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#sviluppo della personalità
gregor-samsung · 3 months
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La Liberation School dal punto di vista di una madre.
Mercoledì 25 giugno 1969 iniziò la prima Liberation School delle Pantere Nere ad East Bay, presso la chiesa del Buon Pastore, a Berkeley. Avendo udito í camion con gli altoparlanti che il giorno prima avevano annunciato in tutto il quartiere l'inizio della scuola, decisi di andarci con il mio maschietto di due anni per osservare la scena e vedere come potevo aiutare. Ciò che trovai fu una scuola ben organizzata e progressista, nel vero spirito del socialismo. Il primo giorno comparvero circa 10-15 bambini, di età dai quattro ai dieci anni. Ora, dopo più di una settimana, la frequenza varia da 25 a 30 ragazzi, A tutti viene dato un caloroso benvenuto nella « Grande Famiglia », come è chiamato il gruppo. Di fatto fui molto sorpresa quando parlando con una delle sorelle delle Pantere il primo giorno la sentii dire: « Potrebbe portare suo figlio tutti i giorni? ». Non molto sicura di ciò che un bambino vivace di due anni potesse imparare e/o offrire, decisi di dargli una possibilità e continuo a farlo con pochi rimpianti.
La giornata incomincia alle 9:00 con circa tre o quattro bambini. È servita loro una prima colazione di latte, frutta e cereali dallo staff delle Pantere e da volontari della comunità, molti dei quali sono anche attivi in altre organizzazioni. Appena quei pochi sono serviti, comincia il da fare per gli altri bambini che arrivano. […] L'insegnamento segue il programma delle Pantere e la conoscenza dei leader-chiave delle Pantere — Huey P. Newton, Eldridge Cleaver, Bobby Hutton, Bobby Seale soprattutto — costituisce quotidianamente una parte delle lezioni. Ai bambini si insegna anche a conoscere la società in termini di lotta di classe in modo chiaro, facilmente comprensibile per dei bambini. Ogni giorno della settimana è destinato ad uno studio particolare: un giorno si dovrà studiare la lotta di classe, un altro ci sarà un film su lotte come quella della Convenzione Democratica Nazionale di Chicago e venerdì è il giorno delle esperienze sul campo. I giorni delle esperienze sui campo sono organizzati attorno ad attività delle Pantere e sono programmati per dimostrare visivamente la natura razzista, di classe della società in cui i bambini vivono. Così i bambini un giorno visitarono la scena del massacro di polizia del 6 aprile 1968, che portò all'assassinio di Bobby Hutton. La classe vide anche il posto dove Huey P. Newton fu avvicinato dai maiali di Oakland e incastrato in una accusa di assassinio. Durante la settimana i bambini studiano gli avvenimenti di attualità, cultura rivoluzionaria e teoria della lotta di classe. L'educazione è ricevuta bene. I bambini imparano perché concetti chiave e complicati sono presentati in termini semplici. Definizioni come « liberazione significa libertà », « rivoluzione significa cambiamento », sono capite facilmente dai bambini ed ogni definizione è spiegata in maggior dettaglio durante il corso degli studi. Tutte le personalità chiave del partito delle Pantere Nere e nella politica sono identificate con grandi manifesti o fotografie, ognuno dei quali si contraddistingue per un particolare, cosi che i bambini non possano confondersi facilmente.
Chiara Saraceno, Dall'educazione antiautoritaria all'educazione socialista, De Donato editore (collana Temi e problemi), 1972¹, pp. 322-323.
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smokingago · 5 months
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L'atto sessuale é un cerimoniale sacro all'interno del quale le anime si sposano, ma non solo, anche i corpi mentali, emotivi e fisici dei due partners entrano in uno spazio di comunanza e risonanza profonda.
Di due energie se ne forma una terza che é il connubio dell'energia di entrambi e questa energia di per sé ha già la natura di un vero e proprio concepimento.
Gli istinti non vanno certamente repressi, ma vanno ricondotti in una logica di cuore, di calore e di ascolto.Ecco perchè soprattutto nell'atto sessuale é importante onorare l'istinto dell'animale sacro che abita in noi e poi innalzare questo istinto per rincondurlo alla sua reale matrice divina.
Lo sviluppo dell'energia del cuore, lo sviluppo della vibrazione Cristica é il punto di partenza per uscire da schemi di egoismo, di falsa personalità e sacralizzare l'unione sessuale tra maschile e femminile.
Fiorella Calicchia
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ahmed-gamal · 2 months
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Il Museo Copto: custode del patrimonio copto e della storia del cristianesimo in Egitto
Scopri la bellezza dell'Egitto attraverso  pacchetti di viaggio in Egitto, vedrai  il Museo Copto, che ospita la più grande collezione di antichità copte del mondo, aperto nel 1910. Il museo è stato istituito grazie agli sforzi di Markus Smika Pasha, una figura cristiana di spicco che era interessata a preservare il patrimonio copto. Smika Pasha raccolse manufatti copti e molti elementi architettonici da vecchie chiese in fase di ristrutturazione, che usò per costruire il museo e stabilire la sua collezione. Unisciti ai nostri  tour in Egitto per vivere un'esperienza unica e indimenticabile.
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La collezione di antichità del museo riflette la storia copta dai suoi primi inizi in Egitto attraverso la sua prosperità come centro leader per il cristianesimo nel mondo. Le origini del cristianesimo copto in Egitto risalgono alla visita di San Marco ad Alessandria nel I secolo d.C. I manufatti esposti al museo riflettono la fusione dell'arte copta con le culture tradizionali tra cui faraonica, greca, romana, bizantina e ottomana, e il suo sviluppo nella sua personalità e identità. Oppure esplora la ricca storia con Tour di Pasqua in Egitto . Per chi cerca un'esperienza unica in questa stagione. Cairo Top Tours è la scelta migliore per le escursioni a terra in Egitto e la migliore destinazione turistica del mondo.
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La vasta collezione del museo comprende manoscritti squisitamente illuminati, icone, legno finemente intagliato ed elaborati affreschi decorati con scene religiose e resti di antichi monasteri e chiese. Cairo Top Tours offre  Crociera sul Nilo e Crociera sul Lago Nasser in Egitto che soddisfano tutte le vostre esigenze, tra cui  Tour Classici Egitto. Unisciti a noi per un viaggio indimenticabile!
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iviaggisulcomo · 1 year
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"Tutto ciò che è buono è costoso, e lo sviluppo della personalità è più costoso di ogni altra cosa. Vi costerà la vostra innocenza, le vostre illusioni, la vostra certezza."
C.G. Jung
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susieporta · 3 months
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Il Sole
"La Fecondità della Vita".
La "Generatività" è un Dono riservato alle frequenze dell'Energia Femminile.
Essa si muove attraverso la produzione incessante di movimenti e atti creativi che provengono dalle profondità di noi stessi.
Ciascun essere umano può attingere a questo straordinario Dono. Esso è cinetico, estroverso, gentile e potente.
Quando la Generatività è "libera di esprimere se stessa" si affida all'Energia Maschile per produrre nella Materia tutte le condizioni necessarie affinché possa rendersi tangibile e feconda.
Se ci sono dei blocchi traumatici ad interrompere il flusso creativo, è necessario ripulire i campi di manifestazione e dialogare con gli automatismi traumatici ereditati dal Passato.
