#teatro e letteratura)
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gregor-samsung · 2 months ago
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“ Mettiamo per ipotesi che volessimo ripercorrere la storia di un uomo terribile come Adolf Hitler. La raccontiamo dall’adolescenza alla presa del potere? Dalla presa del potere alla disfatta? Scegliamo solo un episodio significativo? Narriamo tutta la sua vicenda dagli inizi alla morte? Il problema più importante è decidere se il dittatore sarà il protagonista assoluto: sarà «visto» da un altro (o altri) oppure sarà raccontato oggettivamente? Nel primo caso verrà fuori un personaggio «filtrato» attraverso una precisa (e quindi parziale) esperienza; nel secondo egli risulterà così come realmente è stato, nella sua verità storica. Esaminiamo adesso questa seconda eventualità. Al di là della «autenticità» dei fatti che racconteremo, da un punto di vista strettamente narrativo siamo costretti a sciogliere un nodo molto difficile: riusciremo a rappresentare bene un personaggio così «negativo»? O meglio: riusciremo a renderlo in tutta la sua negatività? Nella nostra testa egli è la quintessenza della malvagità e del cinismo, ma poi, passando alla scrittura riusciremo a «restituirlo» così come lo immaginiamo? Sicuramente no, a meno di non renderlo «incredibile», falso, forzato. Non ci riusciremo perché nel momento in cui dobbiamo approfondire il personaggio - anche per cercare le ragioni più o meno oscure della sua violenza - finiamo fatalmente per trovargli una, seppur aberrante, giustificazione. E senza volerlo, faremo di Hitler un eroe, un sublime dannato, grande come un demone dell’apocalisse, una vittima di sé stesso, carismatico com’è carismatico il male.
Penso, ad esempio, al Riccardo III di Shakespeare, allo spietato duca di Gloucester, il quale riesce a salire sul trono d’Inghilterra dopo aver fatto assassinare mezza corte reale. La sete di potere acceca quest’uomo infelice (è nato storpio e claudicante) e quando alla fine il conte di Richmond giungerà a liberare il paese dall’usurpatore, questi, nel momento di morire, acquisterà la sua dimensione tragica ed eroica. Riccardo è un uomo reso cinico dalla natura, un «mostro» suo malgrado. La sua malvagità è in qualche modo legittimata dalla sua infelicità. Come potremmo noi, oggi, senza falsare smaccatamente la storia, trovare la spiegazione delle atrocità naziste nella contorta personalità di Hitler? Ogni tentativo di collegamento tra il carattere del dittatore e gli avvenimenti della storia è destinato al ridicolo.
Uno scrittore (di letteratura, di cinema, di teatro eccetera) non può fare a meno di andare nel fondo dei personaggi, di pescare nelle loro contraddizioni, nella loro essenza segreta. Là dentro si muovono forze creaturali capaci di rendere un uomo libero o schiavo di sé stesso. Ma in tutti e due i casi egli è innocente. Come può uno scrittore lavorare con un personaggio senza un briciolo di luce? Un Hitler tutto nero, insensatamente malvagio, rischia di diventare una caricatura, un burattino, la maschera del cattivo: niente di più schematico. Julien Sorel (protagonista di Il rosso e il nero), personaggio arrivista e assassino, è amato da Stendhal malgrado sia «negativo»: lo scrittore ne descrive con pietas il desiderio frustrato di adeguarsi alla morale della Restaurazione francese. Se volessimo dunque raccontare la malvagità di Hitler, sia come uomo sia come dittatore, senza «salvarlo» in qualche modo, saremmo costretti a farne un ritratto bugiardo. Quindi è meglio trovare un’altra strada, una maniera «trasversale» di raccontare il personaggio. Magari, come avevo accennato, cercando un altro protagonista e lasciare che sia lui a far da intermediario. “
Vincenzo Cerami, Consigli a un giovane scrittore. Narrativa, cinema, teatro, radio, Garzanti, 2002; pp. 28-30.
