#romanzo di redenzione
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pier-carlo-universe · 1 month ago
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"La culla rubata" di S.B. Arastar: un viaggio tra segreti, errori e redenzione. Recensione di Alessandria today
Un romanzo intenso che esplora il destino, le scelte e la forza dei legami familiari
Un romanzo intenso che esplora il destino, le scelte e la forza dei legami familiari. “La culla rubata” di S.B. Arastar, pubblicato il 22 luglio 2023, è un romanzo carico di suspense e pathos che tiene il lettore con il fiato sospeso fino all’ultima pagina. La trama si sviluppa attorno a Sally, una giovane donna sbadata ma dal cuore d’oro, che si trova improvvisamente coinvolta in un dramma che…
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scritturacreativa-85 · 7 months ago
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Sedotta dall'Inevitabile
Nella caotica metropoli di New York, dove il lusso si intrecciava con il pericolo, Allyson Matthews camminava con passo deciso lungo le strade illuminate dai neon. Era una giovane donna di 27 anni, avvocatessa di successo, con un futuro promettente davanti a sé. Aveva sempre creduto nell’indipendenza e nella forza delle sue decisioni, fino a quella sera. Era l’ora di punta quando si trovò…
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furiarossa · 2 months ago
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| So, we're actually doing this thing now. Gonna translate it in English later (and also color and finish this cover!), for now it's only in Italian :) |
+ PUOI LEGGERLO QUI +
A Madison, tra le aule affollate e i vivaci corridoi della University of Wisconsin, Vlad e Maddie condividono una passione inarrestabile per il paranormale e la scienza. Sotto le stelle, tra racconti di spiriti e leggende metropolitane, il loro amore giovanile sboccia con la forza di un'apparizione notturna.
Ma le cose prendono una piega inaspettata quando un "incidente" orchestrato dal loro comune amico Jack li separa, lasciando Vlad intrappolato in un limbo tra la vita e la morte, trasformato in un'entità non-umana. Vent'anni dopo, il destino li riporta insieme, in un incontro carico di tensione e nostalgia. Maddie, ora una cacciatrice di fantasmi, è decisa a scoprire i segreti che abitano nel suo passato. Vlad, d'altro canto, si nasconde dietro una maschera di apparente normalità, temendo di svelare la verità sulla sua natura non-umana.
Man mano che si rincorrono tra la nebbia e le ombre del loro passato, Vlad e Maddie dovranno affrontare le paure e i demoni che tormentano entrambi. Riusciranno a ritrovare il loro amore, sfidando le leggi del paranormale e le cicatrici del tempo? "Fantasma d'Amore" è una storia di passione, segreti e redenzione, dove ogni spirito ha una storia da raccontare.
Chiudete gli occhi e immergetevi in un mondo dove l'amore supera ogni barriera, persino la morte stessa.
[Un capitolo al giorno, tutti i giorni, finché la storia non sarà finita! Questo è il nostro primo esperimento nella scrittura di un romanzo rosa "leggero"... e ovviamente è paranormale!]
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ragazza-whintigale · 1 year ago
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𝖄𝖆𝖓𝖉𝖊𝖗𝖊 𝕽𝖆𝖐𝖎𝖊𝖑 𝕰𝖉𝖊𝖓𝖛𝖊𝖓𝖓𝖊 𝖝 𝖗𝖊𝖆𝖉𝖊𝖗
( + ᴹᴵᴺᴼᴿᴱ ʸᴬᴺᴰᴱᴿᴱ ᴾᴸᴬᵀᴼᴺᴵᶜᴼ ᴹᴬᴿᴵᴬᴺᴺᴱ ᴱᴰᴱᴺᵛᴱᴿᴿᴱ)
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𝔒𝔭𝔢𝔯𝔞 ➵ Into the light, once again
𝔄𝔳𝔳𝔢𝔯𝔱𝔢𝔫𝔷𝔢 ➵ Comportamento yandere, yandere platonico Marianne, viaggio nel tempo, morte, menzione di torture, manipolazione, Avvelenamento, Minacce di morte, tentato Suicidio, omicidio, veleno, Mc mentalmente instabile, Marianne bara costantemente, possibile parte 2.
𝔓𝔞𝔯𝔬𝔩𝔢 ➵ 8184
⟢𝙿𝚛𝚎𝚌𝚎𝚍𝚎𝚗𝚝𝚎 / 𝚂𝚞𝚌𝚌𝚎𝚜𝚜𝚒𝚟𝚘 ⟣
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C’è voluto del tempo, più di quanto pensavi in realtà, ma alla fine sei arrivata alla conclusione che: non è un sogno. Risvegliarti nella tua stanza di quando eri solo una giovane debuttante, con i chiari ricordi di qualcosa che era successo ma che nessuno ricordava, poteva essere un sogno…
…Ma non  lo era. 
Questo sotto certi versi era ironico. Avevi commesso qualcosa, che a occhi sconosciuti, ti avrebbero fatta diventare la cattiva della storia, se mai questa fosse stata una storia, eppure hai comunque una seconda possibilità. Quel genere di possibilità che poteva rivelarsi un bene e un male, un arma a doppio taglio. Una peccatrice a cui era stata data una possibilità di redenzione. O una possibilità di Vendetta, ma faceva davvero differenza tra le due cose? Non quando avevi avvelenato con successo il tuo fidanzato - non che futuro imperatore - e tra la lista dei possibili colpevoli tu non eri nemmeno compresa. Troppo innocua o troppo stupida? Non ne avevi idea, ma ridere alla frustrazione delle principesse e dei principi preoccupati per il fratello non deve avergli dato molti dubbi. Avevi tutto il diritto di fare quello che hai fatto! Non eri una pedina in mani crudeli, non eri un pezzo di argilla da modellare a loro piacimento e tanto meno una marionetta nelle mani di un giocattolaio. Eri tratta con sufficienza. Un ridicolo pezzetto di un piano molto più complesso.
Hai fatto diversi test per provare che tutto questo era reale, che sei tornata indietro e non era un sogno. Hai cercato vecchie cicatrici che ti eri procurata per alleviare lo stress della competizione al trono o che ti erano state fatte successivamente al tuo attentato. Hai Indagato su alcune situazioni che ricordavi fossero accadute, realizzando che altre che ricordavi lontanamente fossero appena accadute. Una certa contessa non era incinta di un figlio bastardo, anzi non era proprio sposata con il marito che avrebbe tradito. Nessun cavaliere era stato giustiziato ingiustamente e nessuna storia d’amore tra un qualche mago e una popolana che sarebbe diventato un romanzo apprezzato in tutto l’Impero. Ma soprattutto nessuna cicatrice di tutti gli abusi che avevi subito gli ultimi mesi prima di morire, e il principe Rakial era vivo. Maledettamente vivo e non in pericolo di vita, come lo avevi lasciato. Forse la prova più tangibile l’ultima.
Sei palesemente tornata indietro nel tempo, non sai come o perché. Ma hai deciso comunque crederci. Anche se sarebbe era stupido da parte tua non crederci a prescindere. Non quando maghi talentuosi abitavano tutto l’Impero, sotto la guida della famiglia Imperiale. Ti sei assicurata infine di capire in che anno eri… 5 anni e qualche mese prima della tua morte. Era già qualcosa immaginavi, contando che, per quello che potevi ricordare, Rakial ci aveva messo molto tempo a notarti. Non come se l'avesse fatto davvero a tuo parere. In realtà eri certa che fosse semplice evitare di avere a che fare con loro. Sarebbe bastato stargli lontano, e evitare sua sorella minore, forse il tuo vero ostacolo in realtà o così l’avevi sempre vista. Marianne era in qualche modo coinvolta in tutto quello che era successo, ma non sapevi fino a che punto lo fosse. Sia riguardo alla tua fine che agli strani eventi che hanno coinvolto Edervenne e Elmir. Non hai nemmeno dubbi sulla sua implicazione nella tua fine, e hai sospettato fino all’ultimo che lei avesse incastrato la principessa Alissa e in qualche modo il essere una specie di Santa ti ha solo aiutato a sospettare anche di più. Lo sapevi anche quando ti avevano assicurato che non era così e che era crudele da parte tua dare la colpa alla vittima. Ma nessuno sospetta mai della vittima, d'altronde. Sarebbe stata una mossa astuta da parte sua. Hai ignorato tutti e non avevi decisamente tutti i torti. Solo che nessuno ti avrebbe comunque riconosciuto per questo.
Il piano completo - non molto strutturato in realtà, niente di complicato - prevedeva che tu non avessi contato con nessuno dei due fino a che non avessi trovato un altro modo per fuggire. Il che avrebbe potuto significare un fidanzamento fuori Edenverre o avere un ruolo come ambasciatore per conto di Edenverre in un altro luogo. Elmir era conosciuto per essere un luogo molto pacifico, anche se dubitavi ci saresti mai andata, sapevi di un conflitto tra Elmir e Edervenne che sarebbe diventato intenso in futuro. 
Hai incrociato le braccia quasi senza pensarci, senza badare a qualsiasi etichetta potesse esserci.  Secondo quello che potevi ricordare il motivo del tuo fidanzamento con Rakial è una sorta di apparenza sociale. Dopo la morte di Alissa, Rakial ha perso influenza e di conseguenza, per rafforzare il potere, che ha preso la decisione di fidanzarsi con la figlia dell'ambasciatore di Vandrova. Tu.  Non potevi sapere se funzionava davvero così o avrebbe dovuto sposare una principessa da Vandrova. Anche se non ci eri mai stata si dice che le principesse hanno un aspetto magnifico e fuori dal comune. Parenti delle fate si chiacchiera a Edervenne, anche se ne dubitavi fortemente, ma li hai lasciati parlare. Non avevi un gran motivo per imbarcarti in un'impresa così inutile.
Hai sospirato di sollievo e  con ancora un filo di controllo in corpo, hai lasciato scendere le braccia in una posizione più comoda ed elegante. Nessuno sembra accorgersene. Per tua fortuna durante tutta la sera sei riuscita a non farti notare, o semplicemente incontrarli. E’ stato relativamente semplice. Marianne era circondata costantemente di troppe attenzioni preoccupate per la sua salute, per notarti tra la folla in cui ti sei mescolata. Invece Rakial era troppo indifferente e impegnato a parlare con qualcuno per accorgersi di una qualsiasi nobildonna, in mezzo ad altre qualsiasi nobildonne. 
Se Selene fosse stata anche solo un pò dalla tua parte ti avrebbe concesso di non essere notata. Speravi disperatamente lo fosse anche se non è la vendetta che stai cercando.
