#Grandi Romanzi Storici
Explore tagged Tumblr posts
Text
L'armonia segreta di Geraldine Brooks: Un Viaggio nell'Età del Ferro attraverso la Vita di Re Davide. Recensione di Alessandria today
Un ritratto affascinante e intenso di uno dei leader più enigmatici della storia biblica
Un ritratto affascinante e intenso di uno dei leader più enigmatici della storia biblica Un romanzo che riporta in vita l’epoca antica “L’armonia segreta” di Geraldine Brooks è un’opera straordinaria che si addentra nelle pieghe dell’Antico Testamento, ricostruendo la vita di Re Davide, figura leggendaria e complessa dell’Età del Ferro. Con una scrittura potente e coinvolgente, Brooks combina…
#Alessandria today#autori contemporanei#biografie romanzate#cultura occidentale#Eredità Culturale#Età del Ferro#Geraldine Brooks#Geraldine Brooks libri#Google News#Grandi Romanzi Storici#Israele antico#italianewsmedia.com#L&039;armonia segreta#letteratura australiana#letteratura internazionale#Letture consigliate#Libri 2024#libri su Re Davide#narrativa biblica#narrativa biblica moderna#narrativa epica#narrativa femminile#narrativa profonda#Narrativa storica#Neri Pozza#Personaggi biblici#Pier Carlo Lava#potere e redenzione#Premio Pulitzer#profeta Natan
0 notes
Text
La lezione dello storico alla piazza – Barbero: “Sindrome da invasione come nel 1914: evitiamo il suicidio dell’Europa”
Intervento di Alessandro Barbero alla manifestazione di Roma contro il riarmo del 5 aprile 2025, testo raccolto da Angelica Tranelli.
A noi storici spesso chiedono: ma l’epoca nostra che stiamo vivendo a quale periodo del passato assomiglia? Ecco, io purtroppo negli ultimi tempi comincio ad avere sempre più l’impressione che l’epoca nostra assomigli paurosamente agli anni che hanno preceduto lo scoppio della Prima guerra mondiale nel 1914.
Allora l’Europa usciva da un lungo periodo di pace. Se uno non guarda alle guerre nei Balcani e alle guerre coloniali in cui tutti i Paesi europei si erano imbarcati, perfino noi italiani (in Etiopia e Libia), effettivamente l’Europa usciva da un lungo periodo di pace. Anche adesso usciamo da un lungo periodo di pace, quasi. Anche adesso – se dimentichiamo i Balcani, se dimentichiamo la Jugoslavia, se dimentichiamo il bombardamento di Belgrado, se dimentichiamo le guerre coloniali che ci sono anche oggi – i grandi Paesi dell’Occidente non si sono più fatti la guerra da tanti anni.
E allora come mai nel 1914 l’Europa è precipitata nella guerra più spaventosa di tutti i tempi? Il guaio è che, se uno va a vedere da vicino com’era quel mondo che assomigliava molto a quello nostro di oggi, non è così strano che siano precipitati in una guerra spaventosa.
Intanto in quei lunghi anni di pace parlavano continuamente di guerra, della “prossima guerra”. C’era un genere letterario, oggi dimenticato, che all’inizio del secolo faceva furore: gli storici della letteratura lo chiamano “letteratura dell’invasione” o “della prossima guerra”. In tutti i Paesi, non solo dell’Europa, ma del mondo, uscivano romanzi che raccontavano come “il nostro Paese presto sarà invaso da un feroce nemico’’. Questi romanzi si pubblicavano in una quantità enorme di copie, tutti li leggevano e raccontavano tutti la stessa storia: “Il nostro Paese è debole, siamo circondati da nemici cattivissimi, dobbiamo riarmarci perché non siamo abbastanza sicuri”. E l’opinione pubblica intossicata, sentendo parlare continuamente “della prossima guerra” e dei “malvagi nemici che ci minacciano”, ha cominciato a chiedere sicurezza, armamenti e alleanze.
Una risposta dei governi alla fine dell’Ottocento è stata: “Beh, allora cerchiamo degli alleati”, nell’illusione che da soli si sia in pericolo e, se invece si hanno alleati, si sia più sicuri. Peccato che le alleanze producano anche effetti inaspettati, perché i Paesi che rimangono esclusi da queste alleanze – all’epoca era la Germania – cominciano a dirsi: “Queste alleanze le stanno facendo contro di noi, siamo minacciati”. Poi le alleanze faranno sì che, alla prima scintilla che esplode nei Balcani, tutti questi Paesi siano costretti a entrare in guerra, uno dopo l’altro, perché sono vincolati dalle alleanze. E poi l’opinione pubblica chiede il riarmo: certo, se stiamo per essere invasi! Il riarmo è pazzesco: negli ultimi cinque anni prima dello scoppio della Prima guerra mondiale, le potenze europee – compresa l’Italia, che era l’ultima delle potenze europee, ma si considerava tale anche lei – aumentano le spese militari del 50% in media, di nuovo nell’illusione di “essere più sicuri”. Solo che questa faccenda dell’illusione della sicurezza è proprio un paradosso. Perché? È più facile capirlo raccontando nel concreto. L’Inghilterra ha la più potente flotta del mondo, domina i mari e si sente sicura. La Germania si sente minacciata, soffocata dalla potenza dell’Inghilterra, decide di armarsi, di costruire anche lei una grande flotta. L’Inghilterra così improvvisamente non si sente più sicura e perciò investe per aumentare ancora gli armamenti. I tedeschi vedono che gli inglesi investono ancora per rafforzare la flotta e sono costretti a spendere sempre di più. L’unico risultato è che in entrambi i Paesi si diffonde il nervosismo, la sensazione di insicurezza, la sensazione che l’altro è il nemico. Sul continente invece la Germania è sicura e tranquilla, ha il più potente esercito del mondo. Chi non è sicuro è il suo vicino: la Francia. I francesi pensano: “Dobbiamo riarmarci per essere più sicuri”. All’epoca c’era il servizio militare obbligatorio, c’era dappertutto e durava moltissimo (oggi ne sentiamo parlare come di una cosa che magari andrebbe quasi reintrodotta, dopo che – grazie al cielo – ce ne eravamo liberati). I francesi però pensano che non duri abbastanza, così nel 1913 decidono di allungarlo da 2 a 3 anni. I tedeschi allora si dicono: “Dobbiamo rafforzarci anche noi, perché presto non saremo più i più forti. Dobbiamo rafforzarci o, visto che per il momento i più forti siamo ancora noi, forse allora è meglio farla, questa guerra, finché siamo in tempo”. I libri che parlano della “prossima guerra”, a quel punto, non sono più solo romanzi: cominciano a uscire i libri dei generali che parlano della “prossima guerra”. Ai primi di giugno del 1914 il comandante dell’esercito tedesco Von Moltke dichiara: “Ora siamo pronti. E prima è, meglio è”.
Ecco, io ogni tanto mi dico: “Ma no, non è vero che la nostra epoca assomiglia tanto a quella, ci sono tante differenze”. Però credo che dipenderà essenzialmente da noi fare in modo che davvero questa nostra epoca non assomigli troppo a quella che ha preceduto il suicidio dell’Europa nel 1914.
45 notes
·
View notes
Text
Quasi Napoletani
In queste settimane è possibile vedere una nuova versione per la Tv de Il Conte di Montecristo, capolavoro di Alexandre Dumas. Il romanzo fu pubblicato a puntate sul Journal des débats dal 1844 al 1846, ottenendo incredibile successo, tanto che oggi è considerato uno dei romanzi più famosi di tutto il mondo.
Parte della trama è ambientata in Italia e quando negli anni '40 dell'800 inizia a scrivere, in pratica coevi, i suoi due grandi romanzi, Il Conte e I Tre Moschettieri, Dumas era a Firenze, e la prima stesura de Il Conte partiva da Roma e non da Marsiglia, come poi avverrà.
Il rapporto con l'Italia di Dumas era fortissimo, in particolare con una città: Napoli.
Dumas nel 1835, in lungo viaggio nel Mediterraneo, vorrebbe visitare Napoli. Uso il condizionale, perchè il suo nome non è ben voluto: infatti un funzionario gli negò il lasciapassare per andare da Roma in Sicilia, ma Dumas si procurò un passaporto falso e viaggiò sotto un altro nome, Guichard, e arrivò a Napoli, da dove scrisse una lettera, quasi di sfida, a quel diplomatico che gli aveva negato il visto. Tra l'altro, i Dumas ebbero già a che fare con il Regno di Napoli: suo padre, il Generale Thomas Alexandre Davy de la Pailletterie (figlio di uno scapestrato Marchese e di una schiava nera di Haiti), cambiò il suo cognome, a seguito di contrasti con il padre, assumendo quello della madre, detta genericamente femme du-mas ovvero la donna della masseria. Il Generale, un colosso mulatto alto quasi due metri, molto somigliante al personaggio di Porthos de I tre Moschettieri, aveva partecipato alla spedizione in Egitto di Napoleone del 1799, ma durante la Campagna litigò con lui e lasciò l’Egitto con alcuni compagni fra i quali il celebre geologo Dolomieu (scopritore del minerale che ha dato nome alle Dolomiti) su una nave che una tempesta spinse verso Taranto. Pensava che la città fosse in mano ai Rivoluzionari che in quell’anno, il 1799, avevano costretto il Re a fuggire in Sicilia, ma purtroppo per lui, nel frattempo, Taranto era stata riconquistata dalle forze fedeli a Ferdinando IV, per cui fu catturato insieme ai compagni e messo in prigione nel castello in condizioni disumane e tale immagine avrebbe ispirato a Dumas la fortezza in cui fu rinchiuso Edmond Dantes, il Conte di Montecristo: il castello di If. Rimase due anni in prigione fra Taranto e Brindisi, lo torturarono e vi furono anche tentativi per avvelenarlo e quando fu rilasciato era molto malato: ne uscì storpio, sordo, mezzo cieco, malato dallo stomaco e morì quando il figlio Alexandre non aveva compiuto ancora 4 anni.
Alexandre arrivò a Napoli nel 1835 e fu ospite all’Albergo Vittoria, di proprietà del signor Martino Zir, nell’omonima Piazza in un appartamento dal quale aprendo le finestre vede la Riviera di Chiaia, Capri, Posillipo, Santa Lucia. Dumas, impaurito che la polizia lo scovasse chiede a Zir un mezzo comodo per girarla: l'albergatore gli fornisce un Corricolo, un piccolo calessino, e Il Corricolo è il nome che Dumas darà ad una sorta di satirica guida della città, fatta di falsi storici, aneddoti, lazzaroni, iettatori, Santi. Fu scovato dalla Polizia e solo l'intervento dell'Ambasciata Francese lo salvò dall'arresto.
