#colpevolizzare
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mostro-rotto · 2 years ago
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Quando col tempo realizzi che in realtà a quella persona non è mai importato di te e adesso ti colpevolizzi per essere stato/a così stupido/a da avergli dato importanza
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lollyhabits · 8 months ago
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Il cuore è solo un organo ✔
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Il cuore non è l'organo più importante in un organismo complesso: è solo una pompa, che irrora sangue per permettere la riproduzione e lo sviluppo cellulare; è una pompa che resta attiva, artificialmente anche nei casi di espianto degli organi, quando il cervello del soggetto è morto - perché è il cervello a renderci non solo senzienti, ma anche capaci di sentire e comprendere il dolore. L'embrione, non avendo uno sviluppo cerebrale, non percepisce dolore alcuno.
La biologia che è possibile osservare nello sviluppo di un embrione, all'interno di un utero, fa capire che il lavoro fondamentale viene svolto dal soggetto ospite (dal corpo della donna incinta), che in modo del tutto attivo, ma non dipendente dalla volontà dell'ospite, muta le sue condizioni (persino le ossa cambiano posizione), per adeguarsi ai processi cellulari in corso nell'utero; se si verificano problemi nel corso dello sviluppo, il corpo femminile, nella maggior parte dei casi, non continua il processo, e lo espelle, in un aborto spontaneo - realtà ordinaria e non straordinaria.
Il nostro Diritto riconosce Persone solo i nati, proprio perché è consapevole di tutti i reali meccanismi di una gravidanza - anche dei parti prematuri, che, se non ci sono tecniche adeguate per soccorrere il neonato prematuro, portano alla naturale morte.
Noi salviamo i neonati prematuri, che spesso presentano complicazioni nella crescita, perché abbiamo le conoscenze adeguate e strumenti ospedalieri per farlo; diversamente, il loro destino è, nella maggior parte dei casi, morire, poiché più fragili, in quanto non hanno terminato il loro sviluppo.
Salviamo noi, i neonati prematuri, perché le tecniche mediche sono evolute, ma la "natura" no: ne decreterebbe il decesso (in contraddizione netta con chi continua a sostenere che l'esistenza umana debba essere condotta solo "per natura": se lo fosse, avremmo più decessi di neonati prematuri).
Solo quando il neonato viene staccato del tutto dal corpo materno ed emette il primo vagito, oltre che respirare, possiamo dire che quella è una Persona: prima no, perché le complicanze di una gravidanza sono infinite, compresa la complessità di un parto che può causare la morte del nascituro e/o della donna.
Non è colpevolizzando una donna che la si farà diventare "madre modello": è proprio tutto il contrario.
Le donne abusate, psicologicamente, da compagni e famiglia, per portarle a diventare madri per mero uso e costume, LI ODIANO I FIGLI. Quindi, meglio abortire, quando l'embrione, da potenziale neonato, non effettivo, è equiparabile ad una qualsiasi cellula del nostro corpo, in procinto di svilupparsi e non sviluppata - e non vi è certezza che maturerà; e non vi sono motivi per descrivere l'embrione come senziente: il cervello, capace di ricevere stimoli esterni e tradurre gli stimoli nervosi, non si è sviluppato.
Meglio abortire, perché la GPA non è consentita in questo Paese (chi viene indotto a portare avanti una gravidanza, pur non volendo il figlio, assume la posizione di donna che si fa carico di una gestazione per conto terzi); fintanto che non sarà normata la GPA, diventando un diritto per chiunque, eterosessuali e omosessuali, è l'unica scelta che ci permette, da donne, di non essere conniventi di un traffico illegale di adozioni nazionali di neonati in corso.
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luckytacodeer · 2 years ago
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Chi colpevolizzi una donna poiché pur avendo partorito un neonato, affrontato una gravidanza, non senta per esso un legame e decide di lasciarlo a terzi che possano occuparsene adeguatamente, è una persona deprimente, che non è in grado di capire la complessità della realtà.
