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Forse non poteva esserci luogo più adatto per un viaggio durante il periodo di san Valentino. Siamo infatti nel cuore del New England, qui nel 1620 arrivarono i primi Padri Pellegrini a infondere linfa vitale in un corpo ancora vergine. Un cuore che ha continuato a pulsare …per i successivi quattro secoli modellando non solo la storia e la cultura del Massachusetts, bensì dell’intero Paese.
Dopo essere atterrati con un volo TAP dall’Italia con stop over a Lisbona e aver passato qualche giorno nella magnifica Boston (in questo articolo qualche consiglio di viaggio), il nostro viaggio on the road nel cuore del New England comincia tra le strade innevate del Massachusetts attraverso colline, fiumi e paesaggi mozzafiato che ci fanno conoscere dapprima Salem e poi Concord.
Inverno a Boston
Newbury Street
Skyline invernale di Boston
Salem, la città delle streghe e non solo
Arrivati in città abbiamo il tempo di assaporare l’atmosfera elegante dell’Hotel Hawthorne dove siamo ospitati. Questo storico albergo é dedicato al compositore del primo romanzo della letteratura americana, “La lettera scarlatta”, il quale nacque a Salem nel 1804. É considerato uno dei più grandi narratori dell’800 così tendiamo le orecchie per farci sussurrare da lui il racconto di questa cittadina dalla storia antica.
Tra il 1692 e il 1693 Salem fu teatro di una delle maggiori ferite della storia statunitense, i “witch trials”, che portarono alla morte di 20 presunti colpevoli di stregoneria nel contesto di una psicosi di massa e di una atmosfera cupa che é possibile rivivere visitando il Salem Witch Museum. Per fortuna quella non fu che una parentesi, oggi le uniche streghe sono dolci bambine che invadono la città ad ottobre durante la festa di Halloween probabilmente più affascinante di tutti gli Stati Uniti.
Il Museo delle Streghe
Monumento alle Streghe di Salem
L’entrata del Museo
Nave Storica nel porto di Salem
Ma Salem non offre solo streghe, brividi e feste di Halloween; é una cittadina dall’animo marittimo che offre piacevoli e interessanti passeggiate all’aria aperta assaporando atmosfere romantiche, rilassanti e golose… Soprattutto se capitate qui come noi durante il Salem’s So Sweet Chocolate and Ice Festival, nominato recentemente uno degli America’s best winter festivals. La città si cosparge letteralmente di cioccolato, che assaggiamo a volontà mentre ammiriamo le 25 statue di ghiaccio che vengono create ad hoc per il festival è disposte ovunque nel downtown Salem.
Sazi e inebriati da tanti sapori e rumori ci concediamo un momento di silenzio e meditazione, ammirando l’invidiabile collezione d’arte del Peabody Essex Museum che oltre a opere del New England e dell’arte occidentale mette in mostra un’anima intercontinentale facendoci volare oltreoceano dritti nella antica dimora cinese Yin Yu Tang, della famiglia Huang. Recentemente acquisita dal museo, questa affascinante casa di oltre 200 anni, offre un imprevisto parallelo fra la cultura rurale Cinese e quella americana.
Quando pensiamo che le sorprese siano finite, il museo ci spiazza con una special exhibit sulle scarpe con oltre 300 paia di calzature da tutto il mondo. Il titolo é Shoes: pleasure and pain, che dire, forse sanno che uno dei talloni d’Achille di noi blogger é proprio il dolore ai piedi per gli infiniti chilometri percorsi.
L’atrio principale del Peabody Essex Museum
Shoes: pleasure and pain
La dimora cinese di Yin Yu Tang
Una scarpa particolare dell’esposizione
Arte marittima
Ai primi del XIX secolo Salem era la città con il più alto reddito pro capite degli Stati Uniti, ciò grazie all’importanza del suo porto dove attraccavano le navi di ritorno da Cina e India, portando in patria la molassa per il rum e il black gold, il pepe nero di Sumatra. Questo fulgido periodo della storia di Salem é riflesso nell’Hotel The Merchant, la casa di uno dei suoi più rappresentativi mercanti – Joshua Ward – che sul finire del ‘700 ospitò il nuovo presidente George Washington. Abbiamo l’occasione di visitare questa meravigliosa struttura e ammirarne la ricercata architettura e i suoi interni variopinti e rimodernati, ma pursempre mantenendo stile e identità ben precisi.
Dopo una passeggiata nel centro città e attraverso una delle sue vie più eleganti – Washington Street -siamo di ritorno all’Hotel Hawthorne, dove sediamo per un meritato tè caldo proprio sotto un bellissimo ritratto del nostro narratore. Guardandolo negli occhi, sembra volerci dire: “Ragazzi, ora é tempo per voi di raccontare la mia amata Salem”.
Salone principale dell’Hotel Merchant
Washington Street @SALEM
L’interno dell’ Hotel Merchant
Ritratto di Nathaniel Hawthorne
Concord, dove la letteratura é di casa
Un breve trasferimento ci porta da Salem direttamente al centro storico della cittadina di Concord, centro di vitale importanza per la letteratura americana.
Intere generazioni di ragazze americane e non solo, sono cresciute leggendo e appassionandosi alle travagliate vicende di Amy, Jo, Meg e Beth, le Piccole Donne del libro di Louisa May Alcott. Ognuna di loro si sarà immaginata seduta insieme a loro, la vigilia di Natale, nel salotto di una casa di legno immersa nel verde dei boschi limitrofi di Concord. La scrittrice ambienta la storia proprio nella casa in cui è cresciuta e oggi ci é possibile “camminare” all’interno del romanzo visitando the Orchard House che propone fedelmente gli ambienti originali.
Indicazioni: Home of Little Women
Un tavolo nella casa di Louisa
Il libro “Piccole Donne”
The Orchard House
Agli inizi dell’800 proprio nel Massachussets nasce una nuova corrente di pensiero e letteraria, il trascendentalismo, quale vigorosa affermazione dell’originalità della cultura americana su quella europea per stabilire un rapporto più profondo e originale con il “nuovo mondo” attraverso la ricerca di un ritorno alla semplicità e alla natura vista nei suoi aspetti migliori e benefici per l’uomo.
Nato dagli incontri di un piccolo gruppo di amici, si rivelò una delle forze più potenti nella letteratura e nella politica d’America, una forza rigenerante nel pensiero americano. E non c’è forse posto più rappresentativo di questo movimento della Old Manse, casa in stile Georgiano, autentico crocevia politico e letterario. Raggiungiamo questa dimora storica nel primo pomeriggio e rimaniamo affascinati dalla bellezza della “vecchia mansione” come la chiamò Il poeta e filosofo padre del Trascendentalismo, Ralph Emerson quando la costruì nel 1770. Circondata da una ricca vegetazione, trasuda storia. Passeggiando sui suoi pavimenti scricchiolanti ci sembra si sentire ancora le lunghe chiacchierate politiche e letterarie dei più grandi scrittori statunitensi del XIX secolo: Emerson, Alcott, Fuller, Hawthorne, Thoreau…
Quest’ultimo fu colui che maggiormente ricercò il recupero di una innocenza originaria nella natura. Henry David Thoreau pubblicò per la prima volta “Walden, ovvero La vita nei boschi”, nel lontano 1854, più di un secolo e mezzo fa. Il libro è dedicato al racconto di un’esperienza che l’autore visse nel 1845 quando, quasi trentenne, andò a vivere in una piccola casa da lui stesso costruita sulle rive del lago Walden, vicino alla città di Concord.
Partiamo nel primo pomeriggio, lasciando la città per entrare nel parco statale di Walden Woods, certamente diverso dal luogo selvaggio esplorato dal grande scrittore ma dove tutt’oggi si può visitare la replica della capanna costruita da Thoreau con le proprie mani e avvicinarsi allo stato d’animo dello scrittore che ad un certo punto della sua vita sentì l’esigenza di intraprendere quell’avventura per distaccarsi dalla società in cui viveva.
Il bosco nei pressi del lago
I resti della casa di Thoreau
“ANDAI NEI BOSCHI…”
La ricostruzione della casa di Thoreau
“Andai nei boschi per vivere con saggezza, vivere con profondità e succhiare tutto il midollo della vita, per sbaragliare tutto ciò che non era vita e non scoprire, in punto di morte, che non ero vissuto.”
Così scrive Thoreau nel suo libro e mentre osserviamo il luogo dove una volta sorgeva la capanna di Walden, chiudo gli occhi e lo immagino chinato mentre lavora nell’orto e mi rendo conto di quanto sia attuale il suo messaggio che non era di una radicale e ottusa ecologia; il suo eremitaggio bensì cercava di mostrare come la civiltà potesse essere benefica se ricondotta alle sue origini strutturali, a dinamiche legate alla natura e alla vera soddisfazione dell’anima umana. Oggi infatti siamo abituati a ragionare con frenesia, egoismo e superficialità e non siamo più capaci di apprezzare le cose piccole e semplici che lo resero felice, come il lavoro nell’orto, le passeggiate nel bosco e le acque limpide di un bel lago.
Il Lago Walden in tutto il suo splendore invernale
Siamo sicuri che i vostro viaggio nel Massachusetts potrà essere ancora più profondo e spettacolare del nostro! Per ulteriori informazioni e consigli, date un occhiata al sito dell’Ufficio del Turismo per lo Stato del Massachusetts e la città di Boston – massvacation.it – che ci ha permesso di vivere “un infinità di luoghi per calibrare lo spirito” e condividerli con voi!
