#Grandi Romanzi Storici
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pier-carlo-universe · 14 days ago
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L'armonia segreta di Geraldine Brooks: Un Viaggio nell'Età del Ferro attraverso la Vita di Re Davide. Recensione di Alessandria today
Un ritratto affascinante e intenso di uno dei leader più enigmatici della storia biblica
Un ritratto affascinante e intenso di uno dei leader più enigmatici della storia biblica Un romanzo che riporta in vita l’epoca antica “L’armonia segreta” di Geraldine Brooks è un’opera straordinaria che si addentra nelle pieghe dell’Antico Testamento, ricostruendo la vita di Re Davide, figura leggendaria e complessa dell’Età del Ferro. Con una scrittura potente e coinvolgente, Brooks combina…
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diceriadelluntore · 8 months ago
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Duecento Di Gioia
il 7 maggio del 1824, 200 anni fa al Kärntnertortheater di Vienna (il Teatro di Porta Carinzia), uno dei più belli della capitale dell'allora Impero Asburgico, è in programma una prima sinfonica. L'ultimo lavoro di un musicista che già all'epoca era una leggenda vivente. Ma che era stato lontano ben 12 anni dalle scene. Ludwig van Beethoven ha 54 anni, è quasi completamente sordo, soffre di atroci dolori da ulcere che lo porteranno alla morte di lì a due anni. Nonostante sia benestante, vive in uno stato di profonda malinconia, misoginia, tristezza, solitudine, in una stanza con fogli di musica sparsi dappertutto, cibo nei piatti ad imputridire, bottiglie vuote.
Eppure la sua ultima opera, la Nona Sinfonia in re minore per soli, coro e orchestra op. 125, è un percorso mistico, intrigante, misterioso alla fratellanza, al dialogo, al confronto.
Divisa in quattro movimenti, i primi tre puramente sinfonici, e il quarto che include il coro sui versi dell'ode Alla gioia di Friedrich Schiller.
Già quella sera vi fu un tripudio di pubblico: il compositore, che si racconta fu in tensione nervosa per tutta la durata dell'esecuzione (racconto questo che due professori di controfagotto, che parteciparono all'esecuzione, raccontarono nel 1842 alla formazione della prima orchestra della Filarmonica di Vienna, di cui facevano parte) fu richiamato dal pubblico per 5 volte, e gli furono sventolati fazzoletti bianchi in segno di giubilo.
È così leggendaria che esistono moltissimi miti su di essa: tra i più curiosi, che per "rispetto" tutti i compositori successivi si siano fermati a Nove Sinfonie (un caso a volte fortuito, a volte tragico, come nel caso di Mahler morto mentre stava componendo la sua Decima) oppure che la durata di musica in un cd sia di 75 minuti, come la durata della sinfonia (in verità, secondo le varie esecuzioni, dura un po' di meno, e anche questa è una bella leggenda metropolitana). E non si contano i saggi storici, psicoanalitici, i romanzi, su questo che è, con pochi eguali, uno dei pinnacoli della storia culturale umana, come, per fare qualche esempio, l'opera di Shakespeare, il David di Michelangelo, una cattedrale gotica europea del 1300.
Rimane uno una delle opere più note ed eseguite di tutto il repertorio classico ed è considerata uno dei più grandi capolavori della storia della musica, anche in quanto simbolo universale di unità e fratellanza tra gli uomini: il tema finale, nella nota riedizione del Maestro Herbert von Karajan, è stato adottato nel 1972 come Inno europeo.
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Pagina del manoscritto originale della sinfonia, conservato nella Staatsbibliothek di Berlino: la Nona Sinfonia viene conservata in condizioni speciali, nel buio assoluto, ad una temperatura di 18 gradi e a un tasso di umidità del 50%.
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lunamarish · 5 months ago
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Mangiare troppo, abbuffarsi e poi pentirsi, è un vizietto che condividiamo in tanti. Un’altra peccaminosa delizia della vita, assai meno condivisa, è l’abbuffata di libri. Sere fa, a cena fuori, un amico scrittore e un’amica che lavora in una famosa casa editrice, raccontavano che i romanzi, belli o brutti che siano, tranne rare imprevedibili eccezioni, vendono poco o niente. Un libro che nel 2000 veniva comprato da cinquantamila lettori ed era considerato un discreto successo, oggi ne avrebbe cinquemila di lettori, più o meno il 10%. Una percentuale così scarsa da incutere spavento, non solo a noi scrittori che, in fondo, chissenefrega no? ma a noi italiani tutti perché il risultato è un Paese ottuso, perdente.
Abbiamo imparato a mangiare bene, anzi, raffinatamente. In tv o nelle conversazioni si chiacchiera di cibarie a più non posso, ma a leggere bene non ci bada quasi nessuno; eppure, credo non esista attività più eccitante o delizia peccaminosa che leggere, di nascosto dal mondo, un romanzo, una biografia, un saggio.
Chi mai rinuncerebbe a respirare? Come i pesci nascono con le branchie noi nasciamo con gli occhi, la mente e il cuore, siamo fatti per vivere e leggere, per fare esperienza attraverso le vite di personaggi storici o di fantasia, per districarci nelle trame che in vita nostra non ci capiterebbero forse mai, per imparare a essere grandi. Certi libri sono scorciatoie per il paradiso o per l’inferno. Non leggerli è pura follia, rimbambimento suicida, condannarsi alla eterna mediocrità.
Non mi è mai capitato di conoscere qualcuna o qualcuno che abbia rinunciato a farsi una magnifica scopata. Eppure, tutte queste migliaia di persone non hanno mai letto Kafka, Edgar Lee Masters o Stevenson, né Cent’anni di solitudine, Beppe Fenoglio, Conrad o il Gattopardo.
C’è un detto maschilista e un po’ coglione riferito alle scopate non fatte: “Ogni lasciata è persa”, più poetico e onnicomprensivo a Napoli “Tutto ‘o lassato è perduto”: potremmo dire lo stesso di centinaia di libri che non abbiamo letto, castrandoci per sempre della gioia di averli fatti nostri.
Ma non è che noi italiani abbiamo improvvisamente smesso di leggere. È che leggiamo qualunque robaccia ci passi sotto gli occhi alla velocità della luce sui cellulari e sugli schermi via Internet. Siamo diventati dei guardoni. Leggere su Facebook o su Instagram è diventato compulsivo come abboffarsi di patatine fritte davanti alla tv. Non leggere è come andare a cena nel ristorante di uno chef pentastellato e accontentarsi di un hot dog. Sui social non vai oltre tre righe e passi a un altro boccone di notizia vera o fake, commento, citazione, foto di uno/a sconosciuto/a mentre pela le patate o festeggia il compleanno. Abbuffate che poi ti lasciano vuoto lo stomaco della mente ma t’insozzano il cervello di puttanate. Perché per “leggere” hai letto, e non ne puoi più. È come scegliere di masturbarsi sulla foto di un attore o di un’attrice, quando lei o lui sono venuti personalmente a prenderci sotto casa con una spider per portarci via.
Capisco, staccare tutto e prendere un libro o leggere un eBook, in orgogliosa solitudine, di questi tempi, può sembrare come andare dagli Appennini alle Ande sui pattini. Poi però voli e ti salvi la vita per sempre. I libri sono passaporti che abbattono tutte le frontiere. Sono le prime cose da comprare, come lo spazzolino da denti o un vestito per uscire. I libri si abitano come le case. Sono gli amici che non ti abbandoneranno mai, neppure da vecchi, quando si è inevitabilmente soli.
Divorare tre piatti di carbonara di seguito, ti abboffa. Il porno, dopo un po’, disgusta. Leggere roba buona è come sniffare cocaina sana, che infatti non esiste. Drogarsi con i libri invece sì, esiste, è pure sano e ti puoi fare di esperienze incredibili, sempre di più, con una voluttà che aumenta anche quando la sessualità diminuisce o sei costretto, per l’età, a cibarti con una minestrina.
Leggere è sexy e misericordioso. Comprate libri e abboffatevi di loro, voglio vedere il sugo delle parole colarvi dalle labbra e quegli occhi, dio quegli occhi angelici e barbarici che solo i grandi lettori hanno, al ritorno da uno dei loro incredibili viaggi fra le pagine di un autore conosciuto o sconosciuto.
Diego Cugia
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weirdesplinder · 1 year ago
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La mia top ten dei classici della letteratura mondiale
Era un po' che ci pensavo. In questa era di TIKTOK i nostri giovani leggono gli stessi classici della letteratura che abbiamo letto noi, oppure sono ormai finiti nel dimenticatoio? Mi sono posta questa domanda e molte altre simili e ho deciso che era il caso di rimboccarsi le maniche e mettersi a parlare anche dei classici di cui di solito non parlo perchè do' per scontato che tutti già li conoscano o li abbiano addirittura letti a scuola. Ma visto che temo non sia più così e credo sia meglio rinfrescare la memoria a qualcuno o farli proprio conoscere a chi magari non li ha mai neppure sentiti nominare attraverso un aserie di video e post.
Iniziamo a parlarne molto in generale con un classico del mio blog, la mia lista di preferiti, la mia top ten dei classici della letteraura mondiale. A cui seguiranno liste più specifiche divise geograficamente.
Naturalmente come al solito è una lista estremamente soggettiva che riguarda me, perciò siete liberissimi di aggiungere nei commenti i vostri preferiti in questa categoria:
Guerra e Pace, di Lev Tolstoj
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Trama: In questa celeberrima opera si fondono due narrazioni: da una parte, i grandi avvenimenti storici che travolsero la Russia all'inizio del XIX secolo; dall'altra, le vicende delle due famiglie dei Bolkonskij e dei Rostov, unite dalla figura del conte. In tutto il romanzo emerge chiaro il pensiero di Tolstoj, per il quale non sono gli eroi, i generali e i re a fare la storia, ma le grandi masse, con le loro paure, le loro sofferenze e le loro speranze. La storia è infatti una successione inarrestabile di eventi che il singolo non può modificare. L'autore è abilissimo nel descrivere l'identità psicologica dei personaggi: dal principe Andrej, altero e deluso dalla vita, alla bella Nataša, vivace e affascinante, al conte Pierre, fragile e tormentato, ma le loro vicende non avrebbero senso senza il racconto della storia del popolo russo, di cui essi divengono dei simboli. In "Guerra e pace" sembra che i veri protagonisti siano proprio lo scorrere del tempo e l'avvicendarsi ineluttabile degli eventi, che rendono questo capolavoro della letteratura quasi un poema epico.
La mia opinione: se stupisco qualcuno con questo primo posto mi dispiace perchè secondo me questo è un classico imprenscindibile, un romanzo storico che veramente contiene tutto e scavalca tutti i sottogeneri del romanzo storico perchè li comprende tutti. E' la storia di una guerra, di un'epoca, di due famiglie, di un popolo, di una nazione, dell'Europa, di personaggi indimenticabili. Ha tutto perciò come non mettterlo al primo posto?