Hai rigirato il bicchiere tra le tue dita  annoiata dalla conversazione, non ricordavi nemmeno come e quando sei riuscita a mescolarti a questa manica di pettegole. Non potevi negarlo di esserlo anche tu, ma quello di cui parlavi tu era qualcosa di diverso; Niente coppie, niente matrimoni e niente adulazioni a giovani nobili. Sul serio non potevi parlare di Aconito come se fosse un qualsiasi vino costoso? Credi di no. Soprattutto ora. Da come hai registrato, Alissa è già stata giustiziata da quasi 3 mesi e parlare di qualcosa come veleno - anche se non era quello che era stato usato - non era un’idea molto saggia. Si stavano ancora cercando persone sospette e coinvolte nell'incidente. E poi questa festa era in onore di Marianne che si era rimessa, quindi avresti rovinato solo l’atmosfera, attirando le attenzioni che volevi evitare.
❝ E voi Lady (nome)? ❞ ❝ mmh? scusatemi ero distratta…❞ Ti sei destata dai tuoi pensieri con un'apparenza imbarazzata. I loro sguardi chiamavano una risposta. Non pensavi fossero interessate a te in quanto persona, ma solo come punto di un futuro pettegolezzo. ❝ Beh… avete un anno più di sua altezza il principe Rakial, eppure non avete nemmeno un interesse.❞ Da quando i principi venivano usati come metodi di misurazione dell’età? Comunque avevi quasi due anni di differenza da lui, solo 4 mesi Ti impedivano di completare l’anno. Scandisci la voce con una leggera tosse. ❝ Oh beh… penso di non aver trovato ancora qualcuno con cui condividere la vita… e poi da dove viene mia madre, è normale iniziare il corteggiamento in una così tarda età.❞ Hai ridacchiato in modo fin troppo finto per essere credibile, ma le altre dame ci sembrano essere cadute. Non ti sembravano molto sveglie in effetti.
❝ Giusto, vostra madre non è di Edenverre! ❞ Disse una ❝ Si dice che condividete molti tratti della sua città natale.❞ Un’altra non poco distante aveva continuato il discorso della precedente colpite dal stesso entusiasmo. Anche se era vero. Tu somigliavi più a qualcuno di Vandrova, che di Edenverre. E così ti stava bene. Il discorso era scivolato via con facilità mentre qualcuno citava di essere stata a Vandrova. Tu non ci sei mai stata e non avevi un spiccato interesse nel andarci nell’immediato futuro, se mai non fosse l’unica soluzione per sfuggire al tuo imminente declino.
Hai ripreso ad ignorare oziosamente la conversazione, spostandoti ogni tanto con il gruppo per prendere da bere, o semplicemente per appartarvi, parlando per qualche breve istante, solo per rispondere alle domande delle più curiose. Per il momento eri riuscito a manovrare i movimenti affinché non incontrassi nessuno dei due. In ogni caso non è così difficile evitarli, Rakial non lasciava mai i pressi del palco dedicato ai reali - ci sei stata seduta molte volte nelle tua vita precedente. - Mentre Marianne, sempre accompagnata da qualcuno, proclamava  dolci lodi a qualcosa che non ti eri curata di ascoltare. Non che in ogni caso fossi rimasta così vicina abbastanza allungo da sentirlo. A volte li perdevi di vista, persi  in mezzo alla folla danzante e alle grandi colonne decorate. Forse avresti dovuto fare più attenzione, ti ricordavi a mente, sarebbe stato spiacevole incontrarli.
Qualcuno strattona il tuo complesso di strati di tulle e seta color panna. Un colore anonimo, il più anonimo ed elegante che hai trovato. Abbassi lo sguardo, con l’intento di rimproverare il  bambino impertinente e fuori controllo che forse ti aveva notata. Ma che poi avresti cacciato con la scusa di essere impegnata. Solo che in quel momento il bambino fastidioso sarebbe stato davvero molto meglio del grazioso viso minuto di Marianne. Hai allargato gli occhi mentre ti afferra la mano che ti era caduta istintivamente al fianco. Una catena. Questo poteva sembrare in questo momento mentre non accenna a spostarla. Una sorta di promemoria del passato - o del futuro? - che ti era impresso addosso. Sentivi un mucchio di farfalle volare nelle tue orecchie e facevano un sacco di rumore, no aspetta, erano persone. Tante persone, una folla di persone. Tutte che guardavano dalla vostra parte, entrambe. Tu e Marianne. Parole soffocate su qualcosa come ‘essersi affezionata?'. No no no no. NO.
❝ Buona Serata Lady (nome), state bene? Perché siete qui tutta sola? ❞ ❝ Non sono-❞ Ti sei voltata ed effettivamente eri sola, chissà da quanto tempo. ❝ Sembrate pallida va tutto bene?❞ Hai posato di nuovo il tuo sguardo su Marianne che ora sorrideva ❝ Se volete posso tenervi io compagnia!❞ Non era una domanda, per quanto potesse suonare come tale. C’è voluto qualche minuto prima che tu potessi mettere insieme qualcosa di sensato e anche solo vagamente formale, distante ed educato.❝ Sarebbe per me un onore ricevere la compagnia di vostra altezza, ma non vorrei annoiarvi o ancora peggio sforzarvi. Ho sentito che vi siete appena rimessa.❞ Marianna teneva ancora stretta la tua mano - che non dava segni di voler lasciare - mentre pensava attentamente a quello che avevi detto. Non potevi scappare, non che lei volesse che tu scappassi era palese da come teneva la catena sua mano sulla tua. Ti sentivi come in quei giorni  in prigione, aspettando inesorabile il giudizio che precede una fine lugubre. Il fiato veniva a mancare quasi come se il tuo corpo avesse deciso che era meglio morire, che finire nelle loro mani. Se non fossi così intenzionata a sopravvivere gli avresti dato anche ragione.
La principessa pensò per un attimo a cosa dire, mentre giocava incurante con le dita della tua mano più grande, rispetto alla sua. Dava la strana impressione che volesse rivelare qualcosa che teneva segreto e che solo tu avessi dovuto sapere. Un piano forse. Ma dubitavi sarebbe successo in mezzo a tutta questa folla di gente. ❝  In realtà io stavo cercando proprio te…❞ Hai sentito il cuore affondare, la consapevolezza di non averlo predetto ti ha colpito in pieno.  ❝ma sembra quasi ti stessi nascondendo.❞ Un brillante sorriso sostituì l’espressione di dubbio. Ti sei d’attratto accorta che ti aveva chiamata per nome nome prima. Eppure non vi eravate incontrate prima. Anche se era stata lei a presentarti a Rakial nella tua vita precedente, sarebbe comunque dovuto accadere tra un anno e mezzo rispetto ad adesso. Ma hai liquidato tutto in un certo senso, attutendo la tua paranoia con l’intuizione che c’era sempre stato un piano più complesso dietro. Nella scorsa vita ti aveva fatta entrare in campo nel momento più opportuno per lei.
❝ Ma immagino sia solo perché eravate con quelle signorine.❞ Disse e si sporse per guardare le nobildonne con cui eri prima. Stanno ancora chiacchierando ancora animatamente dall’altra parte della sala. Non sembra si siano accorte della tua mancanza. Ti sei maledetta per non essere stata abbastanza attenta da stare al loro passo, di esserti distratta, e di aver sottovalutato questa bambina demoniaca. ❝ Marianne dove sei finita??? ❞ Riconosci la voce bassa e fredda, anche se non molto controllata. Hai cercato di allontanarti ma la mano di Marianne te lo ha impedito. Non capivi come questa bambina ancora parzialmente in convalescenza potesse essere così forte. O sei tu ad essere diventata più debole tutto in un momento. ❝ Sono qui fratello. ❞ Rakial appare con la sua espressione preoccupata. Se non fossi così contraria alla loro presenza o non li trovassi colpevoli della tua fine, come quella di Alissa, avresti potuto dire che erano carini. Ma tu eri ancora ovviamente contraria a loro. 
Rakial si fermò per vedere come Marianne stava sorridendo e un respiro lasciò le sue labbra. ❝ Sono spiacente lady…  ❞ ❝ (nome)! ❞ Non sei stata tu a completare la frase, e anche se avessi voluto non ne hai avuto il tempo, Marianne ti ha preceduto. ❝ Si certo. Sono spiacente Lady (nome), per aver attirato tanta attenzione così ingiustamente su di voi.❞ Non  era la prima volta che lo faceva, solo che nessuno lo poteva ricordare apparte te e tu non eri disposta realmente a perdonarlo. Soprattutto quando sembrava il vero intento Marianne metterti al centro di qualsiasi attenzione indesiderata, a maggior ragione quando quella sembrava un modo per affiliarti a loro. Tutti in quel momento avrebbero potuto fraintendere, e l’unica cosa che ti sarebbe rimasta da fare sarebbe continuare a fingere che ti stesse bene stare con loro. 
Dovevi evitarlo!
Attualmente il modo migliore era liquidare la conversazione nel modo più distaccato possibile, come se la loro presenza non fosse quella di due reali. ❝ Non c’è bisogno delle vostre scuse nei confronti di una umile ragazza. Sono io a dovermi scusare per aver rubato il tempo vostro, e della principessa.❞ Una punta di delusione si accese negli occhi di Marianne e forse non sembrava aspettarsi quel genere di risposta. Non avevi avuto incontri del genere con loro nelle tue vite passate, erano solo piombati all’improvviso nella tua tranquillità un giorno come tanti, senza che tu potessi prevederlo. Ma nemmeno visto sotto questo punto di vista e con le conoscenze che avevi adesso, avresti risposto come oggi a quel tempo, troppo ignara.
❝ Fratello penso che dovremmo invitare Lady (nome) a bere qualcosa con noi, infondo l’ho disturbata io. ❞ Non aveva lasciato la tua mano nemmeno quando aveva preso quella del fratello nella sua. Recitando un ultimo disperato tentativo di tenerti lì abbastanza tempo da far comprendere la tua importanza. Rakial ha guardato intensamente come la piccola mano di Marianne si aggrappava alla tua e come tu, in realtà, ti comportassi come se non lo stesse facendo. C’era qualcosa di famigliare, ma lo ha lasciato andare subito dopo, tanto che non sei riuscita a percepirlo nemmeno. ❝ Non ne vedo la necessità, vostre alte-❞ ❝ Sono io ad insistere questa volta. State molto a cuore a mia sorella quindi non vedo perché non concedere il beneficio del dubbio.❞ Ti sei sentita un giocattolo nelle mani di inquieti giocattolai… Ma forse se avessi resistito il tempo di un drink ora non avresti dovuto più rivederli in futuro. Ti sei annotata mentalmente di chiedere ad Uriel di darti qualcosa per simulare sintomi di un’influenza. Debole e malata non saresti stata più inclusa nel cerchie di quei due.❝ Anche se temo che una festa non sia il luogo ideale. Posso offrirle un the la settimana prossima. Marianne li adora.❞ Tu no invece, tu avevi iniziato ad odiarli proprio perché piacevano a quei due. Marianne annui fragorosamente, dimenticandosi per qualche istante che tu avevi cercato di allontanarti emotivamente da entrambi solo un attimo fa. ❝ Si si~ Mi piace molto come idea! ❞ ❝ Allora così sia.❞ Non hai avuto voce in capitolo per fermare tutto ciò. La tua mente si è maledetta per l'ennesima volta per la tua distrazione e semplicemente hai pensato a un altro piano. Dovevi solo far fallire il the party giusto?
