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Consigli di scrittura
Descrizione di ambientazioni e paesaggi
Proiettare personaggi e lettori all’interno di una data ambientazione e atmosfera è decisamente tra le fasi di scrittura che preferisco; nel corso degli anni ho appreso trucchi e sviluppato teorie che mi appresto a condividere con voi:
Le atmosfere
Quando ho in mente una nuova storia o, in termini più ristretti, un nuovo capitolo, di solito la prima cosa che faccio è cercare di immaginare dove prenderà luogo. E no, non sto parlando di worlbuilding, ma di quella che definisco “atmosfera”: dove è più appropriato che una storia, una scena si sviluppi? Quali emozioni può conferire il luogo, con le sue caratteristiche, alla mia scena? Dov’è il caso di far conoscere i miei protagonisti? Dove litigheranno, dove si batteranno all’ultimo sangue, dove chiacchiereranno del più e del meno?
I frammenti delle storie si sviluppano nella mia testa in fotogrammi e poco a poco inizio a zoomare sul paesaggio alle loro spalle o attorno a loro. Ma non si tratta solamente di quel che la vista può cogliere ;)
I cinque sensi
Credo questo sia l’insegnamento più vecchio del mondo, derivabile da un qualsiasi percorso scolastico: le descrizioni devono avvenire attraverso i sensi - tanto che si tratti di persone o, come in questo caso, di luoghi.
Ci sono moltissimi modi di mettere a frutto questa tecnica. Se si ha in mente una descrizione parecchio lunga, è il caso che i sensi vengano coinvolti tutti, senza esclusione; se invece miriamo ad una descrizione più breve, una cernita di due o tre sensi sarà sufficiente.
Come scegliere che sensi utilizzare? Dipende da quali sono i vostri obiettivi.
Ci si può basare, ad esempio, su quelle che sono le preferenze e le capacità di un personaggio: se la descrizione avviene dal punto di vista di un appassionato di musica, è probabile si accorga della melodia che proviene dal fondo di un vicolo e si concentri sul suono, piuttosto che sui manifesti appesi ad un palazzo. Un personaggio affamato sarà catturato dal profumo di stufato proveniente da una finestra spalancata; un bambino sarà incuriosito dal rombo di un aereo piuttosto che dal colore del fogliame, un cieco dovrà usufruire il più possibile del tatto e dell’udito per muoversi all’interno di un ambiente che non conosce, e così via.
Oltre ad affidare la scelta ai personaggi, ci si può basare anche su quel che può rendere un luogo riconoscibile e caratteristico - se siamo in una zona portuale, le barche fluttuanti incolonnate al molo, il rumore della risacca contro gli scogli, l’odore della salsedine - oppure significativo:
Dare utilità alle descrizioni
Un luogo può essere descritto per tanti motivi: per gusto estetico, per dare uno scorcio della condizione sociale dei personaggi o dell’epoca in cui vivono (tipico di correnti quali naturalismo e verismo), perché si vuole dare una dimensione spaziale agli oggetti, soprattutto a quelli che un personaggio sta utilizzando (un tavolo, una sedia, un letto).
Ma non va sottovalutato il fine psicologico che si può attribuire ad una descrizione. James Joyce nella sua Eveline descrive con minuzia la tappezzeria consunta della stanza in cui si trova la protagonista, la polvere sui mobili. Non lo fa per dirci che la casa è vecchia e che non l’ha pulita nessuno, ma per sottintendere che lì il tempo si è fermato. Eveline, come tutti gli abitanti di Dublino, è ferma, bloccata in una “paralisi” che le impedisce di muoversi, di agire, di decidere per se stessa, cambiare rotta. Anche lei, come le suppellettili, è immobile da così tanti anni che sul suo cuore si è formata la polvere.
Anche gli scrittori romantici utilizzavano una tecnica simile - nel primo paragrafo ho parlato di “emozioni conferite da un luogo”. Se pensate al mare, ad un burrone, ad una casa abbandonata, al cielo terso di settembre, quali emozioni si sprigionano nel vostro petto? La correlazione sentimento-paesaggio era tipica del periodo romantico, e non è nulla che non si possa rispolverare in tempi moderni, tenendo però sempre chiaro quel che credo di aver detto almeno una volta: noi non siamo il nostro personaggio. Comprendere che emozioni una vista ci suscita è un buon punto di inizio per capire come orientarsi in una descrizione introspettiva, ma il mare non rappresenta la stessa cosa per tutti. Per un personaggio che ha perso i genitori in un naufragio, può rappresentare tanto un luogo di terrore quanto una sfida da superare con coraggio.
Rendere le descrizioni dinamiche
Per non cadere nella staticità descrittiva e rendere i vostri personaggi e il paesaggio due universi separati, i primi devono interagire con quel che li circonda, e viceversa.
Se c’è vento, che scompigli i capelli del personaggio. Che gli renda difficile tenersi in equilibrio sulla propria barchetta, che gli porti via il cappello con conseguente rincorsa. L’erba appena tagliata sporchi di verde l’orlo dei suoi abiti, i rovi li pungano, le foglie gli cadano in testa. Che il personaggio si segga, che rattizzi il fuoco nel camino, che si sollevi bruscamente per raddrizzare un quadro storto che sta fissando da un quarto d’ora con un cipiglio infastidito.
Sentire risate di bambini in lontananza, che effetto gli fa? Che ricordi o rimpianti disseppellisce? Il personaggio è distratto, ha fatto cadere un barattolo di marmellata - pazienza, ce n’è un’intera parete, barattoli stipati su un vecchio scaffale in cantina, che scintillano di succosi rossi e gialli quando la luce è accesa.
Spero di aver reso l’idea.
La lista della spesa
Dopo queste lungaggini teoriche, passiamo alla pratica, con un consiglio che ho già dato per le descrizioni fisiche: evitare gli elenchi. Il lettore è in grado di immaginare anche da sé quel che è presente in una camera da letto o in una cucina. E’ preferibile attenersi a piccoli cenni, significativi (da qualsiasi punto di vista preferiate, psicologico, emotivo, sociale) e basati su alcuni dei cinque sensi. Ci si sofferma, invece, su particolari insoliti, che il lettore non potrebbe figurarsi da solo - la presenza in un salone, per esempio, di un trofeo di pesca - oppure sulla descrizione di luoghi che non tutti hanno avuto la possibilità di vedere (una città straniera, ad esempio, o le pendici di un vulcano*).
Da evitare sono anche le forme “c’è/c’era/ci sono/c’erano”, che conferiscono ancor di più quel senso di lista della spesa.
Facciamo un esempio e vediamo assieme come correggerlo:
“Nella camera c’era un letto a baldacchino, di fronte c’era un camino con la fiamma quasi spenta e davanti al camino un tappeto persiano. Di lato al letto c’era una poltrona.”
La ripetizione dei “c’era” non è l’unico errore. La descrizione risulta anonima e spenta.
“Entrando nella camera, colpiva la massiccia struttura di un letto a baldacchino dai tendaggi porpora. Di fronte, nel camino di pietra, moriva a poco a poco un fuocherello, i cui ultimi guizzi illuminavano i disegni di un tappeto persiano. Accostata alla parete adiacente il baldacchino, sonnecchiava una poltrona dello stesso rosso dei drappeggi.”
Queste sono tra le prime modifiche che ho ritenuto opportuno fare. A seconda del proprio gusto e dello stile utilizzato, si può decidere di scendere ancor più nel dettaglio: la “massiccia struttura” potrebbe essere in legno di mogano, i “disegni” sul tappeto possono diventare intricati ghirigori di fiori neri come bacche di vaniglia, eccetera eccetera. Pongo l’attenzione su una tecnica che ho utilizzato: dar vita agli oggetti. Le fiamme illuminano il tappeto, la poltrona sonnecchia - le “azioni” che gli oggetti compiono hanno due funzioni diverse. Anzitutto, ho eliminato la necessità di dire che “c’è questo e quest’altro”, perché la presenza del tappeto è rivelata dalla luce della fiamma. In secondo luogo, dire che la poltrona “sonnecchia” suscita nella mente del lettore immagini diverse: è immersa nell’ombra, viene utilizzata per dormire, è una vecchia poltrona. Ovviamente non per tutti i lettori quel verbo avrà lo stesso significato, potrebbe anche non averne nessuno, ma ho comunque risolto un lungo intento comunicativo con il solo verbo “sonnecchiare”.
Come ultimo appunto, aggiungo che ho dato uno spazio agli oggetti, stabilendo dove fossero collocati: di fianco a qualcosa, adiacenti ad una parete, e via discorrendo. A volte specificare la posizione esatta di un oggetto, anche in relazione ad un altro (un pouf sotto la finestra) permette di evitare l’utilizzo del “c’è/c’era/ci sono/c’erano”.
*Quando neppure io ho mai visto dal vivo il luogo che voglio descrivere, faccio ricerche, non solo limitandomi alle foto che si possono trovare sul web, ma guardando anche video per sentire i rumori, realizzarne la grandezza, lo spazio, i cambiamenti di colore, e leggo le informazioni di tipo geografico/naturale a riguardo, per sapere se sono presenti piante, animali, tipi di vestiti che nei video o nelle immagini non ho visto ma sarebbe bello inserire :)
#spicchio consiglia#descrizioni#luoghi#ambienti#paesaggi#joyce#james joyce#letteratura#writing tips#consigli di scrittura
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Resoconto Giorno 84
Ho dormito abbastanza bene stanotte, e ho fatto non uno, non due, ma quattro sogni!
Nel primo sogno io e Imma eravamo in un supermercato molto stretto in cerca di un dolce in particolare che non ricordo. Chiediamo aiuto alla commessa e questa ci mostra uno scaffale alle nostre spalle con tantissime varianti del dolce che stavamo cercando. Fine.
Nel secondo sogno vivevo in un treno... la mia casa era un treno, tipo alla Snowpiercer. Non ricordo bene i dettagli.
