#Viaggio in Portogallo di José Saramago
Explore tagged Tumblr posts
Text
"«Il viaggio non finisce mai. Solo i viaggiatori finiscono. E anche loro possono prolungarsi in memoria, in ricordo, in narrazione. Quando il viaggiatore si è seduto sulla sabbia della spiaggia e ha detto “Non c’è altro da vedere”, sapeva che non era vero. La fine di un viaggio è solo l’inizio di un altro. Bisogna vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in primavera quel che si era visto in estate, vedere di giorno quel che si era visto di notte, con il sole dove prima pioveva, vedere le messi verdi, il frutto maturo, la pietra che ha cambiato posto, l’ombra che non c’era. Bisogna ritornare sui posti già dati, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini. Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre»". José Saramago - Viaggio in Portogallo
9 notes
·
View notes
Text
Il viaggio non finisce mai. Solo i viaggiatori finiscono. E anche loro possono prolungarsi in memoria, in ricordo, in narrazione. Quando il viaggiatore si è seduto sulla sabbia della spiaggia e ha detto: “Non c’è altro da vedere”, sapeva che non era vero. La fine di un viaggio è solo l’inizio di un altro. Bisogna vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in primavera quel che si è visto in estate, vedere di giorno quel che si è visto di notte, con il sole dove la prima volta pioveva, vedere le messi verdi, il frutto maturo, la pietra che ha cambiato posto, l’ombra che non c’era. Bisogna ritornare sui passi già fatti, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini. Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre.
José Saramago - "Viaggio in Portogallo"
3 notes
·
View notes
Text
La fine di un viaggio è solo l’inizio di un altro. Bisogna vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in primavera quel che si era visto in estate, veder di giorno quel che si era visto di notte, con il sole dove prima pioveva, vedere le messi verdi, il frutto maturo, la pietra che ha cambiato posto, l’ombra che non c’era. Bisogna ritornare sui posti già dati, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini. Bisogna ricominciare il viaggio.
José Saramago,
Viaggio in Portogallo
9 notes
·
View notes
Text
Faccia il proprio viaggio secondo un proprio progetto, presti minimo ascolto alla facilità degli itinerari comodi e frequentati, accetti di sbagliare strada e di tornare indietro, o, al contrario, perseveri fino a inventare inusuali vie d'uscita verso il mondo. Non potrà fare miglior viaggio.
- José Saramago, Viaggio in Portogallo.
10 notes
·
View notes
Text
"Bisogna vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in primavera quel che si è visto in estate, vedere di giorno quel che si è visto di notte, con il sole dove la prima volta pioveva, vedere le messi verdi, il frutto maturo, la pietra che ha cambiato posto, l’ombra che non c’era. Bisogna ritornare sui passi già dati, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini."
- Viaggio in Portogallo, José Saramago
7 notes
·
View notes
Text
Bisogna vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in primavera quel che si è visto in estate, vedere di giorno quel che si è visto di notte, con il sole dove la prima volta pioveva, vedere le messi verdi, il frutto maturo, la pietra che ha cambiato posto, l'ombra che non c'era.
José Saramago, da Viaggio in Portogallo
44 notes
·
View notes
Text
Non è vero. Il viaggio non finisce mai. Solo i viaggiatori finiscono. E anche loro possono prolungarsi in memoria, in ricordo, in narrazione. Quando il viaggiatore si è seduto sulla spiaggia e ha detto: «Non c’è altro da vedere», sapeva che non era vero. La fine di un viaggio è solo l’inizio di un altro. Bisogna vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in primavera quel che si è visto in estate, vedere di giorno quel che si è visto di notte, con il sole dove la prima volta pioveva, vedere le messi verdi, il frutto maturo, la pietra che ha cambiato posto, l’ombra che non c’era. Bisogna ritornare sui passi già dati, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini. Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre. Il viaggiatore ritorna subito.
- José Saramago, Viaggio in Portogallo
5 notes
·
View notes
Text
"... Il viaggio non finisce mai. Solo i viaggiatori finiscono. E anche loro possono prolungarsi
in memoria, in ricordo, in narrazione. Quando il viaggiatore si è seduto, (...) e ha detto:
"non c'è altro da vedere" , sapeva che non era vero. Bisogna vedere quel che non si è visto,
vedere in primavera quel che non si è visto in estate, vedere di giorno quel che non si è visto di
notte, con il sole dove la prima volta pioveva, vedere le messe verdi, il frutto maturo, la pietra che
ha cambiato posto, l'ombra che non c'era. Bisogna ritornare sui passi già dati, per ripeterli, e per
tracciarvi a fianco nuovi cammini. Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre. Il viaggiatore ritorna subito.