Chi veda le donne non come esseri umani, come individui pensanti, come Persone, ma oggetti subalterni 'a qualcosa' (ai genitori, alla famiglia, al compagno, alla società, al lavoro, ai figli), mostra di essere nato e cresciuto in una famiglia disfunzionale patriarcale, dove si assegnano ruoli per mero pregiudizio: per principi morali che hanno ben poco a che vedere con la nostra individuale esperienza umana.
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lumioluna · 27 days ago
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voglio una vita esteriore semplice e tranquilla, perché ho una vita interiore caotica e variopinta
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ilmiobarbaricoyawp · 1 year ago
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tettine · 4 days ago
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Una testata giornalistica spagnola ha ripreso il video di Giulia Salemi che racconta di quanto poco sicura si senta a camminare per strada a Milano. Se si ascolta il suo discorso con attenzione e con spirito critico si può asserire che i suoi sono vissuti dettati da bias formatisi mediante una politica che punta al terrore e che correla la percezione del rischio alto a persone fragili, povere e vulnerabili mirando a creare un capro espiatorio facilmente identificabile e ghetizzabile.
"vedo solo gente poco raccomandabile" o ancora "potenziali scippatori o stupratori". Quali sono le caratteristiche affinché le persone siano considerate tali? Forse il mio atteggiamento è un po' diverso perché lavoro con le persone che vengono definitivamente poco raccomandabili e quindi so lo stigma che li ricopre ma sono stanca nel vedere come la politica del terrore e dell'esclusione stia attecchendo.
È avvilente sentire di tutte queste persone che si sentono poco sicure a camminare per la città ma non è colpa loro e non è mia intenzione colpevolizzare qualcuno se non questo continuo puntare il dito dei media nei confronti delle persone 'poco raccomandabili' che spesso coincidono con persone non caucasiche ma se si va a fare un analisi di realtà e guardando i dati Istat, queste ipotesi vengono velocemente sfatate.
La percezione di insicurezza spesso associa immigrazione e criminalità, ma le statistiche indicano che questa correlazione è debole. Diversi studi mostrano che le aree con una maggiore concentrazione di migranti non hanno necessariamente tassi di criminalità più alti rispetto a quelle con meno immigrati eppure non è l'informazione che viene percepita
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ragazzoarcano · 11 months ago
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“Ci sono situazioni che non puoi cambiare, persone che non puoi salvare, nodi intricati che non puoi sciogliere. Appurato questo, fa il tuo meglio.
E, se fai il tuo meglio, non colpevolizzarti... e non farti colpevolizzare.”
— Gabriela Pannia
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libero-de-mente · 14 days ago
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Se sei un grappolo d'uva che si fa gli affari suoi sulla vite, ricorda che può sempre passare una volpe. Se questa volpe non arriva a te, in base alla sua personalità, potrà sempre dire che:
- Se la volpe che non arriva all'uva è invidiosa dirà che, in fondo, non sei matura.
- Se la volpe che non arriva all'uva è narcisista, dirà che non sai quello che ti perdi.
- Se la volpe che non arriva all'uva è di razza Pirandello, dirà che porti una maschera.
- Se la volpe che non arriva all'uva è ansiosa, dirà che non produrrai buon vino ma ansia liquida.
- Se la volpe che non arriva all'uva è di razza Freud, dirà che tu ami tua madre, la vigna.
- Se la volpe che non arriva all'uva è manipolatrice, dirà che non è colpa della vite, che non è neanche colpa sua e quindi vedi tu chi rimane da colpevolizzare.
- Se la volpe che non arriva all'uva è egocentrica, dirà che sei tu quella che deve scendere dalla vite.
- Se la volpe che non arriva all'uva è bipolare, dirà che sei un'uva bellissima, succosissima e che... no, non vali niente e non vale la pena perdere tempo a vendemmiarti. Però se buonissima anche se fai schifo.
