#retorica
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rafaelmartinez67 · 18 days ago
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Así los politicos.....
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popolodipekino · 4 months ago
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domanda retorica?
Lettore e Lettrice, se sarete insieme, se vi coricherete nello stesso letto come una coppia assestata, ognuno accenderà la lampada al suo capezzale e sprofonderà nel suo libro; due letture parallele accompagneranno l'approssimarsi del sonno; prima tu poi tu spegnerete la luce; reduci da universi separati, vi ritroverete fugacemente nel buio dove tutte le lontananze si cancellano, prima che sogni divergenti vi trascinino ancora tu da una parte e tu dall'altra. Ma non ironizzate su questa prospettiva d'armonia coniugale: quale immagine di coppia più fortunata sapreste contrapporle? da I. Calvino, Se una notte d'inverno un viaggiatore
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ideeperscrittori · 12 days ago
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CONTRO LA RETORICA DELLA SOFFERENZA
La sofferenza cerca di darmi insegnamenti, ma io sono un pessimo allievo. Anche quando mi è piombata addosso, non ho imparato nulla. Mi sono tappato le orecchie.
Non ho imparato ad accontentarmi o ad apprezzare piccoli piaceri come un calice di vino con gli amici a fine giornata, la lettura di un buon libro o un momento di ozio.
Non ho bisogno degli insegnamenti della sofferenza. Datemi il vigore fisico. Offritemi un calice di vino. Ditemi che posso berlo perché non interagisce con i farmaci. E saprò apprezzarlo come ho sempre fatto. Di sicuro, quando accadrà, ci sarà il sollievo. Ma quello non è apprendimento. È solo la gioia momentanea per una maestra indesiderata che ha tolto il disturbo.
Quando il sollievo svanirà, non diventerò un maestro di vita. Mi arrabbierò per i contrattempi, per le multe da pagare, per una coda troppo lunga alle poste. Non penserò: "Ora so che l'inconveniente odierno non è nulla di fronte alla sofferenza, quella vera. Quindi la coda alle poste mi scivolerà addosso. È un'inezia rispetto a ciò che ho passato". Sapete cosa farò? Imprecherò molto e me la prenderò con le potenze celesti. Ma a fine giornata mi godrò un calice di vino.
Sono un allievo indisciplinato che rifiuta le lezioni della sofferenza. Non voglio diventare una persona migliore. Voglio restare me stesso. Pertanto, cara sofferenza, stammi lontana.
[L'Ideota]
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aitan · 6 months ago
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A distanza di giorni ho letto lo sproloquio reboante dell’attuale Ministro della Cultura Alessandro Giuli.
Non è insignificante. È banale. Un vestito appariscente che nasconde il trito, il ritrito e il quasi niente.
«Di fronte a questo cambiamento di paradigma, la quarta rivoluzione epocale della storia delineante un’ontologia intonata alla rivoluzione permanente dell’infosfera globale, il rischio che si corre è duplice e speculare. L’entusiasmo passivo, che rimuove i pericoli della ipertecnologizzazione, e per converso l’apocalittismo difensivo che rimpiange un’immagine del mondo trascorsa, impugnando un’ideologia della crisi che si percepisce come processo alla tecnica e al futuro intese come una minaccia».
Provo a tradurre in italiano semplice. Dice più o meno che di fronte alla grande trasformazione della nostra epoca, con l’influenza della tecnologia e dell’informazione globale, ci sono due rischi opposti. Da un lato, l’entusiasmo eccessivo che ignora i pericoli della tecnologia avanzata. Dall’altro, la paura esagerata che vede il passato come migliore e considera la tecnologia e il futuro come una minaccia.
Un concetto che 60 anni fa aveva espresso molto meglio (e anche in modo più leggibile) Umberto Eco in “Apocalittici e integrati“.
[...]