©copyrights foto Denis Strickner e massvacation.it
Il mio viaggio invernale in Massachusetts con consigli su dove andare e cosa vedere Forse non poteva esserci luogo più adatto per un viaggio durante il periodo di san Valentino. Siamo infatti nel cuore del…
#Concord#Henry David Thoreau#Lago Walden#Louisa May Alcott#Massachussets#New England#Orchard House#Piccole Donne#Salem#USA#Winter in New England
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Praca Do Commercio
Nei giorni successivi decidiamo di girovagare con più calma senza seguire troppo le mappe. Questo girovagare ci porta a Praca do Commercio dove si ergeva il palazzo reale Ribeira, distrutto dal terremoto del 1755, passando per l’Arco da Rua Augusta con la sua maestosa porta; alla Cattedrale di Santa Maria Maggiore detta anche Sè de Lisboa (o Igreja de Santa Maria Maior), principale luogo di culto cattolico di Lisbona. Le salite e i punti panoramici (miradouros) ci portano fino al Castello di Sao Jorge situato sulla collina più alta del centro storico. Dopo esserci goduti le vie e l’atmosfera che si respira vicino al castello ripartiamo in direzione LX Factory, questo è uno dei centri culturali più visitati di Lisbona e si trova nel quartiere di Alcantara, a pochi passi dal Ponte 25 de Abril. In questo spazio di Lisbona potrete rilassarvi nei locali tipici e potrete visitare negozi veramente caratteristici e particolari. Noi ci siamo spostati con il tram, il mezzo più veloce, tipico e che meglio ti fa sentire lisbonese. In particolare, il tram 15E collega il centro della città al quartiere di Belem, con numerose fermate tra cui Calvario dalla quale è possibile raggiungere LX Factory.
Vai alla tappa precedente: Lisbona: scoprendo la capitale! Parte #1
Non si può lasciare Lisbona senza aver mai provato le Pasteis de Nata (cestini di pasta sfoglia con crema pasticciera) nell’antica e famosa pasticceria “Pasteis de Belem“. Noi abbiamo deciso di acquistare le Pasteis sia in un supermercato (a basso prezzo) sia di assaggiarle l’ultima sera nell’antica pasticciera dove costano circa 1€ l’una e la differenza non è poi così netta. In entrambi i casi le abbiamo trovate veramente deliziose. Un’altro “must” di Lisbona è il giro con il Tram 28, grazie a questo tram potrete fare un giro di tutta la città visto il vasto percorso che effettua e, se sarete fortunati, potrete godervelo da seduti. Noi non ce lo siamo goduti dal momento che, dopo un’ora di fila al capolinea abbiamo effettuato il giro in piedi senza goderci il panorama, la corsa del tram è spesso interrotta a causa di macchine mal parcheggiate nel strette stradine che percorre.
Il programma di viaggio prevedeva 4 giorni a Lisbona e altri 3 in un campeggio nel sud del Portogallo ma, vista la bellezza, la comodità della città e della nostra camera e vista la stancante esperienza in campeggio, decidiamo di rimanere a Lisbona tutta la settimana. Questo cambiamento dei piani ci servirà per affrontare la seconda metà del nostro viaggio con più carica e più energia. Decidiamo di visitare meglio il paesino che ci sta ospitando, Loures, con i suoi piccoli negozi, stradine e il Centro commerciale Loures Shopping (in cui abbiamo acquistato le ottime pasteis) e passeggiare nel cuore della città di Lisbona alla ricerca di souvenir da aggiungere a quelli di tutti i nostri viaggi. Una cosa curiosa della nostra permanenza Lisbona è il fatto che in sette notti abbiamo guardato tutti gli Harry Potter, tranne l’ultimo!
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La mattina del 17 agosto, dopo aver salutato la nostra ospitante, facciamo i bagagli e ripartiamo per la Spagna, direzione Andalusia.
Un saluto da Davide e Giulia!
Lisbona: scoprendo la capitale! Parte #2 Nei giorni successivi decidiamo di girovagare con più calma senza seguire troppo le mappe. Questo girovagare ci porta a…
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Portogallo: una giornata ad Alchocete città di saline, fenicotteri e vacanze reali
#Portogallo: una giornata ad #Alchocete città di saline, fenicotteri e vacanze reali
Rieccoci ad un altro appuntamento con le mie Pillole di Portogallo. Oggi voglio portarvi in una cittadina non invasa dai turisti e semisconosciuta anche a molti portoghesi. Una cittadina sulla sponda del fiume Tago opposta a Lisbona. Dove vi porto? Oggi andiamo alla scoperta di Alcochete.
Come avete capito, riprendiamo l’auto per una gita fuori porta a pochi chilometri da Lisbona. Superato il…
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5 piscine atlantiche vicino Lisbona, la mia selezione
5 #piscine atlantiche vicino #Lisbona, la mia selezione
Oggi dedico questo articolo a tutte le persone che amano il mare ma per una ragione o l’altra non amano onde e fondali dove non si tocca. Soluzione? Le piscine oceaniche. Ovvero, le piscine di acqua salata (di oceano) senza sabbia e con vista privilegiata sull’oceano Atlantico. Prendete nota di questa mia selezione di 5 piscine oceaniche nei pressi di Lisbona, non ve ne pentirete. 1- Grande…
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Sempre più spesso ricevo richieste dai miei lettori e potenziali turisti che vogliono scoprire zone limitrofe a Lisbona perché vogliono visitare altri luoghi più naturalistici e meno affollati della capitale. Uno dei miei consigli, sopratutto per coloro che hanno l’auto a disposizione, è la visita della Serra da Arrábida.
Qui di seguito suggerisco una serie di località da visitare in una giornata, ovviamente, operando delle selezioni, oppure, diluite in un lungo fine settimana, proprio come abbiamo fatto noi.
UN POSSIBILE ITINERARIO
Partendo da Lisbona, in direzione sud, si passa sul magnifico ponte Vasco da Gama, famoso per i suoi 17,2 km di lunghezza. Prima località che vi consiglio Setúbal con i suoi vini, i delfini e i calamari fritti.
Dopo Setúbal consiglio Palmela, altra città di vini, Azeitão per il famoso formaggio e i mulini ed infine dritti verso la Serra da Arrábida, uno dei mie posti preferiti in questa zona, con il romantico Portinho da Arrábida, la cappella nella grotta marina e il convento.
Non siete ancora soddisfatti? Potrete sempre aggiungere all’itinerario la cittadina Sesimbra e la magnifica scogliera di Cabo Espichel.
Setúbal
Prima tappa di questo on the road portoghese è la cittadina di Setúbal. Una gemma custodita nel Parco Naturale della Serra de Arrábida, ideale per una visita rilassante, per ritrovare un po’ di tranquillità dalla frenatica Lisbona e dove potersi sedere a tavola e mangiare dell’ottimo pesce fresco accompagnato da un buon vino locale. Continuate a leggere qui.
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Palmela
Proseguendo il nostro viaggio arriveremo a Palmela, una cittadina edificata su una collina con una magnifica vista a 360º su Lisbona e il fiume Tago da un lato e dall’altra parte il fiume Sado e la Serra de Arrábida. Continuate a leggere qui.
Azeitão
Ad Azeitão ci andiamo spesso, è una cittadina tranquilla dalle classiche caratteristiche architettoniche dell’Alentejo. Si mangia bene e spende poco. Dal nome capiamo subito che questa piccola cittadina è strettamente legata all’olio, azeite in portoghese.
Era una terra ricca di olivi che piantarono i mori ben prima che i cristiani arrivassero ad invadere e conquistare il Portogallo. Sin dal quattrocento fu “invasa” dai portoghesi moderni durante le ferie perché ritenuta meta alla moda. Imperdibile la rotta dei mulini, oggi traformati in museo rurale. Continuate a leggere qui.
Parco Naturale di Arrábida
Conclusa la visita di Azeitão e dei mulini, la strada si fa più interessante, sarete immersi nella serra, un parco naturale protetto, il Parque Natural da Arrábida. La natura qui la fa da padrona e vi regalerà delle viste mozzafiato a picco sull’oceano Atlantico.
Lungo la strada, consiglio di fermarvi diverse volte per scattare qualche foto, respirare profondamente ed ammirare questo paradiso verde che si distende ai vostri piedi.
Il parco naturale vi sorprenderà con la sua estensione di più di mille ettari e una scogliera alta 380 metri sul livello del mare.
Lungo la strada vi consiglio due soste: la prima per visitare il Convento da Arrábida e la seconda per visitare e magari anche pranzare al romantico Portinho da Arrábida.
Il convento da Arrábida si può visitare solo prenotando una visita guidata il mercoledì, sabato o la domenica (inviare un’email a [email protected]). La visita è a pagamento (cliccare qui).
È un convento del XVI secolo in un’area di 25 ettari inserito nella magnifica serra. Il Convento Vecchio è situato sulla parte più elevata della collina mentre il Convento Nuovo si trova a metà strada verso l’oceano così come il giardino e il Santuario del Buon Gesù.
Foto: foriente.pt
Conclusa la visita, continuando sulla strada dopo poche curve, troverete l’indicazione Portinho da Arrábida. Durante il periodo estivo non è possibile raggiungere il porticciolo in auto ma potete usufruire di un ottimo servizio di navetta gratuita (e circolare dalle 9 alle 19, orario continuato) che dal parcheggio gratuito, lungo la strada prima della sbarra con la polizia, vi porterà in basso fino alla rinomata spiaggia.
