#accettare la gentilezza
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pier-carlo-universe · 28 days ago
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Un incontro al bar: il significato nascosto di un semplice gesto. Quando un caffè diventa un simbolo di gentilezza e connessione umana
Ieri, entrando nel solito bar per la mia pausa caffè quotidiana, mi è accaduto qualcosa di insolito. Al bancone c’era una persona a me sconosciuta, che stava sorseggiando un caffè.
Ieri, entrando nel solito bar per la mia pausa caffè quotidiana, mi è accaduto qualcosa di insolito. Al bancone c’era una persona a me sconosciuta, che stava sorseggiando un caffè. Appena mi sono avvicinato, mi ha guardato e, con un sorriso cordiale, mi ha detto: “Buongiorno, posso offrirle un caffè?”. Sorprendentemente, ho risposto quasi istintivamente: “Sì, grazie.” Un gesto semplice, eppure…
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risposte-e-reblog-randagi · 2 months ago
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si vabbè.....è una foto di secoli fa...con un Ignazio ventenne....
Qualcosa di più credibile no???
Senti testa di cazzo. Parlare con te mi fa schifo perché: a) hai la testa nel culo b) hai difficoltà ad accettare la realtà dei fatti c) sei ignorante come lammérda d) che hai la testa nel culo lo ho già detto? Chiami "libertario" un governo che, per ora, non ha fatto nulla se non vietare (sulla carta, almeno) tramite una serie continua di decreti (poi inapplicati), tipo i rave, le manifestazioni pubbliche, la gravidanza etero-assistita (rendendola reato universale: mi aspetto arresteranno Musk, quindi, la prossima volta che verrà in Italia), la cannabis depotenziata, e nel mentre continua ad attaccare i fondamenti costituzionali della nostra democrazia (dal Presidente della Repubblica, alla separazione tra potere legislstivo e giudiziario, passando attraverso la libertà di stampa), non in ultimo penalizza la scuola e la sanità pubblica a favore di quella privata. Non in ultimo lascia manifestare Casa Pound ma mena gli studenti in corteo. Se non vedi del fascismo in tutto questo o sei un fascista o sei un coglione o sei un coglione fascista. E non stare a rispondermi, se non evitando di nasconderti dietro l'anonimato, o meglio proprio di persona tra l'altro che, come ha per altro sostenuto un ministro di questo governo, due manganellate hanno un forte potere educativo e chi sono io per non istruirti?
P.s.: buona giornata mondiale della gentilezza
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antod0 · 8 months ago
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Come tutti gli anni, mi ritrovo su questi canali, il giorno dopo il mio compleanno, a ringraziare pubblicamente tutte le persone per gli auguri ricevuti.
Come tutti gli anni mi sono sforzato di rispondervi singolarmente, perché non esiste risorsa più preziosa del tempo, e averne sprecato un po’ per me mi rende orgoglioso e felice, ma anche debitore nei vostri confronti (minchia quanto sono pesante).
Come tutti gli anni, mi lascio andare ad un flusso di coscienza, per esorcizzare il tempo che scorre, e quest’anno la carta d’identità dice 39, zio pera!
Ho in mente da giorni una canzone, che grazie a san remo, è tornata prepotentemente nelle mie playlist.
La canzone è “sogna ragazzo, sogna” di Roberto Vecchioni; il primo verso di questa canzone recita
“E ti diranno parole rosse come il sangue, nere come la notte
Ma non è vero, ragazzo, che la ragione sta sempre col più forte”
Questo verso mi ha fatto riflettere su come non debba essere possibile soccombere a chi sbraita di più, a chi fa più rumore (e come mai sto parlando proprio di Giorgia Meloni?), a chi si deve per forza dimostrare virile in ogni situazione.
Questa verso mi ha fatto riflettere su quanto oggi ci sia bisogno di non esasperare sempre più l’io, di non dover raggiungere la vetta a tutti i costi, di non poter accettare un fallimento.
Questo verso mi ha fatto riflettere su quanto, oggi più che mai, ci sia bisogno di gentilezza, di ascolto, di darsi agli altri.
Credo sia una cosa fondamentale guardare a chi ci è davanti, anche per una semplice questione migliorativa verso sé stessi, ma questo non deve mai prescindere dal guardare chi è dietro di noi, chi sta peggio, chi ha bisogno di aiuto.
Singolarmente valiamo poco, come comunità abbiamo possibilità di sopravvivenza.
L’augurio che personalmente mi faccio è di non perdere mai la capacità di ascoltare gli altri, di avere pazienza sempre di più verso mio figlio, di essere sempre più unito con mia moglie.
Vorrei non perdere mai la capacità di ridere e di vedere il sorriso negli altri.
State vicino a questo ragazzino che sta invecchiando
Vi voglio bene
Antonio
Ps nella foto non sto dormendo, stavo solo elaborando tutto questo che ho appena scritto
Peace.
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darktimemachinechaos · 2 months ago
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S: Speranza O: Ottimismo F: Forza I: Intelligenza A: Amore
E: Empatia V: Vitalità R: Resilienza A: Autenticità L: Libertà
Questo acronimo riflette qualità positive e significative, associate al mio nome.
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"Sembrare" non vuol dire "essere": affinché qualcosa abbia un reale valore in una discussione serve un riscontro (una prova che tale questione esista); diversamente, non possiamo essere tenuti in considerazione 😊
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Grazie mille ! 🥰 Effettivamente un taglio corto oltre ad esprimere al meglio le fattezze di un viso è anche più pratico da gestire: un colpo di spazzola, un po' di piastra, e sei pronta al mattino o per uscire la sera. Il mio parrucchiere di fiducia ha saputo darmi il consiglio migliore, dopo anni di capelli lunghi.
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Eccomi! Sono su questo social per farmi conoscere ! 😊
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Ma grazie ! Gentilissimo ! 😊
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😂😅 Purtroppo la cioccolata è un alimento vietato nella mia dieta, perché mi rovina la pelle del viso; invidio chi può mangiarla senza effetti collaterali.😂😅
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Le intelligenze artificiali non sono ancora presenti su Threads, ma probabilmente a breve sarà necessario integrarle per far fronte alla grande esigenza maschile di poter dialogare, in pubblico e in privato, con "una donna su misura alle rispettive alte esigenze sessuali e basse attitudini mentali", dato che nella realtà una donna intelligente non si confronterebbe mai con uomini di scarso valore; le intelligenze artificiali, invece, possono farlo, poiché non hanno nulla da perdere a riguardo.
