#disarmo
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gregor-samsung · 5 months ago
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“ Io vorrei dinanzi ai parlamentari europei, e quindi a tutta l'Europa, parlare ancora una volta delle nostre semplici e chiare posizioni sui problemi del disarmo. Esse sono il risultato della nuova mentalità e sono state sancite a nome di tutto il nostro popolo nella delibera del Congresso dei deputati del popolo dell'Urss: siamo per un mondo denuclearizzato, per la liquidazione di ogni tipo di armi nucleari entro l'inizio del prossimo secolo; siamo per la completa eliminazione degli armamenti chimici in tempi brevi e per la distruzione, una volta per sempre, della base produttiva di questo tipo di armi; siamo per la radicale riduzione degli armamenti convenzionali e delle forze armate fino a un livello di ragionevole sufficienza difensiva, che escluda l'impiego della forza militare contro altri Stati a fini offensivi; siamo per il completo ritiro di tutte le truppe straniere dal territorio degli altri paesi; siamo categoricamente contrari alla creazione di qualsiasi tipo di arma spaziale; siamo per lo scioglimento dei blocchi militari e per l'immediata instaurazione a tal fine di un dialogo politico tra di essi, per la creazione di un clima di fiducia, che escluda qualsiasi sorpresa; siamo per un controllo approfondito, conseguente ed efficace su tutti i trattati e gli accordi che possono essere conclusi sui problemi del disarmo. Sono fermamente convinto che gli europei avrebbero dovuto da tempo rendere conformi la propria politica e il proprio comportamento al nuovo buon senso: non prepararsi alla guerra, non minacciarsi reciprocamente, non competere nel perfezionare le armi e tanto meno nel tentare di «compensare» le riduzioni avviate, ma imparare a costruire insieme la pace, gettare per essa delle solide fondamenta. “
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Brano tratto dal discorso dell’ultimo segretario del Pcus all’assemblea del Consiglio d’Europa riunita a Strasburgo il 6 luglio 1989. Il testo, intitolato Appello all’Europa: dall’Atlantico agli Urali, è in:
Mikhail Gorbaciov, La casa comune europea, A. Mondadori (collana Frecce; traduzione in italiano a cura dell’editore sovietico), 1989¹; pp. 218-219.
[Prima edizione originale presso l'editore Агентство печати «Новости» (АПН), Mosca, 1989]
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aitan · 11 months ago
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La mia preferita è quella in basso a sinistra che fa:
- Che ti ha portato la befana?
- Un carro armato a pile, un mitra, un missile, due pistole e un disco di Bob Dylan contro la guerra!
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La megavignetta del Befanone, dopo averla rubata dalla pagina FB Coccobill e Jacovitti (dove, peraltro, appariva suddivisa in due parti), l'ho un po' restaurata per renderla più leggibile e colorata.
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tizianacerralovetrainer · 2 years ago
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Ricordatevi l’amore
mentre odiate il vicino di casa
e vi legate la ferita al dito.
Ricordatevi l’amore
mentre sgomitate per il posto migliore, mentre togliete il saluto e augurate il peggio a chi vi ha offeso,
mentre usate parole per fare taglia e cuci di vite che non sapete.
Ricordatevi l’amore
mentre chiudete fuori qualcuno perché ha commesso un errore,
mentre siete permalosi, imbronciati, rancorosi, inclini all’astio e al sospetto come condimenti abituali di ogni pensiero.
Ricordatevi l’amore
mentre scacciate i randagi dal vostro giardino, i rifugiati dai porti e le responsabilità dal petto,
mentre considerate sbagliato solo il comportamento altrui e mai il vostro.
Ricordatevi l’amore
mentre sparate esattamente dove sapete di poter ferire.
Ricordatevi l’amore
mentre pronunciate preghiere sicure di stare dalla parte giusta,
mentre scegliete la vittima e il carnefice,
mentre spiate la guerra altrui per sentirvi fortunati.