Non sempre il "problema" è partito da noi, dalla nostra attuale esperienza incarnazionale.
Ma la "soluzione", in ogni caso, è nostra.
E' nostra piena Responsabilità guarire ciò che limita o inibisce il pieno sviluppo dei Doni, siano essi ostacolati a livello umano o spirituale.
Solo noi possiamo prenderci carico delle nostre Ferite.
Non è realistico attendere la comprensione, l'aiuto o l'approvazione degli altri. Potrebbero non arrendersi mai all'evidenza, o negare fino all'ultimo respiro la complicità nel perpetrare la disfunzione, pur di proteggere il loro vissuto doloroso e insicuro.
Nessuno nasce "cattivo" o "violento", "anaffettivo" o "dipendente".
Il comportamento, nell'età adulta, è la somma di diversi fattori ereditari e personali.
Non è obbligatorio "cambiare". Non è necessità percepita da tutti procedere verso il miglioramento. Cambiare richiede sforzo, fatica e, a tratti, dolore immenso.
Ci sono dei "benefit" nell'interpretare il proprio ruolo disfunzionale. Altrimenti tutti si precipiterebbero in massa a partecipare all'Evoluzione.
Il Potere è uno di questi "benefit". Chi fin da piccolo assorbe nei nuclei familiari la "dominanza sociale" non sente la spinta al Cambiamento di status.
Il "riconoscimento a prescindere", anche se velato, viene interiorizzato velocemente a livello di personalità e offre una vantaggiosa posizione di preminenza, che difficilmente verrà messa in discussione.
Chi si sente "schiacciato" o "debole", invece, sarà più facilmente portato a trovare modalità alternative di esprimere il proprio ruolo nei Sistemi di aggregazione e sarà maggiormente motivato a partecipare al Movimento di Trasformazione.
E questo a prescindere dal Genere di appartenenza o dalla Classe sociale d'origine.
Quando però, il "presunto dominante" si scopre più debole di tutti, allora la possibilità di trasformazione si rende un'opzione anche per lui.
Se all'inizio potrebbe affidarsi all'aggressività, alla depressione o al disprezzo per gli altri e per se stesso, per esorcizzare il proprio senso di fallimento e vulnerabilità, in un secondo momento si potrebbe profilare per lui l'occasione concreta di una revisione più profonda dei vissuti.
Non per tutti. Non sempre. Molto raramente.
Ma questo fa parte del Viaggio della Vita: c'è chi viene a sperimentare l'incarnazione con obiettivi ed esperienze diverse.
I Forti e i "Risolti" di questa Epoca sono coloro che amano la Vita.
Fino in fondo. E nonostante tutto.
Sono qui per proteggerla. La vivono come un Dono prezioso. La accarezzano con dolcezza e affetto.
Sono coloro che rispettano fino in fondo la loro autentica Bellezza. Coloro che "generano" progresso e abbondanza per tutti, senza mai sacrificare o disonorare se stessi e i propri talenti.
Ci sono.
Non sono utopia.
L'Evoluzione ci ha regalato Uomini e Donne nuovi.
Che non temono di Amare ed essere Amati. Di Generare e di affidare il loro Dono creativo nelle sapienti mani dell'Energia Maschile.
Sono tanti.
E sono pronti a direzionare il Nuovo, a viverlo nella totale pienezza e maestosità.
Per noi ora giunge il momento di "crederci".
In questi giorni vedremo delle "timide anteprime di Futuro". Le percepiremo avvicinarsi a noi. Le "riconosceremo". Vibreranno alla nostra stessa frequenza Cristallina.
Ci riempiranno il Cuore.
Saranno attimi. Perché i tempi non sono ancora maturi.
Ma ci regaleranno un trailer emozionante di ciò che si sta progressivamente affacciando alle nostre Vite.
Ameremo questa anticipatoria "dimensione di pienezza" con tutto il Cuore. E saremo colmi di sincera Gratitudine.
La Fede ci ha salvati tante volte. Ora tocca nuovamente a lei.
E' tempo di piena fiducia in Noi stessi e nella nostra Generatività.
Nello Spirito che ci alberga. Che tutto sa e tutto muove.
E' tempo di Nuovo.
E' tempo di Vita.
Mirtilla Esmeralda
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fashionbooksmilano · 2 years
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Cocteau A-Z
Luca Scarlini, Marco Dotti
Electa, Milano 2022, 232 pagine, 17 x 24 cm, brossura, ISBN  9788892822580
euro 34,00
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“Il più grande capolavoro della letteratura è solo un dizionario fuori posto.” (Jean Cocteau, Le Potomak, 1919) Jean Cocteau ha attraversato il Novecento con grazia inusuale e leggerezza incommensurabile, ritrovandosi fatalmente in tutti gli incroci più rilevanti, senza mai diventare istituzionale. Romanziere, drammaturgo, sceneggiatore, cineasta, performer, disegnatore, uomo di moda e costume, autore di articoli, canzoni, testi per il cabaret, ma soprattutto poeta. A questa personalità caleidoscopica che ha attraversato, innovato e plasmato le arti del Novecento, Electa dedica il quinto volume della collana Enciclopedia A-Z, dopo Rodari, Savinio, Steinberg, Woolf. Il volume ripercorre, attraverso 124 lemmi, la libertà, la vita, le arti e l’unicità di Cocteau. Cocteau raccoglie su di sé un’infinità di ruoli in tutte le arti, con una voracità che è già postmoderna, nel tentativo di ridefinire personaggi e identità. Il primo reagente della sua sensibilità è la danza e, subito dopo, la performance. In scena è attore di se stesso, non soltanto un personaggio della sua scrittura scenica, ma il portavoce del suo verbo, la più vera incarnazione di sé, inseguita per tutta la vita. Cocteau A-Z racconta aspetti noti e altri meno frequentati dell’esistenza dell’artista: le corride, il giornalismo, la boxe, a fianco di Panama Al Brown, il teatro, Edith Piaf e Coco Chanel, l’opera, la danza, la provocazione, fino all’assunzione nell’ufficialità, al momento di diventare accademico di Francia, seppur insignito con una favolosa spada ornata di gioielli disegnata da lui stesso e da Cartier. Non si contano le opere, i progetti, le mostre: un vortice creativo che esplode a inizio secolo e si dipana nei decenni successivi. Il volume è arricchito da illustrazioni e fotografie, talvolta rare, per narrare uno dei protagonisti “inevitabili” per definire lo sviluppo delle arti del Novecento.
31/01/23
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scogito · 2 years
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Secondo Remotti "l'uomo è un animale biologicamente carente. Se si affidasse alle sole capacità biologiche, ben difficilmente saprebbe sopravvivere".
In altre parole l'uomo ha bisogno della cultura per colmare queste sue carenze e ciò vale anche per la costruzione della propria identità.
Inoltre: "Nel rapporto tra biologia (o natura) umana e cultura, ciò che vi è di mezzo è il cervello. La tesi più ovvia è sempre stata quella secondo cui dapprima l'uomo conquista evolutivamente la propria attrezzatura organica (tra cui il cervello) e poi sviluppa la cultura. Le indagini paleoantropologiche degli ultimi decenni hanno invece posto in luce che lo sviluppo cerebrale tipicamente umano è avvenuto in un ambiente già ampiamente caratterizzato dalla cultura".
E questo spiega che ne è dunque un suo prodotto.
