#ministero della cultura
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A distanza di giorni ho letto lo sproloquio reboante dell’attuale Ministro della Cultura Alessandro Giuli.
Non è insignificante. È banale. Un vestito appariscente che nasconde il trito, il ritrito e il quasi niente.
«Di fronte a questo cambiamento di paradigma, la quarta rivoluzione epocale della storia delineante un’ontologia intonata alla rivoluzione permanente dell’infosfera globale, il rischio che si corre è duplice e speculare. L’entusiasmo passivo, che rimuove i pericoli della ipertecnologizzazione, e per converso l’apocalittismo difensivo che rimpiange un’immagine del mondo trascorsa, impugnando un’ideologia della crisi che si percepisce come processo alla tecnica e al futuro intese come una minaccia».
Provo a tradurre in italiano semplice. Dice più o meno che di fronte alla grande trasformazione della nostra epoca, con l’influenza della tecnologia e dell’informazione globale, ci sono due rischi opposti. Da un lato, l’entusiasmo eccessivo che ignora i pericoli della tecnologia avanzata. Dall’altro, la paura esagerata che vede il passato come migliore e considera la tecnologia e il futuro come una minaccia.
Un concetto che 60 anni fa aveva espresso molto meglio (e anche in modo più leggibile) Umberto Eco in ���Apocalittici e integrati“.
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Claterna, dal Teatro romano nuove testimonianze di vita quotidiana: "Trovato un monile con maschera teatrale di una spettatrice di duemila anni fa" [VIDEO] Dettagli e video riprese dal drone su @storieearcheostorie @MiC_Italia
#archeologia#Claterna#Francesca Tomba#Lucia Borgonzoni#Ministero della Cultura#notizie#Ozzano dell&039;Emilia#SABAP per la città metropolitana di Bologna e le Province di Modena#scavi archeologici#scoperte#Teatro romani di Claterna#Teatro romano di Claterna#Via Emilia
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“Fatto in Italia”: la moda raccontata tra i libri alla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma
Dal 15 aprile al 15 maggio 2025, una mostra eccezionale per la Giornata del Made in Italy celebra la storia del costume e del design italiano attraverso rare opere e riviste storiche. In occasione della Giornata Nazionale del Made in Italy, istituita per onorare la nascita di Leonardo da Vinci (15 aprile 1452), la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma ospita una mostra d’eccezione: “Fatto in…
#acconciature storiche#Alessandria today#arte del ricamo#Arte e Cultura#artigianato e creatività.#bellezza italiana#biblioteca e moda#Biblioteca Nazionale Centrale di Roma#Cesare Vecellio#Consuelo Labella#costume antico#cultura a Roma#Design italiano#esposizione fashion#evento Roma aprile 2025#Fabiana Giacomotti#Giornata Made in Italy#Giovanni Guerra#Giulio Ferrario#Google News#italianewsmedia.com#Lava#Leonardo da Vinci#libri sulla moda#Made in Italy#manoscritti rari#Ministero della Cultura#Moda Italiana#moda tra le pagine#mostra moda Roma
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Il 19 settembre chiudono le iscrizioni per MUSICANTE AWARD – PREMIO PINO DANIELE
a cura della redazione IL 19 SETTEMBRE CHIUDONO LE ISCRIZIONI PER IL LIVE MUSIC CONTEST “MUSICANTE AWARD - PREMIO PINO DANIELE”. Patrocinato dal Ministero dell’Università e della Ricerca.Nel 2025 i finalisti protagonisti di un grande evento a Napoli in memoria di PINO DANIELE, insieme ai grandi nomi della musica italiana. Fino al 19 settembre giovani artisti con conoscenze musicali…
#comune di Napoli#conservatorio di Milano#fondazione Pino Daniele#Friends & Partners#ministero della cultura#Musicante Award#pino Daniele#regione Campania#siae
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GOVERNO MELONI. UNA BOCCIA FARA' CADERE MOLTI BIRILLI?
di Redazione I fratelli di loggia vogliosi dei privilegi fascio-maschili del potere borghese, compresi quelli sessuali, sono in fibrillazione a causa di una signora, che a quanto sembra, a certe narrazioni del ministro dell’incultura non ci sta, ed è decisa a non farle passare come verità. Anzi li Boccia tutti… Meloni compresa. Noi comunisti continuiamo a dire che davanti a certi spettacoli…
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La storia delle residenze di SP/CZD
Tra le attività più articolate sostenute da Scenario Pubblico vi sono senza dubbio le residenze artistiche. Ne parleremo brevemente qui per diffondere la conoscenza su cosa sono e come funzionano con l'obiettivo di creare un quadro chiaro, anche se non esaustivo, che possa essere l'incipit di una serie di attraversamenti che faremo nei prossimi mesi in cui conosceremo tutti i soggetti selezionati dal bando ACASA 24-25.

