#romanzo contemporaneo italiano
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pier-carlo-universe · 1 month ago
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Era una Geniale Canaglia di Luigi Manglaviti: Un Thriller Psicologico che Sfida la Verità. Recensione di Alessandria today
Luigi Manglaviti ci porta in un intricato labirinto di verità e menzogne, tra sociologia, jazz e delitti in un racconto corale sorprendente.
Luigi Manglaviti ci porta in un intricato labirinto di verità e menzogne, tra sociologia, jazz e delitti in un racconto corale sorprendente. Recensione del RomanzoIn Era una Geniale Canaglia, Luigi Manglaviti propone un’opera densa e sfaccettata che va oltre il semplice thriller. Il protagonista, un architetto e jazzista di fama, diventa al centro di una narrazione caleidoscopica fatta di…
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levysoft · 1 year ago
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Quando, tra il settembre e l’ottobre del 1935, si dedicò alla stesura de L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica, Walter Benjamin non sapeva ancora che la pubblicazione di quello che unanimemente è considerato il suo lavoro più influente sarebbe stato rimaneggiato dalla redazione della rivista Zeitschrift für Sozialforschung tanto da farlo incazzare come una iena e spingerlo all’ennesima riscrittura di un testo che avrebbe visto la luce solo postumo nel 1955.
Nel tredicesimo capitolo della prima stesura dattiloscritta dell’opera, Benjamin gettò lì una frase che pur fotografando una situazione fattuale anticipava nelle sue implicazioni di qualche decennio Andy Warhol: «Ogni uomo contemporaneo avanza la pretesa di essere filmato». Nella sua lapidarietà, questa frase rivela un mondo. Non soltanto ci parla di una nascente società di massa che si interfaccia con lo shock del cinematografo, ma ci fa comprendere come, pur cambiando a distanza di quasi un centinaio d’anni la natura dei media, l’approccio dell’ uomo “contemporaneo” non sia cambiato, anzi. 
Ma quanto colpisce del testo di Benjamin è la requisitoria che segue, una critica sociale verso la tendenza autoriale dei lettori, che abbandonavano il ruolo passivo di fruitori per diventare essi stessi scrittori. Nulla da eccepire: ci troviamo agli albori di una democratizzazione della scrittura, che in linea di massima non sarebbe in contrasto con gli ideali di Benjamin, ma che in realtà fece scattare in lui un allarme. Il sospetto era che dietro la scomparsa della distinzione tra autore e pubblico vi fosse all’opera una logica capitalista: era il lavoro stesso a prendere la parola. 
Nel suo secondo pantagruelico romanzo Il pendolo di Foucault, Umberto Eco ambientò parte delle vicende nella redazione della casa editrice Garamond, dove Casaubon, Jacopo Belbo e Diotallevi vengono introdotti proprio dall’editore ai perversi meccanismi delle Edizioni Manuzio. Quest’ultima è un APS (acronimo di Autori a proprie spese): cioè una classica vanity press, con gli stessi autori che, nell’illusione di entrare a far parte del fantastico mondo dell’editoria, finanziano la stampa del proprio libro. 
Il malcapitato di turno (nello specifico Eco decide per un pensionato con il vizio della poesia, tal commendator de Gubernatis) farà i salti mortali per firmare un contratto vessatorio celato dietro un lancio editoriale “satrapico”: delle diecimila copie promesse ne saranno stampate solo 1.000, di cui solo 350 rilegate. Per finire in bellezza, 200 di queste saranno cedute all’autore, le altre distribuite a biblioteche locali, redazioni e riviste pronte a cestinare il plico, nonostante le dieci cartelle di presentazione entusiasta. Un meccanismo spiegato con sottile ironia dal filosofo piemontese, ma che sostanzialmente illustra un mercato dell’editoria parallelo e, che in alcuni casi, si sovrappone a quello ufficiale.
Il mercato editoriale post-pandemico ha conosciuto un’evidente e positiva crescita, che ha visto come settore trainante quello dei fumetti, unico segmento che nell’ultimo decennio è stato in costante e continua crescita. Eppure, questo scenario idilliaco è stato scosso da un dato allarmante. Secondo uno studio realizzato da CAT Confesercenti Emilia-Romagna in collaborazione con SIL, Sindacato Italiano Librai Confesercenti, e con il supporto scientifico di Nomisma, i dati non sono così incoraggianti. 
Il 30% dei libri pubblicati – spesso tra autopubblicazioni, editori improvvisati e vanity press – non vende neanche una copia, e 35.000 titoli su quelli pubblicati nel corso del 2022 hanno venduto meno di dieci copie. Quando ho letto la notizia ho subito pensato alle pagine del romanzo di Eco, e sostanzialmente la situazione nell’arco di quasi trent’anni è peggiorata: il bacino dei lettori si è notevolmente ristretto a scapito invece di quello degli autori. Certo, è indubbio che il quadro è più complesso: a una scarsa selezione a monte – con un lavoro quasi nullo di scouting e editing – si aggiunge una promozione assente o basata sull’improvvisazione e sulla buona volontà dell’autore. 
Al computo dei libri che nessuno compra vanno sicuramente annoverati una serie di titoli “scientifici” o accademici spesso pubblicati grazie a sovvenzioni pubbliche o fondi personali utili a creare un rating spendibile e che praticamente hanno una vita editoriale praticamente nulla. Ma quest’ultimo è un discorso un po’ ostico. 
Senza dubbio, di libri inutili ne vengono pubblicati a migliaia ogni anno, alimentando un mercato dopato e falsamente democratico. La falsa speranza che la possibilità che a tutti venga data voce e dignità di stampa nasconde, come sottolineato da Walter Benjamin, una strategia del capitale che in maniera bulimica si sostenta della vanità autoriale di lettori avidi di gloria editoriale.
Se i dati possono essere riportati anche sul segmento che riguarda il fumetto dobbiamo inferire che molti dei titoli pubblicati spesso da editori minori e con scarsa capacità di proiezione sul mercato non vengono acquistati e letti. Questo dato non può non essere sovrapposto alla scarsa qualità dei contratti proposti agli esordienti. Sull’onda della campagna #ComicsBrokeMe, anche i fumettisti italiani hanno evidenziato situazioni di sfruttamento e scarsa tutela del diritto d’autore. Spesso contratti vessatori e capestri diventano la norma,soprattutto nel caso di esordienti e wannabe interessati a entrare a far parte di questo settore. 
L’associazione MeFu ha sottolineato il problema, evidenziando soprattutto le ricadute sul diritto d’autore e sulle royalties. Fermo restando che sono pochi gli autori in grado di vendere tante copie da generare compensi derivanti da royalty in un mercato curvato sui soliti nomi. Che, pur generando interesse e facendo da traino per l’intero segmento, monopolizzano un settore con poche reali possibilità di successo per giovani autori che meriterebbero più attenzioni anche e soprattutto da parte dei loro editori.
Ora, a latere sarebbe opportuno forse avere il coraggio di demistificare l’importanza del libro cartaceo: nonostante alcuni lavori non possano fare a meno della capacità del supporto cartaceo – vuoi per soluzioni cartotecniche particolari, vuoi per un formato di lettura che ha nel libro la sua struttura cardine – ci sono decine di migliaia di titoli, tra cui sicuramente anche fumetti, che non meritano la dignità di stampa e che potrebbero forse vivere una vita più agevole nella loro dematerializzazione, sfruttando le opportunità democratiche e anarchiche del web. 