2. Il Conte di Montecristo, di Alexandre Dumas
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Trama: Nel febbraio del 1815, a Marsiglia, il marinaio Edmond Dantès viene falsamente accusato di bonapartismo e arrestato nel giorno delle nozze, alle soglie di una brillante carriera navale. Durante la prigionia nel castello d'If, uno scoglio in mezzo al mare, affina un odio feroce per gli autori della sua rovina e, quando l'amicizia con un altro prigioniero gli procura l'evasione nonché un favoloso tesoro, ne farà lo strumento di una vendetta grandiosa e spietata.
La mia opinione: come non amare Dumas? Io adoro tutti i suoi romanzi, come scrive, le sue trame, erano già dei film su carta prima delle loro trasposizioni cinematografiche. Avventura, intrigo, insomma il padre di D'Artagnan, La maschera di ferro e Robin Hood non ha bisogno di presentazioni.
3. Umiliati e offesi, di Fedor Dostoevskij
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Trama: Fra le strade di Pietroburgo, nelle fredde prospettive della capitale, si incrociano le vicende di esseri umani in lenta rovina. La famiglia Ichmenev, amministratrice dei terreni del principe Valkovskij, viene allontanata dalla casa familiare a causa dell'amore sorto fra la giovane Natasha e il figlio del principe, l'ingenuo Alesa, ed è costretta a trasferirsi nella capitale; qui si muove anche Nelly, orfana poco più che bambina, che ha assistito impotente alla malattia della madre e all'indifferenza del nonno. Ivan Petrovic, studente e scrittore, ritratto di un Dostoevskij ventenne, è testimone protagonista: innamorato di Natasha sin da bambino, la aiuta nella fuga d'amore con Alesa, e decide di adottare Nelly per sottrarla agli abusi e alla mendicità. In "Umiliati e offesi", uno dei primi romanzi di Dostoevskij, emergono da una nebulosità ancora diffusa i personaggi e le situazioni che saranno propri del grande scrittore: i tormenti e l'amore, i personaggi candidi, l'indagine e la comprensione dell'animo umano.
La mia opinione: non ricordo nemmeno più perchè comprai questo romanzo, forse perchè visto che non avevo amato Delitto e Castigo, mi rifiutavo di non riuscire ad apprezzare un opera di questo scrittore così osannato da tutti e infatti Umiliati e Offesi mi piacque molto di più. E' un opera ottimista? No. E' molto triste e malinconica? Sì. Ma al contempo il fatto che al centro del romazo ci siano i rapporti famigliari, in particolar modo padre/figlia la rende per me più capibile a molti livelli. Poi il quadro storico è stupendo, i personaggi ben delineati. E' un romanzo forse poco nominato di Dostoevskij, ma che per la mia formazione è stato importante.
4. Orgoglio e pregiudizio, di Jane Austen
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Trama: I Bennet sono una famiglia rispettabile, ma non agiata, che vive nell'Hertfordshire, composta dai genitori e da cinque sorelle: Jane, Elisabeth, Mary, Catherine e Lydia. La signora Bennet è una donna frivola e dal comportamento spesso imbarazzante, il cui unico scopo nella vita è quello di trovare un buon marito alle proprie figlie. Quando il ricco Charles Bingley si trasferisce vicino alla tenuta dei Bennet con le due sorelle e l'amico Darcy, si verificano cambiamenti importanti.
La mia opinione: vi ho già parlato di questo libro in quasi ogni mia lista, un romanzo che ha segnato la storia del romanzo e del romanzo femminile in particolare, una bella storia raccontata con garbo e arguzia e che per questo è rimasta nei nostri cuori senza tempo, sempre attuale. La si può traslare in qualsiasi epoca questa trama e funziona sempre
5. Il visconte dimezzato, di Italo Calvino
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Trama: La bizzarra storia del visconte Medardo di Terralba che, colpito al petto da una cannonata turca, torna a casa diviso in due metà (una cattiva, malvagia, prepotente, ma dotata di inaspettate doti di umorismo e realismo, l'altra gentile, altruista, buona, o meglio "buonista"). "Tutti ci sentiamo in qualche modo incompleti" disse Calvino in un'intervista "tutti realizziamo una parte di noi stessi e non l'altra.
La mia opinione: altro classico della mia infanzia e lettura scolastica, divetente, piacevole e molto più profondo diq uello che sembra se lo si analizza.
6. Il signore degli anelli, di Tolkien
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Trama: La Compagnia dell'Anello si apre nella Contea, un idilliaco paese agricolo dove vivono gli Hobbit, piccoli esseri lieti, saggi e longevi. La quiete è turbata dall'arrivo dello stregone Gandalf, che convince Frodo a partire per il paese delle tenebre, Mordor, dove dovrà gettare nelle fiamme del Monte Fato il terribile Anello del Potere, giunto nelle sue mani per una serie di incredibili circostanze. Un gruppo di hobbit lo accompagna e strada facendo si aggiungono alla banda l'elfo, il nano e alcuni uomini, tutti uniti nella lotta contro il Male. La Compagnia affronta un cammino lungo e pericoloso, finché i suoi membri si disperdono, minacciati da forze oscure, mentre la meta sembra allontanarsi sempre di più.
La mia opinione: nelle mie liste dedicati ai classici della lettteartura cercherò di non citare romanzi di generi specifici come il fantasy o la fantascienza, ma per lui faccio un'eccezione.
7. L'antologia di Spoon River, di Edgar Lee Masters
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Trama: «Dove sono Elmer, Herman, Bert, Tom e Charley, / il debole di volontà, il forte di braccia, il buffone, il beone, il rissoso? / Tutti, tutti dormono sulla collina». L'autore dei versi, un avvocato del Kansas, compose il documento forse più completo, realistico e lirico sulla vita nella provincia americana di fine Ottocento, testimoniata dagli abitanti defunti del paesino di Spoon River. Con distacco, con passione, con ironia, con rabbia, si presentano su un palcoscenico ideale e raccontano la propria storia. La poesia nuova di Masters, asciutta, limpida, forte, procede nel racconto come una lente d'ingrandimento che rivela anche gli inganni meglio dissimulati, le frodi, le ipocrisie. O i desideri e la bellezza di uomini e donne cui la società negò ogni riconoscimento.
La mia opinione: opera che forse non molti conoscono estremamente d'impatto che ha un posto speciale tra le mie letture. racconta la vita e la sua caducità in sintesi senza fronzoli.
8. L'Orlando furioso, di Ludovico Ariosto
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Trama: Poema cavalleresco di travolgente intensità narrativa e inimitabile equilibrio formale, l'Orlando furioso ha attraversato ogni epoca e stagione letteraria senza smettere di incantare i propri lettori. Ideale prosecuzione dell'Orlando innamorato, il Furioso porta ai massimi sviluppi la ricca sostanza umana e artistica dell'opera boiardesca: il conflitto tra le forze cristiane e quelle musulmane, l'amore non corrisposto del paladino Orlando per la principessa Angelica, la travagliata unione dinastica tra Ruggiero e Bradamante. Ma nel poema dell'Ariosto gli ideali della società cortese si separano definitivamente dalla realtà, segnata da quell'irrazionale intrico delle passioni che sarà raffigurato nella forsennata giostra dei cavalieri. Una tensione drammatica dietro cui si cela l'amara consapevolezza della crisi dei valori su cui si fondava l'utopia della civiltà umanistica.
La mia opinione: in teoria andrebbe studiato a scuola, ma in realtà già quando io andavo allae superiori veniva trattato molto in fretta per potersi dedicare maggiormente ad altri autori italiani ed è un vero peccato. In realtà è un'opera che meriterebbe la stessa analisi accurata che i programmi scolastici dedicano a Dante e Manzoni eppure non è mai così. Quindi perchè non leggerla nel tempo libero come romanzo di storie cavalleresche e cortesi? Tutte le edizioni pubblicate sono ben commentate in modo che chiunque possa leggerla e capirla senza problemi.
9. Miseria e Nobiltà, di E. Scarpetta
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Trama: La commedia ha come protagonista Felice Sciosciammocca, celebre maschera di Eduardo Scarpetta, e la trama gira attorno all'amore del giovane nobile Eugenio per Gemma, figlia di Gaetano, un cuoco arricchito. Il ragazzo è però ostacolato dal padre, il marchese Favetti, che è contro il matrimonio del figlio per via del fatto che Gemma è la figlia di un cuoco. Eugenio si rivolge quindi allo scrivano Felice per trovare una soluzione. Felice e Pasquale, un altro spiantato, assieme alle rispettive famiglie, si introdurranno a casa del cuoco fingendosi i parenti nobili di Eugenio. La situazione si ingarbuglia poiché anche il vero Marchese Favetti è innamorato della ragazza, al punto di frequentarne la casa sotto le mentite spoglie di Don Bebè. Il figlio, scopertolo e minacciatolo di rivelare la verità, lo costringerà a dare il suo consenso per le nozze.
La mia opinione: per quanto mi riguarda le opere teatrali, Shakespeare docet, sono opere letterarie valide quanto le altre e alla stessa altezza, quindi ne vedrete comparire molte nelle mie liste. Questa l'avrò rilettta cento volte e ogni volta mi fa ridere. Un classico.
10. La bisbetica domata, di Shakespeare
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Trama: Petruccio è un avventuriero che parte da Verona e va a cercare fortuna a Padova. È un maschio giovane, forte e avvenente, assai dotato, e ha quella libertà di movimento che agli uomini è pienamente concessa nell'Italia immaginata da Shakespeare – così come nella sua Inghilterra. E quale modo migliore di fare fortuna se non trovare moglie? Moglie vuol dire dote. Anche se brutta come il peccato, o scontrosa come la proverbiale Santippe, la donna assolverà comunque al suo compito, se il padre-padrone com'è suo dovere la consegnerà al futuro sposo coprendola d'oro il giorno del matrimonio. È così che il giovane Petruccio s'imbatte nella giovane Caterina, la quale non sarà brutta, ma senz'altro è la più scorbutica delle spose. Caterina è la sorella ribelle dell'angelica Bianca, che tutti vorrebbero in moglie, ma che non potrà sposarsi, se il padre non si sarà prima liberato di quella gattaccia selvatica che è Caterina.
La mia opinione: e per concludere ancora teatro, stavolta del grande Shakespeare che non ha bisogno di presentazioni.
Lista come sempre molto soggettiva e riduttiva che rispecchia la mia formazione letteraria e i miei gusti, per fortuna potrò citare molti altri miei classici preferiti nelle altre liste specifiche altrimenti mi sarei sentita troppo in colpa!
Ora sono curiosa di conoscere i vostri classici delle letteratura preferiti, lasciatemeli nei commenti.
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jacopocioni · 9 months ago
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La Storia del Lo Struscio Fiorentino
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Franco Ciarleglio Negli anni '70 uno studente universitario di nome Franco Ciarleglio si affaccia curiosamente, e ne venne conquistato, al mondo delle giostre, dei pali, dei tornei medievali della Toscana e di conseguenza anche alle leggende, gli aneddoti, le credenze popolari, i modi di dire e le burle della Firenze medievale e rinascimentale. In altre parole la Firenze Minore. La curiosità porta Franco a documentarsi leggendo dei libri, soprattutto quelli dei grandi Maestri: Luciano Artusi, Giorgio Batini e Don Foresto Niccolai in primis. La passione che ne segue determina una costante raccolta di materiale che organizzato sembra delineare un progetto. Come sarebbe portare delle persone in passeggiata per Firenze illustrando questa Firenze minore spesso non conosciuta ai più?