Ma vivrà ben altro momento nel 1860. Fervente garibaldino, scortò di persona Garibaldi, prese parte alla Battaglia di Calatafimi e risalì con lui parte della Penisola. Fondò un quotidiano garibaldino, come promesso al Generale Garibaldi, che gli suggerì il nome, L'Indipendente. Il quotidiano introdusse nella stampa italiana delle novità: nella parte bassa della prima pagina il romanzo d'appendice a puntate, la raccolta della pubblicità fatta in proprio, il prezzo basso, sconti e omaggi agli abbonati. La sede del giornale si trovava a via Chiatamone nel Boschetto reale, che è stato abbattuto quando ad inizio del XX secolo si sono costruiti i palazzi sul Lungomare. Dumas abitava anche lui nella palazzina e quella stradina che scende dal Chiatamone a via Partenope oggi ha il suo nome. Il quotidiano veniva scritto in francese e poi tradotto e stampato, e tra i collaboratori di Dumas vi era Eugenio Torelli Viollier, che quando Dumas partì per Parigi nel 1864 lo seguì, per poi ritornare in Italia dove nel 1876 fondò, a Milano, il Corriere della Sera.
Dumas dedicò numerosi scritti a Napoli, tra cui il colossale La Sanfelice, opera monumentale (1600 pagine, per lui una consuetudine anche perchè fu il primo a servirsi di numerosi e fidati scrittori, il più famoso era Auguste Maquet) dedicata alla Rivoluzione Napoletana del 1799, tanto breve quanto straordinaria.
Scrisse il giorno della partenza:
Napoli è il fiore del paradiso. L’ultima avventura della mia vita […] lascio la città più bella del mondo.
17 notes
·
View notes
Text
Mangiare troppo, abbuffarsi e poi pentirsi, è un vizietto che condividiamo in tanti. Un’altra peccaminosa delizia della vita, assai meno condivisa, è l’abbuffata di libri. Sere fa, a cena fuori, un amico scrittore e un’amica che lavora in una famosa casa editrice, raccontavano che i romanzi, belli o brutti che siano, tranne rare imprevedibili eccezioni, vendono poco o niente. Un libro che nel 2000 veniva comprato da cinquantamila lettori ed era considerato un discreto successo, oggi ne avrebbe cinquemila di lettori, più o meno il 10%. Una percentuale così scarsa da incutere spavento, non solo a noi scrittori che, in fondo, chissenefrega no? ma a noi italiani tutti perché il risultato è un Paese ottuso, perdente.
Abbiamo imparato a mangiare bene, anzi, raffinatamente. In tv o nelle conversazioni si chiacchiera di cibarie a più non posso, ma a leggere bene non ci bada quasi nessuno; eppure, credo non esista attività più eccitante o delizia peccaminosa che leggere, di nascosto dal mondo, un romanzo, una biografia, un saggio.
Chi mai rinuncerebbe a respirare? Come i pesci nascono con le branchie noi nasciamo con gli occhi, la mente e il cuore, siamo fatti per vivere e leggere, per fare esperienza attraverso le vite di personaggi storici o di fantasia, per districarci nelle trame che in vita nostra non ci capiterebbero forse mai, per imparare a essere grandi. Certi libri sono scorciatoie per il paradiso o per l’inferno. Non leggerli è pura follia, rimbambimento suicida, condannarsi alla eterna mediocrità.
Non mi è mai capitato di conoscere qualcuna o qualcuno che abbia rinunciato a farsi una magnifica scopata. Eppure, tutte queste migliaia di persone non hanno mai letto Kafka, Edgar Lee Masters o Stevenson, né Cent’anni di solitudine, Beppe Fenoglio, Conrad o il Gattopardo.
C’è un detto maschilista e un po’ coglione riferito alle scopate non fatte: “Ogni lasciata è persa”, più poetico e onnicomprensivo a Napoli “Tutto ‘o lassato è perduto”: potremmo dire lo stesso di centinaia di libri che non abbiamo letto, castrandoci per sempre della gioia di averli fatti nostri.
Ma non è che noi italiani abbiamo improvvisamente smesso di leggere. È che leggiamo qualunque robaccia ci passi sotto gli occhi alla velocità della luce sui cellulari e sugli schermi via Internet. Siamo diventati dei guardoni. Leggere su Facebook o su Instagram è diventato compulsivo come abboffarsi di patatine fritte davanti alla tv. Non leggere è come andare a cena nel ristorante di uno chef pentastellato e accontentarsi di un hot dog. Sui social non vai oltre tre righe e passi a un altro boccone di notizia vera o fake, commento, citazione, foto di uno/a sconosciuto/a mentre pela le patate o festeggia il compleanno. Abbuffate che poi ti lasciano vuoto lo stomaco della mente ma t’insozzano il cervello di puttanate. Perché per “leggere” hai letto, e non ne puoi più. È come scegliere di masturbarsi sulla foto di un attore o di un’attrice, quando lei o lui sono venuti personalmente a prenderci sotto casa con una spider per portarci via.
Capisco, staccare tutto e prendere un libro o leggere un eBook, in orgogliosa solitudine, di questi tempi, può sembrare come andare dagli Appennini alle Ande sui pattini. Poi però voli e ti salvi la vita per sempre. I libri sono passaporti che abbattono tutte le frontiere. Sono le prime cose da comprare, come lo spazzolino da denti o un vestito per uscire. I libri si abitano come le case. Sono gli amici che non ti abbandoneranno mai, neppure da vecchi, quando si è inevitabilmente soli.
Divorare tre piatti di carbonara di seguito, ti abboffa. Il porno, dopo un po’, disgusta. Leggere roba buona è come sniffare cocaina sana, che infatti non esiste. Drogarsi con i libri invece sì, esiste, è pure sano e ti puoi fare di esperienze incredibili, sempre di più, con una voluttà che aumenta anche quando la sessualità diminuisce o sei costretto, per l’età, a cibarti con una minestrina.
Leggere è sexy e misericordioso. Comprate libri e abboffatevi di loro, voglio vedere il sugo delle parole colarvi dalle labbra e quegli occhi, dio quegli occhi angelici e barbarici che solo i grandi lettori hanno, al ritorno da uno dei loro incredibili viaggi fra le pagine di un autore conosciuto o sconosciuto.
Diego Cugia
#Diego Cugia#leggere#lettura#letteratura#libri#letture consigliate#buona lettura#cibo per l'anima#amici
3 notes
·
View notes
Video
youtube
La mia top ten dei classici della letteratura mondiale
Era un po' che ci pensavo. In questa era di TIKTOK i nostri giovani leggono gli stessi classici della letteratura che abbiamo letto noi, oppure sono ormai finiti nel dimenticatoio? Mi sono posta questa domanda e molte altre simili e ho deciso che era il caso di rimboccarsi le maniche e mettersi a parlare anche dei classici di cui di solito non parlo perchè do' per scontato che tutti già li conoscano o li abbiano addirittura letti a scuola. Ma visto che temo non sia più così e credo sia meglio rinfrescare la memoria a qualcuno o farli proprio conoscere a chi magari non li ha mai neppure sentiti nominare attraverso un aserie di video e post.
Iniziamo a parlarne molto in generale con un classico del mio blog, la mia lista di preferiti, la mia top ten dei classici della letteraura mondiale. A cui seguiranno liste più specifiche divise geograficamente.
Naturalmente come al solito è una lista estremamente soggettiva che riguarda me, perciò siete liberissimi di aggiungere nei commenti i vostri preferiti in questa categoria:
Guerra e Pace, di Lev Tolstoj
Link: https://amzn.to/3OQsmfK
Trama: In questa celeberrima opera si fondono due narrazioni: da una parte, i grandi avvenimenti storici che travolsero la Russia all'inizio del XIX secolo; dall'altra, le vicende delle due famiglie dei Bolkonskij e dei Rostov, unite dalla figura del conte. In tutto il romanzo emerge chiaro il pensiero di Tolstoj, per il quale non sono gli eroi, i generali e i re a fare la storia, ma le grandi masse, con le loro paure, le loro sofferenze e le loro speranze. La storia è infatti una successione inarrestabile di eventi che il singolo non può modificare. L'autore è abilissimo nel descrivere l'identità psicologica dei personaggi: dal principe Andrej, altero e deluso dalla vita, alla bella Nataša, vivace e affascinante, al conte Pierre, fragile e tormentato, ma le loro vicende non avrebbero senso senza il racconto della storia del popolo russo, di cui essi divengono dei simboli. In "Guerra e pace" sembra che i veri protagonisti siano proprio lo scorrere del tempo e l'avvicendarsi ineluttabile degli eventi, che rendono questo capolavoro della letteratura quasi un poema epico.
La mia opinione: se stupisco qualcuno con questo primo posto mi dispiace perchè secondo me questo è un classico imprenscindibile, un romanzo storico che veramente contiene tutto e scavalca tutti i sottogeneri del romanzo storico perchè li comprende tutti. E' la storia di una guerra, di un'epoca, di due famiglie, di un popolo, di una nazione, dell'Europa, di personaggi indimenticabili. Ha tutto perciò come non mettterlo al primo posto?
2. Il Conte di Montecristo, di Alexandre Dumas
Link: https://amzn.to/447TKdw
Trama: Nel febbraio del 1815, a Marsiglia, il marinaio Edmond Dantès viene falsamente accusato di bonapartismo e arrestato nel giorno delle nozze, alle soglie di una brillante carriera navale. Durante la prigionia nel castello d'If, uno scoglio in mezzo al mare, affina un odio feroce per gli autori della sua rovina e, quando l'amicizia con un altro prigioniero gli procura l'evasione nonché un favoloso tesoro, ne farà lo strumento di una vendetta grandiosa e spietata.
La mia opinione: come non amare Dumas? Io adoro tutti i suoi romanzi, come scrive, le sue trame, erano già dei film su carta prima delle loro trasposizioni cinematografiche. Avventura, intrigo, insomma il padre di D'Artagnan, La maschera di ferro e Robin Hood non ha bisogno di presentazioni.