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Tento di consolarti in merito con la massima gentilezza; il lato positivo di questo essere "in vendita sui social" può essere così sfruttato: maggiori saranno i tuoi (nostri, in senso lato) contributi costruttivi, maggiormente gli algoritmi si modelleranno per offrire contributi costruttivi.
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Se l'algoritmo di Threads mi permetterà di restare a lungo qui, pubblicherò a breve qui anche dei cruciverba (il tempo di ricopiarli da carta a file) che mi piace creare in proprio; se no, ho altri account disponibili: potrai trovarmi su Pinterest, Bluesky, Wordpress, Tumblr, X ed anche Telegram (sui miei post ho seminato i link per seguirmi). Ti ringrazio per tutti i complimenti che mi fai ! 😊
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Su Threads (e altri social simili), non troviamo solo donne ma anche uomini che postano le proprie foto: non possiamo criticare tale atteggiamento poiché ogni persona ha diritto di fare ciò che vuole con il proprio account; possiamo solo sperare che ne ricavino maggior soddisfazione possibile, senza ripercussioni negative sulla psiche 😊
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Grazie mille per i tuoi cortesissimi complimenti e per il tuo gentile consiglio ! 😊 Non possiamo piacere a tutti, poiché ogni persona è diversa e quindi ha necessità diverse; l'unica cosa che posso fare è accettare i commenti negativi sulla mia persona e/o ciò che rendo pubblico con la massima calma, senza diventare astiosa - è un po' difficile, ma ci provo 😊 Mi è già stato risposto qui che io non esisterei nella realtà: mi rende triste, certo!, ma non posso farci niente.
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Ti ringrazio ! ❤️ Il tuo è uno fra i più bei complimenti ricevuti questa mattina aprendo Threads - complimento, anche il tuo, che mi rende migliore la giornata; auguro pertanto un'ottima giornata anche a te! 😘
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Il problema esistente sui social (su tutti i social, non solo Threads o Instagram o Facebook) è che non puoi essere presa/preso minimamente sul serio se non pubblichi con nome, cognome e foto reali (se non fornisci concretezza a chi ti scrive e al social stesso): accetto pertanto questo compromesso, dato che a me piace soprattutto scrivere e vorrei essere presa sul serio quando mi esprimo 😊
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susieporta · 1 year ago
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Più ci esponiamo agli altri con le nostre parti vulnerabili, difettose, animali, goffe, imperfette e contraddittorie, più diamo agli altri la possibilità di giudicarci e svalutarci.
Allo stesso tempo, però, diamo loro anche l'opportunità di volerci davvero bene e amarci in modo autentico e tenero come solo si può fare con chi si sa svelare così profondamente.
Saranno gli altri a scegliere se intraprendere la strada dell'amore e della tenerezza o preferire quella della svalutazione (a svalutarci saranno le persone poco capaci di accettare i loro limiti.
E le possiamo comprendere: se nessuno ha insegnato loro a trattare con gentilezza le proprie imperfezioni, come possiamo pretendere che riescano ad avere un buon rapporto con le nostre?)
Al contrario, se tentiamo di celare al mondo, costantemente, tutte le parti di noi che non ci piacciono, nel nostro inconscio continuerà a rimbombare una domanda: "esiste, al mondo, qualcuno che mi amerebbe, anche se mi conoscesse per quello che sono in realtà? Esiste qualcuno che non proverebbe disgusto nello scoprire chi sono davvero?"
V. Occelli
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lumioluna · 9 days ago
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per coerenza ti segnalo e blocco anche qui. Baci 🧡
bloccami pure caro, me lo dici come se fossi questo condottiero della giustizia che sta facendo chissà che servizio pubblico. invece non capisci di dimostrarti l'ennesimo ragazzino moralista e frustrato che da dietro un anonimo (!!) sputa veleno nei confronti di una donna che semplicemente esercita il suo diritto a decidere se e come mostrarsi online e a chi dedicare tempo e attenzioni (visto che, magari non ci hai pensato, ma la cosa -almeno per me- richiede energia e impegno e quando hai le chat aperte e persone che ti scrivono a destra e manca, puoi avere tutta la buona volontà, ma inevitabilmente alcune chat scorreranno giù, inevitabilmente non avrai voglia di parlare con tutti). credo dovresti riflettere sul fatto che nulla ti è dovuto, soprattutto da persone online che non conosci e con cui non hai nessun rapporto. e che anche se può essere doloroso e spiacevole, non tutti avranno voglia di avere anche fare con noi (questo vale per te e per me uguale, di recente ho dovuto accettare che un ragazzo con cui avrei voluto portare avanti una conoscenza non ricambiava il mio sentimento. eh vabbè. vuol dire che non era una persona per me. non mi sono messa a sminuirlo da dietro un anonimo facendone una questione morale).
in tutta franchezza mi dispiacerebbe pensare che tu sia una delle persone cui mi sono legata qui, quindi ti invito nuovamente a mollare l'anonimo e parlarne civilmente nel caso in cui ci sia un contesto per questa tua frustrazione (tipo abbiamo parlato e io non ho voluto portare avanti la conoscenza? o qualcosa di simile). se invece sei semplicemente una persona con cui non ho voluto avviare una conoscenza, ti ricordo anche che io l'ho detto da subito che non sono interessata né a fare sexting (e infatti l'ho fatto con tipo due persone ad oggi, forse una e mezzo e solo perché i contesti e la complicità era tale per cui ho deciso di lasciarmi andare), né a conoscere persone online (perché voglio concentrarmi su connessioni offline, e ancora una volta, rapportarsi con cura con persone online richiede un impegno, tempo e costanza che io voglio dedicare ad altro. per banale e inalienabile scelta personale).
lo spazio che ho qui è uno spazio di espressione personale, ispirazione, svago e occasionalmente confronto. e cerco di coltivarlo in modo che sia accogliente e divertente anche per chi mi segue ma rimane il mio spazio e io rimango una persona per te sconosciuta: non ti devo il mio tempo né le mie attenzioni (già ora per risponderti ne sto spendendo troppo ma è perché sono polemica).