José Saramago: "Viaggio in Portogallo"
2 notes
·
View notes
Text
Vicenza, torna il festival Poetry
Vicenza, torna il festival Poetry. Poetry Vicenza, il Festival di poesia contemporanea e musica, ritorna con una nuova edizione dal titolo "Il mare, il viaggio, la deriva" che si è aperta ufficialmente ieri 14 novembre in sala Stucchi a Palazzo Trissino con un primo incontro dedicato alla classe 3C del Liceo classico Pigafetta: "Le isole sconosciute: una lettura di Michele Silvestrin per José Saramago (1922-2010)". Il festival è promosso dalle Gallerie d’Italia - Vicenza, sede museale di Intesa Sanpaolo a Vicenza, e dall’assessorato alla cultura del Comune di Vicenza, in collaborazione con l’associazione culturale TheArtsBox, il Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali Comparati dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, e il Festival Jazz di Vicenza, e da alcuni tra i maggiori istituti scolastici vicentini e da altre istituzioni pubbliche e private. In parte per ripercorrere le rotte di Magellano (e Pigafetta), e in parte per dar voce a coloro che Magellano e Pigafetta hanno incontrato lungo la loro navigazione, Poetry Vicenza 2022 vuole mettere in gioco voci "altre", dall’Argentina, le Filippine, la Cina, il Sudafrica, anche passando per le musiche tipiche e folcloriche di Spagna, Portogallo, Capo Verde e Brasile. Quelle voci provenienti dai luoghi toccati da quella storica avventura per mare, aiutano a puntare gli occhi non solo sulla difficoltà della navigazione, sul mistero e l’insondabile sfuggevolezza degli Oceani, o sul coraggio d’intrepidi protagonisti, ma anche sulle rotte che sono poi state battute dalle più recenti emigrazioni europee verso il Nuovo Mondo o, al contrario, sono state percorse all’indietro da popoli e individui per la loro personale “riconquista”, o per un approdo finale nello spazio europeo. Ci aiuteranno in questo la poesia e la voce di Giuseppe Conte e Gianni D’Elia, due poeti ormai "storici" della nostra contemporaneità, scrittori che hanno dedicato più d’un libro al mare e al suo mistero/tragedia. A presentare il fitto calendario, con 14 appuntamenti in differenti sedi fino al 13 dicembre, c'erano oggi in sala Stucchi il sindaco Francesco Rucco, il direttore dei Musei civici Mauro Passarin, il vicedirettore Gallerie d’Italia – Vicenza, Elena Milan e il direttore artistico del festival Marco Fazzini. "Attraverso la poesia si può fare reputazione e promozione culturale, come accade nella nostra città, che per alcuni giorni diventerà crocevia di espressioni e linguaggi culturali magari lontani geograficamente ma accomunati dalla suggestione e insieme dalla potenza della parola, e in particolare della parola poetica, che talvolta assomiglia, per citare un verso di José Saramago, a ‘un solco per terra, in riva al mare: e la marea subito lo spiana’" - ha dichiarato l'assessore alla cultura del Comune di Vicenza, Simona Siotto. "Negli ambienti del nostro museo fanno da suggestivo scenario alle letture le collezioni d’arte appartenenti al Gruppo e, quest’anno, anche le opere del percorso espositivo ‘Pigafetta e la prima navigazione attorno al mondo’ "- ha precisato Michele Coppola, Executive Director Arte, Cultura e Beni Storici di Intesa Sanpaolo - "Abbiamo organizzato questa mostra per festeggiare i cinquecento anni dalla grande impresa di Ferdinando Magellano di cui fu cronista il vicentino Antonio Pigafetta, e lo stesso festival, in occasione della sua ottava edizione, partecipa all’importante anniversario focalizzandosi sui temi ‘mare, viaggio e deriva’. L’avventura di Magellano sollecita infatti argomenti ancora attuali – dal desiderio di nuove scoperte, alla globalizzazione, all’incontro tra popoli diversi – che saranno trattati dai poeti e dai musicisti invitati, per ripercorrere le culture e le storie dei paesi interessati da quell’incredibile viaggio." La navigazione, la strada, l’anelito di conquista e l’appropriazione d’isole e continenti sembrano aver ispirato più di un’opera, in varie forme letterarie. È per questo che uno spazio particolare viene dedicato, all’interno del festival Poetry Vicenza 2022, a centenari strategici (come quelli di Kerouac, Saramago, e Pasolini), o a libri nodali per la cultura del contemporaneo usciti esattamente cento anni fa, in particolare l’Ulisse (1922) di Joyce e La terra desolata (1922) di TS Eliot. Si tratta di libri e autori nei quali il viaggio, il mare, l’orizzonte, le isole e la deriva, assieme al movimento verso orizzonti inaspettati comunicano tutta la tensione della tempesta dei tempi che dalla Modernità arriva fino al