3. Umiliati e offesi, di Fedor Dostoevskij
Link: https://amzn.to/3qn2G11
Trama: Fra le strade di Pietroburgo, nelle fredde prospettive della capitale, si incrociano le vicende di esseri umani in lenta rovina. La famiglia Ichmenev, amministratrice dei terreni del principe Valkovskij, viene allontanata dalla casa familiare a causa dell'amore sorto fra la giovane Natasha e il figlio del principe, l'ingenuo Alesa, ed è costretta a trasferirsi nella capitale; qui si muove anche Nelly, orfana poco più che bambina, che ha assistito impotente alla malattia della madre e all'indifferenza del nonno. Ivan Petrovic, studente e scrittore, ritratto di un Dostoevskij ventenne, è testimone protagonista: innamorato di Natasha sin da bambino, la aiuta nella fuga d'amore con Alesa, e decide di adottare Nelly per sottrarla agli abusi e alla mendicità. In "Umiliati e offesi", uno dei primi romanzi di Dostoevskij, emergono da una nebulosità ancora diffusa i personaggi e le situazioni che saranno propri del grande scrittore: i tormenti e l'amore, i personaggi candidi, l'indagine e la comprensione dell'animo umano.
La mia opinione: non ricordo nemmeno più perchè comprai questo romanzo, forse perchè visto che non avevo amato Delitto e Castigo, mi rifiutavo di non riuscire ad apprezzare un opera di questo scrittore così osannato da tutti e infatti Umiliati e Offesi mi piacque molto di più. E' un opera ottimista? No. E' molto triste e malinconica? Sì. Ma al contempo il fatto che al centro del romazo ci siano i rapporti famigliari, in particolar modo padre/figlia la rende per me più capibile a molti livelli. Poi il quadro storico è stupendo, i personaggi ben delineati. E' un romanzo forse poco nominato di Dostoevskij, ma che per la mia formazione è stato importante.
4. Orgoglio e pregiudizio, di Jane Austen
Link: https://amzn.to/3qqD976
Trama: I Bennet sono una famiglia rispettabile, ma non agiata, che vive nell'Hertfordshire, composta dai genitori e da cinque sorelle: Jane, Elisabeth, Mary, Catherine e Lydia. La signora Bennet è una donna frivola e dal comportamento spesso imbarazzante, il cui unico scopo nella vita è quello di trovare un buon marito alle proprie figlie. Quando il ricco Charles Bingley si trasferisce vicino alla tenuta dei Bennet con le due sorelle e l'amico Darcy, si verificano cambiamenti importanti.
La mia opinione: vi ho già parlato di questo libro in quasi ogni mia lista, un romanzo che ha segnato la storia del romanzo e del romanzo femminile in particolare, una bella storia raccontata con garbo e arguzia e che per questo è rimasta nei nostri cuori senza tempo, sempre attuale. La si può traslare in qualsiasi epoca questa trama e funziona sempre
5. Il visconte dimezzato, di Italo Calvino
Link: https://amzn.to/3KA19LQ
Trama: La bizzarra storia del visconte Medardo di Terralba che, colpito al petto da una cannonata turca, torna a casa diviso in due metà (una cattiva, malvagia, prepotente, ma dotata di inaspettate doti di umorismo e realismo, l'altra gentile, altruista, buona, o meglio "buonista"). "Tutti ci sentiamo in qualche modo incompleti" disse Calvino in un'intervista "tutti realizziamo una parte di noi stessi e non l'altra.
La mia opinione: altro classico della mia infanzia e lettura scolastica, divetente, piacevole e molto più profondo diq uello che sembra se lo si analizza.
6. Il signore degli anelli, di Tolkien
Link: https://amzn.to/442zPNi
Trama: La Compagnia dell'Anello si apre nella Contea, un idilliaco paese agricolo dove vivono gli Hobbit, piccoli esseri lieti, saggi e longevi. La quiete è turbata dall'arrivo dello stregone Gandalf, che convince Frodo a partire per il paese delle tenebre, Mordor, dove dovrà gettare nelle fiamme del Monte Fato il terribile Anello del Potere, giunto nelle sue mani per una serie di incredibili circostanze. Un gruppo di hobbit lo accompagna e strada facendo si aggiungono alla banda l'elfo, il nano e alcuni uomini, tutti uniti nella lotta contro il Male. La Compagnia affronta un cammino lungo e pericoloso, finché i suoi membri si disperdono, minacciati da forze oscure, mentre la meta sembra allontanarsi sempre di più.
La mia opinione: nelle mie liste dedicati ai classici della lettteartura cercherò di non citare romanzi di generi specifici come il fantasy o la fantascienza, ma per lui faccio un'eccezione.
7. L'antologia di Spoon River, di Edgar Lee Masters
Link: https://amzn.to/3Yz6vwz
Trama: «Dove sono Elmer, Herman, Bert, Tom e Charley, / il debole di volontà, il forte di braccia, il buffone, il beone, il rissoso? / Tutti, tutti dormono sulla collina». L'autore dei versi, un avvocato del Kansas, compose il documento forse più completo, realistico e lirico sulla vita nella provincia americana di fine Ottocento, testimoniata dagli abitanti defunti del paesino di Spoon River. Con distacco, con passione, con ironia, con rabbia, si presentano su un palcoscenico ideale e raccontano la propria storia. La poesia nuova di Masters, asciutta, limpida, forte, procede nel racconto come una lente d'ingrandimento che rivela anche gli inganni meglio dissimulati, le frodi, le ipocrisie. O i desideri e la bellezza di uomini e donne cui la società negò ogni riconoscimento.
La mia opinione: opera che forse non molti conoscono estremamente d'impatto che ha un posto speciale tra le mie letture. racconta la vita e la sua caducità in sintesi senza fronzoli.
8. L'Orlando furioso, di Ludovico Ariosto
Link: https://amzn.to/3YrONLz
Trama: Poema cavalleresco di travolgente intensità narrativa e inimitabile equilibrio formale, l'Orlando furioso ha attraversato ogni epoca e stagione letteraria senza smettere di incantare i propri lettori. Ideale prosecuzione dell'Orlando innamorato, il Furioso porta ai massimi sviluppi la ricca sostanza umana e artistica dell'opera boiardesca: il conflitto tra le forze cristiane e quelle musulmane, l'amore non corrisposto del paladino Orlando per la principessa Angelica, la travagliata unione dinastica tra Ruggiero e Bradamante. Ma nel poema dell'Ariosto gli ideali della società cortese si separano definitivamente dalla realtà, segnata da quell'irrazionale intrico delle passioni che sarà raffigurato nella forsennata giostra dei cavalieri. Una tensione drammatica dietro cui si cela l'amara consapevolezza della crisi dei valori su cui si fondava l'utopia della civiltà umanistica.
La mia opinione: in teoria andrebbe studiato a scuola, ma in realtà già quando io andavo allae superiori veniva trattato molto in fretta per potersi dedicare maggiormente ad altri autori italiani ed è un vero peccato. In realtà è un'opera che meriterebbe la stessa analisi accurata che i programmi scolastici dedicano a Dante e Manzoni eppure non è mai così. Quindi perchè non leggerla nel tempo libero come romanzo di storie cavalleresche e cortesi? Tutte le edizioni pubblicate sono ben commentate in modo che chiunque possa leggerla e capirla senza problemi.
9. Miseria e Nobiltà, di E. Scarpetta
Link: https://amzn.to/3s9rkCQ
Trama: La commedia ha come protagonista Felice Sciosciammocca, celebre maschera di Eduardo Scarpetta, e la trama gira attorno all'amore del giovane nobile Eugenio per Gemma, figlia di Gaetano, un cuoco arricchito. Il ragazzo è però ostacolato dal padre, il marchese Favetti, che è contro il matrimonio del figlio per via del fatto che Gemma è la figlia di un cuoco. Eugenio si rivolge quindi allo scrivano Felice per trovare una soluzione. Felice e Pasquale, un altro spiantato, assieme alle rispettive famiglie, si introdurranno a casa del cuoco fingendosi i parenti nobili di Eugenio. La situazione si ingarbuglia poiché anche il vero Marchese Favetti è innamorato della ragazza, al punto di frequentarne la casa sotto le mentite spoglie di Don Bebè. Il figlio, scopertolo e minacciatolo di rivelare la verità, lo costringerà a dare il suo consenso per le nozze.
La mia opinione: per quanto mi riguarda le opere teatrali, Shakespeare docet, sono opere letterarie valide quanto le altre e alla stessa altezza, quindi ne vedrete comparire molte nelle mie liste. Questa l'avrò rilettta cento volte e ogni volta mi fa ridere. Un classico.
10. La bisbetica domata, di Shakespeare
Link: https://amzn.to/3DOcPqC
Trama: Petruccio è un avventuriero che parte da Verona e va a cercare fortuna a Padova. È un maschio giovane, forte e avvenente, assai dotato, e ha quella libertà di movimento che agli uomini è pienamente concessa nell'Italia immaginata da Shakespeare – così come nella sua Inghilterra. E quale modo migliore di fare fortuna se non trovare moglie? Moglie vuol dire dote. Anche se brutta come il peccato, o scontrosa come la proverbiale Santippe, la donna assolverà comunque al suo compito, se il padre-padrone com'è suo dovere la consegnerà al futuro sposo coprendola d'oro il giorno del matrimonio. È così che il giovane Petruccio s'imbatte nella giovane Caterina, la quale non sarà brutta, ma senz'altro è la più scorbutica delle spose. Caterina è la sorella ribelle dell'angelica Bianca, che tutti vorrebbero in moglie, ma che non potrà sposarsi, se il padre non si sarà prima liberato di quella gattaccia selvatica che è Caterina.
La mia opinione: e per concludere ancora teatro, stavolta del grande Shakespeare che non ha bisogno di presentazioni.
Lista come sempre molto soggettiva e riduttiva che rispecchia la mia formazione letteraria e i miei gusti, per fortuna potrò citare molti altri miei classici preferiti nelle altre liste specifiche altrimenti mi sarei sentita troppo in colpa!
Ora sono curiosa di conoscere i vostri classici delle letteratura preferiti, lasciatemeli nei commenti.
2 notes
·
View notes
Text
La Storia del Lo Struscio Fiorentino