Nel terzo sogno mi trovavo all’aperto al centro tra il mare coperto in parte da una montagna davanti a me e una foresta con un laghetto alle mie spalle. Era fantastico!! C’era tanto verde, il cielo sereno, gli alberi in fila alti e maestosi, il laghetto limpido che rifletteva l’immagine del verde. Poi il tramonto, il cielo si tinge di rosso e il mare davanti a me sembra mangiare la sfera infuocata. Poi all’improvviso la notte, tutto è buio e non si vede più nulla. Mi chiamano per rientrare in casa quindi mi giro e lì in alto nel cielo vedo la luna enorme a spicchio, era davvero bellissima.
Nel quarto sogno mi arrabbiavo perché Rebbi dava le patatine alla paprika a Lola.
In mattina ho fatto il solito. Ho parlato con Imma mentre pulivo casa. Si, con i soliti messaggi vocali alla Thegiornalisti. Abbiamo parlato della situazione di emergenza che stiamo vivendo e dei vari viaggi che vogliamo fare quando sarà tutto tornato alla normalità. Vogliamo andare a Roma, nostro posto del cuore, e a tal proposito abbiamo ricordato la gita che facemmo al secondo anno di liceo. Vogliamo andare a Firenze, per guardare da vicino tutte quelle cose studiate e che conosciamo grazie alla nostra professoressa di storia dell’arte. Vogliamo andare in Inghilterra per salire sul London Eye e soprattutto per andare agli Studios Harry Potter. Lei vuole andare a Berlino, altro suo posto del cuore. È stata lì l’anno scorso con tre nostre amiche con cui non abbiamo più contatti, così senza motivo. Imma è molto legata ad una di queste ragazze in modo assurdo e soffre molto il distacco immotivato. Vuole riandarci, e le ho detto che cercherò di fare il possibile per accompagnarla. Io voglio andare in Liguria, precisamente a La Spezia per visitare la città natale di un mio vecchio amico. Lo conobbi all’età di undici/dodici anni su internet, ci accomunava la passione per gli anime, i manga e la cultura orientale in generale, ed entrambi amavamo l’anime Fairy Tail. È così che ci siamo conosciuti. Seguivamo la stessa fanpage su facebook e tramite i commenti sotto ad un post ci siamo aggiunti tra gli amici. Abbiamo iniziato a parlare, giorno e notte. Si creò un legame pazzesco, gli volevo, e gli voglio ancora oggi, un bene dell’anima. Poi però per alcuni miei problemi di famiglia non ci sentimmo per più di un mese e quando ebbi la possibilità di rifarmi viva lui era distante. Avvertito il distacco e sentendomi incapace in merito, parlavamo sempre meno. Provai a parlargli chiaramente e cercammo di tornare come quelli di un tempo, ma non ci siamo riusciti e lui smise di rispondermi. Tre anni fa provai a mandargli ulteriormente la richiesta di amicizia, ma semplicemente mi bloccò. Lui significava davvero tanto per me, e non ha perso valore con gli anni. Ecco, voglio andare lì semplicemente per respirare la quotidianità che lui ha vissuto in tutti questi anni. Ora che ci penso può sembrare davvero inquietante, ma ok. Ritornando a me, vogliamo visitare anche altri posti d’Italia almeno una volta nella vita e cercare di visitarla tutta tutta. Le ho anche parlato del rapporto che ho con Robb e ne sono contenta.
A pranzo zero sgarri. Oggi pomeriggio ho fatto la videochiamata di lavoro che è durata solamente un’ora, durante la quale io e il bambino abbiamo fatto matematica e grammatica. Le frazioni e l’analisi logica, due argomenti che mi piacevano molto quando andavo a scuola. Sempre stata molto attenta e volenterosa io. Dopo mi sono allenata e diciamo che è stata dura... mi guardavo allo specchio e non riuscivo a muovermi, non mi piacevo. Mi sono anche allenata di meno, volevo finire quanto prima per non guardarmi più. E mi sono anche spostata per non vedermi dallo specchio. Non so, ci son giorni in cui l’immagine che vedo riflessa mi piace e mi carico un botto, e altri giorni in cui non riesco a guardarmi e perdo la voglia. In ogni caso... mi sono allenata, poi lavata e ho indossato il pigiama pulito. Ne sto cambiando uno ogni giorno praticamente. Oggi ho scelto un pigiama largo e caldo. Alle diciannove io e Robb abbiamo visto la puntata di Amici e commentato un pochino. È bello piaccia anche a lui. Anche a cena Zero sgarri. Ho guardato Ben is back, per la Roberts, ma non mi è piaciuto. Sono un po’ giù di morale. Ne vedo un altro, 18 Regali. Ok, manco questo mi sta piacendo. Robb ha detto che la prossima volta me li consiglia lui e secondo me è meglio!
Sono stanca, ho sonno e voglio biscotti.
Sagittario: La tipica personalità del Sagittario è onesta, estroversa, eccessivamente ottimista, moralista, avventurosa, attiva e indipendente. Sono insegnanti per natura, pensatori filosofici e sono molto bravi nelle carriere legali, ecclesiastiche, pubbliche relazioni, pubblicità e altri campi che consentono loro di viaggiare, esplorare il mondo. Sono inoltre molto bravi ad ispirare altre persone.
18 Novembre
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Fungolock recensioni, forum, funziona, opinioni, prezzo, farmacia
Le proprietà di base di unguenti e il metodo di applicazione. Il fungo del chiodo è una di quelle malattie pericolose, che scorrono discreto finché non infliggere il colpo decisivo. Si è scoperto che ho ricevuto ustione. La pillola è una forma conveniente di rilascio, così come non Mangiando pillole e unguenti da funghi in piedi, deve essere attentamente eseguire il trattamento della superficie del chiodo per la risoluzione di lunga data di cellule..... [Continua a leggere→]
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Fungolock recensioni
Questa condizione può parlare di presenza nel corpo del fungo. Qualsiasi pillole contro il fungo del chiodo è prescritto per lo svolgimento di una terapia integrata con un sostanziale sconfitta del chiodo. Una varietà di unguenti contro il fungo del chiodo. Rimedi popolari con componenti vegetali. Consiglio di trattare il fungo di stop, solo dopo aver fatto la raschiatura e il risultato ottenuto in pelle clinica. La MIA ESPERIENZA - Durata: 5:15 Olga Smirnova 1 284 729 visualizzazioni. L'utilizzo di media locali in modo più efficiente, se colpiti 1-2 del chiodo, e l'area di diffusione del fungo non supera 1/3... Consigliamo. L'applicazione di olio di tea tree da fungo del chiodo in casa.
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Pertanto, nelle prime fasi di malattia può non manifestarsi. Questo strumento è considerato il migliore da fungo del chiodo sulle gambe a causa del suo complesso di azioni, nell'armadietto dei medicinali è più non accade. Sbarazzarsi di fungo del chiodo una volta per tutte. Come la maggior parte delle malattie trattamento migliore da effettuare nelle prime fasi. Non ci sono limiti di età, uso e... Lo schema di trattamento di micosi precisate nelle istruzioni ai farmaci da fungo del piede. In seconda elementare o fase avanzata della malattia sarà... Quali altri rimedi popolari vi aiuterà a sbarazzarsi di fungo?
Quanto costa
Il fungo del chiodo in piedi - una malattia difficile curabile e richiede l'uso di un complesso di misure e di farmaci. La patologia è accompagnata da una deformazione della lamina ungueale, l'avvento Per sbarazzarsi di muffa sui piedi e le mani, è sufficiente una fresca patate. I pacchi saranno solo aumentare e a breve tempo un fungo ci saranno a portata di mano. Come costosi, e i farmaci a basso costo da funghi delle unghie dei piedi si consiglia di acquistare esclusivamente su prescrizione medica e in ogni caso non di automedicazione. Alcuni sono riusciti, ma la maggior parte delle persone sbarazzarsi di problemi a lungo... La risposta alla domanda, come sbarazzarsi di odore del piede negli uomini e nelle donne, è semplice: qualsiasi rimedio contro l'odore di usare, dopo aver lavato il Fungo, o micosi dei piedi e delle unghie, si verifica come risultato parassitaria esposizione a spore di alcuni microrganismi. Il più comune è la comparsa di questo problema sulle unghie di mani e piedi. Fungolock recensioni, forum, funziona, opinioni, prezzo, farmacia I segni che l'equilibrio del numero di candida nel corpo rotto! Come sbarazzarsi di muffa in piedi? Il fungo in piedi — è una malattia infettiva, che causano microrganismi patogeni, localizzate sulla pelle, in interdigitale spazi e delle unghie piatti.
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Con il fungo del chiodo in piedi di fronte un sacco di persone, secondo le statistiche, circa il 20 per cento In questo modo viene creata la rugosità, la superficie danneggiata si assottiglia e con il tempo da esso sarà sbarazzarsi di, non... Farmaci utilizzati per il trattamento di unghie colpite dal fungo Compresse da fungo del chiodo enorme quantità e assegnare loro bisogno di uno specialista, di scegliere il farmaco da solo sulla base di... A casa, è possibile sbarazzarsi di muffa in una, almeno nella fase centrale. Fungo del Chiodo della punta in categorie Bellezza e salute, Casa e forniture, la Madre e il bambino, 1328 e non solo, Fungo del Chiodo Comprare Fungo del Chiodo della punta di alta qualità ad un prezzo accessibile. Micosi del piede tocca il derma, diventa Trattare il fungo sulle dita dei piedi può iniziare solo dopo una diagnosi accurata. Suola ripetutamente spalmato di loro nel corso di una mezzaluna. Di contrarre la malattia, soprattutto nel periodo estivo, può essere ovunque. Durante il trattamento tempestivo al medico la prognosi della malattia è favorevole. Imparare come curare fungo delle unghie di mani e veloce... L'agente eziologico onicomicosi estremamente tenace.
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Il fungo del chiodo. Qualcuno che realmente ha funzionato? Crema di funghi sui piedi si applica, se non... Il fungo del chiodo – non solo estetica difetto, ma una grave malattia, riducendo di protezione... Goccia d'azione si basa sull'accumulo principale... Il fungo – una malattia contagiosa, che si può prendere in aree pubbliche (saune... Incredibilmente a buon mercato, ma efficace unguento contro il fungo del chiodo in piedi. Pillole Ketoconazolo. Il trattamento per il fungo rimedi popolari: aceto di mele, olio essenziale, kombucha, tintura di propoli, aglio. Confronto vernici da fungo del chiodo. Tannini di corteccia di quercia non danno funghi diffondersi...
