#francesco piccolo
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“ Glielo vorrei dire, ma non saprei proprio come fare: non gli ho mai detto nulla. Le uniche parole che ci scambiamo da anni, sono queste: «Giovanni»; «Domenico». Giovanni è il mio nome, Domenico è il suo. Ogni mattina, quando esco, richiudo piano la porta e scendo le scale: lui è lì, a lavare le scale o l’ingresso dello stabile. Comincia dall’ultimo piano e arriva fino al piano terra, tutti i giorni. Quando mi vede, alza appena il capo e dice: «Giovanni». Che vuol dire: «Buongiorno Giovanni». E forse pure: «Come va?». E io rispondo: «Domenico». Che vuol dire: «Buongiorno anche a lei, Domenico. Spero che non sarà una giornata faticosa» o roba del genere. Ma non riusciamo a dire altro che i nostri nomi: «Giovanni»; «Domenico». Ogni mattina quando esco, e ogni volta quando torno all’ora del pranzo - il pomeriggio lui va via. Così, da anni. In qualsiasi circostanza; in qualsiasi stagione. «Giovanni»; «Domenico». Una volta, una vigilia di Natale di qualche anno fa, disse - lo ricordo così bene: «Giovanni, è Natale». Restai stupito, e per qualche attimo cercai di capire cosa volesse dire. Poi risposi: «Sì, Domenico, è Natale» e quel giorno pensai che finalmente i nostri rapporti sarebbero cambiati.
Ma poi il giorno dopo lui era in ferie e nei giorni seguenti non fu più Natale, e così per tutti i mesi successivi, quando ormai un anno intero di «Giovanni» e «Domenico» avevano allontanato la confidenza di quel giorno. E alla vigilia di Natale dell’anno seguente, scendendo le scale con una speranza remota ma viva, gli andai incontro deciso. Lui alzò per un attimo la schiena dalla scopa e disse senza indecisione: «Giovanni». Non potei fare altro che rispondere: «Domenico». Da quel giorno mancarono aggiunte al nostro saluto. Anche alla vigilia di Natale o in altre festività. “
Francesco Piccolo, Storie di primogeniti e figli unici, Feltrinelli (collana Universale Economica n° 1483), 1998; pp. 15-16.
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“Papà tu preferisci
i sogni belli o i sogni brutti?
Io rispondo: i belli, certo.
E lui: io i brutti. Perchè quando ti svegli è stupendo capire che non era vero. Mentre invece quando ti svegli dai belli, vedi che non era vero e ti dispiace.”
— Francesco Piccolo
- Momenti trascurabili Vol.3
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Ognuno di noi è fatto di un equilibrio finissimo di tutte le cose, belle e brutte. E ho imparato che - come i bastoncini dello Shangai - se tirassi via la cosa che meno mi piace della persona che amo, se ne verrebbe via anche quella che mi piace di più.
F. Piccolo
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“Ognuno di noi è fatto di un equilibrio finissimo di tutte le cose, belle e brutte; e ho imparato che - come i bastoncini dello shangai - se tirassi via la cosa che meno mi piace della persona che amo, se ne verrebbe via anche quella che mi piace di più.”
Francesco Piccolo - Momenti di trascurabile infelicità
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#la bella confusione#francesco piccolo#nonfiction#book poll#have you read this book poll#polls#requested
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Ein Ausschnitt aus der berühmten Ballszene im Film Il Gattopardo von Luchino Visconti nach dem gleichnamigen Roman von Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Die Dreharbeiten für den Ball dauerten 36 Nächte. Dies ist nur eine Sache, die ich durch meine aktuelle Lektüre gelernt habe - La bella confusione von Francesco Piccolo (Torino 2023), ein Blick hinter die Kulissen des Gattopardo und von Otto e mezzo, das Federico Fellini gleichzeitig drehte. Die Beziehung zwischen den beiden Regisseuren war zu diesem Zeitpunkt schon seit Jahren angespannt.
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La bella confusione di Francesco Piccolo. Libro vincitore del Premio Viareggio-Rèpaci 2023 - Saggistica e del Premio letterario internazionale Giuseppe Tomasi di Lampedusa 2023
La bella confusione L’anno di Fellini e Visconti Francesco Piccolo Einaudi Libro vincitore del Premio Viareggio-Rèpaci 2023 – Saggistica e del Premio letterario internazionale Giuseppe Tomasi di Lampedusa 2023 Otto e mezzo e Il Gattopardo sono due film epocali, girati contemporaneamente, e che tutti crediamo di conoscere benissimo. Ma se torniamo a quel mitico 1963, con Claudia Cardinale che…
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#Einaudi#Francesco Piccolo#Giuseppe Tomasi di Lampedusa 2023#L&039;anno di Fellini e Visconti#La bella confusione
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PRIMA PAGINA Il Mattino di Oggi mercoledì, 16 ottobre 2024
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UCCELLINI: Uno Spettacolo Visionario al Teatro Vascello. Roma
Dal 9 al 13 ottobre 2024, la scena del Teatro Vascello accoglie "UCCELLINI", una creazione teatrale di Rosalinda Conti prodotta da lacasadargilla.
