#poesia lirica italiana
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pier-carlo-universe · 15 days ago
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Alessandria: Una Poesia per la Mia Città Natale di Fabrizio Rescia. Recensione di Alessandria today
Un omaggio lirico alla città del Tanaro, scritto con amore e nostalgia.
Un omaggio lirico alla città del Tanaro, scritto con amore e nostalgia. Recensione.La poesia “Poesia per Alessandria” di Fabrizio Rescia è un inno lirico e appassionato dedicato alla città natale dell’autore. Un componimento che intreccia immagini vivide e sentimenti profondi, evocando l’anima di una città che vive nei ricordi, nei paesaggi e nel cuore della sua gente. Alessandria, culla di…
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aldameriniofficial · 9 months ago
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Amore giunge come un torrente
a stravolgere i sensi
e mischia la sabbia
al pensiero.
Il corpo è tutto un dolore.
Per guarire il mio corpo occorrono
trenta albe azzurre
e trenta notti d'amore.
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lucianopagano · 2 years ago
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I sensi della volgarità. La volgarità dei sensi. Su «Lingua volgare» di Paola Maritati
«Lingua volgare» verrà presentato per la prima volta a Lecce il 21 aprile prossimo, alle ore 19, presso la Biblioteca Bernardini di Lecce.
Si tratta del libro d’esordio, il primo libro di Paola Maritati, di cui cerco di dare, una mia opinione e spiegazione, a partire dal titolo. Interpreto la scelta di «Lingua volgare» in due modi, il primo è inerente al fatto che qui ci si riferisce a una lingua “diretta”, “sconcia”, volgare appunto, afferente a un linguaggio che noi utilizziamo quotidianamente quando vogliamo essere il più diretti possibile. Quindi queste poesie sono poesie che nascono da situazioni reali e le affrontano in maniera esplicita, diretta.
«Lingua volgare», in battuta parallela, è anche un richiamo alla lingua delle origini. Quando Dante Alighieri decide di realizzare le sue opere dove si parla di lingua, dove si affronta la tematica della scrittura in lingua volgare, decide di utilizzare la lingua volgare e fa diventare questa scelta una scelta politica. La Commedia è scritta in volgare, è l’opera a cui lui crede di affidare il suo messaggio per i posteri, l'opera percepita da lui stesso come più importante. Non è la stessa scelta che è stata fatta per esempio da Petrarca che ha scritto in latino molta della sua scrittura anche poetica («Africa», «De Vita Solitaria», «Secretum»).
Dante fa questo passo in avanti, che è quello di scrivere la Divina Commedia in volgare, ed è anche con lo spirito di questo esperimento dantesco che va colto il riferimento di questo titolo, «Lingua volgare», la raccolta di poesie ideata e scritta da Paola Maritati, uscita numero quarantuno della collana di poesia di Musicaos Editore. È quindi un'esordiente con uno sguardo alla contemporaneità e allo stesso tempo rivolta alle origini. Un altro discorso della lingua volgare è un richiamo allo stesso canzoniere di Francesco Petrarca, che si intitolava «Rerum Vulgarium Fragmenta», cioè ‘frammenti di cose scritte in volgare’, o ‘frammenti di cose volgari’, perché lo stesso Petrarca riteneva che le poesie, il «Canzoniere» a cui lui ha lavorato per tutto il corso della sua vita, fossero in realtà una raccolta di cose e meno importanti rispetto alla sua scrittura poetica, filosofica, trattatistica in latino. Il fatto quindi di utilizzare questo aggettivo “volgare” come per riferirsi a qualcosa di poco importante, perché l’utilizzo dell’aggettivo volgare “all'origine”, significa esplicitare “immediatamente comprensibile”.
“Immediatamente comprensibile”, lingua volgare perché “lingua del volgo”, quindi quando Dante scrive in lingua volgare scrive la lingua del volgo, del popolo, e quando Petrarca decide di definire le sue poesie “rerum vulgarium”, sa che sta utilizzando il linguaggio del volgo, sappiamo bene a posteriori quanto questo linguaggio del volgo nella scrittura di Petrarca e nella scrittura di Dante abbia fondato la letteratura e la lingua italiana.