è il fatto che questo mio esercitare la mia libertà ti fa sentire come se io fossi "falsamente gentile" dice tantissimo su di te. la gentilezza, la tenerezza, la sensibilità NON sono debolezza, non sono docilità o mancanza di spina dorsale. io sono gentile e sono tenera e sono sensibile e sono anche in grado di parlare per me stessa e di fare valere il mio sacrosanto diritto ad essere lasciata libera di agire come più mi piace, entro i limiti del rispetto altrui ovviamente. non significa che devo fare lo zerbino di chiunque mi scriva online e dedicargli tempo e attenzioni anche se non mi sento di farlo. ancora una volta, in genere cerco di essere delicata in chat quando voglio allontanarmi da qualcuno, ma se per qualche motivo non l'ho fatto ti ricordo ancora che nessuno né qui né offline ti deve NIENTE. non scrivete alle persone con l'aspettativa che debbano rispondervi per forza (soprattutto se hanno le chat aperte e non vi seguono), lasciatele libere di scegliervi se vogliono.
e buona vita a te, mi sono scocciata di stare qui a fare i discorsi di principio con una persona chiaramente irrispettosa e che si sente intitolata al tempo e le energie degli altri senza avere né garbo né empatia né cognizione del contesto in cui si trova.
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ilgiardinodivagante · 4 months ago
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Ci facciamo male, è così. Un graffio sul ginocchio, un dito schiacciato nella porta. La reazione è automatica: un grido, una mano a proteggere la ferita, poi la corsa dal medico. E magari, a ferita rimarginata, ci accorgiamo di aver imparato anche a essere più accorti. Semplice, no? Perché allora, quando il dolore è dentro, tutto si complica?
Quando le parole di qualcuno ci trafiggono come una lama, o quando un'emozione ci sommerge, ci rifugiamo nel lamento. Accusiamo gli altri, scarichiamo la responsabilità, e poi ci crogioliamo nel dolore. Ma perché? Perché non facciamo come con il dito schiacciato? Perché ci fermiamo ai sintomi e rifiutiamo una diagnosi?
La paura del giudizio, il terrore di apparire fragili, ci bloccano. Crediamo che mostrare le nostre ferite sia un segno di debolezza. Ma il dolore è un segnale, un campanello d'allarme. Ignorarlo è come coprirsi gli occhi davanti a un incendio, sperando che si spenga da solo. Accettare il dolore non significa lasciarsi avvolgere dalle fiamme, ma imparare ad utilizzare un estintore. Ognuno di noi, prima o poi, si trova ad affrontare delle sofferenze. Imparare ad accettarle ci permette di guarire e di crescere.
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Possiamo iniziare con piccoli passi. Io ho trovato un mio modo, un piccolo gioco che mi aiuta a scavare dentro me stessa senza lasciarmi attanagliare dalla paura. È come risolvere un puzzle. Ogni pezzo è un perché. Perché provo rabbia? Forse perché mi sono sentita sminuita. Perché mi sono sentita sminuita? Forse perché ho rievocato una situazione simile del passato. Perché ho lasciato che si ripetesse? E così via, finché non arrivo al cuore del problema.
Più unisco i pezzi, più chiara l'immagine diventa. Scopro aspetti di me che non conoscevo, paure che nascondevo. Quando il puzzle è completo, ho una mappa della mia ferita. E con questa mappa, posso iniziare a cercare la strada per guarire.
Non è un processo a me stessa, anzi. Il perdono è un passo fondamentale: non è dimenticare, ma prendere consapevolezza che non abbiamo ancora acquisito l’esperienza necessaria e ripartire per imparare nuove cose su di noi e sulla vita.
È un po' come andare dal medico. Lui non ti giudica, cerca solo di capire cosa ti fa male per curarti. Ecco, io faccio lo stesso con me stessa. Mi prendo cura delle mie ferite emotive, con pazienza e gentilezza. E come farei con un medico, non mento. Direste mai che vi fa male una spalla se siete feriti a un ginocchio?
La vita è un continuo divenire e il nostro benessere psico-emotivo spesso ne è il fulcro. Come curiamo il corpo, così dobbiamo curare la nostra anima. Le nostre ferite sono tappe del nostro viaggio, e ognuna di esse può renderci più forti.
Questo blog è il mio piccolo angolo creativo. Ogni parola e ogni immagine presente in questo post è frutto della mia immaginazione. Se ti piace qualcosa, condividi il link, non copiare.
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yellowinter · 5 months ago
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Sveglia alle 6, acqua fredda, stretching, respiri, caffè e sono andata a lavoro. Oggi è stata dura... ero da sola quindi ho corso parecchio e la responsabile di turno era molto agitata, gridava, ogni cosa che ho fatto non le andava bene e così ho pulito e ripulito e disfatto e rifatto ancora. A un certo punto stavo per crollare, poi ho preso un grande respiro e ho sorriso, le ho sempre risposto con gentilezza e offerto il mio aiuto al massimo delle mie potenzialità. Quando ho finito mi sono seduta sotto a un albero a fumare una sigaretta, lei si è avvicinata ed è scoppiata a piangere. Mi ha detto che si sente depressa e che non riesce ad accettare diverse cose della sua vita. Sono rimasta spiazzata, perché non me l'aspettavo in quel momento. Nessuno vuole fare i suoi turni, viene presa per il culo da tutti, la chiamano "sclerata", ma in quel momento ho visto solo una grande sofferenza e una grande mancanza d'amore che poi mi ha confermato. Allora l'ho rassicurata e le ho detto di stare tranquilla, che domani al suo turno vado io. Mi ha regalato un sorriso immenso e detto che sono gentile. Sono tornata a casa con i soliti bus ascoltando la musica, ho pranzato e poi sono uscita a fare un giro per il quartiere, ho fatto la spesa, sono andata in farmacia, ho preso un accendino super bello dal tabaccaio. Poi ho preso l'handpan e mi sono messa al fiume a suonare... la gente cammina veloce, spesso con la testa in giù attaccata al cellulare, ma quando mi passa vicino rallenta, qualcuno si ferma, qualcuno mi parla. Si creano sempre degli attimi stupendi. A un certo punto una ragazza dall'altra parte del fiume si è messa a cantare, quasi magico. Poi sono rientrata, ho preparato la cena e sistemato la cucina, adesso voglio leggere un po' e fare meditazione. Ho rotto le corde del violino mentre lo accordavo, ma presto lo sistemo.
