#mobilità sociale
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gregor-samsung · 24 days ago
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" Secondo un dato riferito nel rapporto annuale del Censis (dicembre del 2019), gli italiani sono affetti da una sindrome inquietante: la scomparsa del futuro. E questo provoca una sorta di “stress post-traumatico” collettivo. Assenza di futuro significa cose molto precise. La grande maggioranza vede che la mobilità sociale è bloccata, che l’ascensore sociale è rotto, che l’offerta di lavoro è scarsa; gli operai non sperano in avanzamenti; imprenditori e professionisti temono perfino una brusca scivolata in basso. Grave appare specialmente la condizione dei giovani in età lavorativa. Qui secondo una statistica del 2017 abbiamo il record europeo della cosiddetta generazione «neet» («neither in employment nor in education or training»): giovani tra i 18 e i 24 anni che non studiano, non hanno un lavoro e non lo cercano*. La perdita della memoria e l’ignoranza della storia si sommano all'assenza di futuro. O forse è proprio l’assenza di futuro che provoca una distorsione profonda nel senso del passato. La memoria sociale, detta anche memoria storica, è frutto di una continua rielaborazione di fatti e idee. Ed è qui che ci si imbatte nel ritorno d’attualità di relitti di nazismo e fascismo nelle idee e nei comportamenti collettivi. Ma intanto bisognerà tenere presente il nesso tra memoria del passato e speranza di futuro. "
*La ricerca Il silenzio dei NEET. Giovani in bilico tra rinuncia e desiderio è stata redatta da Annarita Sacco e rivista dallo staff del Comitato Italiano dell'Unicef.
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Adriano Prosperi, Un tempo senza storia. La distruzione del passato, Giulio Einaudi editore (collana Vele); prima edizione: 19 gennaio 2021. [Libro elettronico]
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b0ringasfuck · 4 months ago
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pier-carlo-universe · 15 days ago
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"La paura delle strade buie: un'ombra sulla sicurezza urbana.". Di Alessandria today
Una riflessione sulle cause e sulle possibili soluzioni per migliorare il senso di sicurezza nelle aree urbane.
Una riflessione sulle cause e sulle possibili soluzioni per migliorare il senso di sicurezza nelle aree urbane. L’insicurezza urbana: una questione di età e ambiente.Con l’avanzare dell’età, molte persone sviluppano una crescente apprensione nel camminare in alcune aree delle città, specialmente quelle poco illuminate e scarsamente frequentate. Questo fenomeno, diffuso soprattutto tra gli…
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abr · 11 months ago
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L'altra sera a Macerata, sul palco del Teatro della Filarmonica (per il festival “Presente Liberale” ideato da Liberilibri), Francesco Borgonovo ha detto che la colpa del presente sfacelo è l’individualismo. Ho ribattuto che a me sembra il contrario: il presente sfacelo come esito della mancanza di individualismo. Vedo segnali ovunque. La cremazione che brucia il ricordo del defunto. La mascherina che cancella il volto. La raccolta differenziata che trasforma l’uomo in scarafaggio. Il denaro digitale che estingue il contante, proprietà reale e dunque “luogo di difesa dell’individuo, della sua autonomia”, come scrive Michele Silenzi. L’attacco alla mobilità privata, in cui l’uomo è alla guida, per imporre i mezzi pubblici in cui l’uomo è in balìa. Gli odiatori dei social, spesso anonimi, che stroncano, in branco, chiunque esprima una personalità. Perfino l’accanimento contro Sgarbi: non si sopportano più i protagonisti, si preferiscono i burocrati. E se tutto procede verso l’uguale, tutto procede verso il basso. Esattamente il presente sfacelo.
Molto d'accordo con C.Langone. Il pur ottimo Borgonovo spiaze, ogni tanto come del resto il Boni mi cade in equivoci da conservatore di provincia, cioè retrò , non "liberato" (dai miasmi crociani-azionisti che han corrotto in modo fatale il liberismo di stampo italico).
via https://www.ilfoglio.it/preghiera/2024/01/26/news/il-presente-sfacelo-come-esito-della-mancanza-di-individualismo-6141959/
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anchesetuttinoino · 3 months ago
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Contrordine compagni.