Franco Ciarleglio Negli anni '70 uno studente universitario di nome Franco Ciarleglio si affaccia curiosamente, e ne venne conquistato, al mondo delle giostre, dei pali, dei tornei medievali della Toscana e di conseguenza anche alle leggende, gli aneddoti, le credenze popolari, i modi di dire e le burle della Firenze medievale e rinascimentale. In altre parole la Firenze Minore. La curiosità porta Franco a documentarsi leggendo dei libri, soprattutto quelli dei grandi Maestri: Luciano Artusi, Giorgio Batini e Don Foresto Niccolai in primis. La passione che ne segue determina una costante raccolta di materiale che organizzato sembra delineare un progetto. Come sarebbe portare delle persone in passeggiata per Firenze illustrando questa Firenze minore spesso non conosciuta ai più?

Il Narator Cortese Il progetto diventa realtà quando Franco organizza le prime Passeggiate Storiche gratuite insieme ai colleghi di lavoro della Banca Commerciale Italiana di via Tornabuoni. E' il giugno del 1990, 34 anni fa, e Lo Struscio Fiorentino prende vita. Le "Passeggiate lento pede" diventano famose tra i fiorentini tanto che negli anni successivi Franco viene contattato da varie Associazioni Culturali, Storiche, Dopo lavori, Lions e Rotary Club che richiedono di organizzare, per i propri associati, delle sortite per i quartieri fiorentini.