Ricordatevi l’amore
mentre fate della morte uno scoop emotivo e dei disperati un hashtag,
mentre cercate i colpevoli e non sopportate chi la pensa diversamente perché rende fragili le vostre insicure certezze.
Ricordatevi l’amore
ogni volta che chiedete la pace nel mondo e siete i primi soldati a sparare
nella trincea delle vostre piccole eppure pericolosissime
private
guerre.
Manuela Toto
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unita2org · 3 months ago
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TORNANO GLI EUROMISSILI IN GERMANIA E NESSUNO SE NE ACCORGE?
Tornano gli Euromissili in Germania e nessuno se ne accorge? Euromissili 21 Agosto 2024 Ennio Remondino Tornano gli euromissili e tornano in Germania. Esattamente come ai tempi della guerra fredda. Saltando che questa volta c’è una guerra calda, molto calda, e in casa. La Sicurezza europea minacciata da Putin, e la Germania paga pegno a Washington. In arrivo i nuovi Tomahawk. Il cancelliere…
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cantiereperipli · 6 months ago
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387 // "Microfono poetico per la pace" a Venezia il 16/05/2024
Condividiamo la locandina e i dettagli di un evento al quale parteciperemo domani presso la sede Emergency di Venezia alla Giudecca. Parleremo di pace e con l’occasione presenteremo la nuova edizione del Festival Palabra en el mundo di Venezia (23-24 maggio). . (Articolo a cura di G. Asmundo)
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magauda · 9 months ago
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In questo modo il Back Channel era ufficialmente aperto
Il primo incontro tra Nixon e Dobrynin ebbe luogo il 17 febbraio 1969 nell’ufficio del Presidente presso la Casa Bianca. Il Presidente accoglieva l’Ambasciatore nella Fish Room per poi condurlo nel suo ufficio per una conversazione privata. <24 Dopo una breve introduzione del Presidente, Dobrynin consegnava l’importante nota che i leaders sovietici gli avevano consegnato a Mosca, raccomandandosi…
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botallo · 9 months ago
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In questo modo il Back Channel era ufficialmente aperto
Il primo incontro tra Nixon e Dobrynin ebbe luogo il 17 febbraio 1969 nell’ufficio del Presidente presso la Casa Bianca. Il Presidente accoglieva l’Ambasciatore nella Fish Room per poi condurlo nel suo ufficio per una conversazione privata. <24 Dopo una breve introduzione del Presidente, Dobrynin consegnava l’importante nota che i leaders sovietici gli avevano consegnato a Mosca, raccomandandosi…
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sapergo · 9 months ago
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In questo modo il Back Channel era ufficialmente aperto
Il primo incontro tra Nixon e Dobrynin ebbe luogo il 17 febbraio 1969 nell’ufficio del Presidente presso la Casa Bianca. Il Presidente accoglieva l’Ambasciatore nella Fish Room per poi condurlo nel suo ufficio per una conversazione privata. <24 Dopo una breve introduzione del Presidente, Dobrynin consegnava l’importante nota che i leaders sovietici gli avevano consegnato a Mosca, raccomandandosi…
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bagnabraghe · 9 months ago
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In questo modo il Back Channel era ufficialmente aperto
Il primo incontro tra Nixon e Dobrynin ebbe luogo il 17 febbraio 1969 nell’ufficio del Presidente presso la Casa Bianca. Il Presidente accoglieva l’Ambasciatore nella Fish Room per poi condurlo nel suo ufficio per una conversazione privata. <24 Dopo una breve introduzione del Presidente, Dobrynin consegnava l’importante nota che i leaders sovietici gli avevano consegnato a Mosca, raccomandandosi…
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bigarella · 9 months ago
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In questo modo il Back Channel era ufficialmente aperto
Il primo incontro tra Nixon e Dobrynin ebbe luogo il 17 febbraio 1969 nell’ufficio del Presidente presso la Casa Bianca. Il Presidente accoglieva l’Ambasciatore nella Fish Room per poi condurlo nel suo ufficio per una conversazione privata. <24 Dopo una breve introduzione del Presidente, Dobrynin consegnava l’importante nota che i leaders sovietici gli avevano consegnato a Mosca, raccomandandosi…