Guardate cosa hanno scritto nel loro comunicato i sindacati, pronti a scioperare contro la crisi dell’automotive. Testuale: “Non si può accettare una transizione contro il lavoro e con costi sociali enormi”. Come, scusa? Finalmente la Cgil e i sindacati hanno capito che dalla Germania al Belgio, passando per Stellantis, complice anche l’auto elettrica, la crisi delle immatricolazioni rischia di bruciare milioni di posti di lavoro. Meglio tardi che mai, certo. Ma se oggi puntano il dito contro il costo dell’energia e contro una transizione portata avanti “contro il lavoro”, beh: allora l’ipocrisia regna sovrana. Era il maggio del 2022, governo Draghi, quando la Cgil e Maurizio Landini si riunirono con Paolo Gentiloni (commissario del governo Ue ideatore del green deal) e con l’allora ministro delle mobilità sostenibili per “allearsi con gli ecologisti di fronte alla sfida dell’auto elettrica”. Diceva Giorgio Airaudo, leader della Cgil piemontese: “A noi non convince la storia per cui elettrico significhi esuberi. Un recente studio tedesco ipotizza nell’automotive un saldo a somma zero tra posti di lavoro persi e posti di lavoro creati con le nuove tecnologie delle vetture a batteria e a guida autonoma: pensiamo solo alle reti di ricarica”. S’è vista come è andata. Volksvagen potrebbe arrivare a tagliare 15mila posti di lavoro. Bmw e Mercedes lanciano allarmi. Il fornitore di batterie, la svedese Northvolt, ha annunciato licenziamenti per 1.600 lavoratori e sospenderà gli investimenti per i nuovi stabilimenti. E Acea, l’associazione che riunisce i costruttori europei, ha denunciato la “riduzione della quota di mercato delle auto elettriche”. Se l’Ue non rivedrà le regole sulle emissioni, con l’addio al motore endotermico entro il 2035, il rischio - scrive Acea - è che altre famiglie restino senza la pagnotta da portare a casa. Domanda: ma era coì difficile capirlo? Domanda per Landini: quando nel 2022 preferiva le manifestazioni di Fridays for future a quelle degli operai, non poteva immaginare che l’addio al motore endotermico in così poco tempo avrebbe avvantaggiato Cina e Usa (tecnologicamente più avanti), portando al tracollo della maggiore industria del vecchio continente? Forse, quando sosteneva che le priorità della Cgil erano “la lotta al cambiamento climatico, una giusta transizione ecologica e sostenibile e il superamento dell’uso delle fonti fossili”, non aveva compreso fino in fondo quali sarebbero state le conseguenze. Ora la sveglia è suonata, e speriamo non sia troppo tardi. E pensare che Giancarlo Giorgetti lo andava spiegando dal lontano 2021: “Vogliamo scegliere la strada della transizione ecologica? - aveva detto in tempi non sospetti - Tutto questo avrà un prezzo sociale ed economico enorme in termini di disoccupazione. Chi lavora oggi in una fabbrica di motori diesel sa perfettamente” che è condannata a morte. Landini avrebbe fatto meglio ad ascoltare il ministro, invece di Greta Thunberg.
L'ipocrisia verde di Landini, la preghiera anti-partite iva e Putin: quindi, oggi... (msn.com)
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falcemartello · 1 year ago
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"Ripristino della natura" significa far alzare i prezzi (cibo, acqua, riscaldamento, mobilità).
Se i prezzi salgono in uno scenario di postlavoro sarà necessario indebitarsi per sopravvivere.
Una volta indebitati si accetterà ogni imposizione sociale. La vita-a-debito.
@boni_castellane
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conte-olaf · 1 year ago
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⚒️️ Prima tappa dell'azionariato popolare di Gff
📣 Campagna 100 per 10.000. Che siano 100 soci finanziatori da 10.000 euro, 10.000 da 100, che sia quel che sia, l'obiettivo è un milione. Presto info su www.insorgiamo.org, chiedere call o info via whatsapp o telegram al 3478646481
💥Rendimento solidale: 0,25 in più rispetto ai buoni fruttiferi postali a 3 anni
👺 No, non rinunciamo all'intervento pubblico. La stessa cifra pretenderemo come base di partenza dell'investimento pubblico : un dito puntato contro uno Stato complice, impotente, assente
🛠️ Non cerchiamo soldi per i soldi. Cerchiamo organizzazione e consapevolezza. I soci finanziatori potranno controllare fino a un terzo della cooperativa: cittadinanza locale, movimento climatico internazionale, gruppi di lavoratrici e lavoratori, associazionismo, le competenze solidali = controllo sociale unito al controllo operaio nella produzione
🔴 No, non si può costruire una isola felice in un sistema così. Non è quello che ci sentirete mai dire. Ma questo viaggio complicato continua. Ci meritiamo questo precedente: polo della mobilità leggera e delle rinnovabili
🌎 Il territorio ha difeso la fabbrica. Deve riavere i posti di lavoro bruciati da delocalizzazione e speculazione, dall'assenteismo di questa proprietà
⚡ La fabbrica produceva semiassi. E potrebbe tornare a produrli. Ma avete giocato con il concetto di reindustrializzazione per cuocerci a fuoco lento e confondere tutta la popolazione. Sapete cosa? Ora decidiamo noi come reindustrializzare. La vogliamo socialmente ed ecologicamente avanzata.
