#valori umanitari
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Parrocchia di San Pio V Alessandria. Premiazione del concorso "Poster per la Pace" – Pace senza limiti, sponsorizzata dai Lions Club
Sabato 18 gennaio 2025, alle ore 10:00, presso la parrocchia di San Pio V in via Isonzo 33, Alessandria, si terrà la cerimonia di premiazione del concorso "Poster per la Pace", iniziativa internazionale sponsorizzata dai Lions Club da oltre tre decenni.
Sabato 18 gennaio 2025, alle ore 10:00, presso la parrocchia di San Pio V in via Isonzo 33, Alessandria, si terrà la cerimonia di premiazione del concorso “Poster per la Pace”, iniziativa internazionale sponsorizzata dai Lions Club da oltre tre decenni. L’edizione 2024/2025 porta il titolo “Pace senza limiti” e si propone di ispirare, attraverso l’arte, una riflessione sulla solidarietà e la…
#Alessandria today#arte per la pace#concorso artistico#Creatività giovanile#Educazione alla pace#Enrico Francescon#Eventi Alessandria#Frenz Cuttica#Google News#Iniziative Scolastiche#italianewsmedia.com#Lions Alessandria#Lions Club#orchestra Straneo#pace e solidarietà.#Pace senza limiti#Pier Carlo Lava#Poster per la Pace#premi Lions#premiazione poster pace#Scuole Alessandria#sibilla aleramo#solidarietà e pace#studenti alessandrini#valori umanitari
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La società Occidentale, tra le più ipocrite e contaminate dall idiozia ha dimenticato cos’è il confronto diretto: schiere di codardi coperti dalla Legge possono permettersi di dire ciò che vogliono, nella certezza di non doverne mai render conto...prendete ad esempio una Salita s qualunque oggi parlamentare europea!
Le ideologie urlatrici pacifiste in stile Queer, antifà e proPal suscitano il disprezzo per i valori che sono stati alla base di un'organizzazione sociale più razionale e illuminata.
Nelle comunità antiche, il vertice della gerarchia era occupato dalla casta aristocratica dei guerrieri mentre oggi, nelle utopie pacifiste e umanitarie, si vuole trasformare il guerriero in una sorta di anacronismo, un essere pericoloso e dannoso che, in futuro, sarà eliminato da una profilassi tempestiva, in nome del progresso...Israele vecchio di 3000 anni lo sa e non si cura dell ipocrisia Occidentale.
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Le ideologie pacifiste suscitano il disprezzo per i valori che, in altre epoche, sono stati alla base di un'organizzazione sociale più razionale e illuminata. Infatti, nelle comunità antiche, il vertice della gerarchia era occupato dalla casta aristocratica dei guerrieri
mentre oggi, nelle utopie pacifiste e umanitarie, si vuole trasformare il guerriero in una sorta di anacronismo, un essere pericoloso e dannoso che, in futuro, sarà eliminato da una profilassi tempestiva, in nome del "progresso.
Julius Evola (Meditazioni delle vette)
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L'IKIGAI: UNA PROFONDA ESPLORAZIONE DELLA FELICITÀ
L'ikigai, un concetto giapponese, rappresenta il nostro motivo di vita, ciò che ci spinge a vivere ogni giorno con passione e significato. È la somma di diversi elementi che insieme plasmano la nostra visione del mondo e il senso che attribuiamo alla nostra esistenza.
Esplorare l'ikigai significa comprendere le quattro dimensioni fondamentali che sono la chiave di accesso alla felicità duratura:
Quello che amiamo: Le nostre passioni, ciò che ci appassiona e ci rende veramente felici. Questo può essere un'attività, un'arte, un obiettivo.
Quello che gli altri amano di noi: La percezione che gli altri hanno di noi, ciò che apprezzano o ammirano in noi. Spesso questo coincide con le nostre qualità uniche.
Quello che sappiamo fare: Le nostre abilità, competenze e talenti unici che possiamo offrire al mondo. È il nostro bagaglio di conoscenze.
Quello che possiamo fare per il mondo: Come possiamo contribuire al benessere degli altri e al miglioramento della società. È legato all'impatto che desideriamo creare.
Il percorso verso l'ikigai richiede una profonda auto-riflessione:
Identificare i valori e gli ideali personali: Ciò che è veramente importante per noi.
Riconoscere la passione e ciò che ci motiva: Ciò che ci spinge ad alzarci ogni mattina e rende la vita significativa.
Capire come possiamo contribuire: Scoprire come le nostre abilità e passioni possono essere utili agli altri.
Esempi di trasformazione attraverso l'Ikigai:
Storia di Laura: Laura ha sempre amato cucinare e si rende conto che vuole condividere la sua passione. Avvia un'attività di catering che non solo le permette di esprimere la sua creatività, ma offre anche pasti sani e deliziosi per le persone occupate del suo quartiere. Questo la fa sentire appagata, contribuendo al benessere degli altri.
Storia di Matteo: Matteo ha sviluppato una passione per la fotografia e ha una competenza straordinaria nel catturare momenti speciali. Decide di unire le sue abilità alla sua passione per l'aiuto agli altri e inizia a lavorare come fotografo per organizzazioni no-profit. Ora cattura i momenti toccanti delle missioni umanitarie e aiuta le organizzazioni a raccogliere fondi per cause sociali.
Questi sono solo alcuni esempi, ma mostrano come individui diversi possono scoprire e realizzare il loro Ikigai, integrando passioni, abilità, valori e bisogni del mondo circostante.
