#potere e redenzione
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pier-carlo-universe · 2 months ago
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L'armonia segreta di Geraldine Brooks: Un Viaggio nell'Età del Ferro attraverso la Vita di Re Davide. Recensione di Alessandria today
Un ritratto affascinante e intenso di uno dei leader più enigmatici della storia biblica
Un ritratto affascinante e intenso di uno dei leader più enigmatici della storia biblica Un romanzo che riporta in vita l’epoca antica “L’armonia segreta” di Geraldine Brooks è un’opera straordinaria che si addentra nelle pieghe dell’Antico Testamento, ricostruendo la vita di Re Davide, figura leggendaria e complessa dell’Età del Ferro. Con una scrittura potente e coinvolgente, Brooks combina…
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kon-igi · 11 months ago
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LA FESTA DEL PAPÀ È DIVISIVA
Ma oramai non credo che esistano argomenti di condivisione comune sui quali poter fare affermazioni nette e aspettarsi che tutti siano d'accordo.
Il cielo è blu? Ma va'... il cielo è celeste! No, guarda che è nero ed è un fenomeno di rifrazione dei raggi solari sull'atmosfera. Ti sbagli, è giallo! Sì, però togliti quel sacchetto dell'Esselunga dalla testa. Basta! Il cielo è marrone con radici che penzolano. Zitto tu che sei morto!
La scelta del giorno della festa del papà, poi, coincide con quel santo del calendario che credo abbia avuto il peggiore martirio fra tutti, cornuto, mazziato e ringrazia pure. Cioè, come papà sfigato il primo posto se lo prende di sicuro Darth Vader ma perlomeno aveva una spada laser e il suo arco di redenzione è stato più appassionante.
Insomma, la festa del papà è divisiva per due ragioni, una sociale e l'altra personale.
Da una parte, è una ghiotta occasione perché alcuni frignino che non esistono più i papà di una volta, tutti pipa e cinghiate, e che anzi, se andiamo avanti così non esisterano più nemmeno gli uomini, dall'altra è che al netto di tutto, i padri molte volte più che festeggiati spesso vanno perdonati.
Adesso come adesso, i papà sul mercato sono figli o nipoti del patriarcato, nel senso che difficilmente non avranno assorbito per osmosi familiare e sociale l'idea di quello che deve essere il ruolo di un genitore maschio all'interno della famiglia.
In sintesi il pater familias.
[maledetto genitivo ellenico ma sono cose mie]
Quando io e la mia compagna dobbiamo fare cose importanti che implichini decisioni tecniche, burocratiche, meccaniche, matematiche o notarili, il mio gesto preferito è questo
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perché tutte le volte il venditore di auto parla rivolgendosi a me che distinguo le macchine solo per il colore, l'avvocato quando io risolverei tutto con il trial by combat e la commercialista dove io opterei per il baratto.
Io sarei il pater familias, quindi automaticamente il detentore delle decisioni familiari e è invece è la mia compagna quella che prende le migliori, senza spargimenti di sangue o una pila di conchiglie che l'enel non accetta come forma di pagamento.
Sì, vabbè... non sa accendere la motosega o da che parte si impugna un coltello da lanciare e se proprio dobbiamo dirla tutta non riesce neanche ad accendere il fuoco nel camino (cosa che le rimprovero sempre ricordandole che erano le vestali ad accudire il Fuoco Sacro del focolare domestico). Poi però c'è quell'altra che disegna tubi e motori idraulici usando termini strani tipo 'valvola di massima' o 'dislocamento positivo' e quell'altra ancora che snocciola a memoria le caratteristiche di ogni macchina o moto e parla per due ore di maderizzazione e di vendemmia in neve carbonica.
Questo per dire che i ruoli sono solo ruoli ed è solo questione di abitudine... le abitudini cambiano e ci si abitua al nuovo.
Quindi buona festa a quella persona alla quale dovrebbe essere solo chiesto, dopo la fornitura di migliaia di gameti scodinzolanti, di amare in modo vasto e profondo chi non ha mai chiesto di essere portato su questa spaventosa e bella terra, ricordando che amore non è mai possesso, conferma od orgoglio.
L'amore per i propri figli è essere partecipe della gioia che abbiamo insegnato loro a conquistarsi da soli.
E per concludere, si può essere padre amorevole pure senza aver mai partecipato con un singolo spermatozoo.
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multiverseofseries · 3 months ago
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Il Gladiatore II: Un Viaggio Epico tra Politica e Cinema
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Sangue, rabbia e una narrazione epica per un sequel potente e, a tratti, visionario. Un film che può essere letto anche alla luce delle problematiche contemporanee. Sullo schermo, Paul Mescal, Pedro Pascal e un magistrale Denzel Washington sono i protagonisti.
Il titolo stesso, Il Gladiatore II, ha un impatto gigantesco. Un film che mira a riportare sul grande schermo un tipo di cinema spettacolare, emotivo e maestoso, che sembra essere scomparso, ormai rivolto solo a un pubblico più distratto. Ma, sin dalla prima scena, Ridley Scott ci trasporta in un universo che richiama i grandi kolossal del passato: Ben-Hur, Quo vadis? e Spartacus, con tanto di omaggi. Eppure, nonostante l’omaggio al passato, Il Gladiatore II non è solo un grande seguito, ma un progetto che guarda anche al futuro, pur mantenendo il legame con la tradizione del cinema epico.
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Le premesse erano alte, eppure il risultato non ha solo soddisfatto le aspettative, ma le ha superate. Creare un seguito per un film leggendario come Il Gladiatore - che ha segnato una generazione - non era certo facile, ma Ridley Scott è riuscito a mantenere intatto lo spirito originale, pur dando vita a un film indipendente, contemporaneo e quasi visionario. Inoltre, con la sceneggiatura di David Scarpa, il film risulta essere uno dei più politici del regista, un'opera che, soprattutto in un'epoca in cui pochi autori osano esprimere opinioni forti, si propone come una dichiarazione di intenti chiara e potente.
Il Gladiatore II: Il Testimone di Massimo Decimo Meridio
Tra vendetta, redenzione e un viaggio che tocca anche dimensioni spirituali, Il Gladiatore II si fa portatore di un messaggio forte. Pur essendo ambientato in un mondo antico, la storia è un riflesso critico di un mondo moderno, in cui il potere e la guerra sono il terreno fertile di una politica corrotta e amorale. È un mondo che, sfortunatamente, somiglia molto al nostro. In questo contesto, la Roma che viene ritratta nel film è sull’orlo del collasso, e la trama riesce a rendere tangibile questa sensazione di decadenza.
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A vent'anni dalla morte di Massimo Decimo Meridio, l'eredità del leggendario gladiatore viene raccolta da Lucio Vero (Paul Mescal), un uomo ridotto in schiavitù dopo essere stato deportato dalla Numidia (l'antico nome del Nord Africa) dalle legioni di Marco Acacio (Pedro Pascal), sotto il dominio degli imperatori Caracalla e Geta. Arrivato a Roma, Lucio viene costretto a combattere come gladiatore per il crudele Marcrinus (Denzel Washington), uno schiavista senza scrupoli che trama per raggiungere il potere.
Il sogno di Roma e il crollo dell'Occidente
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Ciò che distingue Il Gladiatore II da tanti altri sequel è la sua forte componente politica, che va oltre la trama e si intreccia perfettamente con la narrazione storica e i temi trattati. La storia, infatti, si presta a una lettura che richiama le analogie tra l'Impero Romano e gli Stati Uniti moderni. Il sogno di Roma, incarnato da Lucio e poi da Marco Acacio, è il medesimo sogno tradito dell'“American Dream” – una promessa di libertà e giustizia ormai svuotata di significato.
Con una regia impeccabile, che riesce a catturare l'essenza del passato con grande maestria, Scott affronta temi come la democrazia, l'oppressione, la civiltà, la rivoluzione e la resistenza. La scenografia, la fotografia (firmata da John Mathieson) e la colonna sonora (di Harry Gregson-Williams, che si fa portavoce della grande tradizione musicale di Hans Zimmer e Lisa Gerrard) accompagnano lo spettatore in un viaggio visivo che fa vibrare ogni singola scena. Eppure, un avviso: non cercate una riproduzione storicamente fedele; il cinema, come sempre, è prima di tutto un'arte, non una lezione di storia.
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In questo contesto, Lucio, interpretato da Paul Mescal, emerge come una figura potente e moderna, ancora più incisiva di quella di Massimo Decimo Meridio (Russell Crowe), che pur non essendo presente, si fa comunque sentire. Lucio è l'emblema di un eroe che cerca giustizia e libertà, ma che si scontra con la realtà di un mondo ormai corrotto. La sua lotta per il sogno di Roma è una riflessione sulla fine di un impero e sulla ricerca di un ideale che ormai è sfocato. In qualche modo, Lucio rappresenta un tentativo di riscatto in un’epoca che sembra incapace di cambiare. È la rivalutazione del sogno di Roma, ormai svuotato di significato e destinato a crollare sotto il peso della sua stessa corruzione. Una riflessione che si estende anche al nostro presente, dove le stesse dinamiche di potere e paura sembrano prevalere.
Conclusioni
Il Gladiatore II di Ridley Scott è un sequel che non solo rispetta, ma espande l'eredità del film originale. È un'opera cinematografica potente e significativa, che si distingue per il suo spirito politico e la sua visione. Con ogni scena, Scott ci regala un'esperienza che mescola perfettamente spettacolarità e riflessione profonda, facendo di questo sequel una delle migliori esperienze cinematografiche recenti.