Dal 9 al 13 ottobre 2024, la scena del Teatro Vascello accoglie “UCCELLINI”, una creazione teatrale di Rosalinda Conti prodotta da lacasadargilla. Il progetto, che si distingue per la sua forte componente visiva e sonora, si avvale della regia di Lisa Ferlazzo Natoli e Alessandro Ferroni, e coinvolge attori del calibro di Emiliano Masala, Petra Valentini, e Francesco Villano. Un Viaggio Onirico…
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" La sera del 9 luglio 1994, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è rimasto un sacco di tempo ad ammirare la fontana di Diana e Atteone nella Reggia di Caserta. Non posso dire che quelli che erano insieme a lui fossero i suoi amici, però anche lui era dentro la Reggia chiusa al pubblico, e senza nemmeno aver dovuto scavalcare. Era già buio, ma per la prima volta era stata accesa un'illuminazione notturna sull'intero parco - vuoto. C'erano anche sua moglie Veronica, Bill e Hillary Clinton, Eltsin, Mitterrand, John Major e altri. Quell'anno la riunione tra le grandi potenze del mondo, il G7 (a cui si era aggiunta la Russia di Eltsin, per un giorno), era stato organizzato a Napoli. C'erano stati incontri diplomatici, passeggiate delle first ladies sul lungomare e al Maschio Angioino, una gita in costiera amalfitana, Clinton era andato a mangiare in una pizzeria del centro. Ed era stata fissata una cena di gala, l'ultima sera, nei saloni della Reggia di Caserta. Mi raccontavano che nella nostra città c'era molta eccitazione, e lavori di riqualificazione: era stata progettata un'illuminazione speciale nel parco. Noi avevamo vissuto per tutta la vita con la Reggia che chiudeva prima del tramonto, un buio silenzioso e spaventoso accanto alle nostre case vive, in città. La sera della cena di gala, il presidente della Repubblica Scalfaro ha accolto gli ospiti, incantati dal Palazzo Reale, e le luci si sono accese illuminando l'intero parco, fino a lassù, alla cascata. Dopo cena, le auto hanno portato tutti a fare un lungo giro, infine si sono fermate in alto, alla fontana. Berlusconi e gli altri, insieme alle mogli, sono scesi dalle auto e hanno passeggiato intorno alla fontana. Qualcuno ha anche sfiorato l'acqua con le dita. E mentre la serata era fresca e bellissima, e tutti ammiravano lo sguardo sorpreso di Diana e i cani che sbranavano Atteone, l'acqua della cascata che rompeva con dolcezza il silenzio, e laggiù l'intero parco deserto e splendente, Berlusconi ha constatato che il luogo e la serata fossero molto romantici, ha atteso le traduzioni e poi si è aperto in un sorriso furbo, molto furbo, e ha concluso: «Attenzione che sennò questa notte aumentiamo la prole». Il giorno dopo ha anche detto che una fontana così bella non l'aveva mai vista in vita sua. "
Francesco Piccolo, Il desiderio di essere come tutti, Einaudi (collana Super ET), 2017; pp. 159-160.
[1ª edizione nel 2013 nella collana Supercoralli]
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Piripicchio
Piripicchio Piripicchio Nè palchi vellutati nè applausi di poltronebasta l’abbraccio al viale che ne fa piazzal’ulivo marinaro retato canta di vita al remodi mani in piedi fila la strada che si fa arte Fila di passato e stocca all’intime paretisnocciola d’amori ne fa pane olio e panericcio di lontananza e via con quel saporedi poco s’ama e resta come sale al mare Elegante la polvere che…
#abbraccio#arte di strada#bacchetta#battito pregiato#bombetta cappello#canna al vento#come sale al mare#domani#elegante#fila di passato#frac#francesco nigri bari#francesco nigri puglia#futuro#incede l oggi#intime pareti#ironie di sè#lontananza#mani#mano stanca#marinaro#olio e pane#palchi vellutati#piazza#piccolo baffo#piedi#Piripicchio | Poesia di Francesco Nigri | Poesie Articoli Recensioni News Eventi Opere su www.francesconigri.it#piripicchio bari#poco dritto#poco s ama
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"Ognuno di noi è fatto di un equilibrio finissimo di tutte le cose, belle e brutte. E ho imparato che - come i bastoncini dello shangai - se tirassi via la cosa che meno mi piace della persona che amo, se ne verrebbe via anche quella che mi piace di più."