Forse è arrivato il momento di invertire la rotta e sovvertire l’idea che la dignità di stampa renda un’opera degna di essere letta. Il feticismo del libro come simulacro del proprio pensiero è una narrazione un po’ obsoleta e deleteria: ognuno avanza la pretesa di essere pubblicato in un mercato in cui la maggior parte dei libri finisce al macero o a prendere polvere sugli scaffali. Il libro nell’epoca dei social è un oggetto anacronistico, un vezzo avvolto da un romanticismo affettato e imbolsito.
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kyda · 2 years ago
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Consiglieresti qualche libro in inglese da leggere se si è principianti?
puoi provare un romanzo contemporaneo, io ho letto beautiful world, where are you di sally rooney quest'anno e l'ho trovato molto semplice, i temi trattati alla fine sono basilari, come qualsiasi cosa che potresti leggere su internet oggi. di altri che sono sul mio scaffale non so, forse everything i know about love, poi gli altri mi sembrano pieni di parole che se sei principiante non riconosci e perdi il piacere della lettura se ti metti a cercare la traduzione di dieci parole ogni due pagine. ho letto anche out of love in digitale e potresti in effetti anche provare un ebook, così hai le traduzioni/definizioni a portata di mano e ti semplifichi le cose. un consiglio che potrebbe servirti molto, se non ti dispiace la ripetizione, è di leggere un libro che hai già letto in italiano, così sai più o meno di che si parla, ma questo serve più per l'esercizio della lingua che per la voglia di leggere in sé, quindi non so, dipende da quello che preferisci. sicuramente scegli un genere che sai già che ti piace e ti appassiona e un libro che ti fa venire voglia di iniziarlo e ti incuriosisce, altrimenti la noia, unita alla difficoltà della lettura, ti fa passare la voglia anche di aprirlo. poi fammi sapere cosa scegli e, in caso, come va 😊💖
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bagnabraghe · 10 months ago
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Fu soprattutto ai tre libri sui suoi viaggi in Africa Orientale che Vergani dovette il proprio successo e la nomea di primo fotoreporter italiano
Le narrazioni critiche verso il sistema imperialistico certo non abbondano nel nostro corpus. Tuttavia, una strategia per certi versi comparabile a quella di Rafanelli può forse essere rinvenuta in un romanzo contemporaneo a “L’oasi”: “Io, povero negro” di Orio Vergani <54. Milanese classe 1898, Vergani contribuì attivamente alla formazione della «coscienza coloniale» degli italiani sia…
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adrianomaini · 10 months ago
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Fu soprattutto ai tre libri sui suoi viaggi in Africa Orientale che Vergani dovette il proprio successo e la nomea di primo fotoreporter italiano
Le narrazioni critiche verso il sistema imperialistico certo non abbondano nel nostro corpus. Tuttavia, una strategia per certi versi comparabile a quella di Rafanelli può forse essere rinvenuta in un romanzo contemporaneo a “L’oasi”: “Io, povero negro” di Orio Vergani <54. Milanese classe 1898, Vergani contribuì attivamente alla formazione della «coscienza coloniale» degli italiani sia…
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cinquecolonnemagazine · 1 year ago
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Capolavori dell'horror: quando il terrore diventa arte
Per gli amanti del genere horror esistono film che sono autentici capolavori. Vedere un film horror è un'esperienza che un po' tutti vogliono vivere almeno una volta nella vita. Se poi scatta la scintilla, si diventa cultori del genere tenendo d'occhio le prossime uscite al cinema e andando in cerca dei classici sulle piattaforme di streaming. Perché non organizzare, a conclusione di questa sorta di triduo che ricorda i defunti, una seratina relax (si fa per dire) con un bel filmetto horror? Per chi lo volesse, ecco alcuni suggerimenti per conoscere o rivedere le migliori pellicole del genere. Capolavori dell'horror: gli evergreen Ci sono film del genere horror un po' datati ma che non hanno smesso di trasmettere il loro fascino. Eccone alcuni: - Il Silenzio degli Innocenti (1991): diretto da Jonathan Demme, questo film è una pietra miliare dell'horror psicologico. La storia di un giovane agente dell'FBI che deve consultare un brillante ma folle serial killer per risolvere un caso di omicidio cattura il pubblico grazie alle interpretazioni straordinarie di Jodie Foster e Anthony Hopkins. Il film ha vinto cinque premi Oscar, tra cui quello per il miglior film. - L'Esorcista (1973): diretto da William Friedkin, "L'Esorcista" è una pietra miliare dell'horror soprannaturale. La storia di una madre che cerca disperatamente di salvare sua figlia posseduta dal demonio è stata uno shock per il pubblico dell'epoca. Il film è noto per le sue scene disturbanti e per l'atmosfera angosciosa che ha creato. - Shining (1980): il film di Stanley Kubrick, basato sull'omonimo romanzo di Stephen King, è un altro classico dell'horror. La storia di un uomo che diventa completamente folle mentre è isolato in un hotel durante l'inverno è un'immersione inquietante nell'oscurità della psiche umana. La performance di Jack Nicholson è diventata leggendaria. - Psyco (1960): Alfred Hitchcock ha creato un capolavoro dell'horror psicologico con "Psyco". La trama, che segue una segretaria che finisce in un motel gestito da un proprietario dal passato misterioso, ha introdotto il concetto del "colpo di scena" nei film horror. La famosa scena della doccia è ancora oggi considerata una delle più iconiche nella storia del cinema. - Il Sesto Senso (1999): M. Night Shyamalan ha consegnato al pubblico un thriller psicologico straordinario con un colpo di scena memorabile alla fine. Il film racconta la storia di un bambino che afferma di vedere i morti, e del terapista che cerca di aiutarlo. La profonda narrazione e le performance di Bruce Willis e Haley Joel Osment sono state acclamate dalla critica e dal pubblico. L'orror degli anni Duemila Gli anni Duemila, diciamolo, non sono da meno per capolavori del genere horror. Ecco, perciò, una carrellata di terrore più contemporaneo: - It (2017): questa nuova versione dell'adattamento cinematografico dell'opera di Stephen King ha riscosso un grande successo. La storia del clown demoniaco Pennywise ha spaventato e affascinato le nuove generazioni di spettatori. - L'Uomo Invisibile (2020): il reboot moderno del classico di HG Wells è stato elogiato per la sua narrativa intelligente e la performance di Elisabeth Moss. - Annabelle (2014): parte dell'universo cinematografico di "The Conjuring", il film "Annabelle" ha portato il terrore a nuovi livelli. La bambola Annabelle è diventata un'icona dell'horror contemporaneo. - A quiet place (2018): diretto ed interpretato da John Krasinski, questo thriller incentrato su una famiglia che deve sopravvivere in un mondo dove la minaccia è il rumore ha creato suspense e tensione straordinarie. - Get out (2017): diretto da Jordan Peele, questo film ha portato l'horror a una nuova prospettiva sociale, esplorando il razzismo attraverso una lente di terrore psicologico. Capolavori horror di casa nostra: i film di Dario Argento Il cinema italiano può vantare un nome illustre per il genere horror: Dario Argento. Regista coraggioso, pur essendosi allontanato dalla tradizione cinematografica italiana, si è saputo conquistare il consenso di ampie fette di pubblico. Vediamo quali sono i suoi film più iconici: - Profondo Rosso (1975): è uno dei film più celebri di Dario Argento. La trama ruota attorno a un musicista, interpretato da David Hemmings, che diventa testimone di un omicidio e si trova coinvolto in un'indagine per scoprire l'identità del misterioso assassino. Il film è noto per la sua atmosfera angosciosa, la sequenza di omicidi creativi e la colonna sonora avvincente composta da Goblin. - Suspiria (1977): altro film di culto di Argento, è celebre per la sua estetica visiva unica e la colonna sonora di Goblin. Il film segue una giovane ballerina americana, interpretata da Jessica Harper, che si trasferisce in una prestigiosa accademia di danza in Germania. Ben presto, scopre che l'accademia nasconde oscure segreti legati a una coven di streghe. "Suspiria" è amato per la sua fotografia vibrante e psichedelica, che crea un'atmosfera di terrore surreale. - Tenebre (1982): è un altro esempio del talento di Argento nel creare thriller psicologici avvincenti. La trama segue lo scrittore Peter Neal, interpretato da Anthony Franciosa, mentre indaga su una serie di omicidi brutali ispirati ai suoi stessi romanzi. Il film è noto per le sue sequenze di omicidi stilizzate e l'uso audace del colore, che sottolinea l'aspetto visivo unico di Argento. In copertina foto di Gerd Altmann da Pixabay Read the full article
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Io Capitano, film diretto da Matteo Garrone, racconta la storia di due giovani Seydou e Moussa (Seydou Sarr e Moustapha Fall), che partono da Dakar, in Senegal, per affrontare un lungo viaggio per raggiungere l'Europa.