nostro presente. Il direttore artistico del festival, Marco Fazzini, ha spiegato: "Comunque lo si legga, il mare, da sempre, è stato il crocevia di speranze e approdi verso nuovi orizzonti, ma anche di tragedie inaudite, come le recenti migrazioni o i viaggi della speranza all’interno del Mediterraneo. Attraverso varie voci poetiche la poesia ci porterà, in questa edizione di Poetry Vicenza, a leggere le attese, i conflitti, le migrazioni e le sfide dell’uomo, sfide odierne del tutto simili a quelle di allora, consumate in un mondo che, seppure cambiato rispetto ai tempi di Pigafetta, ci presenta la stessa emotività, la stessa tragicità e le stesse aspettative di uomini che possono diventare i protagonisti, ma anche le vittime degli eventi e della marosi della storia." Alcuni viaggi storici, come quelli di Colombo, Vasco da Gama, Vespucci o Magellano hanno cambiato la visione e le geografie del mondo. Non sono stati solamente uno sfidare la vastità e la misteriosità del mare, ma hanno anche rappresentato un incontro (e spesso anche uno scontro) tra popoli, culture, gestioni di spazio e strategie economiche. In particolare, quello di Magellano, portato a compimento da una ciurma sparuta di marinai superstiti tra cui il vicentino Antonio Pigafetta, ha aperto non solo la strada verso il Brasile, e quindi la via verso il Pacifico grazie alla navigazione all’interno dello Stretto di Magellano, ma anche la possibilità di toccare, grazie a una circumnavigazione totale, e per la prima volta, una diversità incredibile di mondi. Partendo dalla Spagna, si possono facilmente ri-elencare le terre raggiunte da quel viaggio: Tenerife, il Brasile appunto, ma anche il sud dell’attuale Argentina, le Isole della sventura, l’Isola dei ladroni, le Filippine (con l’Isola di Massawa, e poi l’Isola di Ceb), le Molucche, costeggiando poi l’India, il Sudafrica, la Namibia, il Golfo di Guinea e Capo Verde. Grazie alle ricostruzioni storiche, ma spesso anche fantasiose di Pigafetta, l’Europa ha sognato e anche temuto quei mondi lontani, mondi che a lungo sono diventati i veri e propri imperi di spietate potenze economiche e commerciali, come la Spagna, il Portogallo, l’Inghilterra. I poeti invitati al festival "Poetry Vicenza" nelle diverse edizioni (dal 2015) – circa 200, per un totale di oltre 30 lingue e più di 40 paesi rappresentati – hanno più volte evocato gli alti valori della libertà e della coscienza civile, facendoci ridere, commuoverci e gioire con loro, condividendo la tragicità ma anche l’ottimismo delle loro storie e il fascino della loro musicalità. A disposizione il volume previsto per l’edizione Poetry Vicenza 2022, contenente testi poetici, descrizioni di mostre di arte visiva, e speciali finestre su centenari di poeti e libri famosi, testimonianza d’un progetto complesso e articolato per le celebrazioni dei 500 anni dal viaggio di Magellano e Pigafetta. Gli eventi sono ad ingresso libero, fino ad esaurimento dei posti disponibili. Informazioni Gallerie d’Italia – Vicenza numero verde 800.167619, [email protected] Associazione TheArtsBox. 339.5709671, [email protected] PROGRAMMA POETRY VICENZA 2022 Festival di poesia contemporanea e musica Il mare, il viaggio, la deriva 14 novembre-13 dicembre 2022 - 14 novembre (Palazzo Trissino, sala Stucchi, ore 11.00-13.00) – Presentazione ufficiale del festival. Le isole sconosciute: una lettura di Michele Silvestrin per José Saramago (1922-2010) - 19 novembre (Spazio Der Ruf, ore 17.00 | Spazio 6, ore 18.00) Due mostre per la poesia: Bruno Ceccobelli e Maurizio Gabbana - 24 novembre (Gallerie d’Italia - Vicenza, ore 18.00) Giuseppe Conte e Paolo Birro (pianoforte) - 25 novembre (Gallerie d’Italia - Vicenza, ore 18.00) Rafael Soler (Spagna) ed Elisa Ridolfi Trio - 26 novembre (Gallerie d’Italia - Vicenza, ore 18.00) Daniel Calabrese (Argentina) con video letture di: Gémino H. Abad (Filippine), Yin Xiaoyuan (Cina) e Lynthia Julius (Sudafrica). Presenta A. Gazzoni Musiche di Ilaria Fantin (arciliuto) & Hersi MATMUJA (voce). Voce recitante: Antonino Varvarà. - 27 novembre (Palazzo Chiericati, ore 18.00) Gianni D’Elia. Una conversazione con M. Fazzini e una lettura poetica - 30 novembre (Galla-Libraccio, ore 18.00) 1922: La Terra desolata di T.S. Eliot. Trad. Elio Chinol. Presenta R. Pretto - 1 dicembre (Palazzo Chiericati, ore 18.00) Roberto Nassi/Roberto Dedenaro/Davide Brullo/Andrea Molesini Una lettura a 4 voci con musiche di Victor Valisena (chitarra) - 2 dicembre (Teatro Spazio Bixio, ore 20.30) Jack Kerouac (1922-1969): On the Road Forever. Letture di Piergiorgio Piccoli - 3 dicembre (Galla-Libraccio, ore 11.00) Giorgio Manacorda e Pier Paolo Pasolini (1922-1975). Una lettura e una conversazione con Marco Fazzini e Bruna D’Ettorre - 3 dicembre (Gallerie d’Italia - Vicenza, ore 18.00) Giovanni Ceccarelli & Daniele Di Bonaventura: Musiche per “Mare calmo” - 4 dicembre (Spazio Der Ruf, ore 17.00) Andrea Ponso. Gli angeli e la poesia: una lezione per il finissage della mostra di Bruno Ceccobelli - 4 dicembre (Galla-Libraccio, ore 18.00) 1922: L’Ulisse di Joyce. Presenta Francesca Romana Paci - 13 dicembre (Spazio 6, ore 20,30) Maurizio Gabbana: una lezione sulla fotografia Letture per Vittoria Colonna, Alda Merini e Francesca Serragnoli... