#dolce stil novo
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canterai · 2 months ago
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Paolo e Francesca da Rimini (1855), Dante Gabriel Rossetti
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iamainhoa · 2 months ago
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Eugène Delacroix
Dante y Virgilio en el infierno, 1822 Oil on canvas, 189 × 241,5 cm Romanticismo
Esta impresionante pintura relata un extracto de la obra,  Divina Comedia de Dante Alighieri, la escena representa la visita al inframundo de Dante Alighieri acompañado de Virgilio , su paso por la Estigia en la barca conducida por Flegias , rey de los lapitas . Este es el quinto círculo del infierno, el de los enojados condenados a permanecer en las aguas fangosas de la Estigia.
Representados en el barco que los lleva al infierno, los dos protagonistas (Dante es reconocible por su tocado medieval rojo y Virgilio por su corona de laurel) ocupan el centro de la composición; Flegias, visto desde atrás, a la derecha, está envuelto en una tela azul, manejando el timón. 
Las aguas tumultuosas, los cuerpos de los condenados aferrados al barco, el cielo oscuro, la ciudad en llamas a la izquierda, rodean a los dos poetas bien iluminados del centro.
📍Museo del Louvre, París, FR
Personalmente, siento que es una de mis obras favoritas de la Literatura clásica Italiana, nunca deja de sorprenderme y siempre comprendo algo nuevo en esta obra cada vez que la examino, pues hace una increíble alegoría sobre la vida, el camino que elegimos y el poder de la reflexión y la apertura de conciencia a la hora de elegir nuestra vivencia tanto con nosotros mismos como con en el resto del mundo, que viene a ser lo mismo, pues somos un espejo en cada obra del cielo representada aquí, en nuestro planeta la tierra <3
Esta obra siempre me recordó que; Aunque ahora te encuentres en el infierno, con sabiduría, buena fe y conciencia, podrás alcanzar el paraíso... hablando de forma metafórica..... ¿o no tanto?.... ⭐
📖Os dejo un link de la Divina Comedia de Dante Alighieri en castellano:
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unabashedqueenfury · 2 years ago
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Reign 2013-2017/01-13
Toby Finn Regbo as Francis Valois
"E chi avesse voluto conoscere Amore, fare lo potea mirando lo tremare degli occhi miei." (Dante Alighieri, from Vita Nova, XI, 1292-1294)
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baskrvilleprophets · 3 days ago
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dante being a gemini just makes so much sense I don't know how to explain it
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narcissaworshipper · 1 year ago
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Why fall in love when you can longingly admire someone's painful beauty without having ever spoken to them?
When you daydream about a person whose voice you don’t know, but looking at them from afar is somehow so soothing and basking in the admiration of their breathtaking attractiveness makes you yearn in an enjoyable way.
It's like being a poet of the Dolce Stil Novo and I almost don't care about how pathetic that might make me.
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dacco1971 · 2 years ago
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Dante, bolognese, poeta.
Vorrei scrivere un libro su Dante e farlo iniziare così:
Dante è nato a Bologna, non si sa bene quando. Probabilmente aveva già una ventina d’anni e in qualche modo ha avuto per le mani la poesia di Guido Guinizzelli, suo padre [Pg XXIV], da cui ha ricevuto l’imprinting definitivo: Al cor gentil rempaira SEMPRE amore…
Nello sviluppo umano, la madre ha il compito di trasmetterti il senso dell’essere unico e straordinario, il padre invece la legge, l’ordine delle cose. Che poi è tutt’altro che un limite, perché è il segreto della relazione, del nesso, della costruzione. Sono le due gambe su cui camminiamo tutti, identità e relazione, e Dante una delle due l’ha ricevuta da Guido Guinizzelli. Sì, è importante prendere in considerazione la storia, le informazioni, gli annali e le attestazioni, ma dentro tutto questo mare di notizie e informazioni sono da tenere nel dovuto conto anche testimoni e protagonisti. E il protagonista di questa storia lo dice chiaro: mio padre è lui, Guido Guinizzelli. Il sangue che mi scorre dentro è lo stesso che scorre nelle sue vene. Dice padre, non dice maestro.