- Se la volpe che non arriva all'uva è delirante, dirà che sei un complotto. Che non esisti e sicuramente farai parte dei poteri forti.
- Se la volpe che non arriva all'uva è maschilista dirà che sei tr0i4.
- Se la volpe che non arriva all'uva è femminista dirà che sei tr0i4.
- Se la volpe che non arriva all'uva è Rosario Muniz dirà che sei un "bastaVdo".
- Se la volpe che non arriva all'uva è depressa, dirà che non vale la pena cercare di raccoglierti. Che tanto ti lasceresti prendere dal primo che passa, che non ne vale la pena.
- Se la volpe che non arriva all'uva soffre di dipendenza affettiva, dirà che starà accucciata buona buona sotto il ceppo della vigna. Aspetterà che sia tu a scendere. Puoi anche decidere di marcire e spiaccicarti sulla sua testa, andrebbe comunque bene.
- Se la volpe che non arriva all'uva è narcisista dirà che sei meravigliosa. Ma non abbastanza da avere le sue attenzioni, quindi per essere all'altezza cerca di cadere velocemente nelle sue fauci.
- Se la volpe che non arriva all'uva è ossessiva, passerà tutti i giorni a controllarti. Si chiederà se davvero sei così succosa, magari sei acerba e fingi. Ti scruterà per vedere se hanno usato antiparassitari, se sei bio oppure ogn. Comunque vada... mmmh, non si fida.
- Se la volpe che non arriva all'uva soffre di panico, arriverà di corsa tutti i giorni per vedere se sei ancora lì. Appesa. La paura che qualcuno ti abbia colta è viva ogni giorno. Quando se ne va ti guarda come se fosse l'ultima volta, del domani non c'è certezza.
- Se la volpe che non arriva all'uva è sociopatica, passa senza darti molto peso. Ripassa facendo finta di nulla, se si ferma a osservarti lo fa con disgusto. Credo che ti odi.
- Se la volpe che non arriva all'uva è stressata, ti chiederà informazioni dettagliate. Se sei nebbiolo o cabernet, se la tua resa è migliore dell'uva del vitigno confinante. Se si sbagliasse e non sei la più buona? Se le sue aspettative venissero deluse? Niente. Si butta sulla Nutella.
- Se la volpe che non arriva all'uva è xenofoba, dirà che vuole l'uva autoctona, preferisce il Moscato Bianco al Cabernet Sauvignon. Vuole il blocco navale attorno ai vitigni.
- Se la volpe che non arriva all'uva è social dipendente, si fa un selfie con te e lo posta su Facebook. Poi lo condivide su Instagram. Ti chiede l'amicizia. poi te la toglie. Te la richiede. Poi ti blocca. Ti sblocca e ti tagga in venti frasi filosofiche prese dall'università della strada. Ti scrive in chat, tutti i giorni. Anche nelle chat di C6 che non usi da vent'anni.
- Se la volpe che non arriva all'uva è Chuck Norris, scendi tu di corsa dalla vite. Prima che con un pugno ti faccia rotolare giù.
- Se la volpe che non arriva all'uva è Ken il guerriero, sei un'uva morta ma non lo sai ancora... huatà!
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darktimemachinechaos · 1 month ago
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[della mia bassissima capacità di sopportazione dei disfattisti] 🠇
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Se noto che un soggetto posti in quantità industriale sui social messaggi solo sconfortanti in cui dichiari che "il mondo fa schifo" (senza un briciolo nemmeno di sana ironia sui propri malesseri) il mio input da cittadina responsabile che non resta mai solo a guardare ciò che non va, tenta di capire, in primo luogo, il perché quella persona lo faccia: potrebbe essere soltanto un momento di reale sconforto a cui dare peso oppure uno dei tanti account che non avendo grandi idee per la testa, non trova di meglio da fare che divertirsi nell'alimentare un'idea del mondo solo disfattista per guadagnare attenzione malsana.  