Nella lingua italiana è avvenuta una cosa, grazie a Dante e grazie a Petrarca, straordinaria, ovvero sia la lingua italiana al contrario delle altre letterature, ha raggiunto il suo apice, il suo picco, all'inizio della propria storia. Difficilmente riusciremo a raggiungere i vertici raggiunti dalla poesia di Petrarca, che ha tracciato una strada “lirica” nella produzione della letteratura italiana, e allo stesso modo da Dante, che ha approntato una strada poetico lirica di poesia che parla anche della quotidianit��, della politica, che affronta i fatti accaduti nella cronaca trasfigurandoli in un pensiero politico, filosofico e religioso. Queste due linee date da Petrarca e da Dante sono nate in una lingua volgare decisa, fortemente voluta; è quella che poi ha "vinto", ed era questa linea poetica che racconta la lirica dell’io, quindi quella petrarchesca, insieme a poesie che raccontano le cose quotidiane, la politica, le cose che accadono nella società.
L’illustrazione di copertina di «Lingua volgare» è opera di Andrea Moriero, raffigura un pesce, ha le pinne, anche se somiglia un po’ a un uroboro che si morde la coda. Mordendosi compie un cerchio al cui interno ci sono le corde di una lira, un antico strumento musicale per cantare qualcosa che in teoria non è cantabile, quella lingua sommersa dei pesci che non emettono suoni. Questa raccolta, «Lingua volgare» di Paola Maritati, ha la coerenza interna di un canzoniere, per lingua e tematiche.
«Lingua volgare» è la raccolta poetica esemplare dello stupore che genera la realtà e diviene verso in una scrittura dalla cifra stilistica tracotante, dal discorrere ripido. L’esordio poetico di Paola Maritati si muove in un terreno polisemantico dove la tenzone è accesa, brillante, tra poesia aulica e verso sconcio, nella ricerca continua di un punto di equilibrio in una forma che fa suoi alcuni modi della poesia italiana delle origini, per arrivare a spingersi in zone ipermoderne, invettive. «Le persone che hanno molta immaginazione naturalmente sono spinte a parlare ad alta voce», scriveva Pietro Verri, «… vi è però un che di scurrile in questo modo di esprimersi». 
Qui c’è una voce alta, dal tono “in levare”, che delinea personaggi archetipici, protagonisti di filastrocche per adulti e rime del disincanto, dove gli hashtag sono segnavia e allo stesso tempo indizi di smarrimento, tendono la mano nella costruzione di un filo rosso che coniuga modalità antiche e moderne, per poi ritrarsi lasciandoci un quadro organico, coerente. «Lingua volgare» è poesia che ci riporta all’istante immediato di una vita «qui e ora», con una radicalità da medioevo contemporaneo, sacro e profano, tra trivialità e ironia, sarcasmo e irrisione, con echi poetici dai Limerick, Rodolfo Wilcock e «Carmina Burana».
Luciano Pagano
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LXIV. GLOBALIZZAZIONE LUNARE
Mi piace pensare alla globalizzazione lunare
come alla prima forma, quella vera,
che unica sarebbe dovuta restare.
Luna,
s o g n o p o p o l a r e
ovunque uguale e disponibile da ammirare,
a portata di occhi,
di tutti i tipi
grandi piccoli poveri e ricchi.
Luna globale,
l ’ o r i g i n a l e.
Neanche nei migliori negozi te la puoi comprare.
Che cazzo ci siamo globalizzati a fare
#noglobal #luna #globalizzazionelunare #originales #scrivocomeparlo
§
Paola Maritati, nata nel 1985 a Galatina, vive a Nardò. Laureata in scenografia teatrale e cinematografica all’Accademia di Belle Arti di Lecce, lavora nel teatro come scenografa, costumista e progettista teatrale. Firma progetti in campo sociale e artistico, collabora con varie cooperative impegnandosi maggiormente sui problemi legati all’immigrazione e alla lotta di genere sul territorio Pugliese. Appassionata d’arte, politica e fantascienza, attualmente lavora presso l’Accademia Mediterranea dell’Attore di Lecce come Social Media Manager. Ha due figli, Cosimo e Alice.
“Lingua volgare”, Paola Maritati (Musicaos Editore, Collana Poesia, 41) | formato 12,7x20,3cm, pagina 182, prezzo €15,00, ISBN 9791280202796
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oltrearcobaleno · 2 months ago
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Darreire l’Ourisount: Oltre l’Orizzonte della Cultura Alpina
Darreire l’Ourisount” (Oltre l’orizzonte) è un’opera cinematografica di Sandro Gastinelli che celebra la straordinaria avventura della Escolo del Magistre Sergio Arneodo, una scuola che ha rappresentato il cuore pulsante di un riscatto culturale e sociale per le comunità delle valli di Cuneo. Il film, un tributo alla cultura alpina, cattura l’anima di un’esperienza educativa unica nel suo genere, che ha trasformato una piccola scuola di montagna in un laboratorio didattico e letterario riconosciuto a livello europeo.