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weirdesplinder · 6 months ago
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I miei film classici vintage preferiti
Angeli con la pistola
Trama: Annie è una vecchia mendicante di Broadway che sopravvive vendendo mele. Dave “lo Sciccoso”, un famoso gangster, le compra una mela ogni giorno convinto che siano i frutti di Annie a portargli fortuna e a procurargli l'impunità. Una mattina, quando va da lei per avere la solita mela rossa, la vecchietta pensierosa e triste gli confida che sta per arrivare dalla Spagna sua figlia Louise. La ragazza è cresciuta in un importante collegio grazie agli sforzi economici di tutti i mendicanti del quartiere e ritiene che sua madre sia una gran dama. Convinto dalla sua fidanzata, soprannominata “Regina”, una ragazza di gran cuore, Dave compie il miracolo, trasforma la vecchia Annie in una vera signora e organizza un sontuoso ricevimento in onore di Louise e del suo ricco fidanzato, ma l’intervento della polizia e la voglia di Dave di concludere un nuovo losco affare rischiano di rovinare tutto.
La donna senza amore
Trama: Una donna, a capo di un grande magazzino, non ha molte gioie dalla vita a parte il proprio lavoro e il figlio di una sua vicina, vedova di guerra, con cui si diverte a passare il tempo. Quando la madre del piccolo muore, il bimbo rischia di finire in orfanotrofio e la donna decide di adottarlo. Non essendo sposata, però, è molto difficile. Nel frattempo ha conosciuto l'autista di autobus Doug Andrews al quale offre un lavoro. Sarà lui ad insegnarle come essere seduttiva allo scopo di trovare un marito senza il quale non può avere il bimbo chiuso intanto in orfanatrofio.
Incontro a Central Park
Trama: Durante un alterco con il marito, che poi l'abbandona, Rose-Anne rende accidentalmente cieca la propria bambina, Selina. Da allora la vita della giovane non è che un monotono susseguirsi di giorni sempre uguali. Gli umili lavori domestici, le sfuriate della madre - una donna dal passato turbolento, ìincattivita dall'inesorabile declino - l'avvilente compagnia del nonno ubriacone, costituiscono tutto il suo squallido mondo. Un giorno, dopo aver convinto il nonno ad accompagnarla al parco cittadino, Selina fa la conoscenza di Gordon Ralfe, un giovane di colore il quale, commosso dalla cecità della fanciulla e soprattutto dalla fresca gentilezza del suo spirito, ne diviene l'affettuoso amico e maestro. Selina se ne innamora profondamente e il calore di quel sentimento nuovo ed inebriante per lei la spinge a difendere risolutamente Gordon dalle accuse volgari della madre, preda di profondi pregiudizi razziali. Gordon, comunque, è deciso a strappare la fanciulla al suo ambiente soffocante. Anche lui la ama, ma non intende legarla a sé finché Selina non abbia conosciuto il mondo e la vita per quel tanto che basti, almeno, a giudicare obiettivamente dei propri sentimenti. Convince così Selina ad entrare in un istituto specializzato che le permetterà di istruirsi e di frequentare persone civili che non vogliono approfittarsi di lei.
Donne verso l'ignoto
Trama: Fine 800’. Una vallata della California è abitata da una pacifica comunità di coloni. L'unico problema è che scarseggiano le donne. A Roy viene affidato il compito di andare a Chicago a reclutare 150 fanciulle disposte ad accettare la dura vita del West.  Il viaggio è impervio e carico di avvenimenti drammatici, ma le donne, appartenenti ai ceti più svariati, sapranno affrontare le insidie del viaggio con spirito indomito. Alcune non raggiungeranno mai la meta. L'organizzatore della carovana, Roy Whitman,  sceglierà per giudarla l'espreto Buck che, ha inizialmente un atteggiamento preconcetto e quindi ostile. Tale atteggiamento muterà radicalmente di fronte al valore palesato dalle donne, e prima di consegnarle agli uomini che attendono impazienti, parla loro con accenti di autentica commozione e rispetto per chi, come le donne, ha saputo vincere la paura dell'ignoto. Inoltre saranno le donne a scegliere gli uomini alla fine del film.
Colpo di fulmine (con Gary Cooper)
Trama: Un filologo americano che insieme ad altri profesori sta scrivendo da anni un enciclopedia ospita a casa sua con i suoi colleghi una cantante di night club in fuga dal suo ex, un boss ricercato, per apprendere lo slang che gli serve per redigere un'enciclopedia. Nasce un amore insolito, contrappuntato da curiosità linguistiche
Arianna (con Audrey Hepburn e Gary Cooper)
Trama: Arianna, figlia dell’investigatore privato Claude Chavasse, seguendo il lavoro del padre, scopre che un suo cliente, marito tradito, intende uccidere il famoso miliardario e noto dongiovanni Frank Flannagan (Gary Cooper), amante di sua moglie. Cercando di aiutare Flannagan, Arianna finisce per cedere anche lei al fascino dell’uomo. Sa che per lui, lei  rappresenta solo un’avventura come altre mille, una ragazza con cui spassarsela di pomeriggio prima di uscire con altre di sera, ma una piccola parte di lei continua a sperare che lui possa cambiare ed imparare davvero ad amare. Per caso scopre che lui è suscettibile alla gelosia ed inizia ad inventare storie amorose passate basandosi sui vari casi del padre per ispirarsi. Flannagan roso dalla gelosia finirà per rivolgersi proprio al padre di Arianna per farla pedinare….scoprendo così la verità, non ci sono altri uomini per Arianna solo lui. Per la prima volta nella sua vita deciderà di essere nobile, e di lasciarla in modo che possa scordarsi di lui più in fretta, ma davanti alle lacrime che la ragazza cerca di nascondere dietro un sorriso coraggioso si renderà conto che non può più fare a meno di lei.
La casa dei nostri sogni (con Cary Grant)
Trama: le disavventure di una famiglia americana, che sogna di vivere in una casa di campagna. Quando il capofamiglia trova finalmente la dimora dei suoi sogni, si trova sommerso da problemi edili ed ipoteche e non riesce nemmeno più a concentrarsi sul suo lavoro di pubblicitario o a godersi la casa tanto agognata.
