appena quei pochi sono serviti, comincia il da fare per gli altri bambini che arrivano. […] L'insegnamento segue il programma delle Pantere e la conoscenza dei leader-chiave delle Pantere — Huey P. Newton, Eldridge Cleaver, Bobby Hutton, Bobby Seale soprattutto — costituisce quotidianamente una parte delle lezioni. Ai bambini si insegna anche a conoscere la società in termini di lotta di classe in modo chiaro, facilmente comprensibile per dei bambini. Ogni giorno della settimana è destinato ad uno studio particolare: un giorno si dovrà studiare la lotta di classe, un altro ci sarà un film su lotte come quella della Convenzione Democratica Nazionale di Chicago e venerdì è il giorno delle esperienze sul campo. I giorni delle esperienze sui campo sono organizzati attorno ad attività delle Pantere e sono programmati per dimostrare visivamente la natura razzista, di classe della società in cui i bambini vivono. Così i bambini un giorno visitarono la scena del massacro di polizia del 6 aprile 1968, che portò all'assassinio di Bobby Hutton. La classe vide anche il posto dove Huey P. Newton fu avvicinato dai maiali di Oakland e incastrato in una accusa di assassinio. Durante la settimana i bambini studiano gli avvenimenti di attualità, cultura rivoluzionaria e teoria della lotta di classe. L'educazione è ricevuta bene. I bambini imparano perché concetti chiave e complicati sono presentati in termini semplici. Definizioni come « liberazione significa libertà », « rivoluzione significa cambiamento », sono capite facilmente dai bambini ed ogni definizione è spiegata in maggior dettaglio durante il corso degli studi. Tutte le personalità chiave del partito delle Pantere Nere e nella politica sono identificate con grandi manifesti o fotografie, ognuno dei quali si contraddistingue per un particolare, cosi che i bambini non possano confondersi facilmente.
Chiara Saraceno, Dall'educazione antiautoritaria all'educazione socialista, De Donato editore (collana Temi e problemi), 1972¹, pp. 322-323.
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Mia mamma in questa foto aveva compiuto da poco 18 anni. Stava per finire il liceo classico, erano arrivati in otto alla fine, due ragazze e sei ragazzi. Gli altri erano tutti figli di medici, professori e avvocati, lei era l’unica ad essere figlia di un elettricista e di una casalinga. I miei nonni avevano la quinta elementare e lei per andare a scuola tutte le mattine si svegliava alle cinque perché doveva prendere il pullman degli uomini che andavano al lavoro. Arrivata all’ultimo anno scolastico il suo nonno paterno le disse che era arrivato il momento di trovare lavoro, cercavano una segretaria, un posto fisso ben remunerato e di prestigio per una brava ragazza. Mia mamma era davvero brava a scuola e le dispiaceva smettere di studiare, ma non se lo poteva permettere, non c’erano abbastanza soldi. Allora una sera il suo papà, il mio amato nonno Lidio, la prese in disparte e le disse: “questi soldi sono stati messi da parte per il tuo corredo, prendili e iscriviti all’università. A comprarti le lenzuola farai sempre in tempo”. Era il 1960, mio nonno non aveva nemmeno la terza media, era orfano di mamma, eppure è sempre stato avanti anni luce. Dopotutto lui aveva avuto due figlie femmine e a chi gli diceva “poverino che sfortuna non hai avuto il maschio” lui rispondeva sempre che le sue figlie erano state quanto di più bello la vita potesse offrigli. Mia mamma si è laureata in cinque anni, studiando la mattina e dando ripetizioni il pomeriggio per mantenersi. È diventata professoressa e da quando è in pensione scrive libri e corregge tesi. E tutto per merito di un padre operaio rivoluzionario che nel 1960 preferì investire in cultura piuttosto che in biancheria per la casa. Mio nonno era un supereroe.