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Il tuo piano era fallito ancora prima che potesse iniziare davvero. 
Non è passata neppure una festa a corte prima che tu fossi tirata nei piani di Marianne e nelle lotte di potere di Rakial. Eppure quello che avevi desiderato era semplice: fuggire. Ma forse non sarebbe stato possibile per te, in questa vita come in quella precedente. Non ti è stato possibile rinunciare ad incontrarli a quel thé che la principessa aveva organizzato. Marianne, Rakial e tu. Speravi che se ne sarebbero dimenticati, poteva capitare e tu di certo non ne avresti fatto una tragedia né ti saresti premurata di ricordarglielo. Ma l’invito ufficiale è infine arrivato e quindi non ti è stato possibile dimenticarlo o ignorarlo. Pensavi che il tuo tono scortese e irragionevole avrebbe fatto desistere la curiosità di Marianne nei tuoi confronti o semplicemente eliminare le tue possibilità come consorte o imperatrice a corte. Ma neppure quello era servito, le parole e spiegazioni di Marianne avevano dato un diverso significato alle tue azioni, comportamenti e parole. Niente è stato compreso come lo hai pensato e Rakial ha espresso solo il desiderio di avere un nuovo incontro, questa volta privato con te. Persone mature vi aveva definite. Se essere matura implica più incontri con lui avresti rinunciato ad esserlo. Ma poi  sono arrivati sempre più inviti e lo stupore degli abitanti del ducato svanì come era arrivato, lasciando solo spazio a Felicità. Eri riuscita ad attirare la benevolenza della famiglia Imperiale portando prestigio di conseguenza anche al Marchesato, e poi alla vicina Vandrova. La maggior parte erano eventi  a cui tu non eri invitata - o interessata -, incontri con altri membri della famiglia imperiale, dove questi ultimi sembravano apprezzare la tua presenza, una semplice giornata in privato con il principe o occasionalmente Marianne. 
Poi un giorno, non particolarmente grigio  e non particolarmente allegro, ti aveva chiesto di parlare. Solo tu, lui e L’imperatore. Un odore di delusione si era mescolato alla disperazione e alla rassegnazione che non avevi possibilità di fuggire da questo. ❝ Vieni cara, accomodati.  ❞ Il salotto era accomodante ma non accogliente come avresti pensato, e il tono di voce dell’imperatore aveva più o meno lo stesso effetto solo molto peggio. Non c’erano posti in cui tu potevi  sederti per stare lontana da Rakial e la disposizione accurata del servizio da the suggeriva che saresti stata vicino a lui. Ti sei seduta con un leggero malumore che nascondi per quello che riesci. Rakial prende un sorso di the con quell’espressione di chi finalmente riesce ad avere il controllo di qualcosa. Come se per la prima volta dopo una vita intera, qualcosa andasse per il verso giusto. Come era stato deciso e programmato.
❝ Non è molto tempo che frequenti il palazzo, vero? ❞ Hai spostato lo sguardo sull’uomo quando ha iniziato a parlare e ti sei trovata a concordare con la sua affermazione, anche se tu non l'avevi mai desiderato. E non sei stata neanche desiderosa di ampliare la cosa anche nella tua vita precedente ❝ Esatto vostra Maestà. ❞ Lui rise alla tue parole distanti e formali. ❝ Penso che dopo oggi tu possa far cadere le formalità, (nome) cara…❞  Lo avevi previsto arrivare, non eri una persona così ignara dopo tutto, ma ti ha spiazzata ugualmente. ❝… Vorrei un fidanzamento immediato da te e Rakial. ❞ Hai stretto i tessuti della gonna morbida che scivola ancora delicatamente lungo le tue gambe. Smetti solo quando la mano del principe si è posata sulla tua per frenare un qualsiasi attacco che avresti avuto successivamente. 
❝ Ma so anche delle tradizioni di Vandrova, quindi ho chiesto già in precedenza la vostra mano a vostro padre.❞ Non eri una che seguiva le tradizioni ma questo non ti ha impedito di farglielo credere, ovviamente. Il periodo di corteggiamento a Vandrova era qualcosa di serio e iniziava l’interesse dall’uomo fino alla richiesta della mano della futura sposa, questo processo durava circa qualche mese se non anni in molti casi e avvolte la sposa poteva esserne inconsapevole. Decisamente non lo hai visto arrivare, ma come potevi aspettarti che volessero procedere alla maniera di Vandrova.  Infondo calcolando il tempo che avevi passato dal tuo vero primo incontro in questa vita con Rakial non erano passati molti mesi. Quindi era qualcosa già programmato. Il vostro incontro a quel ballo era programmato, e avresti giurato che anche nel tua vita passata fosse programmato.❝ Non capisco, vostra Maestà. Cosa ci avete visto in me. Infondo avrebbe più vantaggi per il paese a sposare una principessa di Vandrova e non una comune nobildonna.  ❞ L’imperatore non si fermò e prese un sorso della bevanda ambrata che gli era stata servita. ❝ Non è qualcosa che ti deve preoccupare. Abbiamo già preso accordi con Vandrova.❞
Giusto. 
Il fatto che tu avessi cambiato vita non voleva per forza dire che loro sarebbero cambiati. Come allora, nemmeno adesso ti avrebbero detto quale era l’intento reale. ❝In ogni caso, sarà organizzata una cerimonia per annunciare ufficialmente il fidanzamento… ❞ Hai smesso di ascoltare persa nei tuoi pensieri. Hai annuito forse occasionalmente. Hai rimescolato i pensieri varie volte negli ultimi mesi. Niente che tu avevi progettato sembrava funzionare. Una sensazione di insensibilità ti percosse le braccia, e poi tutto il resto del corpo. Ogni speranza stava lentamente svanendo. Non eri riuscita a cambiare niente, eri esattamente allo stesso punto della prima volta, solo prima del previsto e con la consapevolezza di quello che sarebbe successo.Niente di quello che suggeriva Uriel, e niente di quello che proponevi ad Uriel sembrava funzionare. Tutto  questo sembrava solo sempre più prevedibile a Marianne e al resto della sua famiglia  che sventava tutto e ti gettava sempre più verso Rakial, che a sua volta sembra infatuato dalla tua sola presenza. Sarebbe stato troppo chiedere all’unica persona che era davvero tua amica di far qualcosa contro di Loro, in fondo era al loro servizio. Davvero non c ‘era nulla che tu potessi fare per fuggire…
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❝ Rimani qui vado a prenderne un altro. ❞ Rakial ti ha passato il suo  calice di vino chiaro, leggermente rosato, forse qualcosa di più tendente al lilla. Un misto di frizzante con profumo di fiori, che sapevi non essere  normale.  Non era di certo qualcosa che poteva piacere a qualcuno come Rakial. No. Eri certa che non gli piacesse, lo aveva fatto intuire chiaramente in passato e nella tua scorsa vita. Non era decisamente normale, questo era più simile all’odore di un veleno così familiare che potevi quasi esserne compiaciuta. Hai visto una certa ironia, il veleno che avevi usato anticamente per cercare di ucciderlo era dentro il suo bicchiere che ora era nelle tue mani.
Aconito.
Non ricordavi che avessero mai attentato alla sua vita in questo modo, o lo avevano nascosto bene o semplicemente non era mai accaduto in origine. Ma non fa alcuna differenza domandarselo, solo tu possedevi ricordi della vita passata quindi anche se lo avessi chiesto nessuno ti avrebbe dato credito al tuo farneticare. Forse saresti solo considerata pazza o delirante, o ancora avrebbe attribuito la colpa allo stress per l’organizzazione del fidanzamento. Hai fatto girare il liquido all’interno del bicchiere con mosse casuali pensando a cosa farne. Era fuori discussione che lo avvertissi, saresti stata classificata nel problema, e di certo non saresti riuscita a scambiarlo senza che sospettasse qualcosa o che sospettasse di te in generale . Potevi rovesciarlo, ma era pericoloso anche per contatto. Quindi la cosa meno naturale ma la più plausibile per te era ingerirlo, ed è quello che hai fatto. Tutt’uno fiato, prima dell’arrivo di Rakial e Marianne. 
Secondo quello che potevi ricordare da quello che ti aveva detto Uriel, aveva un’azione abbastanza veloce, circa 30 minuti. Il che dava tutto il tempo a Uriel, sempre al fianco di Marianne, di evitare di intervenire per salvarti se mai l'avesse scoperto. Era il vostro patto, non vi sareste  messo i bastoni tra le ruote e vi sareste aiutate fino in fondo. Avrebbe creato uno scandalo? Ovviamente. Ne saresti uscita viva? Speravi di no. Ti sei ricomposta quando sono arrivati, ed hai solo finto che stessi guardando l'esibizione della violinista sul piccolo palco a margine della sala da ballo. Offri un sorriso di cortesia mentre Rakial ti parla ❝ Se avevi cosi sete potevi dirmelo ti avrei portato un altro bicchiere.❞ Quale comune figlia di un Marchese chiederebbe mai ad un principe di portarle da bere. Ma lui forse ti aveva semplicemente messa sul suo stesso piano da quando si era iniziato a parlare di un certo fidanzamento. 
❝ Non ce ne è bisogno.❞ Hai risposto il più educatamente e distantemente possibile. Probabilmente se avessi ingerito altri liquidi avresti rallentato il processo del veleno. Il tuo sguardo si posa brevemente su quello di Uriel che ti stava guardando come chi stava cercando qualcosa e un’espressione di consapevolezza lo colpì. ❝ Lady (nome) siete sicura di stare bene?❞ Uriel aveva iniziato a chiamarti con una tale distanza da quando hai iniziato a far parte delle cerchie di Marianne. Raramente siete riuscita a rimanere da sole quindi la normalità è diventato questa. La domanda del mago era sospetta, e forse era un campanello di allarme per i due reali. Erano passati più o meno 25 minuti da quando avevi ingerito il veleno, e sentivi già una certa fatica e difficoltà nel respirare, ma ti sembra di starlo nascondendo discretamente. Forse anche il tuo incarnato non aveva un bell'aspetto, dato che Rakial è impallidito quando passò da guardare il mago a te con un sguardo di terrore. ❝ Tutto bene, devo essere solo stan-❞ ❝ (Nome) parla.❞ Hai guardato il principe, come a dargli la colpa. Il tuo sguardo gli stava dando la colpa e lui forse stava arrivando alla soluzione senza che tu parlassi per forza. Ti sei sentita in colpa di avergli dato la soluzione. Non la meritava. Doveva sprofondare nella disperazione come avevi fatto tu.