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La Scuola di Coumboscuro: un Faro di Cultura
Nel dopoguerra, sulle Alpi occidentali, la scuola di Coumboscuro divenne un simbolo di rinascita. Qui, un gruppo di ragazzi guidati dal loro maestro, Sergio Arneodo, riscoprirono la lingua e l’identità provenzale alpina, dando vita a un movimento culturale che ha coinvolto intere comunità. “Darreire l’Ourisount” racconta questa avventura condensandola in un solo anno scolastico, da settembre a giugno, durante il quale le vite di una ventina di ragazzi si intrecciano con quella del loro “Magistre”. È un viaggio che va oltre il tempo, esplorando la memoria, la lingua, la poesia e, soprattutto, la cultura delle Alpi.
La Regia di Sandro Gastinelli: Una Narrazione Poetica
Sandro Gastinelli, regista e uomo di montagna, ha dedicato la sua vita alla documentazione e valorizzazione della cultura alpina. Attraverso immagini toccanti e una narrazione lirica, Gastinelli porta lo spettatore “oltre l’orizzonte”. La sceneggiatura è arricchita dalle voci di grandi personalità della cultura italiana, come Paolo Conte, Toni Servillo, Lella Costa e Giovanni Lindo Ferretti, che recitano poesie nel patois provenzale delle valli. Questi contributi artistici, uniti alla colonna sonora della formazione musicale Milladoiro, creano un’esperienza immersiva e coinvolgente.
Un Tributo alla Cultura delle Valli di Cuneo
Le valli di Cuneo, con la loro storia, lingua e cultura, sono le vere protagoniste di questo film. “Darreire l’Ourisount” è stato girato nel 2009, ma è stato presentato al pubblico solo nel 2023, in occasione del decennale della scomparsa di Sergio Arneodo. Le proiezioni si sono svolte nei luoghi simbolo delle Alpi occidentali, come Vinadio, Bellino ed Elva, coinvolgendo comunità che condividono lo stesso entusiasmo identitario.
Letteratura, Teatro e Poesia: il Cuore della Cultura Alpina
La narrazione di “Darreire l’Ourisount” si basa sulla letteratura pura e limpida, che rappresenta la cultura delle Alpi. I dialoghi, curati con attenzione, e le scene evocative creano un legame tra passato e presente, rendendo omaggio alla creatività dei ragazzi dell’Escolo. Il film si presenta come un mosaico di poesia, teatro e vita quotidiana, che celebra la dignità di una cultura spesso trascurata.
Un’Opera Senza Tempo per la Cultura delle Alpi
“Darreire l’Ourisount” non è solo un film, ma un manifesto per la cultura alpina. Esso restituisce dignità e valore a una civiltà ricca di tradizioni, mostrando come la lingua e l’identità possano essere strumenti di riscatto sociale. La scuola di Coumboscuro, con la sua visione innovativa, ha dimostrato che anche una piccola comunità può avere un impatto globale, se guidata da passione e determinazione.
La Cultura Come Ponte tra Generazioni
L’opera cinematografica di Sandro Gastinelli è un invito a riflettere sul ruolo della cultura nella società moderna. Attraverso la riscoperta della lingua provenzale e delle tradizioni alpine, il film dimostra che la cultura non è solo memoria, ma anche un ponte verso il futuro. Questo messaggio universale ha trovato risonanza in Italia e all’estero, coinvolgendo spettatori di tutte le età.
Conclusione: Oltre l’Orizzonte della Cultura
“Darreire l’Ourisount” è un viaggio che porta lo spettatore oltre l’orizzonte, alla scoperta di una cultura autentica e resiliente. È un omaggio alla scuola di Coumboscuro, ai suoi ragazzi e al loro maestro, che hanno trasformato un’esperienza locale in una storia universale. Grazie a questa opera, la cultura alpina continua a vivere e a ispirare nuove generazioni, ricordandoci che il futuro si costruisce partendo dalle nostre radici.