Perciò chi avrebbe inserito il modello culturale?
Testimonianze antiche evidenziano altri popoli (altre specie) venerati o ritenuti persino divinità. Come se dalla creazione del tempo in questa dimensione ci siano sempre stati istruttori, antichi potenti e controllori.
Registi superiori alla specie che hanno creato.
La genetica inoltre ancora non sa spiegare il "come" sia avvenuto il passaggio da scimmia a uomo; ma risolve con la supercazzola del salto evolutivo.
L'uomo per quanto mi riguarda è un progetto genetico. Inquinato. Volontariamente manipolato da altre razze che agiscono su questo piano, attraverso le credenze, ovvero le false identità della gente, il pensiero: il cervello.
Strutturano e destrutturano modelli comportamentali e culturali a seconda delle (loro) esigenze.
Il cervello medio di un uomo è il frutto di un inserimento di dati e poco più. Per questo chi si identifica nella sua personalità, sta praticamente sostenendo che si identifica in una provetta.
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arreton · 2 years
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«[...] l’improvvisa, penetrante percezione di qualche difetto, che si accende e si spegne quasi immediatamente, è seguita con altrettanta rapidità da un violento impulso di cavarsi gli occhi, di squarciarsi la gola, di piantarsi un pugnale nello stomaco o di lacerarsi il ventre. I pazienti di questo tipo possono inoltre, talora, avere impulsi suicidi, come quelli di buttarsi giù dal balcone o di lasciarsi cadere in un precipizio, impulsi che si originano in condizioni analoghe e sembrano del tutto immotivati. Essi svaniscono con tale rapidità che è ben difficile che il nevrotico abbia il tempo materiale di porli in atto. D’altra parte, l’impulso di gettarsi dall’alto di una casa o di un dirupo può divenire di colpo così violento che chi ne è assalito deve aggrapparsi a qualcosa per non ubbidirlo e non cadere. Oppure può condurre a un vero e proprio tentativo di suicidio. Anche in questo caso, tuttavia, il paziente non ha alcuna nozione realistica della finalità della morte; è un poco come se pensasse di potersi lanciare dal ventesimo piano di un grattacielo per poi alzarsi da terra e tornare a casa. In genere, sono cause accidentali ed esterne ad impedire tentativi del genere. Se mi è consentito il paradosso, nessuno potrebbe stupirsi più del nevrotico qualora egli potesse accorgersi di essere morto.»
– Karen Horney “Nevrosi e sviluppo della personalità La lotta per l’autorealizzazione”
Da ciò credo che sia palese che l'unica soluzione, che l'unica ‘cura’ alla nevrosi sia la filosofia. La psicoterapia è solo un coadiuvante, gli psicofarmaci magari possono tenere a bada i pensieri depressivi, le fantasie, ma per liberarsi dalla nevrosi e quindi di se stessi, un aiuto sostanziale può arrivare fondamentalmente dalla filosofia.
“I tuoi pensieri non ti appartengono” cit.
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missfreija · 1 year
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okay che dire di queste due prime archon quest della 4.0? io e bestie ne abbiamo ampiamente discusso in questi ultimi giorni.
l'introduzione a fontaine è estremamente interessante e convincente (e dark!!), l'act 1 per questa regione penso sia il migliore uscito finora (non ricordo plot twist/sorprese particolari negli act 1 precedenti, a parte la 'morte' di morax all'inizio della quest di liyue), inoltre facciamo subito la conoscenza di quasi tutti i personaggi principali che ci accompagneranno nei prossimi mesi di gioco (e che cast!).
la nazione della giustizia fontaine, chiaramente ispirata al connubio fra una immaginaria francia dal retrogusto steam punk ed altre città europee, in cui vivono umani agghindati in abiti d'altri tempi e creature fantasy chiamate mélusine, è ovviamente stupenda; gli sviluppatori si sono superati e il tutto risulta molto sontuoso. la città principale è un'utopia acquatica di bianco e blu, al punto che anche la 'metro' è in realtà un tipico battello che scorre sui numerosi flussi d'acqua. tutto si concentra nell'esaltare i concetti di bellezza, arte, cultura, sviluppo tecnologico e drammaticità. un mondo sottomarino è disponibile per l'esplorazione ed era la cosa che mi preoccupava di più prima della release perchè è risaputo che nella maggior parte dei giochi le sfide sott'acqua sono noiose o macchinose, è spesso complicato controllare il pg, ma sembra che abbiano svolto un ottimo lavoro anche sotto questo punto di vista, da quel poco che ho potuto vedere. i fondali sono bellissimi e i movimenti estremamente fluidi.
a livello di trama, adoro che abbiano inserito l'esistenza di una profezia tragica (di cui dovremo ovviamente evitare l'avverarsi ANCHE SE IO QUASI CI SPERO IN UN BAD ENDING ma non accadrà mai ahah) e la lore riguardante l'hydro dragon. nulla di incredibilmente originale (considerando peró il fatto che la lore di genshin é diventata molto articolata), ma sono elementi che in un contesto fantasy apprezzo sempre moltissimo.
MA PARLIAMO DEI NOSTRI BENIAMINI
furina/focalors: I'M OBSESSED !!!! ammetto che nel trailer e nelle prime immagini che circolavano, la pretty hydro archon non mi aveva convinto al 100% perchè 1. l'ennesimo archon femmina con capelli bianchi sfumati e molto giovane d'aspetto dopo nahida mi sembrava un'occasione sprecata, per lo meno mi sarei aspettata una donna adulta 2. l'outfit non mi pareva abbastanza 'maestoso' per il dio di questa regione, soprattutto se lo confrontiamo con l'abito di navia 3. è tutta blu...come la stragrande maggioranza dei pg cryo/hydro (ma essendo appunto l'hydro archon posso anche passarci sopra lol). cioè mi piaceva in linea di massima ma non mi faceva strappare i capelli. nonostante ciò, dopo averla vista in game sono rimasta piacevolmente sorpresa e mi sono del tutto ricreduta. sia il character design che il vestito sono adatti al personaggio (adoro gli occhi di colore diverso e i guanti bianco/nero, quasi a simboleggiare il concetto di innocenza vs colpevolezza), bello il cappello e i vari dettagli, adoro il fatto che sia stata lei a presentarsi a noi a inizio quest per darci il 'benvenuto' e non viceversa, e, a differenza di molti che so che detestano la sua personalità, a me piace molto la sua attitudine da mocciosetta saputella che va pazza per gli spettacoli (praticamente vive nel teatro/tribunale?) e che è estremamente eccentrica ma è già sicuro che il suo personaggio si rivelerà anche parecchio angst (l'easter egg della fontana in cui si sente lei che piange disperata la dice lunga ahah). mi sono innamorata della sua doppiatrice inglese, è spettacolare, perfetta per questa sassy lost child. insomma, se se la giocano bene ha tutte le carte in tavola per divenire il mio archon preferito insieme al caro vecchio zhongli.
lyney: lui molto carino in generale ma dio santo se mi fa cagare il suo outfit (salvo solo il cilindro e quello pseudo strascico a coda di rondine). bello il fatto che il suo carattere sia l'opposto sia di quello della sorella e sia di quello di freminet, ed è un bel personaggio carismatico, essendo appunto un prestigiatore famosissimo. il suo spettacolo di magia con omocidio è stata una delle parti migliori dell'act 1. non vedo l'ora di provare il suo gamestyle.