❝ Ce ne andiamo. Abbiamo bisogno di un medico. ❞ Forse era comune per la famiglia imperiale rischiare la vita in questo modo, e da quello che potevi ricordare potevi confermarlo. Ed ora che hanno sventato per miracolo ‘ l’attentato’ nei confronti di Marianne tutto il protocollo per questo genere di attentati era decisamente più tempestivo. Ti sei allontanata e sentivi le tue gambe tremare, come se non riuscissi più a reggere il tuo stesso peso. Metti le mani avanti per allontanarlo, tutto gli avresti concesso ma toccarti era fuori discussione. Il solo pensiero ti aveva causato del ribrezzo. ❝ Vostra altezza ve l’ho già detto, sto bene. E’ solo stanchezza.❞ Hai fatto un passo indietro quando Rakial ne ha fatti due in avanti, questo è quello che le tue gambe ti hanno concesso nonostante il peso che sembravano portare di colpo. Nessuno nella sala sembrava accorgersi di quell’avvenimento e ti stava bene così. ❝ Non stai bene, devo portarti via. ❞ Lui non doveva fare proprio niente, non aveva nessun obbligo verso di te. Tu eri solo una sorta di dovere politico e non volevi essere trattata come se fossi una fidanzata o un’amante. ❝ (nome) ti prego ascolta il fratello.❞ Questa volta è stata Marianne ad intervenire, con quell’aria preoccupata, o era finta? Ogni sua espressione ti sembra finta o calcolata, quindi immaginavi non facesse eccezione nemmeno questa volta. Nemmeno quando tu eri in difficoltà, e non volevi il loro aiuto. 
Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi.
Ti senti delirante mentre la tua mente inizia a sfarfallare in mille tonalità diverse dalla realtà che sapevi di conoscere e ricordare, hai percepito  un brivido percorrere la tua spina dorsale. Tisei ripetuta che fosse normale, d’altronde avevi ingerito del veleno.❝ Vi ho già detto che sto bene! ❞ E’ arrivato il secondo principe che forse sembrava aver compreso che qualcosa non andava. Hai fatto un’altro passo indietro mentre Marianne spiega spaventata la situazione al secondo principe. Il passo successivo, più faticoso del precedente, è stato il tuo ultimo. Sei caduta a terra tremante, permettendo al principe di avvicinarsi senza difficoltà, o almeno quasi. ❝ FERMO DOVE SEI, NON TI AVVICINARE!!!❞Hai urlato disperata attirando inevitabilmente gli sguardi della sala, che piombò nel più gelido dei silenzi. Rakial si era avvicinato quasi del tutto, solo qualche metro lo teneva distante e incapace di aiutarti. Il suo sguardo mutò dalla preoccupazione alla fredda sorpresa. Hai tossito portando la mano alla bocca. Una sostanza viscosa ha bagnato la stessa mano e hai compreso il perché dello sguardo di Rakial. Hai sentito la tua mente scivolare e vibrare verso qualcosa di insensibile. Il bicchiere in vetro che tenevi in mano ti è scivolato dalla mano che ora era diventata altrettanto insensibile. Stavi lentamente cadendo nell’oscurità, riservi uno sguardo al principe che stava parlando. Non riuscivi a sentire quello che voleva dire, era tutto ovattato al punto che niente era udibile. Hai visto più persone intorno a te che volevano aiutarti. Non sei  riuscita a riconoscerli. 
Hai maledetto a bassa voce lo stordimento e il fischio in fondo alla tua testa man mano sempre più forte, fino a sparire nella tua mente. In realtà tutto è svanito in quella placida e confortevole oscurità oscurità.
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Hai canticchiato al mago che entra nella tua stanza, o maga, non ti era chiaro, ma non aveva ugualmente importanza. Il tuo aspetto non era uno  dei migliori e i tuoi vestiti non erano tirati a lucido come i capelli e il trucco. Eppure a nessuno dei due poteva davvero importare. Ti sei unicamente permessa di essere felice di un viso amico. ❝ Oi (nome), hai finito di saltare le lezioni?? ❞ Non era il modo di riferirsi alla figlia di un Marchese ma a te non fa molta differenza. Non eravate mai stati nobile e mago, solo semplici amici. Getti la testa all'indietro e posi il tuo indice lungo e fino sotto il labbro inferiore. ❝  Non ero semplicemente interessata a quello che aveva da dire quella vecchiaccia❞ Una risata esce soave dalle labbra del mago e semplicemente ti porge un libro. 
I caratteri del titolo sono illeggibili a causa dell’usura. Il cuoio era nero e complicati intrecci dorati percorrono il dorso usurato . Forse anche il titolo una volta aveva lo stesso colore scintillante. Le pagine ingiallite erano costellate di segnalibri. Alcuni con colori vibranti, altri più polverosi, altri ancora erano dipinti di fiori esotici altri invece di erbe che non potevi riconoscere.❝ Cosa dovrei farci? ❞ ❝ Apri dove c’è quello nero.❞ Tra i vari colori c’è un solo segnalibro nero, l’unico in realtà, ma risaltava poco con il cuoio scuro della copertina. Hai preso lo spunto per aprirlo e vedere un misto di parole stampate con inchiostro - per lo più date - scritte quasi del tutto illeggibili e sbavate, e infine diverse immagini della stessa pianta, in fasi diversi della sua crescita e in diversi utilizzi. ❝ Aconito?❞ ❝ Già❞ Hai riflettuto attentamente dopo aver letto il titolo. Ti sei soffermata su ogni lettera per essere certa di aver letto bene. Hai cercato attentamente a cosa volesse dirti mostrandoti quelle pagine ❝ E cosa dovrei farci?❞ Forse lo stava aspettando, infatti i suoi occhi brillarono alla domanda. Con quell’eleganza che tanto lo caratterizzava spostó il libro in mezzo, indicando un disegno. Era fatto con inchiostro e quello che sembrava gesso colorato. Il fiore raffigurato era al massimo della sua fioritura e bellezza - come scritto brevemente nella descrizione. ❝ Beh, vedi cara futura marchesa, - cita sempre il tuo futuro titolo ogni volta che aveva qualcosa di grandioso da dire -  l’aconito è una pianta estremamente tossica per un essere umano, eppure estremamente comune qui a Edenverre… ❞ Non capivi ancora cosa voleva dirti, ti stava mostrando così casualmente una qualsiasi pianta nociva per lei, come per il mago e pretendeva che lei capisse. ❝ Uriel non mi piace quando generalizzi in questo modo. Parla chiaramente.❞ Il ragazzo rise e sposto il dito su una riga specifica del libro. Non aveva molto di straordinario, non era evidenziata da qualche segno e non aveva appunti ai margini che le spiegasse qualcosa che la facesse sembrare importante e difficile.
❝ L’aconito ha tossine che agiscono sul sistema nervosa, tuttavia è estremamente lento nell'agire e facile da riconoscere gli effetti… ❞ Iniziò a leggere le righe che aveva indicato, e il fatto che la stesse tirando per le lunghe ti stava innervosendo. ❝ …Ma se lavorata in un preciso modo, può diventare un veleno letale, senza molti sintomi visibili e difficile da rintracciare. ❞ Terminato di leggere, ha estratto una ampolla trasparente da una delle tasche della sua veste da mago. Sull'etichetta era scritto aconito con diversi disegni sbavati. Il vetro dell’ampolla era opaco ma si poteva ancora distinguere il colore lilla del liquido. Il tappo il sughero era sigillato a dovere con sostegni di cordicelle e quella che sembrava resina.❝ E il fato vuole che io sia riuscita a distillare quella pianta fino a renderla un veleno ancora più letale. Non è stato affatto semplice, sai? E solo tu lo sai! Ritieniti fortunata per questo, non tutti avrebbero questa fortuna.❞ Hai alzato un sopracciglio perplessa, non per le sue manie di protagonismo o per il suo ego smisurato, ma semplicemente per quello che ti ha presentata.❝ E con questo? Mi stai per caso dicendo che vuoi uccidermi? o che vorresti morire così un giorno? Non sei molto furbo se questo è il tuo scopo!❞ Un sorriso sghembo si aprì sulle tue labbra, alla sfacciata affermazione. Solo successivamente scoppiata a ridere insieme al ragazzo, dopo che lui ti aveva rimproverato per la tua scarsa fiducia in lui.
Il suo caschetto di capelli ruggine andò a coprirgli parzialmente il viso per le risate. Neanche il fermaglio posizionato su uno lati, era servito per impedire che succedesse e i suoi occhi corvini lacrimavano per lo sforzo, mentre la sua pelle olivastra assume tonalità rossastre. ❝  Davvero niente del genere. Ho solo pensato che se volessi uccidere qualcuno… potresti utilizzare questo così io saprei che sei stata tu e ti aiuterei a farla franca. E lo stesso se dovesse succedere a me.❞ Ti consegnò l’ampolla legata ad una cordina in metallo. Era una specie di ammonimento questa frase, come a prenderti in giro per la tua audacia sfiducia in lui, eppure tu lo avevi preso sul serio. Poi anche Uriel ha inizia a pensarla come una cosa seria. ❝ E va bene. Ma non pentirtene se dovessi uccidere il principe in persona.❞ ❝ Anche in quel caso ti proteggerei….
a proposito!❞ Ti sei allarmata quando si è alzato di scatto, serrando il libro e spingendolo sulle tue gambe. Inchioda i pugni ai fianchi per mettere in evidenza la nuova veste da mago, fluida e scura, decorata con dettagli preziosi e luminosi. ❝ Allora che ne pensi? Sono stato promesso a mago personale della Principessa Marianne.❞ Ricordavi quel nome, era una qualche figlia dell’imperatore che era stata trovata di recente e introdotta al castello imperiale. Per quanto ne sapevi aveva appena 8 anni, e aveva insoliti occhi dorati e capelli candidi, ma non sei davvero tipo da semplice gossip di corte. Avresti a mala pena ricordato i nomi dei principi e delle principesse, figuriamoci una comparsa dal nulla da qualche breve periodo.
Ogni membro della famiglia imperiale aveva diversi maghi che lavoravano sotto i loro stretti ordini. Ognuno un numero diverso al loro comando, dipendeva per lo più dall'importanza e la vicinanza al trono. Il principe ereditario -il più anziano tra i figli dell’imperatore- era quello che ne possedeva di più, anche se non si sentiva molto parlare di questo. Lo sapevi solo grazie alle chiacchiere della nobiltà più alta che incontravano i tuoi genitori e da questi ultimi.
❝ Sono stato proposto dal mio insegnante e sono stato preso. Sono il primo. ❞ Sembrava così orgoglioso che era quasi un peccato mandarlo giù dalla sua nuvola di fantasia. Hai riso quasi intenerita.❝ Primo e unico, è troppo indietro della linea successione per avere importanza per Imperatore. ❞ ❝ Almeno che non diventi una Santa, allora avrebbe un numero pari a quello del Principe Rakial❞ 
Ti sei voltata brevemente a guardarlo  e molte parole non dette potevano essere udite. Ha accennato per un motivo concreto questa volta. Non è una di quelle cose che ti viene da supporre tutti i giorni. Non tutti i giorni una principessa diventa una Santa e dubitavi fosse mai accaduto. ❝ Ha una fede solida, e inoltre… l’ho vista compiere dei gesti pari ad un miracolo.❞ Sei rimasta in silenzio guardando il ragazzo ❝ In più è stato provato che non è una maga. ❞ Poi hai guardato il libro. ❝ … Penso anche su una santa possa funzionare questo veleno no?❞ Hai riso e Uriel rimase basito sul tuo cambio precoce di argomento. Un rimprovero ti arrivò dal mago che proteggeva la principessa che avrebbe servito. Era il suo compito come suo mago farlo, eppure non era qualcosa di serio. 