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Curare rapidamente le gambe da funghi è possibile, con l'aiuto della moderna farmacia fondi. Il fungo sul pollice del piede – una malattia che può capitare a chiunque. Con cattivo odore dei piedi, che è obbligatorio l'accompagnamento di un aumento della sudorazione, anche se di solito eliminazione dei fattori scatenanti aiuta a sbarazzarsi di problemi di cattivo odore. Con una corretta stesura schema terapeutico si ottiene il 90% effetto clinico. L'applicazione di bicarbonato di sodio per il trattamento di unghie dei piedi da funghi. Nella lotta contro l'onicomicosi utilizzano non solo moderni farmaci... È possibile aggiungere schiacciate l'aglio in una soap-soda bagni o strofinare uno spicchio d'aglio tagliato le zone colpite piedi. Tuttavia, sbarazzarsi di muffa in... Quando la malattia può essere prescritto un Farmaco da funghi sui piedi. Scopri come curare l'infezione in casa.
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🍵Minestra di zucca e ceci. ✓Quantità per 3 persone: •250 gr di zucca (pesata senza buccia) •250 gr di ceci lessi (quelli in barattolo) (oppure secchi, leggi le note) •1 spicchio d’aglio •2 -3 cucchiai di olio •prezzemolo fresco •50 – 60 gr di pastina all’uovo buontagliati (tipo quadrucci) oppure ruote, tubetti •sale •pepe (facoltativo) 🍽️Note e varianti: ✓Per una minestra veloce, si consiglia di utilizzare i ceci lessi quelli in barattolo, in alternativa, potete utilizzare anche i secchi, tenendo presente che dovete tenerli in ammollo 1 notte. Sciacquarli e poi lessarli prima di cucinare il piatto! ✓Al posto del prezzemolo, potete aggiungere qualche foglia di alloro oppure della maggiorana. ✓Come fare la Minestra di zucca e ceci: Rosolare in una casseruola l’aglio precedentemente sbucciato e schiacciato con l’olio, lasciar imbiondire a fuoco medio, aggiungere i ceci, la zucca a pezzettini e il prezzemolo precedentemente tritato con un coltello. ✓Aggiungere acqua a filo e asciare prendere il bollore, poi abbassate la fiamma, coprite con un coperchio e fare cuocere coperto a fuoco lento per circa 15 – 20 minuti. ✓Di tanto in tanto schiacciare la zucca con una forchetta (non tutta) per creare l’effetto cremoso – vellutato. ✓Se necessario aggiungere un altro pochino di acqua alla vostra minestra. Il risultato finale dev’essere corposo ma non asciutto, con i giusti liquidi. Infine salate e pepate. ✓Da ultimo unire la pastina all'uovo, che cuocerà in pochi minuti, aggiungendo se necessario, ancora un poco d'acqua. ✓Condire con un filo d'olio extravergine d'oliva e servire. https://www.instagram.com/p/B8mHKvBoUYJ/?igshid=slhu76wckfgb
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Primi Piatti Freddi e super veloci? Eccone 12 tutti per voi!
Gli italiani non sanno rinunciare alla pasta, neanche in estate. I nutrizionisti consigliano di mangiare leggero e sano, eppure difficilmente riusciremo a mettere da parte l’amato piatto di pasta. Basti pensare che alcuni osano perfino portarsi la pasta al forno in spiaggia!
Per non rinunciare alla pasta e allo stesso tempo mangiare leggero possiamo però affidarci alle insalate di pasta o pasta fredda che dir si voglia. Di seguito diamo qualche idea per non limitarsi a tonno e mais!
Tonno, pomodorini olive e basilico
Tagliamo una generosa quantità di pomodorini ciliegini o datterini, aggiungiamo il tonno e le olive, è necessario una pasta corta, magari integrale.
Zucchine, pomodori, Philadelphia
Le zucchine sono leggerissime e ipocaloriche, così come i pomodorini. Cosa vuol dire? Che possiamo osare un po’ di Philadelphia per ottenere una pasta fredda cremosa… per i palati più esigenti.
Prosciutto cotto, piselli e noci
Un mix di sapori tipicamente invernali possono essere “trascinati” nella stagione estiva per dare vita ad un piatto di pasta fredda molto saporito. Possiamo aggiungere un po’ di formaggio sfaldabile o di ricotta (meglio se di bufala) per dare cremosità e guarnire con profumatissimo finocchietto selvatico.
Riso gamberetti e zucchine
Tecnicamente il riso non è pasta, ma per una bella insalata con gamberetti e zucchine è perfetto. Sapore di mare!
Salmone e pomodori
Anche il salmone può essere utilizzato nei piatti di pasta fredda, tuttavia ricordiamo che è decisamente più pesante di tonno e gamberetti, per cui si consiglia di limitarne la quantità.
Rucola e pomodorini
Un altro tipico abbinamento apprezzato durante l’intero anno ma soprattutto in estate. Ci mantiene freschi e leggeri, senza rinunciare al sapore.
Funghi e formaggio primo sale
Un altro interessante abbinamento è quello tra funghi, formaggio primo sale e pinoli da condire con un pinzimonio di erbe aromatiche
Capperi, melanzane, acciughe
I capperi e le melanzane richiamano la gastronomia siciliana. Aggiungendo qualche oliva daremo il tocco finale ad un piatto di pasta fredda dal sapore mediterraneo.
Melanzane e provola o mozzarella
Altro classico abbinamento che può essere adattato al clima estivo… aggiungendo anche qualche altra verdurina.
Insalata di pasta con verdure grigliate
Un’ottima idea per far diventare appetitoso un piatto estivo è sicuramente l’aggiunta delle verdure grigliate. Unico e salutare!
Tonno, pomodori, cipolle e cetrioli
Con questo abbinamento gastronomico avrà molta familiarità chi va sempre di corsa e non può permettersi di preparare ragù e sughi elaborati per condire la pasta. In estate assume il sapore di un piatto gourmet.
Fagiolini e pomodorini
Da provare è anche la pasta fredda con fagiolini. Questi ultimi sono molto leggeri, dunque puntiamo proprio sulla loro quantità… così da poter “risparmiare” sulla pasta. Ottima l’aggiunta di qualche pomodorino saltato in padella con un filo d’olio di oliva e uno spicchio di aglio.
Foto via Pinterest.com
Nguồn: https://www.pianetadonne.blog/12-piatti-freddi-e-super-veloci-da-preparare-perfetti-per-quando-fa-caldo/ Xem thêm tại: https://thuthu220100.blogspot.com https://hocnauan.edu.vn Xem thêm tại: https://thuthu220100.tumblr.com https://hocnauan.edu.vn
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Aglio nero, più antiossidanti e sapore meno pungente
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Aglio nero, più antiossidanti e sapore meno pungente
Buccia leggermente più secca e bruna, spicchi di colore nero profondo, consistenza gommosa, gradevole retrogusto che ricorda la liquirizia, il dattero e la salsa di soia senza il pungente dell’aglio tradizionale.
L’aglio nero deve il suo colore scuro ad una molecola chiamata melanoidina, ottenuto nel 2004 dal coreano Scott Kim, che ha fondato la sua società negli Stati Uniti, dove si è rapidamente diffuso per poi approdare anche in Europa.
È ottenuto lasciando fermentare naturalmente, senza forzature esterne e senza l’aggiunta di additivi o conservanti, i bulbi di aglio fresco in un ambiente ad umidità e temperatura controllate per 30 giorni, e poi lasciato ossidare in una stanza apposita per 45 giorni. Con questo procedimento lo spicchio d’aglio perde l’allicina, responsabile del caratteristico odore e sapore forte, ma acquista in antiossidanti, tanto che ne possiede il doppio rispetto all’aglio classico.
Stando a recenti studi, è in grado di prevenire l’invecchiamento e proteggere il cuore; ha proprietà antibatteriche, è utile nel contrastare la pressione alta e nella riduzione del colesterolo grazie alla presenza di un particolare composto solforoso; contiene il doppio del fosforo rispetto al comune aglio crudo e un quantitativo nettamente maggiore di calcio e di proteine.
Perfetto da abbinare crudo in ogni piatto, dalla carne ai formaggi alle verdure, nelle salse o nelle zuppe oppure mescolato al burro e spalmato sulle bruschette. Va conservato in un luogo fresco e asciutto (non in frigo, perché teme l’umidità), si mantiene morbido e fragrante per diversi mesi.
Presentato per la prima volta al Salone Alimentare di Barcellona nel 2012, da qualche anno si produce in Gran Bretagna e in Spagna; ha ancora un prezzo elevato, si trova nei negozi di specialità alimentari e in alcuni shop online, come Nero Fermento, una startup innovativa che utilizza la materia prima di una azienda agricola ferrarese che fa parte del Consorzio produttori Aglio di Voghiera Dop.
Sta conquistando le cucine stellate: lo chef Moreno Cedroni ha realizzato la ricetta Pluma iberica, salsa di finocchio e arance, aglio nero; Carlo Cracco lo ha inserito in una “Mistery box” a MasterChef. Viene abbinato anche al dolce: Ernst Knam lo consiglia abbinato a del cioccolato nero, fondente almeno all’80%; lo chef svedese Björn Frantzén (2 stelle Michelin) ne ha realizzato delle caramelle.
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Consigli di scrittura
Scrivere di personaggi appassionati di letteratura
Solitamente, chi è lettore è anche scrittore. Non per forza un buon scrittore, comunque. E nemmeno uno scrittore poliedrico.
Mi pongo di nuovo come esempio di vita reale: sono una discreta scrittrice di romanzi, una modesta scrittrice di analisi del testo, una pessima scrittrice di poesie, una vomitevole scrittrice di saggi e racconti brevi.
Al liceo, tra il saggio, la traccia libera e l’analisi poetica, mi gettavo sempre e comunque sull’analisi poetica.
Quindi, ripetiamo, la scrittura non è nelle corde di tutti e, soprattutto, non può essere sempre intinta in tutte le salse.