Non gli ha insegnato a scrivere o a parlare, e nemmeno a mettere in rima i pensieri. Lo dolce stil novo è a un altro livello: è gratitudine (da dove nasce sennò la dolcezza, dalle moine?), è una attitudine verso la vita, è un modo di guardare la realtà, un approccio verso ciò che si ha di fronte. Ed è una novità, una novella, qualcosa che accade. Non è il semplice contrario di vecchio o di tradizionale: è novo! Bum! Tutto si ordina a questo: argomenti, impegno, scrittura… Sono queste le regole, la legge che ha ricevuto da suo padre, questo il calore che ha sentito scorrere dentro di sé. Quindi è partito.
L’argomento era serio, serissimo: Amore (maiuscolo o minuscolo, accidenti?). Prima di addentrarsi, credo sia importante accettare che il metodo di conoscenza va adattato alla cosa che si ha di fronte: Dante la sua storia la racconta, e poi la ri-racconta e la ri-racconta ancora. Vuole che ascoltiamo lui e ci insegna anche come farsi interpretare. Quando parla dei quattro significati delle scritture, fa una progressione: lo letterale (facile, è sufficiente un po’ di parafrasi), lo allegorico (le note bastano e avanzano), lo morale (qui ci intimoriamo, ma è solo un invito a guardar su, a fare un nesso tra il piccolo e l’infinitamente grande - che poi è semplicemente fidarsi del cuore) e lo a-na-go-gi-co (che era terzo o quarto?). Be’, anagogico è cosa c’entra con le cose più alte, coi massimi sistemi, con gli assoluti. Altro invito a un nesso, a un rapporto, a mettersi in mezzo e a guardare in su.
Lo spirito è quello di trovare un modo di costruire relazione tra sé e l’infinito, tra sé e il destino. La novità è questa ed è una cosa che ribalta tutto perché lo stile a questo punto cambia, ha un senso, una strada, un orientamento, qualcosa a cui ordinarsi. La dolcezza non c'entra con il garbo o la delicatezza: è pura gratitudine, è letizia, felicità (quella fatta in parti uguali di gioie e di dolori, non l’allegria spensierata). Roba forte, complicata, piena di sfumature e dettagli da considerare e trattare con attenzione. Il tipo di cosa perfetta per essere scoperta a Bologna, a ben pensarci, fra gente che tende a non creder mai a niente, che non si fida se non vede due volte in più di san Tommaso (l’apostolo) e ama sempre esser precisa, soprattutto a livello di regole e di giustizia. Tanto è vero che, stando a Dante (ma anche De Sanctis la pensa come lui) tutto nasce da uno come Guido Guinizzelli.
Si riesce a immaginare qualcosa di meno poetico di un notaio? Guinizzelli era un notaio. Pare che tradizionalmente, avendo tempo, inchiostro e spazi bianchi sulle pagine, si divertissero a verseggiare. Un vero cazzeggio per saputelli, per lo più, ma succede che Guido fa qualche passo in più. Imposta Al cor gentil quasi professionalmente. Senza quasi: spiega scientificamente come funziona l’amore. È rigoroso, dettagliato, accademico e politico. Passa dal sentimento - che poi la gentilezza non è un sentimento, è un'attitudine, una decisione, un approccio - a esempi molto precisi, con cui chiarisce bene sfumature e dettagli. Fa un elenco rigoroso e alla fine non si dimentica del proprio mestiere: immagina di essere contraddetto e portato in giudizio. Ma è la sua comfort zone: nonostante il tribunale sia il più impegnativo - perché il giudice è direttamente Lui, Dio - Guido difende la propria anima e le anime di tutti inchiodando addirittura il giudice alle sue... responsabilità. Con un colpo di teatro, lo mette sul banco degli imputati: «sei tu he hai mandato quell'angelo, io non ho sbagliato».
Ma soprattutto Guido ha il coraggio di dire “sempre”: Al cor gentil rempaira SEMPRE amore… Non ci sono dubbi, non ci si può ingannare, le regole sono chiare e i fattori sono quelli: non c’è motivo di avere paura. È così netto da diventare quasi un po’ freddino (cosa tipica per scienziati e avvocati, in effetti), ma l’input è chiaro: a tema c’è il mio cuore, bisogna lavorare su quello.