Spesso, raggiungere l'ikigai richiede tempo e impegno, ma è un viaggio che può trasformare profondamente la nostra vita. È un cammino in cui investire le risorse e decidere la direzione che desideriamo per la nostra esistenza. Se desideri esplorare ulteriormente questo viaggio alla scoperta del tuo ikigai e desideri supporto nell'analisi dei tuoi valori e delle tue passioni, sarò lieto di essere il tuo sostegno in questo viaggio. Contattami per iniziare questo straordinario percorso verso la scoperta del tuo ikigai.
"Scopri il tuo Ikigai e avvicinati alla felicità duratura! Inizia oggi il tuo viaggio verso la realizzazione personale e la gioia autentica. Contattami per iniziare questa meravigliosa esplorazione della tua esistenza e dare il significato che meriti alla tua vita!"
Tito Bisson
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Parola 22/01/2025
*NUTRIRE LA VITA INTERIORE*
Autor: Apolonio Carvalho Nascimento
Nutrire la vita interiore è fondamentale per mantenere l'equilibrio emotivo, spirituale e mentale.
Non possiamo limitarci a nutrire il corpo. Dobbiamo nutrire anche l'anima, coltivando valori, principi e pratiche che promuovono il bene.
Possiamo riservare momenti esclusivi della giornata alla meditazione, alla preghiera o alla lettura ispirata. Il contatto con la natura può collegarci con il divino, così come la musica, l'arte, il silenzio e i momenti di riflessione introspettiva.
D'altra parte, le attività che ci portano a donarci sono un forte nutrimento per la vita interiore: il volontariato, la condivisione di esperienze, i gruppi di studio biblico o di idee umanitarie.
La partecipazione alle preghiere comunitarie come le lodi, l'adorazione, la Messa e il culto sono un importante nutrimento per l'anima.
Infine, la vita interiore può essere nutrita da Gesù stesso, che è presente tra noi quando ci amiamo come Lui ci ha amato.
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Maria Pellino Prima coordinatrice al festival della poesia PIAF 2025
Foto cortesia di Maria Pellino Panorama Festival Internazionale della Letteratura 2025Creare ponti tra le culture, unire le nazioniBenvenuti al Panorama International Literature Festival (PILF), un evento straordinario che celebra la creatività e i valori umanitari, unendo artisti e pensatori da oltre 90 paesi. Diretto dal rinomato poeta, educatore e umanitario Preeth Padmanabhan Nambiar, il…
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Sostiene san Giacomo...
Un messaggio che ci viene da lontano Ê da poco (21 settembre) che abbiamo celebrato la Giornata internazionale della Pace [i], ricordando con iniziative pubbliche i valori ed i metodi della nonviolenza attiva, sebbene quotidianamente sommersi dalle ‘cattive novelle’ di nuovi bombardamenti, scontri sanguinosi, catastrofi umanitarie e devastazioni ambientali. Ecco perché la liturgia della domenica…
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Abu Mazen condanna Usa su Gaza, 'veto all'Onu è immorale'
“Aggressivo, immorale e una palese violazione di tutti i valori e i principi umanitari”. Così il presidente palestinese Abu Mazen, citato dalla Wafa, ha definito il veto degli Usa al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sulla Risoluzione che “obblighi Israele a fermare la sua aggressione contro la Striscia di Gaza”. “Gli Usa – ha aggiunto – sono responsabili dello spargimento di sangue…
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Mercoledì 13 dicembre 2023 si inaugura presso Palazzo Venier- Salita del Grillo, 17 - lamostra di Francesca Cesaroni Ultimi, che presenta una moltitudine di volti realizzati in argilla cruda e patinati, pezzi unici che verranno messi in vendita per un contributo tangibile a chi si occupa da sempre degli “ultimi” del mondo. Sono anni complessi, questi che stiamo attraversando. Pandemie, guerre e disastri naturali stanno rendendo il mondo sempre più duro. La distanza fra ricchezza e povertà si sta allargando concedendo spazio all’individualismo e all’insensibilità. È dunque facilmente interpretabile il gesto dell’artista Francesca Cesaroni, che ha deciso di disperdere la preziosa collezione Ultimi - installazione di trentatré teste in argilla cruda recentemente realizzata -, che vedrà devolvere l’intero ricavato a favore di Emergency, una delle più importanti associazioni umanitarie internazionali che da un trentennio lavora ogni giorno, attraverso la propria struttura, per offrire cure immediate alle vittime della guerra e della povertà. Emergency - associazione fondata nel 1994 da Gino Strada (1948-2021) - promuove una cultura di pace, solidarietà e rispetto dei diritti umani, «Ultimi è il titolo di un’installazione che porta su di sé la rappresentanza di chi non ha voce», scrive F. Cesaroni sulla sua opera e prosegue: «Volti che emergono dal basso sfidando la nostra indifferenza ma non in grado di affiorare ed entrare a far parte di una umanità compiuta e partecipe». Dunque Ultimi rappresenta quelle genti che entrano in contatto con noi spaventandoci perché ci pongono il dilemma delle nostre mancanze; anime prive di diritti fondamentali che si presentano per come sono, di fatto o attraverso i media, «violati nei corpi e nella dignità». È un impatto forte l’entrare in una sala dell’affascinante spazio espositivo e rendersi immediatamente conto che quelle teste appoggiate per terra - come