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Potete anche raggiungerlo a piedi magari poi utilizzando la navetta per risalire. Pensate che la sua spiaggia è stata dichiarata una delle “7 Maravilhas Naturais de Portugal” (7 meraviglie naturali del Portogallo) nella categoria Spiagge e Falesie. Direi che hanno ragione.
Innamorati del luogo, decidiamo di pranzare qui. Invece della confusione dei ristoranti sulla spiaggia scegliamo di fermarci in alto per approfittare anche della vista a picco sull’oceano Atlantico.
Pranziamo da Mafalda, sembra più un bar di spiaggia che un ristorante ma il pesce fresco è ottimo ed i prezzi più bassi rispetto ai ristoranti della spiaggia. Consigliatissimo!
Dopo pranzo, per digerire, vi consiglio di visitare la quasi sconosciuta grotta marina Cave o Lapa de Santa Margarida con la sua cappella cristiana (anche se sull’altare troverete un po’ di tutto, anche statuette “stregonesche”).
La grotta fu scoperta nella seconda metà del XVII secolo e al suo interno fu eretto un altare dedicato a tre santi: Santo Antonio, Santa Margherita e Nossa Senhora da Conceição. Oggi l’immagine votina di Santa Margherita è custodita nel museo del Convento da Arrábida.
Come potete immaginare sono numerose le leggende sulla grotta. Quella che trovo più interessante è la storia di una nave di pescatori che, in fuga dai pirati, si scontra con alcune rocce ed affonda. I pescatori trovano la grotta e si salvano tutti. Come ringraziamento, collocano una barca nella mano dell’immagine della Madonna.
Non è molto facile raggiungerla, dovrete fare un percorso di 10 minuti con circa 200 gradini (alcuni molto alti). Lo sforzo però vale la faticata. N.B.: non ci sono indicazioni dell’inizio del percorso ma potete chiedere alla polizia o residenti del luogo (N 38° 28.234′ W 008° 59.272′).
SESIMBRA
Arriviamo a Sesimbra, non affatto sconosciuta. Fondata in cima a una collina, alcuni ritrovamenti fanno risalire l’insediamento umano al 3000 a.C. Nell’età del Ferro (VIII-II) fu abitata dai Cempsos (tribù della penisola
Iberica) dai quali proviene il nome Sesimbra. Se avete la possibilità, tentate di partecipare al recupero delle reti dei pescatori (la tradizionalearte xávega). Continuate a leggere qui.
Cabo Espichel
Siamo giunti all’ultima tappa del nostro on the road portoghese. Il vento qui è sempre forte ma per fortuna soffia nel lato giusto, ovvero contrario alla vertiginosa e abissale Baía dos Lagosteiros.
Per ammirare il faro e la baia si passa tra le lunghe braccia del Santuario di Nossa Senhora do Cabo Espichel (XIV sec.), costruito da un eremita allo scopo di conservare un’immagine della Vergine che fu incontrata in cima ad una rocca.
Le lunga braccia della chiesa centrale erano piccole case che ospitavano i pellegrini, ma nel 1715 si trasformarono in alloggi per visitatori e piccoli negozi. Oramai ne è rimasto solo uno.
Camminiamo in religioso silenzio, questo posto magico, ha un’energia molto forte. Arriviamo al faro costruito nel 1790, il più antico del paese. Qui la nostra gita si conclude.
Se volete altri consigli su gite fuori porta da Lisbona ci consiglio di continuare a navigare nel mio blog, troverete numerosissime altre mete da inserire nel vostro diario di viaggio. Buon Portogallo a tutti!
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Dopo avervi portato virtualmente con me da Lisbona a Cacilhas, oggi riprendiamo il traghetto da Lisbona per raggiungere Barreiro, cittadina visitata molte volte dal grande navigatore Vasco de Gama. Perché? Perché era luogo di costruzione navale. Le barche costruite a Barreiro portarono i portoghesi a scoprire mezzo mondo. Vi ho incuriosito?
Prima di presentarvi la cittadina nella mia consueta forma stilistica, voglio condividere con voi una curiosità: sapevate che Barreiro è stata scelta come location del video Enjoy The Silence dei Depeche Mode e gli U2 registrarono e fotografarono lo spazio industriale di Barreiro per il loro album How to Dismantle an Atomic Bomb? Non ve lo aspettavate, vero?
youtube
Un po’ di storia
Dalle modeste origini, antigamente Barreiro era appena un piccolo paesino a bordo fiume che comincia poi a crescere dopo la conquista cristiana della zona, per opera dei cavalieri dell’Ordine di Santiago.
Gli abitanti erano prevalentemente pescatori oppure lavoratori della saline. Di Barreiro però si parla appena nei libri di storia come un luogo strategico per le scoperte marittime ad opera dei portoghesi proprio per la motivazione che vi avevo accennato pocanzi, ovvero, l’ottima posizione geografica per la costruzione delle navi.
Solitamente le imbarcazioni erano costruite all’inizio dell’estate nella Ribeira das Naus di Lisbona, oggi luogo di passeggio e relax ai tavolini dei tanti bar e chioschetti vista fiume. Durante l’inverno, invece, le navi erano costruite nella Feitoria da Telha, ai margini del fiume Coina, una zona riparata dalle tempeste e le forti correnti.
In questa stessa zona importante fu anche la fabbricazione di biscotti, quelli del forno di Mata da Machada, alimento fondamentale durante le lunghe navigazioni. Per non parlare poi della produzione del vino e dell’estrazione del sale. Come vedete Barreiro ha una lunga storia commerciale che la porta oggi ad essere luogo di interesse per l’archeologia industriale, oggetto di numerosi tour ed itinerari turistici.
Grazie allo sviluppo di Barreiro sin dal 1861 si trasforma in una moderna città industriale ed operaia. Vi piacerebbe visitarla virtualmente con me?
cosa visitare a barreiro
Hou lá hou demo barqueiro, sabeis vós no que me fundo? Quero lá tornar ao mundo, e trazer o meu dinheiro, qu´ aquel ´outro marinheiro, porque me vê vir sem nada, dá-me tanta borregada (pancada) como lá do Barreiro. GIL VICENTE, Auto da Barca do Inferno.
E se la cittadina è decantata anche da Gil Vicente noi non possiamo certo non visitarla. Qui di seguito alcuni miei consigli per scoprire al meglio la cittadina e trascorrere una giornata fuori Lisbona.
COME ARRIVARE
Da Lisbona basterà prendere il traghetto della Transtejo dalla stazione fluviale in Piazza del Commercio. Il tragitto di navigazione durerà appena 20 minuti e potrete utilizzare la tesserina ricaricabile dei trasporti (per approfondire, cliccate qui).
Prima di indicarvi un possibile itinerario da fare a piedi, alla scoperta di Barreiro, voglio consigliarvi di “non seguirlo” ma di perdervi, il miglior modo per scoprire questa cittadina, infatti e proprio come abbiamo fatto noi la prima volta. Il nostro istinto ci ha fatto scoprire delle piccole viuzze molto pittoresche.
Se invece volete approfittare delle nostre scopert,e perché avete poco tempo a disposizione, allora vi consiglio quanto segue.
Sbarcati ed usciti dalla stazione vi attenderà un enorme parcheggio e terminal di diverse linee di autobus. Attraversando l’intero parcheggio e girando a sinistra dinanzi a voi vedrete un edificio abbastanza insolito e colorato, sarete arrivati all’ADAO -Associação Desenvolvimento Artes e Ofícios. Se mi seguite su Facebook avrete visto i video e le foto della passata edizione dell’Open Day [presto il video].
luoghi d’interesse
ADAO è un’associazione di inclusione artistica che ha occupato un antica caserma dei vigili del fuoco abbandonata. Al suo interno tutte le espressioni artistiche sono le benvenute. 3200 metri quadrati di spazio espositivo per offrire una gigantesca sala d’esposizioni ed un’incubatrice di idee e nuovi progetti degli artisti indipendenti nazionali ed internazionali.
GALLERIA FOTOGRAFICA
Se ADAO vi è piaciuto significa che, come me, amate l’arte urbana. Sicuramente non ve lo aspettate ma Barreiro è ricca di opere di artisti famosi e/o meno famosi ma le cui opere che vi lasceranno a bocca aperta. Il mio consiglio? Deambulare senza meta tra i violetti del centro a caccia di opere.
Le più famose sono sicuramente quelle di Bordalo II e di Vhils di cui vi ho parlato ampiamente nella sezione del blog dedicata alla Street Art. Per chi non la conoscesse, invito a cliccare qui.
Sicuramente una delle passeggiate da fare a Barreiro è quella lungo fiume dove potete ammirare numerosi mulini ad acqua, anticamente erano 11 ma potrete ancora trovare traccia di quelli di: Coina, Telha, Palhais, Grande, Pequeno, del Cabo, de’ El Rei, in Vale de Zebro.
In funzione sin dal medioevo i “Moinhos de Maré” e i “Moinhos de Vento” sono uno dei punti d’interesse più visitati della città. Chi non resta incantato dal fascino di un mulino? I più famosi sono sicuramente i tre mulini fatti costruire nel 1852 dalla famiglia Costa in Alburrica dai nomi curiosi: O Gigante, o Poente e o Nascente.