Umberto Panti e Franco Ciarleglio Nel 2000, su consiglio di un amico lungimirante, Franco scrive e pubblica il suo primo libro "Lo Struscio Fiorentino", un libretto tascabile ed economico, un manuale pratico della Firenze minore. Il successo è esponenziale con oltre 22000 copie vendute. A questo primo libro ne seguiranno altri, ben 15 ad oggi. Ognuna delle successive opere letterarie si dipana sullo stesso filone letterario affrontando leggende, gli aneddoti, i modi di dire e le burle, senza far mancare anche dei romanzi storici.

Piero Paoletti Nel 2004 Lo Struscio Fiorentino è ormai "istituzione" a Firenze e necessita di un'organizzazione più capillare, ed è così che inizia la collaborazione stretta con il DLF Dopolavoro Ferroviario di Firenze capeggiato da Piero Paoletti con il quale si cementa un sodalizio che è durato fino al periodo della pandemia (2020) quando, necessariamente, si sono dovute interrompere le Passeggiate Storiche. Le Passeggiate dello Struscio sono nel tempo aumentate passando da una singola sortita annuale del 1990 a ben 3 (tre) annuali dal 1995 fino a spingersi a 4 (quattro) nel 2005. Quattro passeggiate: una per ogni Quartiere Storico fiorentino.