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
0 notes
Photo
@annataberko animated drawings
“Quando il viaggiatore si è seduto sulla sabbia della spiaggia e ha detto: "Non c'è altro da vedere", sapeva che non era vero. Bisogna vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in primavera quel che si è visto in estate, vedere di giorno quel che si è visto di notte, con il sole dove la prima volta pioveva, vedere le messi verdi, il frutto maturo, la pietra che ha cambiato posto, l'ombra che non c'era. Bisogna ritornare sui passi già dati, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini. Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre. Il viaggiatore ritorna subito.” (José Saramago, Viaggio in Portogallo)
#female illustrators#illustrators on tumblr#flowers#floral#nature drawing#drawing#digital drawing#illustration#digital illustration#rose draws#color drawing#colorful#animated drawing#gifset#gif drawing#circle#circle draws#geometric#quotes#books quotes#books#josé saramago#viaggio in portogallo#imagination#nature#minimal
1 note
·
View note
Photo
Paper Moon è andata (finalmente!) in vacanza. Il Portogallo si è rivelata essere una bella sorpresa. Io e Alessio amiamo i luoghi più freddi e meno turistici, ma abbiamo “osato” bene: è una terra piena di luce. Purtroppo devo riconoscere che il boom turistico sta in parte snaturando questi luoghi, e i portoghesi stessi non ne sono entusiasti. Spero con tutta me stessa che riescano a gestire questa situazione prima che sia troppo tardi. Comunque sia, come sempre in ogni mio viaggio sono andata a scovare tutte le librerie più belle, tutti gli angoli nascosti. Qui sotto indirizzi di questi posticini a Lisbona.
Livraria Bertrand // Rua Garrett 73 (Chiado) Livraria Sa da Costa // Rua Garrett 100 (Chiado) Livraria Letra Livre // Calçada do Combro 139 (Bairro Alto) Livraria Trindade // Rua do Alecrim 36 (Chiado) Livraria (di cui non ricordo il nome!) // (Bairro Alto) Angolino con svendita libri // Rua São Pedro de Alcântara (Bairro Alto) Statua Fernando Pessoa // Rua Garrett di fronte al A Braisilera (Chiado) Fundação José Saramago // Rua dos Bacalhoeiros (Alfama)
4 notes
·
View notes
Photo
Il nostro viaggio in Portogallo è iniziato al Cimitero dos Prazeres, sulla tomba di Antonio Tabucchi tra gli "scrittori portoghesi", ed è finito davanti all'olivo alentejano sotto cui è seppellito José Saramago, presso la fondazione intitolata al premio Nobel per la letteratura. E al mio ritorno, qui nella campagna pisana dove nacque Tabucchi, riparto proprio dal suo "Requiem", il sogno-allucinazione che si svolge a Lisbona l'ultima domenica di luglio – come ieri – in compagnia di morti la cui parola è ancora viva. https://www.instagram.com/p/B0gCd-9oPf7/?igshid=vs5ecna3ghso
0 notes
Photo
«Il viaggio non finisce mai. Solo i viaggiatori finiscono. E anche loro possono prolungarsi in memoria, in ricordo, in narrazione. Quando il viaggiatore si è seduto sulla sabbia della spiaggia e ha detto “Non c’è altro da vedere”, sapeva che non era vero. La fine di un viaggio è solo l’inizio di un altro. Bisogna vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in primavera quel che si era visto in estate, veder di giorno quel che si era visto di notte, con il sole dove prima pioveva, vedere le messi verdi, il frutto maturo, la pietra che ha cambiato posto, l’ombra che non c’era. Bisogna ritornare sui posti già dati, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini. Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre ». José Saramago, “Viaggio in Portogallo”
5 notes
·
View notes
Text
Ogni volta che sentivo il nome Ribatejo in me qualcosa si accendeva. Il Tago (Tejo in portoghese) mi ha sempre ammaliata come il canto di una sirena ai marinai. Come poter non organizzare quindi un viaggio in auto, un primo di spero molti altri, alla scoperta di una zona di questa regione bagnata dal mio amato fiume Tejo e terra natale di José Saramago?