👍🏻
Una regia imponente e maestosa.
L'approfondimento politico e sociale.
La performance di Denzel Washington.
Il sequel che mantiene lo spirito dell'originale.
👎🏻
Inaspettatamente, il film potrebbe sembrare durare meno rispetto alla sua ambizione narrativa.
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ocoreanalfabeta · 1 year ago
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Franco. Un nome comune, insignificante come sabbia scivolante tra le dita. Un bambino nato nel 1927, in un paesino sperduto tra le braccia chiuse della Campania. Lì, in quel posto afflitto dal sole implacabile e dalla sabbia che tutto inghiotte, il male ha trovato rifugio.
Gli ancelle del tempo, con la loro falce affilata, si erano unite per dar vita all'essenza dell'oscurità e della corruzione, e Franco era lo strumento perfetto. Crescendo, le sue radici affondavano sempre più nelle terre infette, e così quella piccola pianticella abbracciò il marcio circostante. Le case cadenti, le strade deserte, le facce tragiche dei suoi abitanti: tutto ciò si fonde con la sua anima distrutta che vomita incontrollabilmente peccaminose intenzioni.
La sua figura, una carne umida e spettinata, si perdeva tra i vicoli bui, precorrendo le tracce di corruzione che scavavano il loro cammino. La sua voce, uno sghignazzo sinistro e grezzo, echeggiava tra i muri mentre sussurrava le sue preghiere di depravazione.
Il suo volto tanto pallido e freddo da poterlo confondere, a tratti, con una statua marmorea nel cimitero di un Dio dimenticato. L'odore di violenza che lo avvolgeva come un velo putrido, era il suo marchio indelebile. Eppure, un altro marchio solcava la sua carne: un rosario, oscenamente consacrato, che trasudava misericordia e redenzione.
Franco era un uomo di Chiesa. Un sacerdote degenere, un flagello che si dilettava nel suono delle lacrime e dei lamenti. Bendando i suoi occhi ormai opachi e ascoltando le preghiere soffocate dei suoi fedeli, sapeva che il potere sovrannaturale che una volta gli era stato promesso, era diventato quasi tangibile.
Il prete cattivo, soffocante di desideri proibiti, si gettava nella notte senza regole. Carne e sangue erano i suoi vizi, la violenza era il suo pane quotidiano. Alla ricerca di quel calore tanto proibito, la sua croce si sciolse tra le sue mani e l'oscurità si riversò in lui.
Nessuno, forse solo i sussurri del vento carico di peccato, avrebbe potuto prevedere il terribile destino che avrebbe atteso l'anima dannata di Franco. La sua strada si sarebbe intrecciata con flamme divine e sangue versato, causando una tempesta di tragedia.
E così, immerso nel buio eterno, Franco continua a danzare nel freddo riflesso di uno spirito corrotto. Animato da un desiderio insaziabile, inietta fiele nelle vene della sua vittima, macchia di nero ogni colpo di luce che osa attraversare il suo cammino.
Ma l'oscurità non può nascondere eternamente la scintilla di speranza, e la sua misericordia assomiglia a un'ombra che si spalanca sulla sua cupa anima.
Chissà quali demoni chiamerà a sé, chissà quanti cammini distrutti seguiranno i suoi passi. Franco, il prete cattivo, con i suoi vizi segreti e le sue preghiere sacrileghe, è un'ombra che, prima o poi, dovrà affrontare la luce.
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eyelinerda3euro · 2 years ago
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il weekend trovo sempre la pace e mi riesce facile, il lunedì pomeriggio inizia l’inquietudine, martedì è desolazione e mercoledì è acutissima disperazione, giovedì mi avvio per la redenzione e venerdì brillo. è così da due settimane e vorrei proprio che questa non sia la terza settimana di fila con questo andamento rovinoso. ieri ho guardato i biglietti dell’aereo per tornare a milano qualche giorno a maggio, se sto stretta con le spese potrei anche permettermelo, penso che potrebbe essere positivo per me tornare qualche giorno a casa per rinnovare il piacere poi di stare qua. ho chiesto anche a mia mamma se questa estate le posso per caso dare una mano in ufficio e penso che mi piacerebbe molto aiutarla e stare con lei, fare la colazione assieme e prendere la bici per andare in azienda e smistare i documenti, ordinare le fatture, fare le fotocopie, chissà. e chissà soprattutto la me adolescente che risentimento che proverebbe verso questa scelta, ma vabbè, le estati in questi ultimi tre anni non sempre sono state entusiasmanti dal momento che non ho grandi soldi per fare chissà che e si vive in lombardia e c’è un caldo bestiale, quindi tanto vale. allo stesso tempo penso che quando avrò un lavoro vero rimpiangerò questo tempo libero ma sinceramente chissenefrega, per il momento la mia vita è diversa e devo trarre assolutamente il meglio da essa. poi stamattina mi ha telefonato alessandro e dio mio quanto sono innamorata, sono quasi esaurita e senza forze da tutto questo affetto. in queste ultime settimane alquanto buie il pensiero del nostro bene mi ha calmato ma a tratti mi ha impaurito, perché non riesco più a pensare alle mie sorti senza contare la nostra unione, che è una matematica bella ma rischiosa. ho anche paura dei suoi sentimenti, perché so che sono forti e belli ma la maniera in cui me li esprime è così… bizzarra per me? ma in verità tutto in lui è bizzarro per me perché le nostre nature sono estremamente differenti, ma io sento che nutre molto rispetto per me e anche un po’ di ammirazione, forse, cosa che non mi è quasi mai capitata di sentire da parte di un ragazzo, sebbene di ragazzi ne abbia avuti anche tanti a voler guardare. comunque il contenuto della telefonata verteva sul fatto che sembra intenzionato a iniziare un percorso di terapia. non sto a raccontare i perché e i percome, ma sono contenta di questa cosa e voglio il meglio per lui, come poi desidero il meglio per tutti quanti e pure per me. comunque ieri notte ho letto fino alle quattro di notte ed è stato bellissimo, poter leggere di notte al buio è un dono. grazie kobo, questo ultimo pensiero lo dedico a te. ora vado a stendere il bucato, un bacio a te blog mio
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abr · 2 years ago
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Ho rivisto "2012", ieri.
Uno degli ultimi film complottisti Hollywood Dems' made, prima di riconvertirsi all'abbronzatura di antichi eroi ed eroine troppo pallidi.
E' in sostanza catastrofismo in salsa Maya: la crosta terrestre "disloca" provocando terremoti e maremoti globali, ma solo per un mesetto poi si calmerà. Gli Espherti sanno da qualche anno (la scenza non mente) ma lo dicono solo a chi li paga: i Governi. Come ricompensa, molti di loro verranno lasciati morire, mentre altri vengono ammazzati prima che rivelino tutto.
I Governi del Mondo delocalizzano in Cina la costruzione segreta di una serie di Arche (con gli espliciti complimenti finali: "bravi cinesi, non credevamo fosse possibile costruirle in così poco tempo") per salvare animali, opere d'arte libri. E anche 400.000 persone, ufficialmente i "migliori" selezionati da biologi e genetisti, nella realtà si tratta di family & friends dei politicanti al potere, compresa Queen Betty coi suoi corgi. Una delle Arche è riservata a "private donors", riccastri che han saputo per le loro vie traverse confidenziali e han comperato biglietto da 1 miliardo di dollari a cranio, without whom l'intero progetto non sarebbe stato finanziariamente sostenibile (ah che skifo il Kapistalishmo, però è l'unico sistema che realizza quel che serve, anche in Cina).
Alla fine arriva il giorno previsto dai Maye e dagli Eshperti , solo un po' prima e un po' più viulentemente (ah 'sta natura poco scentifica). Ovviamente la storia è incentrato sulle mille peripezie di un ammerecano medio determinato e sveglio che salva sé e famiglia: messaggio individuale individualista di speranza che Hollywood è ancora costretta a dare per via del botteghino, nonostante sia tutta socialismo; ma a noi non interessa, sottolineiamo solo alcuni aspetti sociopolitici di mentalità.
Primo: il complottista isolato che sembra uno scemo, è l'unico che unisce i puntini e ha ragione. Dar retta al pazzo complottista è ciò che salva l'ammerecano medio: messaggio decisamente pre-Trumpiano ma una volta i Dems. stigmatizzavano giustamente Cia Fbi Deep State e mainstream media, poi han deciso che si faceva prima a diventare i loro rappresentanti e brandire i Fact Checkers per zittire i complottisti, accusandoli di essere al soldo di Putin.
Secondo: è chiaro e condiviso che salvare l'Elite mondiale é una operazione odiosa, peggio del nazismo che perlomeno puntava sulla razza superiore; mentre il cinico conservatore giustifica la cosa in modo banale (la vita è nammerda, il fine giustifica i mezzi), la reazione dei "buoni democratici" è indignata ma rimane petizione di principio, poi si mettono tutti disciplinati in coda per il proprio salvamento, paghi del fatto di sentirsi intellighentsjia indispensabile per l'Umanità futura. I soliti ipocriti: mi devono spiegare come un geologo possa esser più "indispensabile" di un idraulico, di una levatrice o di un muratore quando c'è da rifare una vita.