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Il Narator Cortese Il progetto diventa realtà quando Franco organizza le prime Passeggiate Storiche gratuite insieme ai colleghi di lavoro della Banca Commerciale Italiana di via Tornabuoni. E' il giugno del 1990, 34 anni fa, e Lo Struscio Fiorentino prende vita. Le "Passeggiate lento pede" diventano famose tra i fiorentini tanto che negli anni successivi Franco viene contattato da varie Associazioni Culturali, Storiche, Dopo lavori, Lions e Rotary Club che richiedono di organizzare, per i propri associati, delle sortite per i quartieri fiorentini.
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Umberto Panti e Franco Ciarleglio Nel 2000, su consiglio di un amico lungimirante, Franco scrive e pubblica il suo primo libro "Lo Struscio Fiorentino", un libretto tascabile ed economico, un manuale pratico della Firenze minore. Il successo è esponenziale con oltre 22000 copie vendute. A questo primo libro ne seguiranno altri, ben 15 ad oggi. Ognuna delle successive opere letterarie si dipana sullo stesso filone letterario affrontando leggende, gli aneddoti, i modi di dire e le burle, senza far mancare anche dei romanzi storici.
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Piero Paoletti Nel 2004 Lo Struscio Fiorentino è ormai "istituzione" a Firenze e necessita di un'organizzazione più capillare, ed è così che inizia la collaborazione stretta con il DLF Dopolavoro Ferroviario di Firenze capeggiato da Piero Paoletti con il quale si cementa un sodalizio che è durato fino al periodo della pandemia (2020) quando, necessariamente, si sono dovute interrompere le Passeggiate Storiche. Le Passeggiate dello Struscio sono nel tempo aumentate passando da una singola sortita annuale del 1990 a ben 3 (tre) annuali dal 1995 fino a spingersi a 4 (quattro) nel 2005. Quattro passeggiate: una per ogni Quartiere Storico fiorentino.
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Luciano e Ricciardo Artusi con Franco Ciarleglio Sempre nel 2005 inizia la collaborazione con il Maestro Luciano Artusi e con suo figlio Ricciardo ai quali viene dedicata una quinta passeggiata con la loro attiva partecipazione e collaborazione. Una collaborazione che è attiva e gradita ancora oggi. Nel tempo a Franco si sono avvicinati svariati appassionati che in un modo o nell'altro hanno dato il loro piccolo contributo ad affermare Lo Struscio come una realtà sulla conoscenza della Firenze minore. Tra loro l'insostituibile Umberto Panti, conosciuto anche come Penna Bianca, Gabriella Bazzani, appassionata ed esperta di storia fiorentina, Fabrizio Ciabatti, colto storico e preciso narratore, e Jacopo Cioni, editore e direttore della Rivista Fiorentina che state leggendo.
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Franco Ciarleglio
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Umberto Panti
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Gabriella Bazzani
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Fabrizio Ciabatti
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Jacopo Cioni Ed ecco che, grazie all'unione di Franco con questi appassionati, nel 2021 (il 24 giugno) viene fondata l'Associazione Culturale "Lo Struscio Fiorentino" meglio conosciuta come "COMPAGNIA DELLO STRUSCIO FIORENTINO". Ciò che era nato da una passione si è trasformato nel tempo in una vera e propria attività culturale che meritava di evolvere per consolidarsi nel tempo. I suddetti fondatori formata la DIRIGENZA hanno poi allargato la schiera degli appassionati creando la BRIGATA che include Marilena Gambuti, Alfonso Fornabaio e Gianni Degl’Innocenti Balsicci.
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Marilena Gambuti
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Alfonso Fornabaio
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Gianni Degl’Innocenti Balsicci Come ogni compagnia che si rispetti anche la Compagnia dello Struscio Fiorentino è dotata di un carro che evolvendosi dal brindellone assume la denominazione di STRUSCIOMOBILE.
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girasoleazzurro · 10 months ago
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Il primo tema di cui parla Faeti nell'introduzione spiega già quasi tutto.
Si parla di imagerie popolare, iconografia con un lungo passato, nata nelle piazze e radicata nel volgo italiano. E di quelle figure che si muovono in questo ambito: i Figurinai, originariamente venditori ambulanti di figurine, intesi qui come un gruppo definito di illustratori con definite caratteristiche ed affinità con questo tipo di immaginario.
Si fa riferimento a quella antica tradizione che riguarda le stampe popolari e la letteratura ad esse collegata - accostabile ai chapbook inglesi, i bilderbogen tedeschi e la litterature de colportage francese. Erano libretti portati nelle città e nelle campagne da venditori ambulanti. attraverso i quali poteva comporsi una cultura popolare fondata su prodotti artigianali, diversi da quelli offerti dall'editoria moderna. Erano arrangiamenti, manipolazioni, riassunti tratti da opere più complesse ed inserite in grandi e famosi filoni: romanzi, aneddoti, descrizioni di miracoli, episodi storici, biografie di personaggi illustri. La loro più evidente caratteristica era la presenza dell-immagine, che doveva convincere, esporre, spiegare. Le immagini venivano spesso appese alle pareti {da cui la definizione di letteratura murricciolaia}, dalle quali potevano trasmettere il loro messaggio, che spesso risultava decisamente alternativo rispetto ai contenuti pedagogicamente diffusi dall'autorità costituita.
Questa spinta si incarna nelle immagini “capovolte” quelle che rendono protagonisti coloro che sono abitualmente disprezzati, odiati o temuti: Il mondo alla rovescia, L'albero della cuccagna, La gran compagnia de-rovinati, sono alcuni esempi, a cui si può facilmente accostare la mia idea di un carnevale dove la luna si mostra girata al contrario. Queste storie nascono poi nelle piazze, dai racconti dei cantimbanchi, dove nascono anche le maschere del carnevale della commedia dell'arte.
La fine dell'ottocento il momento in cui questa tradizione inizia ad essere sostituita, in parte integrata, con quella che oggi definiamo come letteratura per l'infanzia. Il caso di Salani è emblematico perché si pone al confine di quest'epoca, ed è anche l'editore del corpo principale di opere illustrate da Chiostri che compongono la mia ricerca. La tendenza di Salani era di inserire nell'ambito della letteratura popolare, prodotti che rinnovassero questo repertorio senza del tutto abbandonarlo, seguendo così un itinerario secondo il quale la letteratura per l'infanzia si approprierà di contenuti che gli adulti hanno ormai abbandonato. Un esempio di questo territorio condiviso tra letteratura popolare e libri per bambini sono le Novella della Nonna di Emma Perodi, in cui la fiaba si appropria di contenuti da feuilletton, sempre illustrate da Chiostri.
Analizzando il segno di autori come Chiostri e Mazzanti risulta chiaro come derivi da quello degli anonimi autori delle antiche stampe vendute per strada. La chiarezza del loro segno ripropone la simbolica fissita’ delle immagini dei santi, mentre allude ambiguamente all'ambito opposto, dell’imagerie popolare, con i suoi preti peccatori, e il suo gusto per il blasfemo {che è forse una delle prime espressioni di voglia di sovversione?).
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Penso che il rapporto con l'immagine sacra sia uno di quegli elementi cuciti sottopelle che sto cercando di raccontare in questo progetto, che forse è anche un modo di riappropriarsi e ri-ambientarsi in un luogo, un tempo, una cultura, concreta e spirituale.
É fondamentale la sacralità della Luna all’interno del mio racconto, incarna una divinità femminile come la madonna e la fata turchina. Così come fondamentale il senso di sovversione e di rovesciamento. In questa dicotomia tra aderenza ad una cultura cattolica profondamente radicata {e un rigido sistema pedagogico}, e spinta sovversiva, quasi blasfema, presente nella letteratura Murricciolaia, sento espresso quel senso di appartenenza ed al tempo stesso di messa in discussione della religione, con il suo carico di immagini, simboli, ricorrenze e modi di scandire la vita famigliare, soprattutto nel periodo dell’infanzia, soprattutto la mia.
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da Corpo Celeste, di Alice Rohrwacher, 2011. (Dopo ne parliamo).
Marta che accarezza il crocifisso –
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stilouniverse · 1 year ago
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Un Edida per Natale?
Piccolo prezzo grandi letture… in cartaceo e in ebook tutti su EDIDA E per citarne alcuni da non perdere… spy story, racconti, romanzi classici, contemporanei, storici Quattro spy story di ambientazione storica di successo O.D.E.S.S.A. L’ora della fuga O.D.E.S.S.A Caccia in Argentina O.D.E.S.S.A Operazione Damocle O.D.E.S.S.A Il tesoro del lago Racconti e romanzi Classici Verne Il conte…
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lamilanomagazine · 2 years ago
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Bari: Dal 30 giugno al 2 luglio "LUNGOMARE DI LIBRI".