Irene Vella
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Alessandria Today accoglie un nuovo autore: Beniamino Cardines entra nella redazione
Siamo lieti di annunciare l’ingresso nella redazione di Alessandria Today di Beniamino Cardines, una figura poliedrica e di grande spessore culturale.
Siamo lieti di annunciare l’ingresso nella redazione di Alessandria Today di Beniamino Cardines, una figura poliedrica e di grande spessore culturale. Scrittore, giornalista, speaker radiofonico, regista, performer e organizzatore di eventi culturali, Cardines porta con sé una vasta esperienza e una visione unica del narrare come mezzo per accendere fari su angoli bui dell’esistenza. Un autore…
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Cominciamo con un’allegoria. Una nave che solca i mari. Ad ogni porto qualcuno scende e qualcuno sale in questa nave. Se sulla nave non ci fosse qualcuno che spiega a chi sale come ci si comporta a bordo ma anche altre cose, come si guarda il cielo, come si cercano le stelle, la nave affonderebbe dopo tre giorni. Il capitano della nave è l’insegnante.
Il primo compito di un insegnante, nella vita, è quello di essere un ‘imparante’. Un imparante è qualcuno che deve conoscere tutti i passeggeri, sapere cosa vedono, cosa leggono e cosa ascoltano i propri ragazzi. Per prenderli e portarli ad un livello più alto, dove c’è la cultura. Senza la cultura così alta tutto quello che pensano e sognano non sarebbe possibile.
Un buon insegnante deve valutare i ragazzi per la volontà, non sempre per i risultati. Un buon insegnante non deve essere intransigente fino a questo punto. Un buon insegnante deve avere una passione straordinaria da trasmettere ai ragazzi. La cultura è e deve essere contagiosa. Un insegnante non deve stare con i migliori. Un capitano della nave è bravo quando c’è tempesta.
Roberto Vecchioni
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I sentimenti si apprendono. Gli antichi imparavano i sentimenti attraverso le storie mitologiche. Se guardiamo alla storia greca ci ritroviamo tutta la gamma dei sentimenti possibili, Zeus il potere, Afrodite l’amore, Atena l’intelligenza, Apollo la bellezza, etc. C’era tutta la fenomenologia dei sentimenti umani. Noi invece li impariamo attraverso la letteratura, che è il luogo dove si apprende che cosa sono il dolore, la noia, l’amore, la disperazione, il suicidio, la passione, il romanticismo. Ma se la letteratura non viene “frequentata” e i libri non vengono letti, se la scuola disamora allora il sentimento non si forma. E se la cultura non interviene, i ragazzi rimangono a livello d’impulso o al massimo di emozione. Da qui la necessità di educare al sentimento, a partire dalle favole per bambini dove si impara cosa è bene e cosa è male, e poi, crescendo, con la scuola dove si apprende dalla letteratura tutta la gamma dei sentimenti, i loro nomi e i loro possibili percorsi. E solo grazie a questo corredo culturale si acquisisce quella sensibilità psichica capace di distinguere il bene dal male, l'amore dall'odio, la partecipazione dal l'indifferenza. Ma la famiglia e la scuola oggi educano al sentimento? Questa è la domanda da rivolgere non a Dio, ma alle nostre istituzioni educative. Umberto Galimberti, Intervista
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che poi si parla tanto di cultura letteratura, i grandi classici romantici e poi??
basta una chiamata in più oggi se ne escono con “SI MA TU NON RISPETTI LA MIA PRIVACY”
ragazzi spoiler: se non vi va di parlare con una persona non vi va, siate sinceri e non fate gli ipocriti del cazzo.