Il Dems. in regia tenta di inscenare un pentimento e redenzione di codesti "buoni": funge da agnello che toglie i peccati del mondo dems., il vecchio simil Obama Presidente Usa. Costui non s'imbarca, decidendo di condividere la sorte delle masse, anzi rivelando la catastrofe incombente in tv a reti unificate. Too little too late: se n'è stato zitto e collaborativo per almeno due anni e cede solo all'evidenza della catastrofe in corso, a giochi fatti e senza rivelare che c'è chi si salverà, tra cui sua figlia. A pentirsi così son buoni tutti (quelli anziani). Altra ipocrisia tipicamente Dems.
Ah, c'è poi un altro tentativo di contentino livoroso Dems per le masse: l'Arca per i miliardari muniti biglietto risulta danneggiata e non può salpare. Scene di panico e vittime, i miliardari son rimasti piedi: anche i ricchi piangano. Alla fine dopo acceso dibattito "i buoni" decidono di aprire le porte delle Arche loro e stringersi un po': fa da simbolo involontario dell'alleanza tra sinistre globaliste e finanza.
Sintesi finale: praticamente tutti i film d'azione da quarant'anni a questa parte, a partire dal capostipite James Bond, riguardano complotti e fregature del governo contro i cittadini; questo non fa eccezione. Voglio dire, eran DECENNI che ci stavano preparando culturalmente all'inganno, alle bugie, al "fate come vi diciamo e andrà tutto bene". Lo facevano i "buoni" fino a quando non diventarono loro stessi il Potere che gestisce la cospirazione menzognera ipocrita; sia come sia uno dice, più che dircelo, uomo avvisato mezzo salvato ... invece non è servito a nulla.
O meglio, è servito documentare in anticipo come avvengono le catastrofi: sulla pelle della gente, mentre "qualcuno" si salva - attenzone, non sono né tutti gli scenzati né tutti quelli "coi soldi": piangono pure loro, nonostante abbian dato ...
Meditate gente, meditate.
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jamessixx · 2 years ago
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Lucifer Morningstar mood. ✨ Nel mondo intrigante delle serie TV, pochi personaggi brillano con la stessa intensità di Lucifer Morningstar. Quest'incarnazione della tentazione, tratta direttamente dalle pagine della mitologia, ha conquistato il pubblico con la sua personalità magnetica e il suo stile senza tempo.
Nella serie televisiva "Lucifer," trasmessa con il fuoco del peccato su schermi di tutto il mondo, Morningstar emerge come un anti-eroe affascinante e imprevedibile. Interpretato con maestria dall'attore Tom Ellis, il diavolo abbandona il suo trono infernale per unirsi al mondo terreno a Los Angeles. Intrappolato tra le sue origini oscure e il desiderio di redenzione, Lucifer oscilla tra il bene e il male in un balletto emozionante di colpi di scena e rivelazioni sorprendenti.
Nessun angolo buio della psiche umana è immune al suo sguardo penetrante. Con un umorismo tagliente come una lama e un fascino irresistibile, Lucifer Morningstar affascina spettatori di ogni genere. Le trame avvincenti si intrecciano con misteri sovrannaturali e drammi personali, creando una sinfonia di emozioni e azione che tiene incollati gli spettatori ai loro schermi.
Ma c'è di più: il personaggio di Lucifer Morningstar risveglia anche domande filosofiche e morali. L'eterna lotta tra il libero arbitrio e il destino, il bene e il male, trova una voce potente in questa serie. Chi è veramente responsabile delle nostre scelte? Possiamo davvero sfuggire al nostro passato? Queste domande e altre si mescolano con la trama, aggiungendo profondità e complessità a un racconto già straordinario.
Quindi, che tu sia un appassionato di mitologia, un amante dei thriller sovrannaturali o semplicemente in cerca di una storia coinvolgente, Lucifer Morningstar è pronto a portarti in un mondo di oscuro fascino e illuminante riflessione. Preparati a immergerti in una storia che incendia l'anima e solletica la mente, dove il diavolo stesso potrebbe rivelarsi una guida inaspettata attraverso i meandri della condizione umana. Benvenuti nell'incanto avvolgente di "Lucifer."
Nelle profondità incandescenti dell'inferno, un nome risuona con un'aura di mistero e potere: Lucifer Morningstar. Questo enigmatico sovrano degli abissi oscilla tra il lusso sfarzoso del suo regno infernale e le strade cupe di Los Angeles, dove si dilettava nella sua inusuale seconda carriera come consulente investigativo.
Con un'incredibile amalgama di fascino e sfacciataggine, Lucifer Morningstar incarna il classico ribelle con un tocco di saggezza divina. La sua originale interpretazione diabolica si intreccia con una curiosa affinità per l'umanità, spingendolo a cercare verità e giustizia insieme alla sua complice Detective Chloe Decker. Mentre si gettano nel vortice delle indagini, la chimica travolgente tra loro diventa una forza trainante, aggiungendo un tocco irresistibile a ogni scena.
In ogni episodio, l'enigma di Lucifer Morningstar si svela progressivamente, rivelando i segreti di un passato immortale e la sua relazione complicata con il suo padre divino. Questo affascinante arcangelo caduto è tanto un provocatore quanto un confidente, costringendo gli spettatori ad ammirare la sua complessità e ad abbracciare il suo lato oscuro.
Immergiti in un mondo di ambiguità morale, svelamenti sorprendenti e battute taglienti mentre segui le avventure di Lucifer Morningstar. Che tu sia affascinato dal suo magnetismo oscuro, affamato di indagini avvincenti o semplicemente attratto dall'inarrestabile energia dell'arcangelo decaduto, c'è un motivo per cui il nome "Lucifer Morningstar" risuona come un richiamo irresistibile nell'universo dell'intrattenimento. Unisciti a noi mentre esploriamo le profondità ardenti di questa serie che incanta e avvince, portando la luce nelle zone più oscure.
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susieporta · 2 years ago
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LA PAROLA ALLE LAMINE!
Un esercizio molto consigliato per connettersi con la saggezza del Tarot è farne parlare le lamine. Io ho dato voce all'arcano XVIIII, Le Soleil (il Sole)
“Io e te, così vicini ma così diversi. Tu con tutte quelle paure e ansietà. Io con quell'ottimismo innato. Tu a cercare di far quadrare sempre i conti fino a perderci la testa, io comunque al sicuro, anche sotto i ponti. Vieni con me, lasciati guidare, cresci. Lo so, ti senti smarrito, trascinato dalla corrente sotto i tuoi piedi. Certo che il fiume delle emozioni si è fatto meno impetuoso rispetto a quando partisti. La Luna ha meno potere su di te. Vedi, io ho il mio sacro stabile isolotto bianco dove nessuno può farmi male perché non esiste nessuno che voglia e possa farmene. E tu invece? Sei sempre nel bel mezzo di una guerra. “Sopravvivenza alle continue catastrofi”, questo è il tuo motto! E hai il coraggio di chiamarla vita?!
Voglio complimentarmi con te per essere riuscito a superare il muro. Il tuo è stato un atto di fede perché non avevi idea di dove ti avrei portato. Ti chiedo, però, di fidarti ancora. Non manca tanto alla tua redenzione.
Alza lo sguardo! Lo so, gli occhi bruciano, ma è un buon segno. E' il Sole, il Logos che si mostra! Sono sicuro che presto rinascerai, azzurro come il cielo, e potrai sentire anche tu gli angeli suonare le loro trombe d'oro”.
Riccardo Sadè
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weirdesplinder · 2 years ago
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Lista di libri che possono cambiarti la vita o il tuo punto di vista sul mondo
Esistono molti libri che credo possano creare un vero cambiamento interiore nel lettore, ma è qualcosa di molto soggettivo. Per me e per la mia crescita magari sono risultati importanti dei romanzi che ad altri non hanno trasmesso le stesse cose. Però se dovessi dirvi qualche titolo che secondo me può veramente se non altro cambiare il punto di vista del lettore su alcune cose vi potrei elencare questi:
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- Il mondo di Sofia, di Jostein Gaarder
Link: https://amzn.to/3I5TxP7
Trama: Questo è il romanzo di Sofia Amundsen, una ragazzina come tante altre. Tutto comincia dalle strane domande che spuntano dalla sua cassetta delle lettere, passa attraverso le intriganti risposte dell'eccentrico filosofo Alberto Knox e approda a una bislacca festa di compleanno nel giardino degli Amundsen... Ma è anche il romanzo di Hilde Moller Knag, e per lei comincia proprio nel giorno del suo compleanno, passa attraverso l'insolito regalo che suo padre, il maggiore Albert Knag, le ha inviato dal Libano e approda a una notte stellata nel giardino della famiglia Knag a Lillesand... Ma è anche il romanzo appassionante della storia della filosofia, e per tutti noi comincia dagli atomi di Democrito e dalle idee di Platone, passa attraverso le geniali intuizioni di Galileo e il complesso sistema di Hegel e approda all'esistenzialismo di Sartre e al multiforme panorama del pensiero contemporaneo.
La mia opinione: questo libro non è altro che un piccolo compendio dei principali filosofi della storia sottoforma di romanzo per ragazzi, ma il bello è che non lo sembra. Non c’è alcun nozionismo, bensì le domande filosofiche che si pone la protagonista spinta da un misterioso qulacuno, sono semplicemente le domande che ogni essere umano si è posto prima o poi nella vita. Niente di più e niente di meno, e questo libro fa sopratutto capire come la filosofia non sia qualcosa di lontano da noi, una materia da studiare e imparare, ma scaturisce da noi stessi, dal nostro bisogno di risposte per poter vivere. La trama è semplice e al tempo stesso non lo è, ma ti pare letteralmente un mondo. Ricordo che lo lessi alla fine delle scuole medie perchè poi avrei iniziato il liceo classico e una delle materia che avrei dovuto studiare per la prima volta lì era appunto la filosofia. Ora inutile dirvi che questo romanzo non mi ha certo aiutato poi nello studio di quella materia, studiare filosofia vuol dire anche studiarne la storia ed è una cosa più seria, ma mi ha cetamente aperto la mente a domande che non mi ero mai posta e mi ha permesso di capire meglio da cosa nasce la filosofia e che i fiolosofi sono persone esattamente come noi che hanno semplicemente cercato delle risposte a quesiti universali.
