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Gusto il peccato

come fosse

il principio

del benessere.

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Avevo pensato di spaventare una mia

vicina facendole una telefonata anonima.

Le avrei detto testualmente: “Sangue dal

tuo lavandino.”

Non capivo, a essere sincera, la

connessione tra sangue, lavandino e

water. Ma qualcosa ci doveva pur essere.

Secondo me questa donna umettava i

morti con la sua saliva, forse li linguava,

forse aveva decapitato una rana.

In effetti il nesso c’era. Come in ogni

follia, anche la storia del lavello aveva una

sua logica interna.

Questa signora voleva imitarmi,

proprio come la rana della storiella che si

paragonava al bue. Finché non scoppiò

miseramente.

Io non potei confessare la ragione

della morte della vicina. Ma sono certa

che molti la intuirono.

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Sono

la prima donna

del caso.

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La stragrande maggioranza degli uomini

crede di essere padrona del mondo e di

non dovere niente a nessuno. Niente al

padreterno, che ha dato loro la vita, e

niente alla natura, che si è insanguinata

delle loro orme.

La stragrande maggioranza degli

uomini, padroni di pochi metri di terra,

crede di possedere l’orbe terracqueo. Gli

uomini sono cittadini del mondo, ma in

seno a questa congerie di esseri che

popolano il mondo, essi fanno a gomitate

perché vogliono avere più spazio. Come

dei cani che urinano lungo i muri e

delimitano il loro passaggio.

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In ogni conchiglia

c’è il buio del mare.

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Il denaro è una scusa

per difendersi dalla morte,

è una maschera sotto cui l’uomo si

nasconde

per non far vedere che è un angelo,

un angelo triste e tribolato.

Io volevo essere nudo,

volevo essere solo anima.

Allo stesso modo non avrei conquistato

Chiara

come una terra mia,

perché era una terra vergine

era un deserto di semplicità.

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Il grado di libertà

di un uomo

si misura dall’intensità

dei suoi sogni.

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Il manicomio non finisce più. È una

lunga pesante catena che ti porti fuori,

che tieni legata ai piedi. Non riuscirai a

disfartene mai. E così io continuo a girare

per Milano, con questa sorta di peso ai

piedi e dentro l’anima. Altro che Terra

Santa! Quella era certamente una terra

maledetta da Dio.

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Era caduto l’aereo di Cuba. Centocinquanta morti. Tra questi c’ero anch’io.

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Se dovessi inventarmi il sogno

del mio amore per te

penserei a un saluto

di baci focosi

alla veduta di un orizzonte spaccato

e a un cane

che si lecca le ferite

sotto il tavolo.

Non vedo niente però

nel nostro amore

che sia l’assoluto di un abbraccio

gioioso.

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L’uomo era di una bruttezza da nera galera,

aveva degli occhi che aspiravano.