Prima di passare all’itinerario, per gli amanti dello scrittore, informo che il passato 18 giugno 2018 il gruppo Mais Saramago di Santarém, per celebrare gli otto anni dalla morte di José Saramago, ha rivelato un insieme di scritti inediti del Premio Nobel per la Letteratura.
Opera di João Maurício “Violant”, foto: oribatejo.pt
ITINERARIO CON MAPPA
Proprio con libro alla mano, Viaggio in Portogallo di José Saramago naturalmente, mi accingo a stilare un possibile percorso non impegnativo che ci consenta di esplorare con la nostra calma lenta, per appagare la nostra insaziabile curiosità, e allo stesso tempo dedicarci un po’ al relax di un paio di giorni in campagna. Ecco il risultato delle mie letture con itinerario.
QUESTO VIAGGIO IN PORTOGALLO È UNA STORIA. STORIA DI UN VIAGGIATORE ALL’INTERNO DEL VIAGGIO DA LUI COMPIUTO, STORIA DI UN VIAGGIO CHE IN SE STESSO HA TRASPORTATO UN VIAGGIATORE, STORIA DI UN VIAGGIO E DI UN VIAGGIATORE RIUNITI NELLA FUSIONE RICERCATA DI CHI VEDE E DI CIÒ CHE È VISTO, UN INCONTRO NON SEMPRE PACIFICO TRA SOGGETTIVITÀ E OGGETTIVITÀ.” J. SARAMAGO
Questo nostro viaggio si è svolto in appena 3 giorni, pernottando due notti a Chamusca. Un itinerario che potrete tranquillamente ripetere anche avendo base a Lisbona se restate per almeno una settimana e che percorre gran parte della Rota do Vinho do Ribatejo.
1- Tesoro Gotico, 2- Tori e cavalli, 3- Beira Tejo, 4- Tesoro Manuelino
Partiamo da Lisbona la mattina con calma verso le 10. In meno di due ore di viaggio arriviamo alla nostra prima tappa, il villaggio di pescatori di Escaroupim.
ESCAROUPIM
Fa parte dei villaggi di pescatori denominati “Aldeias Avieiras“. Questi villaggi di palafitte nacquero a causa della forte immigrazione dei pescatori provenienti da Praia da Vieira all’inizio del XX secolo. Questo flusso era dovuto dall’esigenza di cercare sostentamento alimentare che il mare non consentiva, così optarono per la pesca di fiume.
Erano flussi stagionali ma i lunghi viaggi cominciarono a rendere non agevole la vita dei pescatori che decisero di stabilirsi sui bordi del fiume con le loro famiglie. Fu così che, già nel 1833, cominciarono a sorgere le casette di legno su palafitte che ancora oggi possiamo vedere in questi villaggi oramai quasi del tutto disabitati.
Abbandonati nel 1970 questi villaggi a bordo Tago stanno risorgendo grazie ad un progetto di candidatura all’Unesco sin dal 2005. Un vero e proprio parto che ancora oggi resta pendente. Speriamo che le cose accelerino prima che sia troppo tardi come a Póvoa de Santa Iria.
GOLEGÃ
Questa è la cittadina che, per il viaggiatore, è la più chiusa di tutte, anche se poi si spalanca nela sua rinomata fiera. Lui non è mai riuscito a ritrovarsi in questo luogo piatto, in queste vie lunghissime da cui si alzano sempre nuvole di polvere (…). J. Saramago
Conosciuta come la capitale del cavallo lusitano noi l’abbiamo scoperta un paio di anni fa durante una tempesta, sbagliando strada, da Porto verso Elvas. Ci innamorammo subito della porta di questa cittadina che ci ricordava un film di Sergio Leone e l’appuntammo nel mio inseparabile taccuino per un futuro viaggio.
