#romanzo medievale
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pier-carlo-universe · 2 months ago
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Cuore di ferro - Alfredo Colitto: Un’indagine storica tra misteri e intrighi medievali. Recensione di Alessandria today
Un viaggio nell’Italia medievale tra scienza, fede e segreti nascosti
Un viaggio nell’Italia medievale tra scienza, fede e segreti nascosti Recensione: Cuore di ferro è un romanzo storico di Alfredo Colitto, che trasporta i lettori in un’epoca affascinante e oscura: l’Italia del XIV secolo. In questo nuovo capitolo delle sue avvincenti storie, Colitto ci immerge in una trama ricca di misteri, in cui la scienza dell’alchimia e i complotti politici si intrecciano…
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thegianpieromennitipolis · 1 year ago
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Da: LE STREGHE DI SHAKESPEARE - di Gianpiero Menniti
L'ISTANZA NARRATIVA
L’Io dell’autore è una rappresentazione del mondo, una rappresentazione fenomenica che si sostanzia in costruzione narrativa del senso, nella scia della necessità di costruzione delle rappresentazioni sociali. Questa necessità del nostro sistema cognitivo ha un luogo che va oltre la mente e che è il logos, il discorso; la sua ricerca è volta verso l’interpretazione; il suo metodo è quello della descrizione. Dunque, narrare è costruire la realtà, una porzione di realtà, o una realtà altra consapevole della sua opposizione, del suo divenire “essere” per opposizione allo spazio occupato dalle altre essenze, cioè dalle altre interpretazioni di essenze. Può un testo “essere”? In senso materiale è facile rispondere di sì, ma sarebbe ben poca cosa se l’essere fosse esclusivamente il risultato della materialità degli eventi. No, l’essere è l’identità comune tra i molteplici, è quanto si trova a essere partecipato dai molteplici. Se l’essenza del pensiero umano è ciò che l’umano conosce, allora un testo, un testo narrativo, è parte di quest’essenza, un’essenza che non si origina nel nulla per ritornare nel nulla, ma che è sempre esistita e sempre sarà. Non è generata poiché essa è nella molteplicità inespressa dell’umano, è nei suoi saperi, è essenza dell’umano poiché conoscenza fenomenica del mondo e rappresentazione collettiva, comune, interrelata.
- Benozzo Gozzoli (1420 - 1497): "Corteo con Lorenzo, Piero e Giovanni de' Medici", 1459 - parete est, ciclo di affreschi della Cappella dei Magi, palazzo Medici Riccardi, Firenze - In copertina: Maria Casalanguida, Interpretazione de ‘Il bagno turco di Ingres’, 1976, collezione privata
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storiearcheostorie · 11 months ago
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LIBRI / Il mito di Artù nelle fonti latine
Elena Percivaldi Quella di Artù è senza dubbio una tra le figure più note e affascinanti del Medioevo. Personaggio realmente esistito o sovrano leggendario, signore di Camelot o supremo comandante dei Britanni, Artù appare nell’immaginario collettivo come il custode della Tavola Rotonda, la mensa attorno alla quale sedeva un gruppo ristretto di cavalieri che lì si incontravano prima di partire…
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ceina · 6 months ago
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Il mio omaggio a #Outlander
Ho finito Outlander, non ne avrò più di nuovo fino a Novembre, oltretutto è finito su un cliffhanger devastante, e io in questo momento, in preda a una vera e propria sensazione di astinenza come mi era successa soltanto con qualche libro da giovane, vorrei potermi smemorizzare come un hard disk.
Invidio chiunque di voi là fuori, anime affini, che non l’abbia ancora visto.
Probabilmente non è pane per i denti di tutti - ad esempio per me la scintilla non è mai scattata con Game of Thrones, e nemmeno con quel freddissimo capolavoro di Boardwalk Empire, per citare alcune serie che scaldano il cuore dei più ma non il mio- ma se amerete Outlander come l’ho amato io in questo mese, in cui mi ha tenuta calda la sera prima di dormire, come avevano potuto fare soltanto i libri della mia infanzia, state per godervi una delle storie più appassionanti degli anni duemila.
Claire (pure il nome!), infermiera militare britannica reduce di guerra, abituata agli orrori dell’ultimo conflitto mondiale sui fronti orientali e africani e nelle retrovie del D-Day, nel 1945, mentre tutti festeggiano la vittoria, è già straniera in patria e nel suo stesso mondo interiore.
Irrequieta e vivacissima, intelligente e piena di bontà, ormai cambiata dal dolore e segretamente colpita da stress post traumatico che si manifesta soprattutto con i forti rumori, Claire non ha più confidenza con il marito Frank, anche lui militare britannico dopo tanta guerra e tanta lontananza.
I due decidono, per cercare di salvare il proprio matrimonio, di passare una “seconda luna di miele” in Scozia, in una vacanza nei pressi del borgo medievale di Inverness, sulle montagne del nord del paese, per tornare a riconoscersi.
Qui Claire, durante una passeggiata solitaria per raccogliere alcuni fiori, viene attratta come da una calamita da un antico cerchio di pietre su un colle, dove la notte precedente lei e suo marito, storico militare, avevano assistito a una danza di un gruppo di persone del luogo che avevano salutato l’alba con un rito druidico.
Claire non lo sa, ma è una “viaggiatrice”: la storia non lo spiega ma qualche rara persona, forse per un retaggio magico e soprannaturale, per qualche lascito genetico extraterrestre o fatto della stessa essenza della Scozia immortale, può entrare in una sorta di risonanza con certi cerchi di pietre che sono veri e propri portali verso il passato.
A Craigh na Dun, nel cerchio di pietre, Claire, ipnotizzata dal loro canto, che solo lei può sentire, si appoggia ad una di esse e improvvisamente viene catapultata indietro di 200 anni, nel bel mezzo delle guerre tra Inghilterra e Scozia per la successione confessionale del trono tra Stuart e Hannover (gli odierni Windsor).
Da questo inizio sorprendente parte un’avventura alla “Angelica” che attraversa quarant’anni di storia europea e americana, vista attraverso gli occhi puri di Claire, eroina indomita e indimenticabile, pronta ad attraversare tempo e spazio per restare fedele al suo cuore e a quella che è, sempre in dubbio se poter cambiare la storia che lei conosce, o lasciare che le cose (e il dolore che ne deriva) facciano il loro corso ineluttabile.
Outlander è una storia indefinibile, non bene inquadrabile e molto originale, nessuno aveva mai pensato di ambientare un’opera sostanzialmente di fantascienza classica (c’è tutto Herbert G.Wells) nell’ambito delle guerre continentali tra settecento e primi dell’Ottocento, rappresentate come in un romanzo storico più che in un romance di costume e in costume.
L’originalità è la pausa di vent’anni tra i due ritorni “al passato” con la protagonista che si laurea in medicina, diventa un abile chirurgo, cresce la figlia e vive sostanzialmente una vita dissociata (lei è *sempre* straniera, “outlander”, “sassenach”, ovunque e in qualsiasi tempo si trovi) nella Boston della Golden age del secondo dopoguerra, poi torna dal suo grande amore, il buio e violento, e insieme tenerissimo Highlander Jamie nel settecento, ma vent’anni dopo, ed entrambi hanno già qualche filo grigio tra i capelli.
Si tratta di una rivisitazione elegantissima del classico romanzo d’appendice, ma di una qualità stellare.
Con momenti anche di stanca (avrei evitato sia la storia del pirata nella quinta stagione sia quella dello stupro di gruppo, c’è qualche scena d’amore sessuale di troppo per i miei gusti, io sono per il vedo non vedo), ma anche momenti di poesia purissima - l’episodio dello schiavo nella piantagione americana salvato da Claire soltanto per poi doverlo poi consegnare, il vecchio crudele abbandonato nella cabina dalla sua moglie bambina; le prime stagioni (meravigliose) che vedono “in diretta” la fine di un mondo ancora quasi medievale come quello delle highlands, in cui si usavano ancora le spade seicentesche di Toledo, per forza di quelli (gli inglesi) che erano a tutti gli effetti degli oppressori, le scene di battaglia nel nuovo mondo e tutto il filone sulla rivoluzione americana, le scene caraibiche degne di Stevenson e i suoi tesori nascosti, le traversate degne di Patrick O’Brian se non di Conrad, il mistero delle pietre e il “rumore” che sentono soltanto “i viaggiatori”, il personaggio struggente di Lord John, capo militare inglese, nobilissimo e puro di cuore, che amerà e rispetterà Jamie per tutta la vita sapendo di non poterlo mai avere, la potenza della medicina del novecento che deve districarsi nel segreto tra le superstizioni del settecento (Claire, medico del novecento, rischierà più volte di finire al rogo come strega)… come sempre non è quello che si prende dall’immaginario collettivo ma è dove lo si porti, come dice Jodorowsky. E in questo Ronald Moore (Battlestar Galactica) e Toni Graphia (Dr.Quinn, Medicine Woman) sono maestri.