- I Miserabili, di Victor Hugo
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Teama:  E’ la storia di Jean Valjean, ex carcerato, ancora ricercato che vive sotto mentite spoglie cercando redenzione e di Javert, il poliziotto che lo insegue. Ma è anche la storia di Cosetta, la bambina salvata e adottata da Valjean, e Mario, il giovane che si innamorerà di lei. Ed infine è la storia dell’immensa folla dei miserabili che popolano i bassifondi di Parigi in fondo quasi indifferenti ai grandi avvenimenti della storia che stanno vivendo.
La mia opinione: Se tralasciamo la trama centrale di questo romanzo che altro non è che un dramma, un tipico romanzo dell’ottocento con un personaggio principale che deve vivere un viaggio interiore di redenzione e che contine molti dei temi comuni a tutti i romanzi dell’epoca, ciò che veramente colpisce di questo libro, o almeno che ha colpito me, è tutto ciò che è stato costruito intorno alla trama. L’ambientazione storica e sociale è estremamente dettagliata e curata sembra quasi di poter respirare l’aria della Parigi dell’Ottocento quasi. I grandi avvenimenti storici vengono descritti sia da un punto di vista esterno, che da quello interno del popolo francese e delle classi indigenti che sono praticamente un altro personaggio molto importante del romanzo. La folla, il popolo quasi come mente collettiva come sentimento unico permea le pagine, e le descrizioni della vita quotidiana di così tante persone con vite e mestieri diversi è veramente affascinante. Questo non è semplicemente un romanzo che racconta una storia, è un romanzo che racconta La Storia con la S maiuscola.  Usi, costumi, credenze religiose e supersistizioni, peccati e virtù di kigliaia di persone sono decritti minuziosamente in questa pagine in modo così particolareggiato da quasi travolgere il lettore. Queste parti corali, questi affreschi storici sono ciò che ricordo di I Miserabili e che porto con me, non tanto la storia di Cosetta. E certamente questo libro ha ampliato il mio amore per la storia.
- Ka, di Roberto Calasso
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Trama: «Chi è Ka?» si domanda l’immenso uccello Garuda, sprofondato tra le fronde dell’albero Rauhina, quando incontra questo nome alla fine di un inno dei Veda. Ka è il nome segreto di Prajapati, il Progenitore, colui che ha dato origine ai trentatré dèi e agli innumerevoli uomini. Presto gli dèi e gli uomini lo avrebbero trascurato, sino quasi a dimenticarlo. Ka significa «Chi?», ed è l’ultima domanda, che si pone quando tutte le altre sono state poste. Ma prima dovranno scorrere molti eoni, sorgere e dissolversi molti mondi, in una sequenza di vortici il cui occhio è Ka stesso. Così appaiono i Deva, gli dèi che si battono contro altri dèi, gli Asura, per conquistare il succo inebriante del soma; i Sette Veggenti, che osservano il corso del mondo dagli astri dell’Orsa Maggiore – e talvolta intervengono; Siva, Brahma, Visnu, con le loro vicende intrecciate, variate, riverberate di èra in èra; manifestazioni della Dea, come Sati e Parvati, congiunte a Siva in amori interminabili; il giovane Krsna e il suo corteo erotico di mandriane, le gopi; Krsna maturo, che sovranamente regge le sorti della funesta guerra fra cugini tramandata dal Mahabharata; e infine, già in mezzo al kaliyuga, l’«età del colpo perdente» in cui viviamo, si fa avanti un principe che abbandona la casa del padre e scopre una via della liberazione mai prima calcata: il Buddha. Nella mente si compie ciò che nella mente aveva avuto inizio – e che forse innanzitutto nella mente era avvenuto, per chi sa che «il mondo è come l’impressione che lascia il racconto di una storia», secondo le parole di un antico testo indiano. Per rispondere all’ultima domanda occorre attraversare tutte le storie. E per attraversare tutte le storie occorre porsi, come accadde a Garuda, la domanda su chi silenziosamente le ospita: Ka. 
La mia opinione: Ho citato questo libro di Calasso, ma avrei potuto citare anche Le nozze di Cadmo e Armonia come libro che spalanca la mente del lettore, però siccome quest’ultimo si basa sulla mitologia greca e quindi occidentale, per me non è stato così scioccante poichè la conoscevo già approfonditamente grazie ai miei studi classici, mentre Ka essendo incentrato sulla mitologia indiana e asiatica mi ha certamente introdotto a qualcosa che non conoscevo e che quindi mi ha stupito di più. Ka è un libro senza trama o logica narrativa, è un lungo viaggio, circolare e convoluto all’interno della mitologia indiana e asiatica, un piccolo caleidoscopio di storie personaggi collegati e legati tra di loro da mille fili colorati. Certamnte se volete studiare la mitologia in modo serio questo non vi servirà molto saranno altri i libri da leggere, questta è solo una sgargiante introduzione, per niente chiara , ma senza dubbio affascinante a qualcosa che è lontano da noi occidentali. Mi ha affascinato come libro, sì, mi ha spitnto a studiare la filosofia e mitologia siatica più approfonditamente, no. io preferisco i libri più chiari e più logici per conoscere materie nuove. Ma senza dubbio mi ha colpito e non l’ho mai dimenticato.
- La città della gioia, di Dominique Lapierre
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Trama:  Deluso e amareggiato sotto il profilo professionale, un giovane medico statunitense lascia il suo paese e si trasferisce in India alla ricerca di qualcosa che gli restituisca il senso dell’esistenza, intraprendendo un lungo viaggio dalla ricca America alle bidonville di Calcutta.  Ma proprio qui, nelle allucinanti colonie di lebbrosi della «Città della gioia», in mezzo a inondazioni, fame e malattie, il protagonista riuscirà a ritrovare la forza di riscattarsi. Un romanzo sconvolgente, l’epica della speranza e dell’amore, una straordinaria lezione di coraggio.
La mia opinione: mi spiace che questo libro non sia più stato ripubblicato in tempi recenti perchè è veramente secondo me un romanzo molto ma molto importante per capire il concetto di volontariato o aiuti umanitari, o semplimente di altruismo e redenzione. Anche qui la trama non è niente di sconvolgente o nuovo, ho letto altri libri ancora più commoventi riguardanti i lebbrosi come ad esempio Moloka'i di  Alan Brennert (pubblicato in italiano col titolo L’ISOLA DEI FIORI ROSSI link: https://amzn.to/3jZw8XH), e in materia di redenzione/rinascita/altruismo sarebbe senz’altro da nominare SIDDHARTHA di Herman Hesse, ma sapete che io non scelgo mai la via più comune. A mio avviso o almeno per me La città della gioia racchiude in sè tutti questi importanti insegnamenti che è possibile ritrovare in latri libri, come un piccolo e prezioso compendio sottoforma di una storia semplice e chiara senza troppa filosofia, anzi a tratti fin troppo cruda e sintetica. Ma è questo suo essere così sintetica e vera che me l’ha fatta apprezzare di più. Non è senza dubbio un libro piacevole, ma insegna qualcosa in modo diretto senza fronzoli. Ne è stato tratto anche un film dallo stesso titolo che vi consiglio. E vi voglio citare anche un altro libro basato più o meno sugli stessi argomenti per me molto importante:The small woman, di Alan Burgess.  Non so se sia disponibile in italiano, ma è la storia di una missionaria inglese di umili origini in Cina. La vita di una piccola e modesta donna, che non ha grandi sogni aiuta solo un piccolo villaggio e poi akcuni bambini, ma sono le piccole cose e le piccole vite che alla fine contano, no? Anche da questo è stato tratto un film che amo molto intitolato La locanda della sesta felicità.
                                      - Amabili resti, di Alice Sebold
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Trama: Susie, quattordicenne, è stata assassinata da un serial killer che abita a due passi da casa sua. È stata adescata da quest’uomo dall’aria perbene, che la stupra, poi fa a pezzi il suo cadavere e nasconde i resti in cantina. E a raccontare la sua storia è lei stessa che come fantasma assiste al dolore dei suoi genitori e all’indagine sul suo omicidio.
La mia opinione: Sicuramente è la scelta narrativa di far parlare la vittima del suo omicidio e di farla assistere a tutte le conseguenze che ne seguono a rendere così emotivamente toccante questo libro. E ciò che lo fa funzionare così bene è nache che non è mai drammatico o troppo sentimentale, è realistico asciutto e chiama le cose col loro nome senza ingigantirle o minimixzzarle. Stupr e, omicidio, sono parole grosse, importnati che quin vengono utilizzate nel modo giusto e migliore per colpire il lettore.  Non per niente la’utrice è stata vittima vittima lei stessa di uno stupro che l’ha cambiata per sempre, come racconta nel libro LUCKY. E quando ha parlare è una vera vittima fa tutta la differenza. Ora non so se questo libro mi ha colpito tanto perchè sono una donna, non ve lo so dire, e non so dirvi se anche da un uomo può fare lo stesso effeto, ma di certo è un libro importante.