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wordsmusicandstories · 9 months ago
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RePost: "The Peace Symbol ☮️"
Ripropongo un post di qualche anno fa, sempre di grande attualità I’m reposting an article from a few years ago, still very topical : On February 21, 1958, the peace symbol ☮ was used for the first time.That was the day of the Aldermaston March, (also known as the Easter March) a large anti-nuclear weapons demonstration that started from Trafalgar Square in London to arrive in Aldermaston, 80…
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gregor-samsung · 1 year ago
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“ Nel 1974 fu stimato dagli ufficiali del Governo americano che l'intero arsenale nucleare strategico degli USA era sufficiente a sganciare 36 bombe su ognuna delle 218 città sovietiche con popolazione superiore ai 100.000 abitanti. L'Unione Sovietica aveva 11 armi nucleari per ogni città americana di dimensioni analoghe. Nonostante i calcoli misteriosi di molti strateghi della guerra nucleare, non sono più di cento i bersagli degni di attacco nucleare sia in Russia che negli Stati Uniti, e solo menti malate potrebbero pensare di distruggere altrettante città in uno dei due paesi. Ognuna delle parecchie migliaia di testate nucleari potrebbe cancellare una città molto più a fondo della distruzione subita da Hiroshima e Nagasaki. Per quale scopo, allora, possono servire queste armi? Se lo scopo fosse di assicurarsi un deterrente mutuo, lo si potrebbe ottenere ugualmente con non più di 50-100 missili balistici lanciati da sommergibili per parte. Ma la pazza corsa continua e, continuando la proliferazione verticale, si produrrà necessariamente una proliferazione orizzontale. Una delle ragioni addotte per mantenere un livello così alto ed incosciente di capacità distruttiva è quella della « forza di contrapposizione ». Secondo la teoria della contro-forza le armi nucleari strategiche non dovrebbero essere usate per l'orrendo compito di mettere fuori combattimento città e relative popolazioni, ma contro bersagli militari come silos missilistici, depositi di munizioni e basi nucleari e, a questo scopo, sono necessarie per lo meno due testate per bersaglio. Si deve inoltre tenere di riserva un numero sufficiente di armamenti per un eventuale secondo attacco contro le città del nemico, nel caso egli sferri un attacco contro una base nucleare strategica. Questa giustificazione trascura ad arte che uno scambio nucleare di tale portata avvelenerebbe la maggior parte degli abitanti dell'emisfero nord per la ricaduta radioattiva e forse distruggerebbe gran parte dello strato di ozono dell'atmosfera terrestre, con tutti i pericoli sconosciuti che comporta. Nell'uno e nell'altro caso, che le armi vengano usate contro città o contro bersagli nucleari, un simile scambio costituirebbe una forma di pazzia e di suicidio internazionali. “
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Brano tratto da Nuovo approccio alla limitazione e riduzione delle armi strategiche, saggio di William Epstein raccolto in:
Scienza e disarmo, a cura di Gianni Ferrero, presentazione di Carlo Schaerf, edizioni Dedalo (collana Biblioteca n° 32), Bari, 1980¹; pp. 218-219.
NOTA: il testo raccoglie una scelta dei contributi presentati dai partecipanti al quarto ed al sesto corso dell’ISODARCO (International School on Disarmament and Research on Conflicts), tenuti rispettivamente a Padova nel 1974 e a Nemi nel 1976.
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aitan · 9 months ago
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Non c'è che dire, è un anno bellissimo per i venditori di armi ed i loro fiancheggiatori.
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pier-carlo-universe · 1 month ago
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Premio Nobel per la Pace 2024 all'Organizzazione Antinucleare Nihon Hidankyo: Il Commento di Luca Mattiazzi, Direttore Generale di Etica Sgr
L'importanza del disarmo nucleare e il ruolo della finanza etica nella promozione della pace globale.