Torna a settembre
Trama: Il miliardario americano Robert Talbot (Hudson) è solito passare il mese di settembre nella sua lussuosissima villa nei dintorni di Firenze in compagnia di Lisa (Lollobrigida), una ragazza romana. Un anno però arriva in anticipo rispetto al solito e viene a sapere che Lisa sta per sposarsi. Recatosi alla villa, scopre inoltre che il maggiordomo l'ha trasformata in un hotel.
Indiscreto, con Cary Grant e Ingrid Bergman
Trama: un'attrice famosa intreccia una relazione con un diplomatico pur essendo in conflitto con la sua morale perchè lo crede sposato. Poi scopre che lui non è sposato e le ha mentito e si sente tradita. Lui lo ha fatto perchè non era pronto per una storia seria ma poi si è innamorato e ora vorrebbe un legamo duraturo e progetta di dirle che divorzierà, ma non sa che lei sa e che intende vendicarsi di lui.
Non mangiate le margherite, con Doris Day e David Niven
Trama: Il film narra le vicende di un professore di drammaturgia Larry (Niven), sposato con Kate (Day) e padre di 4 bambini msachi, delle verre pesti che ne combinano di tutti i colori. Larry diventa critico teatrale e la fama che questo gli procura gli dà presto alla testa. Dovrà essere Kate già ben indaffarata con i bambini, un trasloco e un cane fifone a farlo rinsavire….
Governante rubacuori, con Clifton Webb
Trama: Il libro è ambientato durante la seconda guerra mondiale. Le babysitters sono difficili da trovare, visto che molte donne ora lavorano in fabbrica, per questo Tracy King madre di tre vivaci discoli, che non riesce a tenersi una governante per più di pochi mesi, decide di cercarne una scrivendo un annuncio su una rivista letteraria, offrendo uno stipendio, vitto e alloggio a un’aspirante romanziera, in cambio di servizi di babysitting e riordino della casa. All’annuncio risponde Lynn Belvedere, che lei crede una donna, ma chi si presenta alla sua porta è un uomo, di mezza età, che si auto proclama genio in mille ambiti. E il bello è che è vero. Nonostante sembri un misogino mette in riga i bambini che lo adorano e risolve mille problemi in casa. Anche il marito di Tracy e il cane di famiglia ne sono conquistati. I padroni di casa sono curiosi di sapere che genere di romanzo stia scrivendo Belvedere ma lui tiene tutto segreto chiudendo la sua camera a chiave. I primi problemi in questo quadro idilliaco sembrano comparire per colpa dei pettegoli del paese, in particolare a causa di una madre con un figlio scapolo, che non fanno che sparlare di tutto e tutti, e insinuano più e più volte che esista una tresca tra Belvedere e Tracy. Suo marito sa che non è vero, ma quando il suo capo inizia a fargli pressioni in quanto pretende una condotta esemplare dalle famiglie dei suoi sottoposti, nonostante lui stesso abbia in corso diverse scappatelle, comincia ad inquietarsi e scoppia una tremenda lite con sua moglie che addirittura se ne va di casa. A risolvere tutto ci penserà proprio Belvedere che, finito finalmente il libro, lo pubblicherà rivelando che si tratta di un romanzo che svela tutti i reali segreti della comunità del quartiere!
Il molto onorevole Mr. Pennypacker
Trama: America. Primi del 1900. Orazio Pennypacker è un uomo che si vanta di essere molto moderno. Porta pantaloni alla zuava, non inamida i colletti delle sue camice e crede nelle teoria Darwiniane. Ma il suo essere moderno diventa eccessivo quando ha l'idea di costruirsi due famiglie, una a Philadelphia e l'altra ad Harrisburg, dove sono le filiali delle industrie, procreando tra tutte e due la bellezza di diciassette figli. E naturalmente i guai non mancano.Quando, per puro caso, il suo segreto viene scoperto, la sua famiglia di Harrisburg si rivolterà contro di lui…..tra pattini, svenimenti e camion dei pompieri le risate e i sorrisi sono assicurati.
Situazione imbarazzante (con David Niven e Ginger Rogers)
Trama: Commessa licenziata trova un bambino abbandonato e quando lo porta in orfanotrofio viene presa per la madre. Il direttore dell'istituto scopre dove lavora e va dal proprietario del grande magazzino pregandolo di ridarle il lavoro in modo che possa tenere il bambino. Lui le ridà subito il lavoro e il bambino. Lei insiste che non è suo figlio, lui non le crede e minaccia di licenziarla se non riprende il bambino. Lei finisce col tenerlo e ci si affeziona. E il proprietario del Grande Magazzino si affeziona a tutti e due….
La lunga estate calda
Trama: Nel profondo Sud afoso, arriva Ben Quick, un piantagrane, vagabondo e faccia da schiaffi con la fama di piromane (che si scoprirà essere in realtà suo padre). Va a lavorare per Willy Varner, proprietario terriero che domina tutti con pugno di ferro, dai famigliari al paese. Willy intuisce che il nuovo arrivato ha una grande personalità e di trovarsi di fronte a un suo pari. La figlia di Willy, Clara, non ne è entusiasta all'inizio, ma con il tempo apprezza Ben sempre più. L'unico geloso di Ben è Jody, il debole figlio di Willy, il quale in uno scatto di ira, appicca il fuoco a una stalla con il padre dentro, che fortunatamente si salva.
12 metri d'amore, con Lucille Ball
Trama: La vicenda è raccontata con un lungo flashback. Tacy Bolton e Nicky Collini, appena sposati, dovendosi trasferire in California per motivi di lavoro, decidono di trasformare il lungo viaggio nella loro luna di miele, acquistando una enorme roulotte superaccessoriata che dovrà far loro anche da casa una volta arrivati a destinazione. In verità, la decisione è presa dall'entusiasta Tacy, mentre il più riflessivo Nicky si limita ad assecondare la moglie, sia pure con scarso entusiasmo. La faccenda si rileva subito più complicata del previsto, dato che, per trascinare un simile bestione, è necessario comprare una nuova macchina ed affrontare quindi ulteriori spese. Inoltre la guida è molto difficoltosa: ad esempio, durante una visita ad una zia di Tacy, Nicky sfonda con la roulotte la recinzione del giardino, inimicandosi i parenti dai quali si aspettavano un sostanzioso dono di nozze. Tutto il viaggio è costellato da piccoli e grandi incidenti, che incidono sull'umore dei novelli sposini. Particolarmente disgraziata risulta l'idea di Tacy di restare dentro la roulotte per cucinare in viaggio, senza tener conto dei sobbalzi della strada.