Ma torniamo alla letteratura.
Non basta che il vostro personaggio porti con sè sempre un libro da leggere per renderlo un appassionato.
Non basta che dica di esserlo.
Non basta che chi entra in camera sua trovi di tanto in tanto un libro aperto sul letto, abbandonato durante la fase di lettura.
E non basta nemmeno che l’appassionato in questione faccia uscite iperboliche sulla vita di Shakespeare e Scott alla florida età di sedici anni.
Ricordiamoci, anzitutto, che essere appassionati non vuol dire essere esperti, soprattutto a sedici anni.
Tutte le passioni partono da una fase germinale, in cui non si sa assolutamente niente di niente, si è letto a stento un libro di un autore famoso a caso perché aveva la copertina scintillante. Poi si giunge ad una fase di conoscenza discreta: si leggono parecchi libri, si fanno ricerche, si conosce la vita di qualche autore. Man mano la sapienza aumenta, a seconda del ritmo di apprendimento.
Spetta a voi decidere in quale fase si trovi il personaggio.
Inoltre, si può essere assoluti conoscitori di testi teatrali (Molière, Ibsen, Goldoni, Marlowe, per citarne qualcuno) e ignoranti in letteratura scientifica (Galilei, Darwin).
Folli ammiratori del realismo inglese (Clarissa e Pamela di Richardson) e capre senza pastore se si parla di gotico (cito autori come Mary Shelley, Ann Radcliffe, Lord Byron).
Oppure si può essere esperti in tutto. Anche questo è a discrezione dello scrittore.
Come si comporta un amante della letteratura?
Non è detto che abbia sempre il naso sprofondato tra i libri - seppelliamo lo stereotipo del topo di biblioteca, dell’intellettuale timido e con gli occhiali.
Le ragazze appassionate di letteratura possono indossare la minigonna e andare in discoteca, i ragazzi essere tatuati e guidare le Harley.
Oppure nessuna di queste cose. Il punto è, non sprofondate negli stereotipi.
E sappiate sempre che leggere tanto non rende una persona necessariamente sensibile e virtuosa.
Proseguiamo.
Chi ama la letteratura non deve necessariamente spiattellarlo ai quattro venti.
Potete creare un personaggio super entusiasta, che ne parli liberamente con chiunque incontri, che posti foto su foto dei libri che sta leggendo, delle passeggiate in biblioteca, che abbia addirittura un blog dedicato alle recensioni.
Oppure potete creare un personaggio che tiene questa cosa per sè e lo rivela solo a pochi eletti. Che legge quando è da solo, che viva in un clima in cui la passione per materie umanistiche non è bene accetta - “devi diventare dottore”, “sei un futuro ingegnere”, “scrivere poesie è da femminucce”, “la letteratura non serve a niente”, queste sono solo alcune delle frasi che credo abbiamo sentito tutti almeno una volta nella vita.
C’è chi si lascia condizionare al punto da vergognarsi di ciò che fa e tenerlo nascosto, chi se ne infischia e se la gode.
Spetta a voi scrittori scegliere dove far pendere l’ago della bilancia.
Per un appassionato di letteratura, trovare un altro appassionato di letteratura è il Paradiso.
Ma non devono per forza andare d’accordo su tutto - possono avere pareri discordanti, teorie differenti. Possono anche aver letto libri totalmente diversi e consigliarseli a vicenda.
Poi ci sono gli amici che li stanno a sentire anche se di letteratura non capiscono nulla: per un appassionato può essere un po’ frustrante dover spiegare la trama di un romanzo dall’inizio per farsi capire, ma può sicuramente apprezzare l’attenzione disinteressata che gli viene offerta, soprattutto se non ha nessun altro con cui parlarne.
Se la storia è ambientata in un mondo “social”, l’appassionato può anche mettere giù il libro, di tanto in tanto, e scrivere al suo migliore amico/a: “Darcy ha appena fatto una cavolata”, e poi mandare un audio su quanto ciò che ha detto ad Elizabeth sia stato assurdo e perché.
Ricordiamo, inoltre, che esistono anche personaggi poveri, che hanno difficoltà a pagare le bollette e l’affitto, e sicuramente non si possono permettere una spesa per un kindle o per l’edizione fresca di stampa di un libro. Scrivete di personaggi che prelevano una tonnellata di libri dalla biblioteca, che sono clienti fissi al punto che i dipendenti li chiamano per nome e li avvertono se arriva qualcosa che può interessargli. Scrivete di personaggi che scaricano illegalmente libri in pdf e leggono sul telefono di notte perché durante il giorno non hanno tempo di farlo.
Scrivete di personaggi che sono felici come Pasque se gli viene regalato un segnalibro, che hanno le notifiche attivate per il blog del loro scrittore preferito e abbandonano qualsiasi cosa stiano facendo per andare a leggere il nuovo post. Scrivete di personaggi che rispondano ai commenti di quelli che chiedono “in che capitolo succede questa cosa?” perché ricordano il libro a memoria. Scrivete di personaggi che dal nulla dicano “Questa è proprio una cosa da *nome di un personaggio qualsiasi*”, senza essere capiti da chi li circonda. Scrivete di personaggi che facciano citazioni, che seguano pagine di meme su Shakespeare e ridano come matti, perché la letteratura è anche qualcosa su cui ridere. Scrivete di personaggi che si lamentino della vita squattrinata e poco ortodossa di un autore in fila al supermercato con il loro compagno, come se stessero parlando di qualcuno che conoscono davvero. Scrivete di personaggi che telefonano alla loro migliore amica solo per dire che stanno leggendo Profumo di Suskind dopo anni di attesa e lo stanno trovando tremendo al punto che lo abbandoneranno da un momento all’altro. E scrivete di personaggi che non riescono ad abbandonare un libro, devono portarlo a termine a tutti i costi, non importa quanto faccia schifo.
Infine, non siate scontati nella scelta dei libri che i vostri appassionati stanno leggendo.
Non ricadete nel solito “Romeo e Giulietta”, “Cime tempestose”, “Orgoglio e Pregiudizio”, “Jane Eyre”.
Esiste un mondo di libri là fuori e questi li hanno letti tutti ormai, anche chi non è appassionato, perché vengono addirittura assegnati e studiati a scuola.
Fate leggere ai vostri personaggi qualche raccolta di Rimbaud o di Verlaine, fateli appassionare alla storia d’amore di questi due autori, allo scandalo che fu la loro vita privata, al tentato omicidio commesso dall’ultimo ai danni del primo.
Fategli leggere Neruda, Coleridge, Swinburne, Flaubert, Hugo, Zola, Balzac, Lorca.
Fate leggere agli italiani di scrittori italiani, una volta tanto - cos’è questa tendenza verso l’estero? E fate leggere agli stranieri la letteratura italiana.
Cimentatevi in Machiavelli, Alfieri, Tasso, Foscolo, Leopardi, Manzoni, Calvino, Pasolini, Pavese, Cavalli, Eco, Fo, Arminio, Scotellaro, Saba, Dante, Petrarca, Boccaccio, Merini, Maraini.
E vogliamo dimenticare i greci e i latini?
Davvero, la letteratura è vastissima: non limitatevi ai soliti tre o quattro autori, e ricordate che anche quelli definiti “minori” possono sorprendere per bravura, e piacere anche più dei maestri.
Ora, la domanda sorge spontanea: è davvero necessario, se voglio scrivere un personaggio appassionato di letteratura (o di qualsiasi altra cosa, questi consigli valgono per tutto) che io conosca tutti questi autori e le loro vite, morti, miracoli?
No.
Il consiglio più ovvio è quello di dare al personaggio un’attitudine su cui siete ben ferrati anche voi. Vi garantisco, inoltre, che spesso ciò che imparate a scuola (soprattutto al liceo) - se spiegato e studiato per bene - è già sufficiente, e va solo approfondito.
Ma, se volete scrivere di personaggi con passioni di cui non sapete nulla, fate ricerche. Non fate ricerche su tutto, ma solo su quel che è utile alla storia.
Non c’è bisogno che sappiate a che ora Kant prendeva il caffè per far citare al vostro personaggio una frase qualsiasi presa dalla Critica della ragion pura.
Internet è un luogo magico: vi fornirà tutte le informazioni necessarie e anche quelle meno necessarie. Spetta a voi scegliere cosa vi serve e cosa no.
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Consigli di scrittura
Scrivere di personaggi intelligenti
Partiamo dal presupposto che esistono vari tipi di intelligenza.
Un personaggio che prende 10 (o A+, o 30 e lode) in tutto non è per forza intelligente nel senso più pieno e lato del termine. E’ sicuramente ciò che oggi definiremmo “book smart”: leggo una cosa, la imparo, la espongo - forse la ricordo.
Ebbene sì: i primi della classe non sempre ricordano ciò che hanno studiato a lungo termine, e non sempre lo capiscono davvero.
A volte imparano solo a memoria.
Mi viene in mente, per chi ha letto Orgoglio e pregiudizio, il paragone tra Mary e sua sorella maggiore Elizabeth.
Elizabeth è un personaggio universalmente conosciuto per essere di un’intelligenza vivida, che si applica alla vita quotidiana e viene esposta attraverso brillanti osservazioni. È sarcastica, sottile, intuitiva.
Mary? È pedante.
Impara solo per sfoggiare e in qualche modo rivaleggiare con Elizabeth, ma la cultura non sostenuta dall’ingegno serve a poco.
Quindi, non date per scontato che il vostro personaggio dalla brillante carriera accademica sia geniale, che comprenda davvero ciò che sta leggendo quando gli vengono messi davanti un Kant, un Hegel, un Einstein.
Ancor meglio, ci sono personaggi che invece comprendono perfettamente - i sapientoni, gli intellettuali, gli Sheldon Cooper della faccenda. E che, proprio come i personaggi di Big Bang Theory, non sanno relazionarsi con il mondo che li circonda.
Conoscere la matematica, la fisica, non ti rende per forza adatto alla vita: un sapientone può diventare imbarazzante e imbarazzato se messo a contatto con qualcuno che trovano attraente, e dire o fare cose stupide.