Elegantissimo pastiche (polpettone? Polpettone sia), Outlander per me resta una delle cose più belle di sempre, degna dei miei libri di bambina, e del ricordo della mia mamma che per prima me li ha messi in mano.
Anche solo per quanto questa storia straordinaria mi abbia fatto pensare a lei, ne è valsa davvero la pena.
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crazy-so-na-sega · 1 year ago
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Il romanzo cavalleresco medievale sta ai figli cadetti, come la narrazione ecologista e antiriproduttiva sta al sottoproletariato metropolitano istruito.
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-Non sono certo io
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rosateparole · 1 year ago
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Nelle case vivono italiani vecchi, guardano in strada dalla finestra le piccole grandi barbarie che si compiono ogni giorno, non hanno forze per combattere contro i cancellatori. La trasformazione dei nomi. Un nome così polesano come quello di papà, Giovanin. Un nome sempre voluto come quello di mio fratello, Gianni. Quando uno per quarant’anni si è chiamato Gianni o Giovanni o Giovanin o Nini, non potrà mai abituarsi a Ivan. Come può una Gigia di sessant’anni essere chiamata Vjekoslava dall’oggi al domani? Ti immagini, mio fratello Gianni dovrebbe pagare di persona, con la sua stessa vita, con il suo stesso nome, i debiti che il fascismo ha contratto con gli slavi! Pola è diventata Pula. Le lettere non partono e non arrivano se sulle buste non si scrive Pula. Pola cancellata dalla faccia della terra. Il nome era un simbolo, e quando i simboli cadono, nulla è più come prima.
Quanti anni dopo scoprirò che nella documentazione medievale il nome della mia città appariva attestato ora nella forma Puola, appartenente al più antico registro venezianeggiante, ora nella forma Pola, un latinismo proprio della lingua scritta. Dalle redazioni del 1332 e del 1358 dello statuto di Pirano emerge il preveneto Pula come l’originaria forma locale del toponimo, caratterizzato dall’esito tipicamente istrioto di o breve latina in sillaba libera.
Gli slavi sicuri di slavizzarla non fecero altro che adattare il tipo dialettale romanzo di più genuina tradizione locale. Lo avessero saputo, come l’avrebbero ribattezzata?
Anna Maria Mori & Nelida Milani, Bora. Istria, il vento dell’esilio
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ros64 · 11 days ago
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Bellissimo articolo di #chiaradegliesposti pubblicato su #larivistaintelligente
Una immagine del serial televisivo
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Fantascienza Favola Romanzo d'appendice
Omaggio a Outlander
Di CHIARA DEGLI ESPOSTI - 17 Dicembre 2024 - Storia, televisione
“Quando mi troverò di fronte a Dio, vorrò fargli molte domande, ma non gli chiederò della natura del tempo. L’ho vissuta.”
Così l’incantevole protagonista esprime l’essenza di una delle serie più belle che, se vi acchiapperà, avrete la fortuna di vedere per la prima volta: Outlander.
Outlander si offre allo spettatore come un vero e proprio sontuoso compendio barocco del canone amoroso e avventuroso occidentale, pescando a piene mani dal vostro, nostro immaginario letterario e cinematografico: da Barry Lyndon a Via Col Vento, passando per i più gustosi romanzi di appendice e di avventura della nostra infanzia, riuscendo a stupire e a emozionare come poco altro nell’offerta odierna delle storie tv.
Claire, infermiera militare britannica reduce di guerra, abituata agli orrori dell’ultimo conflitto mondiale nelle retrovie del D-Day, mentre tutti festeggiano la vittoria, è già straniera in patria e nel suo stesso mondo interiore. Intelligente e di buon cuore, irrequieta e vivacissima, ormai cambiata dal dolore e segretamente colpita da stress post traumatico che si manifesta soprattutto con i forti rumori, Claire non ha più confidenza con il marito Frank, dopo tanta guerra e tanta lontananza.
I due decidono di passare una “seconda luna di miele” in Scozia, una vacanza nei pressi del borgo medievale montano di Inverness, per cercare di salvare il matrimonio e tornare a riconoscersi.
Durante una passeggiata solitaria per raccogliere alcuni fiori, Claire viene attratta come da una calamita da un antico cerchio di pietre su un colle. La notte precedente lei e suo marito avevano assistito qui a una danza di un gruppo di persone del luogo, che avevano salutato l’alba di Samhain con un rito druidico.
Claire non lo sa, ma è una “viaggiatrice”. Qualche rara persona, forse per un retaggio magico, per qualche lascito genetico extraterrestre o costruito della stessa essenza misteriosa della Scozia, può entrare in una sorta di risonanza con certi cerchi di pietre che sono veri e propri portali verso il passato.
A Craigh Na Dun, nel cerchio di pietre, ipnotizzata dal loro canto che solo lei può sentire, Claire si appoggia ad una di esse e precipita nel tempo, in una vera e propria tana del bianconiglio che la scaraventa indietro di 200 anni, nel mezzo delle guerre tra Inghilterra e Scozia per la successione confessionale del trono tra Stuart e Hannover.
Questo inizio sorprendente è il prologo di un’avventura alla “Angelica” che attraverserà cinquant’anni di storia europea e americana nei tempi cruciali dell’illuminismo e delle Rivoluzioni.
Eventi che conosceremo dal punto di vista di Claire, attraverso il suo sguardo puro di eroina indomita e pronta ad attraversare tempo e spazio, per restare fedele al suo cuore e a ciò che è, sempre in dubbio se cambiare la storia che conosce, o lasciare che essa faccia il suo corso ineluttabile con il carico di dolore che ne deriverà.
Outlander è una favola difficile da inquadrare in un genere: parte come un racconto di fantascienza classica alla HG Wells, e finisce a raccontare le guerre continentali tra settecento e primi dell’ottocento, rappresentate come in un romanzo storico alla Walter Scott più che in un romance di costume e in costume – che comunque non mancheranno.
L’originalità di questa storia è la pausa di vent’anni tra i due ritorni “al passato” della protagonista, che si laurea in medicina nella Boston della Golden Age del secondo dopoguerra, diventa un abile chirurgo, cresce la figlia, ma infine sceglie di tornare nel settecento dal suo amore, il buio e violento, e insieme tenerissimo Highlander Jamie, quando entrambi avranno già qualche filo grigio tra i capelli. Claire è *sempre* straniera, “Outlander”, “Sassenach”, ovunque e in qualsiasi tempo si trovi. Claire è più vecchia di Jamie, e Jamie amerà la sua “Lesbia” con meraviglia e devozione, diventando grazie a lei un grande uomo leader di uomini.
Outlander è una rivisitazione elegantissima del classico romanzo d’appendice, con momenti meno riusciti e altri di una bellezza purissima che vi scalderà il cuore. Vi racconterà di famiglia, di onore, di ambiguità e odio; di fanatismo e di luce, di bontà e crudeltà, di destino e coraggio.
Vi racconterà di guerra e scelte, di come qualsiasi scelta, anche fatta per amore, o per salvare vite, significhi inevitabilmente prendere bivi che lasciano qualcosa o qualcuno indietro.
Vedrete “in diretta” un genocidio, la fine di un mondo e di una cultura ancora quasi medievale come quelli delle highland scozzesi, in cui si usavano ancora le spade secentesche di Toledo, per forza degli inglesi, autentici oppressori. Vedrete nascere l’America dalla Rivoluzione, vedrete scene di mare degne di Stevenson e dei suoi tesori nascosti, o di Patrick O’Brian e di Conrad con le loro tempeste. Conoscerete il mistero “azzurro” del potere di Claire di guarire, i segreti delle pietre e il “rumore” che sentono soltanto “i viaggiatori”; incontrerete Jack Randall, uno dei più oscuri e spaventosi antagonisti della storia della TV.
Amerete lo struggente Lord John, capo militare dei dragoni, nobilissimo e puro di cuore, che amerà e rispetterà Jamie per tutta la vita pur sapendo di non poterlo mai avere.
Vedrete la potenza della medicina del novecento che deve districarsi nel segreto tra le superstizioni del settecento: Claire, medico del novecento, rischierà più volte di finire al rogo come strega.