Il futuro è arrivato e finalmente eccoci a Golegã. Prima tappa l’ufficio del turismo dove incontriamo un simpatico e professionalissimo impiegato (un miracolo) che ci illustra cosa visitare a Golegã e nei dintorni.
Il nome Golegã pare risalga al XII secolo quando una donna della Galizia aprì una locanda, conosciuta come Venda da Golegã. Ma cosa visitare in questa cittadina dedicata anima e corpo al cavallo? Pensate che potete anche lasciare il vostro cavallo al lato del tavolino del bar mentre fate colazione o l’aperitivo.
Durante la nostra passeggiata abbiamo notato le magnifiche insegne stradali in ferro battuto che rappresentano il cavallo e che identificano il commercio locale. Me ne sarei portata una a casa con molto piacere.
Prima vera tappa della visita, la storica cappelleria Coelho dove decido di comprare un cappello modello Newsboy che amo molto. Lo indosso subito e ci rechiamo alle stalle del Patio dos Campinos Felício e Singéis, situate nella Piazza Marquês de Pombal dove si svolge la fiera annuale del cavallo, e dove finalmente incontro i miei amati lusitani.
Qui si può anche prendere il battesimo del cavallo ma abbiamo deciso di lasciare quest’esperienza ad una prossima volta. Sicuramente torneremo un novembre per partecipare alla fiera internazionale del cavallo lusitano.
Una fiera che nasce nel 1571 e, nel 1833, grazie al Marchese di Pombal si trasforma in una vera e propria competizione di razze con tanto di concorsi ippici.
Conclusa la visita delle stalle passiamo dinanzi l’Igreja Matriz un magnifico edificio religioso del XVI secolo con il suo magnifico portale manuelino e facciamo un salto alla Casa-Estúdio Carlos Relvas.
Carlos Relvas fu pioniere della fotografia in Portogallo. Imperdibile quindi una visita al suo antico studio ma che purtroppo troviamo chiuso per lavori di restauro. Il museo pare abbia una ricchissima esposizione fotografica del XIX ed inizio del XX secolo ed è considerato il più antico atelier di fotografia del mondo.
Informazione utile: se avete bisogno di prelevare soldi vi ricordo che gli unici bancomat si trovano vicino l’Igreja Matriz.
TORRES NOVAS
Arriviamo a Torres Novas per pranzo, non volevamo mangiare pesante visto il caldo e prendiamo un panino nella piazza centrale vista castello.
Rifocillati e rinfrescati con una premuta d’arancia cominciamo la salita verso il castello, uno dei meglio conservati visti finora in Portogallo (dopo quello di Lisbona). Al suo interno vi aspetta un magnifico giardino molto ben curato. Potrete percorrere l’intero perimetro delle mura, con ben undici torri, ed avere così una bella vista sulla cittadina e il fiume.
Il castello di Torres Novas era una fortezza araba del XII secolo che fu conquistata nel 1190 da D. Sancho I. La struttura attuale è il risultato di diversi interventi durante i regni di D. Sancho I e di D. Fernando. L’entrata è gratuita ed è consentita tutti i giorni, tranne i festivi, dalle 9 alle 17.
Usciti dal castello cominciamo a deambulare senza una meta precisa anche se tra le viuzze troverete diverse mappe con i punti d’interesse da visitare.
Notiamo, incuriositi, che in strada ci sono antichi binari. Inizialmente pensiamo fosse una linea inutilizzata da un tram ma scopriamo poi essere l’antica linea ferroviaria del 1888 che collegava Torres Novas ad Alcanena.
Non avevamo molto tempo da dedicare a Torres Novas, visto che volevamo assolutamente visitare uno scavo archeologico imperdibile, ma per consultare la lista completa dei monumenti da visitare consiglio di cliccare qui.
VILLA ROMANA CARDÍLIO
Lasciata la cittadina ci rechiamo alla villa romana Cardílio, a circa tre chilometri da Torres Novas, scoperta nel 1930 circa da alcuni uomini che stavano estraendo delle pietre per costruire le proprie abitazioni. Il colonnello Afonso do Paço si incarica poi ufficialmente degli scavi nel 1962.
Scavi che consentirono di scoprire basi di colonne, pavimenti decorati a mosaici bicromatici e policromatici, e numerosi vestigi, come: monete, vetri, vasi, bronzi, ceramiche, ecc, che oggi sono nel Museu Municipal Carlos Reis di Torres Novas. La visita comincia nella sala interpretativa dove una serie di pannelli raccontano la storia degli scavi.