Poi vogliamo parlare di quelli che vogliono solo una “scopamicizia” però ti fanno l’uovo di pasqua, si comportano in modo ambiguo, li cerchi un po’ di più e subito ti fanno passare per una povera illusa precisandoti il fatto che “ti avevo avvisata”.
allora state lontani da me e non rompete il cazzo alla povera gente che già sta male di suo.
si oggi sto sclerata e mi sfogo qui su tumblr per non fare cazzate di cui potrò pentirmi ciao.
ma comunque avete ragione tutti
io sono una malata immatura❤️
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Siamo stati tutti ragazzi e tutti siamo andati a scuola. La storia e' sempre stata una materia ripetitiva. Partiva sempre da lontano, dagli uomini primitivi. Poi si perdeva nei rivoli del prima e dopo Cristo. Arrivava giugno e ti ritrovavi quasi sempre alle prese con mille camice rosse e con Garibaldi che "obbedisco" al re piemontese, incontrato a Teano. Qualche anno riuscivi a sentire il mormorio del Piave o vedevi un omaccione tozzo e pelato su un trattore intento a spigolar grano per rendere opulenta l'italica patria. Mai si andava oltre. La storia contemporanea si studiava dopo, finiti gli studi, da "autodidatta", tra politica, letture e filmografie neorealiste degli anni '60-70. Chi sapeva pero' spiegare bene la storia moderna erano i milioni di persone che quel periodo lo hanno vissuto sulla propria pelle. Ecco che oggi, invece, si alza la seconda carica dello Stato, il fascista Ignazio Benito La Russa e in 5 min spiega come e' andata negli anni prima del 25-aprile-1945. Niente occupazione nazista, niente fascismo, niente tirannia, niente sanguinari nazionalisti. L'italia era un Paese triste, povero, analfabeta e senza cultura, cosi Mussolini invito' l'amico Hitler a mandare in Italia le sue migliori bande musicali per allietare il popolo. Roma fu la piu' fortunata. Tutti i giorni era traversata da un battaglione di musici tirolesi che allietava bimbi, donne e anziani con la loro migliore canzone, Hupf mein Maden..
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C'era divertimento, allegria, euforia al passaggio di chi era venuto nel nostro Paese per regalare divertimento e cultura. Fin quando non arrivo' un gruppo di facinorosi assassini partigiani comunisti e.. buuummm..fecero un attentato contro quei poveri suonatori innocenti prossimi alla pensione. @ilpianistasultetto
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L'esame di Maturità è "Una festa. E, a differenza di molte altre manifestazioni dell’homo festivus, una festa che non separa ma unisce le generazioni: lo si capisce già giorni, settimane prima degli esami, quando in rete comincia a circolare Notte prima degli esami di Venditti, e al povero professore di lettere viene chiesto da giornalisti ammiccanti se Dante era un uomo libero o un fallito o un servo di partito (ma vattene affanculo), e i genitori e i nonni si commuovono raccontando di quanto seriamente la prendano i loro figli e nipoti, che uno ne parla male ma poi quando la Storia chiama…, e la mattina della prima prova ecco fiorire le foto su Instagram, i messaggi d’incoraggiamento su X (“Ragazzi, d’ora in poi sarà tutto un esame!”), i commenti ai temi del redattore laureato in Filosofia riesumato per l’occasione dalla sezione Cultura, i servizi al telegiornale, questo articolo… Una festa, e ci mangiamo in tanti. Abolirla, lo dico senza ironia, sarebbe un gesto da misantropi. (...) Più che invitare ad apprezzare la qualità di un testo, o la sua coerenza, praticamente tutte le tracce proposte sollecitano una risposta virtuistica: la poesia di Ungaretti servirà a dire quanto è brutta la guerra, il brano di Pirandello quanto fa paura il mondo meccanizzato, la pagina di Galasso quanto è dissennato un mondo che corre ad armarsi o a riarmarsi… Sono colpito, non meravigliato, perché questa curvatura la vedo già nei manuali, nelle scuole, nel corrente dibattito sulla letteratura: le librerie sono piene di libri scritti coi piedi, e pensati peggio, che presumono però di trasmettere al lettore preziosissime lezioni morali. La letteratura non serve a questo, in realtà: quello è il catechismo. Ma credo che sia una battaglia perduta."
Claudio Giunta
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