Non dimenticherete più personaggi che escono dallo schermo come fossero reali, recitati meravigliosamente, e finalmente liberi, nel loro candore ottocentesco, dal cinismo obbligatorio e dalla corrosività noiosa e d’ordinanza così prevedibili e uguali, cui sono condannati i caratteri nelle sceneggiature moderne.
Come sempre non è quello che si prende dall’immaginario collettivo ma è dove lo si porti, dice Jodorowsky. Elegantissimo pastiche di bellezza distillata, Outlander è un’avventura degna dei miei libri di bambina, e del ricordo di mia madre che per prima me li ha messi in mano.
Anche solo per quanto questa storia straordinaria mi abbia fatto pensare a lei, per me ne è valsa davvero la pena.
(Ogni sabato su Sky/Now, in corso la seconda parte della settima stagione, in attesa dell’ottava ultima nel 2026).
A Tribute to Outlander
By Chiara Degli Esposti – December 17, 2024
“When I stand before God, I’ll have many questions for Him, but I won’t ask about the nature of time. I’ve lived it.”
With these words, the enchanting protagonist captures the essence of one of the most beautiful series you could ever have the good fortune to watch for the first time: Outlander.
Outlander unfolds as a sumptuous, baroque compendium of Western romantic and adventurous canon, drawing freely from our shared literary and cinematic imagination: from Barry Lyndon to Gone with the Wind, with echoes of the most gripping adventure and serial novels of our childhood. It surprises and moves its audience in ways few other shows manage to achieve in today’s television landscape.
Claire, a British military nurse and war veteran, is accustomed to the horrors of the Second World War, having lived through the aftermath of D-Day. While the world celebrates victory, she feels like a stranger—not only in her homeland but also within her own soul. Intelligent, kind-hearted, restless, and vivacious, she bears the scars of pain and a hidden post-traumatic stress disorder that manifests strongly through her reaction to loud noises. Claire has grown distant from her husband Frank; too much war and too much separation have driven a wedge between them.
In an attempt to rekindle their relationship, they decide to take a “second honeymoon” in Scotland, near the medieval village of Inverness. During a solitary walk to collect flowers, Claire is inexplicably drawn to an ancient stone circle. The night before, she and Frank had witnessed a group of locals perform a ritual dance there to celebrate the dawn of Samhain.
What Claire doesn’t know is that she is a “traveler.” Certain rare individuals—perhaps due to a magical legacy, a genetic gift from another realm, or a deep connection to the mysterious essence of Scotland—can resonate with specific stone circles, which are actually portals to the past. At Craigh Na Dun, Claire, entranced by the sound emanating from the stones—a melody only she can hear—touches one of them and is suddenly thrown back in time. She lands two centuries earlier, right in the middle of the wars between England and Scotland over the Stuart-Hanoverian succession.
This extraordinary beginning sets the stage for an “Angelica”-style adventure that spans fifty years of European and American history during the pivotal eras of the Enlightenment and the Revolutions. Claire, with her pure, unyielding gaze, becomes an indomitable heroine who journeys through time and space, torn between staying true to her heart and grappling with whether to change the history she knows or let it unfold as destined, with all the suffering that entails.
Outlander is a tale that defies classification. It begins as a classic science fiction story in the vein of H.G. Wells but evolves into a historical epic akin to Walter Scott, chronicling continental wars from the 18th to early 19th century. Along the way, it incorporates elements of costume drama and romance, without ever losing its originality.
A unique aspect of the story is the twenty-year gap between Claire’s two journeys “back in time.” In the interim, she earns a medical degree in post-war Boston, becomes a skilled surgeon, and raises her daughter. Yet, she ultimately chooses to return to the 18th century for her love: Jamie, a Highlander who is as fierce and violent as he is tender and devoted. When they reunite, both bear the marks of time, but their passion remains undiminished.
Claire is always an outsider—an “Outlander,” a “Sassenach”—no matter the place or era. She is older than Jamie, yet his love for her only deepens as he reveres her with wonder, transforming himself into a great leader of men through her influence.
Outlander is an elegant reimagining of the classic serial novel. While some moments are less effective than others, the show offers instances of pure beauty that will warm your heart. It speaks of family, honor, ambiguity, and hatred; of fanaticism and light, kindness and cruelty, fate and courage.
It explores the sacrifices inherent in every choice, even those made for love or to save lives—choices that inevitably leave someone or something behind. Through Claire, you’ll witness a genocide: the obliteration of a culture, that of the Highland Scots, swept away by English power. You’ll see the birth of America, experience seafaring adventures reminiscent of Stevenson or Patrick O’Brian, and unravel the mysteries of Claire’s healing powers, the stones, and the “noise” only travelers can hear.
You’ll meet Jack Randall, one of the darkest and most terrifying villains in television history, and you’ll adore the poignant Lord John, a noble and pure-hearted soldier who loves Jamie unconditionally, knowing he can never have him.
Claire’s advanced medical knowledge often clashes with 18th-century superstitions, placing her at risk of being condemned as a witch.
The characters, brought to life with extraordinary performances, leap off the screen, feeling as real as they are unforgettable. Liberated from the forced cynicism of modern storytelling, they exude a refreshing, almost 19th-century candor that captivates.
As Jodorowsky said, it’s not about what you take from collective imagination but where you take it. Outlander, with its distilled beauty, is an adventure worthy of the books of my childhood and the memory of my mother, who first placed them in my hands.
For this alone—for the way this extraordinary story made me think of her—it was truly worth it.
(Every Saturday on Sky/Now. The second part of the seventh season is currently airing, with the eighth and final season expected in 2026.)
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silviatorani · 1 month ago
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Saremo noi: Giorno 21
Nonostante le alte aspettative (e chissà, magari proprio a causa di queste), la sessione di scrittura di oggi non mi ha soddisfatto per niente. Non sono arrivatɘ alla scena che volevo scrivere e mi sono arenatɘ con una parte di passaggio che mi ha richiesto molta ricerca e che non so nemmeno se alla fine conserverò. Probabilmente anche il fatto che si sia trattato di una sessione pomeridiana non ha aiutato: la mattina funziono proprio meglio.
Quante parole ho scritto: 713 // 23217 (totale)
Quando ho scritto: dalle 16:00 alle 18:00.
Che musica ho ascoltato: La playlist del romanzo, a cui oggi ho aggiunto tre nuove canzoni, A Dangerous Thing di AURORA, Svuoto i cassetti di Erica Mou e Eet di Regina Spektor.
Osservazioni: La parte che ho scritto oggi serve proprio da passaggio tra la scena della pizzeria che ho finito ieri e la scena a due tra Cielo e Irene che è stata una delle prime che ho immaginato per il libro. In teoria anche la scena di oggi è solo tra Cielo e Irene, ma stanno camminando in giro per la città lungo un arco temporale di 40 minuti, una situazione che trovo abbastanza difficile da gestire. Spero di togliermela presto e attaccare con la scena che aspettavo.
Estratto di oggi:
Dopo il casinò svoltiamo a sinistra e risaliamo lungo via Palazzo fino all’arco gotico in pietra di Porta Santo Stefano. In meno di un quarto d’ora siamo arrivate alla Pigna, il centro della città, un borgo medievale pieno di caruggi in salita di quando Sanremo era solo una piccola città marinara. Racconto a Irene di come il nome derivi dal modo in cui il quartiere si ammassa a strade concentriche intorno alla collina, come se fossero squame di un’enorme pigna, di come sulla cima sorga il santuario barocco della Madonna della Costa, che un tempo fungeva da punto di riferimento per i naviganti che si approcciavano alla costa, di come dal lato opposto rispetto alla salita sorga la Torre della Ciapela, costruita nel Cinquecento per difendersi dagli attacchi dei pirati, con mura che in alcuni punti sono spesse anche un metro. Parlo, parlo, parlo e Irene ascolta. Non dice nulla, ma capisco che mi sta ascoltando da come il suo sguardo segue le mie parole e il suo respiro è a tempo con le pause del mio racconto. Non sento nemmeno per un momento di aver parlato troppo.
A domani con un nuovo aggiornamento.