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Bari: Dal 30 giugno al 2 luglio "LUNGOMARE DI LIBRI". Giunge quest’anno alla terza edizione “Lungomare di libri” a Bari, la manifestazione letteraria che trasforma il capoluogo pugliese in una grande libreria a cielo aperto, grazie alla presenza di librai ed editori del territorio - e in un crocevia di incontri con autrici e autori da tutta Italia, nei luoghi simbolo della città: nel borgo storico e lungo la Muraglia, da Largo Vito Maurogiovanni al Fortino Sant’Antonio, fino a Piazza del Ferrarese, al Mercato del pesce e allo Spazio Murat. Lungomare di libri si svolgerà da venerdì 30 a domenica 2 luglio 2023 attorno al tema “La fantasia è un posto dove ci piove dentro”, per esplorare insieme il grande potere dell’immaginazione e per rendere omaggio a Italo Calvino a cent’anni dalla nascita, attraverso le suggestioni che scaturiscono da questa sua citazione, tratta dalle Lezioni americane. Ma anche per proseguire la riflessione iniziata al Salone Internazionale del Libro di Torino (con il tema “Attraverso lo specchio”) sulla necessità di immaginare nuovi mondi e nuove realtà, per meglio affrontare e superare un’epoca caratterizzata da conflitti sociali, politici ed economici. Consapevoli che la creatività porti con sé il potere di sperimentare vie e strade originali, per guidarci in un mondo più libero da limiti, convenzioni, arricchendo vite, sogni, prospettive. Presentazioni editoriali, lezioni magistrali, convegni, momenti di approfondimento, azioni pittoriche, attività per bambine e bambini, consigli di lettura e reading si alterneranno nell’arco di tre giorni dal pomeriggio alla sera, per dare slancio alla fantasia attraverso la lettura e i tanti linguaggi della scrittura, dai romanzi ai saggi, dai libri per ragazze e ragazzi, passando per le serie televisive e i podcast. I temi affrontati: l’accoglienza e la solidarietà, le biblioteche come cuori pulsanti di cultura e aggregazione, i meccanismi del potere governativo, il rilancio dell’economia, la precarietà non solo economica, ma anche sociale, sanitaria e geopolitica, l’impegno civile, la rinascita personale, le sfide verso l’ignoto e il coraggio di superare i propri limiti. La terza edizione di Lungomare di libri è promossa dal Comune di Bari - Assessorato alla Cultura e dall’associazione I Presìdi del libro, con il sostegno della Regione Puglia – Dipartimento Turismo, Economia della Cultura e Valorizzazione del Territorio, ed è organizzata dal Salone Internazionale del Libro di Torino, insieme ai librai di Bari e provincia, alle case editrici pugliesi con l’organizzazione dell’APE-Associazione Pugliese Editori; Partner Fondazione Puglia. Un progetto di promozione del libro e della lettura ispirato alla fortunata formula di Portici di Carta a Torino, che passa attraverso la promozione turistica dei centri storici cittadini e il coinvolgimento delle fertili realtà territoriali della filiera editoriale, come le librerie indipendenti, le biblioteche e gli editori locali. La presentazione della manifestazione si è tenuta questa mattina, a Palazzo di Città, alla presenza di Antonio Decaro, sindaco di Bari, Ines Pierucci, assessora alle Culture e al Turismo del Comune di Bari, Aldo Patruno, direttore dipartimento Turismo, Economia della cultura e Valorizzazione del territorio della Regione Puglia, Grazia Di Bari, consigliera delegata per le Politiche culturali della Regione Puglia, Marco Pautasso, segretario generale del Salone Internazionale del Libro di Torino, Orietta Limitone, presidente associazione I Presìdi del Libro, Rocco Pinto, coordinatore delle librerie per Lungomare di libri e Livio Muci, editore Besa Muci e presidente APE. PROGRAMMA: Quasi 50 ospiti in tre giornate per più di 30 appuntamenti dedicati ai grandi e ai più piccoli: sulla Muraglia, nel tratto compreso tra piazza del Ferrarese e largo Vito Maurogiovanni, torna il caratteristico serpentone con 35 casette complessive, che ospitano 23 librerie di Bari e della Città Metropolitana e 36 editori pugliesi associati ad APE. Per la prima volta Lungomare di libri sarà anticipata da un’anteprima speciale, grazie alla nuova collaborazione con Umana e Confindustria Puglia. Mercoledì 21 giugno alle ore 21 al Castello Svevo di Bari il pubblico potrà incontrare i finalisti della sessantunesima edizione del Premio Campiello: Silvia Ballestra con La Sibilla. Vita di Joyce Lussu (Laterza); Marta Cai con "Centomilioni" (Einaudi); Tommaso Pincio con Diario di un'estate marziana (G. Perrone Editore); Benedetta Tobagi con La Resistenza delle donne (Einaudi); Filippo Tuena con In cerca di Pan (Nottetempo). La serata sarà ad entrata libera su registrazione (link: https://www.umana.it/campiello-2023/), fino a esaurimento posti, e trasmessa in diretta streaming sul canale di Umana https://www.umana.it/diretta-premio-campiello-2023. Sempre come anteprima di avvicinamento a Lungomare, giovedì 29 giugno lo Spazio Murat (piazza del Ferrarese) ospita alle ore 21 la performance Sussurra Luce, con Francesco Cavaliere e Spencer Clark, un progetto di Fantom che esplora le relazioni tra suono, parola, voce, media e tecnologia. La manifestazione prende il via venerdì 30 giugno alle ore 18 in piazza Ferrarese con la grande azione di pittura collettiva VisibileInvisibile. Skyline, a cura del Dipartimento Educazione del Castello di Rivoli in collaborazione con Salone Internazionale del Libro di Torino e Bari Social Book, ispirata all’immaginario delle Città invisibili di Italo Calvino. Linee, forme e colori, sulla vasta superficie pittorica, daranno vita a un inedito skyline ottenuto componendo, su un’unica linea d’orizzonte visivo, tra realtà e immaginazione letteraria, anche gli edifici e i monumenti più suggestivi di Bari, città che ospita l’evento, e di Torino, da anni capitale internazionale del libro. Tra gli ospiti attesi di venerdì 30 giugno: Antonella Agnoli, tra le massime esperte di progettazione di biblioteche in Italia, con una lezione tratta dal suo nuovo saggio La casa di tutti. Città e biblioteche (Laterza); l’autore per bambine e bambine Gianluca Caporaso con Il signor Conchiglia (Salani), fiaba poetica ispirata alla storia di Aylan Kurdi, il bimbo profugo ritrovato sulla spiaggia di Bodrum; la giornalista Anna Puricella con il suo nuovo thriller Monteruga (Fandango), ambientato in Salento; lo storico e grecista Luciano Canfora, che, partendo dal suo ultimo lavoro Sovranità limitata (Laterza, 2023), proporrà un ritratto della politica attuale italiana e una riflessione sulle scelte atlantiste in politica estera; l’esordiente Beatrice Salvioni, caso letterario dell’anno, non solo italiano, con La malnata (Einaudi), già tradotto in più di trenta Paesi e in procinto di diventare una serie televisiva; i librai di Lungomare di Libri, coordinati da Rocco Pinto, con i loro consigli di lettura. Tra le autrici e gli autori in programma sabato 1 luglio: il Premio Andersen Arianna Papini con letture, animazioni e laboratori per bambine e bambini; l’economista Gianfranco Viesti, che si interrogherà su una domanda attuale e strategica: Riuscirà il PNRR a rilanciare l'Italia? (Donzelli); il critico musicale e conduttore radiofonico di Radio Due Rai Gino Castaldo, in occasione dell’uscita di Il cielo bruciava di stelle. La stagione magica dei cantautori italiani (Mondadori), che si apre con il giorno in cui furono rapiti Fabrizio De André e Dori Ghezzi; Marino Sinibaldi, già direttore di Rai Radio Tre e ora presidente del Cepell-Centro per il libro e la lettura, che presenterà il settimo numero della rivista da lui diretta Sotto il vulcano (Feltrinelli), intitolato Sopravvissuti e curato da Paolo Giordano, e il suo nuovo podcast Timbuctu prodotto da Il Post, in dialogo con Gaetano Prisciantelli; l’economista Carlo Cottarelli, ora in libreria con Chimere. Sogni e fallimenti dell'economia (Feltrinelli), in cui analizza le forze economiche che governano la vita di tutti i giorni, esaminando sette grandi sogni e altrettanti fallimenti; la scrittrice Claudia Durastanti, che attraverso una lectio magistralis racconterà la figura di Rocco Scotellaro, a cento anni dalla sua nascita, poeta e scrittore lucano, dal grande impegno civile e sociale e dalla poetica impregnata di cultura contadina; Silvia Cassioli con Il capro (Il Saggiatore), romanzo sull’orrore incomprensibile che fu la serie di delitti del Mostro di Firenze; i librai di Lungomare di libri, coordinati da Rocco Pinto, con i loro consigli di lettura. Previsto anche un momento musicale al Teatro Comunale Piccinni con il concerto Napul è, dedicato alla canzone napoletana contemporanea, per un omaggio ai cantautori come Gigi Finizio, Enzo Gragnaniello e Pino Daniele, con l’Orchestra Sinfonica della Città Metropolitana di Bari di 46 elementi, la voce di Emilia Zamuner, la direzione e gli arrangiamenti di Alfonso Girardo. Domenica 2 luglio sono attesi: Domenico Scarpa con il nuovo libro Calvino fa la conchiglia. La costruzione di uno scrittore (Hoepli), frutto di una ricerca ventennale e scavi d'archivio, che restituisce tutti gli Italo Calvino che si sono presentati al lettore in forme sempre diverse; Gabriella Genisi, scrittrice amatissima come la protagonista dei suoi gialli Lolita Lobosco, ora in libreria con una nuova avventura della marescialla Chicca Lopez in L’angelo di Castelforte alle prese con un mistero in stile Agatha Christie (Rizzoli); lo scrittore e critico letterario Silvio Perrella con un’intervista impossibile a Italo Calvino e accompagnata da letture a due voci; la giovanissima Sara Ciafardoni, bookstagrammer (@lasarabooks) e autrice di La ragazza che scrive, edito da Mondadori Electa (primo titolo di Electa Young, nuova collana dedicata agli adolescenti e scritta da adolescenti); Cristina Cassar Scalia, autrice dei bestseller con Lolita Lobosco, dal 27 giugno in libreria con la vicequestore Vanina Guarrasi, per la nuova avventura noir in La banda dei Carusi (Einaudi); lo scrittore Fabio Genovesi, che ha appena pubblicato il romanzo Oro puro (Mondadori), in cui narra la navigazione di Cristoforo Colombo come una grande avventura umana, esistenziale e sentimentale; il Premio Andersen Arianna Papini con letture, animazioni e laboratori per bambine e bambini; la Presentazione della rivista Arab Pop (Tau Edizioni). Il Mercato del pesce sarà il quartier generale degli incontri organizzati da APE - Associazione Pugliesi Editori, nei tre giorni di Lungomare di libri, dalle ore 18 alle ore 24: più di 30 case editrici del territorio si racconteranno attraverso le loro autrici e i loro autori e le ante novità editoriali. Lo spazio accoglierà anche laboratori e attività per bambini, grazie alla presenza del Dipartimento Educazione del Castelo di Rivoli e di Bari Social Book. In particolare si ricordano i laboratori venerdì 1 e sabato 2 luglio, proposti dal Premio Andersen Arianna Papini, illustratrice ospite di questa edizione, autrice oltre quaranta titoli, pubblicati con diversi editori di libri per l’infanzia, come Kalandraka, Fatatrac, Lapis, Uovonero, Donzelli, Coccole e Caccole. Saranno occasioni speciali, affinché i più piccoli possano imparare a coltivare la fantasia, a lasciare che le idee fluiscano libere e si trasformino in storie. Novità di quest’anno sarà il dopoLungomare, tra musica e letteratura, grazie alla presenza della conduttrice Margherita Schirmacher con il suo camper letterario Ticket to Read, già apprezzato da lettrici e lettori al Salone Internazionale del Libro di Torino (in collaborazione con Chausson Italia). Ogni sera, a partire dalle ore 23, si esplorerà, insieme a ospiti dal