Il primo di stile olandese disattivato nel 1919 fu trasformato in abitazione di pescatori fino al 1998, anno in cui passa di proprietà del comune. Gli altri due mulini, Nascente e Poente, sono di stile comune entrambi disattivati nel 1950 e di proprietà del comune sin dal 1973. Bellissimo il pannello di azulejos che decora il mulino Poente e rappresenta la Madonna del Rosario.
Ci sono anche dei percorsi consigliati dall’ufficio del turismo di Barreiro. Il percorso di circa 10 km si estende dalla spiaggia di Copacabana fino a Augusto Cabrita. È un percorso in pianura che dura circa 3 ore e può essere effettuato anche con guida (5€) o audio guida (3€). Se non volete percorrere 10 chilometri a piedi potete optare per l’alternativa in autobus 1, 3 e 7 il costo è di 10€. Maggiori informazioni.
museo industriale della baia del teJo
Altro circuito da fare, se amate l’archeologia industriale, è la visita dell’antica CUF, un complesso industriale inaugurato nel 1908. Si fabbricavano olii per saponi ed altri derivati, Il boom economico arriva durante il periodo fascista con il blocco delle importazioni per sviluppare la produzione interna del Paese. L’impianto si ingrandisce includendo anche un asilo, un cinema ed altri luoghi di incontro per i lavoratori e le loro famiglie.
Il museo è stato inaugurato il 20 dicembre del 2004 e riunisce importanti reperti, macchinari dell’area tessile, chimica, metalmeccanica, produzione elettrica, sicurezza ed igiene, giusto per citarne alcuni. Maggiori informazioni.
Se anche voi amate le imbarcazioni come me non potete perdere un incontro ravvicinato con la “varino Pestarola“, antica imbarcazione a vela del XIX secolo che serviva per il trasporto di materiali come carbone, sughero, sabbia, cereali, legno ed altro ancora fino alle limitrofe zone fluviali.
Nel 1999 il comune di Barreiro acquisisce l’imbarcazione allo scopo di salvaguardare e preservare il patrimonio culturale ed ambientale della zona. Per informazioni sulle prenotazioni di visita e navigazione, cliccare qui.
spazio della memoria
Inaugurato il 29 giugno del 2014, è uno spazio museale centrato sulla storia, identità e patrimonio locale di Barreiro e dintorni. Numerose sono le esposizioni organizzate, workshop e corsi per varie fasce d’età. Interessante, principalmente per i ricercatori, il suo archivio e la biblioteca. Maggiori informazioni.
youtube
Parco Nazionale da Machada
Se volete trascorrere alcune ore a contatto con la natura potete sempre recarvi alla Mata Nacional da Machada. Una proprietà costruita nell’antica pineta della Valle de Zebro e la Quinta da Machada, quest’ultima di proprietà del Convento de Nossa Senhora da Luz da Ordem de Cristo”. Quando gli ordini religiosi furono estinti nel 1834 la proprietà fu acquistata da un privato ed in seguito passò in mano allo Stato che ampliò gli ettari fino ad includere anche la pineta.
Le sue specie arboree furono pintaste nel XV secolo da D. João II per aumentare la produzione di materia prima: il legno, per la costruzione delle caravelle. Oggi è un luogo di ristoro per tutta la famiglia. Esistono anche numerose attività legate all’ambiente.
All’interno del parco potrete trovare anche l’antico forno di ceramica del Campo Arqueológico. Un forno datato tra il 1450 e 1530. La sua localizzazione è dovuta all’abbondanza di legno e combustibile necessario al suo funzionamento e l’argilla per la produzione.
Estaleiro naval da telha – arsenale della marina
Vi ho già anticipato che Barreiro era famosa per la costruzione navale durante l’espansione portoghese. Oggi non si costruiscono più le navi ma è possibile visitare l’antico arsenale di Barreiro.
Risalente al XVII secolo è situato sull’antica Ribeira da Telha, sul margine del fiume Coina. Ma in questo luogo non si costruivano solo ed esclusivamente navi per le Grandi Scoperte ma anche le imbarcazioni più modeste chiamate “Muletas do Barreiro”, una specifica imbarcazione che navigava sul fiume Tago. Per saperne di più invito a visitare l’attuale museo dedicato alla marina..
Complexo Real do Vale de Zebro
museo dei fucilieri
Era gestito dalla corona da qui il nome Complexo “Real” de Vale de Zebro. Costituito da ben 27 forni per la cottura dei biscotti, magazzino per cereali, porto di imbarco e sbarco e mulino d’acqua (moinho D’el Rei), il più grande della regione.
Voluto per volere di D. Afonso V, fu un luogo d’importazione di schiavi per la mancanza di mano d’opera locale. Nel 1553 la quantità di schiavi era tale che esisteva nella chiesa di Nª Sª da Graça una «Confraria do Rosário dos Homens Pretos».
Tutta quest’area fu distrutta dal terribile terremoto del 1755 e il complesso fu ricostruito per volere del Marchese di Pombal. La facciata principale e le gallerie del forno interno sono proprio di quel periodo, nominato pombalino.
In tempi più recenti e sin dal 1961 tra queste mura è ospitata la Escola de Fuzileiros Navais (scuola dei fucilieri) e il Museu do Fuzileiro. Il museo presenta una collezione di oggetti relativi alla storia e all’evoluzione dei Fucilieri in Portogallo.
Spiagge fluviali
Se visiterete Barreiro d’estate potrete anche approfittare delle sue spiagge fluviali come quella di Alburrica, sicuramente la più famose perché ai piedi dei mulini. Ma non è l’unica, avete anche: Barra a Barra una spiaggia di 560 metri, Praia do Clube Naval che arriva fino a Bico do Mexilhoeiro e Copacabana. Per maggiori informazioni sulle spiagge invito a cliccare qui.
Prima di imbarcarvi nuovamente per tornare a Lisbona, non perdete l’occasione di passeggiare lungo l’Avenida da Praia (nome ufficiale Avenida Bento Gonçalves) per approfittare di una della viste più belle su Lisbona e sorridere vedendo i bambini locali arrampicarsi come scimmiette prima di tuffarsi nelle acque del fiume.
Siamo giunti ai saluti, spero che questa giornata virtuale con me a Barreiro sia stata di vostro gradimento. Vi aspetto per nuovi viaggi e/o brevi gite fuori porta da Lisbona.
Intanto vi consiglio di seguirmi su Facebook, Instagram e Twitter per esser sempre informati sulle novità e curiosità di Lisbona e il Portogallo. A presto!
[Tutte le foto presenti nell’articolo, non firmate, sono di proprietà della Câmara Municipal de Barreiro]
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Siamo giunti al secondo appuntamento di questa nuova rubrica del mio blog dedicata alle curiosità in/del Portogallo. Un rubrica che vi svelerà alcune informazioni che non troverete sulle guide turistiche e che ci vuole una certa difficoltà e tempo per trovarle in rete.
In questa rubrica a cadenza non fissa, vi informo su: nuove attrazioni, consigli su percorsi, nuove opere di arte urbana, nuovi locali e cibi, musei e molto altro ancora. Pronti a prender nota?
Prima di cominciare questa seconda lista di 10 curiosità sul Portogallo, vi invito a leggere la prima puntata di questa nuova rubrica cliccando qui.
CURIOSITÀ IN PORTOGALLO
1- stranezze linguistiche / detti popolari
Questa prima curiosità la dedico a Silvia del blog The Food Traveler perché è stata lei a chiedere una curiosità linguistica di portoghese. Mi fa sempre sorridere quando i portoghesi dicono “barata tonta” (scarafaggio stupido) per indicare una persona disorientata oppure disorganizzata. Ha curiosa anche l’espressione “ter muita lata” (aver molte lattine) quando una persona è spudorata, senza vergogna, simile al nostro “faccia tosta”.
2- curiosità attualissima in questo periodo di frontiere e “stranieri”
Sapevate che in un piccolo villaggio di pescatori dell’Indonesia vive un popolo dagli occhi azzurri che discende dai portoghesi? Si chiamano Lamno, sono a rischio di estinzione e vivono sull’isola Samatra. Dopo lo tsunami del 2004 il villaggio si è ridotto da un centinaio di persone ad appena ad una decina.
3- una grotta azzurra ma pericolosa
In Portogallo nei pressi delle mine di Queiriga (Viseu) ci sono delle grotte segrete dalle acque azzurre bagnate dal sole ma non si possono visitare perché le protezioni edilluminazioni previste per le visite sono state vandalizzate. Riapriranno? Pare di si. Non ci resta che attendere.
Foto: Vortex Magazine
4- la strada più corta di lisbona
Chi ha fatto un tour con me l’ha già percorsa almeno una volta. Parlo di Rua da Betesga, una strada che collega Piazza da Figueira a Piazza Dom Pedro IV in piena Baixa Pombalina. Ed ha anche una bellissima vista dal basso del castello di S. Jorge. Non vi ho ancora convinti?
Foto: autore sconosciuto
5- per gli amanti dello spritz a Lisbona
Ricordo che pochissimi anni fa in Portogallo non sapevano nemmeno cosa fosse l’Aperol. Oggi chioschetti e bar che lo preparano (anche se non sempre bene) ne sorgono ogni giorno come funghi dopo una giornata di pioggia.
Sapevate che nel Mercado da Riberia alias Time Out Market troverete un chioschetto tutto arancione che prepara la mitica bevanda veneziana datata 1919?
Foto: Time Out
6- la foresta incantata DI Buçaco
Sapevate che da Luso a Buçaco (non distante dall’antica capitale dle Portogallo Coimbra) esiste una foresta incantata creata con una vegetazione oriunda dell’Australia e Nuova Zelanda?