Non confondiamo, in sostanza, la cultura con l’intelligenza - e ricordiamoci che la chiusura mentale, nella maggior parte dei casi, rende inutili entrambe le cose. Divertitevi anche con personaggi plurilaureati e razzisti, se volete. Oppure omofobi. Retrogradi. Comunisti. Fascisti. Maschilisti. Tutte le chiusure di questo mondo.
Scrivere di personaggi con attitudini e passioni
Tutti sono più bravi in una cosa piuttosto che in un’altra. Oppure preferiscono una cosa ad un’altra.
Un personaggio non deve essere, comunque, il migliore degli intenditori per avere una determinata passione.
Vi faccio un esempio preso dalla vita reale, la mia: impazzisco per la chimica.
Eppure, mio malgrado, difficilmente ho preso voti più alti di 3, per quanto mi piacesse e per quanto sbattessi la testa sui libri. E adesso è anche troppo tardi per ripartire da zero e capire dove fosse l’intoppo, riempire le lacune che mi impedivano di comprendere.
Ma se trovo articoli di chimica, li leggo ugualmente e, se mi è possibile, imparo e riutilizzo.
I personaggi alla fine non sono altro che proiezioni della realtà, quindi, se volete, createne alcuni con hobby in cui sono incapaci, per una motivazione o per l’altra.
Un aspetto importante delle passioni è che esse definiscono la persona, come un tratto caratteriale.
Spesso si legge di personaggi che hanno una determinata attitudine che nel corso della storia viene solo nominata, ma mai esplorata, mai sfruttata.
Si sa solo che alla Nicole di turno piace la biologia, ma perché?
E cosa vuole fare di questa passione? Ha dei progetti? Ne parla con gli altri? È una cosa che preferisce tenere per sè? Qual è il suo trattato scientifico preferito? Ci sono delle pagine di scienza tra i suoi preferiti su Chrome? Ci sono foglie secche nella sua stanza, che da piccola raccoglieva e metteva in controluce per studiarne la struttura?
Una passione non è solo un abbellimento: è ciò che indirizza la nostra vita e, di conseguenza, quella del nostro personaggio.
E soprattutto, non è necessariamente collegata al tipo di vita che conduce, al lavoro che fa, agli studi che ha scelto.
Scrivete di ingegneri che leggono la Divina Commedia sul divano, a tarda sera, con un bicchiere di vino. Che venerano Dante e postano su Instagram per il Dantedì.
Scrivete di insegnanti di scuola elementare che prendono lezioni di tango argentino e ballano fino a tarda notte nei locali volteggiando tra avvenenti sconosciuti.
Di madri e padri che giocano alle parole crociate mentre aspettano in macchina che i figli escano da scuola, che abbiano una passione per il linguaggio e si divertano ad insegnare ai loro bambini una parola nuova al giorno.
Una passione è una valvola di sfogo. È ciò che ci tiene in piedi dopo una giornata di studio, di lavoro. Una cameriera che ama la letteratura farà il sacrificio di rimanere sveglia anche alcune ore della notte pur di finire quel romanzo che l’ha stregata.
E a proposito di letteratura, approfondiamo nel prossimo post uno degli hobby che mi viene più facile trattare:
Scrivere di personaggi appassionati di letteraura
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Consigli di scrittura
Creare un personaggio a 360°
Come si fa? Da dove si parte? Come sempre, il consiglio é quello di attingere il piú possibile dalla realtà. Un errore molto comune - e qui parlo soprattutto delle storie d'amore - é quello di relegare il personaggio al suo ruolo nella storia. Ad esempio, la protagonista di un romanzo rosa parlerà solo e soltanto del ragazzo che le piace, di quanto sia stato crudele il suo ex, di come sia stato sgarbato il nuovo compagno di banco, e via discorrendo, finché attraverso le sue parole non comprenderemo l'avvicinamento tra lei ed il suo interesse amoroso. Allo stesso modo, l'antagonista di una qualsiasi storia entrerà in scena solo per dire cattiverie e fare del male. Qual é il difetto di questi personaggi? Sono piatti.
Lavorare sul carattere
Esattamente come le persone - é questa la parola chiave, si era capito? - i personaggi devono avere pregi e difetti che li contraddistinguano, e che in qualche modo tornino utili alla trama (un personaggio impulsivo, ad esempio, manda avanti l'azione prendendo scelte sbagliate per troppa fretta). Di solito trovo molto comodo stilare una lista dei lati positivi e negativi dei personaggi che creo, tenendo però conto di alcune cose: 1. Non si può programmare tutto in anticipo; dopo un certo numero di capitoli la storia procede spesso da sé e i personaggi sfuggono al controllo. Sono loro a rivelare allo scrittore la propria vera natura, il che può sembrare assurdo, ma bisogna provare per credere; 2. In tal caso, forzare un personaggio in un'azione solo perché avevamo deciso per principio che avrebbe avuto data caratteristica é un errore da non commettere mai; 3 In riferimento al punto precedente, non si deve mai far commettere ad un personaggio una scelta o fargli dire qualcosa che per via delle sue qualità o dei suoi difetti non farebbe o direbbe. Altrimenti si rischia di "uscire dal personaggio" (out of character, come dicono gli anglofoni); 4. I pregi e i difetti talvolta si mescolano, un tratto che può sembrare una debolezza in alcune situazioni può rivelarsi forza eccetera. Ad esempio, la diffidenza (difetto) può rivelarsi utile nel momento in cui il personaggio, non dando fiducia a quello che non sapeva essere l'antagonista, salva la situazione; 5. Non esiste persona al mondo che non abbia almeno un pregio, anche il piú cattivo dei cattivi - non per niente, spesso non crediamo che qualcuno sia malintenzionato proprio perché l'abbiamo visto compiere, ad esempio, un atto di gentilezza.
Lavorare sulle passioni
Consideriamola un'appendice del capitolo "Intelletto e passioni". La giornata si compone di ventiquattro ore, e se in ventiquattro ore la Hope di turno non fa altro che parlare del principe azzurro qualcosa non quadra. Le persone si intrattengono nel corso della giornata, hanno degli hobby, svolgono attività. Vanno a correre, cucinano, dipingono, guardano anime, leggono riviste, fanno i cruciverba, scaricano musica illegalmente. Anzitutto - e qui apro e chiudo parentesi - fate in modo che i personaggi siano spesso impegnati in qualcosa. Nessuno entra in cucina e vi trova fermi, seduti alla sedia, ad attendere che entriate per intraprendere un discorso: ognuno ha vita propria, se entro in una stanza probabilmente troverò qualcuno che sta facendo qualcosa, che sia piegare le magliette, limarsi le unghie, guardare la tv. Ora, tornando alle passioni, e in particolare al fantomatico romanzo rosa: il protagonista deve essere piú di un cuore che batte e si protende verso qualcuno. Dategli dei sogni, delle ambizioni, speranze, e che non sia tutta aria fritta - mostrate in che modo li realizza o in che modo fallisce. Spiegate le origini, le motivazioni di un desiderio o di una passione, e perché perdurano nel tempo anziché scomparire come quando da piccoli, alla maestra, si rispondeva di voler fare gli astronauti e poi si é diventati poeti. Se state utilizzando un narratore onnisciente - il primo capitolo vi rinfrescherà la memoria - potete dare informazioni di questo genere in qualsiasi istante, anche se il protagonista non ricorda come sia iniziata una passione o, meglio ancora, se non sa come sia iniziata la passione di un suo amico/personaggio secondario. Ad esempio, ad Hope piacciono le voliere e tu, narratore onnisciente, sai che é perché sua zia teneva appesa ad una trave del portico una gabbietta con due cardellini colorati, che cinguettavano allietando i pomeriggi. Hope era troppo piccola per poter ricordare questo dettaglio, adesso, ma il narratore può raccontarlo ugualmente.
Parlando poi dell'interesse amoroso della nostra Hope, un bel lavoro di caratterizzazione può essere svolto anche su di l*i. Se dovete dare a questo personaggio una passione per la letteratura solo perché possa tirar fuori nei momenti cruciali qualche frase ad effetto tratta dai soliti tre romanzi (Cime tempestose, Orgoglio e pregiudizio, Jane Eyre), non fatelo. Non é cosí che si esprimono le persone che amano leggere e in generale le persone che amano qualsiasi cosa. Se alla domanda "perché?" l'unica risposta che vi sovviene é "perché sí", non siete sulla strada giusta per la costruzione di un personaggio completo.
Lavorare sui rapporti
I personaggi devono intessere rapporti umani solidi e realistici, di qualsiasi natura, piacevole o spiacevole. La vita sociale fa parte degli impegni di un essere umano, anche se si tratta solo di messaggi, likes sotto ad un post, videochiamate. Gli amici sono membri essenziali; solitamente danno supporto, consiglio, incoraggiamento, ma possono rivelarsi anche serpi in seno, tradire, parlar male alle spalle. Quando si intraprende la seconda strada, di nuovo, ci deve essere una buona motivazione: il protagonista deve rimanere destabilizzato, deve mancargli una certezza, deve rivalutare le proprie relazioni, la fiducia in se stesso e nei rapporti, eccetera eccetera. Stessa cosa vale per le famiglie. Queste possono essere numerose o ridotte, fastidiose, impegnative, marce, un accollo, una sciagura, oppure una benedizione, un sostegno, un nucleo d'amore. Anche in questo caso si deve tener conto dell'effetto che si vuole ottenere sul protagonista ai fini della storia; genitori violenti comportano una serie di disfunzioni comportamentali, cosí come una famiglia amorevole e comprensiva conduce ad un approccio sereno alle relazioni. Anche in queste situazioni entrano in gioco i riscontri non totalmente negativi e non totalmente positivi: ad esempio, un personaggio che ha vissuto tra coccole e vizi può essere debole caratterialmente, abituato ad ottenere tutto e subito, ingenuo, e via discorrendo; cosí come chi ha subito gravi torti può essere spaventato e sfiduciato oppure desideroso di amare e dare ciò che non ha ricevuto. Infine, non dimentichiamo i conoscenti, che si compongono dei colleghi in un ambiente d'ufficio, del cassiere al supermercato sotto casa, del corpo studentesco (insegnanti, compagni di classe e di banco, direttori e direttrici, relatori, bibliotecari, bidell*). Di solito questi personaggi possono essere utilizzati per "comic relief", cioé per alleggerire l'atmosfera con la loro presenza, spesso buffa. Sono dei personaggi macchietta; il bidello che sbuffa mentre scopa e ti acchiappa per il colletto perché hai attaccato una gomma sotto al banco, il collega d'ufficio un po' sbadato che spedisce documentazioni in ritardo e ti versa addosso il caffé bollente. Oppure, possono rivelarsi assi nella manica e compiere azioni decisive: la commessa che tornando a casa vede il partner del protagonista con qualcun altro e decide di riferirlo al diretto interessato.