mondo del cantautorato contemporaneo, un lato meno conosciuto di Italo Calvino, quello di autore di canzoni, grazie all’esperienza di Cantacronache, progetto musicale di Emilio Jona, Sergio Liberovici, Michele Straniero, Margot, cui collaborarono anche, tra gli altri, Umberto Eco, Franco Fortini e Gianni Rodari, che lanciò la canzone d'autore italiana. Il 30 giugno sarà ospite Pino Marino, il 1 luglio Carlo Valente e il 2 luglio Lorenzo Lepore. Al Museo Civico di Bari dal 23 giugno al 3 settembre Lungomare di libri accoglie la mostra collettiva dedicata a Raffaella Carrà dal titolo “Raffaella icona dell’arte” che celebra, attraverso le opere di venti artisti “la più amata dagli italiani”. È organizzata da Informacittà, l’arte di comunicare - Firenze e Museo Civico di Bari, a cura di Maria Paternostro e Silvia Minelli, con la direzione artistica di Francesco Carofiglio. In esposizione i lavori di: Vauro, Lediesis, Alex Laben, Carla Bruttini, Audace.socialclub, simon_thegraphic, Il Grande Flagello, @stefano menicagli, Gabriel Ebensperger, @ Kelly Kantanoleon, Daria Derakhshan, Zelda Bomba, Giancarlo Covino, Donald Soffritti, Steo Disney, Andrea Mattiello, @miss quark, @elisabetta raineri, Michele Volpicella, Andrea Giacopuzzi. Info: museocivicobari. it. Tutti gli incontri sono a ingresso libero e gratuito, fino a esaurimento posti. Il programma completo con ospiti, editori, librai e incontri è consultabile sui siti comune.bari.it e salonelibro.it e sui canali social del Salone Internazionale del Libro di Torino. Dichiarazioni: «Giunto alla sua terza edizione, Lungomare di Libri è un appuntamento che in questi anni ha saputo farsi strada e diventare un punto di riferimento nel panorama variegato degli eventi culturali pugliesi. Una libreria a cielo aperto che si arricchisce di importanti testimonianze letterarie, locali e nazionali, per raccontare il mondo attraverso l’arte della scrittura. Siamo orgogliosi del programma ideato quest’anno, che non avrebbe potuto trovare ispirazione migliore se non nelle pagine di uno dei più grandi autori italiani di tutti i tempi, Italo Calvino, che ha ispirato milioni di scrittori e lettori in tutto il mondo. Anche quest’anno Lungomare di libri si arricchirà della presenza e del lavoro dei librai e delle case editrici del territorio che quotidianamente rappresentano un presidio di cultura nelle nostre città. Era importante per noi realizzare questa manifestazione con il loro contributo perché siamo fermamente convinti che la crescita di una comunità passi anche attraverso la valorizzazione dell’impresa culturale che per noi è un settore strategico per lo sviluppo dell’intero Paese». Antonio Decaro, Sindaco di Bari «La terza edizione di Lungomare di libri è un traguardo importante, se pensiamo che si tratta di un’avventura cominciata in piena pandemia, mentre era ancora in vigore il coprifuoco. È una sfida nella quale abbiamo fortemente creduto e in cui hanno creduto, sin dall’inizio, la Regione Puglia e il Salone internazionale del Libro di Torino, che ringrazio di cuore. In questi anni abbiamo acquisito la collaborazione dei Presidi del libro, e nel 2023 al nostro fianco torna anche Confindustria con l’anteprima dei finalisti del Premio Campiello, mentre resta confermato il sostegno di Fondazione Puglia. Con i librai, i veri protagonisti della manifestazione, ancora più numerosi in questa edizione, abbiamo scelto il tema, gli autori e il programma, con importanti riflessioni sul ruolo delle librerie. Siamo particolarmente soddisfatti anche per la grande partecipazione degli editori, quest’anno accolti nel Mercato del pesce con le attività rivolte ai più piccoli con Bari Social Book e Castello di Rivoli. Lungomare di libri è per noi un laboratorio prezioso che auspichiamo cresca sempre più all’insegna della promozione del libro, della lettura e delle professioni che vi ruotano attorno. È una grande festa per chi vi partecipa e, insieme, un’occasione per fare rete tra i professionisti del settore. È la manifestazione che valorizza la lettura sul nostro splendido lungomare, nella cui poesia Calvino avrebbe trovato la sua settima lezione americana». Ines Pierucci, Assessora alle Culture, Turismo e Marketing Territoriale del Comune di Bari «Il successo delle due edizioni di Lungomare di libri non poteva che spronarci a realizzare anche questa terza edizione, sostenendo l'entusiasmo e la professionalità dei veri protagonisti della rassegna, i librai, gli editori e i lettori pugliesi. La rete virtuosa costruita con l'assessorato alle Culture del Comune di Bari, il Salone del Libro di Torino, Portici di Carta, Teatro Pubblico Pugliese, i Presìdi del Libro e il sistema dell’editoria pugliese si inquadrano alla perfezione nella strategia culturale della Regione Puglia per la promozione della lettura e il welfare culturale. In più, Lungomare di Libri ha un inevitabile e forte appeal turistico, collocandosi all'inizio della stagione estiva e in uno dei luoghi più iconici del capoluogo regionale. Così confermando la straordinaria efficacia del connubio Cultura e Turismo per il posizionamento della destinazione Bari, sempre più ispirato a qualità e proiezione internazionale». Aldo Patruno, Direttore Dipartimento Turismo, Economia della Cultura e Valorizzazione del Territorio della Regione Puglia. «Lungomare di libri è giunto alla sua terza edizione e anche quest'anno siamo certi della risposta positiva dei baresi e dei tanti turisti che affollano la città. Parliamo di una manifestazione importante perché promuove il confronto con librai e case editrici, così da poter dar vita a nuove proposte. Vogliamo valorizzare la rete degli editori pugliesi che svolgono un lavoro prezioso per la comunità. Iniziative come queste arricchiscono l'offerta culturale della nostra regione, facendo vivere ai turisti esperienze che non dimenticheranno. La Regione Puglia riconosce nel lettore e nella lettrice delle figure di alto valore culturale e sociale e promuove la lettura come forma di welfare della conoscenza. La lettura è fondamentale per la crescita culturale e sociale del Paese e rappresenta uno strumento essenziale per la circolazione del sapere. Sviluppare progetti e idee per promuoverla è un dovere per le istituzioni». Grazia Di Bari, Consigliera delegata per le Politiche Culturali della Regione Puglia «Abbiamo sentito la necessità di legare il tema di quest’anno a una ricorrenza molto significativa per la letteratura italiana, quella del centenario di Italo Calvino, dalle cui parole abbiamo tratto lo spunto per ragionare in termini di fantasia, immaginazione e scoperta. È in arrivo, infatti, un’edizione sull’onda della creatività, una terza edizione che sancisce il successo di un progetto nato dall’idea originaria di promuovere il libro e la lettura attraverso la valorizzazione delle eccellenze del territorio. Siamo felici di questo scatto in avanti di Lungomare di libri, caratterizzato da più appuntamenti, più editori, più librai, a riprova della vitalità che ruota attorno al libro in Puglia e non solo». Marco Pautasso, Segretario generale del Salone Internazionale del Libro di Torino «La terza edizione di Lungomare di Libri ha un tema molto evocativo che è un auspicio, più che una citazione dalle Lezioni americane. Vorremmo che la fantasia sprigionasse in ognuno il desiderio di varcare la soglia del consueto, per esplorare i mondi del possibile e dell’immaginario. Lì ogni cosa può essere vera, esattamente come il suo contrario, e ciascuno abiterà lo spazio che è capace di inventarsi. L’Associazione Presìdi del libro, che da vent’anni promuove la lettura con i suoi 112 gruppi distribuiti su tutto il territorio nazionale, crede moltissimo nella capacità rigenerativa dei libri e della letteratura che non smette di considerare imprescindibili nella crescita umana e culturale di ogni individuo». Orietta Limitone, Presidente Associazione I Presìdi del Libro «Lungomare di libri porta in riva al mare il prezioso lavoro che le librerie fanno tutto l'anno nei loro territori interagendo con i luoghi della lettura, scuole e biblioteche, e con quanti a vario titoli si occupano di libri e lettura . E anche un'occasione di incontro con tutta la filiera del libro. Dal 2020 una legge ha riconosciuto alle librerie il loro ruolo di presìdi culturali oltre che commerciali». Rocco... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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pier-carlo-universe · 25 days ago
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L’Ultima Rivelazione di Fernando Gamboa: l’avventura epica di Ulises Vidal continua. Recensione di Alessandria today
Fernando Gamboa ci trascina in una nuova esplorazione mozzafiato tra azione, mistero e scoperte straordinarie
Fernando Gamboa ci trascina in una nuova esplorazione mozzafiato tra azione, mistero e scoperte straordinarie La saga di Ulises Vidal, che ha conquistato oltre 800.000 lettori in tutto il mondo, torna con il suo terzo capitolo: “L’Ultima Rivelazione”, un romanzo che promette di essere l’avventura più avvincente e sorprendente della serie. Dopo gli eventi narrati in “L’Ultima Cripta” e “L’Ultima…
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diceriadelluntore · 2 years ago
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Storia Di Musica #264 - Fabrizio De André - Non Al Denaro Non All’Amore Nè Al Cielo, 1971
La piccola scelta di dischi ispirati a grandi romanzi non poteva che finire con questo disco. Senza dubbio è forse il primo che viene a mente riguardo al tema di un disco italiano che ha la caratteristica appena citata, e rimane uno degli episodi più significati della carriera, straordinaria, del suo autore. Fabrizio De André aveva appena pubblicato un disco che, in teoria, poteva benissimo rientrare nel tema principale di Febbraio: La Buona Novella (1970) infatti era un concept, tipologia molto cara all’autore genovese, che si ispirava ai Vangeli Apocrifi. Il Gesù di De André è profondamente umano, in una Palestina antica che in molti passaggi rimanda ai riflessi dell’Italia degli anni ‘70, in una sorta di porta incantata di quotidianità. Allora lo aiutarono Roberto Danè, produttore, paroliere, arrangiatore che proprio in quegli anni fondava la Produttori Associati (che pubblica il disco) e gli arrangiamenti di Giampiero Reverberi. Album toccante, ha una delle mie canzoni preferite di De André, il Testamento Di Tito. Proprio questa canzone fu registrata dal cantante Michele, nome d’arte di Gianfranco Michele Maisano, come lato b di Susan Dei Marinai, scritta dallo stesso De André nei cui titoli non appare, sostituito dal grande Sergio Bardotti. Il progetto iniziale di un disco ispirato ad uno dei libri più amati da De André doveva essere infatti un progetto curato dallo stesso trio De André, Darè e Reverberi per il cantante Michele, ma dissidi interni ruppero l’accordo, e Reverberi se ne va. A questo punto, De André riprende l’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters, il libro in questione, e ne inizia a ragionare con la sua amica Fernanda Pivano, colei che, su suggerimento di Cesare Pavese, per prima portò in Italia e tradusse questo viaggio sentimentale e particolare che Lee Masters fa dell’America di provincia, ancora più ricca di contraddizioni e storie marginali. Per chi non lo ricordasse, l’Antologia è una raccolta di poesie-epitaffio della vita dei residenti dell'immaginario paesino di Spoon River sepolti nel cimitero locale, pubblicato tra 1914 e il 1915 sul Reedy's Mirror di Saint Louis, che la Pivano tradusse e che Einaudi pubblicò  nel 1943 (prima edizione parziale) e nel 1945 (tutti i 212 epitaffi dei personaggi). De André collabora con un suo amico paroliere, Giuseppe Bentivoglio, con cui scrisse Ballata Degli Impiccati da Tutti Morimmo A Stento del 1968, per i testi e sceglie agli arrangiamenti un fresco diplomato del conservatorio, Nicola Piovani, al suo primo impiego importante di una carriera che lo porterà fino all’Oscar. Ad aiutarli una squadra di musicisti grandiosa:  il violista Dino Asciolla, Edda Dell'Orso, soprano, i chitarristi Silvano Chimenti e Bruno Battisti D'Amario, questi tre ultimi storici collaborato di Ennio Morricone, il bassista Maurizio Majorana, membro dei Marc 4, il violoncellista classico d'origine russa Massimo Amfiteatrof, il batterista Enzo Restuccia, il maestro beneventano Italo Cammarota e il polistrumentista Vittorio De Scalzi, membro fondatore dei New Trolls. De André compone 9 brani, partendo come Lee Masters da La Collina, il luogo dove sorge il cimitero dove riposano i defunti di Spoon Rivers. 