Introduciamo questo breve attraversamento consigliando la visione di un video che ripercorre - attraverso le immagini - la genesi di Scenario Pubblico e la sua vita di ogni giorno 👇
Non per niente siamo partiti dalla storia
Da spazio privato voluto per diventare casa della Compagnia Zappalà Danza, Scenario ha iniziato subito ad ospitare una stagione di danza. Conseguenza "naturale" del circuitare di artiste e artisti sono state le diverse richieste di ospitalità per avere spazi e poter creare. Così in concomitanza con la stagione è iniziato un programma di residenze artistiche regolamentato poi nel 2015 0anno in cui Scenario diventa Centro di Produzione della Danza riconosciuto dal MiC.
Nel tempo il progetto di residenze si è andato strutturando meglio. Quello che esiste oggi è un bando biennale - chiamato ACASA - (giunto alla sua seconda edizione) destinato ad artiste e artisti over 30. In un biennio l'impegno è quello di garantire continuità ai progetti anziché rimanere esperienze isolate.
Nel corso del biennio la residenza si articola in due fasi: una prima creativa che si conclude con uno sharing del lavoro e un dialogo con il pubblico e una seconda parte tecnica finalizzata alla messa in scena del lavoro creato.
A coronamento dei due anni i lavori vengono presentati durante il FIC Fest, occasione di ritrovo, condivisione, confronto. Questa possibilità è utile sia per i programmatori che possono quindi vedere più artisti nell’arco della durata del festival, che per gli stessi artisti.
Con questo tipo di articolazione il Centro e il pubblico hanno la possibilità di seguire gli artisti e le artiste nel loro percorso, vedere le evoluzioni, assistere al processo completo: dalla creazione alla messa in scena. Momenti importanti e sentiti in tal senso sono le open door, ovvero le prove aperte che si svolgono alla fine del primo ciclo di residenza. Insieme alla "restituzione" del lavoro fatto l'incontro con l'artista viene accompagnato da uno sharing dialogante con il pubblico che viene incoraggiato ad esprimere il proprio feedback, le proprie sensazioni.

Questo contributo è stato elaborato in collaborazione con Laura Gullotta, responsabile della programmazione di Scenario Pubblico che proprio in questi giorni rappresenta il centro nella Tavola Rotonda IntegrARTI intitolata Il ruolo delle Residenze Artistiche nella rigenerazione Urbana: spazi, modelli, comunità che si svolge dal 18 al 20 marzo a Messina.

A presto con il prossimo attraversamento che entrerà nella prima Residenza Artistica del 2024!
#scenariopubblico#catania#residenze#residenza artistica#danzacontemporanea#ACASA#Ministero della cultura
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Il geniale Luigi Vanvitelli
La figura di Luigi Vanvitelli celebrata in una delle sue tante opere, la spettacolare Villa Campolieto di Stanislao Scognamiglio ERCOLANO | CITTÀ METROPOLITANA DI NAPOLI – Tra le mura della settecentesca Villa Campolieto, ubicata al civico 283 del corso Resina, a partire dalle ore 17 di vemerd 21 dicembre si terrà un incontro celebrativo dal tema Luigi Vanvitelli Genio innovatore delle…
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#Credito Popolare di Torre del Greco#Fondazione Ente Ville Vesuviane#Luigi Vanvitelli#McDonald’s#Ministero della Cultura#Vanvitelli Genio innovatore delle architetture del Regno borbonico.#Villa Campolieto
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top 1 cosa più divertente di m. il figlio del secolo: la compartecipazione del ministero della cultura
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Turing Machines - How Computer Science Was Created By Accident

#up and atom#turing machine#alan turing#computer science#ministero della cultura popolare#algorithms#teaching an old dog new tricks#b mashina
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PRIMA PAGINA Corriere Adriatico di Oggi venerdì, 31 gennaio 2025
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Cinque giorni di ponte nel periodo in cui si aspettano notizie da cinque (5) ambiti lavorativi diversi non si augura davvero non si augura
#il modo in cui ogni mattina mi sveglio e apro la caritas il miur il ministero della cultura e le mail prima di ricordarmi che è festa#op
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Il Presidente della Pontificia Accademia per la Vita, Monsignor Vincenzo Paglia avverte sulla necessità di circoscrivere i confini tra l’umano e l'IA. Promuove un’antropologia digitale, con tre coordinate fondamentali: etica, educazione e diritto.