Mata Nacional do Buçaco si chiama e si trova a 549 metri di altezza e il percorso, di facile percorrenza, è di circa 8 km. Si parte dalla cittadina termale di Luso lungo il percorso avrete una bellissima vista su Coimbra ed Aveiro.
Foto: Visão
Foto: Vortex Magazine
7- la route 66 del portogallo
Sapevate che esiste in Portogallo una strada nazionale che taglia il Paese in due? Una strada che percorre l’intero Portogallo da nord a sud (da Chaves a Faro) e passa per deliziosi paesini sconsociuti? La chiamano la Route 66 portoghese ma si chiama ufficialmente la N2.
8- dormire in un’antica fabbrica di sughero
Presto sarà possibile dormire in un hotel di lusso che prenderà possesso dell’antica fabbrica di sughero della Mundet che fu la più grande del Portogallo. Si trova a Seixal a circa 30 minuti di traghetto da Lisbona ed aprì le sue porte nel 1905.
9- Monastero Buddhista Sumedhãrãma
Sapevate che in Portogallo c’è un monastero buddhista Sumedhãrãma? Si trova nei pressi della Fonte Boa dos Nabos, vicino ad Ericeira e può esser prenotato per periodi di meditazione (basta inviare un’email al monastero).
Questi monaci residenti seguono gli insegnamenti Vinaya della tradizione thailandese della foresta del monastero Wat Nong Pah Pong fondato da Ajahn Chah.
Foto. Caminhando
10- viaggiare tra i sapori orientali senza uscire da lisbona
Concludo questa lista con un consiglio per gli amanti della cucina asiatica. Sapevate che a Martim Moniz esiste un mercato orientale dove potete spaziare tra i vari sapori asiatici senza uscire dalla stessa sala? Si chiama Mercado Oriental e si trova in Rua da Palma, 41.
Si conclude anche questo secondo appuntamento con le CURIOSITÀ IN PORTOGALLO. Cosa ne pensate? Cosa vorreste trovare nel terzo appuntamento? Attendo i vostri commenti in basso. Alla prossima!
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Curiosità in Portogallo, quello che nessuno vi racconta n.2 Siamo giunti al secondo appuntamento di questa nuova rubrica del mio blog dedicata alle curiosità in/del Portogallo…
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Ogni volta che sentivo il nome Ribatejo in me qualcosa si accendeva. Il Tago (Tejo in portoghese) mi ha sempre ammaliata come il canto di una sirena ai marinai. Come poter non organizzare quindi un viaggio in auto, un primo di spero molti altri, alla scoperta di una zona di questa regione bagnata dal mio amato fiume Tejo e terra natale di José Saramago?
Prima di passare all’itinerario, per gli amanti dello scrittore, informo che il passato 18 giugno 2018 il gruppo Mais Saramago di Santarém, per celebrare gli otto anni dalla morte di José Saramago, ha rivelato un insieme di scritti inediti del Premio Nobel per la Letteratura.
Opera di João Maurício “Violant”, foto: oribatejo.pt
ITINERARIO CON MAPPA
Proprio con libro alla mano, Viaggio in Portogallo di José Saramago naturalmente, mi accingo a stilare un possibile percorso non impegnativo che ci consenta di esplorare con la nostra calma lenta, per appagare la nostra insaziabile curiosità, e allo stesso tempo dedicarci un po’ al relax di un paio di giorni in campagna. Ecco il risultato delle mie letture con itinerario.
QUESTO VIAGGIO IN PORTOGALLO È UNA STORIA. STORIA DI UN VIAGGIATORE ALL’INTERNO DEL VIAGGIO DA LUI COMPIUTO, STORIA DI UN VIAGGIO CHE IN SE STESSO HA TRASPORTATO UN VIAGGIATORE, STORIA DI UN VIAGGIO E DI UN VIAGGIATORE RIUNITI NELLA FUSIONE RICERCATA DI CHI VEDE E DI CIÒ CHE È VISTO, UN INCONTRO NON SEMPRE PACIFICO TRA SOGGETTIVITÀ E OGGETTIVITÀ.” J. SARAMAGO
Questo nostro viaggio si è svolto in appena 3 giorni, pernottando due notti a Chamusca. Un itinerario che potrete tranquillamente ripetere anche avendo base a Lisbona se restate per almeno una settimana e che percorre gran parte della Rota do Vinho do Ribatejo.
1- Tesoro Gotico, 2- Tori e cavalli, 3- Beira Tejo, 4- Tesoro Manuelino
Partiamo da Lisbona la mattina con calma verso le 10. In meno di due ore di viaggio arriviamo alla nostra prima tappa, il villaggio di pescatori di Escaroupim.
ESCAROUPIM
Fa parte dei villaggi di pescatori denominati “Aldeias Avieiras“. Questi villaggi di palafitte nacquero a causa della forte immigrazione dei pescatori provenienti da Praia da Vieira all’inizio del XX secolo. Questo flusso era dovuto dall’esigenza di cercare sostentamento alimentare che il mare non consentiva, così optarono per la pesca di fiume.
Erano flussi stagionali ma i lunghi viaggi cominciarono a rendere non agevole la vita dei pescatori che decisero di stabilirsi sui bordi del fiume con le loro famiglie. Fu così che, già nel 1833, cominciarono a sorgere le casette di legno su palafitte che ancora oggi possiamo vedere in questi villaggi oramai quasi del tutto disabitati.
Abbandonati nel 1970 questi villaggi a bordo Tago stanno risorgendo grazie ad un progetto di candidatura all’Unesco sin dal 2005. Un vero e proprio parto che ancora oggi resta pendente. Speriamo che le cose accelerino prima che sia troppo tardi come a Póvoa de Santa Iria.
GOLEGÃ
Questa è la cittadina che, per il viaggiatore, è la più chiusa di tutte, anche se poi si spalanca nela sua rinomata fiera. Lui non è mai riuscito a ritrovarsi in questo luogo piatto, in queste vie lunghissime da cui si alzano sempre nuvole di polvere (…). J. Saramago
Conosciuta come la capitale del cavallo lusitano noi l’abbiamo scoperta un paio di anni fa durante una tempesta, sbagliando strada, da Porto verso Elvas. Ci innamorammo subito della porta di questa cittadina che ci ricordava un film di Sergio Leone e l’appuntammo nel mio inseparabile taccuino per un futuro viaggio.
Il futuro è arrivato e finalmente eccoci a Golegã. Prima tappa l’ufficio del turismo dove incontriamo un simpatico e professionalissimo impiegato (un miracolo) che ci illustra cosa visitare a Golegã e nei dintorni.
Il nome Golegã pare risalga al XII secolo quando una donna della Galizia aprì una locanda, conosciuta come Venda da Golegã. Ma cosa visitare in questa cittadina dedicata anima e corpo al cavallo? Pensate che potete anche lasciare il vostro cavallo al lato del tavolino del bar mentre fate colazione o l’aperitivo.
Durante la nostra passeggiata abbiamo notato le magnifiche insegne stradali in ferro battuto che rappresentano il cavallo e che identificano il commercio locale. Me ne sarei portata una a casa con molto piacere.
Prima vera tappa della visita, la storica cappelleria Coelho dove decido di comprare un cappello modello Newsboy che amo molto. Lo indosso subito e ci rechiamo alle stalle del Patio dos Campinos Felício e Singéis, situate nella Piazza Marquês de Pombal dove si svolge la fiera annuale del cavallo, e dove finalmente incontro i miei amati lusitani.
Qui si può anche prendere il battesimo del cavallo ma abbiamo deciso di lasciare quest’esperienza ad una prossima volta. Sicuramente torneremo un novembre per partecipare alla fiera internazionale del cavallo lusitano.
Una fiera che nasce nel 1571 e, nel 1833, grazie al Marchese di Pombal si trasforma in una vera e propria competizione di razze con tanto di concorsi ippici.
Conclusa la visita delle stalle passiamo dinanzi l’Igreja Matriz un magnifico edificio religioso del XVI secolo con il suo magnifico portale manuelino e facciamo un salto alla Casa-Estúdio Carlos Relvas.
Carlos Relvas fu pioniere della fotografia in Portogallo. Imperdibile quindi una visita al suo antico studio ma che purtroppo troviamo chiuso per lavori di restauro. Il museo pare abbia una ricchissima esposizione fotografica del XIX ed inizio del XX secolo ed è considerato il più antico atelier di fotografia del mondo.
Informazione utile: se avete bisogno di prelevare soldi vi ricordo che gli unici bancomat si trovano vicino l’Igreja Matriz.
TORRES NOVAS
Arriviamo a Torres Novas per pranzo, non volevamo mangiare pesante visto il caldo e prendiamo un panino nella piazza centrale vista castello.
Rifocillati e rinfrescati con una premuta d’arancia cominciamo la salita verso il castello, uno dei meglio conservati visti finora in Portogallo (dopo quello di Lisbona). Al suo interno vi aspetta un magnifico giardino molto ben curato. Potrete percorrere l’intero perimetro delle mura, con ben undici torri, ed avere così una bella vista sulla cittadina e il fiume.
Il castello di Torres Novas era una fortezza araba del XII secolo che fu conquistata nel 1190 da D. Sancho I. La struttura attuale è il risultato di diversi interventi durante i regni di D. Sancho I e di D. Fernando. L’entrata è gratuita ed è consentita tutti i giorni, tranne i festivi, dalle 9 alle 17.