[1ª edizione: Einaudi, 1996]
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pier-carlo-universe · 14 days ago
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"Il Bar sotto il Mare" di Stefano Benni: magia, poesia e risate al Teatro Menotti. Milano
Dal 12 al 31 dicembre a Milano, uno spettacolo che intreccia storie, musica e comicità surreale
Dal 12 al 31 dicembre a Milano, uno spettacolo che intreccia storie, musica e comicità surreale Dal 12 al 31 dicembre 2024, il Teatro Menotti di Milano ospita la prima milanese di “Il Bar sotto il Mare”, adattamento teatrale del celebre romanzo di Stefano Benni. Con la regia di Emilio Russo e un cast eccezionale, lo spettacolo promette un’esperienza unica fatta di racconti, musica dal vivo e…
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Recensione: "Eroe" di Lee Child
Buongiorno a tutti sono Elena e grazie di essere su Life Is Like A Wave Who Rises and Falls. Questa è la penultima recensione che pubblicherò per qualche mese, credo, perché viste le ferie voglio iniziare a scrivere il mio libro su Alessandro Magno e quindi più che alla lettura mi dedicherò alla scrittura anche se so già che per scrivere avrò bisogno di leggere altri libri su Alessandro Magno,…
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lorenzospurio · 9 months ago
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"Il canto vuole essere luce. Leggendo Federico García Lorca" a cura di Lorenzo Spurio. Recensione di Franca Canapini
Il 2 gennaio scorso su http://www.granadahoy.com è apparso un articolo molto interessante del giornalista e scrittore spagnolo Andrés Cárdenas, intitolato “De García Lorca se hablará siempre”. Contiene una premessa in cui l’autore riflette sul rapporto simbiotico tra Granada e Lorca e, a seguire, ci racconta vari fatti tra i quali una storia molto intrecciata riguardante Agustin Penón, un…
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corciano-trasimeno-online · 10 months ago
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Le Stagioni 23/24 di Corciano e di Panicale ospitano lo spettacolo Dialogo di una prostituta con un suo cliente di Dacia Maraini con Simona Cavallari e Federico Benvenuto, per la regia di Guglielmo Ferro. In scena mercoledì 28 febbraio alle 21 al Teatro della Filarmonica di Corciano e giovedì 29 febbraio alle 21 al Teatro Cesare Caporali di Panicale. “Manila lavora come prostituta per mantenere se stessa ed il suo bambino, partorito da pochi mesi – racconta il regista nelle sue note – In una stanza spoglia ed essenziale riceve uno dei suoi tanti clienti, uno studente di Economia venticinquenne […]
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queerographies · 2 years ago
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[Teatro. III][Annibale Ruccello]
Opera fondamentale nel percorso artistico di Annibale Ruccello, Le cinque rose di Jennifer segna l’inizio di una drammaturgia autonoma, fortemente marcata per tematiche e linguaggio
Opera fondamentale nel percorso artistico di Annibale Ruccello, Le cinque rose di Jennifer segna l’inizio di una drammaturgia autonoma, fortemente marcata per tematiche e linguaggio, che porterà a Ferdinando, il capolavoro del 1984. Andata per la prima volta in scena nel 1980 con lo stesso Ruccello nei panni del ‘travestito’ Jennifer, nella pièce domina un senso estremo di claustrofobia. La…
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Jane Eyre — Una sublime storia d’amore. Il post operam in scena a Casa Barnekow — Anagni CittàinArte
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Il Post Operam dello spettacolo ispirato al romanzo di Charlotte Bronte “Jane Eyre — Una sublime storia d’amore”. Ospitato da Casa Barnekow — Anagni CittàinArte.
Lo scorso 14 febbraio gli amanti dei complessi personaggi di Charlotte Brontë hanno rivissuto le vicende di Mr. Rochester e Jane Eyre presso l’intrigante e caratteristica Casa Barnekow, la casa della cultura ad Anagni CittàinArte, dove è stata raccontata un’altra grande storia d’amore, una delle più famose della letteratura.