La loro diventa un'odissea nel mondo contemporaneo, che li porta ad attraversare il deserto e le sue mille insidie, i pericoli del mare aperto e lo stesso essere umano, pieno di ambiguità e ipocrisia.
Io Capitano è un film di genere drammatico del 2023, diretto da Matteo Garrone, con Seydou Sarr e Moustapha Fall. Uscita al cinema il 07 settembre 2023. Durata 121 minuti. Distribuito da 01 Distribution.
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“Queste persone non vogliono venire in Italia, ma vogliono raggiungere l’Europa o addirittura l’America. Oggi, anche con i social, hanno una finestra costante sul nostro mondo. Però, al di là di questo, il film racconta un cambio di prospettiva: abbiamo cercato di mettere la macchina da presa dall’altra parte in una sorta di controcampo, per raccontare un viaggio epico perché sono loro gli unici portatori dell’epica contemporanea e abbiamo raccontato la storia dal loro punto di vista. Questo perché? Per cercare di far rivivere, a chi vedrà il film, quell’esperienza che loro vivono, con tutti i momenti di sconforto e disperazione, ma anche tanti momenti di speranza in cui sembra che tutto sia a un passo dall’essere raggiunto. È un romanzo di formazione“
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Apri il browser Chrome.
Clicca sui 3 puntini in verticale che trovi in alto a destra in Chrome e poi su “Impostazioni”.
Sulla sinistra clicca su “Privacy e sicurezza” e poi su “Impostazioni sito“.
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Qui imposta la scelta su “Non consentire ai siti di inviare popup o utilizzare reindirizzamenti”. Poco più sotto alla voce “Possono inviare popup e utilizzare reindirizzamenti” puoi inserire i siti che vuoi escludere dal blocco dell’invio dei popup.
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La loro diventa un'odissea nel mondo contemporaneo, che li porta ad attraversare il deserto e le sue mille insidie, i pericoli del mare aperto e lo stesso essere umano, pieno di ambiguità e ipocrisia.
Io Capitano è un film di genere drammatico del 2023, diretto da Matteo Garrone, con Seydou Sarr e Moustapha Fall. Uscita al cinema il 07 settembre 2023. Durata 121 minuti. Distribuito da 01 Distribution.
Tutti i siti streamfullhd.live presenti presenti su internet, compreso il nostro, lavorano ed esistono grazie alla pubblicità presente sulle loro pagine e fin qua tutto ok, ma una cosa è la pubblicità che si sceglie volontariamente di visionare e una cosa sono i pop up invasivi che si aprono e che si moltiplicano, che non danno modo più di chiuderli e uscirne fuori, una cosa veramente fastidiosa e eccessiva.
“Queste persone non vogliono venire in Italia, ma vogliono raggiungere l’Europa o addirittura l’America. Oggi, anche con i social, hanno una finestra costante sul nostro mondo. Però, al di là di questo, il film racconta un cambio di prospettiva: abbiamo cercato di mettere la macchina da presa dall’altra parte in una sorta di controcampo, per raccontare un viaggio epico perché sono loro gli unici portatori dell’epica contemporanea e abbiamo raccontato la storia dal loro punto di vista. Questo perché? Per cercare di far rivivere, a chi vedrà il film, quell’esperienza che loro vivono, con tutti i momenti di sconforto e disperazione, ma anche tanti momenti di speranza in cui sembra che tutto sia a un passo dall’essere raggiunto. È un romanzo di formazione“
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lamilanomagazine · 1 year ago
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Castro, Nociglia, Spongano: al via "Ultimi Fuochi Festival", teatro al tramonto in luoghi segreti
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Castro, Nociglia, Spongano: al via "Ultimi Fuochi Festival", teatro al tramonto in luoghi segreti. Torna Ultimi Fuochi Festival, il festival di teatro e musica ideato da Alessandra Crocco e Alessandro Miele interamente realizzato in luoghi naturali segreti. Dal 5 agosto all’8 settembre, Ultimi Fuochi Teatro ospiterà in luoghi insoliti gli spettacoli di Roberto Magnani (Teatro delle Albe), Marco Baliani, Claudio Morici, Rita Felicetti, una cir-conferenza dell’antropologo Piergiorgio Giacchè e gli interventi musicali di Dimaggio e Cristiana Verardo. In programma anche performance site-specific di e con Alessandra Crocco e Alessandro Miele. Ultimi Fuochi Festival è il festival ebdomadario (la programmazione è settimanale) che mette in contatto la creazione contemporanea con l’anima più ancestrale del Salento, portando il teatro e la musica in luoghi segreti immersi nella natura e illuminati dalla luce del tramonto, “quel brillio disperato e finale / che arrugginisce la pianura / quando il sole ultimo si è sprofondato” (J. L. Borges). Il festival, alla sesta edizione, riconferma la particolarità del suo format, lasciando le location top secret fino all’ultimo momento. Solo poche ore prima dello spettacolo verranno comunicate a chi effettuerà la prenotazione le indicazioni per scoprire i luoghi naturali nascosti, scelti tra i comuni di Castro, Spongano e Nociglia. Ogni serata sarà un’esperienza, un rito di condivisione della bellezza che inizia con un viaggio e prosegue con un concerto, la degustazione di vini locali e uno spettacolo di teatro contemporaneo. Ultimi Fuochi Festival è organizzato da Ultimi Fuochi Teatro, impresa di produzione teatrale nell’ambito della sperimentazione riconosciuta dal Ministero della Cultura che si occupa di produzione, programmazione e formazione teatrale. IL PROGRAMMA DELLA VI EDIZIONE: La sesta edizione del festival si aprirà il 5 agosto con il giovanissimo cantautore leccese Dimaggio, a seguire il Teatro delle Albe presenterà lo spettacolo Siamo tutti cannibali, Sinfonia per l’abisso, una personale rilettura del Moby Dick di Melville proposta da Roberto Magnani, in scena insieme a Giacomo Piermatti al contrabbasso e con Andrea Veneri alla regia del suono. L’11 agosto partirà Prima che sia notte, una nuova sezione di Ultimi Fuochi Festival che propone spettacoli, reading e passeggiate che iniziano al tramonto e si concludono con il calare del buio: - 11 agosto, Suicidi editoriali, un reading sul bello e il brutto di scrivere e pubblicare in Italia con l’attore e scrittore romano Claudio Morici; - 12 agosto, Sola con un cane, spettacolo semicomico di Rita Felicetti, attrice e musicista; - 13 e 14 agosto, Microcosmo estate, un reading in cammino a cura degli ideatori di Ultimi Fuochi Festival, Alessandra Crocco e Alessandro Miele. Il festival proseguirà il 18 agosto con la performance al tramonto di Cristiana Verardo, anima e responsabile musicale di Ultimi Fuochi Festival fin dalla prima edizione, e con lo spettacolo Del coraggio silenzioso di Marco Baliani, attore, autore, regista e maestro del teatro di narrazione italiano. Il 20, 21 e 22 agosto ci si sposta in un interno, a