Usciti dal castello cominciamo a deambulare senza una meta precisa anche se tra le viuzze troverete diverse mappe con i punti d’interesse da visitare.
Notiamo, incuriositi, che in strada ci sono antichi binari. Inizialmente pensiamo fosse una linea inutilizzata da un tram ma scopriamo poi essere l’antica linea ferroviaria del 1888 che collegava Torres Novas ad Alcanena.
Non avevamo molto tempo da dedicare a Torres Novas, visto che volevamo assolutamente visitare uno scavo archeologico imperdibile, ma per consultare la lista completa dei monumenti da visitare consiglio di cliccare qui.
VILLA ROMANA CARDÍLIO
Lasciata la cittadina ci rechiamo alla villa romana Cardílio, a circa tre chilometri da Torres Novas, scoperta nel 1930 circa da alcuni uomini che stavano estraendo delle pietre per costruire le proprie abitazioni. Il colonnello Afonso do Paço si incarica poi ufficialmente degli scavi nel 1962.
Scavi che consentirono di scoprire basi di colonne, pavimenti decorati a mosaici bicromatici e policromatici, e numerosi vestigi, come: monete, vetri, vasi, bronzi, ceramiche, ecc, che oggi sono nel Museu Municipal Carlos Reis di Torres Novas. La visita comincia nella sala interpretativa dove una serie di pannelli raccontano la storia degli scavi.
Si passa poi alla visita vera e propria (non guidata e senza pannelli informativi). Consiglio di ritornare nella sala interpretativa perché vi saranno fornite, se lo vogliate, numerose informazioni aggiuntive e vi sarà mostrata il plastico della ricostruzione della villa. Chiude a pranzo e nei festivi (aperto dalle 10 alle 12:30 e dalle 13:30 alle 17). Entrata gratuita.
SANTARÉM
Santarêm è una città singolare. Con la gente per strada o tutta rintanata in casa, dà sempre la stessa impressione di chiusura. Fra la parte antica e i nuclei urbani più recenti non sembra esservi comunicazione: ciascuno nel luogo dove è stato messo e sempre dandosi le spalle. J. Saramago
La regione del Ribatejo è ricca di capitali, ci sono quella del cavallo (Golegã), del vino (Cartaxo) ed arriviamo poi a quella del gotico ed anche capoluogo regionale, Santarém.
Santarém é um livro de pedra em que a mais interessante das nossas crónicas está escrita. (Almeida Garrett)
Ci capita spesso di seguire le tracce dei Templari, dopo Tomar e Almourol, visitiamo così Santarém che fa parte delle terre dell’Ordem de Cristo (ex Templari per intenderci) che finanziarono gran parte delle scoperte dei portoghesi.
Era da molto che volevamo visitare questa città portoghese, spesso passiamo per la sua magnifica stazione ferroviaria completamente decorata di azulejos quando andiamo a Castelo Branco in treno da Lisbona.
Lasciamo l’auto nei pressi del mercato municipale anch’esso magnificamente decorato con pannelli di azulejos, 55 per la precisione, dell’antica ed estinta Fábrica de Sacavém che rievocano momenti rurali della zona. Datato 1930 è un’opera dell’architetto Cassiano Branco. Sostituì l’antico mercato all’aperto in Praça Visconde Serra do Pilar, conosciuta come la Praça Velha (vecchia piazza).
Dal mercato, dopo un buon caffè al bancone e al lato dei fornelli accessi su cui stavano preparando il pranzo, cominciamo ad incamminarci tra le stradine del centro. Arriviamo così alla cattedrale, Nossa Senhora da Conceição. Costruita tra il 1672 e il 1711. Non è possibile visitare la cattedrale senza visitare anche il museo e, visto che mi rifiuto di pagare le chiese, non siamo entrati.
Nella stessa piazza, Praça Sá da Bandeira, che ospita la cattedrale, è impossibile non notare su di un piccolo e semplice edificio di due piani la maestosa finestra manuelina. Non mi dispiacerebbe averne almeno una a casa mia.
Continuiamo la nostra passeggiata tra i vicoli della città verso il famoso belvedere Portas do Sol. Sul cammino incontriamo la Torre das Cabaças, purtroppo chiusa, o anche Torre do Relógio o Cabaceiro. Situata di fronte l’Igreja de São João do Alporão, fu costruita su terreno reale e subì diverse trasformazioni strutturali sotto il regno di D. Manuel I, D. João III e Filipe II.
La sua torre rinascimentale misura 22 metri ed è un importante testimonianza del tardo gotico nonché sistema difensivo della città nel XV secolo. Oggi è il museo del tempo.
Proseguendo, arriviamo ai giardini di Portas do Sol, un magnifico belvedere sul fiume Tago. La vista è da far mancare il fiato. Fa parte dell’antico castello che D. Afonso Henriques, primo re del Portogallo, conquistò ai mori grazie ad una scalata notturna della collina nel 1147. Del castello restano appena tre torrette.
Per concludere consiglio una visita alla chiesa Nossa Senhora de Marvila conosciuta come la “Cattedrale dell’Azulejo” in Portogallo. Per la lista completa dei monumenti e luoghi d’interesse storico/culturale cliccare qui.
CARTAXO
Vista la vicinanza e il nostro amore per i vini, non potevamo non fare una deviazione, non prevista durante la stesura di questo itinerario, a Cartaxo. Più precisamente al Museo Rurale del Vino. L’entrara costa 1,5€ ma ne vale sicuramente di più. La visita è guidata e vi consentirà di visitare vari ambienti del museo installato nell’antica Quinta das Pratas oggi complesso sportivo e culturale.
Il museo apre le sue porte il 23 novembre del 1985 al fine di valorizzare la divulgazione delle tradizioni rurali ed in particolare quelle legate alla produzione vinicola.
Diversi sono gli spazi tematici da visitare. Entrati assistiamo ad un breve video di circa 7 minuti che mostra alcune fotografie della zona e della produzione vinicola. Visitiamo poi l’esposizione permanente “À Descoberta da Cultura Rural” che presenta un insieme di attrezzi legati alla lavorazione della terra, della produzione del pane e dell’olio.
Continuando la nostra visita entriamo in un altra sala dedicata al cavallo e al toro, due animali strettamente legati alla regione Ribatejo. Ritornando al vino, vero protagonista di Cartaxo (nominata capitale del vino) possiamo ammirare diversi utensili, vasche dove veniva effettuata la pisa dell’uva con i piedi e botti dove il vino completava la sua stagionatura.
Conclusa la visita del museo e della cantina, dove sono conservate le antiche bottiglie secolari, veniamo fatti accomodare nella riproduzione di un’antica taverna, che mi ricorda un po’ quella del signor Catrino di Amareleja, dove brindiamo con un bianco di Cartaxo naturalmente. Per maggiori informazioni cliccare qui.
PALHOTA
Dopo aver visitato Escaroupim ci siamo incuriositi molto sulla storia dei villaggi dei pescatori del Tago e quindi abbiamo inserito nel nostro itinerario anche Palhota. Qui, ci sono ancora tre o quattro famiglie che vivono nell’antico villaggio. Tutti discendenti dei pescatori che si insediarono nell’inizio del XX secolo.
Prima del viaggio avrei voluto leggere il romanzo di Alves Redol, Avieiros. L’autore denominava questi pescatori migranti “Nómadas do rio, como os ciganos na terra” (nomadi del fiume come i zingari sulla terra). Purtroppo è un libro difficile da trovare ma continuerò la mia ricerca perché mi incuriosisce il fatto che l’autore nel 1930 abbia vissuto proprio in una di queste casette colorate, quella del pescatore Manuel Lobo.
Nel 1975 fu anche girato un documentario “Avieiros“ del regista Ricardo Costa dove si documentava la vista di questi pescatori di Palhota. Un villaggio di una decina di case, oggi una di queste sede del progetto “Palhota Viva” dell’associazione di difesa dell’ambiente e il comune di Cartaxo. Un progetto che nasce nel 1988 quando la «Casa do Avieiro» è stata trasformata per ricevere piccoli gruppi di scout e studenti.
Il progetto cresce anche se il governo non ha stanziato fondi ma alcuni volontari stanno recuperando anche un altro villaggio, Patacão in Alpiarça.
Il nostro viaggio si conclude qui ma presto vi racconterò di altre nostre brevi gite alla scoperta del Portogallo.
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Quel Portogallo poco conosciuto, Ribatejo la terra di José Saramago Ogni volta che sentivo il nome Ribatejo in me qualcosa si accendeva. Il Tago (Tejo in portoghese) mi ha sempre ammaliata come il canto di una sirena ai marinai.
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Un trittico interessante per un fine settimana alla scoperta di vini “invisibili” e conservati sott’acqua, di terracotta artigianale e di paesini decorati con poesie. Oggi voglio portarvi alla scoperta di Monsaraz, Mourão e São Pedro do Corval.
Il viaggio da Lisbona dura appena un paio di ore, durante il quale costeggiamo campi fioriti, ulivi, vigne da poco piantate e il fiume Guadiana. La nostra base per questo fine settimana sarà nei pressi di Corval, rinominata São Pedro do Corval, la cittadina portoghese conosciuta come la capitale della terracotta.
Incontro online una deliziosa casetta tipicamente alentejana, Casa do Baldio, con tanto di giardino e una piccola piscina privata. Maria, la proprietaria è incantevole e, sapendo del compleanno di uno dei viaggiatori, ci fa trovare una bella torta fatta in casa insieme ad una bottiglia di spumante locale.