Luciano e Ricciardo Artusi con Franco Ciarleglio Sempre nel 2005 inizia la collaborazione con il Maestro Luciano Artusi e con suo figlio Ricciardo ai quali viene dedicata una quinta passeggiata con la loro attiva partecipazione e collaborazione. Una collaborazione che è attiva e gradita ancora oggi. Nel tempo a Franco si sono avvicinati svariati appassionati che in un modo o nell'altro hanno dato il loro piccolo contributo ad affermare Lo Struscio come una realtà sulla conoscenza della Firenze minore. Tra loro l'insostituibile Umberto Panti, conosciuto anche come Penna Bianca, Gabriella Bazzani, appassionata ed esperta di storia fiorentina, Fabrizio Ciabatti, colto storico e preciso narratore, e Jacopo Cioni, editore e direttore della Rivista Fiorentina che state leggendo.

Franco Ciarleglio

Umberto Panti

Gabriella Bazzani

Fabrizio Ciabatti

Jacopo Cioni Ed ecco che, grazie all'unione di Franco con questi appassionati, nel 2021 (il 24 giugno) viene fondata l'Associazione Culturale "Lo Struscio Fiorentino" meglio conosciuta come "COMPAGNIA DELLO STRUSCIO FIORENTINO". Ciò che era nato da una passione si è trasformato nel tempo in una vera e propria attività culturale che meritava di evolvere per consolidarsi nel tempo. I suddetti fondatori formata la DIRIGENZA hanno poi allargato la schiera degli appassionati creando la BRIGATA che include Marilena Gambuti, Alfonso Fornabaio e Gianni Degl’Innocenti Balsicci.

Marilena Gambuti

Alfonso Fornabaio

Gianni Degl’Innocenti Balsicci Come ogni compagnia che si rispetti anche la Compagnia dello Struscio Fiorentino è dotata di un carro che evolvendosi dal brindellone assume la denominazione di STRUSCIOMOBILE.

Read the full article
0 notes
Text
Un Edida per Natale?
Piccolo prezzo grandi letture… in cartaceo e in ebook tutti su EDIDA E per citarne alcuni da non perdere… spy story, racconti, romanzi classici, contemporanei, storici Quattro spy story di ambientazione storica di successo O.D.E.S.S.A. L’ora della fuga O.D.E.S.S.A Caccia in Argentina O.D.E.S.S.A Operazione Damocle O.D.E.S.S.A Il tesoro del lago Racconti e romanzi Classici Verne Il conte…