7 brani sono divisi in due grandi categorie: uomini morti d’invidia, ovvero Un Matto, Un Giudice, Un Blasfemo, Un Malato Di Cuore e uomini di scienza, con le sue contraddizioni etiche, ovvero Un Medico, Un Chimico, Un Ottico. Rimane poi Il Suonatore Jones, l’unico che rimane con lo stesso titolo del libro, che chiude il disco, con De André che però gli “toglie” il violino e lo fa suonatore di flauto. Straordinario è il lavoro di rifacimento e di ricreazioni nei testi: per esempio ne Un Giudice, ispirato a Selah Lively, deriso per la sua statura, in Masters è 5 piedi e 2 pollici (=157 cm circa) e nel testo di De André diviene così: Cosa vuol dire avere\Un metro e mezzo di statura\Ve lo rivelan gli occhi\E le battute della gente. I personaggi dell’invidia sono il giudice che ha trovato nella vendetta la sua alternativa alla derisione di essere basso, il matto che è stato spinto dall'invidia a “imparare la Treccani a memoria” (anche qui splendido gioco di trasposizione, in Lee Masters è l'Enciclopedia Britannica), il malato di cuore che riesce a vincere l'invidia attraverso l'amore, nonostante muoia appena porge le sue labbra su quelle della ragazza di cui è innamorato, Un Blasfemo invece è la canzone più politica, essendo uno strale contro chi “non Dio, ma qualcuno che per noi l'ha inventato / ci costringe a sognare in un giardino incantato”. Degli uomini di scienza, un medico è costretto dalla sua benevolenza, cioè curare i malati gratis, a vendere pozioni “miracolose” essendo caduto in miseria, un chimico è invece una storia di disillusione sull’amore, di un uomo che non capisce le unioni imperfette degli uomini rispetto a quelle perfette delle sostanze chimiche, un ottico invece, che vorrebbe regalare ai clienti un paio di occhiali magici per vedere davvero la realtà, è l’unico che probabilmente non è morto, dato che parla al presente (unicità che è presente anche in Lee Masters). Chiude il disco Il Suonatore Jones, inno alla libertà, di chi non ha voluto chiudere la sua libertà lavorando nei campi ma “Finii con i campi alle ortiche\Finii con un flauto spezzato\E un ridere rauco\E ricordi tanti\E nemmeno un rimpianto”. Oltre la qualità immensa del lavoro testuale è la musica che stupisce: gli arrangiamenti orchestrali, gli sviluppi tematici (come nel caso del motivo principale dell’iniziale La Collina, in continua trasformazione), la sovrapposizione di parti in forma di suite (un Ottico, con evidenti echi progressive ad un certo punto), l’uso di strumenti classici come clavicembali e violini. Sulla copertina della prima edizione, quella che ho pubblicato anche io, c’è un evidente errore grafico, con l’errata accentazione di "né". L’errore fu aggiustato nelle edizioni successive, e nel disco era presenta una lunghissima e delicata intervista di Fernanda Pivano a De André sulla genesi di questo disco e sul libro di Edgar Lee Masters, e alcuni racconti dello scrittore americano erano inseriti all’interno della confezione. Disco memorabile, da riscoprire e che formerà con il successivo, l’amatissimo e criticatissimo Storia Di un Impiegato uscito appena un anno più tardi (ad inizio del 1973) una trilogia lucidissima e potentissima sull’Italia di inizio anni ‘70.
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paoloxl · 5 years ago
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In Italia, negli ultimi vent’anni circa, il mainstream ha sdoganato e amplificato una grande quantità di bufale storiche e leggende d’odio antipartigiane che a lungo erano rimaste confinate nelle cerchie neofasciste.
In morte di Giampaolo Pansa
La legittimazione e l’imprimatur da parte dei grandi media e della politica hanno incoraggiato i neofascisti a inventare sempre nuove bufale, ancora e ancora. Dalla fine degli anni Novanta, li abbiamo visti coniare storie di «eccidi partigiani» dei quali mai si era parlato, o aggiungere a storie vecchie dettagli sempre più macabri assenti dalle precedenti ricostruzioni. Inutile dire che tali aggiunte erano prive di pezze d’appoggio documentali: in queste storie, le fonti latitano e ci si affida alla «storiografia del nonno»: «Mio nonno raccontava che…»
L’avvento dei social media ha impresso a questo processo un’accelerazione fortissima: oggi una bufala storica antipartigiana può nascere e diffondersi in poche ore.
Su Facebook, ad esempio, prosperano pagine dove si sparano a casaccio cifre iperboliche — ovviamente prive del benché minimo riscontro — su presunti stupri compiuti da partigiani. Cifre implausibilmente precise, per farle sembrare basate su ricerche in realtà inesistenti: 3245, oppure 4768. Ebbene, la diffamazione dei partigiani fondata su accuse di violenza sessuale è un fenomeno divenuto popolare tra i neofascisti soltanto di recente, queste presunte «migliaia» di stupri sono assenti dalla stessa memorialistica e pseudo-storiografia di estrema destra pubblicata nel XX secolo.
La manipolazione di Wikipedia da parte di milieux neofascisti — o comunque anti-antifascisti — organizzati ha fornito pezze d’appoggio per queste operazioni: centinaia di pagine della Wikipedia italiana dedicate a fascismo, seconda guerra mondiale e Resistenza sono inquinate dalla propaganda di cui sopra. Ce ne siamo occupate molte volte.
Veniamo al punto: uno dei massimi responsabili di tutto questo è stato Giampaolo Pansa. Nel 2003, il suo bestseller Il sangue dei vinti — che, come ha fatto notare Wu Ming 1 in Predappio Toxic Waste Blues, conteneva una menzogna già nel titolo — inaugurò una produzione di «oggetti narrativi male identificati» che usavano come fonti la memorialistica repubblichina sulla guerra civile, ne accettavano le ricostruzioni piene di buchi e aporie, e riempivano i buchi ricorrendo a tecniche letterarie ed espedienti vari.
Tecniche ed espedienti prese più volte in esame: ne hanno scritto Ilenia Rossini nel suo L’uso pubblico della Resistenza: il «caso Pansa» tra vecchie e nuove polemiche (pdf qui) e Gino Candreva nel suo La storiografia à la carte di Giampaolo Pansa (pdf qui).
Al principio, la fama dell’autore, il suo essere «di sinistra» e l’uso strumentale e ambiguo di certi caveat e disclaimer — della serie «Io sono antifascista ma», «la Resistenza fu un fenomeno nobile ma» — ha reso subdola l’operazione. Oggi, certi caveat non c’è più bisogno di usarli: i romanzi-spacciati-per-inchieste che si inseriscono nel solco scavato da Pansa, come quelli di Gianfranco Stella, stanno platealmente, sguaiatamente, dalla parte di Salò (cioè, ricordiamolo sempre, di Hitler).
Chi si occupa di questo revisionismo non può che imbattersi in Pansa girando ogni angolo. È capitato più volte anche a noi, mentre smontavamo bufale di estrema destra alla cui circolazione l’ex-vicedirettore di Repubblica aveva dato un contributo fondamentale. In quelle occcasioni, abbiamo mostrato come Pansa avesse dato dignità di fonti ai libri di pubblicisti di estrema destra come Pisanò, Pirina o Serena, o di improvvisati “storici” locali, “abbellendo” quelle storie con ulteriori dettagli e svolazzi.
Qui si possono trovare le inchieste dove abbiamo parlato (anche) di lui, unitamente ad alcuni scritti di Wu Ming, come il già citato Predappio Toxic Waste Blues, dove si smontano le retoriche pansiane.
Oggi che la morte di Pansa suscita uno scontato cordoglio bipartisan e il suo nome sta per essere accolto nel canone della «memoria condivisa», noi vogliamo ricordare i danni gravissimi che i suoi libri e i polveroni mediatici che si compiaceva di suscitare hanno arrecato alla cultura storica e alla memoria pubblica in Italia.
Pansa è morto, ma il pansismo resterà con noi a lungo, purtroppo.
Di Nicoletta Bourbaki su medium
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weirdesplinder · 2 years ago
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Lista di libri che possono cambiarti la vita o il tuo punto di vista sul mondo
Esistono molti libri che credo possano creare un vero cambiamento interiore nel lettore, ma è qualcosa di molto soggettivo. Per me e per la mia crescita magari sono risultati importanti dei romanzi che ad altri non hanno trasmesso le stesse cose. Però se dovessi dirvi qualche titolo che secondo me può veramente se non altro cambiare il punto di vista del lettore su alcune cose vi potrei elencare questi:
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- Il mondo di Sofia, di Jostein Gaarder
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Trama: Questo è il romanzo di Sofia Amundsen, una ragazzina come tante altre. Tutto comincia dalle strane domande che spuntano dalla sua cassetta delle lettere, passa attraverso le intriganti risposte dell'eccentrico filosofo Alberto Knox e approda a una bislacca festa di compleanno nel giardino degli Amundsen... Ma è anche il romanzo di Hilde Moller Knag, e per lei comincia proprio nel giorno del suo compleanno, passa attraverso l'insolito regalo che suo padre, il maggiore Albert Knag, le ha inviato dal Libano e approda a una notte stellata nel giardino della famiglia Knag a Lillesand... Ma è anche il romanzo appassionante della storia della filosofia, e per tutti noi comincia dagli atomi di Democrito e dalle idee di Platone, passa attraverso le geniali intuizioni di Galileo e il complesso sistema di Hegel e approda all'esistenzialismo di Sartre e al multiforme panorama del pensiero contemporaneo.
La mia opinione: questo libro non è altro che un piccolo compendio dei principali filosofi della storia sottoforma di romanzo per ragazzi, ma il bello è che non lo sembra. Non c’è alcun nozionismo, bensì le domande filosofiche che si pone la protagonista spinta da un misterioso qulacuno, sono semplicemente le domande che ogni essere umano si è posto prima o poi nella vita. Niente di più e niente di meno, e questo libro fa sopratutto capire come la filosofia non sia qualcosa di lontano da noi, una materia da studiare e imparare, ma scaturisce da noi stessi, dal nostro bisogno di risposte per poter vivere. La trama è semplice e al tempo stesso non lo è, ma ti pare letteralmente un mondo. Ricordo che lo lessi alla fine delle scuole medie perchè poi avrei iniziato il liceo classico e una delle materia che avrei dovuto studiare per la prima volta lì era appunto la filosofia. Ora inutile dirvi che questo romanzo non mi ha certo aiutato poi nello studio di quella materia, studiare filosofia vuol dire anche studiarne la storia ed è una cosa più seria, ma mi ha cetamente aperto la mente a domande che non mi ero mai posta e mi ha permesso di capire meglio da cosa nasce la filosofia e che i fiolosofi sono persone esattamente come noi che hanno semplicemente cercato delle risposte a quesiti universali.