Arriviamo sul tardi e quindi decidiamo di approfittare del giardino e del barbecue per un aperitivo e cena al suon del cinguettio degli uccelli che ci guardavano curiosi dagli alberi.
L’indomani, ben riposati, ci si sveglia presto per cominciare ufficialmente il nostro viaggio alla scoperta di questa zona dell’Alentejo che confina con la Spagna.
MONSARAZ
Prima tappa, Monsaraz un caratteristico paesino medievale fatto prevalentemente di scisto e calce bianchissima che dona quell’inconfondibile tocco alentejano.
Fu uno dei primi centri popolati dell’Alentejo e nel 2017 fu nominato “Aldeia Monumento” al concorso le 7 Meraviglie del Portogallo. Per non parlare poi della CNN che, nello stesso anno, lo elegge come uno dei paesi in collina più belli d’Europa e nel 2014 il National Geographic lo cita come una delle 21 destinazioni da visitare nel mondo.
Prima di chiamarsi Monsaraz questo incantevole paesino si chiamava Saris, o Sarish, e nel 1167 fu conquistato ai mussulmani da Geraldo Sem Pavor che partì dalla vicina città di Évora.
Ma la storia non finisce qui. Con la sconfitta di Badajoz, D. Afonso Henriques perde nuovamente Monsaraz che passa in mano ai mori. Visto che la storia è fatta di sali e scendi, nel 1232, D. Sancho II recupera definitivamente Monsaraz grazie all’aiuto dei Templari.
COSA VISITARE:
Per prima cosa consiglierei di perdersi tra le sue pittoresche stradine, girovagare senza meta e lasciarsi stupire ad ogni angolo, proprio come abbiamo fatto noi.
Il percorso è circolare e delimitato dalle mura quindi, in qualsiasi senso lo facciate, prima o poi, arriverete al CASTELLO.
Questa fortezza fu costruita nel XIV secolo da D. Dinis ed oggi è inserito nella lista dei monumenti nazionali. Molto ben conservato e da poco restaurato, salendo sulle sue mura vedrete una bellissima vista grazie alla sua posizione privilegiata.
Passerei poi alla visita della CHIESA DI NOSSA SEHNORA DA LAGOA, nel Largo D. Nuno Álvares Pereira, eretta nel XVI secolo sulle rovine di una chiesa gotica distrutta dalla peste nera. L’opera è firmata Pêro Gomes che utilizzò lo scisto regionale per la sua costruzione. Al suo interno la tomba del templare Gomes Martins Silvestre costruita in marmo di Estremoz.
Nello stesso largo della chiesa troverete il PELOURINHO di Monsaraz, il Museu do Fresco, la chiesa della Misericordia e la Casa Monsaraz, Prima di lasciare il paesino consiglio di ammirare la VISTA SUL LAGO ALQUEVA, il lago artificiale più grande d’Europa e che noi navigammo con la braca senza patente nautica, ricordate? Leggere qui.
Percorrendo, in auto, la strade che da Monsaraz porta a Reguengos de Monsaraz consiglio di fare una deviazione per Telheiro dove potrete incontrare, in una campo di ulivi, alcune costruzioni megalitiche. Consiglio di stare attenti alle scarse e mal collocate segnaletiche.
Arrivati ai megaliti di Olival da Pega, datati 3500 – 3000 a.C., impossibile restarne indifferenti. Era un complesso funerario di proporzioni incredibili, pensate che tra i ritrovamenti funerari sono stati catalogati 134 placche di scisto e 200 vasi di ceramica. Un cimitero che ha ospitato circa di 140 corpi, una in ogni complesso.
MOURÃO
Ci spostiamo poi a Mourão, un paesino a pochissimi chilometri dalla Spagna ed eretto sulla riva sinistra del fiume Guadiana. Non è famoso come il vicino Monsaraz e nemmeno così turistico ma, devo esser sincera, a me affascina di più proprio per questo.
Dopo aver incontrato diversi turisti spagnoli rumorosi a Monsaraz, la pace di Mourão fa bene alla mente e allo spirito. Ci accolgono due cicogne canterine. Lasciata l’auto nel centro del paesino e cominciamo a girovagare tra le silenziose stradine.
Percorriamo le sue stradine delineate dalle casette bianche, dalle tipiche strisce blu e gialle, e raggiungiamo il castello costruito nel 1343 sotto il regno di D. Afonso IV. A causa delle numerose guerre tra portoghesi e spagnoli per la conquista del territorio, il castello dovette esser ricostruito nel 1661.
La giornata è stata abbastanza intensa e decidiamo di tornare a casa per il pranzo ma prima facciamo una piccola deviazione verso la cantina Ervideira. Il nome vi dice qualcosa? Ve ne avevo già parlato quando vi annunciai del vino portoghese che resta a riposo sott’acqua, nel lago di Alqueva.
Arrivati alla cantina non potevamo non degustare 2 vini: l’Invisível (invisibile) nato da una raccolta notturna (moon harvest) del miglior Aragonese, ha vinto un premio per il suo colore unico, trasparente, da cui nasce il suo nome. Ovviamente, il secondo non poteva che essere il Conde D’Ervideira Vinho da Água, il vino sott’acqua per intenderci.
CORVAL
Riposati e rinfrescati dal caldo alentejano, con un bel tuffo in piscina, riprendiamo l’auto e ci rechiamo a Corval, o per meglio dire, São Pedro do Corval dove visitiamo le botteghe di alcuni ceramisti locali.
São Pedro de Corval è definito il maggior centro di ceramica del Portogallo ed uno dei più grandi della Penisola Iberica. La vendita delle ceramiche è diminuita nel corso degli anni ma, in questo piccolo centro abitato, esistono in funzione ancora 21 botteghe e noi ne abbiamo visitate due.
Ovviamente, non ho resistito ed ho comprando un paio di ricordini che colorano magnificamente la mia cucina e la tavola per le mie cenette in veranda.
COSA VISITARE:
Consiglio una visita alla Casa do Barro, Centro Interpretativo da Olaria de São Pedro do Corval. Il centro interpretativo svolge un ruolo importantissimo per la protezione dell’arte della lavorazione della ceramica portoghese.
Al suo interno, oltre alle sale espositive dove potrete ammirare antiche opere “Corvalense”, troverete due antichi forni a legna per la cottura della terracotta, dei torni ed altri strumenti legati alla produzione della ceramica, troverete anche delle sale informative legate alle varie fasi di produzione. Si organizzano al suo interno workshop, conferenze e molto altre attività legate al mondo della terracotta.
Il centro sta anche portando avanti la nomina della ceramica di Corval a patrimonio immateriale dell’umanità all’UNESCO.
ALANDROAL – TERENA
Lo so che vi avevo parlato appena di un trittico di viaggio ed ora spunto fuori con una quarta meta (doppia) ma, amante come sono della street art, non potevo non citare Alandroal.
Prima di lasciarvi, con alcune informazioni utili su dove dormire e come raggiungere queste località da Lisbona, devo consigliarvi assolutamente una visita veloce al magnifico murale di Vhils e l’opera “lenta” di Bordalo II, al lato del murale. Due piccioni con una fava….
DOVE: Monte da Fonte Santa – Alandroal, Estrada Nacional 255.
TERENA
Non era una meta prevista ma, durante la ricerca del murale di Vhils, siamo passati nei pressi di un paesino in collina con uno splendido castello. Non potevamo quindi che fare una piccola deviazione di viaggio ed andare a curiosare. È così che scopriamo Terena.
Uno dei segreti meglio custoditi dell’Alentejo, Terena conosciuta anche come São Pedro, o São Pedro de Terena, è un piccolo paesino collinare non lontano dalla diga di Lucifécit e dalla frontiera con la Spagna.
COSA VISITARE:
Il castello, il santuario di Nossa Senhora da Boa Nova, la chiesa di São Pedro del XIV secolo, la chiesa della Misericórdia del XVI secolo, la cappella di Santo Antonio del 1657, gli eremi di São Sebastião, di Nossa Senhora da Conceição da Fonte Santa e le rovine dell’eremo di Santa Clara.
Per non parlare poi del Pelourinho del XVI secolo, la Torre do Relógio, le rovine romane dell’Endovélico e il rispettivo santuario. Per concludere consiglierei la visita dei resti del Castro del Castello Vecchio.
Non abbiamo potuto dedicare a Terena il tempo che meritava ma questa breve e corta visita ci ha fatto venir voglia di ritornare in un prossimo futuro.
La pace regnava sovrana, appena qualche cane forse infastidito dalla nostra invasione abbaiava. Tutto era perfetto: i colori, i vasi fioriti, la luce e le piccole piastrelle decorate con versi di poesie alentejane.
Il nostro fine settimana si è concluso così. Ogni volta che parto per tornare a Lisbona mi si stringe il cuore non vorrei mai andarmene. L’unica cosa che mi rincuora è il fatto che sto già organizzando un nuovo itinerario. Voleste sapere dove? Non vi resta che continuare a seguirmi. Alla prossima.
DOVE DORMIRE
Casa do Baldio, Santo António do Baldio (Corval). Potete prenotare qui, se non siete ancora registrati ad Airbnb potete farlo gratuitamente e ricevere 30€ da utilizzare per la vostra prenotazione. Basta cliccare sull’immagine sottostante.
COME ARRIVARE DA LISBONA
Qui di seguito condiviso con voi la mappa dell’itinerario costruito per questo fine settimana.