E Dante va in fondo alla cosa. La racconta per un altro verso, con l’aiuto di San Tommaso (quell’altro, della Summa), scopre cos’è l’amore e parla proprio di quello. L’amore è un accidente nella sostanza. Un colpo, una percussione che smuove l’ordine della realtà (quello celeste!). È una cosa che percuote la realtà, la scaravolta, la ribalta zolla a zolla, che crea montagne e valli, panorami, viaggi, ponti, salti, strade, mari… Un accidente, un colpo proprio, una cosa che il ritmo va a farsi benedire e che dopo non torna più niente uguale a prima. L’amore… l’anima gemella? No. L’affinità elettiva? No. Il sacrificio per la famiglia? No, diavolo no! L’amore sconquassa la sostanza (cioè le cose come le ha messe a posto Dio)! Smuove l’essenza di tutto, accende spettacoli di arte varia e molto di più: vite, avventure, ricerche, viaggi, rischi, azzardi, eroismi, invenzioni. Bum! Un colpo dopo l’altro, un cuore dopo l’altro, un battito dopo l’altro si mette in moto un’energia che sfida Dio, che ti porta fin davanti a Dio e parli tu: è l’amore che mi ha portato qui, non ho sbagliato nulla. L’hai conquistato tu, ora è casa tua e quell’abbraccio è tante cose, l’abbraccio di Dio, e non ha nulla di servile. È l’abbraccio di un figlio che hai visto babbo che avevo ragione? E credi che non lo sapevo, che avevi ragione, figliolo?
L’amore non è una strada. Sono mille strade che partono da dovunque e arrivano a quel punto. Sono tutte diverse perché sono di chi le percorre. Hanno anche una caratteristica sconcertante - è ora di svegliarsi su questo! - che è l’assoluta discutibilità morale di ogni percorso. L’amore è un potere. Genera morale un giorno dopo l’altro, ma non con la logica del rispetto astratto, di regole che vanno sopra chi hai di fronte. C’è tanta saggezza, tanto buon senso, ma la complicità profonda, il patto vero non è sulla corsa verso il destino, non è su un piano perfetto di ispirazione Disney o di conquista del mondo. La compagnia serve per contemplare la meraviglia e correre verso la misteriosa origine di tutto, di sé, del proprio cuore.
La novità è questa, la scoperta di cui Dante è grato a suo padre è questa. Ha la forma di un viaggio, lo stile di un invito, la dinamica di una compagnia: Dante fa il viaggio con me, con te, con chiunque. L’idea è quella di vedere, di raccontare, perché l’obiettivo è vivere, fare esperienza, camminare e alla fine di tutto immergersi anima e corpo nel proprio destino. Ci sono tante strade per quanti uomini esistono; condividono la direzione, ma i passi sono di ciascuno. L’aiuto è a vedere, il resto è molto più che intimo e irripetibile. Proprio per questo, per ciascuno ogni passo è una meraviglia, perché quel SEMPRE è lì per ognuno di noi.
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anglerflsh · 6 months ago
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hi angelo branduardi rendition of songs from the 16th century
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rurifangirl · 2 years ago
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I do NOT wanna go to a dante's interrogation on monday this shit Is like 160 pages I'm not kidding
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nemo-in-wonderland · 1 month ago
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Noi leggiavamo un giorno per diletto  di Lancialotto come amor lo strinse;  soli eravamo e sanza alcun sospetto.                      
Per più fiate li occhi ci sospinse  quella lettura, e scolorocci il viso;  ma solo un punto fu quel che ci vinse.                      
Quando leggemmo il disiato riso  esser basciato da cotanto amante,  questi, che mai da me non fia diviso,                        
la bocca mi basciò tutto tremante.  Galeotto fu ’l libro e chi lo scrisse:  quel giorno più non vi leggemmo avante».       
INFERNO - CANTO V
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I told you.
I had the sweetest dream last night about Federico, and oh my Gods, I woke with such sweetness still enveloping my heart, I had to draw what I saw in the dream before that beautiful emotion left me.