- I Miserabili, di Victor Hugo
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Teama:  E’ la storia di Jean Valjean, ex carcerato, ancora ricercato che vive sotto mentite spoglie cercando redenzione e di Javert, il poliziotto che lo insegue. Ma è anche la storia di Cosetta, la bambina salvata e adottata da Valjean, e Mario, il giovane che si innamorerà di lei. Ed infine è la storia dell’immensa folla dei miserabili che popolano i bassifondi di Parigi in fondo quasi indifferenti ai grandi avvenimenti della storia che stanno vivendo.
La mia opinione: Se tralasciamo la trama centrale di questo romanzo che altro non è che un dramma, un tipico romanzo dell’ottocento con un personaggio principale che deve vivere un viaggio interiore di redenzione e che contine molti dei temi comuni a tutti i romanzi dell’epoca, ciò che veramente colpisce di questo libro, o almeno che ha colpito me, è tutto ciò che è stato costruito intorno alla trama. L’ambientazione storica e sociale è estremamente dettagliata e curata sembra quasi di poter respirare l’aria della Parigi dell’Ottocento quasi. I grandi avvenimenti storici vengono descritti sia da un punto di vista esterno, che da quello interno del popolo francese e delle classi indigenti che sono praticamente un altro personaggio molto importante del romanzo. La folla, il popolo quasi come mente collettiva come sentimento unico permea le pagine, e le descrizioni della vita quotidiana di così tante persone con vite e mestieri diversi è veramente affascinante. Questo non è semplicemente un romanzo che racconta una storia, è un romanzo che racconta La Storia con la S maiuscola.  Usi, costumi, credenze religiose e supersistizioni, peccati e virtù di kigliaia di persone sono decritti minuziosamente in questa pagine in modo così particolareggiato da quasi travolgere il lettore. Queste parti corali, questi affreschi storici sono ciò che ricordo di I Miserabili e che porto con me, non tanto la storia di Cosetta. E certamente questo libro ha ampliato il mio amore per la storia.
- Ka, di Roberto Calasso
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Trama: «Chi è Ka?» si domanda l’immenso uccello Garuda, sprofondato tra le fronde dell’albero Rauhina, quando incontra questo nome alla fine di un inno dei Veda. Ka è il nome segreto di Prajapati, il Progenitore, colui che ha dato origine ai trentatré dèi e agli innumerevoli uomini. Presto gli dèi e gli uomini lo avrebbero trascurato, sino quasi a dimenticarlo. Ka significa «Chi?», ed è l’ultima domanda, che si pone quando tutte le altre sono state poste. Ma prima dovranno scorrere molti eoni, sorgere e dissolversi molti mondi, in una sequenza di vortici il cui occhio è Ka stesso. Così appaiono i Deva, gli dèi che si battono contro altri dèi, gli Asura, per conquistare il succo inebriante del soma; i Sette Veggenti, che osservano il corso del mondo dagli astri dell’Orsa Maggiore – e talvolta intervengono; Siva, Brahma, Visnu, con le loro vicende intrecciate, variate, riverberate di èra in èra; manifestazioni della Dea, come Sati e Parvati, congiunte a Siva in amori interminabili; il giovane Krsna e il suo corteo erotico di mandriane, le gopi; Krsna maturo, che sovranamente regge le sorti della funesta guerra fra cugini tramandata dal Mahabharata; e infine, già in mezzo al kaliyuga, l’«età del colpo perdente» in cui viviamo, si fa avanti un principe che abbandona la casa del padre e scopre una via della liberazione mai prima calcata: il Buddha. Nella mente si compie ciò che nella mente aveva avuto inizio – e che forse innanzitutto nella mente era avvenuto, per chi sa che «il mondo è come l’impressione che lascia il racconto di una storia», secondo le parole di un antico testo indiano. Per rispondere all’ultima domanda occorre attraversare tutte le storie. E per attraversare tutte le storie occorre porsi, come accadde a Garuda, la domanda su chi silenziosamente le ospita: Ka. 
La mia opinione: Ho citato questo libro di Calasso, ma avrei potuto citare anche Le nozze di Cadmo e Armonia come libro che spalanca la mente del lettore, però siccome quest’ultimo si basa sulla mitologia greca e quindi occidentale, per me non è stato così scioccante poichè la conoscevo già approfonditamente grazie ai miei studi classici, mentre Ka essendo incentrato sulla mitologia indiana e asiatica mi ha certamente introdotto a qualcosa che non conoscevo e che quindi mi ha stupito di più. Ka è un libro senza trama o logica narrativa, è un lungo viaggio, circolare e convoluto all’interno della mitologia indiana e asiatica, un piccolo caleidoscopio di storie personaggi collegati e legati tra di loro da mille fili colorati. Certamnte se volete studiare la mitologia in modo serio questo non vi servirà molto saranno altri i libri da leggere, questta è solo una sgargiante introduzione, per niente chiara , ma senza dubbio affascinante a qualcosa che è lontano da noi occidentali. Mi ha affascinato come libro, sì, mi ha spitnto a studiare la filosofia e mitologia siatica più approfonditamente, no. io preferisco i libri più chiari e più logici per conoscere materie nuove. Ma senza dubbio mi ha colpito e non l’ho mai dimenticato.
- La città della gioia, di Dominique Lapierre
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Trama:  Deluso e amareggiato sotto il profilo professionale, un giovane medico statunitense lascia il suo paese e si trasferisce in India alla ricerca di qualcosa che gli restituisca il senso dell’esistenza, intraprendendo un lungo viaggio dalla ricca America alle bidonville di Calcutta.  Ma proprio qui, nelle allucinanti colonie di lebbrosi della «Città della gioia», in mezzo a inondazioni, fame e malattie, il protagonista riuscirà a ritrovare la forza di riscattarsi. Un romanzo sconvolgente, l’epica della speranza e dell’amore, una straordinaria lezione di coraggio.
La mia opinione: mi spiace che questo libro non sia più stato ripubblicato in tempi recenti perchè è veramente secondo me un romanzo molto ma molto importante per capire il concetto di volontariato o aiuti umanitari, o semplimente di altruismo e redenzione. Anche qui la trama non è niente di sconvolgente o nuovo, ho letto altri libri ancora più commoventi riguardanti i lebbrosi come ad esempio Moloka'i di  Alan Brennert (pubblicato in italiano col titolo L’ISOLA DEI FIORI ROSSI link: https://amzn.to/3jZw8XH), e in materia di redenzione/rinascita/altruismo sarebbe senz’altro da nominare SIDDHARTHA di Herman Hesse, ma sapete che io non scelgo mai la via più comune. A mio avviso o almeno per me La città della gioia racchiude in sè tutti questi importanti insegnamenti che è possibile ritrovare in latri libri, come un piccolo e prezioso compendio sottoforma di una storia semplice e chiara senza troppa filosofia, anzi a tratti fin troppo cruda e sintetica. Ma è questo suo essere così sintetica e vera che me l’ha fatta apprezzare di più. Non è senza dubbio un libro piacevole, ma insegna qualcosa in modo diretto senza fronzoli. Ne è stato tratto anche un film dallo stesso titolo che vi consiglio. E vi voglio citare anche un altro libro basato più o meno sugli stessi argomenti per me molto importante:The small woman, di Alan Burgess.  Non so se sia disponibile in italiano, ma è la storia di una missionaria inglese di umili origini in Cina. La vita di una piccola e modesta donna, che non ha grandi sogni aiuta solo un piccolo villaggio e poi akcuni bambini, ma sono le piccole cose e le piccole vite che alla fine contano, no? Anche da questo è stato tratto un film che amo molto intitolato La locanda della sesta felicità.
                                      - Amabili resti, di Alice Sebold
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Trama: Susie, quattordicenne, è stata assassinata da un serial killer che abita a due passi da casa sua. È stata adescata da quest’uomo dall’aria perbene, che la stupra, poi fa a pezzi il suo cadavere e nasconde i resti in cantina. E a raccontare la sua storia è lei stessa che come fantasma assiste al dolore dei suoi genitori e all’indagine sul suo omicidio.
La mia opinione: Sicuramente è la scelta narrativa di far parlare la vittima del suo omicidio e di farla assistere a tutte le conseguenze che ne seguono a rendere così emotivamente toccante questo libro. E ciò che lo fa funzionare così bene è nache che non è mai drammatico o troppo sentimentale, è realistico asciutto e chiama le cose col loro nome senza ingigantirle o minimixzzarle. Stupr e, omicidio, sono parole grosse, importnati che quin vengono utilizzate nel modo giusto e migliore per colpire il lettore.  Non per niente la’utrice è stata vittima vittima lei stessa di uno stupro che l’ha cambiata per sempre, come racconta nel libro LUCKY. E quando ha parlare è una vera vittima fa tutta la differenza. Ora non so se questo libro mi ha colpito tanto perchè sono una donna, non ve lo so dire, e non so dirvi se anche da un uomo può fare lo stesso effeto, ma di certo è un libro importante.
- Linea rosa, di Dina Silver
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Trama: Sydney Shephard è una ragazza sveglia, determinata e piena di vitalità. Frequenta l'università e ha un fidanzato straordinario, Ethan, che ama tantissimo e con il quale progetta di sposarsi. Un giorno però una doppia linea rosa su un test di gravidanza cambia per sempre i suoi programmi per il futuro: Sydney, infatti, scopre di aspettare un figlio... Grace è una bambina troppo alta per la sua età e ha una nonna che manda regali solo a lei e non al suo fratellino: quando, durante una lezione di scienze, scopre di essere nata anni prima del matrimonio dei suoi genitori, rimane turbata e comincia a farsi mille domande. Chi è davvero suo padre? Perché la madre l'ha tenuta all'oscuro di tutto?
La mia opinione: Dubito che questo libro sia ritenuto fondamentale o cambia vita da altre persone a parte me, molti neppure lo conosceranno, ma per quanto mi riguarda è un romanzo che pure nella sua semplicità affronta l’argomento di una gravidanza giovanile in modo semplice diretto e duplice, dal punto di vista sia della madre che della figlia. Quindi la storia si dipana tra passato e presente mostrando le conseguenze di ogni decisione passata. Non è niente di sconvolgente, nè un capolavoro della letteratura, ma trovo affronti questo tema e indirettamente anche il tema aborto, in modo molto diretto senza giudizio. Forse sorvola su alcune problematica, forse semplicizza troppo alcune cose, probabilmente esistono romanzi molto più forti diretti e importanti su questi stessi argomenti, ne sono più cvhe certa. Ma per quanto mi riguarda io ho leto questo e mi ricordo questo come una lettura che ha cambiato il mio punto di vista su alcune cose.