E ogni pannello solare, ogni cargo bike prodotto da questa fabbrica, sarà il segno tangibile, inequivocabile che qua "loro" hanno perso
🚫 Per questo faranno di tutto per fermarci.
⌛ Ogni giorno diventa più difficile. Spicchiamo il volo ora o cadiamo: diffondete la notizia, pubblicizzate la vostra scelta di aderire.
⭕ Il primo finanziatore è la stessa Società Operaia di Mutuo Soccorso Insorgiamo: convergenza culturale, dopolavoro, mutualismo conflittuale
💥 Fabbrica socialmente integrata 💥 Mutualismo 💥 Posti di lavoro 💥 Controllo sociale 💥 Transizione ecologica ora 💥 Intervento pubblico #insorgiamo
https://www.instagram.com/p/CxK9pm4qqrb/?igshid=MTc4MmM1YmI2Ng==
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unpianista · 10 months ago
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Cari amici social, a quanto pare le mie mani da vecchio pianista sono prese dalla rizoartrosi, per cui suonare è diventato più un dolore che un piacere. Occorrerebbe intervenire, ma è sconsigliato dallo specialista in quanto compromette la residua mobilità del pianista in via definitiva. Cosa fare è difficile da dire, non esiste una terapia per l'invecchiamento. Per adesso riposo, tutore e poi si vedrà. In attesa di infiltrazioni che cmq non risolveranno più di tanto. Pazienza, la musica è stata una bella avventura, ma bisogna accettare il fatto che niente è per sempre.
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autolesionistra · 1 year ago
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Ultimamente si inizia a parlare con un po' meno timidezza di un problema matematico tutto sommato abbastanza semplice:
Se uno stato prevede un calendario scolastico che annovera fra le 13 e le 14 settimane continuative di ferie estive (escluse quindi ferie natalizie e pasquali) e contratti lavorativi che prevedono in media (quando regolari) 22 giorni in un intero anno (incluse quindi ferie natalizie e pasquali), si spieghi: 1) con che faccia rappresentanti di suddetto stato possono parlare di diritto al lavoro e parità di genere o di crisi della natalità 2) come coppie di genitori lavoratori ci possono mettere una pezza
Risposte: 1) da culo o di bronzo (valide entrambe) 2) secondo l'equazione:
Gestione estiva cinni = € + N² + Lm
Dove € è la pecunia, N sono i nonni, Lm è lavorare di merda (ove uno di questi addendi tende allo zero, gli altri dovranno essere aumentati di conseguenza).
In questo emblematico articolo la situazione è descritta in maniera più circostanziata e impietosa: https://www.editorialedomani.it/idee/cultura/sono-una-madre-parcheggina-e-per-questo-odio-lestate-hld1bsfn anche se manca completamente (e mi rendo conto di essere un disco rotto) una chiave di lettura di classe, perché i genitori che hanno carenze economiche (o di nonni) rischiano di offrire ai propri figli (ma anche a sé stessi) un periodo estivo di qualità radicalmente diversa rispetto ad altri genitori con prevedibili effetti negativi sulla mobilità sociale.
La questione è comunque complessa perché come tocchi, sbagli. Come dice un amico, il dramma è che sotto sotto è una guerra fra poveri; chiunque proverà a risolverla scontenterà inevitabilmente una fettona di persone (che è poi uno dei motivi per cui a livello nazionale nessuno sul tema muove un dito da mezzo secolo) (oltre al fatto che finché le guerre restano fra poveri, non c'è forte motivazione a intervenire).