Francesco Piccolo
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FLORIDIA. “E LA SERA ANDAVAMO AL BAR ROMA”
Cambio di guardia allo storico caffè del Viale. La gestione passa da Salvo Romano a Francesco Romano. La storia continua Oggi il passaggio di consegne fra Salvo e Francesco Romano allo storico Bar Roma: “Sono stati tutti giorni bellissimi – racconta Salvo Romano – e ricorderò sempre con gioia questi anni”. Dal canto suo, la “nuova gestione”, quella di Francesco, assicura continuità…
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improvvisamente è mancato Carmelo Candido
INVIA LE CONDOGLIANZE ALLA FAMIGLIA CANDIDONome e Cognome(required) Email(required) Messaggio INVIA Δ improvvisamente è mancato Carmelo Candido Ne danno il triste annuncio la moglie Marianna Marzo, il papà Antonino e la mamma Maria Luisa Crucitti, la sorella Grazia con il marito Angelo Giordano e il piccolo Memuccio, i suoceri Domenico Marzo e Giovanna Buda, i cognati Marzo: Mario con il…
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primis quella che garantisce il diritto all’autodeterminazione dei popoli. Nessuna nazione intervenne, nonostante le Cancellerie ne fossero informate, questo fa capire che vi fossero accordi e una rete di relazioni segrete. L’unificazione italiana fu la distruzione voluta,
programmata e sistematica, che ridusse il più florido Stato della penisola nella miseria e nel degrado. Le fabbriche furono chiuse, in alcuni casi distrutte, i giovani coscritti o deportati, furono inviati i soldati piemontesi a reprimere il dissenso e compiute stragi indescrivibili. È ora di smontare il “falso storico” che ha generato il luogo comune più deleterio che il Paese abbia conosciuto: il Nord industriale ed evoluto, il Sud agricolo e arretrato. In realtà questo è stato l’obiettivo di casa Savoia e del suo padrone Cavour.
Scorrettamente chiamata dalla storiografia “questione meridionale”, essa emerse dopo l’unità, non prima. Quando l’opera di distruzione del tessuto sociale e produttivo del Sud, diede i suoi amarissimi frutti. Il Regno delle Due Sicilie era lo Stato più industrializzato d'Italia e il terzo in Europa, dopo Inghilterra e Francia, così risultò dalla Esposizione Internazionale di Parigi del 1856. I settori principali erano: cantieristica navale, industria siderurgica, tessile, cartiera, estrattiva e chimica, conciaria, del corallo, vetraria, alimentare.
Nel periodo borbonico (1734-1860) la popolazione si era triplicata, determinando lo Stato preunitario più esteso e popolato. Per la sua politica di sviluppo Ferdinando II formò grandi aziende statali, e incentivò anche il sorgere di aziende con capitale suddiviso in azioni di piccolo taglio, per attrarre nella proprietà anche i ceti medi. Nel 1851 fu istituita la "Commissione di Statistica generale pe' reali domini continentali" con lo scopo di guidare la politica economica del Paese, cui si affiancavano le Giunte Statistiche costituite in ogni provincia e circondario. Molti imprenditori nazionali ed esteri accorsero nel Regno. L’economia ferdinandea privilegiava lo sviluppo occupazionale senza spostare masse dai luoghi di origine. Fu uno sviluppo guidato dallo Stato. La propaganda liberale si scagliò con tutte le sue forze contro tale modello e mise in moto una macchina da guerra che distrusse tutte le industrie del Sud e rubò tutto persino i beni personali dei Borbone: con un decreto del 23 ottobre vennero confiscati alla Casa reale 6 milioni di ducati, anche i depositi che Francesco II
aveva lasciato a Napoli, dopo averli ripresi dal Banco d’Inghilterra, a dimostrazione di quanto fosse legato al suo popolo, lui che napoletano lo era per davvero. Cominciò così, dopo il saccheggio del 31 maggio 1860 del Banco di Sicilia da parte di Garibaldi (80 milioni di euro, 150 miliardi di vecchie lire, quasi la metà delle spese per la guerra franco-piemontese contro l’Austria dell’anno precedente), la corsa alla spogliazione e all’arricchimento. Il Regno delle Due Sicilie, nel settore dell’industria, contava 2 milioni di occupati a fronte dei 400.000 della Lombardia, possedendo 443 milioni di moneta in oro, ovvero l’85% delle riserve auree di tutte le province. Oltre 80 milioni furono prelevati, in una anno, da Torino dalle casse dell’ex Regno delle Due Sicilie. Pochissimi investimenti al Sud ma tante ruberie. La boria e lo sprezzo verso le città del Sud, caratterizzava chiunque arrivasse da Torino. Il