lynette: onestamente mi piace più del gemello, il suo costume mi ricorda molto quello delle pattinatrici su ghiaccio ed è veramente deliziosa: mi piacciono i dettagli azzurri sul nero generale, la coda e le orecchie da gatto (finte, presumo ahah), il body scollato, i collant scuri, il fiocco enorme che le lega i capelli. non mi sarei mai aspettata che lei e fratello facessero parte dei fatui lol. presumo che si parlerà molto del loro rapporto con arlecchino (e con childe?)
neuvillette: in teoria non è un nome da donna lol? comunque sono rimasta molto sorpresa dal fatto che a quanto pare sia uno dei pg meno amati fra quelli introdotti, per ora???? capisco che la fanbase di questo gioco si concentri sulle waifu ma trovo molto improbabile che non ci sia hype riguardo questo giudice che è SENZA DUBBIO l'hydro dragon ;) dalle prime immagini/trailer sembrava un uomo estremamente freddo e intimidatorio invece si è rivelato molto diverso, gentile ed educato, molto disponibile, mi piace tantissimo e non vedo l'ora di sapere tutto su di lui e sul suo legame con furina. esteticamente non è esattamente il mio tipo di personaggio ma è proprio affascinante e ha degli occhi stupendi. bella la divisa, a parte quei cosi che penzolano tipo aghi della bilancia.
freminet: che dire, è yurio. yurio di yuri on ice. però è caratterialmente la sua antitesi, perchè freminet è timido, timido da morire e ti viene voglia di proteggerlo. a me piace un sacco, capisco che non spicca se paragonato ad altri personaggi però ho la sensazione che la sua storia sarà importante nelle prossime patch. apprezzo tantissimo capelli, lentiggini e occhi però l'outfit da diver è un pochettino anonimo. mi piace nell'insieme ma non è nulla di nuovo onestamente, e avrei preferito dei pantaloni più lunghi (perchè non possono essere tutti xingqiu ahahah). il pezzo che mi piace di più è il cappellino. comunque i need more <3
navia: regna incontrastata come regina della moda, un outfit come il suo credo di non averlo mai visto su nessun altro pg femminile in game. non le si può dire nulla, è meravigliosa. anche come personalità è esattamente come mi aspettavo. l'act 2 che si è concentrato sulla morte di suo padre è stato un filino tedioso (e moooolto dark!), ma la perdono. pensavo che lei si sarebbe confermata la mia fav della regione ma furina le ha soffiato il posto da sotto il naso. peró, essendo lei geo, mi aspetto scintille e meraviglie per risollevare l'elemento geo da questo piattume in cui è caduto da tempo 😭
charlotte: è yanfei ma versione giornalista. non mi dice nulla e se lo dico io che adoro le pinkhaired girls allora è grave...next
sygewinne e wriothesley: non sono ancora apparsi quindi evito di commentarli, peró il tipo non mi dispiace esteticamente.
clorinde: ha troppe mommy vibes, palesemente la raiden/sara di fontaine lmao. secondo me in realtá è un pg super tenero, nonostante sia apparsa per due minuti e non abbia fatto altro che combattere e testimoniare in un processo....capisco perchè tutti siano impazziti per lei, esteticamente è una vera bellezza, é elegantissima e i capelli sono top. il pezzo che apprezzo di piú del suo abito/divisa é il cappello, mi piace anche il fatto che i decori sulle spalle ricordino le divise militari d'altri tempi . spero che abbia la doppia arma come childe (spada e pistola) ✌
la OST é magica, it fits into my aesthetic so much <3<3 romantica, orchestrale, malinconica. molto ghibli. è tutto il pomeriggio che ascolto in loop alcune track.
attending solo un pc nuovo per poter riprendere possesso del mio account lol (e salvare quel cretino di childe).
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Ritratti in Movimento: Pensieri in Viaggio
Come ti Sentiresti?
Immagina di esserti appena trasferit* in una nuova città, dove la lingua, le abitudini e persino i mezzi di trasporto pubblico rappresentano una sfida quotidiana. Oggi è un giorno particolarmente importante: hai un colloquio di lavoro in una compagnia di sviluppo internazionale che valuta le tue competenze linguistiche. Ansioso, cerchi di non perderti tra le linee degli autobus che stai ancora cercando di capire.
Entrando nell'autobus, biglietto alla mano, decidi di chiedere al conducente il punto esatto in cui scendere. Prima che tu possa finire la domanda, una donna dietro di te ti interrompe bruscamente. Con voce impaziente, afferma che tutti sono di fretta, stanchi, e che dovresti proseguire senza intralciare. La sua maleducazione carica l'atmosfera di tensione, e noti sguardi di disagio e disprezzo da parte di alcuni passeggeri verso di te.
Nel mentre, la donna pensa: "Ok, sono stanca e questo che si mette a chiedere informazioni ora? Ma Google Maps a cosa serve? Uno non si organizza prima di uscire di casa?"
Condivido questa storia perché questa mattina ho assistito a un episodio molto simile, che mi ha profondamente turbata. I mezzi di trasporto pubblico offrono sempre l'opportunità di osservare e raccogliere aspetti della personalità umana.
Mi piace sedermi su treni e autobus, osservare le persone intorno a me e cercare di immaginare le vite che conducono. Questi momenti alimentano la mia empatia e rafforzano la comprensione che, sebbene tutti siamo stanchi, combattendo le nostre battaglie quotidiane, la scortesia non dovrebbe mai essere la risposta. Essere spiacevoli non ci porta avanti; al contrario, ci fa regredire.
Ognuno di noi ha una propria scala di valori a cui fare riferimento nei momenti di bisogno. Nella mia scala di valori, la gentilezza e la comprensione è un esercizio, a volte raggungo il risultato, a volte non, ma continuo a provarci.
Io non so voi, ma anche se dispongo del GPS, Mpas e tante App, sono capace di perdermi; mi è capitato spesso di dover chiedere informazioni, e quando si tratta di autobus, non vi dico quante volte li ho presi sbagliati sia qua in Italia, sia all'estero.
Una volta nei miei primissimi giorni in cui dovevo prendere il treno da sola, sono scesa nella stazione sbagliata e preso il treno nella direzione sbagliata, non vi dico come mi sono sentita. Nella maggior parte dei casi, ho avuto la fortuna di trovare qualcuno che mi ha indirizzato correttamente. Cerco di essere educata, capisco che l'autista aveva poco tempo, ma la cosa strana è che l'autista non si è rifiutato di fornire l'informazione, è stata la donna ad affrettare il tutto.
Io non conoscevo la zona, non sapevo dove lui voleva andare, mi sono sentita male per lui.
🤔 E voi, come avreste reagito in una situazione simile? Credete che prendersi un momento per essere gentili possa fare la differenza? 🌍💬
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gregor-samsung · 18 days
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Non so bene che cosa ha imparato il mio figlio di due anni sulle Pantere o sulle lotte rivoluzionarie, benché abbia tratto giovamento dalla disciplina e dall'interazione quotidiana con gli altri bambini. Ma una cosa è sicura: il partito delle Pantere Nere ha centrato un concetto molto rivoluzionario a proposito dell'educazione. Viene l'autunno, i « piccoli cambiatori-del-mondo » marceranno a scuola ben nutriti in cibo e pensiero per insegnare agli altri quanto hanno imparato. Cresceranno pienamente capaci di porsi di fronte alla « struttura di potere », alla classe dominante, in modo significativo, pienamente preparati a condurre qualsiasi lotta sia necessaria a ricreare l'America secondo linee piú umane, giuste, socialiste. Forse mio figlio con il tempo capirà la cosa piú importante — che « Fascismo è il grosso (avaro) affarista ».