impossibilitate a muoversi - emettono un grido afono. Ed è come se, alla loro vista, fossimo fortemente richiamati ad un silenzio rispettoso per liberare la mente verso un pensiero intimo, né irrispettoso forse neanche doloroso, solo profondo. D’altronde questa è la funzione dell’Arte e, come scrive acutamente Angelo Bucarelli, curatore della mostra: «L'arte non è solo ricerca del linguaggio ma in Cesaroni è anche, e fortemente, riflessione sulla condizione umana nell’espressività formale come anche nella scelta “povera” della materia, quella che Dio praticò per dare vita all’umanità, un’umanità che sembra avere perso direzione e coscienza. Sottolinearlo con un generoso scopo ne rafforza il gesto». Il ricavato della mostra sarà infatti interamente devoluto a favore di Emergency e l’artista, per questa ragione, ha voluto fissare valori di vendita sensibilmente al di sotto delle proprie quotazioni di mercato proprio per favorirne la rapida dispersione e accelerare al massimo l’aiuto a chi ne ha bisogno. Francesca Cesaroni è nata, vive e lavora a Roma. Psicologa, psicoanalista junghiana, formata in ambiente psichiatrico - fenomenologico, ha praticato privatamente e prevalentemente in ambito universitario - Policlinico Umberto, I Università La Sapienza di Roma; ha insegnato come professore a contratto per sei anni Psicopedagogia alla facoltà di Psichiatria del Policlinico Universitario di Napoli. Nel 2006 ha lasciato la pratica e la ricerca teorico-clinica a favore della ricerca artistica, realizzando un cambiamento radicale nelle modalità e negli strumenti espressivi, scegliendo la scultura e le immagini fotografiche come mediatori preferenziali, pur mantenendo la centralità della sua attenzione sull’Uomo e il suo mondo interiore, sulle relazioni dinamiche con “l’altro da Sé” e sui temi del Narcisismo, leitmotiv di tutta la sua ricerca intellettuale. Nel 2008 ha realizzato una mostra personale di scultura e fotografia a Roma in Via Giuseppe Montanelli 11, in spazi di sua progettazione architettonica, dal titolo Luoghi per Narciso,
a cura di Ludovico Pratesi (Rassegna stampa: «La Repubblica» 12- 1-08 di Cecilia Cirinei, «AD Architectural Digest» aprile 2008). Nel dicembre 2013 ha realizzato una mostra-performance personale, con fotografie di grande formato, a cura di Achille Bonito Oliva dal titolo Architetture del Sé a Roma, Palazzo Venier. (Catalogo video online - YouTube - Architetture del sè) rass st. Arte.it, Artribune, Exibart, il Giornale dell’Arte. A giugno 2019 ha realizzato una mostra personale dal titolo Eros e sue ombre, dodici sculture in bronzo e otto fotografie di grande formato a cura di Gianni Mercurio, presso la Temporary Gallery di Marisa Del Re - Salita del Grillo, 17, Roma - (rass st. «Ansa», «Il Corriere», «Il Tempo», Tg3 Rai, «Artribune», «Exibart», Sky Tg 24, «AgrPress», «Parallel Vision»). Nell’aprile 2022 ha inaugurato, sempre a Roma, la personale di trenta sculture e sei fotografie dal titolo Afrodite, il suo amante Ares e i loro figli, sul tema della guerra e sulla possibile composizione dei conflitti attraverso riferimenti al mito, mettendo in evidenza la complessa e articolata relazione fra Amore (Afrodite) e Guerra (Ares). Ha esposto in varie mostre collettive italiane: Galleria Enzo Mazzarella, Roma; Palazzo Principi di Carpegna, Carpegna; Electronic Art Cafè, a cura di Umberto Scrocca e Achille Bonito Oliva, ed altre.
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Teresa Sarti
Se ciascuno di noi facesse il suo pezzettino, ci troveremmo in un mondo più bello senza accorgercene.
Teresa Sarti Strada – donna di pace, insegnante, attivista fondatrice di Emergency, di cui è stata la prima presidente.
Nata il 14 marzo 1936 a Sesto San Giovanni in una famiglia umile, si è laureata in Lettere Moderne all’Università Cattolica di Milano, con una tesi sulla didattica della storia.
Il suo primo incarico come insegnante è stato in una scuola media nel quartiere Bicocca di Milano, ai tempi considerato terra di confine degradata e difficile.
Nel 1971 ha conosciuto Gino Strada, studente di medicina e militante del Movimento Studentesco con cui si è sposata e ha dato alla luce, nel 1979, la loro unica figlia Cecilia.
Nel 1994 ha fondato l’ONG Emergency, la più famosa associazione umanitaria italiana, col marito, a cui ha sempre lasciato il merito e gli onori.
L’idea di creare un presidio medico in zone di guerra era stato proprio di Teresa Sarti, che, quando l’impegno è cresciuto, ha abbandonato l’insegnamento per dedicarsi anima e corpo a far crescere Emergency con il desiderio di contribuire a creare una nuova coscienza collettiva e gettare le basi per un mondo migliore.
Ha contribuito a portare la sanità di eccellenza nei luoghi più remoti del mondo, i più vessati da povertà e guerre, organizzando l’attività di oltre 4.000 persone volontarie e fatto crescere la cultura della solidarietà e del rispetto dei diritti umani in posti in cui quell’umanità veniva violata, straziata o negata.
Si è fatta promotrice della campagna per la messa al bando delle mine anti-persona, di cui l’Italia è produttrice ed esportatrice nel mondo, ha organizzato esposizioni di lastre e fotografie scattate nei luoghi di guerra per accrescere la consapevolezza sugli orrori della guerra, diffondendole nelle scuole, che riteneva essere il punto di partenza per migliorare il mondo.