Non facendolo io per prima, non sopporto chi ami crogiolarsi nel vittimismo (giovane o adulto che sia) e non sono affatto interessata a chi non faccia altro che lamentarsi nella vita per partito preso, mostrando una demenza senile talvolta pure precoce per l'età che si ha; il mondo non è solo un posto marcio: il mondo è solo un posto marcio per tutti coloro che hanno deciso di restare passivi a ciò che (gli) accade; chi non reagisce a ciò che non va non detiene alcun diritto di lamentarsi di una realtà che non ami, perché non puoi lamentarti di nulla se nel contempo non fai assolutamente nulla per cambiare manco un pezzettino piccolo della realtà che ti circonda - il minimo sindacale che ti è richiesto da persona Adulta!
Una persona giovane ha bisogno di essere sostenuta quando continua a vomitare scemenze sul mondo che fa solo schifo e non che gli si dica "Si, ok, hai ragione, il mondo fa schifo e pure io trovo che fa schifo": la realtà non è composta solo da soggetti passivi che sopportando situazioni assurde pensandosi eroiche, ma anche da ottime persone che ogni giorno, pure incazzandosi di brutto, si impegnano per portare Progresso attorno a loro - e non ci guadagnano un cazzo nell'andare a dormire ogni giorno con l'idea che il giorno successivo dovranno affrontare un'altra battaglia contro conservatori e giovani pessimisti dell'ultima ora - giovani pessimisti dell'ultima ora che si aggregano ai pessimisti anziani della prima ora, da cui non si deve assolutamente prendere esempio.
E' molto facile fermarsi alle prime righe di uno scritto (alle impressioni a pelle di ogni questione), ma non si potrà mai avere una percezione corretta della realtà senza nemmeno viverla a fondo (leggendo tutto il libro e non soffermandosi alla copertina); tutto ciò che leggiamo oppure osserviamo oppure soltanto ascoltiamo, sarà continuamente inteso in modo parziale e scorretto sia se si è caratterialmente pessimisti ma anche e soprattutto se si è PIGRI.
Non esistono pensieri isolati pessimisti originali: negli anni, tra realtà e social - senza contare la marea di poeti e scrittori di romanzi attuali e del passato da "mattonata sui coglioni" - di persone che si arrendono al primo ostacolo ne ho incontrate a centinaia e di qualsiasi età, perché arrendersi e dare degli idioti agli altri è facilissimo: non costa alcuna fatica; colpevolizzare i terzi in continuazione della propria costante resa sociale non rende intelligente e manco interessante qualcuno; gli arresti momentanei sono sani solo se momentanei: in giovinezza, tutti proviamo davanti ad una realtà complessa una naturale fatica a capire e dominare gli avvenimenti, perché la realtà è complessa e difficile da dominare per tutti, anche quando non sei più un giovane adulto (non c'è nulla di originale o straordinario in questo stato d'animo). 
Se non sarà così, se non sarà un arresto momentaneo quello che viva il giovane pessimista dell'ultima ora, il futuro che lo attende prossimo è di invecchiare prestissimo, moltiplicando esternazioni degne di un anziano fallito e non di una persona giovane dentro e fuori, CHE HA TUTTA UNA VITA DAVANTI. 
La mia risposta ai giovani pessimisti potrebbe suonare dura e priva di compassione rispetto ad una madre pancina: ma sono una persona adulta razionale e non una madre pancina e non mi passa nemmeno per l'anticamera del cervello di offrire ad una persona giovane scusanti per arrendersi al tutto, piangersi addosso, invece di far emergere la vitalità del DESIDERARE.