View On WordPress
0 notes
Text
In Italia, negli ultimi vent’anni circa, il mainstream ha sdoganato e amplificato una grande quantità di bufale storiche e leggende d’odio antipartigiane che a lungo erano rimaste confinate nelle cerchie neofasciste.
In morte di Giampaolo Pansa
La legittimazione e l’imprimatur da parte dei grandi media e della politica hanno incoraggiato i neofascisti a inventare sempre nuove bufale, ancora e ancora. Dalla fine degli anni Novanta, li abbiamo visti coniare storie di «eccidi partigiani» dei quali mai si era parlato, o aggiungere a storie vecchie dettagli sempre più macabri assenti dalle precedenti ricostruzioni. Inutile dire che tali aggiunte erano prive di pezze d’appoggio documentali: in queste storie, le fonti latitano e ci si affida alla «storiografia del nonno»: «Mio nonno raccontava che…»
L’avvento dei social media ha impresso a questo processo un’accelerazione fortissima: oggi una bufala storica antipartigiana può nascere e diffondersi in poche ore.
Su Facebook, ad esempio, prosperano pagine dove si sparano a casaccio cifre iperboliche — ovviamente prive del benché minimo riscontro — su presunti stupri compiuti da partigiani. Cifre implausibilmente precise, per farle sembrare basate su ricerche in realtà inesistenti: 3245, oppure 4768. Ebbene, la diffamazione dei partigiani fondata su accuse di violenza sessuale è un fenomeno divenuto popolare tra i neofascisti soltanto di recente, queste presunte «migliaia» di stupri sono assenti dalla stessa memorialistica e pseudo-storiografia di estrema destra pubblicata nel XX secolo.
La manipolazione di Wikipedia da parte di milieux neofascisti — o comunque anti-antifascisti — organizzati ha fornito pezze d’appoggio per queste operazioni: centinaia di pagine della Wikipedia italiana dedicate a fascismo, seconda guerra mondiale e Resistenza sono inquinate dalla propaganda di cui sopra. Ce ne siamo occupate molte volte.
Veniamo al punto: uno dei massimi responsabili di tutto questo è stato Giampaolo Pansa. Nel 2003, il suo bestseller Il sangue dei vinti — che, come ha fatto notare Wu Ming 1 in Predappio Toxic Waste Blues, conteneva una menzogna già nel titolo — inaugurò una produzione di «oggetti narrativi male identificati» che usavano come fonti la memorialistica repubblichina sulla guerra civile, ne accettavano le ricostruzioni piene di buchi e aporie, e riempivano i buchi ricorrendo a tecniche letterarie ed espedienti vari.
Tecniche ed espedienti prese più volte in esame: ne hanno scritto Ilenia Rossini nel suo L’uso pubblico della Resistenza: il «caso Pansa» tra vecchie e nuove polemiche (pdf qui) e Gino Candreva nel suo La storiografia à la carte di Giampaolo Pansa (pdf qui).
Al principio, la fama dell’autore, il suo essere «di sinistra» e l’uso strumentale e ambiguo di certi caveat e disclaimer — della serie «Io sono antifascista ma», «la Resistenza fu un fenomeno nobile ma» — ha reso subdola l’operazione. Oggi, certi caveat non c’è più bisogno di usarli: i romanzi-spacciati-per-inchieste che si inseriscono nel solco scavato da Pansa, come quelli di Gianfranco Stella, stanno platealmente, sguaiatamente, dalla parte di Salò (cioè, ricordiamolo sempre, di Hitler).
Chi si occupa di questo revisionismo non può che imbattersi in Pansa girando ogni angolo. È capitato più volte anche a noi, mentre smontavamo bufale di estrema destra alla cui circolazione l’ex-vicedirettore di Repubblica aveva dato un contributo fondamentale. In quelle occcasioni, abbiamo mostrato come Pansa avesse dato dignità di fonti ai libri di pubblicisti di estrema destra come Pisanò, Pirina o Serena, o di improvvisati “storici” locali, “abbellendo” quelle storie con ulteriori dettagli e svolazzi.
Qui si possono trovare le inchieste dove abbiamo parlato (anche) di lui, unitamente ad alcuni scritti di Wu Ming, come il già citato Predappio Toxic Waste Blues, dove si smontano le retoriche pansiane.
Oggi che la morte di Pansa suscita uno scontato cordoglio bipartisan e il suo nome sta per essere accolto nel canone della «memoria condivisa», noi vogliamo ricordare i danni gravissimi che i suoi libri e i polveroni mediatici che si compiaceva di suscitare hanno arrecato alla cultura storica e alla memoria pubblica in Italia.
Pansa è morto, ma il pansismo resterà con noi a lungo, purtroppo.
Di Nicoletta Bourbaki su medium
17 notes
·
View notes
Text
L’Ultima Rivelazione di Fernando Gamboa: l’avventura epica di Ulises Vidal continua. Recensione di Alessandria today
Fernando Gamboa ci trascina in una nuova esplorazione mozzafiato tra azione, mistero e scoperte straordinarie
Fernando Gamboa ci trascina in una nuova esplorazione mozzafiato tra azione, mistero e scoperte straordinarie La saga di Ulises Vidal, che ha conquistato oltre 800.000 lettori in tutto il mondo, torna con il suo terzo capitolo: “L’Ultima Rivelazione”, un romanzo che promette di essere l’avventura più avvincente e sorprendente della serie. Dopo gli eventi narrati in “L’Ultima Cripta” e “L’Ultima…
#Alessandria today#Amazon libri#Amazon saga bestseller#avventura e storia#avventura storica#avventure mozzafiato#azione e suspense#bestseller internazionali#esplorazioni#esplorazioni inospitali#Fernando Gamboa#Fernando Gamboa autore#fiction d’avventura#Google News#grandi misteri#italianewsmedia.com#L’Ultima Città Perduta#L’Ultima Cripta#L’Ultima Rivelazione#libri da leggere#libri di mistero#libri Fernando Gamboa#libri per viaggiatori#migliori romanzi d’avventura#misteri e suspense.#misteri storici#narrativa bestsellers#narrativa contemporanea#narrativa e azione#narrativa internazionale
0 notes
Text
Duecento Di Gioia
il 7 maggio del 1824, 200 anni fa al Kärntnertortheater di Vienna (il Teatro di Porta Carinzia), uno dei più belli della capitale dell'allora Impero Asburgico, è in programma una prima sinfonica. L'ultimo lavoro di un musicista che già all'epoca era una leggenda vivente. Ma che era stato lontano ben 12 anni dalle scene. Ludwig van Beethoven ha 54 anni, è quasi completamente sordo, soffre di atroci dolori da ulcere che lo porteranno alla morte di lì a due anni. Nonostante sia benestante, vive in uno stato di profonda malinconia, misoginia, tristezza, solitudine, in una stanza con fogli di musica sparsi dappertutto, cibo nei piatti ad imputridire, bottiglie vuote.
Eppure la sua ultima opera, la Nona Sinfonia in re minore per soli, coro e orchestra op. 125, è un percorso mistico, intrigante, misterioso alla fratellanza, al dialogo, al confronto.
Divisa in quattro movimenti, i primi tre puramente sinfonici, e il quarto che include il coro sui versi dell'ode Alla gioia di Friedrich Schiller.
Già quella sera vi fu un tripudio di pubblico: il compositore, che si racconta fu in tensione nervosa per tutta la durata dell'esecuzione (racconto questo che due professori di controfagotto, che parteciparono all'esecuzione, raccontarono nel 1842 alla formazione della prima orchestra della Filarmonica di Vienna, di cui facevano parte) fu richiamato dal pubblico per 5 volte, e gli furono sventolati fazzoletti bianchi in segno di giubilo.
È così leggendaria che esistono moltissimi miti su di essa: tra i più curiosi, che per "rispetto" tutti i compositori successivi si siano fermati a Nove Sinfonie (un caso a volte fortuito, a volte tragico, come nel caso di Mahler morto mentre stava componendo la sua Decima) oppure che la durata di musica in un cd sia di 75 minuti, come la durata della sinfonia (in verità, secondo le varie esecuzioni, dura un po' di meno, e anche questa è una bella leggenda metropolitana). E non si contano i saggi storici, psicoanalitici, i romanzi, su questo che è, con pochi eguali, uno dei pinnacoli della storia culturale umana, come, per fare qualche esempio, l'opera di Shakespeare, il David di Michelangelo, una cattedrale gotica europea del 1300.
Rimane uno una delle opere più note ed eseguite di tutto il repertorio classico ed è considerata uno dei più grandi capolavori della storia della musica, anche in quanto simbolo universale di unità e fratellanza tra gli uomini: il tema finale, nella nota riedizione del Maestro Herbert von Karajan, è stato adottato nel 1972 come Inno europeo.
Pagina del manoscritto originale della sinfonia, conservato nella Staatsbibliothek di Berlino: la Nona Sinfonia viene conservata in condizioni speciali, nel buio assoluto, ad una temperatura di 18 gradi e a un tasso di umidità del 50%.
23 notes
·
View notes
Quote
È piuttosto frequente, specialmente nei romanzi storici, incontrare un re medievale di sera nella grande sala di un castello, oppure mentre intrattiene ospiti in un padiglione di caccia, ma è ancor più plausibile pensarlo mentre consuma, durante una sosta del suo incessante cammino, un pasto lungo la strada, sia pure nella dovuta pompa. Per la maggior parte del tempo la Corte del re era costituita da una moltitudine di cavalieri, animali da soma, carri piccoli e grandi. La cappella regia non era un silenzioso luogo di culto, ma era costituita da arredi trasportati nelle sacche di cuoio di un cavallo da soma. Il letto di piume del re, con le sue lenzuola di lino, tappeti e coperte di pelliccia, i ricchi tendaggi della sua camera da letto, il suo vaso da notte portatile e la sua vasca da bagno lo seguivano sempre. Il suo guardaroba, che consisteva in robusti bauli contenenti le sue vesti ed i suoi preziosi, il denaro contante ed i documenti importanti, viaggiavano in uno o più «carri lunghi». Gli utensili da cucina viaggiavano in due carretti tirati ciascuno da un cavallo. Una vera folla di funzionari provvedeva ai bisogni domestici della Corte viaggiante. Oltre ai più autorevoli componenti come il senescalco, il ciambellano, il comandante la guardia del corpo ed il maggiordomo che curava il vettovagliamento, essa includeva uomini di medio rango come il maestro dispensiere del pane, il maestro dispensiere delle carni, il contabile per le spese domestiche, ed una schiera di servitori minori che avevano il loro posto nella elemosineria, nella sala da pranzo, nella dispensa, nei depositi, nelle cucine. C'era anche l'usciere di camera che preparava il letto del re, e poi Florence che lavava i suoi vestiti, Ralph che li confezionava, e William che li asciugava quando erano bagnati. C'era qualcosa come centocinquanta persone di un certo rango alle quali far regali a Natale, ed un innumerevole seguito ch'era felice di raccogliere gli avanzi.
Giosuè Musca, La nascita del Parlamento nell’Inghilterra medievale, Edizioni Dedalo (serie Nuovi saggi, n° 168), 1994; pp. 52-53.
#Giosuè Musca#Musca#La nascita del Parlamento nell’Inghilterra medievale#Inghilterra medievale#Inghilterra#Medioevo#Medio-Evo#storia medievale#storia medievale europea#Europa medievale#Giovanni senza terra#libri#Storia d'Europa#Storia dell'Europa medievale#saggistica#saggi#letture#leggere#citazioni#XIII secolo#medievistica#medievalistica
1 note
·
View note
Text
Vi racconto la SAGA DELL' ESILIO NEL PLIOCENE di Julian May
Julian May è un'autrice di fantascienza statunitense operante soprattutto negli anni '80 e '90, che collaborò tra gli altri con Marion Zimmer Bradley, con cui scrisse una serie dedicata ad un pubblico giovanile, ma le sue due opere maggiori, e di maggior successo a livello internazionale furono certamente la saga Esilio nel Pliocene e il suo sequel spin off la serie Milieu Galattico.
Entrambe le serie contano quattro romanzi ciascuna e sono un affascinante mix di fantascienza, elementi fantasy e romanzo storico.
L'ambientazione in un epoca remota come il Pliocene dà al luogo dell'azione una profondità storica che mi ha ricordato la saga di Ayla di Jean Marie Auel. Julian May descrive con cura e dovizia i luoghi e la geografia di quel periodo provando di aver fatto ricerche molto accurate. Inoltre alcune caratteristiche tipiche del popolo Fae date agli alieni Tanu dona quel tocco di fantasy a questo romanzo di fantascienza veramente innovativo e diverso dal solito e lo differenzia da i molti altri libri di fantascienza che parlano di umani o alieni con poteri mentali.
Trovo sia, soprattutto la prima, la serie dell'Esilio, una serie adatta a molti tipi di lettori diversi, a chi ama i romanzi storici, il fantasy o la fantascienza.
Serie Esilio nel Pliocene
La terra dai molti colori (The Many-Colored Land)
Link: https://amzn.to/3yZAJjI
Trama: Nell'anno 2034 Theo Guderian, un fisico francese, fa una scoperta rivoluzionaria, ma inutile: inventa un congegno che permette il trasferimento istantaneo nel passato tramite una distorsione temporale. Il viaggio è però di sola andata e le coordinate spazio-temporali del punto di arrivo sono immutabili: si tratta di una zona della valle del fiume Rodano nell'idilliaca epoca del Pliocene, sei milioni di anni fa. Tuttavia a poco a poco questa scoperta così sottovalutata, si rivela utile: anche nell'utopistica società del XXII secolo, in un mondo che sembra aver raggiunto la completa felicità e la perfezione tecnologica, esistono degli "spostati", degli individui scomodi che vogliono fuggire attraverso questa porta in un misterioso passato.
2. Il collare d'oro (The Golden Torc)
Link: https://amzn.to/45pSt3S
Trama: Proseguono le avventure del gruppo di esiliati del secolo ventiduesimo che attraversarono un portale temporale per tuffarsi tra gli sconosciuti pericoli del Pliocene, un’epoca lontana sei milioni di anni nel passato. Al posto dell’idilliaca desolazione che si attendevano avevano però trovato una proto-Europa dominata da due razze aliene: i cavallereschi Tanu, belli e arroganti, e i rinnegati Firvulag, malevoli nanerottoli eterni rivali dei Tanu. Rimasti divisi in due gruppi, gli umani erano caduti nelle mani di queste due antichissime razze. Elizabeth Orme, che un tempo, nel suo mondo natìo, era una «Grande Maestra Metapsichica» e che, oranonostante il controllo dei Tanu, riacquista pian piano i poteri perduti. E c’è Bryan Grenfell, un antropologo alla ricerca del perduto amore, e Aiken Drum, un avventuriero dotato di un talento e un’ambizione davvero sfrenati. Accanto alla loro vicenda si snoda parallelamente la storia di un altro gruppo di umani miracolosamente sfuggiti alla schiavitù imposta dai Tanu e guidati da Felice Landry, una ragazza atletica che possiede incredibili poteri psi. Questo gruppo, con l’ambiguo aiuto dei Firvulag, decide di assalire la roccaforte stessa dell’impero dei Tanu subito prima del Grande Combattimento rituale che si svolge ogni anno tra Tanu e Firvulag.
3. Il re non nato (The Nonborn King)
https://amzn.to/3Rrwfc0
Trama: Alla fine de Il collare d’oro Felice Landry, una ragazza atletica dotata di incredibili capacità mentali, aveva provocato un gigantesco cataclisma che aveva distrutto la capitale del regno dei Tanu e messo fine alla loro dominazione e Aiken Drum, un altro giovane umano dotato di grandi poteri, uomo non nato da ventre di donna, ne approfitta per dichiararsi re e usurpare il loro trono. Ma il suo regno non sarà né facile né incontrastato, perch�� contro di lui si batteranno forze disparate, come il gruppo degli umani liberi, la folle Felice Landry, che ha giurato a se stessa di distruggerlo, e i rivitalizzati Firvulag, che ora sovrastano di numero la coalizione di uomini e Tanu guidata da Aiken.
4. L'avversario (The Adversary)
https://amzn.to/3xqgKdp
Trama: Il breve regno di Aiken Drum è già in pericolo: i Firvulag vogliono distruggere sia i Tanu che i terrestri in un terribile Gotterdammerung e un’altra minaccia, forse ancor più pressante, incombe: c’è un altro uomo che possiede poteri anche più forti di Aiken e che sta per giungere dalla Porta del Tempo. È Marc Remillard, l’Avversario, l’Istigatore della Ribellione Metapsichica, che aveva quasi conquistato l’intero Milieu Galattico futuro e che ora sta fuggendo con i suoi seguaci nel passato.
Serie Milieu Galattico (spin off /sequel della serie dell'Esilio)
L'intervento (Intervention)
Trama: Ambientato tra il 1945 e il 2013, il romanzo racconta dell'apparizione dei primi metapsichici operanti, della reazione dei "normali" alla presenza di menti così dotate e degli inevitabili mutamenti politici, sociali, economici, legislativi, fino al Grande Intervento, quando rappresentanti del Milieu Galattico mostrano la propria esistenza all'umanità.
2. Jack dai mille volti (Jack the Bodiless)
Trama: Il romanzo copre un ridotto periodo di anni, dal 2051, vigilia dell'ammissione dell'Organizzazione Umana nel Milieu Galattico, al 2054, "disincarnazione" di Jack il Senzacorpo, con una digressione nel 2040.
3. La maschera di diamante (Diamond Mask)
Trama: Il romanzo si concentra sugli anni tra il 2062 e il 2077 e su tre personaggi in particolare, Dorothea Macdonald e i fratelli Marc e Jon Remillard, le menti più potenti dell'Organizzazione Umana.
4. Magnificat (Magnificat)
Trama: Il romanzo si concentra sugli anni cruciali tra il 2078 e il 2083, culminando nel racconto del conflitto conosciuto come Ribellione Metapsichica.
1 note
·
View note
Note
Forse potrebbe sembrare una domanda un po' strana, ma c'è un ""tipo"" di serie tv (con una determinata trama, un determinato tipo di personaggi) che ti piacerebbe venisse trasmessa? E con quale cast?
Ciao, domanda interessante!
In realtà io non sono una spettatrice straordinariamente esigente e non ho neanche un genere preferito; in linea generale guardo volentieri qualunque cosa non offenda la mia intelligenza e non abbia il finale già scritto coi lampeggianti dalla prima scena. Mi piacciono i personaggi non nettamente buoni o nettamente cattivi, perché sono quelli che ci assomigliano davvero, e mi piace che non parlino doppiaggese, ovvero che abbiano un accento realistico e individuabile. E la mia regola preferita in narrativa è show don’t tell, quindi non sopporto l’exposition e i grandi proclami. Il problema delle serie italiane è, di solito, non rispondere a nessuna di queste regole. xD
Detto ciò sono una studentessa di Lingue col pallino della Storia, quindi per me lo show ideale sarebbe un period drama o un adattamento di romanzi, idealmente un adattamento di romanzi in costume storico ù-ù
Abbiamo un sacco di romanzi mai adattati, sia classici che contemporanei, un sacco di personaggi storici senza biopic o con biopic imbarazzanti. Se vogliono andare sul sicuro, Camilleri ha scritto un sacco di romanzi storici belli. È una bella gatta da pelare. Posso dire che in termini di biopic graditi ho avuto Virginia. La monaca di Monza e la prima stagione dei Medici non mi ha fatto schifo. Per quanto riguarda le comedy mi è piaciuto molto Amiche Mie qualche anno fa, era una storia tutto sommato convenzionale che però ha provato a svecchiare il format con un cast veramente solido. Fra i drammi/crime Non Uccidere e Rocco Schiavone sono >>> e se un teen drama non ha la varietà, il linguaggio e la fotografia di Skam non si disturbino a mandarlo in onda.
Venendo ai castttt io ho un debole per tutto il bacino di attori romani di mezza età attivi al momento (datemi qualcosa con Mastandrea e Giallini e sono vostra per sempre), ma anche qui non ho esigenze folli - basta che la smettano di fare tutto con Lino Guanciale e la Incontrada per quanto ami alla follia Lino Guanciale. Alcune random ideas:
Un adattamento di Noli me tangere di Camilleri con Mastandrea protagonista.
Un adattamento di La rivoluzione della luna sempre di Camilleri, ammetto di aver pensato a Katy Saunders come volto della protagonista ma è un po��� cagnetta quindi possono cambiarla lol
Una dark comedy con Miriam Dalmazio, Miriam Leone e Francesca Chillemi che distruggono la mafia dall’interno come infiltrate
Un adattamento di E il cuore salta un battito con chi pare a loro purché vediamo una storia gay in prima serata (consiglio Alan Cappelli)
Qualunque cosa con Lino Banfi e Riccardo Scamarcio imparentati. Accento barese
Qualunque cosa con Valerio Mastandrea e Federico Cesari che fanno padre e figlio
Una serie tv che parta da una costola di Maraviglioso Boccaccio
Una serie tv sugli Aragona di Napoli con almeno Enrico Lo Verso, Gianfelice Imparato, Isa Danieli, Giampaolo Morelli, Sergio Assisi, Serena Rossi, Alessandra Mastronardi e Gaia Geraci. Ai ruoli penso dopo ù-ù
6 notes
·
View notes
Text
Un Edida per l'estate?
Piccolo prezzo grandi letture… in cartaceo e in ebook tutti su EDIDA E per citarne alcuni da non perdere… spy story, racconti, romanzi classici, contemporanei, storici Quattro spy story di ambientazione storica di successo O.D.E.S.S.A. L’ora della fuga O.D.E.S.S.A Caccia in Argentina O.D.E.S.S.A Operazione Damocle O.D.E.S.S.A Il tesoro del lago Racconti e romanzi Classici Verne Il conte…