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Consigli di scrittura
Il POV
Introduciamo anzitutto la differenza tra i termini “autore”, “narratore”, “persona” e “focalizzazione”:
-L'autore è colui che scrive la storia, persona in carne ed ossa;
-Il narratore è colui che racconta la storia, la “voce” cui l’autore affida il compito di raccontare - a volte può coincidere con l'autore stesso, come nel caso di un'autobiografia;
-Un racconto può essere narrato in prima o in terza persona, con focalizzazione interna o esterna:
La prima persona presuppone obbligatoriamente una focalizzazione INTERNA - é il narratore (in questo caso un personaggio interno alle vicende) a parlare di sé stesso e degli altri. Specifichiamo che il narratore in prima persona, pur essendo il personaggio che racconta l'azione, non é per forza il protagonista della storia: può essere anche un personaggio a cui é stata riferita una vicenda da terzi, che decide poi di raccontarla al pubblico, oppure un personaggio secondario (magari il migliore amico del protagonista) che ne segue le azioni dal proprio punto di vista.
La terza persona può avere focalizzazione INTERNA o ESTERNA. Interna quando il narratore, che non coincide in questo caso con il personaggio di cui si racconta la storia, "entra" nella mente di suddetto personaggio e ne riferisce le emozioni, le sensazioni, ciò che vede. La focalizzazione é esterna quando il narratore si pone come una telecamera sulle spalle del personaggio e lo osserva muoversi, senza entrare nella sua mente e quindi senza poter dire con esattezza quali siano i suoi pensieri (anche se il "common sense" non gli impedisce di dedurre dal tono di voce o da uno sguardo che si stia arrabbiando, intristendo o altro).
Entrambe queste due focalizzazioni - sempre usate in terza persona - sono dislocabili.
Significa che il narratore in focalizzazione interna può uscire dalla testa di un personaggio ed entrare in quella di un altro, a suo piacimento e quando lo ritiene necessario, e che un narratore in focalizzazione esterna può seguire i movimenti di un personaggio piuttosto che di un altro, oppure di un gruppo intero di personaggi (come se descrivesse il pubblico di uno stadio).
Vantaggi e svantaggi delle persone e delle focalizzazioni:
La terza persona con focalizzazione esterna ha, ovviamente, lo svantaggio di non poter comunicare ai lettori tutte le emozioni di un personaggio, talvolta creando un muro, una sorta di distacco, una difficoltà di simpatia ed empatia tra lettore e personaggio.
Però può spostarsi molto piú facilmente da una scena all'altra, cosí come nei film la telecamera cambia di inquadratura senza passaggi intermedi.
La terza persona con focalizzazione interna MOBILE permette al narratore di essere "onnisciente": egli sa tutto, a partire da cosa pensa ogni personaggio alla storia intera. Se l'autore lo desidera, il narratore può sapere anche come andrà a finire, e seminare piccoli spoiler e giudizi qua e là (es. "Matilda ancora non lo sapeva, ma si sarebbe pentita di quella scelta").
La prima persona con focalizzazione obbligatoriamente interna ha spesso il limite di dover raccontare le cose man mano che succedono, perché spesso il narratore coincide con il protagonista e le vicende sono narrate al presente.
Tuttavia, se si sceglie di utilizzare il passato e il personaggio parla di eventi già accaduti e a cui ha preso parte, potrà anche lui svolgere lo stesso ruolo di un narratore onnisciente (con la differenza di non poter entrare, però nella testa di tutti i personaggi).
Attenzione però al tipo di storia che si racconta, perché parlare al passato in prima persona in un horror ci fa già capire che il protagonista é sopravvissuto per raccontare tutto ;)
Cambiare il POV:
I punti di vista, pur mantenendosi sempre dello stesso tipo (non si può passare dalla prima persona alla terza e viceversa) possono spostarsi da un personaggio all'altro.
Forse qualcuno di voi ha letto Divergent: la protagonista é Beatrice Prior, tutta la storia viene raccontata da lei, al presente, in prima persona (il narratore coincide con il protagonista). Nell'ultimo libro della serie, tuttavia, il suo punto di vista si alterna a quello di Tobias Eaton (che per non fare spoiler definirò suo compagno di avventure) sempre in prima persona e con focalizzazione interna, tempo presente.
I capitoli in cui é Beatrice a parlare sono intitolati con il suo nome, stessa cosa con Tobias.
Questo perché, ovviamente, c'é bisogno di un distacco fra i due narratori (sarebbe confusionario se prima parlasse Beatrice e poi Tobias, senza alcuna distinzione, senza indicazioni che il punto di vista sia cambiato, no?).
Questo procedimento NON é obbligatorio quando si utilizza la terza persona con focalizzazione interna.
Vedo un sacco di persone scrivere storie divise in capitoli con POV Tizio, POV Caio. Per quanto non mi senta di dire che é sbagliato, é sicuramente antiestetico e crea interruzioni inutili, soprattutto se poi questo avvertimento non é posto all'inizio di un capitolo ma nel bel mezzo di una scena.
Il punto di vista in questo caso si può switchare senza bisogno di segnalazioni: basta andare a capo e iniziare la frase con il nome della persona nella cui mente stiamo entrando (in White Lies lo faccio spesso, se serve un esempio concreto).
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Consigli di scrittura
É innegabile che nell'ambientare le nostre storie tendiamo sempre a spostarci verso i cugini statunitensi. Però, poiché leggi e istituzioni scolastiche sono diverse, non solo da quelle italiane, ma in generale da quelle europee, é facile incorrere in errori. Ecco alcune dritte basate su ricerche che ho fatto nel corso degli anni:
Le scuole superiori negli USA
Durano quattro anni, non cinque, come in Italia - si frequentano, quindi, dai quattordici ai diciotto anni. I grades, ovvero i quattro anni di frequentazione, prendono ciascuno un nome diverso: • Freshman Year (14/15 anni) - primo anno • Sophomore Year (15/16 anni) - secondo anno • Junior Year (16/17 anni) - terzo anno • Senior Year (17/18 anni) - quarto anno
Tutto il sistema di studi statunitense é gratuito (ad eccezione del college, di cui parleremo prossimamente). I libri, infatti, non vengono acquistati dai genitori ma forniti dallo Stato alle scuole e dalle scuole agli studenti - a volte vengono messi a disposizione anche zaini, agende, articoli di cancelleria, computer, tablet. Tutto va solitamente restituito al termine del percorso.
Licei?
Negli USA non esistono licei specifici come i nostri - scientifico, classico, linguistico... - e nemmeno gli istituti - tecnico, industriale, eccetera. La scuola superiore é ad indirizzo unico e comprende una certa vastità di materie. Alcune sono obbligatorie - matematica, letteratura, storia - altre sono facoltative, vengono scelte dallo studente con l'aiuto di un consulente basandosi sulle sue attitudini. Esistono ad esempio corsi di matematica o fisica avanzata, attività extracurriculari come teatro, fotografia. Le ore di educazione fisica sono standard, ma le scuole offrono diversi sport per gli atleti: un unico istituto, in base alla propria grandezza e al fondo cassa, può offrire baseball, pallacanestro, football, nuoto e tanto altro. Inoltre, gli studenti possono iscriversi a svariati club, organizzati dal corpo studentesco stesso.
Struttura
Proprio come nei film, le scuole superiori negli USA hanno corridoi molto larghi per poter ospitare la moltitudine di studenti che si sposta da un'aula all'altra. Com'é risaputo, non esistono le "classi" intese come un gruppo fisso di studenti che segue le lezioni in una stanza assegnata. Anzi, esistono aule dedicate ad ogni materia, e sono i ragazzi a spostarsi ogni ora per raggiungerle. Le classi spesso appartengono all'insegnante di data disciplina, che può decorarle come piú ritiene opportuno. Ad orario di pranzo (di solito le 12) gli studenti possono riunirsi nella mensa - cafeteria per gli americani - e consumare ciò che hanno portato da casa o ciò che decideranno di prendere facendo la fila al bancone.
Prove, verifiche, esami
Negli USA é tutto scritto, gli studenti non sostengono prove orali di alcun tipo, eccezion fatta per la presentazione di powerpoint o relazioni. Le verifiche sono tutte scritte e spesso a crocette. Agli studenti viene solitamente data un'ora di tempo al giorno per svolgere i compiti assegnati, cosí che possano frequentare tranquillamente le attività pomeridiane (sport, club) e non abbiano nulla da fare una volta tornati a casa.
Tra il penultimo e l'ultimo anno svolgono i SAT, test attitudinali che non hanno alcuna valenza per lo svolgersi delle superiori: danno loro un punteggio che viene inviato alle università, in modo che queste sappiano se accettare o meno uno studente in base alle sue capacità. Diversamente da noi, non sostengono un esame di maturità al termine del quarto anno. Semplicemente, gli studenti che hanno ottenuto voti bassi nel corso dei quattro anni, devono sostenere i finals, esami con cui dovranno dimostrare di aver recuperato le lacune. Gli studenti che hanno una media superiore alla B possono evitarli.
Orari, festività
Solitamente le scuole aprono i cancelli alle 7:45 e li chiudono alle 14:30. Gli orari sono cosí dilatati rispetto ai nostri perché includono la pausa pranzo e l'ora per svolgere i compiti, di cui si era già parlato. Gli studenti hanno scuola dal lunedí al venerdí, dopodiché inizia il weekend.