L’importanza del disarmo nucleare e il ruolo della finanza etica nella promozione della pace globale. A quasi ottant’anni dall’attacco atomico che devastò le città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki, il Premio Nobel per la Pace 2024 è stato assegnato all’organizzazione giapponese Nihon Hidankyo. Fondata dai sopravvissuti al terribile bombardamento del 1945, l’organizzazione lavora…
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pettirosso1959 · 1 month ago
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A CHE SERVE L’UNIFIL?
La storia è nota. Migliaia di profughi della Guerra dei 6 Giorni vengono accolti dalla Giordania. Ma presto si dimenticano di essere ospiti di uno Stato. Girano per le strade armati e senza documenti, organizzano posti di blocco per raccogliere non meglio specificate tasse per la causa palestinese, perquisiscono i civili giordani, cercano di convincerli ad entrare nell’OLP nonostante siano soggetti alla leva militare giordana, rivendicano la competenza dell’OLP per i reati commessi in territorio giordano. Insomma, vogliono uno Stato nello Stato.
Quando nel 1970 questi profughi armati cercano addirittura di rovesciare re Husayn, la Giordania reagisce pesantemente. È il «Settembre Nero». Scoppia una guerra civile che durerà un anno. L’OLP sdogana la pratica degli scudi umani, che causano decine di migliaia di morti tra i civili, che per i miliziani islamici sono martiri. Rimarranno uccisi circa 6 mila guerriglieri. Gli altri si rifugeranno in Libano, dove li aspettano 100 mila profughi della Nakba, che non vedono l’ora di regolare i conti con Israele.
Le fazioni palestinesi si stanziano nel sud del Libano. E incominciano a fare il tiro a segno sulle città della Galilea. Di tanto in tanto sconfinano in Israele per compiere mattanze, come quella dell’11 marzo 1978, in cui muoiono 37 cittadini israeliani, tra cui 13 bambini.
Israele non resta a guardare. Il 14 marzo 30 mila soldati dell’IDF invadono il Libano ricacciando in una settimana l’OLP al di là del fiume Leonte, perdendo soltanto 20 uomini contro i 1000 dell’OLP, oltre a 3000 civili. In pochi giorni si riunisce il Consiglio di Sicurezza ONU, che emana la Risoluzione n. 425, con cui viene intimato ad Israele di ritirarsi, perché a calmare le acque ci penserà appunto l’UNIFIL, la Forza Multinazionale.
Questo UNIFIL, oltre ad assistere la popolazione civile, ha il compito di aiutare il Libano a ristabilire la propria sovranità, calpestata dai gruppi palestinesi che utilizzano il sud per lanciare attacchi a Israele. E dovrà coadiuvarlo nel disarmo delle milizie palestinesi. Il Consiglio di Sicurezza vuole che Israele se ne torni a casa, ma tra la linea blu e il fiume Leonte non dovrà rimanere neppure un Fedayyn con una scacciacani.
Israele si ritira. Ma sia l’esercito del Libano che l’UNIFIL non combinano nulla, a parte fare la guardia ai cedri millenari. Cacciate dall’IDF, nel giro di un anno le milizie palestinesi si ripresentano nel sud più agguerrite che mai. Nel frattempo Komeini è salito al potere ed è nata la sanguinosa Hezbollah, che riprende lo sport preferito dei guerriglieri islamici: i razzi verso la Galilea. Tanto che Israele è costretto nel 1982 a invadere ancora.
Sarà sempre la stessa storia, con ulteriore replica nel 2006. Da quasi mezzo secolo, nel rispetto delle decisioni del Consiglio di Sicurezza, ogni volta Israele lascia il Libano attendendo invano la bonifica proclamata dall’ONU, ossia il disarmo completo di ogni gruppo armato nel sud. Le successive quattro risoluzioni del Consiglio di Sicurezza continuano a rimanere lettera morta.