Segretaria tuttofare, con Lucille Ball
Trama: Una bella dattilografa trova lavoro nell'ufficio del giovane uomo d'affari Richmond, che in realtà è un disonesto allibratore, che si cela sotto la facciata di immobiliarista. Cercando di fare bella figura e vendere delle villette che in realtà non esistono la ragazza metterà nei guai l'allibratore.
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moreaboutlovee · 1 year ago
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Come un Colloquio di Lavoro
Stamattina stavo pensando a come le persone entrano ed escono dalla nostra vita con velocità, con facilità anche. Non sai mai chi incontrerai girato l’angolo, o se ti siedi a quel bar, o se passi in quella strada. Migliaia di rette parallele che anche solo per un secondo sono destinate ad incrociarsi. La verità è che siamo tutti, o almeno io, alla ricerca di una retta non così parallela, ma che mi si sovrapponga e mi accompagni.
Credevo di averla trovata, ma siamo stati destinati anche noi a sfiorarci per un attimo o due. È curioso come, quando una persona entra nella tua vita e tu le fai prendere tutto lo spazio possibile, riesce ad uscirne nello stesso battito di ciglia con cui è entrata.
Ogni volta che mi ritrovo in questa situazione, che ahimè mi è capitata più volte di quante io ne voglia davvero accettare, mi rimbomba sempre la stessa domanda nella testa: siamo davvero così sostituibili? Ci vuole davvero un attimo, un giorno, una serata e una chiacchiera per cancellare tutto quello che c’è stato, tutto quello che ci siamo dati, e rivolgere le nostre attenzioni ad altre persone?
Ci pensavo ieri sera mentre sentivo gli altri parlare: non ho potuto fare a meno di estraniarmi. Una frase detta male, nel momento e nel contesto sbagliato, mi ha portato inevitabilmente a pensare a lui. Mi ero ritrovata, forse un po’ per volontà mia e un po’ perché la vita sta certamente cercando di dimostrarmi qualcosa, in una conversazione dove nemmeno volevo stare al cento per cento. Ad ascoltare chiacchiere inutili, sapendo che queste persone non le avrei mai più riviste. A chiedermi, effettivamente che senso ha tutto questo? E dove può portarmi?
Quando siamo lì fuori, e siamo soli, ci sentiamo come in vetrina: indossiamo quello che per noi è il nostro abito migliore, e speriamo di fare una buona impressione. Diventa un vero e proprio colloquio di lavoro: in due minuti abbiamo spiattellato il nostro curriculum a qualcuno che ci sta ascoltando per gentilezza, non perché gli interessa davvero, e cerchiamo di fare colpo sciorinando i nostri pregi e le nostre abilità (pacchetto office incluso).
Ecco cosa mi manca, ecco cosa bramo e cosa spero di riuscire ad ottenere un giorno nella vita: guardare quella persona con la consapevolezza di sapere tutto, con la complicità che si crea quando diventate casa l’uno per l’altra. Senza necessità di presenziare a colloqui per posizioni che non fanno per me. La consapevolezza di aver trovato il mio ‘posto fisso’.
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simplypaola · 2 years ago
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Che belli quegli uomini
che regalano fiori e dedicano poesie.
Che restano ad ammirare i tramonti
o ad ascoltare il mare.
Che sanno assecondare la loro tenerezza
e ne fanno uno scudo, una forza
che praticano gentilezza.
Che belli quegli uomini
Che rispettano le loro fragilità
E non le nascondono.
Agli amici, a chi amano. Alla vita.
Che belli quegli uomini
capaci di non essere gelosi
che senza dover dimostrare
chissà quale forza
sanno dare sicurezza
con uno sguardo
con un sorriso
con una carezza.
Che lasciano parlare i fatti
e non tradiscono
e non feriscono.
Che belli quegli uomini
che difendono il loro amore
che lottano fino alla fine
ma sono in grado di capire
quand’è il momento di mettersi da parte
quand’è il momento, di lasciare andare.
Che belli quegli uomini
che sbagliano a cucinare
che sbagliano a corteggiare
che sbagliano date e confondono feste
che si impegnano tanto
per ricordare quella cosa importante
che tanto, poi, non ricorderanno.
Che piegano le lenzuola da soli
e usano il mento per tenerle ferme
che ci mettono mezz’ora
per rifare il letto
pensando di aver fatto un’opera d’arte
e poi arriva lei, e in tre minuti lo fa meglio.
Che tengono un neonato in braccio
con l’attenzione e lo sguardo
di chi ha compreso il senso della vita.
Beati quegli uomini
capaci di accettare
la loro parte femminile
come un vanto
come un guanto
come un qualcosa di cui andare fieri
da lasciar parlare
da sapere ascoltare.
Che belli quegli uomini
profumati di vento contrario
di alcol e sigarette
nelle serate sbagliate
pieni di lacrime
che mostrano senza vergogna.
Che belli quegli uomini
che trattano la loro vita con dolcezza
capaci di sbagliare
di cadere e di rialzarsi
senza sentirsi mai sconfitti.
Che amano essere abbracciati
che a volte spariscono, sì
però quando ci sono
ci sono per davvero.
Io li conosco bene
io sono uno di loro
e credetemi, ne vado fiero.
Buongiorno....
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avereunsogno-62 · 3 months ago
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Che liberazione è ammettere finalmente di essere vulnerabile!
Via le corazze, l'aggressività celata, i sensi di colpa e la paura di sentirci non adeguati.
Accettare il nostro essere vulnerabile significa accedere a un grado più alto di intimità nel rapporto con noi stessi e con gli altri e vivere con gioia e gratitudine.
La vulnerabilità ci permette di rinnovarci e di seguire il flusso dinamico della vita, mentre chi ha sempre ragione ferma la corrente per paura o per mancanza di vero potere rischiando di diventare un estremista.
La vulnerabilità apre la via del dialogo, ci permette di ammettere che non siamo perfetti e di non minimizzare i momenti di gioia come per proteggere quelli meno felici.
Lasciamo la vergogna e i sensi di colpa a chi ha agito nel male per fare del male e non a chi ha sperimentato, vissuto, amato e che continua a raccogliere i cocci dei propri sogni frantumati per ricavarne le scintille e sognare ancora.