Spongano, in una casa d’artista, la Casa dei disegni grazie all’ospitalità dei designer Luciana Di Virgilio e Gianni Veneziano; la compagnia Ultimi Fuochi Teatro, abiterà per tre giorni la loro casa con Come va a pezzi il tempo, uno spettacolo immersivo per pochissimi spettatori alla volta che Alessandra Crocco e Alessandro Miele portano in giro dal 2018 in appartamenti di diverse città italiane. Ancora un progetto site-specific di e con Crocco e Miele il 2, 3 e 4 settembre : Demoni – Frammenti, brevi performance per uno o pochi spettatori ambientate in luoghi non teatrali. Ogni giorno un personaggio diverso del romanzo di Dostoevskij per un incontro capace di lasciare il segno. La sesta edizione di Ultimi Fuochi Festival si chiuderà l’8 settembre, con la Cir-conferenza (In) Memoria dello spettatore, restituzione di una ricerca di antropologia teatrale a cura di Piergiorgio Giacchè organizzata e coordinata da Ultimi Fuochi Teatro. BIGLIETTI: 12€ intero - 10 € ridotto (under 30 e over 65) Prima che sia notte e Come va a pezzi il tempo 5€ Demoni-Frammenti e (In) memoria dello spettatore 3€ Prenotazione obbligatoria. Tel. +39 388 1271999 - mail [email protected]. Le indicazioni per raggiungere il luogo segreto saranno fornite a chi effettuerà la prenotazione poche ore prima dello spettacolo. I biglietti potranno essere acquistati sul posto prima dello spettacolo oppure online. Biglietteria online: https://www.diyticket.it Anche chi comprerà il biglietto online, dovrà contattare Ultimi Fuochi per ricevere le indicazioni sul luogo segreto. Maggiori informazioni su: https://www.ultimifuochifestival.it/ SCHEDA SPETTACOLO 5 AGOSTO: 5 AGOSTO - ore 19, luogo segreto - Castro. L’evento è organizzato da Ultimi Fuochi Teatro in collaborazione con il Comune di Castro, performance musicale al tramonto. DIMAGGIO: Riccardo Roma, in arte Dimaggio, è un cantautore leccese nato nel 2003. Dopo la partecipazione nel 2021 alla prima edizione del Sei d’autore,contest per giovani cantautrici e cantautori under 30 all’interno del progetto SEI FESTIVAL – Tutto l’anno, nel 2022 pubblica la sua prima canzone Incoerente, a cui seguiranno Ghiacciai, Senza il tempo di reazione, Venere ha toccato la terra e altri singoli. Spettacolo teatrale: Teatro delle Albe/Ravenna Teatro, Siamo tutti cannibali - Sinfonia per l’abisso da Moby Dick di H. Melville con Roberto Magnani (voce) e Giacomo Piermatti (contrabbasso) / musiche Giacomo Piermatti, Andrea Veneri / live electronics e regia del suono Andrea Veneri / tromba registrata e ammutinamento Simone Marzocchi / elaborazione drammaturgica Roberto Magnani / sprofondamenti Marco Sciotto / consulenza drammaturgica Iacopo Gardelli / spazio scenico Roberto Magnani / disegno luci Alessandro Pippo Bonoli / realizzazione scene Antonio Barbadoro / interventi pittorici Bacco Artolini / assistenza tecnica Enrico Isola, Fagio / realizzazione bozzetti di scena Federica Famà / foto di scena Marco Parollo / grafica Nicola Varesco / promozione e organizzazione Francesca Venturi / regia Roberto Magnani / ringraziamenti Francesco Giampaoli, Marco Olivieri, Flaminia Pasquini Ferretti / residenza artistica Masque Teatro, Ultimi Fuochi Teatro / produzione Teatro delle Albe / Ravenna Teatro in collaborazione con festival Crisalide, Operaestate Festival, Associazione Perda Sonadora, Cisim. Siamo tutti cannibali è una “sinfonia”, nata da una personalissima selezione di brani tratti dal capolavoro letterario di Herman Melville, in cui il contrabbasso diventa la voce dell’intero Pequod, pervaso dagli scricchiolii del ponte sotto i piedi dell’equipaggio come dal furioso sbattere di code degli squali affamati contro la prua. Una sinfonia in cui la musica, creando uno spazio sia emotivo che fisico, tenta di manifestare tutto quello che le parole lasciano solo intuire, mentre le variazioni timbriche della voce di Roberto Magnani vengono amplificate attraverso l’uso di riverberazioni digitali che ne variano la spazialità, l’enfasi o la crudezza. Moby Dick è da sempre, da quando l’ho letto per la prima volta poco più che ventenne, il mio livre de chevet. Il più grande libro di mare mai scritto, forse il più bel romanzo americano, un caposaldo della cultura occidentale. Un libro sulla rovina, sul tramonto della nostra società, canto straziante e psicotico, mistico e delirante. Leggerlo provoca lo stesso effetto che deve aver sperimentato chi ha potuto ascoltare Jimi Hendrix suonare dal vivo, a Woodstock, The Star Spangled Banner nel 1969. L’ho letto oramai diverse volte, ci torno spesso e, come un libro magico, aprendolo a caso ottengo indicazioni sul futuro. Credo che non esaurirò mai il mio rapporto con questo libro, continuerò a lavorarci per tutta la vita, come una fonte di inesauribile sapienza. Roberto Magnani Roberto Magnani si avvicina giovanissimo al Teatro delle Albe partecipando alla non-scuola, e nel 1998 entra a far parte stabilmente della compagnia. Nel 2009 debutta con ODISÉA “lettura selvatica” di Tonino Guerra, nel 2015 con E’ BAL, poemetto in lingua romagnola di Nevio Spadoni. Nel 2018 firma la regia e la drammaturgia di Macbetto, dal testo di Giovanni Testori. Giacomo Piermatti studia contrabbasso con Daniele Roccato e Stefano Scodanibbio. Fortemente attratto dalla musica contemporanea, si è misurato con il repertorio solistico più significativo del ‘900 per contrabbasso solo e ha collaborato con i più importanti compositori di oggi. Suona nel “Ludus Gravis”, unica formazione in ambito europeo costituita da soli contrabbassi. Andrea Veneri si laurea in Musica Elettronica presso il Conservatorio O. Respighi di Perugia. Compone musica elettronica dal 2014 e collabora con Luigi Ceccarelli, compositore e performer italiano, tenendo concerti di improvvisazione, sonificazione dal vivo di film muti e lavorando a spettacoli teatrali. BIGLIETTI: 12€ intero - 10 € ridotto (under 30 e over 65) Prenotazione obbligatoria. Tel. +39 388 1271999 - mail [email protected]. Le indicazioni per raggiungere il luogo segreto saranno fornite a chi effettuerà la prenotazione poche ore prima dello spettacolo. I biglietti potranno essere acquistati sul posto prima dello spettacolo oppure online. Biglietteria online a questo link. Anche chi comprerà il biglietto online, dovrà contattare Ultimi Fuochi per ricevere le indicazioni sul luogo segreto. Maggiori informazioni su: https://www.ultimifuochifestival.it/... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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pier-carlo-universe · 2 months ago
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L'acqua del lago non è mai dolce di Giulia Caminito – Una storia di lotta e sopravvivenza tra le ombre dell’esistenza
Giulia Caminito ci regala un romanzo potente e struggente sulla precarietà della vita e la forza di una ragazza in cerca di sé stessa.