Non avete più parlato di quello e hai nascosto l’ampolla di veleno, eri incurante che davvero ti avrebbe dato almeno un pò di soddisfazione nella tua vendetta.
-
Ti sei svegliata con la testa che pulsa, e con la malinconia e il tradimento di un vecchio ricordo. Apparteneva alla tua vita precedente. Ne eri più che certa di questo, nonostante l’intrecciarsi di queste vite che ti ha portato confusione e uno strano rimescolamento di ricordi, tuttavia potevi ancora ricordare che non eri mai tornata  così indietro con la tua età questa volta. Hai lavorato duramente per cercare di trovare una posizione più comoda per i tuoi arti pensanti e doloranti solo per trovare difficile anche solo il pensiero di dover compiere un tale sforzo. Come se una decina di macigni  fossero stati posizionati su ogni parte del corpo per rallentare i tuoi movimenti. Estremamente doloroso. Anche il semplice aprire gli occhi era faticoso, ma hai ugualmente portato a termine l’azione. Il pensiero del veleno che avevi ingerito è ritornato come una maledizione e la sensazione dolce del liquido con il frizzante del vino persiste ancora in bocca, forse senti anche il sangue. Un secondo ti sei chiesta cosa fosse successo dopo essere svenuta. Come avessero fatto a salvarti, in che condizioni eri durante tutta la tua incoscienza. Rakial ha pianto per te o semplicemente ha ignorato il tuo malessere una volta che il pubblico si era dissipato? Non eri certa lo avresti ami scoperto veramente, ma ha comunque una sottile e indifferente importanza.
La stanza in cui eri, era buia, ma ancora si può intravedere dei raggi penetrare da qualche buco tra le tende spesse che coprivano le finestre. Non sei riuscita a riconoscere la stanza in sé, ma l’arredamento  costoso e antico dalle tonalità del blu reale e del bianco perlaceo ti hanno suggerito che era l’ala del castello riservata al principe ereditario. Negli ultimi anni della tua vita, prima di venire considerata colpevole, avevi soggiornato in questa ala  del castello. E per quanto puoi non avere una buona memoria quello stile era inconfondibile. Per qualche ragione ti sei sentita ancora più vulnerabile e ingabbiata. ❝ Ti sei svegliata finalmente!❞ Ha parlato qualcuno e hai semplicemente spostato lo sguardo sulla figura alla tua destra, senza la possibilità di completare qualsiasi altro movimento. Rakial, in uno stato disastroso e disordinata,  sedeva su di una sedia vicino al letto in cui eri adagiata. Il suo abbigliamento era lo stesso della festa solo mancava la giacca elegante e le medaglie ornamentali. ❝ Hai la minima idea di quanto mi hai fatto preoccupare. Io e Marianne!  ❞ Era sempre lei, lei e Rakiel, che riguardava, mai te direttamente ma ormai ci eri abituata ❝ Per fortuna quel mago è riuscito ad aiutarti…❞ Si mise le mani sui capelli in modo frustrato.
Era palese che si trattasse di Uriel. Da sempre era interessato ad argomenti macabri e atipici, ma forse era per quello che era riuscito ad essere riuscito ad essere riconosciuto come un grande mago. I suoi interessi e curiosità lo hanno portato a scoperte e progressi mai avvenuti prima. Questo in passato ha solo favorito la fama e il prestigio di Marianne. Già… Uriel era proprio una persona bella e straordinaria, e per quanto i fini di Marianne fossero macabri lui aveva mantenuto una certa integrità e fascino , ma non aveva comunque mantenuto la sua promessa. Ma la cosa ti era solo adesso. Ti sentivi tradita, tradita dall’unica persona di cui ti fidavi e che credevi non ti avrebbe mai consegnato alla famiglia imperiale. Ma forse il giuramento alla corona valeva più della vostra  lunga amicizia… 
…Poi hai realizzato. Una freccia che ti ha trapassato il cuore e l’orgoglio… È stato Uriel a mettere il  veleno nel bicchiere di Rakiel ma in realtà era sempre stato  destinato a te. È stato Uriel a salvarti per conto del principe, lasciando una buona impressione del vostro rapporto da fidanzati. Uriel aveva deciso che tu meritassi di stare in questa famiglia. Uriel ti aveva condannata a un ciclo infinito di dolore. Lui ti aveva indotto a ripetere questo destino. Non hai pianto, per quanto ne sentissi il bisogno, era qualcosa che ti è difficile fare e che non ti eri ancora abbassata fare. Il tuo più grande amico aveva deciso il tuo futuro al tuo posto, e non mettevi in dubbio che ci fosse Marianne dietro a tutto questo. ❝ Marianne era così preoccupata per te. Era qui fino a qualche minuto fa… ti vede già come una sorella. ❞
❝ Credi davvero che io sia così stupida da non averlo capito?❞
Ti sei coperta gli occhi con il braccio. Eri stanca fisicamente e mentalmente, e il veleno che dovevi ancora smaltire insieme alla sola presenza del principe aveva reso il tuo mal di testa solo più doloroso. ❝ Pensi che non sappia che siete stati voi a pianificare tutto questo? Forse non sei coinvolto direttamente, ma questo non ti tira fuori da tutto il resto.❞ Una risata amara arrivò al principe seduto ora sul bordo del letto a baldacchino, troppo vicino a te. Hai perso l’istante in cui si era spostato ma sospettavi fosse mentre evidenziava la preoccupazione di Marianne. Potevi soffocare se potessi, ma non ti lascerebbe morire in ogni caso. ❝ Voi di Edenverre siete tutti uguali…❞ Hai sempre preferito dimenticare che anche tu avevi sangue di Edenverre, per il bene tuo e della tua vendetta. ❝ Non so di cosa stai parlando (nome). Penso che l’effetto del veleno non sia ancora scomparso e che tu stia solo delirando. Chiamerò qualcuno per risolvere la cosa.❞ Hai riso un’altra volta, solo più forte. Rakial si è fermato sui suoi passi, quando aveva utilizzato la sua scusa per allontanarsi. ❝ Sai… tutto questo non sarebbe dovuto succedere… o almeno non adesso e non a me...❞ Quando il Principe si voltò per verificare il tuo stato effettivo, ti trovò seduta, le gambe al petto e la testa gettata all’indietro con lo sguardo rivolto al soffitto. Come in attesa di qualcosa, forse stai ancora cercando il modo migliore per dirlo, esiste davvero un modo giusto? 
Un lungo respiro lascia le tue labbra. Il dolore poteva sembra evaporare per qualche secondo, e poi ritornare quando ti sei fermata in quella nuova posizione. Ti sei dimenticata delle giunture e dei tendini rigidi e doloranti, del sangue che faceva fatica a circolare e del tuo respiro lento e affannato. Solo per un istante sentivi di avere un certo controllo. Sentivi di poterlo far sprofondare nella disperazione ma solo per un attimo. Quello racchiuso nella preoccupazione dei tuoi movimenti affrettati e improvvisi.❝ Allora io ti volevo morto… anzi ti voglio ancora morto…❞ continuavi  parlando senza davvero pensarlo ma a questo punto solo la verità ti avrebbe libera… speravi che ti odiasse e ti classificate come criminale oppure mettesse in esilio all’impero. ❝ Eri in fin di vita dopo che che ti avevo avvelenato con il medesimo veleno che ora circola nel mio corpo… ironico non trovate, vostra altezza… ❞ Le tue parole erano anch'esse piene di veleno e lo sguardo della persona che ora odiavi infinitamente di più, era su di te. Un insieme di timore e confusione. Una amara vendetta. 
Ecco forse il poter essere libera non ti bastava più o semplicemente perché sapevi di non poterlo avere. Ti sei rassegnata alla cruda realtà. Tu non saresti mai fuggita da lui. Da lui e da Marianne. Ora come ora la vendetta suonava in un modo decisamente più melodioso e possedeva un sapore più dolce e freddo di quanto potessi ricordare. Li avresti portati all’inferno con te. ❝ Aconito… Normalmente non sarebbe stato così difficile da individuare, ma distillato nel modo giusto può silenzioso e imprevedibile e molto più letale…❞ Tu eri viva per miracolo. Solo perché era stato Uriel a crearlo ed eri certa avrebbe creato anche un antidoto o un modo per fermare il veleno. Hai preso fiato, è difficile parlare in una linea scorrevole quando i tuoi polmoni non erano in grado di reggere anche solo una normale respirazione.. ❝ … Era il nostro codice. Lo avevamo deciso una volta. Non saremmo dovute intervenire l’una con l’altra, solo aiutarci a portarlo a termine.❞ Ti sei fermata e il sorriso insieme alla risata scomparvero con la stessa velocità con cui erano apparsi. Gli occhi sono freddi e indecifrabili, nessuno avrebbe mai potuto dire cosa stessi pianificando. Niente era leggibile nel tuo comportamento.
A questo punto Rakial doveva aver capito che si trattava del mago di Marienne. Gli aveva raccontato tutto, come gli era stato ordinato da Marianne, di questa promessa e che non sarebbe dovuto intervenire e nemmeno lei. Uriel aveva messo il veleno sotto ordine di Marianne e (Nome) lo aveva ingerito di sua volontà. Tuttavia Uriel aveva infranto questa strana promessa infantile e aveva seguito l’ordine datogli di salvarti. Ti sei voltata di scatto a guardarlo. La profondità del tuo sguardo lo colpì ancora di più. Infatuato e perso per la donna che lo voleva morto. Se ne avesse la possibilità e i mezzi lo avrebbe ucciso all’istante e ancora poteva trovarlo piacevole e intrigante. La sua fidanzata lo voleva morto, ironico e stupendo. Non era spaventato, solo sorpreso e affascinato. Ne voleva di più, non importa come. Non voleva distruggerla, sarebbe finito tutto così in fretta. La voleva per sé da amare e ammirare.  
❝ Se volete tenermi al vostro fianco bene! Ma sappiate che finché avrò vita in questo corpo, non diventerete Imperato e non avrete vita facile.❞
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susieporta · 2 months ago
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L’ora di greco - di Han Kang, Adelphi
Premessa: sono tra coloro che ritengono che il Nobel per la letteratura ad Han Kang si assolutamente meritato. Inutile proseguire la lettura se si è già convinti del contrario.
