#Umanità
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molecoledigiorni · 1 year ago
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Dì pure: non so. Non ne ho la forza. Non comprendo. E ti renderai utile all'altro poiché gli uomini hanno bisogno di interlocutori che riconoscano i loro limiti, per poter riconoscere i propri.
- Michel Quoist
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gregor-samsung · 3 months ago
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" Secondo un dato riferito nel rapporto annuale del Censis (dicembre del 2019), gli italiani sono affetti da una sindrome inquietante: la scomparsa del futuro. E questo provoca una sorta di “stress post-traumatico” collettivo. Assenza di futuro significa cose molto precise. La grande maggioranza vede che la mobilità sociale è bloccata, che l’ascensore sociale è rotto, che l’offerta di lavoro è scarsa; gli operai non sperano in avanzamenti; imprenditori e professionisti temono perfino una brusca scivolata in basso. Grave appare specialmente la condizione dei giovani in età lavorativa. Qui secondo una statistica del 2017 abbiamo il record europeo della cosiddetta generazione «neet» («neither in employment nor in education or training»): giovani tra i 18 e i 24 anni che non studiano, non hanno un lavoro e non lo cercano*. La perdita della memoria e l’ignoranza della storia si sommano all'assenza di futuro. O forse è proprio l’assenza di futuro che provoca una distorsione profonda nel senso del passato. La memoria sociale, detta anche memoria storica, è frutto di una continua rielaborazione di fatti e idee. Ed è qui che ci si imbatte nel ritorno d’attualità di relitti di nazismo e fascismo nelle idee e nei comportamenti collettivi. Ma intanto bisognerà tenere presente il nesso tra memoria del passato e speranza di futuro. "
*La ricerca Il silenzio dei NEET. Giovani in bilico tra rinuncia e desiderio è stata redatta da Annarita Sacco e rivista dallo staff del Comitato Italiano dell'Unicef.
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Adriano Prosperi, Un tempo senza storia. La distruzione del passato, Giulio Einaudi editore (collana Vele); prima edizione: 19 gennaio 2021. [Libro elettronico]
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worldofdarkmoods · 4 months ago
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Troppi pensieri per un cervello, troppe ansie per un cuore. Ci sono giorni in cui la mia mente è come una tempesta, un vortice di pensieri che non riesco a fermare, e il mio cuore è come un tamburo che batte incessantemente, intrappolato in un ritmo che non riesco a controllare. Ogni giorno, mi sento come un equilibrista su una fune sottile, costretta a camminare senza mai fermarmi. Da un lato, i pensieri si accavallano come onde in piena, ogni singolo problema sembra amplificato, ogni minima preoccupazione diventa un ostacolo insormontabile. Dall’altro, l’ansia che serra il mio cuore come una morsa e mi lascia senza respiro.
A volte mi chiedo se sono solo io, se questo modo di sentire tutto in maniera così profonda e intensa sia un errore, un difetto nel mio modo di essere. Sembra quasi che il mio cervello non riesca mai a spegnersi, come se fosse perennemente in allerta, a caccia di qualcosa che non va, di qualche dettaglio che mi sfugge, di qualche motivo per preoccuparmi. E il mio cuore, invece di essere un rifugio, diventa un campo di battaglia, dove combatto costantemente contro le mie paure, i miei dubbi, le mie insicurezze. Non riesco mai a trovare pace, e tutto questo mi consuma dall'interno.
Ci sono notti in cui resto sveglia fino all’alba, perché i miei pensieri non mi lasciano dormire. Mi giro e rigiro nel letto, cercando un modo per calmarmi, per trovare un attimo di sollievo, ma non ci riesco. Ogni pensiero sembra accendere una scintilla di paura, e quella scintilla diventa subito un incendio. Mi preoccupo per il futuro, per le cose che ho fatto e per quelle che non ho fatto, per i miei errori, per le mie scelte. E anche quando penso di avere tutto sotto controllo, basta un dettaglio, un’idea, una parola per far crollare ogni sicurezza che pensavo di avere.