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gregor-samsung · 10 months ago
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" La sera del 9 luglio 1994, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è rimasto un sacco di tempo ad ammirare la fontana di Diana e Atteone nella Reggia di Caserta. Non posso dire che quelli che erano insieme a lui fossero i suoi amici, però anche lui era dentro la Reggia chiusa al pubblico, e senza nemmeno aver dovuto scavalcare. Era già buio, ma per la prima volta era stata accesa un'illuminazione notturna sull'intero parco - vuoto. C'erano anche sua moglie Veronica, Bill e Hillary Clinton, Eltsin, Mitterrand, John Major e altri. Quell'anno la riunione tra le grandi potenze del mondo, il G7 (a cui si era aggiunta la Russia di Eltsin, per un giorno), era stato organizzato a Napoli. C'erano stati incontri diplomatici, passeggiate delle first ladies sul lungomare e al Maschio Angioino, una gita in costiera amalfitana, Clinton era andato a mangiare in una pizzeria del centro. Ed era stata fissata una cena di gala, l'ultima sera, nei saloni della Reggia di Caserta. Mi raccontavano che nella nostra città c'era molta eccitazione, e lavori di riqualificazione: era stata progettata un'illuminazione speciale nel parco. Noi avevamo vissuto per tutta la vita con la Reggia che chiudeva prima del tramonto, un buio silenzioso e spaventoso accanto alle nostre case vive, in città. La sera della cena di gala, il presidente della Repubblica Scalfaro ha accolto gli ospiti, incantati dal Palazzo Reale, e le luci si sono accese illuminando l'intero parco, fino a lassù, alla cascata. Dopo cena, le auto hanno portato tutti a fare un lungo giro, infine si sono fermate in alto, alla fontana. Berlusconi e gli altri, insieme alle mogli, sono scesi dalle auto e hanno passeggiato intorno alla fontana. Qualcuno ha anche sfiorato l'acqua con le dita. E mentre la serata era fresca e bellissima, e tutti ammiravano lo sguardo sorpreso di Diana e i cani che sbranavano Atteone, l'acqua della cascata che rompeva con dolcezza il silenzio, e laggiù l'intero parco deserto e splendente, Berlusconi ha constatato che il luogo e la serata fossero molto romantici, ha atteso le traduzioni e poi si è aperto in un sorriso furbo, molto furbo, e ha concluso: «Attenzione che sennò questa notte aumentiamo la prole». Il giorno dopo ha anche detto che una fontana così bella non l'aveva mai vista in vita sua. "
Francesco Piccolo, Il desiderio di essere come tutti, Einaudi (collana Super ET), 2017; pp. 159-160.
[1ª edizione nel 2013 nella collana Supercoralli]
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toopatrolperson · 2 years ago
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anchesetuttinoino · 1 year ago
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capra-persa · 1 year ago
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eristica /e·rì·sti·ca/
L'arte di argomentare con ragionamenti sottili e speciosi, prescindendo dalla verità o falsità di quanto si sostiene: rappresenta la degenerazione della dialettica nell'ultima fase dell'antica sofistica.
L’eristica è un’esasperazione della volontà di avere ragione. Sicuramente non è un’esasperazione cieca, l’eristica ci vede benissimo, in particolar modo, vede benissimo i propri interessi.
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marionto · 8 days ago
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En sus discursos, Cristiani empleó lenguaje bíblico y metafórico – fuente primaria: en su toma de posesión llamó, por ejemplo, a los maestros “apóstoles que llevan luz al alma de los niños” dentro de una “cruzada permanente” por educar en valores. Con este tipo de retórica religiosa, el candidato proyectaba la idea de que su gobierno sería una cruzada moral para “salvar” al país de la miseria y la violencia, con la ayuda de Dios.
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pinkartisanchaos · 9 days ago
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Chi fa le invettive contro "la gente", fa parte delle precise persone che critica per il loro comportamento ignorante: è anche lui un moralista che punta il dito al di fuori di se stesso per tentare di nascondere la propria ignoranza, la propria illiberalità.
Questo strumento retorico funziona solo con chi non abbia prontezza nel riconoscere (dal modo in cui si esprime) un bigotto, ed è amato dai bigotti; gli spiriti critici odiano i pettegolezzi, perché sono roba buona solo per gli imbecilli.
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rideretremando · 18 days ago
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"Bisogna sempre ricordarsi che, almeno a partire dal 2017 – cioè dal Metoo – il termine “necessario” in realtà significa “ridondante”, se non “retorico”. Tutto ciò che istintivamente ci viene da definire “necessario” è probabilmente qualcosa che cementifica le nostre certezze, senza scalfirle di un millimetro."
Irene Graziosi
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grazielladwan · 2 months ago
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8Marzo: Mimose, Discorsi e Mozzarella scaduta
Immagine creata con IA L’8 marzo arriva puntuale come la dichiarazione dei redditi, portandosi dietro un carico di mimose, frasi fatte e offerte speciali su pentole e lingerie. Un giorno all’anno in cui ci si ricorda che esistono le donne, un po’ come quando ti ricordi della mozzarella, ma è scaduta, e tu cena volevi preparare una caprese. I social si riempiono di post profondi e impegni a…
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girlboring · 2 months ago
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¿A qué demonio le tengo que vender mi alma para saber qué es lo que hay en tu cabeza?
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primepaginequotidiani · 2 months ago
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PRIMA PAGINA El Mundo di Oggi giovedì, 20 febbraio 2025
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0timismo · 4 months ago
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Seja intimo de si.