TUTTO IL POTERE AL POPOLO TUTTO IL POTERE AI GIOVANI
Chiara Saraceno, Dall'educazione antiautoritaria all'educazione socialista, De Donato editore (collana Temi e problemi), 1972¹, p. 325.
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micro961 · 1 month
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Flavio Lucibello - Il nuovo romanzo “Verbello e Belsole, solo storie di paese”
Un viaggio satirico fra due paesi immaginari e rivali
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L’eclettica personalità di Flavio Lucibello presenta il suo nuovo romanzo “Verbello e Belsole, solo storie di paese”, disponibile dal 23 maggio 2024. Sull’Appennino centrale, sorgono due paesi immaginari: Verbello, desolato e autosufficiente, e Belsole, con un’esposizione invidiabile ed un turismo florido. I personaggi incarnano, in chiave tragicomica, l’ostilità e la rivalità fra questi due luoghi, offrendo uno spaccato satirico, che rappresenta a pieno la vita politica, culturale e sociale negli ultimi decenni dell’Italia. Le storie sono frutto della fantasia ma, in alcuni passi, appaiono estremamente lucide, realistiche, facendo sorgere dubbi e riflessioni nel pubblico di lettori. I quattro episodi narrati, infatti, riguardano dei fatti di cronaca plausibili: la folle distorsione delle radici culturali per pura speculazione politica; l’aggressione al territorio per uno sfruttamento sempre più irreversibile; i rapporti interpersonali che si confrontano con i compromessi quotidiani e la gestione del potere; infine, l’apparenza, che spesso nasconde ben altre figure e scopi.  Il rovesciamento delle situazioni, il paradosso e la follia sono gli elementi fondamentali di questo romanzo, che riflette sulla tragica realtà attraverso il riso. “Verbello e Belsole, solo storie di paese” hanno già riscosso successo e, sia il pubblico sia la critica, si sono espressi positivamente in merito alla scorrevolezza e al vivido umorismo che anima la trama.
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Storia dell’autore
Flavio Lucibello nasce a Roma, sessantacinque anni fa. Ha lavorato per 43 anni in un Ente Pubblico di Ricerca e, nel frattempo, si è laureato in Ingegneria e Scienze della Formazione. Negli ultimi dieci anni della sua carriera ha fondato il Consorzio di Ricerca Hypatia, per lo sviluppo sostenibile, ispirandosi a Ipazia di Alessandria la prima martire della scienza; poi, in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Italiana, la Fondazione Edoardo Amaldi. Sia Ipazia che Edoardo Amaldi hanno in comune il fatto che, oltre a essere dei grandi scienziati, misero il loro sapere a disposizione della collettività, con l’intento di migliorare la società in cui vivevano. L’autore è fermamente convinto che scienza e conoscenza, se affiancate da solidi principi etici, possano migliorare l’uomo e di conseguenza la società e il vivere civile. Ha iniziato a scrivere storie per poter arrivare al cuore delle persone, abbandonando la “freddezza” di strumenti che lo ha accompagnato nel corso della sua vita, quando i saggi e la produzione scientifica erano parte integrante della sua quotidianità.
“Il motivo per cui ho deciso di mettermi a scrivere storie ora sta tutto nel voler condividere con gli altri le esperienze, i pensieri e le passioni che mi hanno accompagnato durante questo percorso utilizzando un mezzo meno “freddo” e tecnico, come può essere un saggio o una pubblicazione scientifica, per arrivare alla mente e al cuore delle persone.
Per trasmettere l’amore per la natura, per la conoscenza, per i valori umani ed etici che la società che abbiamo creato tende a rinnegare.” Flavio Lucibello
I temi che gli sono più a cuore sono: la tutela dell’ambiente e la difesa della memoria storica. “…l’uomo non è esposto soltanto alla minaccia dell’olocausto nucleare o ai pericoli che nascono dall’inquinamento e dalla distruzione dell’ambiente: c’è una malattia più sottile che lo insidia, ed è il declino delle sue qualità più specificatamente umane”. Questo scriveva Konrad Lorenz nel 1983 (Il declino dell’uomo): dopo quarant’anni, vede il suo timore prendere forma.
Nel 2021 Flavio ha pubblicato “Diario di uno che ci aveva creduto”, una raccolta di racconti dove è inserito “Accadde ‘na notte a Roma”, grazie al quale ha vinto il premio Città sul Ponte di Firenze e il Premio Letterario internazionale Città di Cattolica 2022. Il libro è stato adottato come libro di lettura per l’estate da alcuni licei della provincia di Roma. Ottiene, nel 2023, il Premio Giuria Lettori al concorso letterario “Un libro amico per l’inverno 2023”, con “Il suo nome era Vladimiro. Alla ricerca del lupo cerviero” (2021) edito da La Caravella. Nel 2023 arriva anche una menzione speciale al Premio Caravaggio 2023 e finalista al Concorso letterario internazionale città di Como 2023 grazie alla pubblicazione de “La belva più feroce” (2022) edito sempre dalla casa editrice La Caravella.
Il racconto “Le ultime note” si è classificato secondo inedito al concorso VICTORIA 3.0 2022 ed è tra i finalisti del concorso letterario “Un racconto nel cassetto” e del concorso letterario Scrivendo 2023. Il romanzo “Quei semplici, preziosi attimi di normalità” è stato premiato come inedito al Concorso letterario Città di Castello 2023 ed è finalista al Premio Internazionale Mario Luzi e nel marzo 2024 è stato pubblicato da Capponi Editore. Il libro “Verbello e Belsole, solo storie di paese” è attualmente in promozione nazionale, mentre “Memorie de ‘no stagnaro” è in fase di pubblicazione con distribuzione su Amazon.  Inoltre, l’autore è tra i finalisti del Concorso “Ioscrittore 2024” del Gruppo Editoriale Mauri Spagnol, con un nuovo romanzo il cui titolo deve rimanere segreto fino all’aggiudicazione finale.