- Linea rosa, di Dina Silver
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Trama: Sydney Shephard è una ragazza sveglia, determinata e piena di vitalità. Frequenta l'università e ha un fidanzato straordinario, Ethan, che ama tantissimo e con il quale progetta di sposarsi. Un giorno però una doppia linea rosa su un test di gravidanza cambia per sempre i suoi programmi per il futuro: Sydney, infatti, scopre di aspettare un figlio... Grace è una bambina troppo alta per la sua età e ha una nonna che manda regali solo a lei e non al suo fratellino: quando, durante una lezione di scienze, scopre di essere nata anni prima del matrimonio dei suoi genitori, rimane turbata e comincia a farsi mille domande. Chi è davvero suo padre? Perché la madre l'ha tenuta all'oscuro di tutto?
La mia opinione: Dubito che questo libro sia ritenuto fondamentale o cambia vita da altre persone a parte me, molti neppure lo conosceranno, ma per quanto mi riguarda è un romanzo che pure nella sua semplicità affronta l’argomento di una gravidanza giovanile in modo semplice diretto e duplice, dal punto di vista sia della madre che della figlia. Quindi la storia si dipana tra passato e presente mostrando le conseguenze di ogni decisione passata. Non è niente di sconvolgente, nè un capolavoro della letteratura, ma trovo affronti questo tema e indirettamente anche il tema aborto, in modo molto diretto senza giudizio. Forse sorvola su alcune problematica, forse semplicizza troppo alcune cose, probabilmente esistono romanzi molto più forti diretti e importanti su questi stessi argomenti, ne sono più cvhe certa. Ma per quanto mi riguarda io ho leto questo e mi ricordo questo come una lettura che ha cambiato il mio punto di vista su alcune cose.
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enkeynetwork · 21 hours ago
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scrivosempreciao · 22 days ago
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Short story: Legno e Sangue, pt.5
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Non ci potevo credere. Mi ero fatta fregare. Che schifo.
L'effetto della magia di Betul—no, della Dama Alta rimase su di me per un paio di giorni. Mi rese più serena, pacifica, accondiscendente. E speranzosa. Addirittura, mi sembrò che il legno di quel posto non stesse soffrendo più, che tutte le voci doloranti si fossero interrotte. Mi muovevo per il Collegio come una medusa molliccia e senza pensieri, spintonata qua e là dalle mie compagne o dagli assistenti.
Da un dormitorio all'altro, da un'aula all'altra, da una stanza buia o bianca all'altra.
Ma poi, il male tornò su di me come alta marea. E con esso tanta, tantissima confusione. E vergogna. Era bastato loro sventolare sotto il mio naso la promessa di una vita diversa, migliore, per farmi scodinzolare come una cagna affamata. Tutti quegli alberi, la prospettiva di essere di nuovo senza bavaglio, maschera o guanti, l'idea di poter praticare la mia magia in santa pace. Ma era davvero così? Era una vita diversa, sì, ma era davvero migliore? Quelle Sorelle forse non vivevano come noi, come topolini sporchi e inetti acquattati nell'ombra del Collegio in attesa o di crepare o di essere ridotte a gusci vuoti, ma erano pur sempre rinchiuse dentro delle gabbie.
La loro magia — l'Arte! Ecco come l'aveva chiamata Mmh-mmh — non era davvero loro. Era al servizio della Nazione e degli uomini potenti. Del Re Antoine-Philippe V de Rochemont.
Eppure… cosa potevo desiderare, di più di quello? Non ero come Mmh-mmh, io non avevo il suo coraggio disperato, quello che l'avrebbe portata a farsi schiacciare come un lombrico o a essere scaraventata nel nulla nebbioso che circondava il Collegio.
Io ero cresciuta davanti a un camino caldo e scoppiettante, servita e riverita da decine di camerieri. Non avevo la stoffa per quel tipo di sfacciataggine. Se avessi rifiutato quel Paradiso segreto, sarei stata svuotata della mia magia e rispedita a Padre e Madre sottoforma di bambola obbediente.
Più mi arrovellavo su quel dilemma, più mi faceva male la testa. E più mi faceva male la testa, più mi rendevo conto che in realtà tutto era esattamente come prima, se non peggio. Il legno urlava, le suture tiravano, il mio stomaco si rivoltava — la dieta di quei giorni consisteva in tarassaco imbevuto di aceto — e stavo da cani.
"Mmh-mmh!" Un leggero colpo di tosse solleticò i peli della mia nuca. Ero a lezione, con le altre. Davanti a noi, un professorone barbuto e grosso, tutto intento a sputare citazioni filosofiche una dopo l'altra, senza neanche spiegarle. Le scriveva alla lavagna, riempiendo l'aria del ticchettio stridulo del gesso, e poi le ripeteva, all'infinito.
Per quanto grande sia la sofferenza, ricorda che essa può essere il seme della tua redenzione!
Non possiamo mai liberarci del passato, ma possiamo redimerlo con il pentimento.
La vita felice non è esente da sofferenze, ma è quella in cui il dolore è trasformato in virtù.
Il dolore è il maestro dell’uomo. Solo attraverso il dolore si può giungere alla verità.
Per quanto grande sia la sofferenza…
"Mmh-mmh!" Ancora. Era tornata? Non l'avevo più vista dall'infermeria. Qualcosa di leggero e scrocchiante si schiantò contro la mia testa e rotolò sul banco; un bigliettino appallottolato. Qualcuno aveva strappato la pagina di un quaderno e ci aveva scritto sopra — intravedevo lettere scarabocchiate nascoste tra le pieghe, come le zampe nere di un ragno timido. Lo aprii.
Come stai? Stai male, lo so. Anche io. Altre due povere come me sono sparite.
Fu come se la mia gola si fosse riempita di schegge giacciate e taglienti: era di Mmh-mmh! Aveva scritto quel bigliettino per me, con una calligrafia stentata e infantile. Inclinai leggermente il viso per guardare dietro la mia spalla. A fatica, riuscii a individuarla tra le fessure della maschera: lei era lì, nell'ultimo banco dell'ultima fila. Due verità caddero su di me come scarafaggi maldestri che piombano dal soffitto. La prima fu la consapevolezza lancinante di star facendo qualcosa di irrimediabilmente e stupidamente idiota. L'uomo barbuto era girato verso la lavagna, ma era distante da me solo una manciata di metri. Avrebbe potuto scoprirci con estrema facilità. Che cosa sarebbe successo, se lo avesse fatto? Forse a Mmh-mmh non interessava, era solo un altro passo in avanti verso il suo piano suicida. Ma a me importava, e parecchio.
Ci avrebbero punite? Le porte del Paradiso sarebbero state sbarrate per sempre? Sarei diventata anche io una pezzente combinaguai e avrei scoperto quale era l'altro destino che le Due Dame avevano riservato a quelle come Mmh-mmh?
La seconda verità fu come un lampo dietro gli occhi. Ci era stata tolta la voce, sì, ma quello non significava che non potessimo comunque parlare. Potevamo farlo scrivendo. Come avevo fatto a non pensarci prima? Incolpai la mitezza silenziosa e ubbidiente che aveva intessuto la mia vita fin dal momento in cui ero uscita dalle cosce di Madre. Aggirare le regole non era mai stata un'opzione, neanche quando farlo era semplice come gettare un po' d'inchiostro su un foglio strappato. L'esplosione della villa era stata la prima volta che avevo concesso al mio dolore di avere un peso.
L'assenza di una reazione particolare da parte delle nostre compagne mi insospettì. Ero certa che alcune delle altre avessero notato il gesto di Mmh-mmh, quantomeno quelle dell'ultima fila, e che un coro di sospiri o gemiti allarmati si sarebbe alzato da un momento all'altro. Eppure, non arrivò nulla. Niente.
Solo qualche pigro gorgoglio di gola, in particolare dalla Sorella con cui condividevo il banco e che urtai mentre mi curvavo su me stessa per leggere il bigliettino. O non osavano fiatare e fare le spie per il terrore di finirci in mezzo pure loro oppure comunicare in quel modo era un'abitudine già nota. Una banalità. Continuai a leggere.
Pensavo fossero morte o che le avessero sbattute fuori, ma io credo siano ancora qui. L'altra notte ero a zonzo e mi sono ritrovata in un corridoio sotterraneo che non avevo mai visto prima. Lì dentro ho sentito tanto di quel dolore da impazzire. C'era una grossa porta di legno e da dietro di essa arrivavano onde di dolore fortissimo, una roba mai sentita prima, come se lì ci fossero tutte le sofferenze del mondo.
Il biglietto di Mmh-mmh rimase lì, tra le mie mani, per un tempo indefinito. Proprio mentre stavo per accartocciarlo, un "Mmh-mmh!" insistente arrivò dalle mie spalle. Lei voleva una risposta. Feci finta di nulla, ma un altro colpo di tosse ruppe l'aria e le spalle dell'uomo barbuto si irrigidirono. Non si voltò, ma ci era mancato poco. In preda al panico, feci l'unica cosa che mi sembrò sensata: usai lo spazio vuoto sotto l'inchiostro di Mmh-mmh e scrissi il mio messaggio.
Chi sono le tue due amiche? Credi siano rinchiuse lì? Come facevi a essere a zonzo?