A livello di indirizzo, anche volendo ignorare completamente l'articolo 31 della ns. costituzione (no, il gruppo musicale non ha preso il nome da quello) che recita che la Repubblica "protegge la maternità, l'infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo." credo valga la pena farsi un paio di domande sul modello di nucleo familiare che uno stato vorrebbe promuovere perché allo stato attuale non è uno sport agevole per coppie di lavoratori e in media queste difficoltà pesano prevalentemente sulla componente femminile.
Questo scritto in realtà è nato da aneddoti personali elevati a considerazioni generiche (che è sempre indice di grande qualità), visto che sono ormai svariate estati che vedo amiche lavoratrici e amici lavoratori (ma prevalentemente amiche lavoratrici) avere un evidente aumento di stress e flessione di benessere psico-fisico con saltuarie penalizzazioni lavorative (quando non direttamente abbandono temporaneo o permanente del posto di lavoro) dovute all'organizzazione estiva dei propri figli.
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mezzopieno-news · 6 months ago
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IL MARE PIÙ BELLO D’ITALIA È IN CAMPANIA
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Si trova in Cilento il mare più bello d’Italia, tra i litorali dei Comuni di Pollica, Acciaroli e Pioppi in provincia di Salerno, in Campania.
La classifica del mare più bello 2024 di Legambiente e Touring Club Italiano ha premiato con il massimo dei voti 21 località turistiche marine e 12 lacustri, secondo criteri che prendono in esame le buone pratiche ambientali, amministrative e turistiche che contribuiscono a conservarle e a renderle al contempo luoghi in cui poter godere appieno della bellezza della natura in armonia con essa. Fra le regioni più virtuose la Sardegna primeggia con sette località marine, mentre Trentino e Alto Adige vincono la classifica per le località lacustri con 4 comuni. Al secondo posto per i litorali marini il comune di Nardò, in provincia di Lecce nel comprensorio pugliese dell’Alto Salento Ionico, seguito da Baunei, in provincia di Nuoro sulla costa orientale sarda. Quarto posto per la località Domus De Maria sul Litorale di Chia, sempre in Sardegna e quinto posto per Castiglione della Pescaia, nel comprensorio della Maremma Toscana. Secondo questa classifica, la costiera lacustre più bella d’Italia è nel Comune di Molveno (Tn), seguita da Appiano (Bz) sul lago di Monticolo e Massa Marittima (Gr) sul lago dell’Accesa. Gli indicatori analizzati hanno valutato: uso del suolo, degrado del paesaggio, biodiversità, attività turistiche, stato delle aree costiere, mobilità, acqua e depurazione, energia, rifiuti, iniziative per la sostenibilità, sicurezza alimentare e produzioni tipiche di qualità, mare, spiagge e oltre, struttura sociale e sanitaria.
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Fonte: Legambiente; foto di Pixous
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gregor-samsung · 2 months ago
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" «Con la cultura non si mangia» ha dichiarato […] Tremonti il 14 ottobre 2010. Poi, non contento, ha aggiunto: «Di cultura non si vive, vado alla buvette a farmi un panino alla cultura, e comincio dalla Divina Commedia». Che umorista. Che statista. Meno male che c’è gente come lui, che pensa ai sacrosanti danè. E infatti, con assoluta coerenza, Tremonti ha tagliato un miliardo e mezzo di euro alle università e otto miliardi alla scuola di primo e secondo livello, per non parlare del Fus, il Fondo unico per lo spettacolo e altre inutili istituzioni consimili. Meno male. Sennò, signora mia, dove saremmo andati a finire?