Instagram: https://www.instagram.com/il.lupo.cerviero/
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Web Site: https://www.illupocerviero.it/
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lamilanomagazine · 4 months
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Modena, il quadro di Ubaldo Oppi a Barcellona nel segno di Picasso
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Modena, il quadro di Ubaldo Oppi a Barcellona nel segno di Picasso C'è un po' di Modena nella mostra che si svolge al Museo Picasso di Barcellona da giovedì 6 giugno (fino al 6 ottobre) dal titolo "Fernande Olivier, Pablo Picasso y sus amigos". Viene esposto, infatti, anche il dipinto di Ubaldo Oppi "Donna con abito rosso", del 1913, che fa parte della collezione Sernicoli del Museo Civico. La mostra ripercorre la vita e le relazioni di Fernande Olivier, compagna e modella di Picasso a Parigi dal 1904 al 1912, e l'opera di Oppi è stata selezionata perché nel volto della donna in rosso sono state riconosciute proprio le sembianze di Fernande, non solo per via del particolare taglio a mandorla degli occhi. Il dipinto, infatti, venne eseguito nel 1913, nel periodo in cui l'artista ebbe forse una relazione con Fernande a Parigi, come riporta una testimonianza dell'artista Gino Severini che Oppi frequentò nella capitale francese. L'esposizione presenta anche documenti e fotografie inedite, testimonianze audiovisive e numerosi ritratti firmati dalla cerchia di amici di Fernande Olivier. Tra questi, dipinti di Kees van Dongen, Joaquim Sunyer, Marie Laurencin, così come i ritratti realizzati da Picasso che furono fondamentali per lo sviluppo del cubismo. Entrato a far parte delle collezioni del Museo Civico nel 2007, in seguito all'importante lascito di opere del commercialista Carlo Sernicoli, il dipinto può essere considerato tra le opere più intense e sofisticate eseguite durante la prima permanenza parigina dell'artista, dove le esperienze viennesi si intersecano con quelle scaturite in seno all'avanguardia francese. "Forte dell'humus culturale assorbito in occasione del contatto con l'ambiente secessionista e con gli esiti della pittura fauves-espressionista, Oppi – spiegano gli esperti del Museo Civico - ne sostanzia gli influssi in questa serie di figure misteriose ed elegantemente atteggiate". Personalità dalla cultura eclettica e sfaccettata, Oppi è annoverato tra i protagonisti della scena figurativa italiana della prima metà del XX secolo. Di origini bolognesi, è cresciuto a Vicenza, seguendo l'attività del padre, per poi vivere a Vienna, a Venezia, a Parigi e a Milano dove nel 1923, sotto l'impulso teorico di Margherita Sarfatti, costituisce il gruppo dei sette pittori del "Novecento italiano" insieme a Bucci, Dudreville, Malerba, Marussing e Sironi. La mostra di Barcellona focalizza l'attenzione sulla capacità di Fernande Olivier di raccogliere e incarnare nei suoi scritti la vita condivisa con Pablo Picasso nel momento in cui l'artista inizia ad emergere nell'ambito delle avanguardie. In "Picasso et ses amis" (1933) e "Souvenirs intimes. Écris pour Picasso" (1988), Olivier racconta in modo diretto e sincero gli anni di convivenza con l'artista al Bateau-Lavoir. Olivier ha scritto anche una serie di racconti e poesie (ancora inediti) che mostrano una grande sensibilità e un forte interesse intellettuale. Oltre ad essere una finestra per conoscerne un po' meglio il genio, questa mostra - la prima a lei dedicata in Spagna - vuole essere anche un omaggio a questa artista, al di là del suo rapporto con Picasso. Il progetto della mostra spagnola ha coinvolto l'Archivio La Belle Fernande (Albf) e importanti fornitori come, tra gli altri, il Musée Picasso di Parigi, il Museo delle Belle Arti di Bilbao, la Staatsgalerie Stuttgart, la Kunstsammlung di Düsseldorf, il Museo Reina Sofía e il Museo Nacional Thyssen-Bornemisza.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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susieporta · 1 year
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LA FERITA KARMICA DEI NON AMATI
“Chi ti ha ferita non è più qui, non ti sta più ferendo nel qui e ora, ma lo stai facendo tu a te stessa rievocando quel ricordo all'infinito.
La tua mente è rimasta come "incollata" nel passato perché la mente tende a essere simile alla colla. Questa è la sua natura.
Deve essere riportata nel qui ed ora, resa libera e flessibile, uno strumento di comprensione e non uno strumento di tortura.
Cerca di capire che stai punendo te stessa nel presente per qualcosa che ti è successo nel passato.
Quello che ti è successo è dentro di te e ti è rimasto appiccicato addosso, e per fortuna TU NON SEI CIÒ CHE TI È SUCCESSO, tu sei colei che ha vissuto un'esperienza negativa, ma TU NON SEI QUELLA ESPERIENZA anche se ti è rimasta appiccicata addosso, per questo che puoi scegliere di lasciarla andare quando vuoi...
Un lenzuolo può sporcarsi, non è vero?
Ma lo sporco può essere rimosso mettendolo in lavatrice, e questa è la prova che quello che è successo al lenzuolo - lo sporco - non è diventato parte integrante del lenzuolo stesso dato che può essere rimosso.
È la coscienza... la presa di coscienza dal 'cuorÈ che ti renderà libera dal passato.
Certo, ricorderai, ma non soffrirai più una volta che avrai liberato il cuore.
Sarai libera dal dolore.
Radicati nel momento presente.
Riporta te stessa continuamente nel qui e ora.
È qui e ora che sta accadendo la tua vita reale, non nel passato.
Dai energia al tuo qui e ora e comincia a ricostruire la tua felicità.
Non farti rubare la vita dalla memoria e dall'immaginazione negativa.
Il passato non esiste più, qui e ora conta solo ciò che vuoi da te stessa e dalla tua vita.
Vivi la tua vita...
Non fartela sottrarre dal passato.”
Per spiegare la ferita dei non amati, voglio cominciare dal punto di vista dei bambini, in particolare, il rapporto bambini-genitori.
Cos’è la ferita dei non amati?
Normalmente con non amati, intendiamo bambini che non sono stati voluti, accettati dai genitori, che non hanno ricevuto l’amore o la protezione dei genitori e che poi sono cresciuti con un deficit affettivo (di solito si parla di genitori anaffettivi ecc.).
Questo ovviamente crea un problema nello sviluppo cognitivo e affettivo del bambino, che poi soffrirà e avrà problemi nelle sue relazioni.
Però, in questa occasione, volevo anche vedere le cose da nuovi punti di vista, quindi dal punto di vista karmico. Dunque non psicologico, ma molto più profondo.
Dal perché le cose vanno così.
Il non riconoscimento che ferisce: i bambini hanno così bisogno d’amore?
Primo punto: poniamo l’attenzione su un fatto interessante, ovvero che spesso si parla del fatto che i bambini hanno bisogno d’amore per crescere, svilupparsi.
Questo può essere vero fino a un certo punto, un po’ lo abbiamo spiegato, perché i bambini hanno bisogno che delle loro parti vengano riconosciute affinché possano germogliare, svilupparsi, crescere e maturare.
Su questo siamo pienamente d’accordo.
Però c’è un piccolo dettaglio che spesso sfugge: i bambini non hanno ancora una personalità, quindi quando nascono sono corpo, coscienza e amore.
I bambini nascono già connessi al flusso d’amore.
Questo proprio da subito, dalla nascita. È un dato di fatto.
Quindi, in realtà, i bambini non hanno poi tutto questo grande bisogno di amore di cui si parla spesso. Sono già in una condizione d’amore.
È insolito come punto di vista, proprio perché tiene conto della condizione spirituale, karmica e coscienziale del bambino. Non è un punto di vista fisiologico, né psicologico, ma più profondo, delle scienze esoteriche tibetane e sufi.
Quindi, qual è il problema? Il problema, da un punto di vista esoterico e karmico, è che difficilmente il genitore è in grado di riconoscere l’amore del bambino.
Questo crea i danni.
Ripeto, molte volte è il genitore che non riesce a riconoscere l’amore del bambino. E questo succede ripetutamente.
Il bambino non ha tutto questo bisogno d’amore, ha più bisogno che il genitore riconosca il suo amore verso il genitore stesso.