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rideretremando · 3 months ago
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CONTRO CIORAN
I. “In tutte le geremiadi di Cioran c’è una minacciosa ‘faciloneria’. Non c’è bisogno di nessun pensiero analitico profondo, di nessuna particolare familiarità con l’argomento o lucidità per pontificare sul ‘marciume’, sulla ‘cancrena’ dell’uomo e sul cancro terminale della storia. Le pagine a cui ho attinto non solo sono facili da scrivere, ma ‘gratificano’ lo scrittore con il tenebroso incenso dell’oracolarità. Basta volgersi all’opera di Tocqueville, di Henry Adams o di Schopenhauer per constatarne la drastica diversità. Sono maestri di una chiaroveggente tristezza non meno totalizzante di quella di Cioran. La loro interpretazione della storia non è più rosea. Ma le ragioni che adducono sono scrupolosamente argomentate, non declamate; sono pervasi, a ogni nodo e articolazione delle idee proposte, da una percezione esatta della natura complessa e contraddittoria delle testimonianze storiche. I dubbi espressi da questi pensatori, le riserve che accompagnano le loro stesse convinzioni rendono onore al lettore. Non pretendono un’ottusa acquiescenza o un’eco compiacente, ma un ripensamento e una critica. Resta una domanda: le apocalittiche convinzioni di Cioran, il suo pessimismo letale e il suo disgusto stimolano in noi sensazioni originali e radicali? I pensées, gli aforismi e le massime che costituiscono il suo lasciapassare per la celebrità sono veramente nella linea di Pascal, di La Rochefoucauld o del suo modello immediato Nietzsche? (…) Il problema magari sta nella massima di Cioran secondo la quale negli aforismi, come nelle poesie, la singola parola fa la parte del re. Può essere vero per certi tipi di poesia, principalmente quella lirica. Non è vero per i grandi aforisti, per i quali la ‘sententia’ è sovrana, e lo è precisamente nella misura in cui impone alla mente del lettore la ricchezza, interiorizzata ma elusa, di uno sfondo storico, sociale e filosofico. Il più bel testo aforistico degli ultimi decenni, ‘Minima moralia’ di T.W. Adorno, trabocca dell’autorità che nasce dalla sintesi autentica, da una scrittura la cui concisione si ritraduce, obbligatoriamente, in una psicologia e sociologia di attenta coscienza storica su vaste proporzioni. Qualsiasi onesto confronto con ‘Squartamento’ sarebbe disastroso. Senza dubbio ci sono esempi migliori nell’opera di Cioran, soprattutto antecedenti all’epoca in cui ha trasformato i propri scritti nella ripetizione di sé stesso. Ma una raccolta di questo tipo (…) solleva non tanto la questione se il re sia nudo, quanto se un re ci sia” (George Steiner).
II. “Come autore di belle frasi tutte terribili E.M. Cioran non teme confronti. La sua maldicenza è inflessibile e soddisfatta. È globale. Il suo umore ha un costante colore bigio, livido, cinerino, violaceo, penitenziale e spavaldo. Coerente fino allo spasimo nella confessione puntigliosa dei suoi odii, Cioran ha già previsto tutto il peggio e perciò, in materia di sventure, disillusioni e distruzioni, non corre rischi (…) In un’epoca popolata di caricature, questa perfetta caricatura dell’aforista amarissimo non è neppure un caso raro, sebbene finga la rarità e perfino l’unicità assoluta. Rappresentando la quintessenza del pensiero negativo e antiprogressivo, impersonandolo senza incertezze e senza ironia, Cioran è molto prevedibile. La sua regola, infatti, è questa: egli dirà, a proposito di qualunque argomento, la frase più pessimista che si possa concepire (…) Perciò, senza saperlo né volerlo, E.M. Cioran si trova a essere con questa edizione italiana ciò che neppure in Francia poteva diventare: l’autore più esemplarmente, più manualisticamente Adelphi che la casa editrice Adelphi abbia pubblicato. / Da qualunque parte cominci (l’esaurimento della civiltà europea, il destino di certi popoli, i vantaggi dell’esilio, il carattere ebraico, lo stile, i mistici ecc.), Cioran non perde tempo in preamboli. I massimi problemi sono il suo passatempo quotidiano. Essi sono sempre lì, davanti al suo occhio acrimonioso e splenetico. Naturalmente non c’è nulla, per