Giulia Caminito ci regala un romanzo potente e struggente sulla precarietà della vita e la forza di una ragazza in cerca di sé stessa. Recensione:“L’acqua del lago non è mai dolce” di Giulia Caminito è un romanzo che esplora con brutalità e delicatezza le sfide dell’esistenza umana, filtrate attraverso la vita di Gaia, una giovane cresciuta in un ambiente sociale difficile. L’acqua del lago…
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moviemaniac2020 · 2 years ago
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Chissà perché certi bei film italiani escono, girano poco, non lasciano ricordi e scompaiono dalle memorie cinematografiche. Forse perché sono “troppo italiani” - come il critico Morandini ha definito proprio questa pellicola - per essere apprezzati. Non avevo mai sentito parlare di “Qui non è il Paradiso”, anno di uscita 2000, e tantomeno del suo regista e sceneggiatore Gianluca Maria Tavarelli (nome che mi sono già segnato per recuperare le altre sue opere dirette fra il 1994 e il 2014). E' un nome che anche a molti di voi non dirà nulla, anche se, però, citando i telefilm nazionali su Paolo Borsellino, Maria Montessori, Aldo Moro e "Maltese – Il Romanzo del Commissario", sicuramente qualche lampadina si accende. "Questo non è il Paradiso" è una pellicola completamente inedita per me, che vedo per la prima volta a distanza di 23 anni dalla sua uscita, della quale conosco poco e nulla, anche se nel cast ci sono tutti quegli attori italiani che forse hanno avuto una vita poco “carrierata” per colpa di un cinepanettonismo italico di maniera (laddove se non fai operette demenziali natalizie e robe simili non fai tanta strada) e che qui recitano in ruoli di spessore e tanto di cappello. Hollywood spostati, ma proprio: Fabrizio Gifuni ("Il Capitale Umano", "Esterno Notte"), Antonio Catania ("Mediterraneo", "Camerieri"), e due maschere tradizionalmente comiche come Ugo Conti e Adriano Pappalardo, impiegati in ruoli così drammatici e cattivi da lasciare lo spettatore a bocca aperta per cotanta bravura tragico-drammatica. Trama. Torino, anni ‘90. Renato fa l'autista alle Poste Italiane, incaricato di trasportare e consegnare ingenti somme di denaro. Separato, è appassionato di Poesia e da tempo sogna di dare una svolta alla propria vita. Comincia quindi a pensare di fuggire con i miliardi di lire che trasporta nel furgone di lavoro. Per fare questo convince il suo amico e collega Walter, all'inizio riluttante. I due, però, non possono fare tutto da soli: vengono così coinvolti anche Enzo, proprietario di un locale, e Michele, anche lui impiegato alle Poste. Dopo un primo tentativo andato male, la seconda volta il colpo riesce. I quattro si riuniscono per dividersi il bottino di otto miliardi. Sul caso indaga il commissario Lucidi, incaricato delle indagini, il quale riesce a portare a galla la verità... Ottima pellicola del sottovalutato e misconosciuto Tavarelli, che pare già si fosse segnalato in precedenza per il brillante "Un amore" (1999). Una storia tutta narrata con un perfetto incastro di flashback e flashforward, che è un notevole saggio di noir contemporaneo. Il ritmo non perde quota neanche per un secondo e incalza la sceneggiatura a ricostruire a posteriori la vicenda di una rapina di due impiegati postali che volevano svoltare vita, sognando di scappare ai Tropici, ma che invece finiscono molto male. Una pellicola girata molto bene e altrettanto molto ben recitata, e realizzata con una professionalità sapiente. La migliore qualità del film resta quella di saper cogliere, cristallizzare e raccontare uno scoraggiante clima culturale e ideale caratteristico dell’Italia degli anni ‘90. Un piccolo cherubino del Cinema Italiano che deve essere assolutamente (ri)conosciuto e (ri)valorizzato, alla faccia delle commercialissime americanate che il mondo occidentale, ahimé, non smette di propinarci come "cinema". Quello vero, quello dai titoli come “Qui non è il Paradiso”, bisogna cercarlo e scovarlo nelle opere d'arti dimenticate del nostro controverso Belpaese. Musiche del compianto maestro Ezio Bosso. QUI NON E' IL PARADISO (Italia, 2000). Regia: Gianluca Maria Tavarelli. Cast: Fabrizio Gifuni, Erika Bernardi, Valerio Binasco, Antonio Catania, Ugo Conti, Adriano Pappalardo, Roberta Lena, Riccardo Montanaro, Riccardo Zinna, Cesare Apolito, Franco Neri.
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carmenvicinanza · 2 years ago
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Dolores Prato
https://www.unadonnalgiorno.it/dolores-prato/
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Nell’agone ho sempre vissuto, mai vincitrice, mai vinta, ma sempre resistente.
Dolores Prato è stata insegnante, scrittrice e poeta. Le circostanze della nascita, abbandonata dalla madre e con un padre sconosciuto, hanno sicuramente condizionato la sua vita, ha sempre avvertito la sua sorte tormentata come annunciata da un presagio di eccezionalità.
Voce fuori dal coro letterario e della cultura del Novecento, ha saputo raccontare la provincia italiana con delicata ruvidezza e sconcertante sincerità.
Nacque a Roma il 12 aprile 1892 dalla relazione extraconiugale di Maria Prato, vedova con cinque figli, con un avvocato calabrese che aveva un’altra famiglia.
Da neonata venne affidata prima a una balia e poi a un cugino della madre, un canonico che viveva con la sorella a Treia, un borgo in provincia di Macerata. Nel 1905 venne rinchiusa in un’educandato di suore di clausura. Si è sentita sempre inadeguata, non ha conosciuto il calore familiare e l’affetto che avrebbe meritato.
Laureata in lettere a Roma, nel 1919, ha insegnato in varie città italiane.
Nemica del fascismo e decisa a non prendere la tessera del partito, ha vissuto prima a Milano e poi a Roma, dal 1930, dove è rimasta per tutta la vita. Nei primi tempi insegnava all’Istituto Marymount ma a causa del suo cognome, ritenuto a torto di origine ebraica, venne costretta a lasciare la scuola e vivere in maniera precaria, collaborava con vari quotidiani, impartiva lezioni private prima di diventare assistente di una giovane con disabilità. Il suo appartamento fu un punto di ritrovo per intellettuali antifascisti.