View On WordPress
0 notes
Text
Consigli di scrittura
Descrivere i personaggi
Le descrizioni dei personaggi possono essere di due tipi: dirette e indirette.
Si parla di descrizione diretta quando il personaggio, narrando in prima persona con focalizzazione interna, si mostra agli occhi del lettore. L'errore più comune quando si utilizza questa tecnica è quello di fare gli elenchi: "Mi chiamo Carla, ho grandi occhi azzurri e capelli biondi lunghi fino alle scapole, sono magra ma non troppo, la mia pelle è pallida come quella dei cadaveri e per questo i miei compagni mi prendono in giro chiamandomi 'zombie'", e ancora "Mi preparo per andare a scuola. Indosso la mia felpa grigia preferita con sotto un paio di jeans elasticizzati, le Converse nere con le stelle rosse, mascara, rossetto, poi lego i capelli in una coda disordinata". Ragazzi, non si fa. Questo è un modo di descrivere che gli insegnanti, quando frequentavo le elementari, chiamavano "lista della spesa" - nient'altro che un lungo elenco di informazioni, anche banali, buttate tutte insieme sotto gli occhi del lettore. Come si ottiene una descrizione diretta efficace? Anzitutto, fate in modo che ogni dettaglio sia rilevante e ben incastonato all'interno del discorso. Nel 1800, con l'avvento del Realismo, Verismo, del Naturalismo* e dei romanzi storici, era in voga la "digressione": lunghi paragrafi descrittivi che interrompevano il flusso narrativo. La differenza tra una digressione e la lista della spesa sopra citata è che la prima ha una valenza a livello di significato. Per uno scrittore verista o di romanzi storici riportare su carta il verosimile, ambienti e personaggi particolareggiati, descritti di tutto punto - nell'atteggiamento, negli abiti, nell'acconciatura, fino alla fibbia delle scarpe - era essenziale per catapultare il lettore nella realtà di cui stavano parlando. [*movimento parallelo al Verismo italiano. Esso prevedeva lo studio approfondito della condizione umana attraverso gli ambienti in cui si sviluppava: era una scrittura di approccio scientifico, che voleva andare a determinare la natura, il carattere delle persone (e dunque dei personaggi) analizzando la classe o il ceto in cui erano nati, gli studi fatti, la lingua parlata, il periodo storico vissuto, i valori, le tradizioni, i principi, i sentimenti acquisiti grazie o a causa dell'ambiente sociale. Come, dunque, non perdersi in digressioni lunghissime anche sul mestolo usato per girare la brodaglia?] Vi riporto due esempi, il primo di Manzoni, il secondo di Balzac (Honoré de Balzac fu esponente del Realismo). I promessi sposi prendono luogo nel XVII secolo, con esattezza nell'anno 1628. Essendo Manzoni uno scrittore del 1800, era necessario - sia per aiutare la fantasia dei suoi contemporanei, sia per rimanere fedele al romanzo storico - che si cimentasse in lunghe e particolareggiate descrizioni del mondo in cui i suoi personaggi si muovevano. Quando Renzo si presenta in casa di Don Abbondio per definire gli ultimi dettagli del matrimonio, Manzoni ne descrive con minuzia gli abiti, il cappello con la piuma, i calzoni colorati, persino il manico del pugnale che spunta tra i vestiti. Al giorno d'oggi questo modo di fare è passato di moda - anzi, per il lettore moderno risulta pesante leggere determinati passi dei classici. Sarà perché andiamo tutti di fretta. Ma abbiamo comunque da imparare da questi grandi maestri. Sia Balzac che Manzoni utilizzano nelle loro opere un tipo di descrizione che viene definita fisiognomica. In parole molto spicce, si tratta di un tipo di descrizione, oserei dire, centripeta: dall'abbigliamento di un personaggio, dagli oggetti che conserva in camera, da una particolare luce nello sguardo, si arriva ad intuire quale sia la sua indole. Manzoni aveva il pallino degli occhi, e celebre è la descrizione dello sguardo della Monaca di Monza: languido, sfuggente, a volte fisso, altre perso nel vuoto, tipico di chi ha qualcosa da nascondere (Gertrude ha macchiato il velo monacale con il peccato della lussuria) ma vivido di intelligenza (Manzoni stesso dice che la monaca facesse il bello ed il cattivo tempo all'interno del convento, una donna determinata ed astuta). In Papà Goriot di Balzac ritroviamo la descrizione dell'abbigliamento della signora Vauquer, proprietaria di una pensione. Ella indossava abiti sdruciti, la vestaglia dall'orlo strappato, le ciabatte vecchie ingrigite, eppure era ricca. Cosa ci fa capire questo di lei? Che era una gran tirchia. Il consiglio che vi do, sulla base di quanto appena detto, è di fare in modo che le vostre descrizioni vadano oltre la superficie, e servano a dirci qualcosa anche sul carattere del personaggio. Ma fate in modo che siano spezzettate e ben amalgamate all'interno della storia, non fate elenchi, liste e papiri. Basta con la solita protagonista diciassettenne che si guarda allo specchio e inizia ad analizzare ogni tratto del suo volto - nessuno lo fa nella vita reale. Nessuno dopo la doccia si ferma davanti allo specchio e si dice: "Ho pagliuzze dorate negli occhi verdi e capelli lisci come seta, del colore del mogano". Spargete queste notizie nel corso della storia - magari entro i primi dieci capitoli, non si può arrivare all'ultimo per scoprire che il protagonista ha gli occhi neri - ed inseritele con fantasia. Ad esempio, un personaggio può arrivare a parlare dei propri capelli se si tratta di fare un paragone con quelli di qualcun altro: "Mia madre stamattina ha un incontro di lavoro, lo capisco dal modo in cui ha legato ordinatamente i capelli. Sembra più seria. E' un peccato che nessuno possa vederla quando le scendono in voluminose onde castane attorno al volto - a volte la invidio, i miei sono di un triste giallo paglierino, come quelli di papà". Così avete preso due piccioni con una fava, perché avete fatto contemporaneamente una descrizione diretta (il personaggio che in prima persona e con focalizzazione interna dice dei propri capelli che sono giallo paglierino) e una indiretta. Quando si ha una descrizione indiretta? Quando un personaggio non si descrive da solo, ma è qualcun altro a farlo per lui, che si tratti di un altro personaggio (la ragazza che parla dei capelli della madre) o del narratore (Manzoni stesso con gli occhi di Gertrude). I consigli per questo tipo di descrizione sono identici: niente cascate di dettagli. Inoltre, non tutti notiamo le stesse cose nelle persone, e questo è da tenere a mente. C'è chi si accorge prima del colore degli occhi, chi della forma delle labbra. Se qualcuno indossa un colore sgargiante, noteremo prima la maglia e poi tutto il resto. Se siamo attratti fisicamente da un particolare tratto, è molto probabile che sarà ciò che cercheremo anzitutto in chiunque incontriamo - la forma delle spalle, le gambe, il sorriso. Ci sono tempo e capitoli successivi per aggiungere tutto ciò che non abbiamo analizzato di primo acchito. Infine, a volte può essere divertente mostrare anche quelle che sono le imperfezioni: le unghie mangiate, una voglia, smagliature, il naso adunco.
0 notes
Text
L’ho sposato, lettore mio: Un omaggio a Charlotte Brontë a cura di Tracy Chevalier. Recensione di Alessandria today
Un tributo letterario che esplora la vita, l’eredità e l’ispirazione di una delle più grandi scrittrici della letteratura inglese.
Un tributo letterario che esplora la vita, l’eredità e l’ispirazione di una delle più grandi scrittrici della letteratura inglese. Biografia dell’autrice: Tracy Chevalier Tracy Chevalier, nata a Washington nel 1962, è una scrittrice britannico-americana celebre per i suoi romanzi storici. Dopo essersi trasferita in Inghilterra negli anni ’80, ha lavorato come editor di testi di riferimento…
#Alessandria cultura#Alessandria cultura e lettura#Alessandria today#Alessandria today recensioni#Charlotte Brontë#Charlotte Brontë biografia#Charlotte Brontë ispirazioni.#classici della letteratura#classici e modernità#classici riletti#Google News#indipendenza femminile#italianewsmedia.com#Jane Eyre#Jane Eyre finale#L’ho sposato lettore mio#Letteratura classica#letteratura di qualità#letteratura inglese#letteratura inglese contemporanea#Letture consigliate#letture per appassionati#letture per riflettere#libri per lettori#libri sulla letteratura#narrativa al femminile#narrativa classica#narrativa contemporanea#narrativa gotica#narrazione e introspezione
0 notes