Nei quindici anni in cui è stata alla guida di Emergency ha condotto progetti umanitari di cooperazione e sviluppo, finalizzati alla costruzione e gestione di ospedali e presidi sanitari in molti paesi del mondo.
Ha fondato l’Associazione per la Prevenzione dell’Infanticidio (API) ed stata autrice di numerosi libri.
Il suo instancabile operato ha avuto un impatto significativo sulla storia contemporanea.
È morta a Milano, a causa di un tumore al pancreas, il 1º settembre 2009.
In suo nome è stato istituito il Premio Teresa Sarti Strada, per promuovere nelle giovani generazioni i valori in cui ella credeva fortemente: una cultura di pace, la solidarietà, la giustizia sociale e la messa in pratica dei diritti umani.
Elencata tra le tredici donne che hanno fatto l’Italia, ha ricevuto diversi riconoscimenti per il suo operato, tra cui il Premio Art. 3 nel 2007 “per il suo impegno quotidiano vòlto a sollevare dal dolore le vittime della guerra e le persone meno fortunate”.
Sua figlia Cecilia, che ha seguito le orme dei genitori, la descrive come una donna gioiosa e allegra, che amava ridere e scherzare anche di se stessa e delle proprie gaffe, per la sua capacità di reinventarsi ogni volta che succedeva qualcosa.
Teresa Sarti Strada è un esempio di come ogni singola persona può e dovrebbe fare la differenza nel mondo, utilizzando la propria passione e dedizione per promuovere il cambiamento che vorrebbe vedere realizzato.
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"La spiritualità non consiste in teorie e astrazioni, non è un idealismo separato dalla vita. Consiste anzitutto nel considerare i problemi della vita da un punto di vista elevato, comprensivo, sintetico; nel saggiare tutto in base ai veri valori, nel cercare di arrivare all’essenza di ogni fatto.
(…) Tutto ciò che è spirituale include non soltanto le esperienze specificamente religiose, ma tutti gli stati di coscienza, tutte le funzioni e attività che riguardano i valori superiori alla media, valori etici, estetici, eroici, umanitari ed altruistici. (…) Lo Spirito per se stesso è la Realtà Suprema nel suo aspetto trascendente cioè assoluto, privo di ogni limitazione e determinazione concreta. Trascende ogni limite di tempo e di spazio, ogni vincolo di materia; è nella sua essenza, eterno, infinito, libero, universale".
Roberto Assagioli
"Mondo Spirituale"
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Lions Club, la cerimonia del “Passaggio del Martelletto”
Lions Club, la cerimonia del “Passaggio del Martelletto”, Francavilla al Mare – Martedì 18 luglio Nell’elegante giardino di Villa Laura a Torrevecchia Teatina, si è svolta la cerimonia del “Passaggio del Martelletto” per l’anno sociale 2023-2024. La Presidente uscente Emanuela Marchione, in un commovente discorso, ha augurato alla Presidente entrante Orietta Pelliccioni di poter proseguire in un clima di amicizia e armonia il percorso intrapreso dal gruppo. A Francavilla al Mare la nascita del Club satellite “Il Cenacolo” Contestualmente, è stato presentato il nuovo LC – Francavilla al Mare Il Cenacolo, Club Satellite del LC Chieti I Marrucini. I membri fondatori del nuovo Club sono Michelina Zappacosta (presidente), Bruna Germani (segreteria), Anna Di Paolo (tesoriera), Alexian Santino Spinelli ed Evedise Spinelli. La costituzione di un nuovo gruppo risponde ad alcuni degli scopi fondamentali del Lions Club International, ovvero organizzare, fondare e sovrintendere i club di servizio e partecipare attivamente al bene civico, culturale e morale della comunità. Come ha raccontato una emozionata Gabriella Orlando, presidente di Zona e promotrice del nuovo gruppo, è stato un anno di interventi, comunicazioni, incontri, scambi di idee e proposte tra gli Officer distrettuali e di circoscrizione addetti a promuovere la membership a tutti i livelli e i club del territorio, in cui ha cercato di agire da interfaccia tra gli uni e gli altri. Un fine lavoro di squadra che ha portato a intercettare alcune persone, in Francavilla, con la voglia di impegnarsi per gli altri e condividere il motto dei Lions “We serve”. Due parole, apparentemente semplici, che racchiudono il mondo di valori del Lions Club esortando i soci a servire la propria comunità, rispondere ai bisogni umanitari, promuovere la pace e favorire la comprensione internazionale. «Il nostro club si arricchisce di 5 nuovi soci tutti di grandi qualità umane e professionali e di variegati interessi» ha commentato la Presidente entrante, Orietta Pelliccioni. «Tra essi il valore aggiunto lo dobbiamo al socio Santino Spinelli, musicista, scrittore, poeta, docente universitario e ambasciatore culturale della etnia rom cui orgogliosamente appartiene che, con la sua presenza, dà al club Chieti I Marrucini/ Francavilla al mare Il Cenacolo un respiro culturale, sociale e umano sempre più ampio e un esempio di apertura al solo valore importante: quello umano». –> Segui la notizia sul web: il servizio di Abruzzo Live TV --> Leggi i comunicati di Vortici NetworkFoto di copertina: AbruzzoLive TV Read the full article
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Dogecoin: la criptovaluta che voleva conquistare il mondo digitale