I adore Lucia and Federico, I do not give them enough attention, and I regret so much that I never truly drew them together properly, so when I woke up and recalled the dream, I took it as I sign that I should not linger, but instead, I should put every other artwork I was doing on hold and focus on them.
And by the Gods, their love is still such sweetness for my heart.
They are my love letter to Dante Alighieri and il Dolce Stil Novo.
Well, I hope you will like them.
--Nemo
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justgiulia · 1 month ago
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Author's note: Ok so I was on my bed and this absolute banger of an idea spawned into my mind...I suggest you read the historic background I've written in this same post to better understand the vision...
they/them pronouns used after the historical background
Rook Hunt as a stilnovist poet
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HISTORICAL BACKGROUND
I think a lot of us know about stilnovism, known also as "dolce stil novo". A literary movement that began towards the end of the thirteenth century with Dante Alighieri as its most renowned poet. At the basis of the stilnovistic thought, there were the fundamental chivalric ideals of love such as: the vision of a woman as an angelic and transcendent creature, to the point that the one who loved her felt the need to ask God for forgiveness for having venerated the woman more than God himself; the knights and the troubadours/stilnovists (name of the poets of that literary movement) were tormented by an unrequited love since "true" love for them meant observing the woman from afar, without their love being reciprocated because they felt inferior to the woman they loved.. Now imagine rook hunt as a stilnovist poet deeply in love with the reader...do you guys see the vision?
Rook would write sonnets dedicated to the reader, celebrating their beauty and virtue in the style of dolce stil novo. He’d describe them as an ethereal muse, illuminating his darkest thoughts and guiding him toward love’s enlightenment.
Drawing from the tradition of dolce stil novo, Rook would often use nature as a metaphor for his feelings. He might compare the reader’s eyes to the shimmering stars or their smile to the blooming roses of spring, illustrating the profound impact they have on his soul.
In the quiet of the night, Rook would sneak away from his duties to serenade the reader outside their window, playing soft melodies on a lute and reciting verses that express his admiration and longing. These serenades would be infused with a mix of romantic despair and hope, like the essence of stilnovist emotion (as said previously).
Rook would treat the reader with utmost respect and adoration. He’d engage in chivalrous acts, such as gifting them flowers or rare books of poetry, and he would always seek their counsel and company. He would often lose himself in daydreams about the reader, contemplating the nature of love and beauty. These contemplations would inspire him to pen some of his most poignant works, reflecting on how their presence transforms the mundane into the extraordinary, like Guinizzelli's works or he might write about how the reader’s love brings light to his dark moments, yet also acknowledge the bittersweet pain of longing like Dante Alighieri.
Rook would look for opportunities to engage the reader at gatherings of poets and artists, where they could share their thoughts on love and beauty. He’d seek to impress them with his eloquence and charm, hoping to capture their heart amidst discussions of art and philosophy.
As previously mentioned, Rook’s poetry might carry a hint of melancholy, reflecting the struggles of a lover whose affections may not be fully returned. He’d write about unfulfilled dreams and the sweet sorrow of love.
So, yes. I think Rook would embody at 101% the essence of a passionate stilnovist poet, channeling his love for the reader into art and emotion, celebrating them as both muse and companion.
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nemo-of-house-hamartia · 10 days ago
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Yesterday night I was reading something that I wrote in High School, during my Dolce Stil Novo period, while we were studying Dante, and I felt just so baffled, because I realized that it has been at least a decade since I wrote any prose in Italian.
And I felt so ashamed for that.
I was so immersed into English and English literature that I forsook my own mothertongue and I am now realizing that I am starting to pay the price for that.
I also realized that much of the reason why I *dread* the idea of writing again and why I get filled with anxiety is directly connected to the fact that English is not my mothertongue, and each time I have to write, I have to think much harder about how I want to convey a sentence, and sometimes, because my English vocabulary doesn't match the extensivity of my Italian one, I have to research much more than what I would do in Italian.
I don't know how to ecplain, but I literally get brainfogged when I try and write in English.
It's disheartening.
But today, between one headache and the other, I decided that I want to get back into writing, I want to try that again.
And try I did, with a small tiny minuscule scene between Shay and Dora for their Westeros!AU, and it just felt *so good*.