C'è una realtà che da attivisti affrontiamo in ogni minuto della nostra esistenza: non possiamo aiutare chi non vuole essere aiutato - ma questo non vuol dire non provarci, almeno! Non significa non tentare nemmeno a comunicare con la dovuta forza a chi sia più giovane di noi e troppo facilmente arrendevole alla complessità, che il passato non è affatto migliore del presente come i vecchi stolti sostengono; che ognuno fa parte della Storia; che gli altri attorno a noi sono responsabili fino ad un certo punto del malessere che viviamo: il resto dipende soltanto dall'essere pigri o meno in un mondo che ti offre migliaia di strumenti per risolvere e non per disfare.
Se sei un disfattista, se sei un pessimista, è perché vuoi esserlo e non perché non esistano strumenti offerti dalla scienza, oggi più di prima alla portata di tutti, per non esserlo affatto: per voler contribuire con gioia, con costruttività, a ciò che sta al di fuori del recinto del tuo giardino deprimente nel quale tu hai voluto chiuderti; nessuno può metterti all'angolo quando tu non lo vuoi è la corretta trasposizione nella realtà di un Dirty Dancing in cui non verrà un ballerino sexy a ricordarti che arrendersi è solo un atteggiamento da bambini che non vogliono crescere mai.
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lunamagicablu · 4 months ago
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“Ci sono situazioni che non puoi cambiare, persone che non puoi salvare, nodi intricati che non puoi sciogliere. Appurato questo, fa il tuo meglio. E, se fai il tuo meglio, non colpevolizzarti... e non farti colpevolizzare.” Gabriela Pannia art on Pinterest ************************* “There are situations you can’t change, people you can’t save, knots you can’t untie. Once you know that, do your best. And if you do your best, don’t blame yourself… and don’t let them blame you.” Gabriela Pannia art on Pinterest 
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anchesetuttinoino · 4 months ago
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...ministro Salvini, sta affrontando un inverosimile processo solo per aver difeso i confini italiani. Assistiamo ad un episodio surreale, perché colpevolizzare e perseguire giudiziariamente delle legittime scelte politiche, costituisce un precedente pericoloso, che dovrebbe far ragionare tutta la politica, indipendentemente dallo schieramento.
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rraskolnikovv · 5 months ago
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troppo spesso facciamo l’errore di credere che gli altri sappiano esattamente cosa ci passa per la testa, cosa proviamo e come vediamo il mondo. siamo per scontato che giri nello stesso modo per tutti, con la medesima importanza che noi diamo alle cose che davvero contano. e ci incazziamo, da morire, quando gli altri non rispecchiano questo concetto, quando esprimono il loro modo di essere in maniera inconcepibile, senza pensare che è esattamente così che noi appariamo agli altri. ci sembra superfluo comunicare, è più semplice credere che se avessero voluto l’avrebbero fatto, senza magari fermarci e riflettere sul fatto che tutti hanno gli stessi interrogativi, le medesime paure di esporsi, di aprirsi. tutti possiedono difese ed è così sbagliato interpretare senza cognizione di causa ciò che accade, senza conoscere cosa c’è dietro e senza mettersi lì a spiegare perché qualcosa pesa così tanto per noi. è più semplice colpevolizzare chi non si prende cura di noi quando siamo i primi a non saperlo fare.
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soldan56 · 9 months ago
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E via a insultare e a colpevolizzare
l'intervento a Che sarà è qui: https://twitter.com/siriomerenda/status/1782057655223161330
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sweetbearfan · 29 days ago
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Arrendersi e dare degli idioti agli altri è facilissimo: non costa alcuna fatica; colpevolizzare i terzi in continuazione della propria costante resa sociale non rende intelligente e manco interessante qualcuno; gli arresti momentanei sono sani solo se davvero momentanei.