quanto grande, che egli prenda sul serio, perché questo sarebbe inelegante: cioè, dal suo punto di vista, imperdonabile. Infatti non c’è questione che non si presenti a Cioran come una questione di gusto e stile. Parlando di Kleist afferma: ‘Ineguagliato, perfetto, capolavoro di tatto e di gusto, il suo suicidio rende inutili tutti gli altri’. Dove non si sa se prevalga l’estetismo, la mancanza di immaginazione o la prepotenza morale (anche suicidarsi, dopo la sua frase su Kleist, diventa una caduta nel cattivo gusto, è cioè proibito). / Il suo modo di pensare si nutre appunto di infatuazioni, di piccoli dogmi personali e di quelle continue alzate di spalle con cui il parvenu dello Spirito deve sempre dimostrare di essere ‘il più fine’. Eccolo ancora in azione, con una delle sue armi più affilate: la pretesa di conoscenza e di giudizio finale, in uno dei tanti campi in cui tale pretesa è assurda: «“Sono un vile, non posso sopportare la sofferenza di essere felice”. Per penetrare in qualcuno, per ‘conoscerlo’ veramente, mi basta vedere come reagisce a questa confessione di Keats. Se non capisce immediatamente, inutile ‘continuare’». Chissà che cosa ha in mente Cioran quando spara volgarità simili. La frase di Keats, nella sua nuda e dimessa verità, viene trasformata in una specie di arcano terroristico, di test omicida di cui Cioran dice di servirsi (dove? quando?) “per penetrare in qualcuno, per conoscerlo veramente”: cosa in realtà preclusa a chiunque, perfino agli dèi e ai santi (…) La lucidità di Cioran si trasforma così facilmente in puro stile della lucidità perché brancola su uno sterminato, artificioso spazio culturale in cui ogni elemento può essere confrontato con ogni altro, dopo essere stato ridotto a una sintetica fisiologia, morfologia o cifra morale. L’Esiliato, l’Occidentale, il Taoista, il Mistico Medievale, il Romanziere, il Russo, il Poeta, il Moralista, Yahweh, i Tedeschi, Prometeo, Giobbe: per tutti e per ogni condizione, Cioran trova una definizione e una formula, su tutto lancia la maledizione delle sue frasi. Ma ciò che la sua lucidità soprattutto non capisce è che la lucidità «metafisica» a cui egli aspira non è di una specie sola, non risponde a canoni generali e non veste sempre gli stessi panni. Chi aspira al Nulla non può fondare sul Nulla nessuna opinione. Cioran crede che il Nulla abbia delle preferenze in fatto di opinioni e di stile, e immagina che il suo stile sia ispirato, come le sue opinioni, dal Nulla in persona” (Alfonso Berardinelli).
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cinquecolonnemagazine · 6 months ago
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Melodramma e poesia si incontrano al Maschio Angioino
Al Maschio Angioino, presso la sala della Loggia, l’Associazione Culturale Noi per Napoli, con il patrocinio morale del Comune di Napoli presenta i lavori del tenore Luca Lupoli, autore del nuovo saggio dal titolo "Il Melodramma di Pietro Metastasio, il Primato del Testo"", edito dalla casa editrice “Pagine", la giornalista, scrittrice, e della docente di materie letterarie Maria Cuono autrice di Tutto con il cuore, la nuova versione di Verso l’orizzonte, edito dalla casa editrice Kimerik". Interverranno alla presente kermesse culturale in qualità di relatori il M° Olga De Maio soprano, il dottor Ermanno Corsi,Direttore e giornalista RAI, il professor Ettore Massarese, la dottoressa Lydia Tarsitano. Modera la dottoressa Daniela Merola, giornalista e scrittrice. La silloge poetica intrisa di sentimenti e personaggi “La mia silloge poetica è rivolta sia ad un pubblico giovanile che adulto, in cui si affrontano temi vari, che vanno dalla guerra, all’abbandono dei cani. È un testo molto scorrevole intriso di sentimenti, dall’amicizia, l’amore, ai ricordi di vita vissuti intensamente, alle paure, ai segreti, alle dediche a persone che hanno fatto parte della mia vita come mia madre, il più grande punto di riferimento, ed a personaggi del mondo dello spettacolo conosciuti durante le loro esibizioni” afferma Maria Cuono. Il saggio su Metastasio al Maschio Angioino ”Questo secondo lavoro editoriale è un saggio storico-culturale incentrato sulla figura