Appallottolai la carta e mi girai quel che sarebbe bastato per spedire quell'improbabile lettera alla mia altrettanto improbabile compagna di corrispondenza. Ancora, la Sorella accanto a me sibilò scontenta. Le gettai un'occhiata supplichevole da dietro le fessure della maschera, sperando che lei capisse. Incontrai un volto di ghiaccio e, dove di solito si riusciva a scorgere almeno qualche sprazzo di iride, due linee così nere e dure da farmi tremare i polsi. Lasciai perdere e pregai non dicesse nulla.
La risposta di Mmh-mmh arrivò dopo pochi minuti.
Loro due sono…
Dalla descrizione che seguì, riuscii a capire che si stava riferendo a Cucciola e Vibra.
Non lo so, quel dolore però aveva la loro forma. E il loro odore. So che non ha senso, ma il dolore di ogni persona è diverso. Un po' come il profumo della pelle. Quello era il loro. E ne ho sentiti anche altri.
E poi, poco più sotto:
Sesso. Lascio che gli uomini che controllano il nostro gruppo facciano sesso con il mio corpo per un po' e loro non dicono nulla se faccio qualche giretto. Stasera ci torno. Vieni?
Il foglio stropicciato cadde dalle mie mani sul banco. Mi voltai di scatto, incredula di fronte a quelle parole. A tutte, quelle parole. Ad accogliere il mio sbigottimento trovai una Mmh-mmh placida e tranquilla, che alzò le spalle noncurante, come se non mi avesse appena rivelato di prostituirsi in cambio del permesso di portare avanti un piano suicida.
Continuai a fissarla. Cosa speravo accadesse, che sparisse sotto i miei occhi, portando con sé tutte quelle idee bislacche e compromettenti? Inaspettatamente, però, una trasfigurazione avvenne davvero in Mmh-mmh: la sua nonchalance si trasformò in terrore. La vidi irrigidirsi tutta e sbiancare. Le Sorelle sedute vicino a lei esplosero in sospiri strozzati e impauriti.
Mi girai e il mio campo visivo limitato fu invaso da un groviglio di peli neri e unti, e da una fila di denti storti e giallastri. Mi ci volle una manciata di secondi per capire che la cosa che troneggiava su di me dall'altra parte del banco non era un demonio, ma il professore barbuto.
"Mademoiselle," sputò quella parola come se stesse rigettando un boccone di carne avariata. Era grosso, paonazzo e sudato. Appoggiò le manone sul banco e il suo peso fece gemere terribilmente il povero legno. Aveva i dorsi delle mani pelosi, parevano dei rovi.
"Qualcosa di più interessante del verbo dei saggi pensatori ha catturato la vostra attenzione? Dovreste guaire di gratitudine e ascoltarmi come se qui davanti a voi ci fosse Nostro Signore in persona, eppure—"
Sollevò il mento come un segugio in cerca di una preda. Guardò alle mie spalle e fulminò con i suoi occhietti truci tutte le Sorelle dell'ultima fila. Una scossa di panico mi trafisse il petto: il biglietto. Era ancora lì, sul banco? L'avrebbe visto? Mentre lui scandagliava le altre ragazze, cercai con lo sguardo il pezzo di carta. Non c'era. Era sparito.
Il gelo di due fessure nere come la notte calò su di me. Piegai il collo e gettai un'occhiata alla mia compagna di banco. Anche lei mi stava osservando. Aveva le mani guantate appoggiate elegantemente davanti a sé, come se fosse al bancone di un bistrot, in attesa di essere servita. L'aveva preso lei, di sicuro. Aveva approfittato del trambusto per farlo scivolare sotto il palmo.
"Nulla da dire, mademoiselle?" il professore tornò a ringhiarmi addosso. Fece pesare ancora di più il suo corpo sul banco. Ebbi la certezza che se non mi fossi scusata nei successivi dieci secondi le gambe del tavolo si sarebbero spezzate su di me. E io avrei voluto scusarmi, davvero, ma non potevo, il colletto non me lo permetteva. Provai a buttare fuori qualche scusa mugolata attraverso il tessuto stretto, ma non uscì nulla di comprensibile.
"Come, prego?" insistette. Era una trappola, ovviamente. Se mi fossi anche solo azzardata ad abbassare l'orlo sarei stata in guai grossi. Ma se continuavo a non scusarmi sarebbe andata anche peggio. Scelsi l'unica strada che forse poteva salvarmi la pelle: l'umiliazione. Chinai il capo fino a toccare il banco con la punta del naso e unii le mani in preghiera: quell'uomo e il suo ego sarebbero stati gli oggetti della mia temporanea adorazione.
Il professore inspirò forte e si impettì tutto. Avevo fatto centro. Una mano pesante avvolse la mia testa e spinse, costringendomi a schiacciare la faccia contro il legno. Mi fece male, ma quello era Abete. I pochi centimetri scoperti della mia guancia e della fronte sfrigolarono eccitati non appena entrarono a contatto con la superficie legnosa. Quel dialogo sensoriale non era sufficiente per nessuna magia, ma andava più che bene per avere un po' di conforto. Fu come ricevere un bacio proibito.
"Eccellente. Rimanete così per il resto della lezione. Vi dona." Restò lì a guardarmi ancora per un attimo, poi tornò a grandi passi verso la lavagna.
Obbedii. Rimasi con le mani giunte e la faccia dolorosamente premuta sul banco, aspettando la fine della lezione. Non appena lui si congedò e l'ultima delle Sorelle uscì dalla stanza provai a raddrizzarmi, indolenzita, ma mi resi conto che c'era ancora qualcuno nell'aula, dietro di me.
"Mmh-mmh!"
Gemetti esasperata e mi voltai per fulminarla con lo sguardo, nei limiti del possibile. Sembrava turbata. Si portò una mano alla bocca e afferrò l'orlo del colletto. Cosa voleva fare, quella matta? Abbassarlo e parlare? Scossi la testa con forza per impedirglielo, ma ci pensò uno degli assistenti a fermare quella follia.
"Tu," l'uomo, un tipo basso e secco, aveva fatto capolino dalla porta. Piantò i suoi occhi su di me e mi fece cenno di alzarmi. "Muoviti. Vieni con me."
Mi alzai senza esitare e trotterellai verso la porta.
"E tu, schifosa," spostò la sua attenzione su Mmh-mmh. "Porta il tuo culo nell'atrio e raggiungi le altre."
Mmh-mmh si alzò con calma. Quando passò accanto a noi fece scivolare una mano fuori dalla tunica e mi sfiorò un fianco. "Mmh-mmh!"
"Sparisci!" l'assistente le abbaiò addosso. Mmh-mmh esitò ancora per un attimo, poi si allontanò.
L'uomo secco sbuffò, soddisfatto, poi diede uno strattone al mio braccio e mi trascinò via. Lanciai un gemito sorpreso. Dove mi stava portando? Dove era il resto del mio gruppo? Non opposi resistenza e mi lasciai trascinare verso uno degli stretti corridoi laterali e poi in un altro corridoio ancora. Arrivammo a un punto di svolta da cui si diramava una serie di scale e pensai volesse portarmi in un altro piano, ma mi spinse verso una parete interamente ricoperta da un arazzo raffigurante la famiglia reale.
"Ecco a voi," l'assistente imitò goffamente una postura militaresca e rivolse lo sguardo all'arazzo, come se mi volesse consegnare alle mani piatte e finte di quei de Rochemont intrecciati nel tessuto.
"Bene." Una voce graffiante e stridula mi fece sobbalzare. Una Sorella spuntò dall'angolo della parete. Era la ladra di bigliettini, la mia compagna di banco. C'era qualcosa di strano in lei, qualcosa di sbagliato, e quando mi resi conto di che cosa fosse un mugolio angosciato uscì dalla mia gola: era senza bavaglio. Se l'era abbassato.
Vedere le sue labbra lunghe e strette non mi fece lo stesso effetto quasi magnetico che avevo provato quando avevo visto la bocca di Mmh-mmh. Mi sentivo tremendamente a disagio, sapevo che da lì non poteva uscire nulla di buono.
Anche se con ogni probabilità non sarebbe uscito proprio un bel niente, perché l'assistente l'avrebbe punita duramente per quell'insolenza proibita. E la punizione sarebbe arrivata da un momento all'altro, senza dubbio, era solo questione di secondi prima che l'uomo si scagliasse contro di lei e le coprisse quella bocca tesa e pallida. Questione di secondi. Giusto? Sbagliato. L'uomo secco rimase fermo immobile, come un soldatino obbediente.
"André fa quello che gli chiedo io," la ragazza doveva aver notato il mio sgomento.
"La caratura del sangue che abbiamo nelle vene forse non può cancellare la nostra maledizione guasta, ma quella dell'oro che certe famiglie hanno da offrire apre molte porte."
Estrasse il foglio stropicciato da una piega della sua veste bianca e lo sventolò come un fazzoletto. Come se io fossi su una nave pronta a salpare verso morte e distruzione e lei mi stesse salutando dalla banchina.
"Molte porte, ma non tutte."
Dove voleva arrivare? Mi azzardai a fare un paio di passi in avanti, per riuscire almeno a guardarla meglio. La conoscevo? Aveva un aria vagamente familiare, in effetti. Sarebbe potuta essere piuttosto attraente non fosse stato per quelle labbra da pesce che le tagliavano il viso. Provai a guardarla meglio, ma lei soffiò spazientita.
"Non ci conosciamo. Non di persona, almeno. Forse mi hai vista a qualche parata o ballo, ma di solito non parlo con quelle come te," il suo sguardo andò istintivamente verso l'arazzo.