Abbiamo ogni giorno l'occasione di ricominciare daccapo, di reagire con gentilezza quando individuiamo il tallone d'Achille dell'altro invece di colpire e ferire.
Si, ci vuole coraggio (dal latino cor habeo: ho cuore) per dire a voce alta: vado chiaro verso la mia strada al ritmo del battito del mio cuore.
(da “Elogio della Vulnerabilità”)
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a-differentmind · 6 months ago
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Il mio processo di miglioramento passa dall'accettare che certe persone non vogliono essere salvate e che in fondo nel loro dolore ci stiano bene.
Bisogna accettare che certe persone non vogliono uscirci da quella condizione,che in fondo preferiscono rimanere ancorati al passato.
Ed è chiaro che un po' ti fa male vedere quest'ultime persone continuare a preferire chi gli ha trattati di merda,chi gli ha totalmente schiacciati,chi ha privato loro dell'amore e forse anche della libertà.
Manca la cazzo dell'educazione affettiva,perché non è normale ad esempio che se io faccio un complimento ad una persona quest'ultima reagisce con stupore come se avessi detto chissà cosa.
A me dispiace vedere le persone cosi ma sto imparando a lasciare andare.. a lasciare correre perché di fatto non posso farci nulla.
Anche perché dedicare attenzioni,gentilezza a persone che poi puntualmente pensano ad altro a cosa serve?
Vi posso assicurare che non è per nulla piacevole.
Non mi sento neanche apprezzato.
Per questo mi arrabbio e me la prendo se questo mondo va al contrario,se vanno avanti le persone stronze e di merda a discapito di chi ci mette sempre cuore in quello che fa.
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reading-marika · 10 months ago
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American Psycho - Bret Easton Ellis
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"American Psycho" è un romanzo di Bret Easton Ellis scritto nel 1991. L'edizione da me letta è quella del 2014, pubblicata da Einaudi Editore. Il romanzo rientra in parte nel genere thriller ed in parte nella narrativa contemporanea. Infatti, la componente spazio-temporale è molto forte, tanto da prevalere sulla trama.
Il libro è ambientato negli anni '80 negli Stati Uniti, più precisamente a New York e si concentra su una particolare categoria di persone, un particolare status sociale, quello della alta borghesia e ne fa un affresco partendo da una trama prettamente thriller. La trama, appunto, si incentra su Patrick Bateman, un uomo di 27 anni definito come il ragazzo della porta accanto che lavora a Wall Street e, nel tempo libero, si diletta ad uccidere. Quindi, il romanzo in breve racconta le vicende di un serial killer, ma non è questo l'obiettivo del romanzo.
"Senti, dovremmo tutti poter fare esattamente ciò che vogliamo. Io voglio che tu faccia quel che vuoi."
Si provi ad analizzare attentamente il personaggio di Patrick Bateman: è un uomo che si confonde con i suoi colleghi, perché la classe sociale rappresentata è estremamente superficiale e non ha interesse nell'approfondire veri e propri rapporti. Questo comporta una sorta di generalizzazione di Patrick Bateman, perché egli può essere chiunque. Ovviamente, queste non sono le uniche informazioni che si guadagnano sul tale personaggio durante la lettura, infatti l'autore riesce a dipingere un quadro estremamente dettagliato di Bateman attraverso episodi sconnessi tra loro, ma che crescono di tensione con lo scorrere del tempo. Questi episodi non sono univoci, bensì si possono distinguere episodi sociali, ovvero tutti quei momenti in cui Patrick Bateman è inserito in un contesto sociale con i propri colleghi, che permettono di osservare l'interazione del protagonista con altre persone; episodi "psicopatici", molto esplicativi, in cui il protagonista commette atti violenti e omicidi; episodi generici, che descrivono la vita di tutti i giorni di Bateman, con i quali l'autore di approfondire diversi aspetti della società che sta trattando. Un esempio di questi ultimi sono tutti quei capitoli in cui Ellis si intromette nella narrazione per poter parlare di musica, di moda. Queste tre tipologie di episodi danno al lettore tutti gli strumenti per conoscere Patrick Bateman: un uomo narcisista, violento, metodico, nonché razzista, maschilista e omofobo, caratteristiche che lo accomunano ai suoi colleghi. Infatti, l'obiettivo dell'autore va oltre la narrazione degli atti di uno psicopatico, ma è quello di evidenziare e analizzare una precisa classe sociale, caratteristica che accomuna anche altre opere di Bret Easton Ellis. Si osserva, in questo romanzo, come già detto, come Patrick Bateman si mimetizza tra i suoi colleghi, per cui vale anche il viceversa: sono tutti uguali, si vestono nella stessa maniera, frequentano gli stessi luoghi e le stesse persone, nessuna persona tra loro spicca, si distingue, Bateman si distingue solo perché l'autore ha deciso di raccontare la sua storia. Questa somiglianza è presente soprattutto nelle ideologie di questi uomini: essi sono razzisti, maschilisti, omofobi. Ciò viene descritto direttamente tramite l'utilizzo di episodi diversi, con l'interazione con altre persone, l'interazione tra loro, come parlano delle donne, come le trattano, cosa dicono. L'intento di Ellis è, quindi, mettere in evidenza i lati negativi di una società che pensa di meritarsi tutto dal mondo, che pretende tutto e Patrick Bateman è solo un modo per farlo.
"Questa era la geografia intorno alla quale ruotava la mia vita: non mi era mai venuto in mente, mai, che la gente fosse buona o che un uomo potesse cambiare o che il mondo sarebbe potuto essere un posto migliore grazie a un sentimento o a uno sguardo o a un gesto, o al fatto di accettare l'amore o la gentilezza di un'altra persona."