del drammaturgo Pietro Metastasio, dopo quello dedicato all’ Opera ed alla figura del compositore partenopeo Mario Persico, pubblicato l’anno scorso con Aletheia Editore, risale ad un periodo della mia vita in cui stavo terminando gli studi e in cui ho deciso di dedicare il suo tempo”, sostiene Luca Lupoli, autore del recente saggio su Metastasio. L’opera, basata su un’accurata analisi dei carteggi di Metastasio, introduce una delle figure più importanti del panorama teatrale Settecentesco: Pietro Metastasio, poeta e librettista italiano, considerato uno dei maggiori esponenti del melodramma, una forma di opera lirica caratterizzata dalla fusione di musica e dramma. Il testo Il testo spazia attraverso il pensiero e la personalità dell’autore, conoscibili grazie alle sue famose lettere, note come i carteggi di Metastasio, attraverso cui è possibile una comprensione più approfondita delle sue relazioni personali e professionali e delle sue idee estetiche. Metastasio è stato il fautore dell’importanza della predominanza del testo sulla musica, tanto da poter poi definire il concetto di teoria metastasiana. L’opera è arricchita dalle ricerche biografiche, bibliografiche e delle fonti condotte dal soprano M° Olga De Maio, con la prefazione del Prof. Ettore Massarese, rinomato regista, attore, docente di Letteratura Teatrale Italiana e Discipline dello spettacolo presso l’Università Federico II di Napoli, mentre la bella grafica della copertina è stata ideata e realizzata dal Prof. Giuseppe De Maio, docente di Arte e grafico. Foto di Didier da Pixabay Read the full article
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rugantino7 · 10 months ago
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Anche quest'anno, con grande onore, sono stato invitato a partecipare il 21 Marzo alle ore 15:40 al Palazzo dei Leoni di Messina, al reading poetico indetto dall' @associazione_asas , presieduta dal Presidente Flavia Vizzari e dal Vice Presidente Pier Paolo La Spina, per celebrare la Giornata Mondiale della Poesia. Durante l'evento leggerò una mia lirica inedita dal titolo "Buio che abbaglia" 😇.
Durante l'evento mi verrà conferita, come pure ad altri esimi esponenti della letteratura italiana, la prestigiosa nomina a "Socio Ordinario dell' A.S.A.S." 🙏🙏🙏
Chiunque voglia assistere è il benvenuto.
Sulla home page del mio sito potete trovare tutte le date degli spettacoli e degli eventi ai quali prenderò parte.
www.danielebattaglia.it
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pietroalviti · 1 year ago
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Ceccano, Renzo Scasseddu presenta L'Infinito di Leopardi, Caffè letterario, giovedì 18 gennaio, ore 17
I 15 versi più famosi della poesia lirica italiana saranno letti e presentati da Renzo Scasseddu, grecista ed etimologo, giovedì 18 gennaio, alle ore 17 al caffè letterario Sinestesia, a Ceccano, in viale Fabrateria Vetus. L’incontro sull’Idillio del poeta recanatese è il primo di un ciclo di 4 in cui Renzo Scasseddu affronterà di volta in volta temi fondamentali dell’espressione poetica.…
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lamilanomagazine · 2 years ago
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Piacenza: Concerto lirico-vocale del "Trio Amaranta" a Palazzo Farnese
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Piacenza: Concerto lirico-vocale del "Trio Amaranta" a Palazzo Farnese. Domenica 2 aprile 2023, alle Ore 18.00, presso la splendida cornice della Cappella Ducale a Palazzo Farnese a Piacenza si terrà il concerto lirico-vocale del Trio Amaranta, presentato dagli Amici della Lirica. Il concerto vuole rendere omaggio alla cameristica italiana che fra i due secoli, all’ombra del melodramma, era particolarmente apprezzata nei salotti e nelle società concertistiche riproponendo il clima che si respirava nei salotti dei primi del Novecento in cui musica e poesia si intrecciavano in un connubio indissolubile. Le composizioni di Francesco Cilea, Francesco Paolo Tosti e Gaetano Braga verranno impreziosite dagli interventi dell’attrice Carolina Migli Bateson che leggerà alcuni passi tratti dalla Francesca da Rimini di Gabriele