Probabilmente per me questo è il romanzo più bello tra quelli fin qui tradotti in italiano (o inglese). Molto breve ma denso, esplora temi profondi come la perdita, la solitudine, e la ricerca dell’identità. È del 2011 anche se qui da noi è arrivato appena l’anno scorso. Un viaggio introspettivo in cui due persone, apparentemente molto diverse, si incontrano e si comprendono attraverso la condivisione di un dolore nascosto e silenzioso.
Lei, Hanja, dopo aver vissuto un periodo di intensa sofferenza, ha trovato il silenzio come rifugio: non parlare, più che una scelta volontaria, è una reazione istintiva e fisiologica alla sua sofferenza. Le parole per lei si sono trasformate in strumenti di dolore, tanto che la voce stessa le sembra ormai qualcosa di estraneo. Dopo in matrimonio fallito e la perdita di custodia del figlio, persa anche la madre le sembra di aver ormai perso qualsiasi contatto con la propria identità e il mondo che la circonda. Come via di fuga da questo dolore, inizia a seguire lezioni di greco antico, una lingua che per lei diventa una sorta di “nuovo inizio”, poiché le consente di esprimere e riscoprire sé stessa senza le ferite che l’uso della lingua madre le provoca.
È così che la sua vita incrocia il suo insegnante di greco, un uomo non vedente che vive anche lui un’esistenza profondamente segnata dalla perdita. Per lui la cecità ha rappresentato un graduale distacco dal mondo, ma nonostante le difficoltà quotidiane ha imparato a navigare attraverso questo vuoto grazie all’amore per le parole e per la letteratura. Egli usa il greco come strumento per mantenere un legame con il mondo esterno e per dare un senso al proprio passato.
Attraverso questo incontro tra la donna e il suo insegnante, Han Kang esplora l’intimità della comunicazione e del linguaggio come mezzo di guarigione. Entrambi i protagonisti sono segnati da ferite invisibili e trovano nella lingua greca un terreno neutrale in cui potersi esprimere senza il peso delle loro storie personali. Il greco antico diventa simbolo di un viaggio interiore, che permette loro di riconoscere il proprio dolore e, in qualche modo, di riappropriarsi delle proprie vite.
Han Kang utilizza una prosa poetica e riflessiva per approfondire i sentimenti complessi dei protagonisti. La narrazione alterna i punti di vista della donna e dell’insegnante, e attraverso le loro prospettive frammentate il lettore è invitato a riflettere sul significato dell’empatia, della perdita, e della redenzione. I dialoghi sono ridotti al minimo, quasi come se l’autrice volesse rispettare il silenzio che i due protagonisti sembrano cercare.
In sostanza, un romanzo che parla di sopravvivenza emotiva. Attraverso la storia dei protagonisti, Han Kang esplora la possibilità di trovare una via d’uscita dal dolore e dalla perdita senza negare le proprie ferite. La lingua greca diventa metafora del processo di auto-ricostruzione, una lingua che, con le sue radici antiche, permette ai personaggi di esprimere sentimenti che sembravano impossibili da comunicare.
Un delicatissimo racconto di Han Kang, che con la sua scrittura minimalista invita alla riflessione sulla complessità dell’animo umano, sul ruolo del linguaggio, e sulla possibilità di una rinascita anche nei momenti più bui. Leggetelo solo se questi temi vi appassionano. Diversamente state andando incontro a una delusione.
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londranotizie24 · 2 years ago
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Cinema Italia Uk: Antonio Albanese e il suo ultimo film "aspettano" Godot nel Regno Unito
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Di Simone Platania @ItalyinLDN @ICCIUK @ItalyinUk @inigoinLND Il film Grazie ragazzi sbarca in Uk grazie a Cinema Italia Uk: Antonio Albanese e il suo ultimo film "aspettano" Godot nel Regno Unito. Cinema Italia Uk: Antonio Albanese e il suo ultimo film "aspettano" Godot nel Regno Unito Se c'è un appuntamento immancabile e fisso mensile in Uk che collega il cinema italiano al pubblico britannico, è quello proposto da Cinema Italia Uk. La cinematografia italiana da sempre attrae da sempre affezionati e fan da tutto il mondo e la Terra d'Albione non fa eccezione, tra prime, proiezioni ed eventi dedicati al mondo del cinema italiano. Questo mese tocca ad Antonio Albanese e il suo ultimo film: Grazie ragazzi. La proiezione è attesa per il 23 aprile dalle 19:00 al Riverside Studio. Il biglietto e ulteriori informazioni sullo screening sono disponibili qui. Omaggio a "Aspettando Godot" di Samuel Beckett, Grazie Ragazzi è una commedia sull'attesa, sull'imparare ad aspettare e sul rivolgersi all'arte per trovare conforto e redenzione. Protagonisti il genio comico Antonio Albanese (Cetto LaQualunque, Alex Drastico) e il pluripremiato attore Fabrizio Bentivoglio. Ma non solo. Vinicio Marchioni (Romanzo Criminale, Django), Sonia Bergamasco e Giacomo Ferrara compongono il cast del fillm. Diretto da Riccardo Milani (Il posto dell'anima, Come un gatto in autostrada) il film getta uno sguardo comico sulle carceri italiane e sulla necessità di cultura e di sbocchi creativi per i detenuti come mezzo di riabilitazione e di autoaffermazione. ... Continua a leggere su www. Read the full article
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weirdesplinder · 2 years ago
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Lista di libri che possono cambiarti la vita o il tuo punto di vista sul mondo
Esistono molti libri che credo possano creare un vero cambiamento interiore nel lettore, ma è qualcosa di molto soggettivo. Per me e per la mia crescita magari sono risultati importanti dei romanzi che ad altri non hanno trasmesso le stesse cose. Però se dovessi dirvi qualche titolo che secondo me può veramente se non altro cambiare il punto di vista del lettore su alcune cose vi potrei elencare questi:
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- Il mondo di Sofia, di Jostein Gaarder
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Trama: Questo è il romanzo di Sofia Amundsen, una ragazzina come tante altre. Tutto comincia dalle strane domande che spuntano dalla sua cassetta delle lettere, passa attraverso le intriganti risposte dell'eccentrico filosofo Alberto Knox e approda a una bislacca festa di compleanno nel giardino degli Amundsen... Ma è anche il romanzo di Hilde Moller Knag, e per lei comincia proprio nel giorno del suo compleanno, passa attraverso l'insolito regalo che suo padre, il maggiore Albert Knag, le ha inviato dal Libano e approda a una notte stellata nel giardino della famiglia Knag a Lillesand... Ma è anche il romanzo appassionante della storia della filosofia, e per tutti noi comincia dagli atomi di Democrito e dalle idee di Platone, passa attraverso le geniali intuizioni di Galileo e il complesso sistema di Hegel e approda all'esistenzialismo di Sartre e al multiforme panorama del pensiero contemporaneo.
La mia opinione: questo libro non è altro che un piccolo compendio dei principali filosofi della storia sottoforma di romanzo per ragazzi, ma il bello è che non lo sembra. Non c’è alcun nozionismo, bensì le domande filosofiche che si pone la protagonista spinta da un misterioso qulacuno, sono semplicemente le domande che ogni essere umano si è posto prima o poi nella vita. Niente di più e niente di meno, e questo libro fa sopratutto capire come la filosofia non sia qualcosa di lontano da noi, una materia da studiare e imparare, ma scaturisce da noi stessi, dal nostro bisogno di risposte per poter vivere. La trama è semplice e al tempo stesso non lo è, ma ti pare letteralmente un mondo. Ricordo che lo lessi alla fine delle scuole medie perchè poi avrei iniziato il liceo classico e una delle materia che avrei dovuto studiare per la prima volta lì era appunto la filosofia. Ora inutile dirvi che questo romanzo non mi ha certo aiutato poi nello studio di quella materia, studiare filosofia vuol dire anche studiarne la storia ed è una cosa più seria, ma mi ha cetamente aperto la mente a domande che non mi ero mai posta e mi ha permesso di capire meglio da cosa nasce la filosofia e che i fiolosofi sono persone esattamente come noi che hanno semplicemente cercato delle risposte a quesiti universali.
- I Miserabili, di Victor Hugo
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Teama:  E’ la storia di Jean Valjean, ex carcerato, ancora ricercato che vive sotto mentite spoglie cercando redenzione e di Javert, il poliziotto che lo insegue. Ma è anche la storia di Cosetta, la bambina salvata e adottata da Valjean, e Mario, il giovane che si innamorerà di lei. Ed infine è la storia dell’immensa folla dei miserabili che popolano i bassifondi di Parigi in fondo quasi indifferenti ai grandi avvenimenti della storia che stanno vivendo.
La mia opinione: Se tralasciamo la trama centrale di questo romanzo che altro non è che un dramma, un tipico romanzo dell’ottocento con un personaggio principale che deve vivere un viaggio interiore di redenzione e che contine molti dei temi comuni a tutti i romanzi dell’epoca, ciò che veramente colpisce di questo libro, o almeno che ha colpito me, è tutto ciò che è stato costruito intorno alla trama. L’ambientazione storica e sociale è estremamente dettagliata e curata sembra quasi di poter respirare l’aria della Parigi dell’Ottocento quasi. I grandi avvenimenti storici vengono descritti sia da un punto di vista esterno, che da quello interno del popolo francese e delle classi indigenti che sono praticamente un altro personaggio molto importante del romanzo. La folla, il popolo quasi come mente collettiva come sentimento unico permea le pagine, e le descrizioni della vita quotidiana di così tante persone con vite e mestieri diversi è veramente affascinante. Questo non è semplicemente un romanzo che racconta una storia, è un romanzo che racconta La Storia con la S maiuscola.  Usi, costumi, credenze religiose e supersistizioni, peccati e virtù di kigliaia di persone sono decritti minuziosamente in questa pagine in modo così particolareggiato da quasi travolgere il lettore. Queste parti corali, questi affreschi storici sono ciò che ricordo di I Miserabili e che porto con me, non tanto la storia di Cosetta. E certamente questo libro ha ampliato il mio amore per la storia.