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francescoestrela · 4 months ago
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5 Libri Imperdibili da Leggere Questo Mese
Cerchi nuovi libri da leggere questo mese? Ho selezionato per te cinque titoli che non puoi assolutamente perdere. Ogni libro che ti consiglio qui sotto è disponibile su Amazon. Cliccando sui link che trovi nel post e acquistando tramite questi link, sostieni il nostro blog senza alcun costo aggiuntivo per te. I link che condivido sono link di affiliazione, il che significa che guadagno una piccola commissione sulle vendite effettuate tramite questi link. Ecco le mie raccomandazioni:1. “Il Nome della Rosa” di Umberto Eco
Un capolavoro della letteratura italiana, questo romanzo storico e misterioso ti trasporterà in un monastero medievale dove si cela un intricato enigma. La scrittura di Eco è impeccabile e la trama è avvincente. Scopri di più su Amazon. https://amzn.to/3AY7jDy 2. “Sapiens: Da Animali a Dio” di Yuval Noah Harari Harari ci guida attraverso la storia dell’umanità, esplorando come la nostra specie è diventata dominante. Questo libro stimola riflessioni profonde e offre una panoramica unica sul nostro passato e futuro. Acquistalo su Amazon. https://amzn.to/3XbUOeU 3. “Dune” di Frank Herbert Un classico della fantascienza che ha ispirato generazioni di lettori. Immergiti nel mondo desertico di Arrakis e segui la lotta per il controllo della spezia più preziosa dell’universo. Leggi di più su Amazon. https://amzn.to/4gkpGD2 4. “Educated” di Tara Westover Una memoir toccante e ispiratrice che racconta il percorso di Tara dalla vita in una famiglia mormone isolata all’acquisizione di una formazione accademica che le cambia la vita. Scopri questo libro su Amazon. https://amzn.to/3XA04dW 5. “Il Piccolo Principe” di Antoine de Saint-Exupéry Un libro senza tempo che continua a conquistare lettori di tutte le età con le sue riflessioni filosofiche e la sua dolcezza. Perfetto per chi cerca una lettura che nutra il cuore e la mente. Acquistalo su Amazon. https://amzn.to/47lOGph
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abigaillefay · 4 months ago
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Guida completa al World Building: dall’ideazione alla realizzazione
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Chi scrive fantasy e sci-fi avrà sicuramente sentito parlare di World Bulding, ma per i neofiti è meglio partire dalle basi: cos'è il World Building?
È l’arte di creare mondi immaginari dettagliati e coerenti all’interno di una storia. Non si tratta soltanto di costruire delle ambientazioni, ma di dare vita a un vero e proprio universo: culture, sistemi politici, geografia, religioni, tecnologia e molto altro. Questo processo permette di arricchire la narrazione e di coinvolgere maggiormente il lettore, immergendolo in un mondo unico e vibrante. Che si stia scrivendo un fantasy epico, un romanzo di fantascienza o anche una storia ambientata nel nostro mondo, il world building è uno strumento essenziale per dare profondità e credibilità alla narrazione.
Perché è importante lavorare ad un World Building? Il world building è cruciale perché offre coerenza alla scrittura, fungendo da fondamenta solide su cui costruire l’intera storia. Senza una base ben strutturata, la narrazione rischierebbe di crollare sotto il peso delle incongruenze narrative. Grazie a una pianificazione accurata, non sarà necessario fermarsi continuamente per fare ricerche durante la scrittura, risparmiando tempo e mantenendo il ritmo creativo. Senza un solido world building, si rischia di compromettere l’intera narrazione e di bloccare il processo creativo.
Per quali generi serve un World Building? Siamo abituati a pensare che il world building sia una prerogativa del fantasy e della fantascienza; in realtà è utile per qualsiasi genere! Anche in un romanzo storico o in un giallo ambientato in una città reale è fondamentale costruire un mondo che sia credibile e ben dettagliato. Il world building aiuta a immergere il lettore nella storia, indipendentemente dal genere narrativo. Perciò è bene non limitarsi a pensare al world building solo quando si sta creando mondi fantastici: è uno strumento potente che può arricchire qualsiasi tipo di narrazione.
Fantasy vs Sci-Fi: differenze di approccio al World Building Il world building nei generi fantasy e sci-fi richiede approcci diversi a causa delle loro nature e origini differenti. Nel fantasy consiglio di adottare un processo di "trasmutazione", cioè la trasformazione/trasmutazione di elementi reali in qualcosa di nuovo e fantastico, adattandoli al contesto. Ad esempio, una città medievale potrebbe essere trasformata in una capitale magica con elementi legati al reale, mescolati a elementi tipici del mondo che si sta creando. Questo tipo di approccio consente una grande libertà creativa, ma richiede coerenza interna per mantenere l’immersione del lettore. Nel sci-fi invece il world building si deve basare su una solida conoscenza scientifica. Consiglio di partire dalle attuali conoscenze di astrofisica, biologia e altre discipline, immaginando evoluzioni plausibili, ma che siano realistiche (meglio evitare di violare le leggi della fisica, perché potrebbero compromettere la credibilità del racconto). Ad esempio, se si sta creando un sistema stellare, bisogna tener conto delle leggi dell'astrofisica, rendendo le ambientazioni non solo affascinanti, ma anche credibili. Questo approccio richiede un equilibrio tra immaginazione e realismo, per mantenere il mondo plausibile anche se ambientato in un futuro lontano o in un angolo remoto dell’universo.
Da dove cominciare? Iniziare con il world building può sembrare scoraggiante, ma il segreto è partire con una scaletta. Annotare tutte le informazioni che si pensa serviranno durante la stesura del tuo libro. Questo include elementi come geografia, storia, cultura, tecnologia, razze (elemento rilevante sia per il fantasy che per il sci-fi), sistemi energetici, sistemi magici e così via. Prendere ispirazione da libri già pubblicati è un ottimo modo per capire come impostare il mondo creato. Importante è non lasciarti intimidire dalla complessità del processo.
L'importanza della ricerca nel World Building La ricerca è fondamentale per un world building efficace, sia che si stia lavorando su un fantasy, sia su una storia di fantascienza. Non bisogna esitare a farsi domande, anche su aspetti apparentemente banali: come si vestono i personaggi? Cosa mangiano? Com’era la vita quotidiana nel periodo storico o nell'ambientazione che è stata scelta come ispirazione? La ricerca aiuta a creare un mondo credibile e ricco di dettagli. È possibile scoprire di aver raccolto più informazioni del necessario, ma è meglio avere troppi dettagli che troppo pochi. Un mondo ben costruito è il risultato di una ricerca approfondita e accurata, capace di dare vita a un universo narrativo convincente e immersivo.
In conclusione il world building è una parte essenziale della scrittura che, se affrontata con cura e attenzione, può trasformare una buona storia in un’esperienza indimenticabile per il lettore.
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pier-carlo-universe · 3 months ago
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"Il Pane del Diavolo" di Valeria Montaldi: Un Intrigante Viaggio nel Passato tra Storia e Mistero. Recensione di Alessandria today
Un romanzo storico che intreccia passione, segreti e lotte di potere nell'Italia del XV secolo.
Un romanzo storico che intreccia passione, segreti e lotte di potere nell’Italia del XV secolo. Recensione Nel romanzo “Il Pane del Diavolo”, Valeria Montaldi ci conduce in un avvincente viaggio nel passato, ambientato nell’Italia del XV secolo, dove le vicende dei protagonisti si mescolano a intrighi di corte, lotte di potere e oscuri segreti. Con una narrazione intensa e coinvolgente,…
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daimonclub · 9 months ago
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Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno
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Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno, un post letterario che riprende alcuni brani di questo testo umoristico di Giulio Cesare Croce con una piccola introduzione e una breve biografia dell'autore. Quando frequentavo le scuole medie, nel 1973, nella nostra antologia - LA LETTURA. ANTOLOGIA CON LETTURE EPICHE di Italo Calvino e Giambattista Salinari, Zanichelli Editore, un libro bello corposo per ogni annualità, oltre all'epica, alle poesie e a vari testi letterari di autori classici vi erano anche testi più umoristici, tratti da opere di scrittori di assoluta genialità. Tra questi vi erano brani tratti dal Bertoldo di Croce che, con i testi del Don Chisciotte di Cervantes, erano tra i miei preferiti; non a caso molti anni anni dopo la mia tesi di laurea si occupò proprio del fenomeno umoristico. A distanza di 50 anni, e dopo aver sofferto parecchio durante la mia complicata esistenza, a soli pochi mesi dalla morte di mia madre, dedico questo post a Bertoldo e al suo autore, memore dei miei anni più spensierati, quando dopo delle intese giornate scolastiche ritornavo a casa e potevo beneficiare della presenza dei miei genitori, di una realtà che non ritornerà mai più. Restano solo i ricordi, la nostalgia, la meloanconia, la sofferenza e la lieve funzione terapeutica della letteratura. Giulio Cesare Croce è stato uno scrittore e drammaturgo italiano del XVI secolo, noto principalmente per essere l'autore della popolare opera comica "Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno", la cui trama ruota attorno alle avventure di due contadini, Bertoldo e Bertoldino, e del loro amico Cacasenno. Figlio di fabbri e fabbro a sua volta, morto il padre, lo zio continuò a cercare di dargli una cultura. Non ebbe mai mecenati particolari, e lasciò gradualmente la professione di famiglia per fare il cantastorie. Acquisì fama raccontando le sue storie per corti, fiere, mercati e case patrizie. Si accompagnava con un violino. L'enorme sua produzione letteraria deriva da una autoproduzione delle stampe dei suoi spettacoli. Ebbe due mogli e 14 figli e morì in povertà. L'opera di Croce è caratterizzata da un umorismo vivace, un linguaggio colloquiale e una satira sociale che prende di mira le convenzioni e le ipocrisie del suo tempo. "Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno" è diventato un classico della letteratura comica italiana e ha avuto una grande influenza sulla tradizione del teatro popolare. Una forma scritta precedente come fonte fu il medievale Dialogus Salomonis et Marcolphi. Oltre a "Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno", e ad un romanzo successivo sempre dello stesso filone, Croce scrisse anche altre opere, tra cui commedie, numerosi libretti brevi in prosa e poesia, che abbracciano vari generi letterari della tradizione popolare e raccolte di novelle.