Quelle come me. Ero la figlia di uno Chevalier, ma forse per lei non era una condizione abbastanza nobile. Doveva essere legata in qualche modo alla famiglia reale.
Sventolò di nuovo il foglio. "Le Due Dame ti hanno portata nel loro giardino e tu le ripaghi così? Ti hanno aperto la porta più grande di tutte e tu giochi con una puttana come quella?"
Quelle parole sgocciolavano un'emozione amara ben diversa dal semplice sdegno. Invidia. Per lei il giardino era ancora chiuso.
"Lo fanno per noi, non lo capisci? Le Due Dame ci porgono un dono e si sono prodigate tanto per poterci offrire un'altra strada. Credi che continuerebbero a farlo, se tutte le maledette selezionate fossero delle selvagge, come te e quell'altra?"
Per la seconda volta nell'arco di poche ore venivano gettate su di me domande a cui non potevo rispondere. Gemetti esasperata e il mio alito caldo si spanse sul colletto. La ragazza con la bocca da pesce fece un cenno infastidito e l'assistente si mosse. L'uomo allungò la sua mano ossuta verso il mio mento e abbassò bruscamente l'orlo.
Libertà, anche se temporanea e aspra. Respirai a pieni polmoni l'aria umida e fredda del castello, poi parlai, con un filo di voce roca: "Cosa vuoi da me?"
"Due cose. La prima—" fece di nuovo un cenno ad André e questo mi afferrò per il polso. Lo alzò, lo torse con una rotazione grezza ma brutale e lo spezzò. Lanciai un grido, più per la sorpresa che altro. Il dolore non ci mise molto ad arrivare e fu come se l'intero braccio stesse andando a fuoco. Piagnucolai d'istinto, ma subito dopo mi morsi il labbro fino a farmelo sanguinare: non volevo darle anche quella soddisfazione. L'assistente mollò di colpo la mia mano e il contraccolpo mandò saette lancinanti fino alla spalla. Morsi più forte.
"Gli incidenti capitano, non farne un dramma. Una stecca e passa tutto. Purtroppo le Due Dame non lavorano con streghe storpie, quindi dovrai aspettare prima di rimettere piede nel giardino. Un peccato."
"Perché lo hai tenuto per te?" biascicai, puntando il mio sguardo sul biglietto. "Potevi dirlo al professore o alle Due Dame e mettermi nei guai."
"Ma no," Bocca di Pesce schioccò la lingua, sdegnosa. "Questa faccenda dei bigliettini è vecchia come il Collegio stesso. A volte chiudono un occhio, a volte puniscono chiunque abbia anche solo minimamente a che fare con oggetti come questo. In entrambi i casi, a me non ne verrebbe nulla di buono. Per quanto riguarda il contenuto, invece…"
Le sue labbra si tesero in un ghigno e inizio a leggere: "… Lascio che gli uomini che controllano il nostro gruppo facciano sesso con il mio corpo per un po' e loro non dicono nulla se faccio qualche giretto. Stasera ci torno. Vieni?"
Aveva usato una voce ancora più stridula e fastidiosa, come se stesse cercando di imitare Mmh-mmh. Ma Mmh-mmh non suonava per nulla così.
"Quindi, non solo puttana e selvaggia, ma anche istigatrice e complottista. E tu pure. È molto probabile che qualsiasi sciocchezza abbiate in mente vi faccia schiattare entrambe prima ancora che questo pezzo di carta possa tornarmi utile, ma sappi una cosa, nel caso doveste sopravvivere—"
Sorrise in un modo così innaturale e falso da ribaltarmi lo stomaco. "Sei mia. Qualsiasi cosa ti chiederò di fare, tu la farai. Qualsiasi cosa vorrò da te, tu me la darai. Qualsiasi cosa ti ordinerò, tu ubbidirai. Questo foglio scotta più del fuoco e ci puoi giurare che ti farò bruciare viva con questo segretuccio, se mi metti i bastoni tra le ruote."
Allargò le narici, soddisfatta. Aveva detto tutto quello che aveva da dire e ora si sarebbe goduta l'effetto delle sue parole su di me. Ma io volevo un finale diverso.
"Mi dispiace," dissi.
"Per che cosa? Per essere stata un'idiota ingrata?"
"No. Mi dispiace che la maledizione che ti ha portata qui non sia abbastanza interessante per le Due Dame."
Spalancò gli occhi e le sue iridi scure divennero pozze ancora più nere e prive di vita.
"Cosa vuoi dire?"
"Che se le Due Dame hanno fatto vedere il loro giardino anche a una puttana come me, forse ciò che hai da dare non è così potente."
Non era una cosa carina da dire, certo. Nessuna Strega sceglieva la propria magia. Per quanto ne sapevo, Bocca di Pesce poteva essere in grado di parlare con gli scarafaggi o poco più e non sarebbe stata colpa sua. Ma Bocca di Pesce non era carina. Anzi, era una vera stronza e si meritava parole stronze.
Aprì quelle sue labbra pallide, ma riuscì solo a boccheggiare un po', senza trovare nulla con cui controbattere. Ovviamente mi ero permessa di darle quell'affondo solo perché era già arrivata al culmine del suo grande piano malefico. Non poteva certo chiedere ad André di mutilarmi di nuovo, avrebbe destato troppi sospetti. Ed era stata già abbastanza chiara su cosa avrebbe fatto con il mio bigliettino. Non aveva altri strumenti di tortura da poter adoperare su di me.
"Portala via."
Fu l'unica cosa che riuscì a dire. L'assistente obbedì e mi trascinò dalla parte opposta. Non mi aspettavo mi concedesse il privilegio di essere strattonata per il polso sano e infatti non lo fece.
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beautymaleform2 · 29 days ago
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Iconografia nel Nudo Artistico
Il nudo artistico ha sempre avuto un forte significato iconografico, soprattutto durante il Rinascimento, dal momento che l'artista ha spesso usato una scusa tematica per poter rappresentare la figura umana nuda, dandole un significato generalmente correlato alla mitologia greco-romana, altre volte alla religione. Fino a pieno '800 in pratica non troviamo il nudo al naturale, spogliato cioè d'ogni simbolismo, per riflettere soltanto l'estetica intrinseca del corpo umano.
Le fonti iconografiche per queste rappresentazioni si trovano nei testi dei classici antichi (Omero, Tito Livio, Publio Ovidio Nasone) per quanto riguarda la mitologia e nella Sacra Bibbia per quanto riguarda la religione. Molti artisti erano a conoscenza dei vari temi mitologico-religiosi, così come del lavoro di altri autori attraverso l'incisione e la xilografia, che circolavano per tutta l'Europa del tempo (soprattutto a partire dal XVI secolo); mentre relativamente pochi erano quegli studiosi che potevano estrarre informazioni di prima mano direttamente dalla fonti classiche. Uno di questi pochi era Peter Paul Rubens, che conosceva il latino e diverse altre lingue europee.
Col tempo si forgiò un corpus iconografico contenente i vari miti, leggende e racconti storici basati sui brani sacri, questo grazie alla Legenda Aurea di Jacopo da Varazze - un'opera sulla vita dei santi, di Cristo e della Vergine Maria - o le "Genealogie degli dei pagani" (De Genealogiis deorum gentilium 1350-68), una delle Opere della vecchiaia di Giovanni Boccaccio sulla mitologia greca e sulla mitologia romana.
Alcuni dei temi più ricorrenti nell'iconografia del nudo artistico sono la Venere Anadiomene (che sorge dal mare), le tre Grazie, il giudizio di Paride, Leda e il cigno, la storia di Adamo ed Eva, la crocifissione di Gesù, l'allegoria e il putto.
Nudo Antiestetico
Di solito s'identifica il nudo con la bellezza, ma invero non tutti i nudi artistici sono gradevoli; vi sono raffigurazioni di personaggi nudi che per vari motivi sono brutti o disgustosi o privi di qualsiasi attrattiva fisica, sia per bruttezza di nascita che per deformità o malformazioni, o di esseri rappresentati nella loro vecchiezza, o di figure malvagie o depravate, infine perché si tratta di mostri o creature fantastiche della mitologia (come i satiri e i sileni) o della religione (demòni e streghe).
Come nel caso della bellezza, così anche la bruttezza è una percezione relativa e differente da una cultura all'altra, da un tempo all'altro e da un luogo all'altro: per l'uomo occidentale una maschera africana può sembrare orribile, ma per i suoi adoratori rappresenta un dio benevolo; ad alcuni l'immagine sanguinolenta e mortuaria di un uomo crocifisso può apparire estremamente sgradevole, pur essendo il simbolo cristiano per eccellenza della redenzione e della salvezza.
La bruttezza può essere fisica o spirituale e si può riconoscere nelle deformità, nell'asimmetria e mancanza di armonia; può inoltre rappresentare concetti morali malvagi come bassezza e meschinità, insieme ad altre categorie come scortesia, nausea, repellenza, il grottesco e l'abominevole, il disgustoso, l'osceno e il sinistro[61].
Già nell'antica Grecia vi era una dicotomia tra l'equilibrio del periodo classico ed il sentimentalismo esasperato e tragico del periodo ellenistico: di fronte all'energia vitale trionfante degli eroi e degli atleti si pose il pathos, l'espressione della sconfitta, il dramma, la sofferenza dei corpi maltrattati e deformi, malati o mutilati. Questo può essere notato nei miti riguardanti la strage dei figli di Niobe, l'agonia di Marsia, la morte dell'eroe (ad esempio quella di Ettore) o il destino tragico e crudele assegnato a Laocoonte e ai suoi due figli; tutte tematiche affrontate nell'arte del tempo.