Sono stanca di questa guerra costante tra la mente e il cuore. È come se ogni giorno fosse una battaglia, e io non riesco a smettere di combattere. Ma è una battaglia in cui non vinco mai. Anzi, ogni giorno mi sento sempre più debole, sempre più esausto. Ogni pensiero diventa una trappola, ogni ansia una prigione. Mi sento come se fossi intrappolata in un ciclo infinito, incapace di liberarmi, incapace di trovare un momento di serenità.
E il peggio è che, spesso, nessuno se ne accorge. Ad alcuni mostro un volto sereno, una maschera che nasconde tutto questo tumulto interiore. Non voglio che gli altri vedano quanto sto soffrendo, quanto sto lottando. Mi dico che devo essere forte, che devo resistere, che devo andare avanti. Ma dentro di me so che questa forza apparente è solo una facciata, e che, sotto la superficie, sto crollando.
Vorrei poter fermare il tempo, poter mettere in pausa la mia mente e il mio cuore, anche solo per un attimo. Vorrei poter smettere di pensare, di preoccuparmi, di sentire tutto in modo così intenso. Vorrei poter respirare senza sentire questa morsa che stringe il mio petto, senza questa paura che non riesco mai a placare.
E mi chiedo se un giorno troverò mai pace. Se un giorno riuscirò a liberarmi di questi pensieri che mi tormentano, di queste ansie che mi consumano. Ma, al momento, tutto sembra così distante, così irraggiungibile. Mi sembra di essere in balia di una tempesta, e non vedo nessun porto sicuro dove rifugiarmi.
Forse, il vero problema è che non riesco ad accettare che la vita sia fatta anche di incertezze, di errori, di momenti di vulnerabilità. Forse, pretendo troppo da me stessa, cerco di controllare tutto, di avere sempre una risposta, una soluzione. Ma la verità è che, a volte, non ci sono risposte, e non ci sono soluzioni. A volte, bisogna solo accettare di sentirsi persi, di avere paura, di essere vulnerabili.
Ma io non so come fare. Non so come accettare questa parte di me. E così, continuo a lottare, a cercare di tenere tutto sotto controllo, anche se so che è una battaglia persa in partenza. Continuo a pretendere troppo dal mio cervello, e a chiedere troppo al mio cuore, anche se so che questo mi sta lentamente distruggendo.
Non so se un giorno troverò la forza di lasciar andare, di smettere di lottare contro me stessa. Ma, per ora, tutto ciò che posso fare è cercare di sopravvivere a questa tempesta, cercare di mettere un piede davanti all'altro, anche se ogni passo mi sembra sempre più pesante.
Perché, alla fine, non so essere diversa. Non so vivere senza pensare, senza preoccuparmi, senza sentire ogni emozione come un peso sul cuore. E, forse, questa è la mia condanna: troppi pensieri per un cervello, troppe ansie per un cuore che, anche quando è sul punto di crollare, continua a battere, nonostante tutto.
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scogito · 2 months ago
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Oggi alla macchina è morta la batteria e sono rimasta beatamente a piedi appena uscita dal raccordo.
Si sono fermati spontaneamente due uomini in momenti diversi, per chiedermi se avessi bisogno di aiuto.
Non so perché, ma ho sempre confidato nella gentilezza e nella premura degli estranei, nonostante questa società sia zeppa di indifferenza.
Vedere ancora umanità in giro è stata la parte più bella della giornata.
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mementoinverbis · 2 months ago
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La paura più grande che dovremmo avere non è soffrire, è dimenticarci cosa significa essere umani. -Memento
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la-ragazza-di-fuoco · 5 months ago
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Tu che sei emotiva
Tu che sei sensibile
Tu che sei profonda
Tu che capisci il dolore
Tu che sei magia
Tu che sei amore
Tu che sei gioia
Tu che sei modestia
Tu che sei fuoco
Tu che sei uragano
Tu che sei arte
Tu che sei vita❤️
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licaonia · 8 days ago
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♠️_Credo nella dignità di chi rallenta, quando tutti sono diretti a una meta.