Si passa poi alla visita vera e propria (non guidata e senza pannelli informativi). Consiglio di ritornare nella sala interpretativa perché vi saranno fornite, se lo vogliate, numerose informazioni aggiuntive e vi sarà mostrata il plastico della ricostruzione della villa. Chiude a pranzo e nei festivi (aperto dalle 10 alle 12:30 e dalle 13:30 alle 17). Entrata gratuita.
SANTARÉM
Santarêm è una città singolare. Con la gente per strada o tutta rintanata in casa, dà sempre la stessa impressione di chiusura. Fra la parte antica e i nuclei urbani più recenti non sembra esservi comunicazione: ciascuno nel luogo dove è stato messo e sempre dandosi le spalle. J. Saramago
La regione del Ribatejo è ricca di capitali, ci sono quella del cavallo (Golegã), del vino (Cartaxo) ed arriviamo poi a quella del gotico ed anche capoluogo regionale, Santarém.
Santarém é um livro de pedra em que a mais interessante das nossas crónicas está escrita. (Almeida Garrett)
Ci capita spesso di seguire le tracce dei Templari, dopo Tomar e Almourol, visitiamo così Santarém che fa parte delle terre dell’Ordem de Cristo (ex Templari per intenderci) che finanziarono gran parte delle scoperte dei portoghesi.
Era da molto che volevamo visitare questa città portoghese, spesso passiamo per la sua magnifica stazione ferroviaria completamente decorata di azulejos quando andiamo a Castelo Branco in treno da Lisbona.
Lasciamo l’auto nei pressi del mercato municipale anch’esso magnificamente decorato con pannelli di azulejos, 55 per la precisione, dell’antica ed estinta Fábrica de Sacavém che rievocano momenti rurali della zona. Datato 1930 è un’opera dell’architetto Cassiano Branco. Sostituì l’antico mercato all’aperto in Praça Visconde Serra do Pilar, conosciuta come la Praça Velha (vecchia piazza).
Dal mercato, dopo un buon caffè al bancone e al lato dei fornelli accessi su cui stavano preparando il pranzo, cominciamo ad incamminarci tra le stradine del centro. Arriviamo così alla cattedrale, Nossa Senhora da Conceição. Costruita tra il 1672 e il 1711. Non è possibile visitare la cattedrale senza visitare anche il museo e, visto che mi rifiuto di pagare le chiese, non siamo entrati.
Nella stessa piazza, Praça Sá da Bandeira, che ospita la cattedrale, è impossibile non notare su di un piccolo e semplice edificio di due piani la maestosa finestra manuelina. Non mi dispiacerebbe averne almeno una a casa mia.
Continuiamo la nostra passeggiata tra i vicoli della città verso il famoso belvedere Portas do Sol. Sul cammino incontriamo la Torre das Cabaças, purtroppo chiusa, o anche Torre do Relógio o Cabaceiro. Situata di fronte l’Igreja de São João do Alporão, fu costruita su terreno reale e subì diverse trasformazioni strutturali sotto il regno di D. Manuel I, D. João III e Filipe II.
La sua torre rinascimentale misura 22 metri ed è un importante testimonianza del tardo gotico nonché sistema difensivo della città nel XV secolo. Oggi è il museo del tempo.
Proseguendo, arriviamo ai giardini di Portas do Sol, un magnifico belvedere sul fiume Tago. La vista è da far mancare il fiato. Fa parte dell’antico castello che D. Afonso Henriques, primo re del Portogallo, conquistò ai mori grazie ad una scalata notturna della collina nel 1147. Del castello restano appena tre torrette.
Per concludere consiglio una visita alla chiesa Nossa Senhora de Marvila conosciuta come la “Cattedrale dell’Azulejo” in Portogallo. Per la lista completa dei monumenti e luoghi d’interesse storico/culturale cliccare qui.
CARTAXO
Vista la vicinanza e il nostro amore per i vini, non potevamo non fare una deviazione, non prevista durante la stesura di questo itinerario, a Cartaxo. Più precisamente al Museo Rurale del Vino. L’entrara costa 1,5€ ma ne vale sicuramente di più. La visita è guidata e vi consentirà di visitare vari ambienti del museo installato nell’antica Quinta das Pratas oggi complesso sportivo e culturale.
Il museo apre le sue porte il 23 novembre del 1985 al fine di valorizzare la divulgazione delle tradizioni rurali ed in particolare quelle legate alla produzione vinicola.
Diversi sono gli spazi tematici da visitare. Entrati assistiamo ad un breve video di circa 7 minuti che mostra alcune fotografie della zona e della produzione vinicola. Visitiamo poi l’esposizione permanente “À Descoberta da Cultura Rural” che presenta un insieme di attrezzi legati alla lavorazione della terra, della produzione del pane e dell’olio.