Le lezioni iniziano per la metà di settembre e si concludono a metà giugno. Tra settembre e ottobre cade il Capodanno ebraico, che dura due giorni. Tra ottobre e novembre ci sono le festività del Ringraziamento, anch'esse durano un paio di giorni. Dal venti dicembre circa al sei gennaio le lezioni si interrompono per le vacanze di Natale. Ci sono poi la Winter Break e la Spring Break, pause che coprono rispettivamente le ultime due settimane di febbraio e la seconda e penultima di marzo.
Eventi
Gli statunitensi prendono gli sport molto sul serio e gli studenti sono spesso in prima linea quando si tratta di incoraggiare la squadra della scuola alle partite. Tutti i venerdí sera c'é il Friday Night, l'evento sportivo in cui la squadra di football o quella di baseball si scontrano con un'altra della stessa città. Il giorno stesso la banda suona per i corridoi e le cheerleader si esibiscono nel cortile per incoraggiare chi in serata dovrà giocare, e per entusiasmare gli studenti.
L'homecoming é il primo evento di un anno scolastico, che prende luogo ad ottobre. Si tratta di un ballo cui partecipano tutti gli studenti, e durante il quale gli studenti degli anni passati "tornano a casa" (da qui homecoming) per festeggiare nella loro vecchia scuola. É preceduto dalla Spirit Week, un'intera settimana che prevede ogni giorno travestimenti a tema. Il ballo si svolge di sabato ed é talvolta preceduto da partite amichevoli di un qualche sport e giochi vari. Gli abiti richiesti sono formali ma non come quelli del prom.
Il prom é il ballo di fine anno, definito anche Night of the nights ("Notte delle notti"). Vi partecipano gli studenti del primo anno e quelli del quarto. É usanza avere un date per il prom, ovvero un accompagnatore/ice - di solito sono i ragazzi ad invitare le ragazze, ma é possibile anche il contrario. La sera del prom la coppia si scambia dei presenti: il corsage e il boutonniere. Il corsage é il bracciale decorato con fiori che il ragazzo mette al polso della ragazza, il boutonniere il fiore all'occhiello che l'accompagnatrice dà all'accompagnatore. Spesso vengono acquistati in modo che si abbinino tra loro e al vestito, ma si può andare anche ad occhi chiusi. La notte del prom si eleggono il Re e la Reginetta del ballo: diversi giorni prima vengono fatti girare per la scuola fogli con su i nomi di tutti gli studenti, e ognuno ha a disposizione tre voti. Il Re e la Reginetta sono un giovane e una giovane estratti indipendentemente dalla formazione di coppia che si é presentata al prom.
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Consigli di scrittura
Descrivere i personaggi
Le descrizioni dei personaggi possono essere di due tipi: dirette e indirette.
Si parla di descrizione diretta quando il personaggio, narrando in prima persona con focalizzazione interna, si mostra agli occhi del lettore. L'errore più comune quando si utilizza questa tecnica è quello di fare gli elenchi: "Mi chiamo Carla, ho grandi occhi azzurri e capelli biondi lunghi fino alle scapole, sono magra ma non troppo, la mia pelle è pallida come quella dei cadaveri e per questo i miei compagni mi prendono in giro chiamandomi 'zombie'", e ancora "Mi preparo per andare a scuola. Indosso la mia felpa grigia preferita con sotto un paio di jeans elasticizzati, le Converse nere con le stelle rosse, mascara, rossetto, poi lego i capelli in una coda disordinata". Ragazzi, non si fa. Questo è un modo di descrivere che gli insegnanti, quando frequentavo le elementari, chiamavano "lista della spesa" - nient'altro che un lungo elenco di informazioni, anche banali, buttate tutte insieme sotto gli occhi del lettore. Come si ottiene una descrizione diretta efficace? Anzitutto, fate in modo che ogni dettaglio sia rilevante e ben incastonato all'interno del discorso. Nel 1800, con l'avvento del Realismo, Verismo, del Naturalismo* e dei romanzi storici, era in voga la "digressione": lunghi paragrafi descrittivi che interrompevano il flusso narrativo. La differenza tra una digressione e la lista della spesa sopra citata è che la prima ha una valenza a livello di significato. Per uno scrittore verista o di romanzi storici riportare su carta il verosimile, ambienti e personaggi particolareggiati, descritti di tutto punto - nell'atteggiamento, negli abiti, nell'acconciatura, fino alla fibbia delle scarpe - era essenziale per catapultare il lettore nella realtà di cui stavano parlando. [*movimento parallelo al Verismo italiano. Esso prevedeva lo studio approfondito della condizione umana attraverso gli ambienti in cui si sviluppava: era una scrittura di approccio scientifico, che voleva andare a determinare la natura, il carattere delle persone (e dunque dei personaggi) analizzando la classe o il ceto in cui erano nati, gli studi fatti, la lingua parlata, il periodo storico vissuto, i valori, le tradizioni, i principi, i sentimenti acquisiti grazie o a causa dell'ambiente sociale. Come, dunque, non perdersi in digressioni lunghissime anche sul mestolo usato per girare la brodaglia?] Vi riporto due esempi, il primo di Manzoni, il secondo di Balzac (Honoré de Balzac fu esponente del Realismo). I promessi sposi prendono luogo nel XVII secolo, con esattezza nell'anno 1628. Essendo Manzoni uno scrittore del 1800, era necessario - sia per aiutare la fantasia dei suoi contemporanei, sia per rimanere fedele al romanzo storico - che si cimentasse in lunghe e particolareggiate descrizioni del mondo in cui i suoi personaggi si muovevano. Quando Renzo si presenta in casa di Don Abbondio per definire gli ultimi dettagli del matrimonio, Manzoni ne descrive con minuzia gli abiti, il cappello con la piuma, i calzoni colorati, persino il manico del pugnale che spunta tra i vestiti. Al giorno d'oggi questo modo di fare è passato di moda - anzi, per il lettore moderno risulta pesante leggere determinati passi dei classici. Sarà perché andiamo tutti di fretta. Ma abbiamo comunque da imparare da questi grandi maestri. Sia Balzac che Manzoni utilizzano nelle loro opere un tipo di descrizione che viene definita fisiognomica. In parole molto spicce, si tratta di un tipo di descrizione, oserei dire, centripeta: dall'abbigliamento di un personaggio, dagli oggetti che conserva in camera, da una particolare luce nello sguardo, si arriva ad intuire quale sia la sua indole. Manzoni aveva il pallino degli occhi, e celebre è la descrizione dello sguardo della Monaca di Monza: languido, sfuggente, a volte fisso, altre perso nel vuoto, tipico di chi ha qualcosa da nascondere (Gertrude ha macchiato il velo monacale con il peccato della lussuria) ma vivido di intelligenza (Manzoni stesso dice che la monaca facesse il bello ed il cattivo tempo all'interno del convento, una donna determinata ed astuta). In Papà Goriot di Balzac ritroviamo la descrizione dell'abbigliamento della signora Vauquer, proprietaria di una pensione. Ella indossava abiti sdruciti, la vestaglia dall'orlo strappato, le ciabatte vecchie ingrigite, eppure era ricca. Cosa ci fa capire questo di lei? Che era una gran tirchia. Il consiglio che vi do, sulla base di quanto appena detto, è di fare in modo che le vostre descrizioni vadano oltre la superficie, e servano a dirci qualcosa anche sul carattere del personaggio. Ma fate in modo che siano spezzettate e ben amalgamate all'interno della storia, non fate elenchi, liste e papiri. Basta con la solita protagonista diciassettenne che si guarda allo specchio e inizia ad analizzare ogni tratto del suo volto - nessuno lo fa nella vita reale. Nessuno dopo la doccia si ferma davanti allo specchio e si dice: "Ho pagliuzze dorate negli occhi verdi e capelli lisci come seta, del colore del mogano". Spargete queste notizie nel corso della storia - magari entro i primi dieci capitoli, non si può arrivare all'ultimo per scoprire che il protagonista ha gli occhi neri - ed inseritele con fantasia. Ad esempio, un personaggio può arrivare a parlare dei propri capelli se si tratta di fare un paragone con quelli di qualcun altro: "Mia madre stamattina ha un incontro di lavoro, lo capisco dal modo in cui ha legato ordinatamente i capelli. Sembra più seria. E' un peccato che nessuno possa vederla quando le scendono in voluminose onde castane attorno al volto - a volte la invidio, i miei sono di un triste giallo paglierino, come quelli di papà". Così avete preso due piccioni con una fava, perché avete fatto contemporaneamente una descrizione diretta (il personaggio che in prima persona e con focalizzazione interna dice dei propri capelli che sono giallo paglierino) e una indiretta. Quando si ha una descrizione indiretta? Quando un personaggio non si descrive da solo, ma è qualcun altro a farlo per lui, che si tratti di un altro personaggio (la ragazza che parla dei capelli della madre) o del narratore (Manzoni stesso con gli occhi di Gertrude). I consigli per questo tipo di descrizione sono identici: niente cascate di dettagli. Inoltre, non tutti notiamo le stesse cose nelle persone, e questo è da tenere a mente. C'è chi si accorge prima del colore degli occhi, chi della forma delle labbra. Se qualcuno indossa un colore sgargiante, noteremo prima la maglia e poi tutto il resto. Se siamo attratti fisicamente da un particolare tratto, è molto probabile che sarà ciò che cercheremo anzitutto in chiunque incontriamo - la forma delle spalle, le gambe, il sorriso. Ci sono tempo e capitoli successivi per aggiungere tutto ciò che non abbiamo analizzato di primo acchito. Infine, a volte può essere divertente mostrare anche quelle che sono le imperfezioni: le unghie mangiate, una voglia, smagliature, il naso adunco.
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Categoria: Secondi piatti
Per 4 cocotte
Uova 4
Passata di pomodoro 700 g
Patate 400 g
Pisellini 150 g
Chorizo 100 g
Prosciutto crudo 20 g Jamon Serrano (a fette)
Cipolle dorate 1
Aglio 1 spicchio
Olio extravergine d'oliva 80 g
Sale fino q.b.
Pepe nero q.b.
Preparazione
Uova alla flamenca, passo 1
Per preparare le uova alla flamenca, per prima cosa pelate le patate e tagliatele a cubetti di circa mezzo centimetro (1). Scaldate l'olio a coprire il fondo di una padella, aggiungete le patate (2) e rosolatele a fuoco vivace finché saranno dorate (3).