But I want to write in Italian.
I might still post it here, but unfortunately, you might need to translate to read it.
Nevertheless, I want to go back to the same type of elevated writing that I used to do when I was in High School.
Because I do not wish to lose my mothertongue.
I love Italian WAAAAY too much for it to happen.
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kusurrone · 8 months ago
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I read the post where an anon commented that he dreamed that Dante and Virgil were youtubers, that they recorded videos together and even reacted to his ship hahaha, It reminded me of a headcanon that had where Dante had a YouTube team with Guido Calvancanti and his buds from his Dolce Stil Novo group (Lapo Gianni, Cino da Pistoia, Dino Frescobaldi y Gianni Alfani), and together they would dedicate themselves to recording videos of poetry, literature and reviews, but they would also have a lot of fun recording blogs or gameplays, probably Minecraft or any multiplayer game, I can even see them playing among us or Mario party or even record a video playing UNO (probably at Guido's house).
And Virgil would also have his YouTube team with Horace and his poet friends from the Maecenas circle, and the content that he would produce with his group would be something similar to the content of Dante and his team
its evolving
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thegianpieromennitipolis · 1 year ago
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Da: SGUARDI SULL'ARTE LIBRO QUARTO - di Gianpiero Menniti
ATOPIA
Parola di origine greca, "ἀτοπία", può significare dislocarsi, essere fuori posto. Direi, essere al di là di ogni luogo. Direi ancora, lasciarsi trasportare in un "non luogo". Questa irrazionale dimensione, appartiene all'amore, la follia più profonda che l'essere umano possa ospitare. E la più seducente dalla quale farsi prendere, come Platone ammette nel "Simposio": «La follia dal Dio proveniente è assai più bella della saggezza d'origine umana». Perchè Dio? Per i greci e per la cultura religiosa antica, il divino è indeterminatezza. Pertanto, il sacro era un'espressione di separatezza, distanza, divaricazione: tale doveva mantenersi, poichè la contaminazione tra l'umano e il divino causa la perdita di ogni legame con la realtà. Tuttavia, come ogni follia, come ogni dimensione sacra, l'amore ci abita, resiste in un abisso enigmatico, oscuro, impenetrabile: non possiede parole che non siano infondate, deliranti, indecifrabili. Gli amanti s'immergono in un mare senza luce. Smarriscono ogni contatto con il luogo della presenza e scoprono il reale del pre-umano nel quale l'Io è inerme. La donna angelo, cantata nei versi del "Dolce Stil Novo", rappresentava la ripresa dell'ancestrale tramite tra l'umano e il divino: figura capace di indicare la soglia d'accesso alle stanze della follia. Ma indispensabile guida. Senza di essa, il poeta diviene colui che più rischia: passa la soglia, avendo per compagna solo la sua fragilità. Come il Socrate narrato da Platone: vittima dell'atopia in chi è chiamato, con verità, a evocare l'amore attraverso le parole. Sempre inadeguate. Sempre povere. Come Penìa, madre di Eros. Come l'immagine che coglie un istante di separatezza dal mondo. Come corpi che vibrano all'unisono. Come lo sguardo ormai perduto di colei che scelse la dolcezza della morte alla crudeltà dell'assenza. Sempre inadeguate. Sempre povere. Eppure, faticose tracce, scavate a mani nude in un baratro, terribile e meraviglioso.
- Robert Doisneau (1912-1994): "Bacio davanti all’hotel De Ville", 1959 - Egon Schiele (1890-1918): "L'abbraccio" o "Gli amanti", 1917, Österreichische Galerie Belvedere, Vienna - Amedeo Modigliani (1884-1920): "Ritratto di Jeanne Hébuterne", 1918, Collezione privata, Parigi - In copertina: Maria Casalanguida, "Bottiglie e cubetto", 1975, collezione privata
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orotrasparente · 2 years ago
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qualcuno potrebbe dire dolce stil novo
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apatiap0rtamivia · 1 year ago
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Vorrei la mia testa tra le tue gambe
Ungaretti?
no forse era Dante, mi sembra dolce stil novo
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worldsxtar · 1 month ago
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... Lilian York with dolce stil Novo as plot inspo
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