In questi ultimi anni, però, l’ex socialista Tremonti non è stato il solo uomo politico a pronunciarsi sui rapporti tra cultura ed economia. Per esempio, l’ex ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Maurizio Sacconi, ha sostenuto che per i laureati non c’è mercato e che la colpa della disoccupazione giovanile è dei genitori che vogliono i figli dottori invece che artigiani. Sapesse, contessa… E il filosofo estetico Stefano Zecchi, in servizio permanente effettivo nel centrodestra, ha chiuso in bellezza, come del resto gli compete per questioni professionali: ha detto che in Italia i laureati sono troppi. Insomma, non c’è dubbio che la destra italiana abbia sposato la cultura della non cultura e (chissà?) magari già immagina un ritorno al tempo dell'imperatore Costantino, quando la mobilità sociale fu bloccata per legge e ai figli era concesso fare solo il lavoro dei padri. (Non lo sapeva, professor Sacconi? Potrebbe essere un’idea…) E la sinistra o come diavolo si chiama adesso? Parole, parole, parole. Non c’è uno dei suoi esponenti che, dal governo o dall'opposizione, non abbia fatto intensi e pomposi proclami sull'importanza della cultura, dell'innovazione, dell'istruzione, della formazione, della ricerca e via di questo passo, ma poi, stringi stringi, non ce n’è stato uno (be’, non esageriamo: magari qualcuno c’è stato…) che non abbia tagliato i fondi alla cultura, all'innovazione, all'istruzione, alla formazione, alla ricerca e via di questo passo. Per esempio, nel programma di governo dell'Unione per il 2006 si diceva: «Il nostro Paese possiede un’inestimabile ricchezza culturale che in una società postindustriale può diventare la fonte primaria di una crescita sociale ed economica diffusa. La cultura è un fattore fondamentale di coesione e di integrazione sociale. Le attività culturali stimolano l’economia e le attività produttive: il loro indotto aumenta gli scambi, il reddito, l’occupazione. Un indotto che, per qualità e dimensioni, non è conseguibile con altre attività: la cultura è una fonte unica e irripetibile di sviluppo economico». Magnifico, no? Poi l’Unione (o come diavolo si chiamava allora) vinse le elezioni e andò al governo. La prima legge finanziaria, quella per il 2007, tagliò di trecento milioni i fondi per le università. Bel colpo. Ci furono minacce di dimissioni del ministro per l’Università e la Ricerca, Fabio Mussi. Ma le minacce non servirono. Tant’è che, nella successiva legge di bilancio, furono sottratti altri trenta milioni dal capitolo università a favore… degli autotrasportatori. E inoltre, come scrivono Francesco Sylos Labini e Stefano Zapperi, nel 2006 con il governo Prodi «c’è stato un calo del trenta per cento circa dei finanziamenti, cosicché il già non generoso sostegno alla ricerca di base è diminuito, da circa centotrenta a poco più di ottanta milioni di euro, proprio nel periodo in cui al governo si è insediato lo schieramento politico che, almeno a parole, ha sempre manifestato un grande interesse per la ricerca». Certo, dopo quanto avevano scritto nel programma, non sarebbe stato chic e «progressista» avere la faccia tosta di dire che bisognava sottrarre risorse alla scuola e all'università, e allora non l’hanno detto. Però l’hanno fatto, eccome. "
Bruno Arpaia e Pietro Greco, La cultura si mangia, Guanda (collana Le Fenici Rosse), 2013¹ [Libro elettronico]
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pollicinor · 7 months ago
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Uno studio sugli stereotipi di genere condotto da Carlana su 1.400 insegnanti ha fatto emergere la presenza di questo tipo di bias negli insegnanti italiani, che li porterebbe a consigliare meno i percorsi scientifici alle ragazze. “E lo studio prova proprio il nesso causale tra l’esposizione a stereotipi di genere, la performance scolastica e le scelte successive delle ragazze. Peraltro, a questo effetto negativo nei confronti delle ragazze non corrisponde un effetto positivo per i ragazzi esposti a insegnanti con questi bias”. Ossia, non c’è un aumento dei ragazzi che si iscrivono agli istituti scientifici, ma sono solo le ragazze ad essere penalizzate.
Dall'articolo "La mobilità sociale comincia a scuola. E poi passa dall’università" di Andrea Celauro
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pier-carlo-universe · 22 days ago
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Sicurezza per i pedoni: Maurizio Sciaudone chiede interventi urgenti ad Alessandria. Mozione in Consiglio Comunale per una viabilità più sicura e inclusiva
La sicurezza stradale è una priorità imprescindibile per ogni città, e il Consigliere Comunale Maurizio Sciaudone, capo gruppo di Fratelli d’Italia, ha posto l’attenzione su un tema fondamentale: la tutela dei pedoni.