luogotenente Farini (in seguito Presidente del Consiglio dei ministri del Regno d'Italia tra il 1862 e il 1863), il dittatore che entrò a Modena il 19 giugno come vincitore di un guerra che non aveva combattuto (gli Estensi fuggirono prima dell’arrivo delle truppe francesi e piemontesi), così si espresse riferendosi a Napoli: “Altro che Italia! Questa è Africa, i beduini a riscontro di questi caffoni, son fior di virtù civile”. Va da sé che il controllo delle ex Due Sicilie fu difficile, regnò la precarietà e l’insicurezza, così cominciò l’atroce guerra civile del brigantaggio. Uno Stato così imposto non poté che generare solo ingiustizie e latrocini. Fu messo in opera un preciso disegno della politica vessatoria di Torino: il Nord
si sviluppò ai danni del Sud. Il primo doveva avere il monopolio dell’industria italiana, al secondo invece fu destinato un ruolo agricolo e di fornitore di mano d’opera per l’industria del Settentrione. “Il dissidio tra la Lombardia e molta altra parte d’Italia ha origini in una serie di fatti: soprattutto il sacrificio continuo che si è fatto degli interessi meridionali”(dalla lettera di Nitti del 5 luglio 1898 a Giuseppe Colombo, direttore del Politecnico di Milano). Carlo Bombrini (banchiere, imprenditore, fondatore della banca di Genova) uomo di fiducia di Cavour e redattore del piano di “riequilibrio” economico post-Unità, disse: “Il Sud Italia non dovrà essere più in grado di intraprendere”. A questo punto riporto uno dei casi più eclatanti di distruzione industriale: l’Officina di Pietrarsa. A Pietrarsa, località posta nella zona orientale della città di Napoli, era attiva la più grande industria metalmeccanica d'Italia, estesa su una superficie di oltre tre ettari. Era l'unica fabbrica italiana in grado di costruire motrici a vapore per uso navale. A Pietrarsa fu istituita anche la
[continua su X]
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Lo ricordiamo a tutti, in modo che tutti possano di nuovo far finta di dimenticarselo.
-Castrese
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I Miei Libri del 2023
Leggere libri è il gioco più bello che l’umanità abbia inventato. Wisława Szymborska
1 - Benjamin Stevenson - Tutti nella mia famiglia hanno ucciso qualcuno
2 - Bernardo Zannoni - I miei stupidi intenti
3 - Michela Marzano - L'amore che mi resta
4 - Martin Griffin - L'impostore
5 - Eric Fouassier - L'ufficio degli affari occulti
6 - Wendy Doniger - L'anello della verità
7 - Peter Hopkirk - Il Grande Circo
8 - Carmine Pinto - Il Brigante e il Generale
9 - Susan Cain - Il dono della malinconia
10 - Dennis Duncan - Indice, Storia dell'
11 - Maria Grazia Calandrone - Dove non mi hai portata
12 - Eshkol Nevo - Tre Piani
13 - Marcus Du Sautoy - L'enigma dei numeri primi
14 - Pietro Trifone - Brutte, sporche e cattive
15 - Giuseppe Barbera - Agrumi. Una Storia del Mondo
16 - Gianrico Carofiglio - Della gentilezza e del coraggio
17 - Audrey Magee - La colonia
18 - Edith Wharton - L'età dell'innocenza
19 - Antti Tuomainen - Il fattore coniglio
20 - Geoff Dyer - Natura morta con custodia di sax
21 - Franco Lorenzoni - Educare controvento
22 - Toshikazu Kawaguchi - Finché il caffè è caldo
23 - Florian Illies - 1913
24 - Francesco Paolo De Ceglia - Vampyr
25 - Richard Osman - Il Club dei delitti del giovedì
26 - Giulio Boccaletti - Acqua
27 - Domenico Dara - Malinverno
28 - Alessandra Necci - Al cuore dell'Impero
29 - Andrew Verghese - Il patto dell'acqua
30 - J.F. Powers - Morte d'Urban
31 - Imma Eramo - Il Mondo Antico in 20 Stratagemmi
32 - Gianni Solla - Il ladro di quaderni
33 - Alice Cappagli - Niente caffè per Spinoza
34 - A.K. Blakemore - Le streghe di Manningtree
35 - A.J. West - La meccanica degli spiriti
36 - Eric Fouassier - Il fantasma del Vicario
37 - Beatrice Salvioni - La Malnata
Nel 2023, finalmente, ho superato le 10 mila pagine lette, arrivando a quota 11336. Era un piccolo limite personale, niente di competitivo, ma il fatto di aver cambiato metodo di lettura mi ha aiutato nell'intento. Quest'anno ho letto anche libri su consigli di amici di Tumblr, uno tra questi è stato un regalo graditissimo. Per quelle vie misteriose e magiche che i libri ti fanno seguire, a volte ho comprato, senza saperlo, libri che sono complementari per tematiche e trame. Obiettivo del prossimo anno è leggere un classico a trimestre. Se ci sono curiosità sui titoli, chiedete!
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