Negli ultimi anni, il mondo delle criptovalute ha visto l'emergere di numerosi progetti più o meno di successo. Tra questi spicca il Dogecoin, una criptovaluta che ha catturato l'attenzione del pubblico per... il suo approccio unico e il suo simpatico cane Shiba Inu come logo. Vediamo, però, come anche questa criptovaluta stia vivendo brutti momenti di "vita". La storia del Dogecoin, in breve Dogecoin è stato lanciato nel dicembre 2013 da Billy Markus, un programmatore, e Jackson Palmer, un esperto di marketing. Inizialmente, la sua creazione era stata pensata come una parodia delle altre criptovalute, ma nel corso degli anni ha guadagnato una base di fan devota e una comunità di sostenitori sempre più vasta. Ciò che rende Dogecoin distintivo è la sua natura amichevole e socievole. Il logo del cane Shiba Inu, preso da un meme popolare su Internet, ha conferito alla criptovaluta un tono allegro e informale, rompendo gli stereotipi associati alle valute digitali. Dogecoin è stato spesso associato all'umorismo e alle battute, il che ha contribuito a creare una comunità coinvolgente e solidale. Tecnologia e popolarità galoppante La creazione di Dogecoin è stata basata sulla tecnologia blockchain, simile ad altre criptovalute come Bitcoin e Ethereum. Utilizza un algoritmo di proof-of-work per verificare e registrare le transazioni sulla sua rete. Tuttavia, a differenza di alcune criptovalute più affermate, questa cripto ha una fornitura di monete potenzialmente illimitata, il che significa che vengono generate nuove monete in modo continuo nel corso del tempo. Nel corso degli anni, Dogecoin ha guadagnato popolarità grazie a campagne di beneficenza e iniziative di crowdfunding. La comunità di appassionati ha organizzato raccolte di fondi per cause umanitarie, eventi sportivi e persino missioni spaziali. Queste iniziative hanno contribuito a creare un'immagine positiva per Dogecoin e hanno dimostrato la forza della comunità di sostenitori che ruota attorno alla criptovaluta. Il boom grazie ad Elon Musk Nel 2021, Dogecoin ha ricevuto un'attenzione senza precedenti grazie a tweet e dichiarazioni pubbliche di Elon Musk, l'imprenditore e fondatore di Tesla e SpaceX. I suoi commenti positivi su Dogecoin hanno generato un aumento significativo del valore della criptovaluta, attirando l'interesse degli investitori e dei media di tutto il mondo. Tuttavia, è importante notare che il mercato delle criptovalute è altamente volatile e soggetto a rapidi cambiamenti di prezzo. Le difficoltà nel suo valore del 2023 Entrati nel 2023, il Dogecoin non ha più quel grande valore di un paio di anni fa. Attualmente, questa criptovaluta ha un valore pari a 0,068 centesimi di dollaro. Come potete ben vedere sono valori ben lontani dal 2021 quando il Dogecoin arrivò a valere addirittura 0,50 centesimi di dollaro. Lo sappiamo, il mondo delle cripto è così ovvero fatto di alti e bassi eppure il Dogecoin non sembra essere più quell'investimento così "simpatico" e di valore come prima. Attenti ai rischi delle criptovalute Il Dogecoin, nonostante una consistente perdita di valore, continua a guadagnare popolarità e ad attirare l'attenzione ma un concetto deve rimanere chiaro a tutti gli investitore: è importante ricordare che le criptovalute, compreso Dogecoin, comportano rischi e possono essere soggette a fluttuazioni di prezzo significative. Gli investitori devono sempre fare le proprie ricerche, comprendere i rischi associati e fare scelte consapevoli prima di impegnare il proprio denaro. Foto di Sergei Tokmakov, Esq. https://Terms.Law da Pixabay Read the full article
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Matrimonio solidale
Matrimonio solidale
I matrimoni solidali sono una tendenza sempre più diffusa nel mondo occidentale che consiste nell’organizzare il proprio matrimonio in modo da sostenere progetti a scopo benefico o ambientale. Si tratta di un modo per celebrare l’amore tra due persone in maniera responsabile e rispettosa dell’ambiente, e al tempo stesso di contribuire a rendere il mondo un posto migliore.
E’ possibile ad esempio scegliere di destinare parte o la totalità delle donazioni ricevute a progetti di solidarietà o di sostenibilità ambientale, come ad esempio la costruzione di pozzi d’acqua in Paesi in via di sviluppo o la tutela di specie animali a rischio estinzione. Inoltre, è possibile organizzare il matrimonio in modo eco-sostenibile, utilizzando materiali biodegradabili per le bomboniere, scegliendo cibo biologico e a km 0 per il ricevimento, e optando per fiori e decorazioni naturali.
Se stai pensando di organizzare il tuo matrimonio in modo solidale, ci sono numerose risorse online e associazioni che possono aiutarti a scegliere il progetto più adatto alle tue esigenze e ai tuoi valori. Qui una piccola lista di punti da considerare per l’organizzazione del tuo matrimonio solidale:
Location solidale:
La scelta della location per un matrimonio solidale può essere un modo per sostenere progetti umanitari e cooperative sociali. Esistono diverse associazioni che mettono a disposizione spazi per organizzare rinfreschi e banchetti e che utilizzano il ricavato dell’affitto per finanziare iniziative a favore dei più bisognosi. Inoltre, ci sono diverse cooperative sociali che offrono la possibilità di organizzare il matrimonio presso la loro location o di richiedere il loro servizio di catering.