- Ka, di Roberto Calasso
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Trama: «Chi è Ka?» si domanda l’immenso uccello Garuda, sprofondato tra le fronde dell’albero Rauhina, quando incontra questo nome alla fine di un inno dei Veda. Ka è il nome segreto di Prajapati, il Progenitore, colui che ha dato origine ai trentatré dèi e agli innumerevoli uomini. Presto gli dèi e gli uomini lo avrebbero trascurato, sino quasi a dimenticarlo. Ka significa «Chi?», ed è l’ultima domanda, che si pone quando tutte le altre sono state poste. Ma prima dovranno scorrere molti eoni, sorgere e dissolversi molti mondi, in una sequenza di vortici il cui occhio è Ka stesso. Così appaiono i Deva, gli dèi che si battono contro altri dèi, gli Asura, per conquistare il succo inebriante del soma; i Sette Veggenti, che osservano il corso del mondo dagli astri dell’Orsa Maggiore – e talvolta intervengono; Siva, Brahma, Visnu, con le loro vicende intrecciate, variate, riverberate di èra in èra; manifestazioni della Dea, come Sati e Parvati, congiunte a Siva in amori interminabili; il giovane Krsna e il suo corteo erotico di mandriane, le gopi; Krsna maturo, che sovranamente regge le sorti della funesta guerra fra cugini tramandata dal Mahabharata; e infine, già in mezzo al kaliyuga, l’«età del colpo perdente» in cui viviamo, si fa avanti un principe che abbandona la casa del padre e scopre una via della liberazione mai prima calcata: il Buddha. Nella mente si compie ciò che nella mente aveva avuto inizio – e che forse innanzitutto nella mente era avvenuto, per chi sa che «il mondo è come l’impressione che lascia il racconto di una storia», secondo le parole di un antico testo indiano. Per rispondere all’ultima domanda occorre attraversare tutte le storie. E per attraversare tutte le storie occorre porsi, come accadde a Garuda, la domanda su chi silenziosamente le ospita: Ka. 
La mia opinione: Ho citato questo libro di Calasso, ma avrei potuto citare anche Le nozze di Cadmo e Armonia come libro che spalanca la mente del lettore, però siccome quest’ultimo si basa sulla mitologia greca e quindi occidentale, per me non è stato così scioccante poichè la conoscevo già approfonditamente grazie ai miei studi classici, mentre Ka essendo incentrato sulla mitologia indiana e asiatica mi ha certamente introdotto a qualcosa che non conoscevo e che quindi mi ha stupito di più. Ka è un libro senza trama o logica narrativa, è un lungo viaggio, circolare e convoluto all’interno della mitologia indiana e asiatica, un piccolo caleidoscopio di storie personaggi collegati e legati tra di loro da mille fili colorati. Certamnte se volete studiare la mitologia in modo serio questo non vi servirà molto saranno altri i libri da leggere, questta è solo una sgargiante introduzione, per niente chiara , ma senza dubbio affascinante a qualcosa che è lontano da noi occidentali. Mi ha affascinato come libro, sì, mi ha spitnto a studiare la filosofia e mitologia siatica più approfonditamente, no. io preferisco i libri più chiari e più logici per conoscere materie nuove. Ma senza dubbio mi ha colpito e non l’ho mai dimenticato.
- La città della gioia, di Dominique Lapierre
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Trama:  Deluso e amareggiato sotto il profilo professionale, un giovane medico statunitense lascia il suo paese e si trasferisce in India alla ricerca di qualcosa che gli restituisca il senso dell’esistenza, intraprendendo un lungo viaggio dalla ricca America alle bidonville di Calcutta.  Ma proprio qui, nelle allucinanti colonie di lebbrosi della «Città della gioia», in mezzo a inondazioni, fame e malattie, il protagonista riuscirà a ritrovare la forza di riscattarsi. Un romanzo sconvolgente, l’epica della speranza e dell’amore, una straordinaria lezione di coraggio.
La mia opinione: mi spiace che questo libro non sia più stato ripubblicato in tempi recenti perchè è veramente secondo me un romanzo molto ma molto importante per capire il concetto di volontariato o aiuti umanitari, o semplimente di altruismo e redenzione. Anche qui la trama non è niente di sconvolgente o nuovo, ho letto altri libri ancora più commoventi riguardanti i lebbrosi come ad esempio Moloka'i di  Alan Brennert (pubblicato in italiano col titolo L’ISOLA DEI FIORI ROSSI link: https://amzn.to/3jZw8XH), e in materia di redenzione/rinascita/altruismo sarebbe senz’altro da nominare SIDDHARTHA di Herman Hesse, ma sapete che io non scelgo mai la via più comune. A mio avviso o almeno per me La città della gioia racchiude in sè tutti questi importanti insegnamenti che è possibile ritrovare in latri libri, come un piccolo e prezioso compendio sottoforma di una storia semplice e chiara senza troppa filosofia, anzi a tratti fin troppo cruda e sintetica. Ma è questo suo essere così sintetica e vera che me l’ha fatta apprezzare di più. Non è senza dubbio un libro piacevole, ma insegna qualcosa in modo diretto senza fronzoli. Ne è stato tratto anche un film dallo stesso titolo che vi consiglio. E vi voglio citare anche un altro libro basato più o meno sugli stessi argomenti per me molto importante:The small woman, di Alan Burgess.  Non so se sia disponibile in italiano, ma è la storia di una missionaria inglese di umili origini in Cina. La vita di una piccola e modesta donna, che non ha grandi sogni aiuta solo un piccolo villaggio e poi akcuni bambini, ma sono le piccole cose e le piccole vite che alla fine contano, no? Anche da questo è stato tratto un film che amo molto intitolato La locanda della sesta felicità.
                                      - Amabili resti, di Alice Sebold
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Trama: Susie, quattordicenne, è stata assassinata da un serial killer che abita a due passi da casa sua. È stata adescata da quest’uomo dall’aria perbene, che la stupra, poi fa a pezzi il suo cadavere e nasconde i resti in cantina. E a raccontare la sua storia è lei stessa che come fantasma assiste al dolore dei suoi genitori e all’indagine sul suo omicidio.
La mia opinione: Sicuramente è la scelta narrativa di far parlare la vittima del suo omicidio e di farla assistere a tutte le conseguenze che ne seguono a rendere così emotivamente toccante questo libro. E ciò che lo fa funzionare così bene è nache che non è mai drammatico o troppo sentimentale, è realistico asciutto e chiama le cose col loro nome senza ingigantirle o minimixzzarle. Stupr e, omicidio, sono parole grosse, importnati che quin vengono utilizzate nel modo giusto e migliore per colpire il lettore.  Non per niente la’utrice è stata vittima vittima lei stessa di uno stupro che l’ha cambiata per sempre, come racconta nel libro LUCKY. E quando ha parlare è una vera vittima fa tutta la differenza. Ora non so se questo libro mi ha colpito tanto perchè sono una donna, non ve lo so dire, e non so dirvi se anche da un uomo può fare lo stesso effeto, ma di certo è un libro importante.
- Linea rosa, di Dina Silver
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Trama: Sydney Shephard è una ragazza sveglia, determinata e piena di vitalità. Frequenta l'università e ha un fidanzato straordinario, Ethan, che ama tantissimo e con il quale progetta di sposarsi. Un giorno però una doppia linea rosa su un test di gravidanza cambia per sempre i suoi programmi per il futuro: Sydney, infatti, scopre di aspettare un figlio... Grace è una bambina troppo alta per la sua età e ha una nonna che manda regali solo a lei e non al suo fratellino: quando, durante una lezione di scienze, scopre di essere nata anni prima del matrimonio dei suoi genitori, rimane turbata e comincia a farsi mille domande. Chi è davvero suo padre? Perché la madre l'ha tenuta all'oscuro di tutto?
La mia opinione: Dubito che questo libro sia ritenuto fondamentale o cambia vita da altre persone a parte me, molti neppure lo conosceranno, ma per quanto mi riguarda è un romanzo che pure nella sua semplicità affronta l’argomento di una gravidanza giovanile in modo semplice diretto e duplice, dal punto di vista sia della madre che della figlia. Quindi la storia si dipana tra passato e presente mostrando le conseguenze di ogni decisione passata. Non è niente di sconvolgente, nè un capolavoro della letteratura, ma trovo affronti questo tema e indirettamente anche il tema aborto, in modo molto diretto senza giudizio. Forse sorvola su alcune problematica, forse semplicizza troppo alcune cose, probabilmente esistono romanzi molto più forti diretti e importanti su questi stessi argomenti, ne sono più cvhe certa. Ma per quanto mi riguarda io ho leto questo e mi ricordo questo come una lettura che ha cambiato il mio punto di vista su alcune cose.
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senzabarcode · 8 days ago
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Racconti di anime e diavoli con Matt Bellino
Matt Bellino, autore di Racconti di un povero diavolo, è protagonista di una nuova puntata di Pyros speciale verso Casa Sanremo Writers 2025.
Matt Bellino, autore di Racconti di un povero diavolo, è protagonista di una nuova puntata di Pyros speciale verso Casa Sanremo Writers 2025. Il romanzo, edito da SBS Edizioni, esplora i confini del libero arbitrio, del rimorso e della redenzione attraverso storie sospese tra realtà e soprannaturale. Un viaggio emozionante e introspettivo che invita a riflettere sul peso delle nostre scelte e…
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queerographies · 1 month ago
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[Martire!][Kaveh Akbar]
In un viaggio alla scoperta delle proprie origini, Cyrus si confronta con la morte e l'eredità di una famiglia segnata dalla tragedia. Un romanzo toccante e profondo che ti lascerà senza parole.
Martire!: una storia di perdita, redenzione e ricerca di un senso Titolo: Martire!Scritto da: Kaveh AkbarTitolo originale: Martyr!Tradotto da: Chiara SpazianiEdito da: La nave di TeseoAnno: 2024Pagine: 448ISBN: 9788834618905 La trama di Martire! di Kaveh Akbar Sin da molto piccolo Cyrus Shams ha dovuto fare i conti con la morte. Quando aveva pochi mesi la madre, Roya, rimase uccisa in un…
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alberodelpensiero · 10 months ago
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1984 - L'occhio del male
Valore Culturale, Successo di Pubblico e dati editoriali “L’occhio del male” occupa una posizione unica nella bibliografia di King. Sebbene non sia tra i suoi lavori più famosi o celebrati, il romanzo ha ricevuto apprezzamenti per la sua intensa esplorazione dei temi della colpa e della redenzione e per la sua critica sociale. Il successo di pubblico è stato moderato rispetto ad altre opere di…
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iannozzigiuseppe · 11 months ago
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Gregory David Roberts, "L'ombra della montagna" - Neri Pozza Editore
L’ombra della montagna Gregory David Roberts Neri Pozza Un romanzo epico in cui Roberts intreccia con maestria speranza, amore, fede e redenzione, per una vicenda che toccherà di nuovo la mente e il cuore di tutti i lettori. “Le forme della Fonte del tutto, la luminescenza, sono più numerose delle stelle nel firmamento, non c’è dubbio, e basta un pensiero buono per farle risplendere. Eppure un…
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pier-carlo-universe · 2 months ago
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Brighton Rock - La sottile linea tra bene e male. Il capolavoro di Graham Greene che trasforma Brighton in un teatro oscuro di crimini e dilemmi morali. Recensione di Alessandria today
Pubblicato originariamente nel 1938, Brighton Rock di Graham Greene è un classico della letteratura inglese che mescola con maestria il noir e il romanzo morale.
Recensione del RomanzoPubblicato originariamente nel 1938, Brighton Rock di Graham Greene è un classico della letteratura inglese che mescola con maestria il noir e il romanzo morale. Ambientato nella colorata ma insidiosa Brighton, il romanzo si apre con l’imminente morte di Hale, un giornalista invischiato in una faida tra bande criminali. La Brighton che Greene ci descrive non è quella delle…
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alemicheli76 · 11 months ago
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Il blog consiglia "1859. Amore e redenzione." di Elisa Caramella, Altrevoci edizioni. Da non perdere!