Finita la guerra, scriveva articoli di cultura per Paese Sera e per Il Globo.
Non ha mai trovato un editore disposto a pubblicarla nonostante fosse segnalata in vari premi. Ha pubblicato a sue spese i primi due libri, nel 1963, Sangiocondo che aveva ottenuto una segnalazione speciale al Premio Prato nel 1948 col titolo Nel paese delle campane, e, nel 1965, Scottature, racconto lungo, che aveva vinto il Premio Nazionale Stradanova.
Aveva ricevuto dei premi anche per i suoi articoli giornalistici, senza mai ottenere particolare fortuna.
Soltanto nel 1980, ormai ottantasettenne, Einaudi ha pubblicato Giù la piazza non c’è nessuno, lunga narrazione autobiografica dedicata all’infanzia trascorsa a Treia a cui aveva lavorato incessantemente dal 1973, attingendo dal suo archivio personale di ricordi, memorie e documenti.
La versione, fortemente ridotta da Natalia Ginzburg, divenne un caso letterario forse anche per l’età avanzata della scrittrice considerata ‘esordiente’.
Il romanzo autobiografico, è la ricostruzione di un mondo e di anni perduti, la cronaca minuziosissima della vita quotidiana d’un piccolo paese italiano alla fine del diciannovesimo secolo. Lucidamente e impietosamente introspettivo, pungente e fluido, in cui risaltano metafore, stilemi e vocaboli insoliti, durezze improvvise, dialettalismi di grande carica evocativa.
L’autrice, però, fu scontenta di quell’edizione parziale e ha continuato a rivedere il testo che venne pubblicato per intero soltanto dopo la sua morte, grazie a Giorgio Zampa, saggista e germanista, editor di Eugenio Montale che ha curato anche l’edizione di Le ore, il seguito incompiuto di Giù la piazza non c’è nessuno.
Dolores Prato ha vissuto una vita di grande solitudine e precarietà in cui non ha mai smesso di scrivere. È diventata nota a quasi novant’anni, tre anni prima di spegnersi, il 13 luglio 1983 in una casa di riposo di Anzio.
Una parte consistente delle sue carte sono conservate all’Archivio Contemporaneo del Gabinetto Vieusseux di Firenze.
Ogni anno, il comune di Treia promuove un convegno sulla scrittrice che vi ha vissuto dai cinque ai diciotto anni.
Aveva la perentorietà, che poteva diventare asprezza, di chi non accetta le leggi usuali della vita – raccontava Zampa – i compromessi, le piccole e grandi viltà, aborriva le espressioni pietose, le parole di compassione. A 90 anni, quando potei frequentarla, era irriducubile, temeraria, esigentissima, avversa a ogni forma di prevaricazione (…) ma dolcissima in certi abbandoni che la facevano apparire senza età.
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bibliotecasanvalentino · 2 years ago
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In Biblioteca puoi scoprire autori e opere che non conoscevi o di cui avevi sentito parlare ma che ancora non avevi avuto modo di leggere. Ed è per questo che abbiamo deciso di dedicare un angolo alla scoperta di questi "tesori nascosti".
Oggi l'opera prescelta è "La misura dell’uomo" di Marco Malvaldi.
Ottobre 1493. Firenze è ancora in lutto per la morte di Lorenzo il Magnifico. Le caravelle di Colombo hanno dischiuso gli orizzonti del Nuovo Mondo. Il sistema finanziario contemporaneo si sta consolidando grazie alla diffusione delle lettere di credito. E Milano è nel pieno del suo rinascimento sotto la guida di Ludovico il Moro.
A chi si avventura nei cortili del Castello o lungo i Navigli capita di incontrare un uomo sulla quarantina, dalle lunghe vesti rosa, l’aria mite di chi è immerso nei propri pensieri. Vive nei locali attigui alla sua bottega con la madre e un giovinetto amatissimo ma dispettoso, non mangia carne, scrive al contrario e fatica a essere pagato da coloro cui offre i suoi servigi. È Leonardo da Vinci: la sua fama già supera le Alpi giungendo fino alla Francia di re Carlo VIII, che ha inviato a Milano due ambasciatori per chiedere aiuto nella guerra contro gli Aragonesi ma affidando loro anche una missione segreta che riguarda proprio lui. Tutti, infatti, sanno che Leonardo ha un taccuino su cui scrive i suoi progetti più arditi - forse addirittura quello di un invincibile automa guerriero - e che conserva sotto la tunica, vicino al cuore. Ma anche il Moro, spazientito per il ritardo con cui procede il grandioso progetto di statua equestre che gli ha commissionato, ha bisogno di Leonardo: un uomo è stato trovato senza vita in una corte del Castello, sul corpo non appaiono segni di violenza, eppure la sua morte desta gravi sospetti... Bisogna allontanare le ombre della peste e della superstizione e in fretta! E Leonardo non è nelle condizioni di negare aiuto al suo Signore.
A cinquecento anni dalla morte di Leonardo da Vinci, Marco Malvaldi gioca con la lingua, la scienza, la storia, il crimine e ridà vita al suo genio tra le pagine immaginando la sua multiforme intelligenza alle prese con le fragilità e la grandezza dei destini umani. Un romanzo straordinario, ricco di felicità inventiva, di saperi e perfino di ironia, un’indagine sull'uomo che più di ogni altro ha investigato ogni campo della creatività, un viaggio alla scoperta di qual è - oggi come allora - la misura di ognuno di noi.
Marco Malvaldi si cimenta con il giallo storico e lo fa a suo modo, con la sua ironia e con un dialogo diretto tra narratore e lettore, facendo emergere il contrasto tra il periodo storico raccontato e l’attualità del linguaggio moderno, dove dissemina termini anacronistici ma azzeccati, come internet o influencer, sondaggi o statistiche. Gli stessi personaggi descritti sono a tratti ironici e lontani dall'immaginario collettivo ma, del resto, lo stesso autore afferma che “è sbagliato pensare che i personaggi storici fossero consapevoli di essere personaggi storici”. Anch'essi sono stati esseri reali, quindi caratterizzati da sentimenti e passioni e vizi naturalmente umani. C'è spazio per amori, tradimenti, parolacce e anche un Leonardo da Vinci un poco svampito e distratto che si aggira con aria da sognatore. Tutto questo non rende meno credibile la storia, anzi! Si percepisce chiaramente che dietro “La misura dell’uomo” si cela un approfondito lavoro di ricerca sul periodo storico e, in particolare, sulla Milano di quel tempo. Insomma, siamo molto lontani dalle atmosfere del Bar Lume a cui Malvaldi ci aveva abituato.