D’Annunzio oltre a poesie di Leopardi e Fogazzaro. Aurora Virginia Barchi  come soprano, Gemma Pedrini al violoncello, Gian Francesco Amoroso al pianoforte. L'ingresso è libero e gratuito, sino ad esaurimento posti. Per info e prenotazioni 333/5320655. Nell'occasione sarà possibile iscriversi all'associazione o rinnovare la tessera. Francesco Cilea, Francesco Paolo Tosti e Gaetano Braga sono stati tre compositori molto prolifici nel panorama musicale italiano a cavallo fra Ottocento e Novecento. Nella loro vasta produzione spiccano delle pagine cameristiche particolarmente ispirate, complici i versi di poeti noti come Leopardi, Fogazzaro e D’Annunzio. Di rilievo è la Sonata per violoncello e pianoforte di Cilea in cui al gusto melodico prettamente italiano si unisce una scrittura che riecheggia a tratti lo stile cameristico francese e tedesco. Ancor più peculiare è l’intreccio che crea Braga nelle sue liriche in cui voce e violoncello duettano in un’amabile conversazione accompagnati dal pianoforte.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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pier-carlo-universe · 12 hours ago
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Rivedo il tuo paese: La poesia di Giorgio Caproni. Recensione di Alessandria today. Analisi di Elvio Bombonato
Un viaggio emotivo tra ricordi e paesaggi
Un viaggio emotivo tra ricordi e paesaggi Biografia dell’autore. Giorgio Caproni (1912-1990) è stato uno dei più grandi poeti italiani del Novecento, noto per la profondità del suo linguaggio e la capacità di trasformare esperienze personali in riflessioni universali. Nato a Livorno, Caproni si trasferì presto a Genova, città che influenzò molte delle sue opere. Durante la Seconda Guerra…
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liefdesverdriiet · 4 years ago
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"Al cor gentil rempaira sempre amore" di Guido Guinizzelli. 🖤
1. Al cor gentil rempaira sempre amore
2. come l’ausello in selva a la verdura;
3. né fe’ amor anti che gentil core,
4. né gentil core anti ch’amor, natura:
5. ch’adesso con’ fu ’l sole,
6. sì tosto lo splendore fu lucente,
7. né fu davanti ’l sole;
8. e prende amore in gentilezza loco
9. così propïamente
10. come calore in clarità di foco.
11. Foco d’amore in gentil cor s’aprende
12. come vertute in petra prezïosa,
13. che da la stella valor no i discende
14. anti che ’l sol la faccia gentil cosa;
15. poi che n’ha tratto fòre
16. per sua forza lo sol ciò che li è vile,
17. stella li dà valore:
18. così lo cor ch’è fatto da natura
19. asletto, pur, gentile,
20. donna a guisa di stella lo ’nnamora.
21. Amor per tal ragion sta ’n cor gentile
22. per qual lo foco in cima del doplero:
23. splendeli al su’ diletto, clar, sottile;
24. no li stari’ altra guisa, tant’è fero.
25. Così prava natura
26. recontra amor come fa l’aigua il foco
27. caldo, per la freddura.
28. Amore in gentil cor prende rivera
29. per suo consimel loco
30. com’ adamàs del ferro in la minera.
31. Fere lo sol lo fango tutto ’l giorno:
32. vile reman, né ’l sol perde calore;
33. dis’omo alter: «Gentil per sclatta torno»;
34. lui semblo al fango, al sol gentil valore:
35. ché non dé dar om fé
36. che gentilezza sia fòr di coraggio
37. in degnità d’ere’
38. sed a vertute non ha gentil core,
39. com’aigua porta raggio
40. e ’l ciel riten le stelle e lo splendore.
41. Splende ’n la ’ntelligenzïa del cielo
42. Deo crïator più che [’n] nostr’occhi ’l sole:
43. ella intende suo fattor oltra ’l cielo,
44. e ’l ciel volgiando, a Lui obedir tole;
45. e con’ segue, al primero,
46. del giusto Deo beato compimento,
47. così dar dovria, al vero,
48. la bella donna, poi che [’n] gli occhi splende
49. del suo gentil, talento
50. che mai di lei obedir non si disprende.
51. Donna, Deo mi dirà: «Che presomisti?»,
52. sïando l’alma mia a lui davanti.
53. «Lo ciel passasti e ’nfin a Me venisti
54. e desti in vano amor Me per semblanti:
55. ch’a Me conven le laude
56. e a la reina del regname degno,
57. per cui cessa onne fraude».
58. Dir Li porò: «Tenne d’angel sembianza
59. che fosse del Tuo regno;
60. non me fu fallo, s’in lei posi amanza».