LISBONA – MONSARAZ: Prendere la A12 e poi la A6 in direzione IP2/IP7 Igrejinha. Prendere l’uscita 6 della A6. Prendere poi la N18, EN254-1, N254, R. dalla Estrada dos Foros e CM1114 in direzione M514. Uscita Monsaraz.
IL NOSTRO ITINERARIO
Nella mappa São Pedro indica la località di Terena.
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Restano sempre tutti molto sorpresi quando, durante i miei tour, passiamo davanti la Chiesa del Loreto, o per meglio dire, la chiesa degli italiani. Titolo attribuito nel 1518 da D. João V per accogliere gli italiani residenti a Lisbona, principalmente mercanti e marinai. Fu uno dei primi luoghi di aggregazione della comunità italiana in città, voluta da chi? Dagli italiani stessi.
Situata in una zona nobile della città, in pieno quartiere Chiado, la Igreja do Loreto fu edificata nel 1518 anche se, in realtà, la prima edificazione della chiesa la si deve a Filippo Terzi, e solo in seguito, con la sua ultima ricostruzione di stampo neoclassico, fu firmata da José Costa e Silva, nome legato anche al Teatro São Carlos sempre in Chiado.
Il terreno su cui si erge la chiesa fu acquistato dagli italiani e su di esso esisteva un antico eremo dedicato a Santo Antonio, della fine del XV seculo. Quest’anno, più precisamente l’8 aprile 2018 (giorno in cui si è svolta una messa solenne con la presenza del Presidente della Repubblica Portoghese, Marcelo Rebelo de Sousa e celebrata dal Monsignore Rino Passigato), la chiesa compie 500 anni.
Duas igrejas, num saudoso largo,
Lançam a nódoa negra e fúnebre do clero: Nelas esfumo um ermo inquisidor severo, Assim que pela História eu me aventuro e alargo.
Cesário Verde, «O Sentimento dum Ocidental».
Citata in opere di Fernando Pessoa, nato in un edificio a pochi passi dalla chiesa, da Eça de Queiroz e dal poeta Cesário Verde, giusto per citarne alcuni, è una chiesa dedicata al culto della Madonna del Loreto.
Ma non solo poeti e scrittori sono i nomi celebri legati alla chiesa, ricordiamo anche Padre António Vieira (1676), il re D. João VI con la regina e la sua corte, il Papa Pio VI, quando era ancora cardinale (1799). Per non parlare poi della regina Maria Pia di Savoia, sposa di D. Luís (1862). Per terminare il cardinale Angelo Roncalli, conosciuto come Papa João XXIII, che celebrò tra queste mura una solenne messa nel 1956.
” È il primo santuario internazionale dedicato alla vergine, durante secolI, vero cuore della cristianità” (Giovanni paolo, ii).
Il culto della Madonna del Loreto arriva in Portogallo nel 1200 con i mercanti veneziani e genovesi ma per venerarla c’era bisogno di un tempio a lei dedicato. Fu costruita così una chiesa inglobandola nella Cerca de D. Fernando, mura fernandine edificate tra il 1373-75 (in basso un disegno di Alberto Sousa).
Ancora oggi è possibile vedere parti di queste mura all’interno del vicino Espaço Chiado, antico centro commerciale del quartiere.
Al lato della chiesa si trovava la torre della Porta di Santa Catarina. Si dice che parti delle decorazioni, recuperate durante la demolizione, siano state inglobate nella facciata della Chiesa di Encarnação situata di fronte. Chiesa definita la “figlia del Loreto” e costruita per riempire lo spazio lasciato vuoto dall’antica porta demolita.
Foto: Francesco Rocchini
Sopravvissuta ad un terribile incendio del 29 marzo del 1651, cosa che non possiamo dire dei due lavori di Tiziano al suo interno, la chiesa del Loreto soffrì grandi opere di ricostruzione per opera dell’Architetto Marcos de Magalhães nel 1676.
Il terremoto del 1755 arrecò molti danni alla struttura che fu in parte ricostruita nel 1785 da Joaquim António dos Reis Zuzarte.
In questo pannello, conservato nel Museu Nacional do Azulejo, possiamo vedere una rappresentazione su piastrella del XVIII secolo della chiesa.
Entrando con me, o da soli, noterete che è una chiesa a navata unica con 12 cappelle rivestite in marmo italiano e decorate da 12 statue dipinte che rappresentano gli apostoli. Incredibile l’organo del XVIII secolo, di autore sconosciuto, scampato alle varie calamità che colpirono la chiesa negli anni (la musica del video in cima proviene proprio da quest’organo).
Non si può restare indifferenti ai pannelli di azulejos che rivestono la sacristia, opera del ceramista spagnolo Gabriel del Barco e alle pareti è possibile apprezzare la pittura di António Machado Sapeiro. Per non parlare poi del magnifico affresco della Madonna del Loreto che sovrasta il tetto della chiesa opera del pittore Pedro Alexandrino.
Foto: Renascença
Gli altari laterali sono dedicati a santi di città italiane: San Giovanni Battista (Genova, Torino e Firenze), San Carlo Borromeo (Milano), San Francesco di Assisi e San Francesco di Paola (Napoli). Sull’altare centrale, ovviamente, troviamo l’immagina della Madonna del Loreto con ai lati la bandiera vaticana, sulla sinistra, e quella italiana sulla destra.
Sinceramente, quello che più colpisce è l’entrata della chiesa e il suo frontone del XVIII secolo, opera del Borromini (le armi pontifici con i due angeli).
A completare la magnificenza della facciata, le statue della Nossa Senhora do Loreto (Madonna del Loreto), di San Paolo e di San Pietro. Se vi può interessare tutte le domeniche alle 11:30 è celebrata una messa in italiano.
A questo punto non mi resta che scrivervi alcune pillole curiose sulla chiesa:
Quando l’Italia non era ancora unita a Lisbona la comunità italiana si riuniva periodicamente e fu così che crearono quella che fu designata come “Nazione Italiana” a Lisbona. Incredibile vero?
Pare che Cristoforo Colombo sia stato frequentatore di questa chiesa quando si trovava a Lisbona per chiedere fondi al re e fu in Portogallo che studiò alcune tecniche di navigazione. Dove? Presso la famosa Escola de Sagres.
La statua della Madonna del Loreto ha 300 anni. Fabbricata in legno di cedro del Libano è l’esatta copia della Madonna del Loreto venerata in Italia.
Prima di salutarvi voglio ricordarvi che durante l’intero 2018 numerosi saranno gli eventi organizzati per la celebrazione dei 500 anni della chiesa.
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ENGLISH – PORTUGUÊS – FRANÇAISE – ESPAÑOL – DEUTSCHE
Ieri si è concluso il Festival de Vinhos Europeus e do Enoturismo ad Oeiras (Portogallo). Il festival si è tenuto nella magnifica location dei giardini del Palazzo del Marchese di Pombal (Sebastião José de Carvalho e Melo). Il palazzo, purtroppo, non abbiamo avuto la possibilità di visitarlo in quanto sede del municipio, solo poche sale sono visitabili ma solo accompagnati da guide (avrebbero potuto attrezzarsi visto l’evento). Per fortuna abbiamo avuto modo di visitare il giardino.
Passeggiare tra i sentieri e le sculture settecentesche in una giornata estiva ed inebriati dal vino locale, ci ha trasportati indietro nel tempo. Quasi era possibile rivedere il Marquese, a cui si deve la ricostruzione del centro storico di Lisbona, e la sua corte seduti all’ombra degli alberi. Gli arbusti tracciano il cammino fino a giungere alla maestosa Cascata dei Poeti o Grotta Nobile, classificata monumento nazionale, (per l’occasione adibita a palco) ed i magnifici busti dei poeti che la sormontano, tra cui riconoscibili Camões, Tasso e Virgilio, i preferiti del marchese.
Dopo aver ammirato e scoperto gli angoli più suggestivi del giardino, ritorniamo al festival. Con entrata gratuita, i visitanti avevavo la possibilità di acquistare il kit di prova (3€) con due tagliandi di prova inclusi, la mappa dello spazio e l’elenco dei vini premiati. Molte delle medaglie d’oro erano in prova con un extra di circa 2€ a prova.
Oltre ai vini in concorso abbiamo avuto la possibilità di provare vini e prodotti regionali pesentati da una decina di municipi, da nord a sud, per un viaggio gustativo lungo il Portogallo: Arcos de Valdevez; Cartaxo; Coruche; Lagoa; Mértola; Nelas; Oeiras; Ponte da Barca; Ponte de Lima; Reguengos de Monsaraz «Città Europea del Vino 2015»; Santa Marta Penaguião; Seia; Viana do Castelo; Vidigueira e as Rotas de Vinho de Bucelas, Carcavelos e Colares e da Península de Setúbal.
Approfitto per ringraziare l’organizzazione dell’evento AMPV- Associação de Municípios Portugueses do Vinho, la Confraria dos Enófilos do Vinho de Carcavelos e sopratutto la Dott.ssa Lurdes Vaz, il Dott.re Antonio Major e la Dott.ssa Raquel Viana per l’invito, la disponibilità, simpatia e professionalità.
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Festival del Vino Europeo e Enoturismo ad Oeiras ENGLISH - PORTUGUÊS - FRANÇAISE - ESPAÑOL - DEUTSCHE Ieri si è concluso il Festival de Vinhos Europeus e do Enoturismo ad Oeiras (Portogallo).
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