Marco Malvaldi (1974) è uno scrittore italiano. Ricercatore presso l’Università di Pisa (Dipartimento di Chimica biorganica), nel 2007 ha pubblicato “La briscola in cinque”; accolto con favore da critica e lettori, il romanzo è il primo di una serie di gialli (nota come ciclo del BarLume) di cui fanno parte “Il gioco delle tre carte” (2008), “Il re dei giochi” (2010), “La carta più alta” (2012) e “Il telefono senza fili” (2014). Nel 2011 sono usciti “Scacco alla Torre” (un’atipica guida alla scoperta di Pisa) e il giallo storico Odore di chiuso, mentre sono del 2012 “Come i fumi confusi” e “Milioni di milioni” e del 2013 “Argento vivo”. Nel 2014 ha pubblicato la guida enogastronomica letteraria “La famiglia Tortilla” e, in collaborazione con D. Leporini, il saggio “Capra e calcoli. L'eterna lotta tra gli algoritmi e il caos” e ha scritto uno dei racconti contenuti nel volume “Vacanze in giallo”, mentre sono del 2015 il testo “Leonardo e la marea”, realizzato in collaborazione con S. Bruzzone, il thriller “La tombola dei troiai”, il saggio “Le regole del gioco. Storie di sport e altre scienze inesatte” e il romanzo “Buchi nella sabbia”. Dal 2015 collabora con il Domenicale de “Il Sole 24 ore”. Tra i suoi lavori più recenti vanno segnalati, tutti pubblicati nel 2016, il romanzo “La battaglia navale”, il saggio “L'infinito tra parentesi. Storia sentimentale della scienza da Omero a Borges”, la raccolta di racconti “Sei casi al BarLume” e uno dei racconti dell'antologia “Il calcio in giallo”; nel 2017, “Le due teste del tiranno. Metodi matematici per la libertà”, “Negli occhi di chi guarda” e “L'architetto dell'invisibile ovvero come pensa un chimico”; nel 2018, i romanzi “A bocce ferme” e “La misura dell'uomo” e il saggio sull'umorismo “Per ridere aggiungere acqua”; nel 2019, “Vento in scatola” (con G. Ghammouri) e “Caos. Raccontare la matematica” (con S. Marmi); nel 2020, “Il borghese Pellegrino” e “La direzione del pensiero. Matematica e filosofia per distinguere cause e conseguenze”; nel 2021, con P. Cintia, “Rigore di testa” e “Chiusi fuori” (con S. Bruzzone, 2022).
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weirdesplinder · 4 years ago
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Donne forti nel romance
In occasione della Festa della donna ho deciso di prepare una breve lista di romanzi rosa con personaggi femminili potenti, ma nel modo giusto, a mio avviso. Che dimostrano come il genere rosa sia un genere letterario pieno di straordinari tesori e più introspettivo di quanto si creda.
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Giorni di gloria (Morning Glory) di LaVyrle Spencer
Storico
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Trama: Elly,  vedova con due figli e in attesa di un terzo, è una donna forte e coraggiosa, ma tutti la considerano pazza a causa della  sua ritrosia, conseguenza di una terribile infanzia. Figlia illegittima, è  stata tenuta dai nonni, fanatici religiosi, rinchiusa in casa per anni e anni.  Will, attraente, onesto, intelligente e gran lavoratore, ha avuto una vita difficile. A Whitney, una cittadina della Georgia, spera  di gettarsi alle spalle il passato. E’ rimasto orfano piccolissimo ed è  convinto che nessuno potrà mai amarlo davvero. Un uomo e una donna, con i quali  la vita non è stata generosa, portano con sé ricordi angosciosi, timori e  insicurezze che sembrano offuscare la serenità della loro unione. L'amore che  nutrono l'uno per l'altro, però, è talmente forte che li aiuterà a superare ogni  difficoltà.
La mia opinione: questo è un poco struggente  per il passato dei protagonisti, ma poi è semplicemente romantico (ma  con una vena malinconica) perchè non puoi non fare il tifo per loro.  Certo non è la trama più innovativa di questo mondo. Avrò letto almeno  dieci romance simili ambientati nell’America di inizi 1900, ma questo è  scritto molto ma molto bene e la protagonista femminile nonostante tutto quello che le è stato fatto ha ancora il coraggio di mettersi in gioco e di dare fiducia a uno sconosciuto che vuole una seconda chance.
Incontrarsi e poi… (The Rake) di Mary Jo Putney
Storico
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Trama: Alys è una nobile dama che dopo una delusione d'amore è fuggita daklla sua famiglia e dalla società per rifugiarsi in campagna e diventare, sotto mentite spoglie, amministratore di una proprietà terriera per conto di un nobile, un lavoro di solito maschile. Reginald invece è un nobile libertino, che ha passato la vita immergendosi in ogni vizio, fino a cadere vittima dell'alcolismo, e solo ora rendendosi conto delle bassezze cui è arrivato ha deciso di redimersi, assumendosi le sue responsabilità e partendo appunto con l'amministrare le terra che il cugino gli ha donato. Le stesse terre che fino ad ora erano dominio di Alys. E fu così che i due si incontrarono. Due caratteri forti ma feriti due persone veramente diverse ma anche complementari. Lei ha un gatto odioso e dominante, lui un cane pastore pauroso e fifone……eppure i due vanno d'accordo, come i loro padroni almeno finchè la vera identità di Alys non viene fuori…….e Reginald che per tutta la vita non ha mai fatto la cosa giusta, decide di farla stupidamente nel momento più sbagliato lasciandola andare via……. La mia opinione: bellissimo, uno dei miei romance preferiti in assoluto, con personaggi superaffascinanti pieni di difetti reali e difficili al punto giusto. Imperdibile.Ottimo uso opi degli animali all'interno di un romanzo senza umanizzarli. Sublime e il personaggio femminile ha trovato il suo posto nel mondo da sola ed è cresciuta grazie a questo, e poi grazie a una piccola spinta del personaggio maschile troverà anche il coraggio di tornare a casa per far vedere ai suoi genitori ciò che è, e ciò che è sempre stata, non solo la loro figlia, ma una persona con delle capacità a lodare.
I cento colori del blu (A different  blue) di Amy Harmon
Contemporaneo
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Trama: A diciannove anni Blue Echohawk frequenta ancora il liceo. Abbandonata da sua madre quando aveva solo due anni, non conosce il suo vero nome, né la sua data di nascita. Indossa sempre vestiti attillatissimi e un trucco pesante: il sesso è il suo rifugio, un gioco per dimenticare tutto, per mettere sotto chiave le sue emozioni. Blue ha iniziato tardi la scuola e non mostra alcun interesse per lo studio. È un caso disperato. Eppure il suo nuovo insegnante di storia, il giovane Darcy Wilson, non la pensa così: Darcy crede in lei, e sa che Blue ha bisogno di ritrovare se stessa prima di trovare un posto nel mondo. E così la sprona a guardarsi dentro e a ripercorrere il suo passato, a scrivere la sua storia, a dar voce alle sue emozioni. Tra i due nasce una grande amicizia, e forse, a poco a poco, qualcosa di più: un sentimento forte, travolgente, a cui ciascuno dei due tenta in tutti i modi di resistere…
La mia opinione: Molto bello, mi sono pure un pochino commossa. Nonostante sia un libro new adult e segua alcuni dei cliché del genere, tipo il passato difficile della protagonista, Blue è un personaggio così atipico e forte che ruba la scena a tutto il resto, trama compresa e suo interesse amoroso compreso. E’ lei il libro e tutto il resto è contorno. Personalmente le lacrime sono arrivate al momento della sua decisione di dare in affidamento il bambino e soprattutto per il fatto della scelta della famiglia a cui darlo ben sapendo che così l'avrebbe avuto ogni giorno sotto gli occhi, rivivendo ogni giorno la sua scelta con tutte le ripercussioni, un futuro veramente…..difficile e quasi autoflagellante, che non viene cancellato dal lieto fine amoroso del libro.