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🔥🔥🔥 𝐄𝐫𝐜𝐨𝐥𝐚𝐧𝐨, 𝐫𝐢𝐚𝐩𝐫𝐨𝐧𝐨 𝐥𝐞 𝐝𝐨𝐦𝐮𝐬 𝐝𝐞𝐥 𝐂𝐨𝐥𝐨𝐧𝐧𝐚𝐭𝐨 𝐓𝐮𝐬𝐜𝐚𝐧𝐢𝐜𝐨 𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐒𝐚𝐜𝐞𝐥𝐥𝐨 𝐝𝐢 𝐋𝐞𝐠𝐧𝐨 𝐝𝐨𝐩𝐨 𝟐𝟓 𝐚𝐧𝐧𝐢 Leggi l'articolo e guarda le 𝐞𝐜𝐜𝐞𝐳𝐢𝐨𝐧𝐚𝐥𝐢 𝐟𝐨𝐭𝐨 su @storieearcheostorie Immagini: @ercolanoscavi #ercolano #archeologia #beniculturali #foto #italia
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Magnifiche Collezioni: l’arte e il potere della Genova dei Dogi in mostra alla Reggia di Venaria. Dal 9 aprile 2025 una straordinaria esposizione con opere provenienti dai Musei Nazionali di Genova, Palazzo Spinola e Galleria Nazionale della Liguria
Sarà inaugurata mercoledì 9 aprile 2025 alle ore 11.00 presso la Reggia di Venaria, nella splendida cornice della Piazza della Repubblica a Venaria Reale (Torino), la mostra “Magnifiche Collezioni. Arte e potere nella Genova dei Dogi”, un progetto espositivo prestigioso che unisce il fascino della storia con la grande arte. L’iniziativa, promossa da La Venaria Reale in collaborazione con…
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Alessandro Portelli
La sera del 23 marzo 1944, l’Obersturmbannführer Herbert Kappler va in ufficio. Va in archivio, prende i registri, torna alla scrivania, si siede, e fa un elenco di nomi. Sono gesti normali che generazioni di burocrati e pubblici impiegati hanno ripetuto uguali. Con questi gesti ordinari comincia strage delle Fosse Ardeatine.
Non facciamoci ingannare quando nella lapidi affisse sui nostri muri leggiamo «la barbarie nazista». I barbari fanno cose barbare, ma per fare le Fosse Ardeatine c’è voluto lo stato moderno, la burocrazia, gli uffici, la scrittura; per fare la Shoah ci sono voluti i treni, l’industria chimica, persino i primi computer. C’è voluto il paese più civile d’Europa, il paese di Bach, Beethoven e Kant. Sono stragi civili, europee e occidentali fino al midollo.
In questi giorni, il ministero per l’istruzione e il merito richiede di insegnare agli studenti di tutte le scuole della Repubblica che «Solo l’Occidente conosce la storia». Come ha detto un professore dal palco di una grande manifestazione a piazza del Popolo, «In Europa abbiamo Socrate, Spinoza, Hegel e Leopardi. Ma gli altri le hanno queste cose?» (certo che sì. Qualche filosofo ci sarà pure stato in Cina; il Sundiata è un grande poema epico del Mali; e qualche anno fa un prezioso libro di Francesco Gabrieli si intitolava Storici arabi delle Crociate. Ma non è nemmeno questo il punto). Manipolando una frase di Marc Bloch (e, sospetto, con qualche mal digerito residuo di Morte e pianto rituale di Ernesto de Martino), le linee guida redatte dalla commissione presieduta da Ernesto Galli della Loggia spiegano questa eccezionalità della nostra cultura col fatto che «Il cristianesimo è una religione di storici. È nella durata, dunque nella storia, che si svolge il gran dramma del Peccato e della Redenzione». Solo noi pensiamo alla storia come un progresso verso un fine, dalle tenebre alla salvezza.