Credo nelle mani gentili e negli occhi abbassati.
Credo nei piccoli ruscelli che vanno fino al mare senza alzare la voce.
Credo in una piccola minoranza che sa ancora di umanità.🖤🌹
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dopefoxflower · 2 months ago
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Le storie e i narratori sono una parte essenziale della nostra società, perché ci ricordano la nostra comune umanità.
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gonfiatalavena · 7 months ago
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«Nel mondo si distinguono due tipi di persone: quelle che hanno sofferto e fanno pagare al mondo intero il prezzo del loro dolore ferendo i sentimenti altrui. E quelle che, proprio perché hanno sofferto, nascondono le proprie cicatrici e si prendono cura di quelle altrui donando amore. La sostanziale differenza tra queste due personalità si definisce UMANITÁ. Una dote di rara raffinatezza, che purtroppo, a volte, viene erroneamente interpretata come debolezza». (Joker)
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gregor-samsung · 2 months ago
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“ Arrivano insieme in Pronto Soccorso come un fulmine in una notte senza nuvole. Lei, Pinuccia, mi chiede di ricoverare la figlia anoressica. Sua figlia, Giorgina, due occhi su un mucchietto d’ossa, rifiuta e mi ride in faccia. Lei, Pinuccia, insiste e mi minaccia, come fosse la prima e ultima possibilità di cura: Se non ricovera mia figlia, la denuncio alla Magistratura. Signora Pinuccia, dopo quindici anni di vuota attesa, proprio alla mezzanotte della mia guardia di Natale, bisognava decidersi a curare per forza questa figlia?
Giorgina urla: se lei mi ricovera mi suicido! Di rimando, la madre urla: se non la ricovera io la denuncio!
Signore, calma: è la notte di Natale. La cosa piú semplice è che torniate a casa e riprendiate il solito tran tran. Se poi vi piace, potete tornare a fare questa sceneggiata la mezzanotte di Capodanno. Però prenotate il biglietto, perché c’è la coda delle persone che vogliono cambiare, quella notte, la loro vita. “
Paolo Milone, L’arte di legare le persone, Einaudi (collana Super ET), 2021¹; pp. 127-128.
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libero-de-mente · 23 days ago
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Il settimo giorno Dio si riposò, e va bene ne aveva tutto il diritto. Mi chiedo però se qualcuno abbia mai pensato di svegliarlo, giusto per fargli capire a che punto siamo arrivati. Mentre lui dormiva in pace.
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ragazzoarcano · 9 months ago
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Indovina se ti riesce:
La balena non è un pesce
Il pipistrello non è un uccello
E certa gente, chissà perché,
Pare umana ma non lo è.
— Gianni Rodari
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yankeece · 4 months ago
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"I fantasmi non esistono. I fantasmi siamo noi, ridotti così dalla società che ci vuole ambigui, ci vuole lacerati, insieme bugiardi e sinceri, generosi e vili." — Eduardo de Filippo, Questi fantasmi!
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tizianacerralovetrainer · 1 year ago
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scogito · 1 year ago
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Chi si affida a un'altra persona per un supporto, un suggerimento, un servizio, compie un piccolo o grande atto di fede.
Tale atto viene definito su questo pianeta nei modi più disparati: amicizia, genitorialità, professionismo, ma la sua origine anche se non sempre riconosciuta, è più profonda.
L'affidarsi a qualcuno è mettersi nelle mani di qualcun altro.
Poichè la maggioranza di questo Sistema è corrotta, abusa del suo ruolo sfruttando la difficoltà di colui che chiede.
Per questo la fede se ne va a quel paese, non perché sia un concetto religioso a cui credere o meno, o perché la divinità sia chissà dove nel cosmo.
La fede è disintegrata dalle persone perché le persone hanno disintegrato l'umanità.
E non servono a niente gli atti di contrizione pubblica fatti a gran voce riguardo qualche tragedia sociale, se poi ci si scanna in fila al supermercato.
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intotheclash · 1 year ago
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Ci sono giorni in cui ne sono assolutamente convinto. E sono i giorni migliori.
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