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Amore e relazioni, perché non trovo la persona giusta? L'esperta: «Ecco come innamorarsi in 8 mosse»
Quanto è difficile trovare l'amore? Tante persone sono scoraggiate e non nutrono più speranza. Si arrendono all'idea che per loro è impossibile innamorarsi. Ma perché è così difficile trovare la persona giusta? Lo abbiamo chiesto alla psicologa Martina Stavolo: «Trovarla non è facile. Partendo da questo assunto si può analizzare se stessi e predisporsi all'amore».
«Non siamo sbagliati o sbagliate»
Le difficoltà sono spesso frutto degli stili di vita: «Andiamo tutti di fretta, vorremmo trovare l'amore al primo appuntamento – dice –. E se non accade ci si butta giù: ci si sente sbagliati o pensiamo che gli altri sono tutti casi umani». È, quindi, importante guardare al futuro senza scoraggiarsi e in modo proattivo. 
«Non va bene chiunque» «È importante capire cosa stiamo cercando e se siamo pronti a voler vivere una relazione. Se siamo predisposti a costruire una storia cerchiamo una persona speciale, non di certo una persona qualsiasi. Ognuno di noi – dice la professionista – cerca la persona giusta. Eppure spesso siamo portati a comportarci come se andasse bene chiunque».
«I social illudono» Spesso, spiega ancora Stavolo, basta un cuoricino sui social o nelle chat WhatsApp per «definire una persona carina. Ma ci vorrebbe ben altro. Per capirsi bisogna incontrarsi dal vivo: è l'unico modo per conoscersi davvero. Le chat velocizzano le impressioni, ma capita spesso che falsino la percezione dell'altro». Capire una persona richiede tempo.
L'errore «L'errore più frequente è concentrarsi sul piacere all'altra persona. Ci poniamo continuamente domande come: “Gli piacerò?”, “Sarò abbastanza?” Ancora prima di capire se l’altra persona piace a noi. Le domande che ci dobbiamo porre sono: “Mi piace?”, “ Sto bene con lui/lei?”».
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Perché si sbaglia Si sbaglia per un unico grande motivo: il timore di non piacere e la paura del rifiuto. «Un "no" che confermerebbe le nostre insicurezze». Il punto focale è, quindi, cambiare prospettiva: «Scegliere e non essere scelti dall’altra persona. Soprattutto all’inizio di una frequentazione concedendosi di essere così come è, anche con le proprie fragilità».
«Mai deresponsabilizzarsi» Dare la colpa all'altra persona è un errore. «Colpevolizzare l’altro porta spesso a usare terminologie improprie (come “é un narcisista”). Dire "Si è rivelata un'altra persona" è una banalizzazione, molto spesso non si guarda in faccia la realtà: ci si concentra troppo sulle paure. Concentriamoci, invece, sulla nostra capacità di scegliere», spiega l'esperta.
Cosa fare «Bisogna prendere contezza di un dato: la scelta non è dell'altra persona ma nostra». Cosa fare allora durante un appuntamento? «Dobbiamo – consiglia Stavolo – metterci in un atteggiamento di curiosità verso l'altro. È importante "Prendersi il momento, non la persona". Non bisogna uscire con l'altro con l'obiettivo di conquistare la persona a tutti i costi. Quando si esce le prime volte, non sappiamo se vorremo quella persona. È una decisione che richiede tempo. Bisogna godersi la scoperta. Solo dopo, se si è stati bene, si può decidere se continuare e se quella persona è quella giusta per noi».
«Mai buttarsi giù» La cosa che bisogna evitare quando una conoscenza fallisce è non generalizzare e non buttarsi giù: «Va capito che quella persona non è giusta per noi. Non è sbagliata la persona: semplicemente non c'è stato l'incastro giusto», chiosa Stavolo.
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crazy-so-na-sega · 6 months ago
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ll paravento di un mondo multipolare per distruggere etnie, civiltà e tradizioni, con una propaganda atta a colpevolizzare i popoli europei e non quel potere unico che governa il mondo. Non è il potere vero che deve soccombere, ma i popoli europei.
Hervé Ryssen
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