Scegliere una location solidale per il proprio matrimonio significa quindi compiere un gesto concreto a favore di progetti e iniziative che aiutano le persone in difficoltà. Inoltre, la scelta della location può essere un modo per personalizzare il matrimonio e per creare un’atmosfera unica e speciale. Infatti, ci sono molte soluzioni diverse e adatte a tutti i gusti, dalle location all’aperto alle sale eleganti, dai castelli storici ai parchi naturali.
Lista nozze solidale:
Se avete deciso di organizzare un matrimonio solidale e non avete bisogno di molti regali, potete aprire una lista nozze solidale online come per esempio le varie associazioni che trovate in questo elenco permettono di fare. Il processo è semplice e veloce: basta accedere al portale dedicato e creare la vostra lista nozze, condividendo il link con amici e parenti. In questo modo, potranno scegliere il regalo solidale che preferiscono e compiere un gesto di beneficenza, contribuendo a finanziare progetti di aiuto ai più bisognosi. Inoltre, scegliendo la lista nozze solidale, si risparmia tempo e si evitano inutili doppioni o regali non graditi.
Partecipazioni solidali:
Oggi è possibile anche scegliere partecipazioni solidali per il proprio matrimonio. Ad esempio, Save the Children offre la possibilità di ordinare inviti per matrimonio direttamente online. Si può scegliere la carta, il formato e la personalizzazione desiderati, proprio come per le partecipazioni tradizionali. Tuttavia, scegliendo gli inviti solidali si contribuisce a fornire un aiuto concreto ai bambini in difficoltà, inviando un messaggio importante agli ospiti del matrimonio. In questo modo, si può rendere il proprio matrimonio ancora più speciale e significativo.
Ci sono diverse ragioni per cui scegliere un matrimonio solidale al posto di uno tradizionale. In primo luogo, si tratta di un modo per dare un senso più profondo all’evento e per trasmettere valori importanti come la solidarietà e la sostenibilità ambientale ai propri invitati. Inoltre, organizzare un matrimonio solidale rappresenta un’opportunità per fare la differenza nel mondo e per contribuire concretamente a progetti di solidarietà o di sostenibilità. Inoltre, scegliere di destinare parte o la totalità delle donazioni ricevute a progetti benefici o ambientali può essere un modo per ringraziare gli invitati per la loro presenza e per coinvolgerli in un progetto importante.
Infine, un matrimonio solidale può essere anche un modo per ridurre l’impatto ambientale dell’evento, utilizzando materiali biodegradabili, cibo biologico e a km 0, e fiori e decorazioni naturali. In questo modo, si può contribuire a creare un mondo più sostenibile anche attraverso le scelte personali.
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Dopo aver parlato dai miei spazi pubblici di periferia di Difesa Popolare Nonviolenta, strategie di peacekeeping civile, disarmo, affrancamento dai ricatti energetici e metodi di interposizione nonviolenta nei luoghi di conflitto, aspettavo un documento così.
Gianni Scotto - Professore Associato al Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali all'Università di Firenze, dove insegna Teorie del conflitto e della mediazione, Tecniche della Mediazione e della Democrazia partecipativa e International Conflict Transformation - lo ha scritto e io ve lo condivido integralmente.
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Dodici proposte e un abbozzo di analisi.
Ho provato ad articolare un ragionamento sull'invasione russa in Ucraina, e sulle azioni pacifiche ed efficaci che possiamo intraprendere. Diverse cose vengono già fatte, di altre non ho notizia (per favore segnalatemi "chi fa cosa", in modo da dare credito a chi lo merita).
Mi piacerebbe soprattutto che ci sottraessimo al dibattito "Armi sì, armi no". L'Ucraina ha deciso di difendersi militarmente dall'aggressione (peraltro non c'è neanche la coscrizione obbligatoria in questo momento - chi va in guerra lo fa volontariamente).
A noi spetta, credo, aprire spazi di azione diversi ed efficaci.
Vorrei che questo testo girasse e che iniziassimo seriamente ad agire.
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Per un’azione pacifica ed efficace contro l’invasione e la guerra in Ucraina
Giovanni Scotto – Università di Firenze / Laboratorio Forma Mentis
15 Marzo 2022
Corrispondenza: [email protected]
Questo documento è un contributo a una piattaforma di azione per cittadini, forze politiche e società civile, e un insieme di richieste a istituzioni nazionali e internazionali.
Premessa
Bisogna fermare la guerra, e trasformare il sistema che l’ha creata. Occorre oggi dare la possibilità concreta di convivenza pacifica e lo sviluppo di tutti i popoli in tutti questi paesi, senza affidarsi soltanto alla logica della “pace negativa”, delle alleanze militari e delle corse agli armamenti. Chi si ispira ai valori della pace e della nonviolenza deve lavorare a una pace positiva in Europa: diritti per tutti, giustizia per tutti, sviluppo per tutti, libertà per tutti, memoria di tutti.
Noi proponiamo i seguenti punti di azione e chiediamo l’attivazione immediata di cittadini, società civile, Enti locali, istituzioni statali ed europee:
1. Inviare immediatamente aiuti umanitari: dentro e fuori l’Ucraina, anche per quanto possibile nelle aree occupate dalla Russia, in particolare tra cittadini e gruppi della società civile, costruendo reti con comunità locali. Accoglienza di tutti i civili in fuga dal paese, indipendentemente dalla nazionalità. Garantire trasporti celeri e gratuiti dall’Ucraina e paesi limitrofi per il ricongiungimento con familiari presenti in Italia.