Un romanzo storico appassionante, che esce in una nuova veste targata AltreVoci Edizioni. 1859 – AMORE E REDENZIONE è un romanzo dal ritmo serrato, ricco di storia, di combattimenti, ma anche di passione e sentimenti. Il mix è davvero intrigante e coerente, capace di tenere avvinto il lettore alle pagine. Lo stile narrativo è scorrevole, coinvolgente. È un libro adatto a chi cerca i romanzi…
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cinquecolonnemagazine · 1 year ago
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Gomorra: il successo di una serie tra popolarità e storia della TV
Gomorra - La serie è una serie televisiva italiana trasmessa dal 2014 al 2021, liberamente ispirata all'omonimo romanzo di Roberto Saviano. La serie racconta le vicende dei clan camorristici di varie zone di Napoli, in particolare Secondigliano. Gomorra, perché la serie ha avuto successo? Gomorra è stata un successo internazionale, vincendo numerosi premi, tra cui il David di Donatello per la miglior serie televisiva nel 2015, 2016, 2017, 2018 e 2020. La serie è stata anche esportata in oltre 190 paesi, diventando una delle più famose produzioni italiane all'estero. Il successo di Gomorra è da attribuire a diversi fattori. Innanzitutto, la serie è una produzione di alta qualità, con una regia e una sceneggiatura impeccabili. Inoltre, la serie è riuscita a raccontare la camorra in modo realistico e senza filtri, mostrandone la violenza, la crudeltà e l'assenza di scrupoli. Gomorra ha avuto un impatto significativo sulla cultura popolare italiana. La serie ha contribuito a rendere la camorra un tema di discussione più diffuso e a sensibilizzare l'opinione pubblica sul fenomeno. Inoltre, Gomorra ha contribuito a promuovere l'immagine di Napoli all'estero, mostrando una città complessa e contraddittoria, ma anche ricca di bellezza e cultura. La trama La serie si concentra sulle vicende del clan dei Savastano, una delle organizzazioni criminali più potenti di Napoli. La storia inizia con Pietro Savastano, il capo del clan, in pieno controllo della zona di Secondigliano. Il tutto inizierà a mutare con l'arresto del boss e la conseguente necessità di passare il comando al figlio Gennaro, un ragazzo ambizioso ma inesperto. La successione di Pietro non è però facile e il clan viene presto coinvolto in una guerra con altri clan camorristici ma anche da diversi problemi interni. Nel corso delle cinque stagioni, la serie segue le vicende di Gennaro e degli altri personaggi della storia, mostrando come la camorra sia un mondo spietato e corrotto che non lascia spazio alla redenzione. I personaggi I personaggi sono uno dei punti di forza della serie. I personaggi sono ben caratterizzati e credibili, e le loro storie sono coinvolgenti e appassionanti. Tra i personaggi più importanti della serie ci sono: - Gennaro Savastano, il protagonista della serie, è un ragazzo ambizioso e spietato che cerca di affermarsi nel mondo della camorra. - Pietro Savastano, il padre di Gennaro, è un boss della camorra carismatico e violento. - Ciro Di Marzio, un giovane camorrista fedele a Pietro Savastano, è un personaggio complesso e ambiguo, che incarna la contraddizione del mondo della camorra. I temi Gomorra è una serie che affronta diversi temi, tra cui la violenza, la crudeltà, la corruzione, il potere e la famiglia. La violenza è uno dei temi centrali della serie. La serie mostra la violenza della camorra in modo realistico e senza filtri, mostrandone l'orrore e la brutalità. La crudeltà è un altro tema importante della serie. La serie mostra come la camorra sia un mondo spietato e senza scrupoli, in cui la violenza e la brutalità sono all'ordine del giorno. La corruzione è un tema ricorrente nella serie. La serie mostra come la camorra sia corrotta e come sia in grado di infiltrarsi in tutte le sfere della società, dalla politica alla finanza. Il potere è un altro tema importante della serie. Gomorra mostra come il potere sia un elemento centrale del mondo della camorra, e come sia in grado di corrompere e trasformare le persone. La famiglia è un tema ricorrente nella serie. La serie mostra come la famiglia sia un elemento importante nel mondo della camorra, ma anche come possa essere distrutta dalla violenza e dalla criminalità. Gomorra ed il suo impatto culturale Gomorra è una serie che ha avuto un impatto significativo sulla cultura popolare italiana. La serie ha contribuito a rendere la camorra un tema di discussione più diffuso e a sensibilizzare l'opinione pubblica sul fenomeno. Inoltre, la serie ha contribuito a promuovere l'immagine di Napoli all'estero, mostrando una città complessa e contraddittoria, ma anche ricca di bellezza e cultura. La serie è un prodotto di alta qualità, con una regia e una sceneggiatura impeccabili. Una serie che non lascia indifferenti, che coinvolge e appassiona. Foto di Pexels da Pixabay Read the full article
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avvocatoreale · 1 year ago
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Anche Ottobre ci porta una recensione letteraria: "Questioni di sangue: un’indagine nel cuore segreto di Napoli" di Anna Vera Viva
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di Fabrizio Reale
È una Napoli spietata, ma anche in cerca di redenzione quella che ci consegna Anna Vera Viva con le pagine di questo romanzo, ambientato nel rione Sanità.
Alla morte della madre, le vite di due fratelli si separano diametralmente seguendo opposti percorsi: Raffaele, dato in adozione, diventa sacerdote, mentre Peppino, arruolato dalla criminalità, diviene un malavitoso del quartiere.
Molti anni dopo, Raffaele ritorna da parroco nel rione Sanità e, senza rivelare la sua identità al fratello, avrà modo di manifestare a quest’ultimo tutta la sua disapprovazione per la strada intrapresa.
L’assassinio di un uomo, che pochi rimpiangono, lascia aperta, proprio per questo, una lunga schiera di sospettati, ma Don Raffaele non è per nulla convinto della direzione verso cui puntano le indagini e si mette in proprio alla ricerca della verità, aiutato dalla sua perpetua, Assuntina, carica di umanità e di uno spiccato spirito indagatore, un personaggio colorito che si muove agevolmente nel variegato mondo del rione.
La nascita del figlio di Peppino è il momento in cui il sangue comune riesplode nelle vene dei due fratelli che, pur con diffidenza e con cautela, subiscono il richiamo della loro discendenza.
Le indagini condotte da Raffaele diventano un altro terreno di incontro-scontro con il fratello, ma il parroco, che in pochissimo tempo riesce a portare Dio nelle case dei suoi parrocchiani in modo tangibile facendolo sentire vicino a tutti e non un’entità giudicante posta ad una distanza siderale dagli uomini, con passione e coraggio, anche seguendo vie che lo mettono duramente a confronto con la sua coscienza, prosegue nella sua personale ricerca dell’autore del delitto.
Tutti i personaggi, sia quelli in primo piano, sia quelli che si muovono sullo sfondo, sono mirabilmente tratteggiati a tinte forti e l’affasciante rione in cui la storia si dipana, con i suoi vizi e le sue virtù, non è solo un’ambientazione, ma assurge a protagonista e a testimone degli intrighi, delle vendette incrociate e della solidarietà che segnano quell’umanità commovente, pulsante e vibrante che lo anima.
Due “Don”, Raffaele e Peppino, ma con uno suono assai diverso davanti all’uno o all’altro nome, eppure anche due vite così profondamente diverse possono trovare un punto di convergenza, come avverrà all’epilogo di questa avvincente narrazione.
Per Anna Vera Viva, salentina, trasferita a Napoli da lungo tempo, il rione Sanità parrebbe non essere un “cuore segreto”, che così viene raccontato magistralmente, con sapienza, dall’interno. È autrice di altri romanzi e anche sceneggiatrice. Una scrittrice da seguire con attenzione e con curiosità.
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agrpress-blog · 1 year ago
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Come direbbe la scrittrice statunitense Jacqueline, «Il dolore riscatta tutto». Un dolore che rappresenta la consapevolezza della vita, ma al tempo stesso anche un monito di morte. Federico Bianca al suo esordio narrativo con i racconti di Riscatto (alcuni erano già apparsi su antologie e concorsi nazionali), editi da Felici Editore, lo scorso 20 settembre ha vinto il primo premio della sezione Narrativa Saggio di Etnabook. Federico Bianca appare destinato a far parlare gli ambienti letterari per potenza di racconti proposti al lettore/lettrice e forte stile identitario del suo autore. Nel mondo che immagina e crea in questa prima prova, alberga una sofferenza che preannuncia il pareggio dei conti. Il riscatto finale, nella sua penna, si realizza con il compimento del proprio destino. Tutti coloro che abitano le storie raccontate nel volume sono dei falliti, che non cercano redenzione attraverso soluzioni vitali e vie di speranza. Sono personaggi sopraffatti, che vogliono semplicemente farla finita. Sembra che si dica: «Sono un perdente. Qualcuno deve pur farlo», come Fausto Gianfranceschi nella sua Lode della torre d'avorio. La giuria ha premiato la scrittura ironico-tragica di F. Bianca, che dimostra ampiamente al lettore/lettrice, nei racconti pubblicati, una larga conoscenza dei generi e sottogeneri pop cinematografici e fumettistici. Sono storie che permettono di scendere, come nelle pieghe ambivalenti del titolo della raccolta, nelle improvvise svolte dell’esistenza. E Bianca non è deus exmachina che interviene in nessuna trama narrata. Né giudica alcunché di ciò che racconta. Tuttavia, è talmente abile nel descrivere i demoni delle vite altrui - ambientate nelle situazioni storiche più disparate, sempre puntigliosamente e “realisticamente” descritte - che sorge il dubbio di quanti demoni atavici abitino silenziosamente nelle pieghe della sua grande cultura di letterato. Federico Bianca (classe 1982), si avvicina al mondo della letteratura, dei fumetti e del cinema fin da bambino. Studi ineccepibili: diploma di Maturità classica, e poi Laurea triennale in Lettere moderne. A seguire, la Laurea specialistica in Filologia moderna e un Dottorato di ricerca in Italianistica. È un professionista siciliano, che continua a vivere nella sua terra, specializzato nell’insegnamento della lingua italiana agli stranieri. Tutor esterno alla Facoltà di Lettere e Filosofia di Catania, nonché docente di ruolo di materie letterarie negli istituti secondari di secondo grado. Finora ha pubblicato tre monografie per Convivio Editore, dimostrando il suo spiccato interesse per un’ottica europea e internazionale e per la multidisciplinarietà: Lolita, un mito euramericano tra romanzo e sceneggiatura; Carlo Alianello nella cultura italiana e europea; Giovanni Papini: la vita, le opere, la poetica. Un autore di cui sentiremo ancora parlare.
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