10/10
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risingvibrations · 11 months ago
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ONORARE LA MALATTIA
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Nella spiritualità, "onorare la malattia" può significare accettare la malattia come parte del proprio percorso di vita e trattarla con rispetto e compassione anziché vederla come un'ostacolo da combattere o da cui fuggire. Significa anche riconoscere che la malattia può portare con sé insegnamenti, crescita personale e opportunità per approfondire la comprensione di sé e degli altri. Inoltre, può implicare l'adozione di pratiche che favoriscono la guarigione fisica, emotiva e spirituale, rispettando il corpo e il suo processo di guarigione. La malattia è l' espressione di un malessere dell' Anima attraverso il corpo fisico, nel momento in cui ci si ammala, le nostre porte interiori si aprono ed è in quel momento che è più opportuno intervenire con pratiche energetiche rivolte alla guarigione di quel malessere, che può essere collegato a qualcosa che abbiamo vissuto in passato o nel momento attuale e che richiede la nostra attenzione. Può essere un trauma, una sofferenza profonda che non è mai stata "digerita", può essere una perdita a cui non ci si è mai rassegnati, può essere un umiliazione e così via........ Nel momento in cui le nostre porte interiori si aprono, il malessere è più accentuato e accessibile per intervenire e portare in esso guarigione sotto ogni forma. Nel momento della malattia, le nostre porte interiori possono aprirsi, consentendo l'accesso a emozioni, pensieri e esperienze che potremmo aver soppresso o ignorato in precedenza. Per affrontare e guarire un trauma che emerge durante la malattia, è importante seguire alcuni passaggi: 1. Riconoscimento e accettazione: Accetta e riconosci il trauma che emerge senza giudizio o resistenza. Ammettere e comprendere ciò che si prova è il primo passo per la guarigione. 2. Esplorazione: Esplora il trauma con gentilezza e compassione. Puoi farlo parlandone con un terapeuta, tenendo un diario o praticando la meditazione per connetterti con le tue emozioni più profonde, o chiedendo il sostegno di pratiche energetiche. 3. Elaborazione: Lavora sul comprendere le radici del trauma, cercando di capire quali eventi o esperienze passate possano aver contribuito alla sua formazione. Questo può aiutarti a mettere in prospettiva il tuo dolore e a individuare modi per affrontarlo. 4. Guarigione: Cerca modi sani per affrontare il trauma e promuovere la guarigione. Ciò potrebbe includere la partecipazione a terapie specifiche per il trauma, pratiche spirituali, attività creative o il coinvolgimento in comunità di supporto. 5. Auto-compassione: Pratica l'auto-compassione durante il processo di guarigione. Sii gentile con te stesso e concediti il tempo e lo spazio necessari per guarire. Ricorda che il percorso di guarigione è personale e può richiedere tempo. È importante essere pazienti e dedicati e prendersi cura di sé stessi mentre si affronta il trauma emergente durante la malattia. Se senti di non farcela da solo, non esitare a chiedere un qualsiasi tipo di aiuto!
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mindfulness75 · 1 year ago
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SUPERARE LA PAURA DEL GIUDIZIO SOCIALE: ESPLORIAMO LE RADICI PROFONDE E STRATEGIE EFFICACI
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L'essere umano è innato con il desiderio di connettersi con gli altri e di sentirsi accettato. La paura del giudizio sociale deriva da questa profonda necessità, che, quando esagerata, può avere un impatto significativo sulla salute mentale e sulla qualità della vita. In questo articolo, esploreremo a fondo le radici della paura del giudizio altrui e discuteremo alcune strategie efficaci per superarla.
La Radice della Paura del Giudizio Sociale
Per capire meglio la paura del giudizio sociale, è utile esaminare le radici psicologiche di questo fenomeno. Spesso, questa paura ha le sue origini nella nostra infanzia e nelle prime relazioni. Se non abbiamo ricevuto amore incondizionato e accettazione dai nostri genitori o figure di riferimento, potremmo crescere con una bassa autostima e una costante necessità di approvazione da parte degli altri.
Inoltre, la cultura e la società in cui viviamo giocano un ruolo significativo. Le aspettative sociali, i media e i modelli culturali influenzano la percezione di ciò che è "accettabile" e alimentano la paura del giudizio. La pressione per conformarsi a standard di bellezza o successo può intensificare questa paura.
Strategie per Superare la Paura del Giudizio Sociale
Autoconsapevolezza: Il primo passo per superare la paura del giudizio sociale è l'autoconsapevolezza. Riconoscere i propri sentimenti di inadeguatezza e il timore del giudizio è fondamentale. Prendersi del tempo per esplorare da dove proviene questa paura può aiutare a smussarne gli angoli.
Esposizione graduale: Spesso, quando temiamo il giudizio altrui, tendiamo ad evitarlo evitando situazioni o comportamenti che potrebbero scatenarlo. Tuttavia, un modo efficace per superare questa paura è l'esposizione graduale. Affrontare le situazioni temute poco alla volta può ridurre l'ansia e dimostrarci che il giudizio degli altri non è sempre così negativo come lo immaginiamo.
Mente aperta verso le critiche: Imparare a distinguere tra critiche distruttive e costruttive è cruciale. Le critiche distruttive spesso riflettono i problemi degli altri e non dovrebbero influenzare la nostra autostima. D'altra parte, le critiche costruttive possono offrirci preziose opportunità di crescita.
Praticare l'autocompassione: Essere gentili con noi stessi è essenziale. L'autocompassione ci insegna a trattarci con la stessa gentilezza e comprensione che riserveremmo a un amico. Questo aiuta a ridurre la paura del giudizio, poiché ci permette di riconoscere che siamo umani e che possiamo commettere errori.
Ridimensionare i difetti: Nessuno è perfetto, e i nostri difetti non dovrebbero definirci. Accettare i nostri difetti e ridimensionarli ci aiuta a focalizzarci su ciò che c'è di positivo in noi.
Pursuit of Passion: Cercare ciò che realmente ci appassiona e ci dà senso è un potente antidoto alla paura del giudizio sociale. Quando siamo immersi in ciò che amiamo, siamo meno preoccupati per il giudizio altrui.
In conclusione, la paura del giudizio sociale può essere una sfida significativa da affrontare, ma è possibile superarla. Con autoconsapevolezza, tolleranza verso le critiche, autocompassione e una mentalità aperta, è possibile liberarsi da questa paura e godere di una maggiore autostima e benessere emotivo. Ricordate che siamo tutti imperfetti, e la vostra autenticità è la chiave per vincere la paura del giudizio sociale.
Pronti a Liberarvi dalla Paura del Giudizio Sociale❓
Se siete stanchi di sentire il peso della paura del giudizio altrui, è il momento di agire. Intraprendere un percorso di autoconsapevolezza e autostima può cambiare la vostra vita. Liberarsi da questa paura vi consentirà di abbracciare la vostra autenticità e di godere di relazioni più genuine. Non lasciate che il timore del giudizio vi impedisca di essere voi stessi. Iniziate il vostro viaggio verso la libertà oggi stesso❗️
Tito Bisson
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