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Giulio Cesare Croce L'autore riprese temi popolari del passato, come la storia di Bertoldo, ambientandola alla corte di re Alboino a Verona e a Pavia. Nella sua versione più organica, rese la storia meno licenziosa e attenuò la rivalsa popolare verso i potenti. Aggiunse un seguito riguardante il figlio di Bertoldo, chiamato Bertoldino, e successivamente un altro seguito elaborato da Adriano Banchieri, chiamato Novella di Cacasenno. Questi racconti furono poi adattati in tre film, nel 1936, nel 1954 e l'ultimo del 1984, diretto dal grande Mario Monicelli, con Ugo Tognazzi e Alberto Sordi. In Bertoldo, l'autore confessò forse le sue aspirazioni personali, rappresentando il rozzo villano come un autodidatta desideroso di fortuna e mecenati. La sua produzione letteraria contribuì significativamente allo sviluppo della commedia dell'arte italiana e alla diffusione della cultura popolare nel XVI secolo, diventando così uno dei precursori della commedia italiana, apprezzata ancora anche oggi. I suoi scritti inoltre contribuirono anche alla grande letteratura carnevalesca, un importante filone identificato per la prima volta da Michail Bachtin, che tra i suoi esponenti conta tra gli altri Luciano di Samosata, Rabelais, Miguel de Cervantes e Dostoevskij. Le sottilissime astuzie di Bertoldo. Nel tempo che il Re Alboino, Re dei Longobardi si era insignorito quasi di tutta Italia, tenendo il seggio reggale nella bella città di Verona, capitò nella sua corte un villano, chiamato per nome Bertoldo, il qual era uomo difforme e di bruttissimo aspetto; ma dove mancava la formosità della persona, suppliva la vivacità dell'ingegno: onde era molto arguto e pronto nelle risposte, e oltre l'acutezza dell'ingegno, anco era astuto, malizioso e tristo di natura. E la statura sua era tale, come qui si descrive. Fattezze di Bertoldo. Prima, era costui picciolo di persona, il suo capo era grosso e tondo come un pallone, la fronte crespa e rugosa, gli occhi rossi come di fuoco, le ciglia lunghe e aspre come setole di porco, l'orecchie asinine, la bocca grande e alquanto storta, con il labro di sotto pendente a guisa di cavallo, la barba folta sotto il mento e cadente come quella del becco, il naso adunco e righignato all'insù, con le nari larghissime; i denti in fuori come il cinghiale, con tre overo quattro gosci sotto la gola, i quali, mentre che esso parlava, parevano tanti pignattoni che bollessero; aveva le gambe caprine, a guisa di satiro, i piedi lunghi e larghi e tutto il corpo peloso; le sue calze erano di grosso bigio, e tutte rappezzate sulle ginocchia, le scarpe alte e ornate di grossi tacconi. Insomma costui era tutto il roverso di Narciso. Audacia di Bertoldo. Passò dunque Bertoldo per mezzo a tutti quei signori e baroni, ch'erano innanzi al Re, senza cavarsi il cappello né fare atto alcuno di riverenza e andò di posta a sedere appresso il Re, il quale, come quello che era benigno di natura e che ancora si dilettava di facezie, s'immaginò che costui fosse qualche stravagante umore, essendo che la natura suole spesse volte infondere in simili corpi mostruosi certe doti particolari che a tutti non è così larga donatrice; onde, senza punto alterarsi, lo cominciò piacevolmente ad interrogare, dicendo: Ragionamento fra il Re e Bertoldo. Re. Chi sei tu, quando nascesti e di che parte sei? Bertoldo. Io son uomo, nacqui quando mia madre mi fece e il mio paese è in questo mondo. Re. Chi sono gli ascendenti e descendenti tuoi? Bertoldo. I fagiuoli, i quali bollendo al fuoco vanno ascendendo e descendendo su e giù per la pignatta. Re. Hai tu padre, madre, fratelli e sorelle? Bertoldo. Ho padre, madre, fratelli e sorelle, ma sono tutti morti. Re. Come gli hai tu, se sono tutti morti? Bertoldo. Quando mi partii da casa io gli lasciai che tutti dormivano e per questo io dico a te che tutti sono morti; perché, da uno che dorme ad uno che sia morto io faccio poca differenza, essendo che il sonno si chiama fratello della morte. Re. Qual è la più veloce cosa che sia? Bertoldo. Il pensiero. Re. Qual è il miglior vino che sia? Bertoldo. Quello che si beve a casa d'altri. Re. Qual è quel mare che non s'empie mai? Bertoldo. L'ingordigia dell'uomo avaro. Re. Qual è la più brutta cosa che sia in un giovane? Bertoldo. La disubbidienza. Re. Qual è la più brutta cosa che sia in un vecchio? Bertoldo. La lascivia. Re. Qual è la più brutta cosa che sia in un mercante? Bertoldo. La bugia. Re. Qual è quella gatta che dinanzi ti lecca e di dietro ti sgraffa? Bertoldo. La puttana. Re. Qual è il più gran fuoco che sia in casa? Bertoldo. La mala lingua del servitore. Re. Qual è il più gran pazzo che sia? Bertoldo. Colui che si tiene il più savio. Re. Quali sono le infermità incurabili? Bertoldo. La pazzia, il cancaro e i debiti. Re. Qual è quel figlio ch'abbrugia la lingua a sua madre? Bertoldo. Lo stuppino della lucerna. Re. Come faresti a portarmi dell'acqua in un crivello e non la spandere? Bertoldo. Aspettarei il tempo del ghiaccio, e poi te la porterei. Re. Quali sono quelle cose che l'uomo le cerca e non le vorria trovare? Bertoldo. I pedocchi nella camicia, i calcagni rotti e il necessario brutto. Re. Come faresti a pigliar un lepre senza cane? Bertoldo. Aspettarei che fosse cotto e poi lo pigliarei. Re. Tu hai un buon cervello, s'ei si vedesse. Bertoldo. E tu saresti un bell'umore, se non rangiasti. Re. Orsù, addimandami ciò che vuoi, ch'io son qui pronto per darti tutto quello che tu mi chiederai. Bertoldo. Chi non ha del suo non può darne ad altri. Re. Perché non ti poss'io dare tutto quello che tu brami? Bertoldo. Io vado cercando felicità, e tu non l'hai; e però non puoi darla a me. Re. Non son io dunque felice, sedendo sopra questo alto seggio, come io faccio? Bertoldo. Colui che più in alto siede, sta più in pericolo di cadere al basso e precipitarsi. Re. Mira quanti signori e baroni mi stanno attorno per ubidirmi e onorarmi. Bertoldo. Anco i formiconi stanno attorno al sorbo e gli rodono la scorza. Re. Io splendo in questa corte come propriamente splende il sole fra le minute stelle. Bertoldo. Tu dici la verità, ma io ne veggio molte oscurate dall'adulazione. Re. Orsù, vuoi tu diventare uomo di corte? Bertoldo. Non deve cercar di legarsi colui che si trova in libertà. Re. Chi t'ha mosso dunque a venir qua? Bertoldo. Il creder io che un re fosse più grande di statura degli altri uomini dieci o dodeci piedi, e che esso avanzasse sopra tutti come avanzano i campanili sopra tutte le case; ma io veggio che tu sei un uomo ordinario come gli altri, se ben sei re. Re. Son ordinario di statura sì, ma di potenza e di ricchezza avanzo sopra gli altri, non solo dieci piedi ma cento e mille braccia. Ma chi t'induce a fare questi ragionamenti? Bertoldo. L'asino del tuo fattore. Re. Che cosa ha da fare l'asino del mio fattore con la grandezza della mia corte? Bertoldo. Prima che fosti tu, né manco la tua corte, l'asino aveva raggiato quattro mill'anni innanzi. Re. Ah, ah, ah! Oh sì che questa è da ridere. Bertoldo. Le risa abbondano sempre nella bocca de' pazzi. Re. Tu sei un malizioso villano. Bertoldo. La mia natura dà così. Re. Orsù, io ti comando che or ora tu ti debbi partire dalla presenza mia, se non io ti farò cacciare via con tuo danno e vergogna. Bertoldo. Io anderò, ma avvertisci che le mosche hanno questa natura, che se bene sono cacciate via, ritornano ancora: però se tu mi farai cacciar via, io tornerò di nuovo ad insidiarti. Re. Or va'; e se non torni a me come fanno le mosche, io ti farò battere via il capo.