Clicca in bassa per continuare a leggere la versione integrale ⏬⏬
Per repliche e info: Casa Barnekow (Anagni CittàInArte)
youtube
⏩  The Board Behind
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smokingago · 2 months ago
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"Indossare una maschera"
La letteratura è piena di citazioni a riguardo, quasi sempre questa metafora viene utilizzata come figura retorica per descrivere l'atteggiamento di auto-protezione di tante persone che "indossano una maschera" per proteggere la propria sensibilità le proprie debolezze, le emozioni
Il punctum è sempre lo stesso: davanti a chi possiamo toglierci questa protezione e mostrare chi siamo veramente?
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Penso però che molte volte la indossiamo anche per proteggere gli altri, succede, quando ad esempio per dare sicurezza recitiamo la parte della persona forte e decisa e senza paura, quando mostriamo allegria ilarità e sorridiamo per dare conforto a chi in quel momento è giù di corda, oppure quando ci mostriamo comprensivi di fronte a chi ha commesso un errore e cerchiamo di sdrammatizzare e minimizzare per non farlo sentire in colpa. Tutti quanti, tutti i giorni, chi più chi meno, recitiamo una parte come attori di teatro, qualche volta per proteggere noi stessi altre volte per proteggere gli altri. Sono pochi i momenti in cui siamo veramente lo specchio del nostro io interiore, ci togliamo queste maschere o queste corazze, o in qualsiasi altro modo si voglia chiamarle, solo davanti a poche persone, quelle poche a cui possiamo confidare tutto e non sentirci giudicati. Sono quasi sempre anime simili alle nostre, molto sensibili e molto altruiste, quelle rare persone che sentono anche il dolore degli altri.
Per questo motivo, per non ferirle e non farle soffrire, molto spesso indossiamo anche con loro delle "maschere buone", le togliamo solo in quei rari momenti in cui abbiamo veramente bisogno di comprensione e di affetto, e queste persone fanno lo stesso con noi. Ma quando succede che due individui affini si aprono completamente nello stesso momento denudando la propria anima accade come un miracolo, avviene una connessione che ha qualcosa di magico, si diventa un'unica entità, ci si sente più forti e al sicuro.
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Può accadere semplicemente parlando, confidando le proprie paure e i propri desideri, anche soltanto sorridendo insieme, oppure durante un lungo abbraccio silenzioso. Abbiamo bisogno di indossare queste maschere per vivere, ma anche per apprezzare quella meravigliosa sensazione che proviamo quando, con chi è come noi, ce ne possiamo tranquillamente spogliare.
Cit. Smokingago
7 Novembre 2024
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francescacammisa1 · 1 month ago
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Presto o tardi il destino ci fa incontrare tutte le persone che possono farci capire ciò che non dovremmo mai diventare.
Gregory David Roberts - Shantaram
Ph Raymond Depardon 
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fashionbooksmilano · 12 days ago
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L'avventura del design : Gavina
Davide Vercelloni, prefazione di Vittorio Sgarbi
Jaca Book, Milano 1987, Saggi di Architettura/Design, 256 pagine, 185 illustrazioni b/n, 15x23cm, ISBN 88-16-40 309-8
euro 100,00
email if you want to buy [email protected]
L’avventura straordinaria di Dino Gavina (1922 – 2007) ha inizio con l’apertura di un laboratorio di tappezzeria in Via Castiglione a Bologna. Qui nel dopoguerra si ritrova ad utilizzare materiali di recupero per forniture militari e ferroviarie e inizia a produrre e commercializzare i primi mobili.
Interessato ed appassionato di letteratura, arti visive e teatro; diremmo oggi, “viaggia ed incontra gente”, ma coglie in ciò il genio e l’opportunità di creare cose e personaggi: è questa la miscela creativa di Dino Gavina. Instancabile regista di persone, cose, fatti scaturiti dal suo immaginario, un vortice in continuo movimento che corona tutta la sua vita. Incontri con personaggi, che crea talvolta egli stesso. Con Lucio Fontana stringe una bellissima amicizia. Frequenta Milano e alla X Triennale conosce i fratelli Castiglioni; alla XI nel 1957 l’incontro con Kazuhide Takahama, che ha realizzato il Padiglione del Giappone; a Venezia incrocia Carlo Scarpa, che nel 1960 diventerà presidente della Gavina spa, dove verranno prodotti i primi pezzi di suo figlio Tobia… Una vita costellata da personaggi straordinari.