Uova alla flamenca, passo 2
Nel frattempo mondate e tritate la cipolla (4), poi fatela stufare con un filo d’olio in un’altra padella (5) insieme allo spicchio di aglio (6).
Uova alla flamenca, passo 3
Intanto tagliate il chorizo a fette e riducetelo a dadini (7). Quando la cipolla sarà appassita, aggiungete il chorizo (8) e fate rosolare per altri 5 minuti, poi unite i piselli (9).
Uova alla flamenca, passo 4
Versate anche la passata di pomodoro (10), salate (11), pepate e cuocete a fuoco medio per circa 30 minuti, con il coperchio. Trascorso questo tempo unite le patate (12).
Uova alla flamenca, passo 5
Mescolate bene (13) e spegnete il fuoco. A questo punto distribuite il sugo in 4 cocotte (14) e aggiungetevi sopra il jamon serrano, spezzettandolo con le mani (15).
Uova alla flamenca, passo 6
In ultimo versate delicatamente l’uovo, che avrete sgusciato in una ciotola a parte, avendo cura di non romperlo (16). Infornate le cocotte a 200° in modalità statica per 10 minuti (17). Una volta cotte, servite le vostre uova alla flamenca con un pizzico di sale (18)!
Conservazione
Si consiglia di consumare subito le uova alla flamenca. Se necessario potete conservarle dopo la cottura in frigorifero per 2 giorni, in un contenitore ermetico.
Consiglio
Se non riuscite a reperire il chorizo potete sostituirlo con del salame, piccante o non!
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Categoria: Primi piatti
Ingredienti
Spaghetti 400 g
Cozze 1 kg pulite
Pane 60 g mollica
Aglio 2 spicchi
Prezzemolo 1 ciuffo
Olio extravergine d'oliva q.b.
Sale fino q.b.
Preparazione
Pasta cozze e mollica, passo 1
Per preparare la pasta cozze e mollica scaldate un giro d'olio extravergine d'oliva in una casseruola (1), aggiungete uno spicchio d'aglio (2) e qualche gambo di prezzemolo già sfogliato (3). Fate prendere calore al tutto.
Pasta cozze e mollica, passo 2
Quando l'olio inizia appena a sfrigolare, aggiungete le cozze pulite (4) e fatele aprire a fiamma vivace coprendo con il coperchio (5). Quando le cozze saranno aperte, separatele dal liquido di cottura e filtrate quest'ultimo per eliminare eventuali impurità e sabbia (6).
Pasta cozze e mollica, passo 3
Rimuovete il frutto da tre quarti delle cozze e lasciate le restanti intere (7). Fate scaldare un giro d'olio extravergine d'oliva in un'altra padella, quindi aggiungete la mollica di pane tritata grossolanamente (8) e lasciate tostare fino a renderla dorata e croccante, occorreranno circa 2-3 minuti a fuoco medio basso (9).
Pasta cozze e mollica, passo 4
Portate ad ebollizione una pentola colma d'acqua, poi aggiungete il sale grosso (10) e la pasta (11) che dovrà cuocere per circa tre quarti del tempo indicato sulla confezione. Tritate uno spicchio di aglio e le foglie del prezzemolo (12).
Pasta cozze e mollica, passo 5
Nella padella in cui avete cotto le cozze fate scaldare un altro po' di olio extravergine d'oliva, aggiungete l’aglio e il prezzemolo tritati (13) e aspettate che l'olio inizi a sfrigolare, quindi unite circa 2-3 mestoli dell’acqua rilasciata dalle cozze (14). Scolate la pasta nella padella con il liquido delle cozze e terminate la cottura (15).
Pasta cozze e mollica, passo 6
Unite le cozze sgusciate (16) e quelle intere, amalgamate il tutto e servite aggiungendo le briciole di pane croccanti nei singoli piatti (17). La pasta cozze e mollica è pronta per essere gustata (18)!
Conservazione
Si consiglia di consumare subito la pasta cozze e mollica.
Consiglio
Per pulire le cozze al meglio seguite la nostra scheda: come pulire le cozze.
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Categoria: Primi piatti
Ingredienti
Penne Rigate 320 g
Vongole 1 kg
Prezzemolo 1 mazzetto
Peperoncino fresco 1
Aglio 0,5 spicchi
Cipolle bianche 40 g
Sale grosso 150 g
Acqua q.b.
Tuorli 2
Vino bianco 80 g
Olio extravergine d'oliva q.b.
per la besciamella
Burro 10 g
Farina 00 10 g
Latte intero 250 g
Sale fino q.b.
Preparazione
Penne in barca, passo 1
Per realizzare le penne in barca, prima cosa occupatevi della pulizia delle vongole: assicuratevi che non ci siano gusci rotti o vuoti, andranno scartati. Passate poi a batterle contro il lavandino, o eventualmente su un tagliere. Questa operazione è importante per verificare che non ci sia sabbia all'interno: le bivalve sane resteranno chiuse, quelle piene di sabbia invece si apriranno. Mettete le vongole a spurgare: in una ciotola capiente versate il sale grosso (1) e le vongole (2), coprite con acqua (3) e lasciatele in ammollo per un paio di ore.
Penne in barca, passo 2
Nel frattempo preparate la besciamella. Sciogliete il burro in un pentolino (4), in un altro mettete a scaldare il latte (5) e aggiungete un pizzico di sale. Quando il burro sarà fuso aggiungete la farina tutta in una volta (6) e mescolate con una frusta.
Penne in barca, passo 3
Una volta ottenuto il ruoux, unite il latte (7) e cuocete pochi minuti sempre mescolando, fino ad ottenere consistenza liscia e omogenea (8). Tenete la besciamella da parte a temperatura ambiente coperta con pellicola (9).
Penne in barca, passo 4
Ora tritate il prezzemolo (10) e tenetelo da parte: servirà per la mantecatura. Mondate e tritate finemente la cipolla (11) ,il mezzo spicchio d’aglio privato dell’anima e il peperoncino (12).
Penne in barca, passo 5
Separate i tuorli dagli albumi, salate e sbatteteli leggermente (13). Rosolate in padella con olio la cipolla, aglio e peperoncino tritati (14), basteranno un paio di minuti a fiamma medio alta, il tempo che appassiscano (15).
Penne in barca, passo 6
Versate le vongole (16), sfumate con il vino bianco (17) e coprite con coperchio (18). Cuocete finchè non si apriranno tutti i gusci. Intanto ponete sul fuoco un tegame colmo di acqua salata e portate al bollore.
Penne in barca, passo 7
Cuocete la pasta (19) da scolare 3-4 minuti prima del termine della cottura direttamente nella padella con le vongole (20). Fate terminare la cottura in padella per 4-5 minuti, la pasta dovrebbe assorbire quasi tutto il succo fuoriuscito dalle vongole ed inizierà ad avere la giusta cremosità. A fuoco spento, con la padella ancora ben calda, versate la besciamella (21).
Penne in barca, passo 8
Aggiungete infine il prezzemolo e i tuorli (22), mescolate per amalgamare e servite le vostre penne in barca ben calde (24).
Conservazione
Si consiglia di consumare subito le penne in barca.
Si sconsiglia la congelazione.
Consiglio
Con gli albumi avanzati potete realizzare la nostra gustosa crostata di albumi con crema al limone!
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Categoria: Primi piatti
Ingredienti
Paccheri 320 g
Gamberi 12
Guanciale 120 g
Burrata 500 g
Pomodori pelati 850 g
Aglio 1 spicchio
Basilico q.b.
Olio extravergine d'oliva q.b.
Sale fino q.b.
Pepe nero q.b.
Preparazione
Pasta gamberi e guanciale, passo 1
Per preparare la pasta gamberi e guanciale per prima cosa tagliate il guanciale a striscioline sottili (1), poi passate alla pulizia dei gamberi: rimuovete la testa e il carapace (2), poi incidete il dorso con la punta di un coltellino (3) ed estraete delicatamente il filo nero.
Pasta gamberi e guanciale, passo 2
Mettete sul fuoco una pentola con l’acqua per cuocere la pasta, da salare a bollore. Scaldate una padella capiente e rosolate il guanciale per pochi minuti a fuoco medio. Quando il guanciale risulterà dorato e croccante (4) toglietelo dalla padella e tenetelo da parte. Nella stessa padella aggiungete i gamberi e rosolateli brevemente solo da un lato, sempre a fuoco medio (5). Quando i gamberi cominceranno ad arricciarsi e a dorarsi alla base (6) toglieteli dalla padella e teneteli da parte.
Pasta gamberi e guanciale, passo 3
Sempre nella stessa padella aggiungete lo spicchio di aglio con un rametto di basilico (7) e lasciate insaporire per un paio di minuti. Rimuovete l’aglio e il basilico dalla padella, versate i pelati (8) e regolate di sale (9).
Pasta gamberi e guanciale, passo 4
Cuocete a fuoco dolce per 30 minuti, grattando il fondo della padella con un mestolo di legno in modo che il sapore del fondo di cottura si amalgami a quello del sugo (10). A fine cottura unite i gamberi e il guanciale e spegnete il fuoco (11). Intanto l’acqua sarà arrivata a bollore, quindi versate i paccheri e cuoceteli per 3 minuti in meno rispetto al tempo indicato sulla confezione (12).
Pasta gamberi e guanciale, passo 5
Nel frattempo condite la burrata con olio (13), sale e pepe (14). Trascorso il tempo di cottura, scolate i paccheri nella padella col sugo (15).
Pasta gamberi e guanciale, passo 6
Accendete nuovamente il fuoco e saltate la pasta con il condimento per i 3 minuti rimanenti, poi spegnete e condite con un filo d’olio (16) e una macinata di pepe. In ultimo completate il piatto spezzettando la burrata direttamente nel piatto (17). La vostra pasta gamberi e guanciale è pronta per essere servita (18)!
Conservazione
Si consiglia di consumare subito la pasta gamberi e guanciale.
Consiglio
Potete sostituire i pelati con la passata di pomodoro o dei pomodori freschi di stagione.
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