Omicidio a Shakespeare di Charlaine Harris
Contemporaneo
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Trama: Primo di una serie di libri gialli che ha come protagonista Lily Bard, una giovane donna segnata da un'esperienza traumatica che l'ha profondamente cambiata. E’ stata rapita, violentata e seviziata e marchiata da un branco di uomini, e dopo essersi liberata li ha uccisi a sangue freddo. Ora cerca di rifarsi una vita in una piccola cittadina del Sud degli Stati uniti chiamata Shakespeare. Fa bodibuilding e pratica judo e quando un suo vicino viene ucciso iniza ad indagare. Questa serie è formata da cinque libri, ed è una seie gialla.  
La mia opinione: In ogni libro Lily indaga su un delitto. Ma libro dopo libro assistiamo anche al suo ritorno alla vita in un certo sensp. Anche in questo caso la vittima delo stupro e delle torture è profondamente cambiata dopo il fatto. Ha staccato completamente i ponti dal suo passato dalla sua famiglia e ha ricominciato da capo in una nuova città Ma in realtà si è nascosta, La sua violenza è stata duplice poichè l'ha subita e restituita. Ha ucciso e ci sembra forte, ma in realtà è ancora più fragile di una vittima che si limita a subire. Si è ricostruita anche nel corpo coperto di cicatrici e che lei ha ricostruito con la palestra. Ora è forte, può battere gli uomini in una lotta corpo a corpo, ma ha ancora paura. Non vive, si limita ad esistere il il minimo contatto umano con le late persone. Ci vorrà un omicidio per farla diventare veramente parte della comunità dove vive. Dovrà risolvere la violenza e aiutare la giustizia per aprirsi un pò. Nel corso della srie inizierà anche una storia con un uomo, ma alla fine non avrà un seguito chiaro, poihcè nonostante tutti i miglioramenti fatti Lily non ha comunque superato il suo trauma e mai lo farà.
Walk Through Fire di  Kristen Ashley
Contemporaneo, inedito in italiano
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Trama: Millie Cross sa cosa vuol dire bruciare per qualcuno. Da ragazza ha amato alla follia un ragazzo che l’amava con altrettanta passione. Erano follemente felici e stavano pianificando un futuro insieme, quando all’improvviso aveva scoperto di non poter essere la donna di cui lui aveva bisogno e aveva fatto di tutto affinchè la lasciasse...riuscendo nell’intento. Da allora è stata l’ombra di se stessa, è sopravissuta, ma non ha vissuto veramente. E ora dopo vent'anni l'incontro fortuito con la sua vecchia fiamma riaccende in lei il desiderio di qualcosa di più. Non sono più quelli di allora,  ma sono entrambi single, dal momento che lui sta uscendo da un brutto divorzio e Millie stavolta non lo lascerà andare via. . . Dopo aver concluso un matrimonio senza amore, High è scioccato quando il suo vero amore torna nella sua vita. Millie è ancora bellissima, ma è solo un fantasma di se stessa. High è incuriosito dal cambiamento, ma il suo tradimento lo ha ferito profondamente e non vuole bruciarsi di nuovo. Non sa ncora che in realtà quella che ha attraversato il fuoco per il suo uomo è Millie.
La mia opinione: Ok, lo stile di scrittura e sintassi della Ashley non meritano 5 stelle, quindi in realtà diciamo 4 stelle e mezzo, ma fatto sta che il libro mi è piaciuto proprio tanto! Adoro questo tipo di trame dove vediamo lei nel presente che ricorda lui e la loro separazione ma non rivela al lettore il perché della separazione e lo scopriamo solo al culmine del pathos e avevamo capito che lei si era sacrificata per lui, ma non a che punto e perché....e infine il premio che ottiene è più che meritato poverina. adoro quando i protagonisti hanno ciò che meritano. Un libro super romantico.        
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londranotizie24 · 2 years ago
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Torna il Circolo di Letteratura: all'Iic si parla di Il sentimento del ferro
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Torna il Circolo di Letteratura: all'Iic si parla di Il sentimento del ferro Di Simone Platania All'Istituto di cultura torna il Circolo di Letteratura: il 10 ottobre appuntamento con il libro Il sentimento del ferro, di Giaime Alonge. Al via l'edizione 2022 del Circolo di Letteratura: si inizia con il romanzo "il sentimento di ferro" All'Istituto Italiano di Cultura di Londra tornano gli incontri del Circolo di Letteratura. Il primo appuntamento dell'edizione 2022 vede come ospite Giaime Alonge e il suo romanzo Il sentimento del ferro e si terrà il prossimo 10 ottobre nella sede dell'Iic di Belgrave Square. Gli eventi del Circolo in questo 2022 si aprono a romanzi che si ispirano e narrano eventi storici recenti. Proponendo soluzioni narrative diverse tra loro i romanzi si ispirano a personaggi ed eventi storici; protagonisti fittizi intercalati in situazioni realmente accadute; incontri tra protagonisti di fantasia e personaggi appartenenti alla storiografia recente; dal reportage di eventi alla storia personale e familiare. Romanzi differenti per respiro, stile e contenuto ma che si prestano ad offrire uno sguardo sulla letteratura e la storia. L’evento è atteso online tramite Zoom, alle ore 18, ed è possibile prenotare scrivendo a questo indirizzo. Il Circolo di letteratura e Il sentimento del ferro, il libro e l’autore L’appuntamento con lo scrittore Giaime Alonge vede discutere il suo romanzo Il sentimento del ferro, uscito nel 2019. L’opera è una spy story che si divide in due epoche storiche distanti ma collegate tra loro. Infatti i due protagonisti, Shlomo e Anton, dopo essere stati vittime delle barbarie naziste perpetrate durante la Seconda Guerra Mondiale, si mettono sulle tracce del loro aguzzino tedesco rifugiato in Sudamerica. Infatti il maggiore delle SS Hans Lichtblau viene messo alla guida di un programma che utilizza i prigionieri dei campi di concentramento come cavie, ma anche come assistenti. Shlomo e Anton, quarant’anni dopo, gli daranno la caccia in America, dove Lichtblau combatte i sandinisti per conto della Cia. Giaime Alonge è professore associato di Storia del cinema all'Università di Torino. Inoltre, è redattore de La Valle dell’Eden. Quadrimestrale di cinema e audiovisivi. È stato visiting professor all'Università di Chicago. Si occupa in prevalenza di cinema americano, del rapporto tra cinema e storia e di cinema di animazione. Annovera numerose pubblicazioni e libri, tra cui Scrivere per Hollywood. Ben Hecht e la sceneggiatura nel cinema americano classico (2012). È coautore con Giulia Carluccio di Il cinema americano classico (2006) e di Il cinema americano contemporaneo (2015). Ha anche firmato alcune sceneggiature cinematografiche (I nostri anni, 2000; Nemmeno il destino, 2004; Ruggine 2011). Il Circolo di lettura offre l’opportunità di creare un dialogo tra persone di diverse nazionalità e vedute, appassionate di narrativa italiana.  Conduce gli incontri Paolo Nelli, insegnante di Lingua e Cultura italiana al King’s College. Giá residente a Londra da diversi anni, egli stesso ha pubblicato racconti e romanzi, tra i quali il suo primo La fabbrica di paraurti (1999), ed e il suo ultimo Il terzo giorno (2020, La nave di Teseo). ... @ItalyinLDN Continua a leggere su Read the full article
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