Il negozio Gavina realizzato da Carlo Scarpa in Via Altabella a Bologna, lo straordinario padiglione espositivo di San Lazzaro di Savena dei Castiglioni, moderne architetture che possiamo ancora ammirare, dove si svolsero le memorabili serate di Man Ray e Marcel Duchamp. Proprio a San Lazzaro nasce nel 1967 il Centro Duchamp, in suo omaggio, dove lavoreranno futuri artisti cinetici al fianco di grandi maestri, un progetto di arte fatta in serie per nuovi fruitori.
Lunghissima è la lista di artisti con cui ha collaborato, occupandosi di una miriade di mondi, questo è infatti il lato sfaccettato e poliedrico di Dino Gavina. Note le sue aziende Gavina, Flos, Simon, Sirrah, Paradisoterrestre: la passione di realizzare mobili, lampade, arredo per interno ed esterno, nella linea rigorosa del disegno industriale, che in parte deve a lui l’apertura di nuovi orizzonti.
11/12/24
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gregor-samsung · 3 months ago
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" La città è chiara, in nessuna altra città del mondo i punti cardinali sono così precisi e servono tanto all'uomo: Est, West, Sud, Nord. Si sa sempre dove ci si trova, e anche il Sole fa il suo corso rispettando le regole. Si è perfettamente collocati. Ma come? Forse il segreto è guardare attorno la gente e ci si sorprende allora della loro franchezza. Una sera capita per caso in un teatro sperimentale. New York ha tanti teatri che invece di andarci tutte le sere il turista-scrittore è stato tentato di scrivere una commedia. Ma una sera va in un teatrino dove non si rappresenta niente, se non quello che gli spettatori vorranno rappresentarvi. Il turista conta gli spettatori: sono quindici, lui compreso. Vi sono alcune ragazze e tre di queste salgono sui palcoscenico. Cominciano a raccontare la loro vita e a viverla senza vergogna e senza letteratura. Alla fine dello spettacolo il turista le ama. Un'altra sera, scendendo (come una palla nei piani inclinati di Galileo) la vite (the screw) del Museo Guggenheim, è felice perché ha capito — ma ha ancora tante cose da capire — che una città è fatta come la gente che ci vive. Egli sta semplicemente vivendo. "
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Brano tratto dall’articolo pubblicato su American Vogue il 1° novembre 1967 con il titolo «Travel», poi raccolto in:
Ennio Flaiano, Un giorno a Bombay e altre note di viaggio, a cura di Rossana Dedola, Rizzoli, Milano, 1980¹; p. 104.
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pier-carlo-universe · 27 days ago
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Pietro Nigro e la sua "Opera Omnia Volume 2 - Prose": un viaggio nella cultura e nella letteratura
La nuova pubblicazione di Guido Miano Editore celebra la poliedricità dello scrittore siciliano
La nuova pubblicazione di Guido Miano Editore celebra la poliedricità dello scrittore siciliano La Guido Miano Editore presenta “Opera Omnia Volume 2 – Prose”, il secondo capitolo della monumentale raccolta delle opere di Pietro Nigro, scrittore e poeta siciliano di grande prestigio. Dopo il primo volume dedicato alla poesia, questa nuova pubblicazione raccoglie il meglio della produzione in…
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Recensione: "Noi, umani" di Frank Westerman
Buongiorno a tutti sono Elena e vi ringrazio di essere su Life Is Like A Wave Who Rises and Falls! Dopo un lungo periodo fatto di poche letture e ancora meno recensioni pubblicate, spero piano piano di riuscire a pubblicare le recensioni dei libri letti perché è una consuetudine che voglio mantenere nonostante gli impegni lavorativi. Ecco che allora vi parlo di: Noi, umani di Frank…
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Il Corciano Festival – 59esimo Agosto Corcianese si prepara a incantare il pubblico con una serata indimenticabile in occasione della notte di San Lorenzo. L’evento, promosso dall’associazione turistica Pro Loco Corciano in collaborazione con il Comune di Corciano, beneficia del sostegno della Regione Umbria, della Banca Centro Toscana Umbria – Gruppo Bcc Iccrea, della Fondazione Perugia e di alcune aziende private locali. Questa affascinante serata, in programma giovedì 10 agosto, sarà un tripudio di letteratura, arte e teatro. La serata prenderà il via alle 18:30 in piazza Doni con la presentazione del libro “Verso le strade feroci” di Mario Eleno […]
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stregh · 4 months ago
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La lupa, #incipit
"Era alta, magra, aveva soltanto un seno fermo e vigoroso da bruna e pure non era più giovane; era pallida come se avesse sempre addosso la malaria, e su quel pallore due occhi grandi così, e delle labbra fresche e rosse, che vi mangiavano.