La sicurezza stradale è una priorità imprescindibile per ogni città, e il Consigliere Comunale Maurizio Sciaudone, capo gruppo di Fratelli d’Italia, ha posto l’attenzione su un tema fondamentale: la tutela dei pedoni. In un recente comunicato stampa, Sciaudone ha sottolineato la necessità di interventi strutturali volti a migliorare la sicurezza stradale e pedonale in alcuni punti critici della…
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italiavivadelchierese · 2 years ago
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CURARE LA SANITA’ - indicazioni emerse dall'incontro del 18 febbraio a Moncalieri
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CURARE LA SANITA’
Il seminario “SOS Sanità Piemonte” promosso da Italia Viva Provincia di Torino, sabato 18 febbraio a Moncalieri, ha evidenziato molti dei problemi del Sistema Sanitario Regionale ed ha posto le basi per risposte mirate e concrete a sostegno dei cittadini.
Quattro ore di intenso lavoro, che hanno messo in luce le criticità e le sfide a cui andrà incontro il territorio piemontese, sotto diversi punti di vista: medico, infermieristico, farmaceutico, architettonico, gestionale, finanziario, psico sociale e di copertura territoriale, anche alla luce del crescente invecchiamento della popolazione e dell’aumento della domanda di cure.
Il Piemonte, a differenza di altre regioni:
●       non ha un Piano Socio-Sanitario Regionale aggiornato (l’ultimo è scaduto nel 2015);
●     negli ultimi 10 anni denuncia un passivo di 379.000.000,00 di euro, come saldo netto tra quanto incassato per i pazienti che dal resto d’Italia hanno scelto di curarsi in Piemonte e quanto pagato per i piemontesi che sono ricorsi a strutture di altre Regioni per ricevere cure adeguate (nella stessa decade la Lombardia ha registrato un saldo netto positivo di oltre 6/mld);
●       dispone di ospedali di età media avanzata, non adeguatamente manutenuti e spesso superati dal punto di vista dell'impostazione architettonica.
Anche i progetti previsti dal PNRR accresceranno alcune differenze territoriali lasciando interi bacini senza ospedali e case di comunità (nuove strutture che dovranno potenziare la rete di medicina territoriale): tra gli altri spiccano i casi di Moncalieri e Chieri.
Urge l’adozione di un nuovo PIANO SANITARIO REGIONALE, poiché gli interventi tampone, non coordinati da una strategia integrata, rischiano di essere poco utili e dispendiosi.
Da dove partire?
●       analisi dei servizi sul territorio in base ai bacini di utenza;
●       analisi della mobilità interregionale;
●       potenziamento della rete di medicina territoriale per evitare l’intasamento dei Pronto Soccorso;
●       digitalizzazione e razionalizzazione dei processi clinici, logistici ed amministrativi;
●       valorizzazione degli immobili dismessi;
●       partnership pubblico-privato innovative che permettano di ottenere vantaggi competitivi e che creino opportunità di crescita per i soggetti regionali del settore;
Un ringraziamento va a tutti i professionisti, che sono intervenuti con contenuti e proposte di alto profilo specialistico e che, grazie alla contemporanea presenza di tutti gli operatori coinvolti, hanno saputo porre le basi per una risposta sistemica ai molteplici problemi della sanità regionale.
Un grazie, in particolare, alla Senatrice di Azione/Italia Viva Daniela Sbrollini, che ha dimostrato grande capacità di ascolto e partecipazione.
Italia Viva Tavolo tematico Salute e territorio
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lamilanomagazine · 15 days ago
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Sicilia, caro voli. Aricò: "Più di 250 mila visualizzazioni in 36 ore sui social per il video promozionale" Partita online la campagna di comunicazione contro il Caro-voli. La Regione Siciliana, attraverso l'assessorato delle Infrastrutture e mobilità, ha realizzato un video per pubblicizzare le misure che, dal 7 dicembre al 6 gennaio, consentiranno ai siciliani nati o residenti in Sicilia di ottenere sconti e rimborsi del 50% sul costo del biglietto aereo.... 🔴 Leggi articolo completo su La Milano ➡️ Read the full article
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viunews · 16 days ago
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Caro voli, Aricò: «Più di 250 mila visualizzazioni in 36 ore sui social per il video promozionale»
Caro voli, Aricò: «Più di 250 mila visualizzazioni in 36 ore sui social per il video promozionale»
Partita online la campagna di comunicazione contro il Caro-voli. La Regione Siciliana, attraverso l’assessorato delle Infrastrutture e mobilità, ha realizzato un video per pubblicizzare le misure che, dal 7 dicembre al 6 gennaio, consentiranno ai siciliani nati o residenti in Sicilia di ottenere sconti e rimborsi del 50% sul costo del biglietto aereo. Il video, presentato nel corso della…
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