Questo pathos si spostò nel Medioevo nella rappresentazione della passione di Gesù e della morte di santi come San Sebastiano e San Lorenzo, trafitto dalle frecce l'uno, messo al rogo sulla graticola l'altro: i supplizi ai quali incorsero sono stati spesso riflessi nell'arte in autentici parossismi di dolore e pena. Il martirio cristiano, per la teologia è stato simbolo supremo di sacrificio e redenzione.
Nel campo filosofico uno dei primi a rompere col concetto di bellezza classica è stato Gotthold Ephraim Lessing, che nel suo "Laocoonte ovvero sui confini tra poesia e pittura" (1766) ha respinto l'idea di perfezione classica fattane da Johann Joachim Winckelmann, dicendo che non vi può essere un concetto di perfezione universale per tutti i tempi e tutte le arti. Anche se non ha respinto la possibilità di trovare un sistema che colleghi la totalità delle espressioni artistiche, ha però fortemente criticato le analogie assolute come la formula di Quinto Orazio Flacco "Ut pictura poësis" (La pittura come la poesia). Per Lessing pittura e poesia, esaminati nei loro contesti imitativi, sono cose differenti.
Successivamente Johann Karl Friedrich Rosenkranz ha introdotto nel suo trattato "Estetica della bruttezza" (Aesthetik des Hässlichen, 1853) propriamente il concetto di bruttezza come categoria estetica: seguendo il sistema della dialettica propugnata da Georg Wilhelm Friedrich Hegel, la bellezza viene affermata come tesi mentre la bruttezza come antitesi, dando la risata come sintesi: il brutto viene così sostituito dal comico. Per lui il brutto non esiste di per sé, ma solo se viene raffrontato col bello; il brutto è sempre relativo mentre la bellezza rimane assoluta: in tal modo il brutto, il negativo estetico, viene superato ed oltrepassato dal di dentro, come il male che divora se stesso. Alla stessa maniera sistematizzò le categorie riguardanti il brutto nei concetti di deformità, deturpazione e scorrettezza estetico-morale.
6/n
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pier-carlo-universe · 1 month ago
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L'Ombra della Neve di Alice Tani: un romanzo di emozioni profonde e segreti nascosti. Recensione di Alessandria today
Tra passione, odio e misteri, una storia che esplora le ombre del passato e il potere dei legami.
Tra passione, odio e misteri, una storia che esplora le ombre del passato e il potere dei legami. Biografia dell’autrice.Alice Tani è un’autrice emergente che ha scelto di debuttare nel panorama letterario con il romanzo “L’Ombra della Neve”. Con una scrittura evocativa e coinvolgente, Tani si distingue per la capacità di intrecciare storie di amore, conflitto e redenzione. La sua passione per…
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gesau-it · 2 months ago
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Questo è un appello urgente per esortare tutti voi a cercare la redenzione nei vostri cuori per la vostra vita ribelle. Avete tempo per fare questo, ma fatelo presto.
  Io sono l’Alfa e l’Omega. Io sono Dio Padre. Mia diletta figlia il tempo è vicino perché il mondo testimoni la Misericordia mostrata all’umanità dal Mio prezioso Figlio Gesù Cristo. Molte forze del male abbondano in quelle anime perdute che danno fedeltà all’Ingannatore, Satana. Anche loro sono preparate per l’Avvertimento e arrogantemente credono che il potere promesso loro da Satana li farà…
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a-alban-works · 2 months ago
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Il godimento del negarsi al prossimo, pur continuando per lui a esistere. Non togliere il saluto, non scomparire. Essere ancora, ma azzerando ogni contatto esterno con la propria profonda e reale interiorità. Favorire solo rapporti di formale cortesia, con distacco. Limitarsi alla superficie, a relazioni che vivano su di essa. Dare adito alla formazione del dubbio nell'escluso, senza concedergli mai la possibilità di risolverlo, ne con il democratico confronto ne con l'insulto. Non mostrarsi diplomatici, approfondendo un dialogico incontro tra entità spirituali, ma neppure rabbiosi, rendendo in tal modo evidente la propria frustrazione che si nasconde sotto la disperata volontà di emergere. Essere, sì, ma come automi, de-umanizzati, dalle reazioni misteriose. Rispondere, certo, ma restando impenetrabili al contatto umano.
Ecco, questo è dunque ciò che meritano i nostri nemici. Non si commetta l'errore di paragonare ciò all'indifferenza, poiché è invero più sottile e concerne lo spirito reale, quell'area dove sono narrati i veri sogni e desideri degli esseri umani, dove risiedono le fantasie più brutali. Si sceglie di escludere la propria anima dalle vite di qualcuno, senza che egli riesca mai a discernere cosa stia avvenendo, relegato ad una costante dimensione di incertezza e di limitata intuizione. Non gli sarà concesso neanche il contrattacco, poiché impossibile, irrealizabile nella fisiologia delle relazioni umane, poiché tali condizioni non ne favoriscono affatto nascita e sviluppo.
Vi è anche una conseguenza utile a ciò: Nel silenzio dello spirito con cui ripagate costoro vi è la possibilità di costruire una ricchezza da ciò che rasenta il nulla. Ciò è come un atto alchemico. Dalla volontà si viene a creare il potere, una sorta di potere etico, inteso come energia utilizzabile per la crescita individuale e sociale. Si crea molto dal poco. L'esercizio positivo di tale potere è insito nel suo stesso avvenire, poiché stabilisce, come conseguenza a se, rapporti di carisma e intesa migliore col prossimo. Pur essendo nei fatti un allontanamento severo, è nella realtà la più alta forma possibile di generosità.
La ripercussione che ciò avrà sui nostri nemici sarà enorme qualora saremo in grado di mantenere tale atteggiamento nel tempo senza vacillare mai. È a suo modo un azione pedagogica. Si tratta di un atto eroico, poiché in esso è contemplata la possibilità di una redenzione. Ha come elemento fondativo il perpetuare l'idea della mutevolezza dell'animo umano. I vostri nemici dunque non sono vostri nemici, ma sono sempre potenziali amici - e voi avete il potere di renderli tali.
Chi vi dice che ciò è brutale vi vuole solo conteso tra un essere sempre e comunque disposto al conversare diplomaticamente e un essere nella, falsamente, dignitosa posizione di rendere evidente il vostro disprezzo. Entrambi questi atteggiamenti dimostrano a chiunque, amico o nemico che sia, che non avete rispetto per le vostre convinzioni. Essi, tutti quanti, non potranno che convenire che non lo siano affatto e concederete dunque loro uno spiraglio circa le vostre debolezze. Vi togliete da soli l'armatura. La generosità nel dibattere dimostra solo ipocrisia, mentre la rabbia cela l'insicurezza. La dignità è assente in questo territorio, così come il carattere.
Non c'è da sentirsi in colpa nel goderne, sicché è davvero da considerarsi la scelta giusta, se non l'unica possibile, affinché voi rimaniate sane entità spirituali, sanificando al contempo quelle degli altri.
Blaze
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josephmfish · 2 months ago
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EndLess Love Anticipazioni SHOCK : BRUCIATA VIVA ???!! | Endless Love
https://ift.tt/as10fAu https://www.youtube.com/watch?v=sjZ4FTiWWaA EndLess Love Anticipazioni, SHOCK : “BRUCIATA VIVA ???!!” | Endless Love Le anticipazioni di Endless Love ci lasciano senza fiato: il destino di Zeynep sembra giunto a un punto di non ritorno. Dopo una serie di scelte discutibili e tradimenti, Zeynep si ritrova al centro di una spirale di eventi che minacciano di distruggere la sua vita. Il suo coinvolgimento con personaggi pericolosi e il suo desiderio di potere e vendetta potrebbero costarle tutto: famiglia, amore e forse anche la vita stessa. Cosa accadrà a Zeynep? Ci sarà una redenzione all’ultimo momento o la sua caduta sarà inevitabile? Una puntata carica di tensione che promette colpi di scena e decisioni che cambieranno per sempre le sorti dei protagonisti. Benvenuti nel nostro canale YouTube, il punto di riferimento assoluto per tutti gli appassionati di intrattenimento televisivo italiano! Siamo qui per offrirti un viaggio avvincente nel mondo delle soap opera, delle serie tv, dei reality e dei talent show. Scopri in anteprima le puntate delle tue serie preferite con le nostre esclusive anticipazioni che ti terranno col fiato sospeso. Saremo anche la tua finestra sul gossip, rivelando retroscena succulenti e curiosità che ruotano intorno agli attori, alle attrici e ai personaggi televisivi che tanto ami. Unisciti a noi e resta sintonizzato per ricevere le ultime novità e per vivere il dietro le quinte delle produzioni che appassionano milioni di persone. Ti aspettiamo nel nostro canale YouTube, pronto a sorprenderti, intrattenerti e soddisfare la tua sete di conoscenza nel mondo delle soap opera, serie tv, reality e talent show italiani. Iscriviti e scopri con noi il lato affascinante dell’intrattenimento televisivo! #anticipazioniendlesslove #endlesslove #endlessloveanticipazioni from Tv Trend Italia https://www.youtube.com/channel/UCHqQYJ9rtTKFYW8IYlgCqWQ via Formula 1 Live https://ift.tt/U5VvhYB December 16, 2024 at 12:19AM
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