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gregor-samsung · 5 years ago
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È piuttosto frequente, specialmente nei romanzi storici, incontrare un re medievale di sera nella grande sala di un castello, oppure mentre intrattiene ospiti in un padiglione di caccia, ma è ancor più plausibile pensarlo mentre consuma, durante una sosta del suo incessante cammino, un pasto lungo la strada, sia pure nella dovuta pompa. Per la maggior parte del tempo la Corte del re era costituita da una moltitudine di cavalieri, animali da soma, carri piccoli e grandi. La cappella regia non era un silenzioso luogo di culto, ma era costituita da arredi trasportati nelle sacche di cuoio di un cavallo da soma. Il letto di piume del re, con le sue lenzuola di lino, tappeti e coperte di pelliccia, i ricchi tendaggi della sua camera da letto, il suo vaso da notte portatile e la sua vasca da bagno lo seguivano sempre. Il suo guardaroba, che consisteva in robusti bauli contenenti le sue vesti ed i suoi preziosi, il denaro contante ed i documenti importanti, viaggiavano in uno o più «carri lunghi». Gli utensili da cucina viaggiavano in due carretti tirati ciascuno da un cavallo. Una vera folla di funzionari provvedeva ai bisogni domestici della Corte viaggiante. Oltre ai più autorevoli componenti come il senescalco, il ciambellano, il comandante la guardia del corpo ed il maggiordomo che curava il vettovagliamento, essa includeva uomini di medio rango come il maestro dispensiere del pane, il maestro dispensiere delle carni, il contabile per le spese domestiche, ed una schiera di servitori minori che avevano il loro posto nella elemosineria, nella sala da pranzo, nella dispensa, nei depositi, nelle cucine. C'era anche l'usciere di camera che preparava il letto del re, e poi Florence che lavava i suoi vestiti, Ralph che li confezionava, e William che li asciugava quando erano bagnati. C'era qualcosa come centocinquanta persone di un certo rango alle quali far regali a Natale, ed un innumerevole seguito ch'era felice di raccogliere gli avanzi.
Giosuè Musca, La nascita del Parlamento nell’Inghilterra medievale, Edizioni Dedalo (serie Nuovi saggi, n° 168), 1994; pp. 52-53.
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bravagente · 6 years ago
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Forse potrebbe sembrare una domanda un po' strana, ma c'è un ""tipo"" di serie tv (con una determinata trama, un determinato tipo di personaggi) che ti piacerebbe venisse trasmessa? E con quale cast?
Ciao, domanda interessante!
In realtà io non sono una spettatrice straordinariamente esigente e non ho neanche un genere preferito; in linea generale guardo volentieri qualunque cosa non offenda la mia intelligenza e non abbia il finale già scritto coi lampeggianti dalla prima scena. Mi piacciono i personaggi non nettamente buoni o nettamente cattivi, perché sono quelli che ci assomigliano davvero, e mi piace che non parlino doppiaggese, ovvero che abbiano un accento realistico e individuabile. E la mia regola preferita in narrativa è show don’t tell, quindi non sopporto l’exposition e i grandi proclami. Il problema delle serie italiane è, di solito, non rispondere a nessuna di queste regole. xD 
Detto ciò sono una studentessa di Lingue col pallino della Storia, quindi per me lo show ideale sarebbe un period drama o un adattamento di romanzi, idealmente un adattamento di romanzi in costume storico ù-ù
Abbiamo un sacco di romanzi mai adattati, sia classici che contemporanei, un sacco di personaggi storici senza biopic o con biopic imbarazzanti. Se vogliono andare sul sicuro, Camilleri ha scritto un sacco di romanzi storici belli. È una bella gatta da pelare. Posso dire che in termini di biopic graditi ho avuto Virginia. La monaca di Monza e la prima stagione dei Medici non mi ha fatto schifo. Per quanto riguarda le comedy mi è piaciuto molto Amiche Mie qualche anno fa, era una storia tutto sommato convenzionale che però ha provato a svecchiare il format con un cast veramente solido. Fra i drammi/crime Non Uccidere e Rocco Schiavone sono >>> e se un teen drama non ha la varietà, il linguaggio e la fotografia di Skam non si disturbino a mandarlo in onda.
Venendo ai castttt io ho un debole per tutto il bacino di attori romani di mezza età attivi al momento (datemi qualcosa con Mastandrea e Giallini e sono vostra per sempre), ma anche qui non ho esigenze folli - basta che la smettano di fare tutto con Lino Guanciale e la Incontrada per quanto ami alla follia Lino Guanciale. Alcune random ideas:
Un adattamento di Noli me tangere di Camilleri con Mastandrea protagonista.
Un adattamento di La rivoluzione della luna sempre di Camilleri, ammetto di aver pensato a Katy Saunders come volto della protagonista ma è un po’ cagnetta quindi possono cambiarla lol
Una dark comedy con Miriam Dalmazio, Miriam Leone e Francesca Chillemi che distruggono la mafia dall’interno come infiltrate
Un adattamento di E il cuore salta un battito con chi pare a loro purché vediamo una storia gay in prima serata (consiglio Alan Cappelli)
Qualunque cosa con Lino Banfi e Riccardo Scamarcio imparentati. Accento barese
Qualunque cosa con Valerio Mastandrea e Federico Cesari che fanno padre e figlio
Una serie tv che parta da una costola di Maraviglioso Boccaccio
Una serie tv sugli Aragona di Napoli con almeno Enrico Lo Verso, Gianfelice Imparato, Isa Danieli, Giampaolo Morelli, Sergio Assisi, Serena Rossi, Alessandra Mastronardi e Gaia Geraci. Ai ruoli penso dopo ù-ù
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stilouniverse · 2 years ago
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Un Edida per l'estate?
Piccolo prezzo grandi letture… in cartaceo e in ebook tutti su EDIDA E per citarne alcuni da non perdere… spy story, racconti, romanzi classici, contemporanei, storici Quattro spy story di ambientazione storica di successo O.D.E.S.S.A. L’ora della fuga O.D.E.S.S.A Caccia in Argentina O.D.E.S.S.A Operazione Damocle O.D.E.S.S.A Il tesoro del lago Racconti e romanzi Classici Verne Il conte…
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lamilanomagazine · 2 years ago
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Chieti, nasce la prime edizione del "Premio Majano"
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Chieti, nasce la prime edizione del "Premio Majano". Nasce il “Premio Internazionale Majano”, un riconoscimento istituito dall’Amministrazione comunale e costruito con la Deputazione del Teatro Marrucino, al fine di restituire storia e memoria a un concittadino illustre, un creativo che con il suo contributo ha segnato la vita culturale e televisiva del Paese e ha regalato agli spettatori italiani le prime fiction rimaste modelli storici di televisione e regia. Tante le attività della prima edizione che si terrà a Chieti dal 30 novembre al 3 dicembre con una manifestazione ricca di eventi e che vedrà la partecipazione di personaggi del mondo del cinema, della televisione e della cultura, con il sostegno dell’assessorato alla Cultura e della “Camera di Commercio di Chieti-Pescara. Anton Giulio Majano è nato a Chieti il 5 luglio 1909. Una carriera lunga e fortunata, durante la quale ha realizzato alcuni dei capolavori assoluti della storia della televisione tratti da romanzi e testi di grandi autori. Tra le sue tante regie, ricordiamo “Capitan Fracassa” (1958), “L’isola del tesoro” (1959), “Delitto e castigo” (1963), “La cittadella” (1964),“Tenente Sheridan: La donna di fiori” (1965), “La freccia nera” (1968-1969), “E le stelle stanno a guardare” (1971) e molti altri ancora. Un sogno fatto di cultura, cinema e memoria “Anton Giulio Majano è stato un grande personaggio della cultura italiana, una figura che va meritatamente collocata tra le più illustri nella storia della nostra città dove è nato e cresciuto il suo genio – così il vice-sindaco Paolo De Cesare – Per il Premio è stato costituito un comitato istituzionale che rafforza il prestigio della manifestazione di cui sarà presidente onorario Gianni Letta, mentre presidente del comitato tecnico scientifico è Michele Placido". "La direzione artistica del Premio è del maestro Davide Cavuti.  Mi auguro che questo appuntamento celebrativo di un talentuoso e indimenticabile personaggio della nostra terra, possa offrire un ulteriore contributo alla crescita culturale dell’intera comunità. In questo progetto coinvolgeremo personaggi di rilevanza internazionale, che hanno conosciuto o lavorato con il regista Anton Giulio Majano, che per primo ha portato in tv le opere letterarie, facendo la storia della televisione e creando personaggi rimasti impressi fino a oggi nella memoria del pubblico di allora". "Il premio sarà articolato, nasce con l’intento di farlo conoscere e di mostrare soprattutto ai giovani delle scuole superiori della città i suoi lavori, affinché anche le nuove generazioni percepiscano la sua grandezza e contribuiscano a mantenerne viva la memoria sia come amanti e promotori della cultura, sia pure come teatini”. Un onore per la Città “Il premio è sicuramente un riconoscimento forte a un formidabile genio creativo che ci onoriamo di annoverare fra i nostri concittadini illustri – così il sindaco Diego Ferrara – Grazie alla sinergia fra l’Assessorato alla Cultura e il Marrucino, con il Premio questo personaggio diventerà anche più noto alle giovani generazioni, alle quali manca un pezzo della storia cinematografica e televisiva che è stata fondamentale per l’Italia e per la cultura del Paese. Con questo Premio Chieti fa la sua parte, ponendo rimedio insieme a un parterre di tutto rispetto che siamo certi porterà ancora più in alto il nome e la storia della nostra città”. “Il premio intitolato alla figura di Anton Giulio Majano vuole rendere omaggio alla sua immensa produzione nel campo della regia televisiva e cinematografica – aggiunge il maestro  - Auspico che questa iniziativa possa contribuire a divulgare l’opera di un illustre figlio della nostra terra. Il Premio verrà realizzato con la collaborazione di prestigiosi enti che operano nel mondo del cinema e vedrà la partecipazione di noti personaggi che hanno preso parte alle sue opere”. Giuria e direzione artistica La kermesse ha la direzione artistica del maestro Davide Cavuti, compositore e regista per il cinema e il teatro. Stamane sono stati svelati i componenti della commissione tecnico scientifica che vedrà, oltre a Michele Placido, presidente di giuria, la partecipazione del critico e scrittore Masolino D’Amico, figlio della sceneggiatrice Suso Cecchi D’Amico; del maestro Bruno Zambrini, compositore cinematografico che lavorò con Majano in “Qui squadra mobile” (1973) e autore di numerose canzoni per Gianni Morandi; dell’attrice Laura Efrikian, interprete degli sceneggiati “La Cittadella (1964) e “David Copperfield” (1965) diretti da Majano; del direttore Gabriele Antinolfi, dirigente del Centro Sperimentale di Cinematografia; di Marco Giudici, già direttore di Rai International, di Paola Majano, doppiatrice e figlia del regista. Nel comitato istituzionale, con l’On. Gianni Letta in qualità di presidente onorario, sono presenti il sindaco di Chieti Diego Ferrara; il presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio; Gennaro Strever, Presidente della Camera di Commercio di Chieti-Pescara; Aurelio Bigi ideatore del Premio nel 2003; Carla Tiboni presidente dei Premi Flaiano; Sergio Caputi, Rettore dell’Università G. d’Annunzio; Giustino Angeloni, Presidente “Deputazione Teatrale Teatro Marrucino”; Cesare Di Martino, direttore amministrativo del Teatro Marrucino; Paolo De Cesare, presidente del Premio e altre personalità del mondo delle istituzioni e della cultura. Read the full article
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