2. Dare sostegno alle comunità di cittadini ucraini residenti in Italia e nell’Unione Europea: aiuti economici, facilitazione dei ricongiungimenti familiari, sanatoria per i permessi di soggiorno, facilitazione di visti per motivi umanitari.
3. Offrire protezione umanitaria e asilo politico a obiettori di coscienza e disertori della Russia e a tutti coloro che intendono defezionare dal sistema di guerra, anche nelle ambasciate e consolati su territorio russo. Questo punto è stato proposto dalla War Resisters’ International.
4. Monitorare le informazioni che arrivano dai paesi in guerra, verificarne le fonti, non cadere nelle trappole della propaganda di guerra. Opporsi alla diffusione dei discorsi di odio contro il popolo e la cultura russa, sui media e nella nostra società. Riportare sui media non solo gli scontri armati ma anche i tentativi di pace e le forme di lotta nonviolente contro gli occupanti.
5. Promuovere e diffondere conoscenze e strumenti di resistenza civile e difesa popolare nonviolenta, che hanno giocato un ruolo decisivo nell’opporsi alle invasioni, nell’abbattere dittature militari e regimi autoritari nel mondo negli ultimi decenni. Sostenere e dare visibilità alle proteste nonviolente nelle zone sotto occupazione militare da parte della Russia.
6. Organizzare al più presto una presenza di pace della società civile internazionale in Ucraina, inclusi per quanto possibile i territori occupati dalle truppe russe, le repubbliche separatiste e la Crimea. Organizzare una presenza di pace europea anche nelle maggiori città russe.
7. Dare visibilità, spazio mediatico e sostegno politico a persone, gruppi e movimenti attivi per la pace in Russia.
8. Promuovere fin da subito un esteso programma di scambi accademici sul modello del programma europeo Erasmus, che coinvolga migliaia di studenti e docenti russi, ucraini e dello spazio post-sovietico. Questo punto è stato proposto dal Rettore dell’Università Federico II di Napoli.
9. Promuovere e tutelare in tutte le forme possibili il rispetto del diritto internazionale umanitario e i diritti umani. Rafforzare nell’ordinamento giuridico italiano il principio di giurisdizione universale per le violazioni più gravi dei diritti umani, anche con una Direzione nazionale e strutture investigative ad hoc su modello dell’antimafia. Sostenere la Corte penale internazionale nell'azione di indagine e di sottoposizione a procedimento penale dei presunti responsabili di crimini di guerra e contro l'umanità compiuti a partire dall'inizio del conflitto e, ove possibile, per gli stessi crimini commessi prima del suo inizio".
10. Promuovere la creazione di un gruppo internazionale di alto profilo di mediatrici e mediatori, sotto la supervisione del Segretario generale ONU, comprendente anche rappresentanti del Consiglio d’Europa e dell’OSCE, leader religiosi, personalità della politica internazionale che si sono distinte nei processi di pace, figure autorevoli in ambito sociale, culturale e accademico. In particolare andranno scelte quelle personalità che negli ultimi decenni hanno acquisito fiducia e credibilità per il loro lavoro di pace nello spazio post-sovietico.
Lavorare per un immediato cessate il fuoco senza condizioni nei prossimi giorni e settimane, e per una conferenza internazionale per la sicurezza e la pace in Europa in cui affrontare i problemi profondi dello spazio europeo in una prospettiva di sicurezza comune. La NATO è parte del problema, e dovrà partecipare alla conferenza assumendosi le proprie responsabilità e cambiando il corso di azione avuto finora.
11. Lavorare al più presto per la denuclearizzazione completa dell’Europa, con l’adesione del maggior numero possibile di stati alla Convenzione per la messa al bando delle armi nucleari. Proporre nella futura architettura di pace europea una porzione di territorio NATO denuclearizzata: Italia, Germania, altri paesi che vorranno firmare la Convenzione per la messa al bando delle armi nucleari.
12. Accelerare fortemente i tempi della transizione energetica, aumentando entro il prossimo inverno in modo sostanziale la percentuale di energia rinnovabile nel mix energetico nazionale, e tendenzialmente azzerando le importazioni di gas e petrolio dalla Russia, e successivamente dagli altri paesi fornitori. Destinare una parte consistente delle risorse previste per le spese militari alla transizione ecologica, che oggi più che mai si dimostra una fondamentale questione di sicurezza.
Analisi: torna la guerra tra Stati in Europa
La guerra scoppiata il 24 febbraio 2022 con l’ingresso delle forze armate russe in Ucraina è un evento spartiacque, simile per portata alla divisione del’Europa in blocchi nel 1945-49 e al crollo del sistema sovietico nel 1989-91. L’invasione di un paese vicino in Europa viola principi fondamentali della comunità internazionale e certifica la crisi profonda del multilateralismo nel sistema internazionale. La Federazione Russa è responsabile di questa gravissima violazione, così come della precedente annessione della Crimea.
Allo stesso tempo, l’escalation del governo di Putin si innesta su una serie di nodi irrisolti negli ultimi anni, di cui la Russia non è la sola corresponsabile: l’espansione verso est della NATO, i conflitti interni agli stati emersi dalla dissoluzione dell’URSS, tra cui la situazione nel Donbass; lo status delle minoranze russe e i rapporti con la Russia; più in generale, l’assenza di un’architettura di sicurezza in grado di dare garanzie a tutti gli Stati della regione euro-asiatica, Russia compresa. Inoltre, la guerra del Kosovo della NATO contro la Serbia senza mandato ONU e l’invasione USA dell’Irak sulla base di informazioni false fornite alla stessa ONU avevano già messo in crisi il sistema internazionale del dopoguerra.