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Bertoldo e il suo asino Astuzia di Bertoldo. Partissi dunque Bertoldo, e andatosene a casa e pigliato uno asino vecchio, ch'egli aveva, tutto scorticato sulla schiena e sui fianchi e mezo mangiato dalle mosche, e montatovi sopra, tornò di nuovo alla corte del Re accompagnato da un milione di mosche e di tafani che tutti insieme facevano un nuvolo grande, sì che a pena si vedeva, e gionto avanti al Re, disse: Bertoldo. Eccomi, o Re, tornato a te. Re. Non ti diss'io che, se tu non tornavi a me come mosca, ch'io ti farei gettar via il capo dal busto? Bertoldo. Le mosche non vanno elleno sopra le carogne? Re. Sì, vanno. Bertoldo. Or eccomi tornato sopra una carogna scorticata e tutta carica di mosche, come tu vedi, che quasi l'hanno mangiata tutta e me insieme ancora: onde mi tengo aver servato quel tanto che io di far promisi. Re. Tu sei un grand'uomo. Or va, ch'io ti perdono, e voi menatelo a mangiare. Bertoldo. Non mangia colui che ancora non ha finito l'opera. Re. Perché, hai tu forse altro da dire? Bertoldo. Io non ho ancora incominciato. Re. Orsù, manda via quella carogna, e tu ritirati alquanto da banda perché io veggio venire in qua due donne che devono forse voler audienza da me; e come io le avrò ispedite, tornaremo di nuovo a ragionare insieme. Bertoldo. Io mi ritiro, ma guarda a dare la sentenza giusta. Astuzia sottilissima di Bertoldo, per non essere percosso dalle guardie. Quando Bertoldo vidde che in modo alcuno non la poteva fuggire, ricorse all'usato giudicio e, volto alla Regina disse: “Poi ch'io veggio chiaramente che pur tu vuoi ch'io sia bastonato, fammi questa grazia: ti prego in cortesia, che la domanda è onesta e la puoi fare, in ogni modo a te non importa pur ch'io sia bastonato, di' a questi tuoi che mi vengono accompagnare, che dicano alle guardie che portino rispetto al capo e che elle menino poi il resto alla peggio”. La Regina, non intendendo la metafora, comandò a coloro che dicessero alle guardie che portassero rispetto al capo e che poi menassero il resto alla peggio che sapevano; e così costoro, con Bertoldo innanzi, s'inviarono verso le guardie, le quali aveano di già i legni in mano per servirlo della buona fatta; onde Bertoldo incominciò a caminare innanzi agli altri di buon passo, sì che era discosto da loro un buon tratto di mano. Quando coloro che l'accompagnavano viddero le guardie all'ordine per far il fatto ed essendo omai Bertoldo arrivato da quelle, cominciarono da discosto a gridare che portassero rispetto al capo e che poi menassero il resto alla peggio, che così aveva ordinato la Regina. I servi sono bastonati in cambio di Bertoldo. Le guardie, vedendo Bertoldo innanzi agli altri, pensando che esso fusse il capo di tutti, lo lasciarono passare senza fargli offesa alcuna, e quando giunsero i servi gli cominciarono a tempestare di maniera con quei bastoni che gli ruppero le braccia e la testa, e in somma non vi fu membro né osso che non avesse la sua ricercata di bastone. sì tutti pesti e fracassati tornarono alla Regina, la quale, avendo udito che Bertoldo con tale astuzia s'era salvato e aveva fatto bastonare i servi in suo luoco, arse verso di lui di doppio sdegno e giurò di volersene vendicare, ma per allora celò lo sdegno che ella avea, aspettando nuova occasione; facendo in tanto medicare i servi, i quali, come vi dissi, erano stati acconci per le feste, come si suol dire. Bertoldo sta nel forno e la Regina il fa cercar per tutto. Dopo che l'infelice sbirro fu mandato a bere, si fece gran diligenza per trovar Bertoldo, ma per le pedate volte alla roversa non poteva(si) comprendere ch'ei fosse uscito fuori di corte, e la Regina lo fece cercar per tutto con animo risoluto di farlo impiccare, parendogli pur grave la beffa della veste e dello sbirro. Bertoldo viene scoperto nel forno da una vecchia, e si divulga per tutto la Regina esser nel forno. Stava dunque il misero Bertoldo in quel forno e udiva il tutto e cominciò a temere molto della morte e si pentì d'esser mai andato in quella corte e non ardiva d'uscire fuori per non essere preso, sapendo che la Regina gli aveva mal animo adosso; e ora tanto più avendogli fatto la burla dello sbirro e della veste, dubitava ch'ella non lo facesse impiccare. Ma avendo indosso quella veste, ch'era lunga, né avendola tirata ben dentro del forno tutta, essendone restata fuori un lembo, volse la sua mala sorte ch'ivi venne a passare una vecchia appresso al detto forno, e conosciuto l'orlo della veste, che pendeva fuori, che quella era una delle vesti della Regina, si pensò che la Regina fusse rinchiusa nel detto forno; onde andò in un tratto da una sua vicina e gli disse che la Regina era in quel forno. Andò colei seco e, guardando nel forno, vidde la detta veste, e, conoscendola, lo disse ad un'altra, quell'altra ad un'altra e così di mano in mano a tale che non fu meza mattina che per tutta la città andò la nuova che la Regina era in un forno dietro le mura della città. Il Re dubita che Bertoldo non abbi portato la Regina in quel forno, e va a chiarirsi del fatto. Udendo il Re simil fatto, dubitò che Bertoldo avesse portato la Regina in quel forno, perché lo conosceva tanto tristo che credeva ch'ei potesse fare ogni cosa, e le strattagemme del passato maggiormente gli crescevano il sospetto; onde subito andò alla camera della Regina e la trovò ch'ella era tutta arrabbiata; e inteso da lei la beffa della veste, si fece condurre a quel forno e guardando in esso vidde costui nel detto avviluppato nella veste della Regina, e tosto lo fece tirar fuori, minacciandolo della morte; e così fu spogliato della veste il povero villano e restò con gli suoi strazzi intorno; e tra che esso era brutto di natura e avendosi tutto tinto il mostaccio nel detto forno, pareva proprio un diavolo infernale. Bertoldo è tirato fuori del forno e il Re sdegnato dice: Re. Pur ti ci ho colto, villan ribaldo, ma a questa volta non scamperai del certo, se non sei il gran diavolo. Bertoldo. Chi non vi è non vi entri, e chi v'è non si penti. Re. Chi fa quello che non deve, gli avviene quello che non crede. Bertoldo. Chi non vi va non vi casca, e chi vi casca non si leva netto. Re. Chi ride il venere, piange la domenica. Bertoldo. Dispicca l'appiccato, egli appiccherà poi te. Re. Fra carne e unghia, nissun non vi pungia. Bertoldo. Chi è in difetto, è in sospetto. Re. La lingua non ha osso e fa rompere il dosso. Bertoldo. La verità vuol star di sopra. Re. Ancor del ver si tace qualche volta. Bertoldo. Non bisogna fare, chi non vuol che si dica. Re. Chi si veste di quel d'altri, presto si spoglia. Bertoldo. Meglio è dar la lana, che la pecora. Re. Peccato vecchio, penitenza nuova. Bertoldo. Pissa chiaro, indorme al medico. Re. Il menar delle mani dispiace fino ai pedocchi. Bertoldo. E il menar de' piedi dispiace a chi è tratto giù dalle forche. Re. Fra un poco tu sarai uno di quelli. Bertoldo. Inanzi orbo, che indovino. Re. Orsù, lasciamo andare le dispute da un lato. Olà, cavaliero di giustizia, e voi altri ministri, pigliate costui e menatelo or ora a impendere a un arbore, né si dia orecchie alle sue parole perché costui è un villano tristo e scelerato che ha il diavolo nell'ampolla e un giorno sarebbe buono per rovinare il mio stato. Su, presto, conducetelo via, né si tardi più. Bertoldo. Cosa fatta in fretta non fu mai buona. Re. Troppo grave è stato l'oltraggio che tu hai fatto alla Regina. Bertoldo. Chi ha manco ragione, grida più forte. Lasciami almeno dire il fatto mio. Re. Alle tre si fa cavallo e tu glien'hai fatte più di quattro, che gli sono state di troppo affronto. Va' pur via. Bertoldo. Per aver detto la verità ho da patir la morte? Read the full article
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reading-marika · 10 months ago
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Eternal Sunshine Book Tag
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Oggi post speciale interamente dedicato ad Ariana Grande, che è tornata dopo 4 anni con un nuovo album!! Ho creato questo book tag basandomi sulle 13 canzoni dell'album, spero vi piaccia <3
01 intro (end of the world): un libro con un finale inaspettato.