Al villaggio la chiamavano la Lupa perchè non era sazia giammai — di nulla. Le donne si facevano la croce quando la vedevano passare, sola come una cagnaccia, con quell’andare randagio e sospettoso della lupa affamata; ella si spolpava i loro figliuoli e i loro mariti in un batter d’occhio, con le sue labbra rosse, e se li tirava dietro alla gonnella solamente a guardarli con quegli occhi da satanasso, fossero stati davanti all’altare di Santa Agrippina. Per fortuna la Lupa non veniva mai in chiesa, nè a Pasqua, nè a Natale, nè per ascoltar messa, nè per confessarsi. — Padre Angiolino di Santa Maria di Gesù, un vero servo di Dio, aveva persa l’anima per lei.
Maricchia, poveretta, buona e brava ragazza, piangeva di nascosto, perchè era figlia della Lupa, e nessuno l’avrebbe tolta in moglie, sebbene ci avesse la sua bella roba nel cassettone, e la sua buona terra al sole, come ogni altra ragazza del villaggio."
Giovanni Verga ✍// Anna Magnani è in teatro "La lupa" , Franco Zeffirelli, 1965
#AccadeOggi: Il 2 settembre 1840 nasce Giovanni #Verga, noto per essere il principale esponente del verismo. Tra le sue opere più famose ricordiamo "I #Malavoglia" e "Mastro-don Gesualdo", che fanno parte del ciclo dei Vinti, sottolineando la realtà nuda e cruda. Appunto per questo si chiama "verismo", perché rappresenta il vero, dai rovesciamenti di fortuna ai vizi e peccati dell'umanità.
A proposito di peccati, non possiamo dimenticare "La Lupa", una novella che evidenzia la natura umana: la passione, la gelosia, l'esasperazione, l'ipocrisia, i pregiudizi, ecc. Quando leggo che vogliono abolire Verga o che è uno #scrittore di cui si può fare a meno, mi salgono i nervi.
Perché Verga ti sbatte in faccia la realtà, anche quella poco piacevole. Ti mostra la natura umana, anche negli aspetti più nascosti. Molte volte ti fa ragionare sui comportamenti e sui simboli, forse proprio per questo qualcuno lo vorrebbe "far fuori".
Il Magnifico Press
Ph.web
#accadevaoggi #Giovanniverga #novelle #romanzi #letteratura #letteraturaitaliana
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susieporta · 8 months ago
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Si dice che Marilyn disse a Einstein, con una franchezza incantevole: "tu ed io potremmo avere un figlio: nascerebbe con la mia bellezza e la tua intelligenza".
A ciò che il padre della relatività e della bomba atomica ha risposto: "Forse nascerebbe con la mia bellezza e con la tua intelligenza".
Ancora non si sapeva
(i test sono stati fatti più tardi) che il QI di Marilyn Monroe era di 165, cinque punti sopra il "maggiore genio di tutti i tempi".
Marilyn Monroe (Norma Jeane Baker, 1926-1962) era una grande lettrice. Aveva a casa una biblioteca con circa mille libri. Passava molte ore a leggere opere di letteratura, poesia, teatro, filosofia, perché il suo spirito, oltre a tanta voglia di vivere, era di insaziabile curiosità e fame di conoscenza.
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