In questi giorni, tuttavia, la priorità è proteggere i cittadini dell’Ucraina sotto attacco e fermare l’invasione della Russia. Allo stesso tempo occorre fare di tutto per fermare una possibile escalation: la parola deve passare al negoziato, alla politica e ai cittadini, e non essere lasciata ai militari.
Siamo consapevoli, dai giorni dell’assedio di Sarajevo e del genocidio di Srebrenica, che l’attacco ai civili pone la grave questione dell’intervento armato in loro difesa. Non è possibile fingere che nulla stia accadendo quando c’è un’aggressione in corso – anche se nel mondo ce ne sono tante che i nostri governanti preferiscono igonrare.
Sappiamo anche, dall’Afghanistan all’Iraq alla Libia alla Siria, che ragioni umanitarie possono diventare il pretesto per l’uso della violenza militare per ben altri fini. Gli interventi militari, anziché proteggere, molto spesso si macchiano di crimini e moltiplicano le sofferenze umane. Quasi mai le armi riescono a risolvere, in genere aggravandoli, i problemi politici da affrontare.
Crediamo che sia importante non farsi paralizzare dal dilemma “armi sì, armi no” all’Ucraina.
Lontani dai luoghi della guerra, ci sembra più opportuno rispondere alla domanda su cosa è possibile fare senza armi per fermare l’escalation e difendere per quanto possibile i civili: quali mezzi pacifici usare per costruire la pace. È indispensabile coltivare un modo diverso di vedere la realtà e affrontare i problemi, e non lasciare il campo alla logica delle armi.
Gianni Scotto
#guerra in ucraina#invasione#dpn#forze di interposizione#nato#peacekeeping#russia#ucraina#gianni scotto#antimilitarismo#antimilitaristi
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nella foto: donne nere nel mercato degli schiavi in Libia (...) numerosi reportage giornalistici e relazioni di organizzazioni umanitarie, hanno denunciato fatti gravissimi compiuti dai carcerieri che, avrebbero il dovere di proteggere le giovani donne . In particolare, si apprende di due minorenni somale che, dopo reiterate violenze sessuali e torture disumane da parte dei carcerieri, tentano più volte il suicidio. Noi come organizzazione umanitaria siamo a conoscenza di molte storie, strazianti ed inaccettabili, di alcune migranti alle quali abbiamo prestato assistenza. Pertanto, vogliamo sottoporre alla Vostra attenzione la storia, a lieto fine, di una giovane della Sierra Leone, che può essere testimonianza dei crimini commessi nei campi governativi libici . M.K. fu portata in Tunisia, dopo un naufragio, da una nave di salvataggio, in cui persero la vita 53 persone. L’equipaggio di salvataggio portò la giovane donna e un bambino di sei anni, rimasto orfano, in un ospedale di Tunisi con la promessa di ritornare a riprenderli dopo 3 giorni. Tuttavia, l’equipaggio non fece ritorno. M.K, quindi, fece domanda d’asilo e dopo otto mesi di attesa, ebbe risposta negativa . Per tale ragione, la giovane donna fu costretta a ritornare in Libia nei campi di al-Zawiya. M.K. arrivò al campo nel 2018, insieme ad altre quattro donne giovanissime e fu chiesto loro un riscatto di 1000 euro . La giovane, tuttavia, non aveva la possibilità di pagare e per questo, fu torturata e violentata dai carcerieri . Dopo alcuni mesi, la ragazza seppe di essere rimasta incinta di due gemelli in seguito ad uno stupro. Nonostante la gravidanza, però, M.K. veniva violentata tutti i giorni. Questo era il prezzo da pagare per avere un po’ di cibo, per potere andare in bagno e per potere essere lasciti in pace per un po’. Nel campo di al-Zawiya, c’erano anche altre giovani donne in gravidanza che venivano abusate. “La notte, ricorda M.K., si sentivano pianti ed urla disumane provenienti dalla “stanza delle torture ”. Una notte, addirittura, una sua compagna fu lasciata partorire da sola, fuori dal campo, e del piccolo neonato non si ebbero più notizie dopo la sua nascita. Tuttavia, le condizioni di salute di M.K si aggravarono e fu portata in Tunisia, dove trovò l’assistenza di un medico di nome Dr Mongi Slim. Il dottore della Mezzaluna Rossa tunisina fu per lei un sostegno medico ma soprattutto umano. Durante la sua permanenza in ospedale, la giovane incontrò una giornalista svedese che decise di salvarle la vita, aiutandola a riaprire il suo fascicolo tramite UNHCR. Nel 2019 M.K. ottenne lo stato di rifugiata in Svezia e da allora aspetta di essere insediata insieme ai suoi figli. Ci domandiamo, quindi, alla luce di questi orrori commessi, come un governo può tradire, attraverso il memorandum d’intesa Italia - Libia, i valori fondamentali che il nostro ordinamento tutela e la nostra Costituzione difende. (...) Di fronte all’orrore delle torture e delle violenze fisiche che le donne subiscono tutti giorni, noi non vogliamo chiudere gli occhi ma ci sentiamo in dovere di lottare e di chiedere al Parlamento italiano di prendere posizione contro i lager libici, di interrompere i finanziamenti e le missioni di addestramento alla Guardia costiera Libica (Operatori Sanitari nel Mondo)
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