Israele ha appena invaso per la quarta volta il Libano nel tentativo di sbaragliare Hezbollah, foraggiato dall’Iran che gli manda armi attraverso la Siria, sotto lo sguardo non troppo severo proprio di quelli dell’UNIFIL, che in tutti questi anni hanno visto sotto il naso spuntare come funghi kilometri di tunnel come quelli di Gaza. Ora Hezbollah, secondo una tecnica ormai collaudata, si è ritirata a ridosso della forza multinazionale, sulla quale Israele, visti i precedenti, ripone ben poca fiducia. Ma volendo chiudere i conti con il Partito di Dio una volta per tutte, Israele sta entrando in un pesante conflitto con la forza multinazionale, che non vuole saperne di andarsene, almeno per ora.
Ma se l’UNIFIL è stato inviato nel sud del Libano dal Consiglio di Sicurezza ONU per disarmare qualsiasi milizia ostile a Israele, visti i fallimenti dell’ultimo mezzo secolo, per quale motivo Israele non dovrebbe esigere che l’UNIFIL svolga il compito per cui è stato creato? «Se non ci pensate voi, ci pensiamo noi» avrebbe detto Herzl Halevi, capo di stato maggiore dell’esercito israeliano.
Antonello Tomanelli.
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turangalila · 28 days ago
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Sigismondo D'India (1582-1629)
[Le Musiche del sig. Sigismondo D'India (1618)] [Le Musiche del Cavalier Sigismondo D'India a 1 et 2 voci, libro quarto (1621)]
— Questa mia aurora Questa mia aurora / Che m'inamora / E dolce il cor m'impiaga / Quand' ella scorge / Luce mi porge, / De l'alb'assai piu vaga. // Se parla o ride, / Arde et ancide / E in fere, e consola, / Se mira e tace stempra / E disface, e l'alma, / E’l cor invola. // Ah se tu nieghi / A tante preghi, / Sanar l'alma che langue, / In un baleno / Io vengo meno, / Hor mai pallido e sangue. // Deh qui t'invi'anima mia / E rasserena il giorno / Nel qual sospiro / S’io non ti miro, / O mio bel sol adorno. // De che farai / Quando ch'havrai, / Morto il tuo fido amante, / Cile terra e inferno / Dira in eterno, / Che sei cruda e inconstante. // Ma se pietosa / E non ritrosa, / Ti rendi al mio dolore / Ciel, terra e inferno / Dira in eterno, / Che in te sol regn'Amore.
— Odi quel Rosignolo
I. Odi quel rosignolo / Che dolcemente canta? / E chi forse ti credi / Che gli dia tanto spirto e tanta voce / In sì piccole fauci? E che gli insegni / Spirar musico suono? / Or lunghissimo, or tronco / Ora raccolto, or sparso. / Odi come gli accenti / Ora promette, or gli niega / Or gl’intreccia, or gli lega, or gli discioglie.
II. Mormora seco alquanto / E spiega poi repente il canto, or chiaro / Or pieno, or grave, ora sottile, or molle. / Or l’innalza, or cade / Or la sostiene, or la spiega, or la vibra / Or l’inaspra, or la tempra, or l’ammolisce. / Il mastro e solo Amore. [Francesco Bracciolini]
— Mentre che ’l cor Mentre che ’l cor dagli amorosi vermi / fu consumato, e ’n fiamma amorosa arse, / di vaga fera le vestigia sparse / cercai per poggi solitarii et hermi; // et ebbi ardir cantando di dolermi / d’Amor, di lei che sí dura m’apparse: / ma l’ingegno et le rime erano scarse / in quella etate ai pensier’ novi e ’nfermi. // Quel foco è morto, e ’l copre un picciol marmo: / che se col tempo fossi ito avanzando / (come già in altri) infino a la vecchiezza, // di rime armato, ond’oggi mi disarmo, / con stil canuto avrei fatto parlando / romper le pietre, et pianger di dolcezza. [Francesco Petracco]
_ Sigismondo D'India – Madrigali E Canzonette. Maria Cristina Kiehr, Concerto Soave, Jean-Marc Aymes. (2003, Harmonia Mundi – HMC 901774)
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