Il poeta stilnovista, con questa meravigliosa canzone, ci dice che l'amore non può risiedere altrove che in un cuore nobile. L'amore viene visto come un sentimento elevato, spirituale, mentre la figura femminile si carica di significati religiosi e salvifici. 🖤
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ariannasallusions · 5 years ago
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Saffo// Liriche e frammenti
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marcogiovenale · 3 years ago
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la situazione in poesia / differx. 2022
la situazione in poesia / differx. 2022
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cinquecolonnemagazine · 1 year ago
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Note di poesia: le canzoni italiane più poetiche di sempre
Oggi vogliamo ricordare le canzoni italiane più poetiche di sempre. Il panorama della musica italiana, nella sua ricchezza, offre canzoni per tutti i gusti. Canzoni d'amore, d'impegno politico e sociale, capaci di farci divagare ma anche di riflettere. Alcune canzoni si ergono come vere e proprie opere poetiche, capaci di toccare le corde dell'anima. Immergiamoci, allora, nella bellezza della lingua e delle emozioni che solo la musica può suscitare. Il Cielo in Una Stanza Con "Il Cielo in Una Stanza", Gino Paoli cattura l'essenza dell'amore in un modo delicato e suggestivo. La canzone è un dipinto poetico che esplora la profondità delle emozioni amorose, utilizzando metafore evocative. La dolcezza della melodia completa l'atmosfera romantica e malinconica che caratterizza questo classico senza tempo. Quando Pino Daniele, maestro del blues partenopeo, ci offre una canzone intrisa di poesia e vitalità con "Quando". Il testo riflette sulla vita e sull'amore in un modo fresco e appassionato, mentre la melodia, arricchita dalla maestria chitarristica di Daniele, trasporta l'ascoltatore in un viaggio emozionale intenso e coinvolgente. La canzone, in ultimo, è la colonna sonora di uno dei film più iconici di Massimo Troisi: "Credevo fosse amore invece era una calesse". Rimmel Francesco De Gregori, noto per la sua abilità nelle tessere racconti, ha dato al mondo "Rimmel". La canzone è un dialogo intimo e poetico tra il cantautore e la vita stessa. Le parole, dense di significato, sono accompagnate da una melodia che cattura l'essenza delle esperienze umane. La Canzone del Sole "La Canzone del Sole" è una delle canzoni più rappresentative cantate da Lucio Battisti. La melodia soave e lirica si intreccia con versi che descrivono il ciclo della vita, trasportando l'ascoltatore in un viaggio tra le stagioni e gli stati d'animo. La magia di questa canzone risiede nella sua capacità di dipingere immagini poetiche che si fondono con le note, creando un sole luminoso di emozioni. Chi, da ragazzo non l'ha strimpellata almeno una volta con la chitarra? La Canzone di Marinella Fabrizio De André, maestro della canzone d'autore, crea un capolavoro poetico con "La Canzone di Marinella". La canzone narra, rigorosamente in rima, la storia di Marinella, una donna dal destino difficile. La prosa di De André offre un'immersione profonda nella vita di Marinella, con una combinazione di empatia e delicatezza che trasforma la canzone in una poesia cantata. L'Anima Vola Con la sua voce eterea e il testo evocativo, Elisa ci porta in un viaggio emozionale con "L'Anima Vola". Le parole affrontano temi di libertà interiore e di espansione dell'anima, rendendo la canzone un inno all'essenza umana. La melodia, delicata ma potente, si fonde perfettamente con il contenuto poetico del brano. Canzoni poetiche italiane: emozioni che arrivano a tutti noi Con questi esempi non possiamo esaurire il panorama delle canzoni poetiche della musica italiana; ne abbiamo dato solo un piccolo assaggio. Perché le consideriamo così poetiche? I testi trattano temi universali come l'amore, la libertà e la vita, toccando corde emotive con le quali chiunque può identificarsi. Inoltre, la scelta accurata delle parole e delle immagini crea dipinti vividi nella mente dell'ascoltatore, trasportandolo in un viaggio emotivo. Infine, la combinazione di melodia e testo crea un'esperienza completa, in cui la poesia della lingua si fonde armoniosamente con la bellezza della musica. In copertina foto di Ri Butov da Pixabay Read the full article
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unvagotremoredistelle · 7 years ago
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Pace non trovo, et non ò da far guerra;
e temo, et spero; e ardo, e sono un ghiaccio;
et volo sopra 'l cielo, et giaccio in terra;
e nulla stringo, et tutto ‘l mondo abbraccio.
-CXXXIV dal Canzoniere di Francesco Petrarca
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girlgawain · 3 years ago
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"La poesia lirica può andare a farsi fottere," disse la studentessa di letteratura italiana, ben conscia che la letteratura italiana è quasi tutta fatta di poesia lirica
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