Il bambino ha bisogno che il genitore riconosca la sua essenza, coscienza, amorevolezza, ma questo accade raramente, perché il genitore è così preoccupato e gli sta così addosso che raramente quando si mette in ascolto o cerca una connessione.
È talmente eccitato, talmente ansioso e impaurito, talmente preoccupato per la sua educazione (parlo soprattutto dei primogeniti) che non si mette lì in ascolto e sente realmente la situazione, riuscendo a cogliere ciò che sta veramente succedendo.
Se poi parliamo di un adulto che ha il cuore chiuso, accade come nell’innamoramento, in cui due cuori semi-chiusi possono aprirsi un attimo e sperimentare di nuovo la connessione col cuore, provare veramente amore, provare il proprio flusso d’amore che si apre anche verso l’altro.
Con la nascita di un figlio, se il cuore dei genitori non è proprio completamente bloccato, si apre un po’.
Il bambino appena nato ha già il cuore aperto, ecco perché è così facile per tutti aprire il cuore di fronte a un bimbo.
Abbiamo già riflettuto sul fatto che un cuore aperto può far aprire un altro cuore, perché entra in risonanza, anche se è mezzo aperto, può entrare in risonanza.
Un bambino piccolo prima che venga scollegato dal suo cuore e dalla sua essenza, prima che venga “male-educato”, cioè condizionato dal sistema, dalla famiglia, dai genitori è aperto e amorevole, ma dopo un po’ anche lui si chiude.
A volte nemmeno il bambino che è puro amore permette ai genitori di aprirsi.
Altre sì, ma, come nell’innamoramento, nei primi mesi c’è questa totale apertura, poi piano piano, si torna nel classico tran tran, tutto torna nuovamente abitudine, tutto torna meccanico, la novità sparisce, il cuore si chiude e cominciano gli schemi familiari.
Qui ha inizio l'educazione tramite gli schemi familiari, dove i cuori si chiudono e non c’è più feeling tra bambino e genitori.
In questa fase il bambino non si sente più importante, riconosciuto come prima, e ai genitori sembra che quasi non gli interessi più.
Aspetto è ancora più evidente se dovesse nascere un secondo o terzo figlio.
Il cuore si richiude, le ferite prevalgono e tornano le vecchie dinamiche anche col figlio piccolo.
Quello che bisogna comprendere è che tutti da bambini vogliono essere amati per ciò che sono.
E questo avviene soprattutto dai quattro ai sei anni, fase in cui i bambini si mettono in mostra.
Cosa dovrebbe fare un genitore allora?
Riconoscere l’amore del bambino.
Riconoscere i suoi talenti, le sue capacità e unicità.
Riconoscere che, a una certa età, è un individuo adulto. Anche se è ancora un bambino, comincia a formarsi un io, comincia a sentire sé stesso e cerca l’indipendenza.
Se queste fasi non vengono vissute correttamente, il bambino, invece di una serie di passaggi di crescita, vivrà un totale non riconoscimento.
E questo porta poi a sentirsi non accettati, non amati, o, come si suol dire: “Ti amo solo se, ti accetto solo se, ti riconosco solo se”.
Tutto questo produce la ferita dei non amati.
Ma ripeto, la cosa interessante che ho osservato è che: i bambini piccoli non hanno tanto bisogno d’amore. Hanno più bisogno che il loro amore venga riconosciuto.
Ecco, usciamo da questa visione medievale che i bambini siano delle scatole vuote e che bisogna riempirgli la testa di idee, comportamenti, morale, altrimenti non possono vivere. Assolutamente no. Loro sono già amore.
Il problema molto spesso è che i bambini non sentono che il loro amore viene riconosciuto, non sentono che le loro caratteristiche vengono riconosciute ed è per questo che non si sentono né amati né accettati. Ecco una profonda ferita.
Se noi non li si tormenta con le nostre dinamiche psicologiche, possono stare benissimo, cioè hanno solo bisogno di mangiare, bere, dormire, un letto, protezione e basta… Non hanno chissà quale bisogno.
È importante non confondere le cose.
Quando noi genitori pensiamo che il bambino abbia bisogno di mille cose, spesso siamo noi a proiettare su di loro i nostri bisogni infantili irrisolti, le nostre paure, le nostre ansie. Le stiamo proiettando tutte sul bambino e gli stiamo caricando la mente di un sacco di messaggi negativi, sbagliati, di paura, ansia, pericolo…
Allora, siccome mi piacciono le prove e cercare le prove, deve esserci sempre qualcosa di razionale in tutti questi discorsi…
Proviamo con questo esercizio di osservazione.
Avete mai osservato un bambino di due, tre, massimo quattro anni quando cade?
Dà una bella capocciata e teoricamente si fa male.
Cosa succede se ci sono i genitori lì?
Il bambino piange quando cade? No.
E cosa fa?
Guarda i genitori.
Il bambino non piange, guarda i genitori.
Se i genitori prendono paura, entrano in ansia, in panico, allora il bambino piange.
Se i genitori sorridono, magari gli massaggiano la testa un minuto, lui torna a giocare, ma non piange (a meno che veramente non si sia fatto un taglio e prende paura).
Ecco, osserviamo che noi trasmettiamo continuamente paure ai nostri figli.
E se vi ricordate, più una persona ha paura, più le si chiude il cuore.
E più un bambino chiude il cuore, meno sente l’amore dei genitori, ma ancora meno i genitori sentono il cuore del bambino, perché i cuori sono chiusi.
Chi vive in paura, panico, ansia o anche rabbia ha già il cuore chiuso. E questo può influire nella chiusura del cuore del bambino.
Perché tutto questo discorso? Innanzitutto per mettere l’accento su tutta una serie di dinamiche. Non c’è solo una dinamica, ma esistono dinamiche, dentro dinamiche, dentro dinamiche.
Roberto Potocniak
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carmenvicinanza · 4 months
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Biki
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Biki è stata una importante imprenditrice della moda che ha contribuito a lanciare il made in Italy nel mondo.
Ha vestito attrici e teste coronate e, soprattutto, ha forgiato lo stile di Maria Callas che si affidava completamente al suo gusto.
Nata a Milano il 1 giugno 1906 come Elvira Leonardi, portava il nome della nonna, sposata in seconde nozze con il compositore Giacomo Puccini che era solito chiamarla affettuosamente col soprannome Bicchi, birichina, più tardi trasformato in Biki, su suggerimento di Gabriele D’Annunzio. Cresciuta in un ambiente colto e raffinato, tra musica, teatro e arte, aveva sviluppato, sin da piccola, un gusto naturale per l’eleganza.
Aveva imparato a fare la maglia e cucire grazie alla nonna Elvira, durante la Grande Guerra. Dopo gli studi al liceo Manzoni, frequentando il mondo dell’arte e della cultura, aveva viaggiato spesso in Europa per seguire le tournée di Arturo Toscanini, padre della sua cara amica Wally, in Francia, allora patria della moda mondiale, aveva avuto modo di apprezzare lo stile dei couturiers e trarne ispirazione.
Nel 1934, la sua prima esperienza imprenditoriale è stata Domina, casa di biancheria intima che proponeva camicie da notte che somigliavano ad abiti da sera, scollate, trasparenti e sensuali che destarono scandalo e, insieme, ammirazione.