Continuando la nostra visita entriamo in un altra sala dedicata al cavallo e al toro, due animali strettamente legati alla regione Ribatejo. Ritornando al vino, vero protagonista di Cartaxo (nominata capitale del vino) possiamo ammirare diversi utensili, vasche dove veniva effettuata la pisa dell’uva con i piedi e botti dove il vino completava la sua stagionatura.
Conclusa la visita del museo e della cantina, dove sono conservate le antiche bottiglie secolari, veniamo fatti accomodare nella riproduzione di un’antica taverna, che mi ricorda un po’ quella del signor Catrino di Amareleja, dove brindiamo con un bianco di Cartaxo naturalmente. Per maggiori informazioni cliccare qui.
PALHOTA
Dopo aver visitato Escaroupim ci siamo incuriositi molto sulla storia dei villaggi dei pescatori del Tago e quindi abbiamo inserito nel nostro itinerario anche Palhota. Qui, ci sono ancora tre o quattro famiglie che vivono nell’antico villaggio. Tutti discendenti dei pescatori che si insediarono nell’inizio del XX secolo.
Prima del viaggio avrei voluto leggere il romanzo di Alves Redol, Avieiros. L’autore denominava questi pescatori migranti “Nómadas do rio, como os ciganos na terra” (nomadi del fiume come i zingari sulla terra). Purtroppo è un libro difficile da trovare ma continuerò la mia ricerca perché mi incuriosisce il fatto che l’autore nel 1930 abbia vissuto proprio in una di queste casette colorate, quella del pescatore Manuel Lobo.
Nel 1975 fu anche girato un documentario “Avieiros“ del regista Ricardo Costa dove si documentava la vista di questi pescatori di Palhota. Un villaggio di una decina di case, oggi una di queste sede del progetto “Palhota Viva” dell’associazione di difesa dell’ambiente e il comune di Cartaxo. Un progetto che nasce nel 1988 quando la «Casa do Avieiro» è stata trasformata per ricevere piccoli gruppi di scout e studenti.
Il progetto cresce anche se il governo non ha stanziato fondi ma alcuni volontari stanno recuperando anche un altro villaggio, Patacão in Alpiarça.
Il nostro viaggio si conclude qui ma presto vi racconterò di altre nostre brevi gite alla scoperta del Portogallo.
ALTRI ITINERARI IN PORTOGALLO
PORTOGALLO IN AUTO E L’INCUBO DEL PEDAGGIO
Quel Portogallo poco conosciuto, Ribatejo la terra di José Saramago Ogni volta che sentivo il nome Ribatejo in me qualcosa si accendeva. Il Tago (Tejo in portoghese) mi ha sempre ammaliata come il canto di una sirena ai marinai.
#alla scoperta del portogallo#blogger italiana portogallo#cartaxo portogallo#cavalli portogallo#cosa visitare del portogallo#cosa visitare portogallo#gita fuori porta lisbona#golegã portogallo#italiani in portogallo#palhota portogallo#pillole di portogallo#portogallo in auto#portogallo non turistico#portogallo on the road#ribatejo portogallo#rotta vini ribattevo#santarém portogallo#scopri il portogallo con lilly#torres novas portogallo#vacanza portogallo#viaggiare n portogallo con auto#Viaggio in Portogallo di José Saramago#villa romana cardilio portogallo#vini portogallo#visit portugal#vivere in portogallo
0 notes
Text
José Saramago, Viaggio in Portogallo
"Il viaggio non finisce mai, solo i viaggiatori finiscono. E anche loro possono prolungarsi in memoria, in ricordo, in narrazione... la fine di un viaggio è solo l'inizio di un altro...bisogna ritornare sui passi già fatti, per ripeterli, e per tacciarci a fianco nuovi cammini. Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre. Il viaggiatore ritorna subito."
0 notes
Photo
Il viaggio non finisce mai. Solo i viaggiatori finiscono. E anche loro possono prolungarsi in memoria, in ricordo, in narrazione. Quando il viaggiatore si è seduto sulla sabbia della spiaggia e ha detto: "Non c'è altro da vedere", sapeva che non era vero. La fine di un viaggio è solo l'inizio di un altro. Bisogna vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in primavera quel che si è visto in estate, vedere di giorno quel che si è visto di notte, con il sole dove la prima volta pioveva, vedere le messi verdi, il frutto maturo, la pietra che ha cambiato posto, l'ombra che non c'era. Bisogna ritornare sui passi già fatti, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini. Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre. Il viaggiatore ritorna subito. José Saramago (da Viaggio in Portogallo, p. 457) (presso Cascais)
0 notes