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gregor-samsung · 2 years ago
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“ C'è una parte di Italia, la quasi totalità delle persone che avrebbero dovuto combatterlo sul piano politico e con una proposta alternativa di efficacia maggiore, che ha considerato Berlusconi non il capo di una coalizione opposta alla propria e poi il presidente del Consiglio di questo Paese; ma ha passato anni e anni a parlare di lui come di un essere spregevole, un pagliaccio, un corrotto, perfino un uomo basso (un nano), un puttaniere. Si è persa un'enorme quantità di tempo e di energie a creare formule sarcastiche per il nemico e quelli che aveva intorno. In fondo, la sequela di errori che sono stati commessi nei lunghi anni di dominio di Berlusconi deriva da questa doppia e insostenibile identità che gli si è attribuita: il mostro e il pagliaccio. Insieme. Erano tutti convinti che fossero due definizioni esponenziali, e nessuno ha immaginato che invece avrebbero potuto essere due pesi che si annullavano. Quindi, né l'uno né l'altro. Nessuno lo ha mai considerato un vero mostro, perché il disprezzo e la derisione ne abbassavano i connotati, neutralizzavano il senso della tragedia, lavoravano per renderlo poco credibile. E non si ha timore vero di chi si considera poco credibile. Se non si ha timore vero dell'avversario politico, non si mettono in atto delle strategie concrete, e alternative alla sua, per combatterlo.
Quando è comparso sulla scena, nel 1994, gli elementi per combattere Berlusconi c'erano già tutti: il conflitto di interessi - e soltanto su questo si sarebbe potuta concentrare tutta la discussione democratica; le idee e i programmi, che non solo erano distanti dalla sinistra, ma erano distanti dagli interessi della maggioranza degli italiani. A questo si è in seguito aggiunta la disinvoltura con cui ha fatto alleanze e ha promesso in cambio con leggerezza, per esempio, il federalismo rovinoso che chiedeva la Lega. In più si è aggiunto ancora il modo di pensare alla politica, di fare campagna elettorale e di promettere, che era facilmente contrastabile al confronto con i risultati ottenuti: la pratica del governo è stata mediocre, con leggi che se potevano essere gravi perché fatte ad personam, lo erano ancora di più (e su questo bastava concentrarsi) perché non erano vantaggiose per la comunità. Tutti questi elementi pubblici, politici, sarebbero bastati a fare un'opposizione chiara e senza nessuna collaborazione di qualsiasi tipo; e sarebbero bastati a organizzare una controproposta politica di altra qualità. Non erano questioni soltanto sufficienti; erano questioni decisive della vita democratica di un Paese; non erano concentrate su una persona, ma sulle regole della comunità. Ciò bastava a mettere in piedi una tale quantità di energia oppositiva da poter essere comparata a una rivoluzione. Le energie invece, sono state sbriciolate e spese a interessarsi di altro: atteggiamenti, gesti e modi di vestire e di parlare; e soprattutto processi, gradi di giudizio e condanne; in particolare, su alcuni eventi scandalosi della vita privata. Non ho mai creduto che si potesse lottare per tutte queste cose insieme. Ho pensato sempre che l'energia oppositiva, in un Paese, è limitata, va salvaguardata, va spesa con razionalità e precisione. La dispersione di energie oppositive in tutti quei rivoli sarcastici, pettegoli, intrusivi, ha tolto forza alla sostanza. La concentrazione su stupidaggini è stato il centro energetico del Paese che si è opposto a Berlusconi. L'unica medaglia al valore civile da sfoggiare, in questi anni, è stata quante volte avevi deriso Berlusconi, quante volte avevi riso di Berlusconi; quanti articoli avevi scritto contro di lui, quante volte avevi espresso pubblicamente il tuo odio. Berlusconi su di noi faceva l'effetto di un dittatore all'incontrario: entravi nell'elenco dei sospettati se non parlavi male di lui. Si è ridotto tutto a un esercizio retorico dell'opposizione, dell'estraneità: con ogni probabilità, questo fenomeno ha avuto luogo per combattere la paura della diversità, la paura verso il potere di quest'uomo, con una denigrazione sul piano personale che ne abbassasse il pericolo. Ma l'operazione di dissacrazione del mito ha soprattutto distratto dalla lotta politica, dal centro delle questioni. Dalla costruzione di un'alternativa più efficace che potesse piacere al Paese. “
Francesco Piccolo, Il desiderio di essere come tutti, Einaudi (collana Super ET), 2017 [1ª ed.ne 2013]; pp. 198-200.
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