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Ho scelto "Echi in Tempesta" di Christelle Dabos perché è l'ultimo capitolo della saga dell'Attraversaspecchi e il finale è decisamente inaspettato. In generale, non è propriamente il finale che il pubblico si aspettava, ma comunque ha chiuso abbastanza bene la serie.
02 bye: un libro che hai dato via volentieri.
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"Sulla Strada" di Jack Kerouac è un romanzo molto conosciuto della letteratura americana del '900. La storia è quasi autobiografica, ma nonostante ciò la sua lettura è stata molto complessa, perché non sono riuscita a comprendere i personaggi, caratteristica per me fondamentale, sia in positivo che in negativo. Sono stata, quindi, molto contenta di scambiarlo.
03 don't wanna break up again: un libro che ti ha emozionato.
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Vi ho già citato "Le Otto Montagne" di Paolo Cognetti, ma ad oggi è l'unico libro che mi ha fatta quasi piangere. È davvero difficile per me piangere leggendo un libro, ma questo non significa che io non mi emozioni o non rifletta su ciò che sto leggendo, semplicemente non lo esprimo esternamente (cosa strana perché io sono una che piange per tutto, ahahah).
04 saturn returns: un libro ambientato nello spazio.
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Vi cito "Winter" di Marissa Meyer, il quarto ed ultimo volume della saga delle Cronache Lunari, escludendo le novelle, perché ad oggi è l'unico libro che ho letto ambientato nello spazio. Ciò che ho amato maggiormente della serie è proprio la costruzione del mondo fantastico e di come l'autrice sia riuscita a collegare tutte le quattro storie singole assieme, dando rilevanza ai dettagli.
05 eternal sunshine: il libro più comfort che hai letto.
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Percy Jackson è la mia comfort zone in generale. Vi cito il quarto volume "La Battaglia del Labirinto" perché è il mio preferito. Amo follemente il mondo di Percy Jackson e ho sempre desiderato viverci.
06 supernatural: un fantasy che vorresti tutti leggessero.
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"A Study in Drowning" di Ava Reid è un fantasy, che non so se faccia parte di una serie, che io ho amato. L'autrice riesce a trattare la tematica della discriminazione delle donne negli ambiti lavorativi attraverso una storia fiabesca. Consigliatissimo!!
07 true story: un libro ispirato ad una storia vera.
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Per true story ho scelto una mia ultima lettura "Papà Goriot" di Balzac che ho scoperto essere un romanzo ispirato ad un fatto di cronaca solo iniziando il libro. Questo è un romanzo che ha l'obiettivo di denunciare la superficialità della classe alto-borghese, attraverso le emozioni provate dai protagonisti.
08 the boy is mine: un libro con dei personaggi che hai amato.
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Anche per questa canzone ho scelto una delle mie ultime letture, ovvero "La Voce delle Onde" di Yukio Mishima. Un romanzo che parla di amore, di un amore quasi impossibile perché nato in un contesto poco moderno, in un'isola giapponese distaccata dal mondo. I due protagonisti li ho trovati molti dolci e portatori di valori importanti, tra lui la tenacia di non mollare mai.
09 yes, and?: un libro non necessariamente bello che hai amato.
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Ora, non so se oggettivamente sia un libro scritto male, sicuramente non ha un elevato livello stilistico, ma io ho amato questa trilogia, in particolare il primo volume "Il Principe Prigioniero" di C.S. Pacat, un romanzo boys love ambientato in un mondo fantastico, simile a quello medievale. Un libro che si fa divorare.
10 we can't be friends: un autore con cui non hai creato un legame.
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Ebbene sì, Gustave Flaubert è un autore con cui non sono riuscita ad instaurare un legame. Ho amato follemente "Madame Bovary" e mi è piaciuto molto anche il romanzo incompiuto "Bouvard e Pecuchet", ma il resto delle sue opere per me sono state un martirio.
11 i wish i hated you: un libro che non ti è piaciuto, ma che ti ha insegnato qualcosa.
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"Follia" di Patrick McGrath, di cui trovate già la recensione sul blog, non mi è piaciuto per niente. Però, è un romanzo che mi ha insegnato molto a capire cosa mi piace e cosa no nei romanzi, cosa cerco e cosa no. Inoltre, nonostante non mi stesse piacendo ha comunque avuto la capacità di incuriosirmi a finirlo.
12 imperfected for you: un libro oggettivamente bello, ma che non ti ha convinto.
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"Il Sentiero dei Nidi di Ragno" di Calvino non mi ha conquistata. Riconosco l'importanza di quest'opera e il meraviglioso stile di scrittura dell'autore, ma purtroppo non mi sono affezionata a nulla.
13 ordinary things: un libro che racconta di una storia comune, ma di impatto.
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"Il Paese Dove Non si Muore Mai" di Ornela Vorpsi è un romanzo breve, ma intenso che racconta della vita di questa bambina, poi donna, che vive in Albania durante il regime comunista. E' un romanzo davvero toccante, nonostante le poche pagine, perché la scrittrice riesce, attraverso l'utilizzo di immagini precise e concise, a dipingere perfettamente il quadro della situazione.
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lamilanomagazine · 11 months ago
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Sassari, gli incontri con l'autore della biblioteca comunale
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Sassari, gli incontri con l'autore della biblioteca comunale Riprendono a febbraio gli incontri con l'autore organizzati dal Comune di Sassari nella sala conferenze della biblioteca di Palazzo d'Usini, in piazza Tola. La partecipazione è gratuita e l'accesso è libero. Si parte giovedì 15 febbraio alle 18 con "I fornelli dei naviganti", opera prima di Maria Luisa Naitana. Un romanzo ambientato tra Stintino, Bosa e Sassari fra gli anni Quaranta e Sessanta del secolo scorso, in cui l'amore per il mare, il buon cibo e la propria terra sono le caratteristiche che accomunano e guidano le azioni dei personaggi. Il 22 febbraio, alle 17, Alessandro Matta, fondatore dell'associazione Memoriale Sardo della Shoah, presenterà "Gli ebrei della Sardegna durante le leggi antiebraiche e la Shoah". Un saggio scaturito da un'approfondita ricerca di fonti storiche e d'archivio sugli eventi che dal 1492 hanno segnato la presenza (e l'assenza) della comunità ebraica in Sardegna. L'incontro è organizzato in collaborazione con club Inner Wheel Sassari Centro. Il 27 febbraio alle 18, Alessandro Soddu, docente di storia medievale all'Università di Sassari, presenterà "Gonnario di Torres. Un re sardo del XII secolo", un saggio in cui sono ricostruite le singolari vicende di Gonnario, Re-giudice di Torres dal 1127 al 1154, che abbandonò il potere per abbracciare la vita monastica, finendo per essere annoverato, nel Seicento, tra i beati dell'ordine dei Cistercensi. Il 29 febbraio, sempre alle 18, l'appuntamento è con Mauro Cossiga e il suo "L'assassinio del messo esattoriale", un romanzo in cui la protagonista, Greta, trasforma la sua casa in un'osteria a seguito della morte del marito. Una scelta non facile nella società dei primi del Novecento: un periodo storico ricco di avvenimenti importanti e grandi sconvolgimenti.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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bergamorisvegliata · 1 year ago
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I LUOGHI DELL'ANIMA
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E riprendiamo a visitare anche quei luoghi che sono un ideale "mix" tra arte, natura, storia, luoghi con i quali la pace dentro di noi si fa ancora più forte e allo stesso poetica, luoghi intrisi di romanticismo, meraviglia e sogno allo stesso tempo.