Dopo il successo del nuovo modo di vestire la notte, decise di mettersi in proprio e creare capi di alta sartoria, abiti da gran sera e tailleurs. In breve era diventata la sarta delle maggiori personalità del mondo della cultura, dello spettacolo e della finanza.
Nel settembre 1936 ha sposato Robert Bouyeure, antiquario francese, con il quale ebbe una forte intesa anche in campo lavorativo. L’anno seguente nacque la loro figlia Roberta, che ha seguito le orme della madre e lavorato con lei fino alla fine.
Dopo la crisi provocata dalla guerra, per risollevarsi, ebbe l’intuizione di mettere la sua arte al servizio delle mutate esigenze sociali e, in un clima profondamente cambiato, pur restando fedele al suo stile, lanciare la prima linea di prêt-à-porter.
Per prima, per sostenere i costi, ha utilizzato fibre sintetiche e artificiali e costruito alleanze con fabbriche di tessuti.
Il suo stile si caratterizzava per gli accostamenti audaci di colori e di tessuti, come il blu marino e il verde mela, il viola e il blu, il giallo e l’arancio, e l’unione di pelle e chiffon, tela e jersey di seta, feltro e raso.
Dalla metà dei Cinquanta alla metà dei Sessanta ha consolidato uno stile italiano che non imitava più la haute couture francese.
È stato il suo decennio d’oro. Grazie al contributo del couturier francese Alain Reynaud, marito di sua figlia, la sua maison ha conosciuto uno sviluppo internazionale. La trasgressione lasciava il posto alla linearità e impeccabilità dello stile.
In quegli anni ha aperto negozi in varie località italiane e svizzere, come Saint Moritz, Portofino e Roma e poi ancora in Francia, negli Stati Uniti e ancora in Giappone, dove ebbe grande popolarità.
È stata questa l’epoca della cliente più nota, Maria Callas, conosciuta nel 1951, di cui ha inventato il look e che, da testimonial d’eccellenza, con le sue tournée in giro per il mondo aveva rafforzato la fama della sartoria. Il loro è stato un sodalizio iconico di amicizia e stile.
È di Biki anche l’abito nero indossato da Jeanne Moreau nel film La notte di Michelangelo Antonioni, del 1961.
Questa signora appartenente a una classe sociale che non aveva bisogno di lavorare, si è impegnata fino all’ultimo giorno della sua vita. Non amava farsi chiamare stilista ma semplicemente sarta. Insignita del titolo di Commendatore prima e di Grande ufficiale dell’ordine al merito della Repubblica italiana, poi, è stata, per diversi anni, nel consiglio d’amministrazione del Corriere della Sera. 
Aveva ereditato dalla madre, che si era risposata con Mario Crespi, uno dei maggiori proprietari, una grossa fetta di azioni dell’impero editoriale.
Ha tenuto rubriche di moda su varie riviste e alla radio.
Dopo gli anni sessanta, che hanno visto il fiorire della rivoluzione anche negli abiti, in contro tendenza, ha lanciato una moda molto sobria, destabilizzando coi suoi abiti da sera confezionati in tweed.
Ha abbandonato le passerelle solo negli anni Ottanta, per dedicarsi al nascente mercato asiatico e alla sua Biki-Japan.
Con la sua morte, avvenuta il 24 febbraio 1999, la maison è stata chiusa.
La documentazione relativa alla sua vita e attività creativa, è depositata presso le Civiche Raccolte Storiche del Comune di Milano.
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Agenzia di modelle di Milano: porta d'ingresso verso la celebrità della moda globale
Milano, il cuore pulsante dell’industria della moda italiana, rappresenta un faro globale per la modellistica e l’alta moda. Le agenzie di modelle milanesi hanno svolto un ruolo fondamentale nel trasformare la città in una capitale della moda, coltivando talenti e lanciando carriere sulla scena internazionale. Per gli aspiranti modelli, entrare a far parte di un'agenzia modeling milano di Milano è spesso visto come un rito di passaggio, un passo cruciale verso il raggiungimento della celebrità nel mondo estremamente competitivo della moda.
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L’ecosistema della moda milanese Milano è sinonimo di eleganza, lusso e stile all'avanguardia. Sede di case di moda iconiche come Prada, Versace e Dolce & Gabbana, la città ospita alcuni degli eventi di moda più prestigiosi, tra cui la settimana della moda di Milano. Questo vivace ecosistema della moda crea un ambiente senza precedenti in cui i modelli possono prosperare. Le agenzie di modelle di Milano non sono solo entità locali ma sono intrecciate con la rete globale della moda, offrendo ai loro talenti visibilità e opportunità che si estendono ben oltre i confini italiani.
Premier Agenzie di Modelle a Milano Il panorama della moda milanese è popolato da diverse agenzie di alto livello che hanno una storia storica nella scoperta e promozione di alcuni dei modelli più famosi al mondo. Agenzie come Elite Model Management, Women Management e IMG Models hanno i loro uffici a Milano, ognuna delle quali contribuisce in modo unico alla narrativa della moda della città.
Elite Model Management: Fondata nel 1972, Elite Model Management è un pioniere nel settore della modellistica. Conosciuto per il suo occhio esigente per il talento, Elite ha lanciato la carriera di top model come Naomi Campbell e Cindy Crawford. La filiale milanese dell’agenzia porta avanti questa eredità, scovando volti nuovi e guidandoli verso carriere illustri.
Women Management: Fondata a New York nel 1988 e successivamente espandendosi a Milano, Women Management si è costruita una reputazione per la coltivazione di modelli che incarnano sia bellezza che forza. L'agenzia si concentra sullo sviluppo di modelli con un look distintivo e una forte presenza sulle passerelle, rendendola una delle preferite tra designer e marchi di alta moda.
IMG Models: una potenza nel mondo della modellistica, IMG Models ha una presenza significativa a Milano. L'agenzia è nota per il suo approccio olistico, offrendo alle modelle un supporto completo nello sviluppo della carriera, dalla formazione in passerella alla sponsorizzazione del marchio. La filiale di Milano di IMG è determinante nel collegare le modelle con i migliori designer e prestigiosi eventi di moda.
Il percorso verso il successo Per gli aspiranti modelli, entrare nella scena milanese richiede molto più che solo un bell'aspetto. Le agenzie cercano persone con caratteristiche uniche, personalità forti e un atteggiamento professionale. La concorrenza è agguerrita e gli standard sono elevati. Le modelle spesso vengono sottoposte a una formazione rigorosa, tra cui sfilate, tecniche di posa e cura personale, per soddisfare le esigenti richieste del settore.
Costruire una carriera da modella di successo a Milano implica anche fare rete e stabilire relazioni con designer, fotografi e influencer della moda. Ci si aspetta che i modelli partecipino regolarmente a casting, sfilate di moda ed eventi, rendendo la visibilità e la reputazione elementi cruciali del loro percorso professionale.
L'impatto globale L’influenza delle agenzie di modelle di Milano si estende a livello globale. I modelli scoperti e sviluppati a Milano spesso abbelliscono le copertine delle riviste di moda internazionali e camminano sulle passerelle delle capitali della moda come Parigi, New York e Londra. Le agenzie milano moda sono abili nell'individuare le tendenze globali e nel posizionare i loro modelli in prima linea in questi movimenti, assicurandosi che rimangano rilevanti e ricercati nel settore della moda in continua evoluzione.
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