Proviamo a cambiare il punto di vista. Proprio di questo infatti parla l’ultimo libro di Amitav Ghosh, scrittore indiano che la cultura dell’Occidente la conosce bene. Si chiama Fumo e ceneri, risale al 2023, quindi prima delle linee guida di Valditara e della Loggia, e spiega in modo assai convincente come la prosperità dell’Occidente si sia basata in larga misura sul commercio dell’oppio. A pagina 47 (non ho ancora la traduzione italiana, ritraduco dall’originale) leggiamo: «Un altro concetto dell’Illuminismo che ha svolto un ruolo importante nel dare forma all’immagine che l’Occidente ha di sé, la Storia come una narrativa di progresso che si evolve verso certi fini trascendenti fondata su una concezione del tempo, e della storia, come una narrativa di ininterrotto Progresso ascensionale». Grazie a questa concezione, continua Ghosh, l’Occidente ha potuto raccontare la propria storia come un percorso progressivo di liberazione ed emancipazione, in cui «le storie intrecciate di genocidio e schiavitù erano oscurate o presentate come deplorevoli deviazioni da questa narrazione», e ha potuto legittimare il suo dominio con la superiorità della propria cultura tralasciando quanto fosse fondato su schiavitù, colonialismo, commercio della droga (dalla coltivazione dell’oppio imposta dalla Gran Bretagna ai contadini indiani alla sua importazione imposta alla Cina con le ottocentesche guerre dell’oppio). Queste cose sono «relegate nell’irrilevanza semplicemente perché non rientrano nella narrazione del Progresso».
In realtà, abbiamo sviluppato anche un’altra tecnica della narrazione storica. Anziché dimenticare le Fosse Ardeatine e la Shoah, per esempio, le ricordiamo ossessivamente e ritualmente, ma oscuriamo la tecnologia, l’organizzazione, le procedure, il quadro mentale che le hanno rese possibili, e ci scarichiamo di questi orrori relegandoli nell’inumanità della «barbarie» o della «belva nazista». Siamo sempre vittime, mai perpetratori.
Grazie a questa concezione della storia, l’Occidente illuminato ha potuto spiegare il fatto che gran parte del genere umano non avesse la stessa storia progressiva collocandolo fuori dell’umanità stessa. Dopo tutto, quando parliamo di Occidente non parliamo di geografia (Dakar è molto più a occidente di Roma) ma di razza: l’Occidente di cui parliamo coincide sostanzialmente con la razza bianca.
Come ci ricorda il critico afroamericano Henry Louis Gates, secondo Hume gli africani non erano umani alla stessa stregua di come lo siamo noi; secondo Kant esisteva una diretta relazione fra «stupidità» e «nerità» («uno dei tanti esempi», commenta Gates, «dell’innata capacità dei filosofi europei di concepire l’umanità in termini ideali (bianchi, maschi) e disprezzare, aborrire, colonizzare o sfruttare esseri umani non ’ideali’».) e ancora nel 1813 Hegel ribadiva l’innata inferiorità degli africani. Più tardi, i nazisti ribadivano l’innata inferiorità dei latini e noi latini ribadivamo l’innata inferiorità degli slavi.
Ora, io so benissimo che anche «gli altri» hanno i loro orrori e i loro crimini (per capirsi: il 7 ottobre è un atto barbarico; Gaza è un massacro moderno, tecnologico e civilizzato), e non mi vergogno affatto di appartenere a questo benedetto Occidente in cui sono casualmente nato. Ma vorrei che questa identità che mi appartiene non venisse declinata in termini di etnocentrismo e suprematismo; vorrei che, quando ci illuminiamo di Imperativo Categorico, di Mozart e di Beatles, non ci scordassimo del Congo belga, degli Herero e di Debra Libanòs (e di Gaza).
Va bene ricordarci di Hegel come gloria dell’Europa e dell’Occidente, ma forse potremmo ricordarci anche che la cultura che ha generato Hegel (e che Hegel ha contribuito a formare) ha prodotto anche Auschwitz . Sì, «solo l’Occidente» è stato capace di immaginare la Shoah e di realizzarla. Insegniamo anche questo, ai ragazzi delle scuole della Repubblica, quando celebriamo gli anniversari.
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Immaginate che un domani a noi molto vicino possa essere istituita una commissione governativa che abbia il compito di controllare e giudicare i manuali in uso nelle scuole, ritenendo “politica” o “di parte” una determinata narrazione storica oppure una specifica presa di posizione da parte di un’associazione non-governativa. Immaginate che tale commissione governativa, ad esempio, possa ritenere “controversa” la posizione di una ONG sui diritti umani, facendo pressione sulla casa editrice affinché espunga quella parte dal manuale e questa, senza battere ciglio, prontamente obbedisca. Ora, da italiani, non dovremmo nemmeno far molta fatica ad immaginare una cosa del genere, non foss’altro perché circa un secolo fa siamo stati noi italiani a costruire la più grande macchina di propaganda del pensiero unico mediante l’istituzione di un Ministero della Cultura Popolare (Minculpop) in seno al fascismo.
CENSURA: il MIM «segnala il caso» e Zanichelli obbedisce
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