Dopo un periodo di problematiche tecniche, e sul finire delle "feste 2023-'24" la nostra anima ci porta nel paese dei piccoli per eccellenza, ovvero Collodi che per varie ragioni non stiamo a spiegare cosa rappresenta per l'infanzia!
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CENNI STORICI
Collodi ha avuto una storia molto travagliata, come tutti i paesi che si trovavano in una posizione geografica strategica.
La storia di Collodi è molto segnata dalle vicende svoltesi intorno alla famiglia Garzoni, che secondo gli storici ha forti analogie con la storia della famiglia Uberti di Firenze.
La famiglia Garzoni apparteneva ai Ghibellini ed è per questo che ebbe sempre come nemica la Guelfa Firenze.
Nel momento in cui (1339) Firenze ebbe consolidato il suo potere su tutta la Valdinievole, la famiglia Garzoni fu costretta ad emigrare a Lucca dove fu accolta con benevolenza.
Questo esilio fu causato non dalla città di Pescia, che ebbe solo benefici dalla famiglia Garzoni, ma da Firenze che, temendola, la costrinse a stare lontano.
Per tutto il secolo XIV Collodi ebbe una vita intensa, partecipò dalla parte dei Ghibellini, alle battaglie di Montecatini (1315), di Altopascio (1325), al fallito tentativo di riprendere Pescia, e alle disastrose vicende della guerra fra Pisa e Firenze.
La famiglia Garzoni dopo essere diventata lucchese conservò i suoi possedimenti a Collodi, a San Martino, e a Sesto.
L’antico Borgo la cui esistenza è stata attestata a partire dalla fine del XII secolo, ha una origine simile a quella di molti altri borghi medievali, per motivi prevalentemente militari la popolazione fu costretta a salire sulla collina per meglio difendersi da eventuali attacchi di nemici.
Il Borgo si presenta come una vera e propria “cascata” di case piccole e arrampicate sul pendio di un colle scosceso, disposte sui lati di due triangoli che si toccano con i vertici.
Alla base del triangolo superiore c’è l’Antica Rocca, all’ altra, invece, la maestosa Villa Garzoni, che sorge sulle rovine dell’antico Castello medievale e che sembra sorreggere l’intero borgo.
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Passeggiando per le viuzze del paese si osserva con stupore lo stato di conservazione del borgo.
Si possono ancora ammirare le pietre che lastricano le piccole vie in mezzo alle case che perlopiù mantengono il loro aspetto medievale, i resti delle strutture fortificate come alcune porte del borgo, e, all’estremità scorgiamo la Rocca con un ampio recinto ed alcune torri, di cui una trasformata in campanile.
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Giunti ormai all’apice dell’antico borgo del castello si contempla la stupenda Pieve di San Bartolomeo da dove si gode di uno splendido panorama.
Collodi oggi concentra le sue attività intorno alle attrazioni turistiche che sono :
La Villa Garzoni e il suo Giardino all’Italiana, la Butterfly House e il famosissimo Parco di Pinocchio.
Un turista che arriva a Collodi si imbatte subito nelle tante bancarelle che possono soddisfare ogni esigenza, offrono infatti souvenir, cibo, bevande….. ecc.
In ogni momento dell’ anno, ma soprattutto da Aprile a Ottobre Collodi ospita migliaia di visitatori da ogni parte d’Italia e del mondo.
L’ultima settimana di agosto Collodi festeggia il Santo patrono S.Bartolomeo. il paese si arricchisce di appuntamenti divertenti e di importanti eventi religiosi.
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…è qui, tra le case arroccate una sopra l’altra, che Carlo Lorenzini trovò la sua ispirazione per il celebre romanzo…
Ricordati che il 27 maggio è il compleanno di Pinocchio!! Tutti gli attrattori del paese di Collodi festeggiano il burattino. Non mancare!!
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https://www.collodi.com
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personal-reporter · 1 year ago
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I libri da regalare a Natale
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Il Natale è un periodo perfetto per regalare libri. I libri sono un regalo sempre gradito, che può essere apprezzato da persone di tutte le età e con interessi diversi. Ecco una selezione di libri da regalare a Natale, con un'attenzione particolare a "Cosa vi siete persi" di Gerry Scotti, uscito il 22 novembre 2023. Per i bambini "Il piccolo principe" di Antoine de Saint-Exupéry è un classico della letteratura per l'infanzia che racconta la storia di un aviatore che si ritrova su un pianeta deserto, dove incontra un piccolo principe venuto da un altro pianeta. "Le avventure di Pinocchio" di Carlo Collodi è un altro classico della letteratura per l'infanzia che racconta la storia di un burattino di legno che sogna di diventare un bambino vero. "La storia infinita" di Michael Ende è un romanzo fantasy che racconta la storia di Bastian, un bambino che scopre un libro magico che lo trasporta in un mondo fantastico. Per i ragazzi "Harry Potter e la pietra filosofale" di J.K. Rowling è il primo libro della saga di Harry Potter, che racconta la storia di un ragazzo che scopre di essere un mago. "Il Signore degli Anelli" di J.R.R. Tolkien è un romanzo fantasy che racconta la storia di un gruppo di amici che si uniscono per distruggere l'Unico Anello, un artefatto malvagio. "La saga di Percy Jackson" di Rick Riordan è una serie di romanzi fantasy che racconta la storia di Percy Jackson, un ragazzo che scopre di essere figlio di Poseidone, il dio del mare. Per gli adulti "Cosa vi siete persi" di Gerry Scotti è un libro di memorie in cui il conduttore televisivo racconta la sua vita, dalla sua infanzia in una famiglia umile alla sua carriera di successo. "L'arte della felicità" di Dalai Lama e Howard Cutler è un libro che offre consigli pratici per trovare la felicità nella vita quotidiana. "Il nome della rosa" di Umberto Eco è un romanzo storico che racconta la storia di un frate francescano che indaga sulla morte di un monaco in un monastero medievale. Cosa vi siete persi "Cosa vi siete persi" è un libro di memorie in cui Gerry Scotti racconta la sua vita, dalla sua infanzia in una famiglia umile alla sua carriera di successo. E' scritto in uno stile semplice e diretto, e offre un ritratto intimo e sincero di uno dei conduttori televisivi più popolari d'Italia. Scotti racconta la sua infanzia in una famiglia di operai, e di come la passione per la televisione lo abbia portato a intraprendere la carriera di conduttore. Il libro ripercorre le tappe salienti della sua carriera, dai suoi esordi in piccole emittenti locali fino al successo nazionale con programmi come "Chi vuol essere milionario?" e "The Voice of Italy". Parla anche della sua vita privata, della sua famiglia e dei suoi amici. Il libro è un racconto di successo, ma anche di riscatto sociale, e offre un messaggio di speranza per tutti coloro che credono nei propri sogni. Suggerimenti per scegliere il libro giusto da regalare a Natale Considera gli interessi della persona a cui vuoi fare il regalo. Se sai che la persona ama leggere, puoi scegliere un libro di un genere che le piace. Se non sei sicuro, puoi sempre chiedere alla persona cosa le piace leggere. Ad esempio, se sai che la persona ama i romanzi storici, puoi regalarle un libro di Umberto Eco, come "Il nome della rosa". Se sai che la persona ama i romanzi fantasy, puoi regalarle un libro di J.R.R. Tolkien, come "Il Signore degli Anelli". Se sai che la persona ama i thriller, puoi regalarle un libro di Harlan Coben, come "La ragazza del treno". Pensa all'età della persona. I libri per bambini e ragazzi sono molto diversi dai libri per adulti. Se stai regalando un libro a un bambino, assicurati che sia appropriato per la sua età. Ad esempio, se stai regalando un libro a un bambino di 10 anni, puoi regalarle un libro di Roald Dahl, come "La fabbrica di cioccolato". Se stai regalando un libro a un ragazzo di 15 anni, puoi regalarle un libro di Stephen King, come "Carrie". Pensa all'occasione. Se stai regalando un libro per Natale, puoi scegliere un libro che abbia un tema natalizio. Ad esempio, puoi regalare un libro di Charles Dickens, come "Il canto di Natale". Puoi anche scegliere un libro che sia un po' più personale. Ad esempio, puoi regalare un libro che tu stesso hai letto e apprezzato. Oppure, puoi regalare un libro che ricordi un momento speciale che hai condiviso con la persona a cui stai regalando. Read the full article
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